UNA CARTA NAUTICA INEDITA DI PLACIDUS CALOIRO ET OLIVA DEL 1657 (original) (raw)
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Un'originale carta nautica 1617 a firma di Placidus Caloiro et Oliva
geografia, 1986
A original nautical chart - 1617 - of Placidus Caloiro et Oliva This nautical chart signed by Placidus Caloiro et Oliva has a very special design as it presents three drawings of the Mediterranean coastline. The author does not agree with the signature on the card, but considers it to be a work of Joannes Oliva's laboratory.
Carte pisane due-trecentesche inedite relative al Levante
Nuova Rivista Storica, 2016
In this essay are published eleven documents of the Tirteenth and Fourteenth Centuries illustrating the relations, above all commercial ones, between Pisa and the levantine Harbours of Egypt and of the Byzantine Empire. One of these was written in 1359 in Caffa and probably is the first one known survived in original.
In un articolo uscito nel volume 2 di Palamedes (2007) 1 ho criticato l'interpretazione che Jurij Germanovič Vinogradov aveva dato nel 1998 di quattro laminette di piombo, trovate in diversi luoghi dell'area pontico-settentrionale del mondo greco: 2 ho sostenuto che, contrariamente al parere dell'editore, esse non sono delle missive. Di due di esse (numeri 1 e 2 nella pubblicazione di Vinogradov) ho dato in quell'articolo una nuova lettura, interpretandole come dei testi iniziatici. La prima, databile alla seconda metà del VI secolo a.C., l'ho interpretata come un promemoria destinato a servire, al momento della morte, all'anima di una donna appartenente a un gruppo orfico. 3 La seconda, databile alla prima metà del V secolo a.C., l'ho interpretata come un insieme di ὑποθῆκαι religioso-morali, scritte in parte in prosa (faccia A), in parte in esametri (faccia B), e riguardanti la condotta da seguire nella vita presente per evitare, dopo la morte, la reincarnazione dell'anima. 4 Ho sostenuto che anche questa seconda laminetta doveva essere stata prodotta all'interno di un gruppo iniziatico, ma non mi sono deciso a caratterizzare più precisamente l'ipotetico gruppo; scrivevo: "non so se questo si debba considerare orfico o non piuttosto pitagorico". 5
Una pasquinata inedita del 1515
Pasquinata latina di Paolo Nomentano (o Paolo da Mentana) scritta in occasione della festa di Pasquino del 1515 e del suo travestimento in Orfeo.
Giorgio Sìderi detto Calapodà, Portolano 6. 1550. Saggi e apparati, Istituto della Enciclopedia Italiana, Roma, p. 1-70, 2016
Nel 1550, l'Oceano Atlantico poteva ben essere considerato un mare Mediterraneo, il più grande di quella catena di mari chiusi tra terre che si estendeva dal Mar Caspio, attraverso il Mar Nero, il Mare Nostrum, e l'Atlantico appunto, fino all'altro mediterraneo per eccellenza dell'epoca, il mare dei Caraibi. Nel 1550, il primo volume delle relazioni di navigazioni e viaggi pubblicate da Giovanni Battista Ramusio descriveva, appunto, le scoperte nell'Atlantico e nell'Oceano Indiano occidentale, e nelle terre che li circondavano sia a Est che a Ovest 1. Gli Atlantic studies di oggi hanno riscoperto da pochi decenni la funzione dell'Atlantico come collegamento, non separazione, tra le rive opposte, e la storia comune che ne deriva, da molto tempo celata dal concetto geografico, relativamente recente, delle acque come elementi naturali di divisione tra le parti del mondo. Ma nel Cinquecento molte carte geografiche mostravano la parte settentrionale dell'Europa e quella dell'America congiunte da un ponte di terre che chiude l'Atlantico a settentrione.
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