La missione diplomatica di Luigi Aldrovandi Marescotti a Berlino (gennaio 1926-novembre 1929) (original) (raw)

Testimonianze e documenti sulla visita di F.T. Marinetti a Bucarest nel 1930

Caietele Tristan Tzara. Publicaţie internaţională pentru studiul Avangardelor contemporane - ISSN 1584-8825, 2013

Testimonianze e documenti sulla visita di F.T. Marinetti a Bucarest nel 1930 Filippo Tommaso Marinetti giunse a Bucarest nel maggio del 1930, a suggellare con la sua presenza anni di contatti intellettuali intrattenuti con i rappresentanti che operavano nell'avanguardia romena. I rapporti, negli anni successivi la prima deflagrazione mondiale, furono particolarmente intensi con il gruppo costituito intorno alla rivista "Contimporanul", sulla quale vengono spesso pubblicati suoi articoli e poesie. Già nel 1923, il gruppo di "Contimpornaul" ideava un progetto che prevedeva una serie di mostre internazionali con artisti provenienti da Parigi, Roma, Berlino, Monaco di Baviera, Anversa, Zurigo e Madrid e un ciclo di conferenze a Bucarest, con apertura trionfale tenuta da Marinetti 1. A giugno dello stesso anno, la rivista avvisava i lettori dell'arrivo in ottobre di Marinetti nella capitale romena 2. Per motivi ancora non chiari, la sua venuta veniva posticipata all'anno successivo. Nel settembre del 1924, la medesima testata riportava il fervente saluto di Marinetti e Prampolini ai loro amici romeni, in vista del loro prossimo arrivo 3. Nonostante gli intensi preparativi, bisognerà aspettare il 1930 per vedere realizzato il loro sogno di portare il leader futurista in Romania. I maggiori giornali dell'epoca recensirono con entusiasmo l'arrivo del caposcuola del futurismo. Generalmente, gli articoli si aprivano con una breve introduzione sulle vicende fondamentali del movimento italiano, per poi rivolgersi alle diverse attività svolte dal poeta a Bucarest 4. Testimonianze inedite dell'evento sono conservate presso l'Archivio Nazionale Storico Centrale di Bucarest, all'interno del faldone del Ministero della Propaganda Nazionale, documenti che forniscono indicazioni sulle date precise della permanenza di Marinetti in Romania e su alcune attività già programmate a livello ufficiale 5. L'accoglienza venne preparata con cura già dai mesi precedenti, coinvolgendo personalità di spicco dell'ambito intellettuale e politico romeno. È significativa in questo senso una lettera del 16 aprile 1930, inviata da Theodor Solacolu 6 , addetto stampa della Legazione Reale di Romania a Roma tra 1929 e 1931, ad Eugen Filotti, direttore della stampa presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri a Bucarest. Nella missiva si avvisava il direttore del prossimo arrivo di Marinetti assieme alla moglie Benedetta Cappa a Bucarest, in qualità di ospiti dell'Istituto di Cultura Italiana diretto da Ramiro Ortiz.

Attività diplomatica di Clemente Doria, inviato straordinario genovese a Milano, durante l’anno 1710

Attraverso l’analisi del carteggio tra Clemente Doria ed i Serenissimi Collegi ho tentato di comprendere da una prospettiva più diretta possibile cosa rappresentasse la figura del diplomatico durante la prima metà del Settecento: quali fossero i suoi compiti, i suoi fini, i suoi strumenti e le strategie adottate per conseguirli. Ho teorizzato la divisione del compito diplomatico in due momenti, momento "acuto" - ovvero la missione vera e propria - e momento "cronico" - ovvero la tessitura di una rete di relazioni ed informatori più salda e affidabile possibile. Contemporaneamente, ho analizzato l'individualità di Clemente Doria, ovvero come egli abbia applicato il proprio modo di essere e di vedere il mondo al mestiere del diplomatico.

Le lettere di Francesco Algarotti al cardinale Angelo Maria Querini e la costruzione della chiesa di Sant’Edvige a Berlino

2016

Le lettere di Francesco Algarotti al cardinale Angelo Maria Querini Francesco Algarotti (1712-1764) nel corso della sua vita servì due sovrani stranieri: Federico II di Prussia e Augusto III, re di Polonia ed elettore di Sassonia. Tra il giovane veneziano e Federico II sorse una profonda amicizia che durò fino alla morte di Algarotti, per oltre venticinque anni; invece, in base alle nostre conoscenze, le relazioni documentate fra lui e la corte di Augusto III durarono solamente quattro anni, durante i quali Algarotti visse quasi sempre in Italia. Nella Biblioteca Queriniana di Brescia si conserva una raccolta di quindici lettere di Francesco Algarotti, per la maggior parte inviate dalla Prussia, scritte nell’arco cronologico dal 6 gennaio 1748 al 4 marzo 1753. Tema principale di questa corrispondenza è la costruzione della chiesa cattolica di Berlino e il suo finanziamento. Le lettere assumono anche il ruolo di una cronaca poiché riportano molte informazioni importanti sul processo ...

Una carriera diplomatica barocca: Cesare Monti arcivescovo di Milano e agente della politica papale (1632–1650), in "Quellen und Forschungen aus italienischen Archiven und Bibliotheken" 94 (2014), pp. 252-291

The aim of this article is focusing a little known political and ecclesiastical baroque career: that of Cesare Monti, fi rst papal nuncio in Naples and Madrid (1628–1632) and then archbishop of Milan (1632–1650). He was a complex personality: legal studies, the activity as member of important Roman Congregations in the papal court, the frequentation of the Barberini circle and the political and diplomatic experience at the court of Madrid forged a considerable career, before being appointed archbishop of Milan and cardinal. The analysis of his correspondence with Francesco Barberini, cardinal nephew of Pope Urban VIII, shows how Monti, even aft er his entrance in Milan (1635), maintained a high-profi le political and diplomatic role. In the long and diffi cult years of war that involved the State of Milan he carried out a series of activities ranging from traditional management of relations with the Roman Congregations and the secular authorities (Governor, Senate of Milan etc.) to sending news about the war and political information to Rome. He was archbishop and, at the same time, political envoy, although informal, of the papacy for the State of Milan and the Swiss area, and also medium of papal propaganda. Monti played a role not easily defi ned, according to traditional categories that scholars use in analyzing the careers at the service of the Catholic Church and the Holy See (Archbishop/pastor, curial/offi cial, envoy/nuncio). In all his activities he was able to rely on his diplomatic experience and the wide network of personal and political relations both in Rome and at the court of Madrid.

Giorgio Franchetti Pardo, Ricordi di una vita diplomatica ed esuli pensieri

Editoriale scientifica, Collana Memorie e Studi Diplomatici, 2024

Seguendo il filo dei suoi ricordi l’Ambasciatore Giorgio Franchetti Pardo racconta di un recente passato ricco di momenti ed eventi significativi visti attraverso gli occhi e la sensibilità di uno spettatore privilegiato. Si inizia con la Spagna franchista della fine degli anni ’50 del secolo scorso, per passare al Brasile, dove Franchetti Pardo assiste alla pacifica Rivoluzione del 1964 che segnò il passaggio dalla Quarta alla Quinta repubblica brasiliana. Nel 1968 l’autore è in servizio in Portogallo quando Antonio Salazar dovette abbandonare il potere per motivi di salute. Dal 1978 al 1982 è a Mosca come numero due della nostra Ambasciata nell’allora Unione Sovietica. Infine dal 1988 al 1993 è Ambasciatore d’Italia in Turchia, dove visse il passaggio dallo stretto controllo dei militari, con a capo Evren, all’elezione del Presidente Ozal nel 1989, che portò nuovamente un civile al potere. Ognuno di questi momenti è narrato attraverso episodi vissuti personalmente che mettono in luce come il diplomatico si possa sempre trovare ad affronta-re questioni delicate e complesse e deve ricorrere alla propria esperienza e sensibilità (oltre ad una buona dose di buon senso) per poter trovare le soluzioni e le risposte più adeguate alla situazione e più vantaggiose per l’Italia.

Episodi diplomatici. (Chicago, 1933, Atene,1942)

Quaderni della collana Memorie e Studi diplomatici, 2023

In questo “Quaderno” sono presentati due scritti di Andrea Ferrero, già Ambasciatore a Montevideo, Praga, Bangkok, che si riferiscono a due “episodi diplomatici” di cui è stato protagonista nei suoi anni giovanili in carriera. Lo stile narrativo adottato è garbato e con qualche punta di ironia e permette al lettore di gettare uno sguardo dietro le quinte diplomatiche di due specifici eventi internazionali. Il volumetto é stato curato da Stefano Baldi ed ha una Prefazione del figlio, Amb. Giovanni Ferrero che ha messo a disposizione gli scritti originali. Nel volumetto sono anche contenute una serie di foto d’epoca che provengono dalla raccolta “Immaginario diplomatico” relativa a foto storiche di diplomatici italiani, consultabile online (https://www.flickr.com/immaginariodiplo). Il primo racconto “Lo champagne di Balbo” si svolge poco dopo l’arrivo di Andrea Ferrero a Washington. Nel 1933 l’Ambasciatore Augusto Rosso manda Andrea in avanscoperta a Chicago a precederlo, ma soprattutto a preparare un arrivo trionfale di Balbo al comando di 25 idrovolanti partiti dall’Italia. Il secondo racconto “Spaghetti Neri” si svolge nove anni più tardi, in Grecia. Nel 1942, un anno dopo il suo trasferimento in Grecia, Andrea Ferrero si trovava ad Atene quando Mussolini, di ritorno dalla Libia fece una sosta nella capitale greca sulla via del ritorno a Roma. Lo svolgimento della visita raccontata con distacco e velata ironia, si presenta quasi come una rappresentazione teatrale.

TORINO, 1852. UN SALMONE PER L'AMBASCIATORE. IL VALORE DELLA DIPLOMAZIA CULINARIA

LA CUCINA ITALIANA FRA LINGUA, CULTURA E DIDATTICA. A cura di Pierangela Diadori e Giovanna Frosini, 2023

Roberto Ludovico e Patrizia Modica analizzano il le implicazioni polito-diplomatiche espresse dal menù di un banchetto imbandito da Casa Savoia al Palazzo Reale di Torino nel gennaio del 1956. La formulazione di un metodo sperimentale di ragioneria applicata alla ristorazione permette agli autori di formulare una stima dei costi sostenuti per l'occasione, dando indicazioni più concrete sul 'valore" della diplomazia culinaria in un contesto storico.

Le prime missioni dei Gesuiti in Giappone e la prima ambasceria giapponese in Italia

2013

Questa tesi di laurea cerca di definire le fasi più importanti della storia delle prime missioni dei Gesuiti in Giappone avvenute nella seconda metà del 16 secolo. Le prime conoscenze più dettagliate sul Giappone si devono al Gesuita Francesco Saverio che fu il fondatore della missione giapponese. In Giappone, Francesco Saverio cercò di allacciare rapporti di reciproca fiducia con le popolazioni locali cercando, seppure in maniera goffa, di adattarsi ai loro costumi. 30 anni dopo la morte di Padre Francesco Saverio, il Visitatore Alessandro Valignano, riprese l'idea di adattamento di padre Francesco Saverio. Il Visitatore durante gli anni del suo mandato si impegnò costantemente per promuovere la fratellanza fra fratelli europei e fratelli giapponesi e capì che se voleva far avvicinare le due culture doveva dimostrare ai giapponesi la raffinatezza e bellezza della cultura europea. Valignano con questa idea formò una delegazione di quattro giapponesi cristiani che avrebbero avuto...