Gli uomini d'affari stranieri in Italia (original) (raw)
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Gli uomini d'affari italiani nella Russia dei piani quinquennali
2014
Sulla natura e sugli esiti effettivi del primo piano quinquennale sovietico vennero versati, in Italia (ma non solo), fiumi d'inchiostro: com'è noto, uno stuolo di giornalisti, "osservatori" di vario genere, tecnici e ingegneri, nonché, ovviamente, politici ed economisti, più o meno ardentemente fascisti, si dedicò, nel corso della prima metà degli anni Trenta, all'improbo compito di descrivere e, ovviamente, commentare, con diversi gradi di ferocia critica, la sconvolgente novità rappresentata dalla pianificazione sovietica, giungendo peraltro, in maniera pressoché unanime, alla scontata conclusione che, nonostante gli immani sforzi del popolo russo, il bolscevismo era destinato certamente a fallire, magari "evolvendosi" in fascismo o, più prosaicamente, adottando le immarcescibili regole capitalistiche, mentre dal canto suo il fascismo rappresentava l'autentica "rivoluzione" antiborghese. Non c'è spazio, in queste brevi note, per inoltrarsi nei meandri delle diverse sfumature che connotavano i resoconti dei numerosi e variegati "viaggiatori", per le quali rimandiamo ai più approfonditi, e di gran lunga più documentati, lavori di studiosi delle relazioni internazionali 1. Ci limitiamo, quindi, a sottolineare come le scarne (e decisamente scarse) annotazioni pervenute da alcuni dei pur numerosi industriali e uomini d'affari interessati allo sviluppo delle relazioni commerciali italosovietiche, non si discostino dal "coro", pur non condividendo affatto le 1
Caporalato straniero: quando i connazionali diventano aguzzini
Giornate di studio sul razzismo Atti della 3ᵃ e 4ᵃ edizione 21 marzo 2021 e 3-4 ottobre 2022, 2023
Giornate di studio sul razzismo Atti della 3ᵃ e 4ᵃ edizione 21 marzo 2021 e 3-4 ottobre 2022 - pp. 277-281 Il presente contributo rientra in un insieme di tre scritti che intendono fornire degli specifici casi di studio a sostegno della struttura ternaria del razzismo formulata da Étienne Balibar, mostrando come, nelle condizioni adatte, chiunque sia soggetto a dinamiche discriminatorie possa replicarle a sua volta su altri individui più deboli anche interni al proprio gruppo di appartenenza, sia esso religioso, etnico, sociale o di genere. Ogni caso fornirà elementi a supporto della tesi di Balibar, mostrando al contempo come, per quanto lontane geograficamente e temporalmente, le discriminazioni presentino caratteri simili tra loro: la gerarchizzazione tra sfruttatori e sfruttati, tra dominatori e subalterni, la separazione (quando non una vera e propria segregazione) fisica e culturale di un gruppo rispetto ad un altro, l’uso della violenza e della coercizione fisica e psicologica.
Insider e outsider nel mercato del lavoro italiano
2016
Le disuguaglianze iniziano nel mercato del lavoro" ha ammonito l'ILO nel Global Wage Report 2014/2015. Le più recenti interpretazioni in merito guardano alla polarizzazione come fenomeno sociale in crescita. Su questa scia, vengono ripresi e calati nel mercato del lavoro italiano strumenti, concetti e metodi (insider outsider theory, vulnerable employment, decent work, labour market attachment), al fine di ricostruire dai microdati Istat sulle forze di lavoro la struttura occupazionale del Paese al possibile punto di svolta della crisi. Dalla classificazione così ottenuta, emerge una polarizzazione occupazionale rispetto alla quale l'outsiderness può risultare un fattore determinante del prolungato ristagno delle disuguaglianze.
Gli stranieri, 2012
1. Il più generale dibattito sulla disciplina dell'acquisto della cittadinanza da parte dello straniero, dopo un intenso quanto inconcludente decennio di tentativi di ri-forma, offre al lettore numerosi materiali di riflessione. Scarsa attenzione è stata tuttavia dedicata alle implicazioni di diritto anagrafico, pur decisive nelle diverse fattispecie previste dalla legge n. 91 del 1992. È così accaduto che, nella disatten-zione e dunque senza l'adeguato ausilio ermeneutico della dottrina, i procedi-menti di acquisto della cittadinanza siano stati prepotentemente condizionati da orientamenti amministrativi per nulla commentati e ben raramente esaminati dalla giurisprudenza. Eppure migliaia di dichiarazioni di opzione per la cittadi-nanza italiana sono state rifiutate senza nemmeno un provvedimento formale, inducendo gli interessati a non insistere riguardo al loro ricevimento da parte dell'ufficiale di stato civile; altre migliaia di domande di naturalizzazione hanno avuto la medesima sorte, giungendo assai raramente alla fase contenziosa. In en-trambi i casi l'unica ragione del rifiuto è spesso stata la mancanza del requisito della continuità della residenza (anagrafica) della persona desiderosa di acquisire la cittadinanza italiana. Mi è dunque parso utile tracciare un esame più dettagliato della norma di legge che ad oggi disciplina l'acquisto della cittadinanza alla maggiore età degli stranieri nati in Italia, nella convinzione che, seppure molti dei problemi e degli anacro-nismi di questa disposizione potranno essere più efficacemente superati solo dal Paolo Morozzo della Rocca Sui requisiti per l'acquisto della cittadinanza ai sensi dell'art. 4, co. 2, legge 91/1992 SOMMARIO: 1. Il dato normativo.-2. La definizione di residente dalla nascita e la sua assimila-zione al "nato in Italia".-3. Sul presupposto della residenza del genitore al tempo della nascita.-4. L'illegittimo rifiuto di iscrizione anagrafica del genitore come illecito dannoso nei con-fronti del nascituro.-5. L'abusiva richiesta del consenso dell'altro genitore all'iscrizione ana-grafica del minore.-6. Le negligenze dei genitori in materia anagrafica e di soggiorno. Casi e soluzioni emersi nella prassi amministrativa.-7. Il problema del minore temporaneamente cancellato dall'anagrafe.-8. Sulla preservazione del carattere ininterrotto della residenza nel caso di (temporanea) assenza del minore dall'Italia.-8.1. Continuità della residenza legale e soggiorni all'estero del minore straniero.-8.2. La residenza integra (anche se si interrompe per un po') ma integrarsi non vuol dire risiedere.-8.3. Le assenze dello straniero dall'Italia nel di-ritto dell'immigrazione.-8.4. La prassi ministeriale riguardo al mantenimento della residenza degli stranieri temporaneamente assenti dall'Italia. 5 Gli Stranieri-Numero 3/2012
L'iperqualificazione dei lavoratori stranieri in Italia
L'emigrazione di persone con elevati livelli di istruzione è una componente chiave degli attuali fenomeni migratori. Negli ultimi anni è andata sempre più crescendo l'attenzione verso questa fascia di migranti che, invece di veder valorizzate le proprie competenze, finiscono col trovarsi in condizioni disagiate e dequalificanti. I migranti iperqualificati sono quotidianamente sotto i nostri occhi, agli angoli delle strade, nelle mense, nei mercati. Sono ragazzi e ragazze diplomati o laureati che vedevano nella migrazione un'opportunità per migliorare le proprie condizioni di vita. Tuttavia è possibile riassumere l'andamento di queste migrazioni attraverso le parole di Alpha Oumar Konarè, ex presidente della Commissione dell'Unione Africana: “Non si può parlare di fuga, ma di una vera e propria tratta”. Sono infatti sempre più i migranti laureati che finiscono a lavorare in capannoni irregolari, nelle campagne del Sud Italia o in fabbriche che offrono diritti quasi inesistenti. Talvolta questi migranti iperqualificati diventano il fulcro di forme di auto-organizzazione, tra migranti, atte a richiedere maggiori diritti o migliori condizioni di lavoro. Dato che lo studio di questo fenomeno è molto recente, sono infatti pochi i testi o dati che trattino specificamente delle migrazioni qualificate, è stato necessario, al fine di una migliore comprensione di determinate tematiche, andare oltre la semplice consultazione della letteratura riguardante le migrazioni. Lo studio ha visto infatti una serie di azioni di fieldwork, con sopralluoghi ed interviste sul campo, necessarie per focalizzare alcuni aspetti specifici della questione. Il lavoro è diviso in tre capitoli. Nel primo capitolo, dopo un inquadramento generale del tema delle migrazioni. Si prendono poi in esame quelle teorie che vedono la clandestinità come un prodotto delle politiche migratorie dei contesti d'arrivo e della rappresentazione dei migranti senza documenti. Sono poi illustrate delle teorie che mirano a spiegare le migrazioni internazionali andando oltre i fattori economici, tipici della push and pull theory. Il capitolo si conclude con una panoramica riguardante le difficoltà di inserimento dei migranti nella società italiana. Nel secondo capitolo si indaga su come la globalizzazione abbia modificato il mondo del lavoro, e come questo sia ormai diventato un mercato duale, con un mercato del lavoro per i lavoratori nazionali e un altro per lavoratori non nazionali, tale segmentazione risulta funzionale alla produzione capitalistica, sempre alla ricerca di lavoratori flessibili e disposti a lavori dequalificanti. Si analizza poi l'importanza delle reti etniche, interne ai contesti d'arrivo, per l'ingresso dei migranti nel mondo del lavoro, ma anche come queste reti possono rischiare di portare a un'auto-ghettizzazione dei migranti. Il secondo paragrafo del secondo capitolo è focalizzato sull' iperqualificazione dei migranti, tramite dei dati dell'eurostat viene mostrata la situazione italiana rispetto a quella degli altri paesi europei. Infine, attraverso le interviste fatte a migranti iperqualificati che a oggi lavorano per realtà sindacali, vengono esposti i problemi che portano alla dequalificazione dei migranti. Il terzo capitolo si focalizza su dei casi che vedono lavoratori iperqualificati farsi promotori di fenomeni di auto-organizzazione, facendo leva sulle proprie qualifiche. Tra i casi osservati, particolare attenzione viene posta su quelli di Rosarno e di Piacenza, che vedono rispettivamente la presenza di multinazionali quali Coca-Cola e Ikea e permettono inoltre di osservare le differenti forme di auto-organizzazione, ed auto-sindacalizzazione, e i diversi modi di rispondere da parte delle istituzioni nel momento in cui lavoratori stranieri ed italiani condividono determinate condizioni di lavoro.
Lo “stato generale” dell’italiano per stranieri
Annales Universitatis Paedagogicae Cracoviensis. Studia de Cultura
Abstrakt Il saggio presenta una ricognizione dei problemi e delle prospettive per la diffusione della lingua italiana nel mondo: lo fa con una logica da saggio di pensiero e non di dati, anche se rimanda ai dati degli Stati Generali dell’Italiano nel Mondo. Gli assi costitutivi della riflessione sono due: una riflessione sul ‘mercato delle lingue’ in un mondo che, dopo gli entusiasmi della globalizzazione di vent’anni fa, ha una pericolosa tendenza a tornare ad occuparsi del proprio particulare, in una logica estremamente locale, molto diversa dalla glocalizzazione al cui interno la diffusione dell’italiano pare facilitata; in secondo luogo, gli elementi caratterizzanti di una ‘politica di qualità’ secondo le regole del marketing, applicato al ‘prodotto’ Italia/italiano. Il quadro che emerge è molto meno drammatico di quanto si ascolti di solito nei convegni di italianisti, e presenta punti di forza accanto a punti critici, che tuttavia appaiono superabili. „Stan generalny” języka w...
L’occupazione straniera in provincia di Brescia
CIRMIB - Immigrazione e contesti locali, 2016
Attraverso le analisi condotte sui dati della Rilevazione continua sulle Forze di lavoro (ISTAT) si approfondiscono alcune tra le principali caratteristiche dei lavoratori stranieri nella provincia di Brescia.
Trattenimento dei cittadini stranieri in Italia alla luce del D.L. 113/2018
Gli artt. 2, 3 e 4, d.l. 113/2018 hanno significativamente modificato la normativa italiana in tema di espulsione e trattenimento del cittadino di Paese terzo, anche se richiedente protezione internazionale) e di quello comunitario. Tra queste modifiche si sottolinea l’introduzione dell’istituto del trattenimento a fini identificativi del richiedente protezione internazionale, che incide significativamente (sia pur solo con riferimento ai richiedenti asilo, appunto, e non anche ai cittadini di paesi terzi tout court) anche sulla natura giuridica degli hotspot o “punti di crisi”, come denominati dall’art. 10 ter, d.lgs. 286/98. Il documento, elaborato da un lavoro collettivo all’interno dell’ASGI, offre una prima analisi degli articoli citati, con l’intenzione di fornire all’interprete spunti interpretativi idonei a farlo orientare nel complesso quadro che emerge dalla novella.