Considerazioni liturgiche sui tre breviari piemontesi del Lohny, in Il Rinascimento europeo di Antoine de Lonhy. Catalogo della mostra, a cura di S. Baiocco - V. Natale Genova, 2021, 94-97 (original) (raw)
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Questo contributo deriva da un lavoro più ampio, volto a ricostruire la produzione di manoscritti miniati ad Avignone, durante il secolo di permanenza dei papi e degli antipapi, nell'arco cronologico compreso tra il 1309 e il 1411 1 . Per illustrare un materiale in larga parte sconosciuto e lungamente trascurato dagli studi, che si è rivelato invece ampio e di straordinario interesse 2 , intendo esaminare brevemente alcuni libri liturgici miniati provenienti dalle cappelle del Palazzo dei Papi.
La quarta esposizione del ciclo “Brera mai vista” (Milano, Pinacoteca di Brera, sala XXXIV, ottobre - dicembre 2002) ha presentato alcuni dei 61 bellissimi studi ad olio su carta del pittore milanese Francesco Londonio, entrati a far parte del patrimonio artistico dell'Accademia di Belle Arti nel 1836 grazie al lascito del nipote del pittore, Carlo Londonio. La mostra ha offerto l’occasione di investigare alla luce di fonti e documenti inediti tanto la clientela di Londonio, anche sotto il profilo sociale e culturale, quanto la sua fortuna ottocentesca, ricucendo gli itinerari seguiti dal patrimonio di olii e incisioni lasciato in eredità dall’artista, di cui faceva parte il nucleo pervenuto alla Braidense. Dal catalogo emerge uno spaccato di interesse interdisciplinare sulla committenza e il collezionismo milanesi della stagione illuminista, dove Londonio si rivela il fulcro di un vivace crocevia di mercanti, letterati e collezionisti del Grand Tour. In calce al catalogo si pubblica la prima genealogia della famiglia Londonio, ricostruita interamente sulla base di ricerche d’archivio di prima mano. NOTA Il libro ha due autrici: Cristina Geddo e Simonetta Coppa. Sono qui pubblicati solo i capitoli scritti e firmati da Geddo : - "Intorno a 'Fran.co Londonio pittore'. Nuovi documenti sulla famiglia, l’artista e la sua eredità" (pp. 33-43, figg. 23-32); - "Tavola geneaologica Londonio" (pp. 45-47). AVVERTENZA: Sulla base della normativa vigente in materia di diritti d’autore, oltre che di una norma etica fondamentale, non è concesso utilizzare questo testo illustrato in qualsiasi forma – copia, riassunto, citazione etc. – senza menzionare adeguatamente la fonte. WARNING: Under copyright law, as well as a fundamental norm of ethics, any use of this published paper – copy, citation, abridged version or any other form - is not authorised without mentioning adequately the source.
La critica radicale che Martin Lutero prima, e poi tutti gli altri riformatori mossero ai voti, alla professione, alla vita monastica e più in generale all'idea stessa di una via privilegiata alla perfezione cristianadistinta tanto dallo stato laicale quanto dal sacerdozio secolare -fu senza dubbio una delle innovazioni più gravide di conseguenze per l'Occidente cristiano. L'abolizione degli Ordini religiosi che ne fu la realizzazione pratica, infatti, a partire dai primi anni Venti del Cinquecento produsse un massiccio esodo di uomini e donne che si allontanarono o vennero cacciati dai rispettivi conventi, mentre le casse di principi, monarchi e repubbliche che avevano abbracciato la Riforma vennero riempite con l'acquisizione delle cospicue proprietà del clero regolare 1 . Lutero stesso, d'altra parte, venne identificato dai suoi avversari cattolici non solo come un eretico propagatore di dottrine pericolose, ma anche e soprattutto come l'apostata che aveva gettato la tonaca alle ortiche e aveva preso moglie, spingendo gli altri a seguire il suo esempio 2 . Ancora nel 1904 Heinrich Denifle * Sigle e abbreviazioni usate Allen = Opus Epistolarum Des. Erasmi Roterodami, denuo recognitum et auctum per P. S. Allen, 12 voll., Oxford 1906-1958; LWA = D. Martin Luthers Werke. Kritische Gesamtausgabe, 109 voll., Weimar 1883-1993 (Tr = Tischreden; Br = Briefwechsel); PR = Laurentii Vallae De professione religiosorum, edidit M. Cortesi, Padova 1986; PRIt = L. Valla, Scritti filosofici e religiosi, a cura di G. Radetti, Firenze 1953, 377-427. 001 Una brevissima sintesi in E. Cameron, The European Reformation, Oxford 2 2012, 254-255 (con bibliografia aggiornata alle pp. 512-513). Un ottimo quadro generale delle soppressioni dei conventi nell'Europa della Riforma, anche nei loro aspetti quantitativi, in F. Landi, Storia economica del clero in Europa. Secoli XV-XIX, Roma 2005, 34-60. 002 Si veda ad es. O. Niccoli, Il mostro di Sassonia. Conoscenza e non conoscenza di Lutero nell'Italia del Cinquecento (1520-1530 ca.), in Lutero in Italia. Studi storici nel V centenario della nascita, a cura di L. Perrone, Casale Monferrato 1983, 5-25.
«Chiesa e Storia. Rivista dell’Associazione Italiana dei Professori di Storia della Chiesa», 2021
2024
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Con l'istituzione nel 1573 della "Congregazione per la riforma dei Greci" la Curia romana si dotò di un organismo per venire incontro alle numerose domande poste dall'episcopato di alcuni stati della penisola italiana dove la presenza di comunità cristiane orientali era numericamente significativa 1 . Per la Curia romana "Greci" erano i cristiani di qualsiasi etnia e provenienza che seguivano il diritto ecclesiastico e il rito liturgico bizantino, il cosiddetto "rito greco". Sul territorio invece la situazione era più complessa perché i "Greci" non erano una realtà omogenea né per origine, né per osservanza liturgica e nemmeno per appartenenza ecclesiale, anche se Roma li considerava de facto tutti cattolici e sottoposti ai vescovi latini delle diocesi dove dimoravano 2 . Il fatto stesso che la Congregazione sia stata istituita per riformare i "Greci" e non la "Chiesa greca" illustra molto bene il clima di subordinazione ecclesiologica che Vittorio Peri ha sintetizzato con l'efficace locuzione "Chiesa romana e rito greco" 3 . I vescovi non erano gli unici interlocutori del dicastero. Sul tavolo del cardinale Giulio Antonio Santoro, al quale Gregorio XIII ne aveva affidata la direzione, arrivavano anche suppliche e memoriali inviati dagli stessi "Greci", 1 V. Peri, La Congregazione dei Greci e i suoi primi documenti, in Studia Gratiana post octava Decreti saecularia, edd. I. Forchielli -A. M. Stickler (= Collectanea Stephan Kuttner 3), Bologna 1967, 131-256: 129-256, da ora in poi = Peri, La Congregazione dei Greci. 2 C. Korolevskij, L'eparchia di Lungro nel 1921. Relazione e note di viaggio. Studio introduttivo ed edizione con appendice di documenti editi e inediti a cura di Stefano Parenti (Al-banologia16).
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G. Monaco, Il Laurenziano Pluteo 42, 3 e la tradizione caratterizzante del ‘Decameron’, 2021
The aim of this article is to illustrate the most relevant results of the philological and textual analysis that I accomplished on a witness of Boccaccio’s Decameron, MS. Firenze, Bibl. Medicea Laurenziana, Plut. 42, 3. The work consisted in an integral collation, based on two Giornate and some loci critici, between Plut. 42, 3 and the most authoritative tradition of 'Decameron' (MSS. Berlin, Staatsbibl., Ham. 90, Paris, Bibl. nationale de France, It. 482 and Firenze, Bibl. Med. Laur., Plut. 42, 1). On one hand, the purpose of this work is to demonstrate that the text transmitted by Plut. 42, 3 is contaminated and altered by errors and innovations, therefore unusable for a new critical edition of the work; on the other hand, it leads us to an investigation into the existence of a «characterizing tradition» of 'Decameron'.