“Logos endiathetos” e “logos prophorikos” nel dibattito antico sulla razionalità animale. Traduzione e significato di una coppia emblematica. (original) (raw)

La semantica di "logos" fra greco pagano e greco cristiano

R. Radice-A. Valvo (edd.), Dal logos dei Greci e dei Romani al logos di Dio. Ricordando Marta Sordi, , 2011

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L’inno a Zeus nella parodo dell’Agamennone: interpretazioni ‘ottimistiche’ e interpretazioni ‘pessimistiche’ (Ag. 160-183), «Grammata. Rivista di cultura umanistica» IV (2016) 351-381.

«Grammata. Rivista di cultura umanistica», 2016

I vv.160-183 dell’Agamennone, ricordati dagli studiosi come “Inno a Zeus”, rivestono un ruolo centrale all’interno del discorso etico-religioso dell’Orestea. Eschilo mette in scena la tensione tra una volontà superiore, che trascende quella umana e la guida a un esito finale, e l’azione derivante da una scelta che conduce l’uomo a macchiarsi di hybris e a subire l’ineluttabile punizione di Zeus. La sofferenza umana e il senso di tale sofferenza – se si ammette che un senso ci sia – sono le tematiche che emergono dall’Inno. Il Coro descrive come Zeus abbia avviato gli uomini al φρονεῖν ponendo come legge basilare dell’esistenza che ognuno “apprenda attraverso la sofferenza” (πάθει μάθος), cosicché anche chi non vuole acquisisce “la saggezza” (σωφρονεῖν). Il μάθος, il φρονεῖν e il σωφρονεῖν corrisponderebbero a una condizione di “saggezza imposta” dalla divinità, di comprensione razionale della realtà e del πάθος che essa comporta. La strofe si conclude con due versi, oggetto di un dibattito ancora aperto: δαιμόνων δέ που χάρις βίαιος / σέλμα σεμνὸν ἡμένων. La lezione που, accolta dalla gran parte degli editori, fa sì che il Coro dia un senso alla sofferenza umana, affermando che “c’è, forse, una χάρις concessa dagli dèi”. I codici più antichi, invece, tramandano un ποῦ interrogativo che negherebbe dunque l’esistenza di una giustizia divina – “dov’è la χάρις degli dèi?” – e metterebbe in discussione l’interpretazione tradizionale della trilogia eschilea. Si intende fornire quindi uno status quaestionis intorno al problema testuale di Ag.182-183 per proporre poi un’interpretazione dell’Inno, della terminologia μάθος/φρονεῖν/σωφρονεῖν, dunque di alcuni aspetti essenziali del pensiero eschileo.

Il linguaggio degli animali nel pensiero antico. Una sintesi storica

zione ('zoosemiotico', appunto), ribadisce l'esistenza di uno esclusivamente umano ('antroposemiotico') 3 . Sul versante più specifico degli studi di etologia e zoologia si è assistito allo sviluppo di una serie di esperimenti sui sistemi comunicativi degli animali, nonché sulle possibili analogie e differenze con il linguaggio umano. Pionieristici in questo senso erano stati i lavori di von Frisch (cominciati intorno al 1949) sulle Tanzsprachen delle api, ovvero sulla possibilità che hanno le api di indicare, attraverso diversi tipi di danze, informazioni sulla presenza, l'ampiezza e la posizione di una fonte di cibo. Una funzione essenziale hanno avuto, in una fase successiva, gli innumerevoli studi compiuti sui primati, come quelli (cominciati nel 1966) dei coniugi Gardner, che tentarono di insegnare una versione semplificata del linguaggio dei gesti americano (ASL) a una femmina di scimpanzé di circa un anno, la celeberrima Washoe; o quella dei coniugi Premack (dal 1967 al 1971) con un'altra femmina di scimpanzé, Sarah, a cui tentarono di insegnare un linguaggio artificiale, fatto di parole (plastic words) che si attaccavano ad una lavagna magnetica. In anni più recenti (1980), esperimenti condotti da Savage-Rumbaugh su un bonobo, Kanzi, hanno rivelato inattese attitudini di questi primati a imparare a capire il linguaggio verbale, rispondendo appropriatamente a ordini e domande ma anche formulando richieste, molto spesso, in maniera spontanea 4 .

Etica animalista e linguaggio nell’antichità

2009

Il tema del rapporto uomo/animale è, nella cultura occidentale, al centro di un dibattito che si sviluppa nell'antichità e che giunge senza soluzione di continuità fino ai nostri giorni, quando acquisisce una particolare centralità con la nascita, intorno agli anni settanta del secolo scorso, di una vera e propria «questione animale». Figure di pensatori molto diversi tra di loro contribuiscono da più parti nello stesso periodo a fondare un vero e proprio pensiero animalista, tra cui il filosofo australiano Peter Singer, con il suo volume Liberazione animale, del 1975, fondatore della corrente di pensiero che prende il nome dal titolo del suo libro e Tom Regan, anch'egli filosofo e leader mondiale del movimento per la rivendicazione dei diritti che gli animali hanno nei confronti dell'uomo, con il suo saggio I diritti animali del 1983.

Il Logos di Dio e il logos dell'uomo. Concezioni antropologiche nel mondo antico e riflessi contemporanei

Il Logos di Dio e il logos dell’uomo. Concezioni antropologiche nel mondo antico e riflessi contemporanei, a cura di A. M. Mazzanti, Milano, Vita & Pensiero (Temi metafisici e problemi del pensiero antico. Studi e testi 135), 2014

L'indagine sull'origine, sulla natura e sulle funzioni del logos dell'uomo nei primi autori cristiani, in relazione alla cultura classica e tardo-antica, è fondamentale per comprendere l'antropologia e la teologia su cui si fonda la tradizione occidentale. Questo volume raccoglie gli interventi del Convegno “II Logos di Dio e il logos dell'uomo. Concezioni antropologiche nel mondo antico e riflessi contemporanei” svoltosi presso l'Alma Mater Studiorum - Università di Bologna (14-15 novembre 2012). Esso si pone in continuità con gli studi pubblicati in questa stessa collana nel volume Dal logos dei Greci e dei Romani al Logos di Dio. Ricordando Marta Sordi, a cura di R. Radice e A. Valvo (2011). Il tema della ragione interpella l'uomo contemporaneo che affronta comunque la domanda sull'io Le questioni inerenti alla ricerca di senso, all'esistenza della verità e della nonna, e quindi alla formulazione di un giudizio etico, hanno, nel pensiero cristiano delle origini in rapporto con il giudaismo e con istanze ellenistiche, un fondamento ontologico. È necessaria una verifica nell'attuale contesto. E sull'identità umana integrale, alla luce della memoria storica, di conseguenza, assumono modalità significative anche il dialogo interculturale e la ricerca scientifica.