Nomi vuoti ed irrealismo (original) (raw)

Nomi in crisi di identità

Rivista di estetica, 2008

An exchange of letters among proper names and natural-kind terms, dealing with various identity and individuation problems (rigid designation, use-mention ambiguities, translation) from their point of view.

“Non nominare il nome di Dio invano”

Clara Ferranti, 2014

in Figli della memoria (“Il tempo, la storia e la memoria” 1/2014), a cura di P. Coen e C. Ferranti, EUM, Macerata 2014, pp. 183-209.

Soggettivazioni: tra vuoti e contiguità

2019

L'intento di questa raccolta, che prende il titolo di "Soggettivazioni", è stato quello di aprire una riflessione attorno alla teoria della soggettivazione lacaniana, così per come ce l'ha lasciata in eredità Lacan, a singhiozzi, nei testi stabiliti a partire dai suoi trent'anni di insegnamento orale. Cosa può dirci una psicoanalisi asistematica, distante dalle istituzioni universitarie rispetto a problemi di una concretezza innervata di realtà? Chi frequenta i dipartimenti di Psicologia e assieme l'insegnamento lacaniano sa che è incommensurabile la distanza che intercorre tra la specificità e la settorializzazione degli strumenti istituzionali a confronto con l'universalità dei concetti larghi e volontariamente mai definiti dello psicoanalista parigino. Tra l'estremamente particolare (l'ad hoc della psicologia contemporanea) e l'estremamente universale (il concetto, unità sintetica della filosofia) si rischia di incorrere in un deragliamen...

Nomi astratti che diventano nomi propri nel contesto dei messaggi pubblicitari

2010

We can find in products branding a relevant context for some linguistic observations about names. We focused in particular on proper names which are in origin abstract nouns, such as Accès, Prestige, Caresse, and so on. In the context of advertising messages such names may be considered in themselves rhetorical devices on the following grounds: (1) Due to the semantic structure of names, they convey a strong indication to the relevance of their referent (the product) and to its individuability; (2) As abstract nouns, they tend to express in the most open way their predicative content, so that the customer can not avoid understanding their meaning; (3) As abstract nouns and predicates, again, they involve the customer to play a role in the situation they represent (e.g.: Caresse-the product caresses the customer). A corpus of relevant examples is discussed.

Sbisigando tra i cognomi fiumani

La Tore, 2019

Come che sicuramente gaveré già sentido un milion de volte, la nostra Fiume la xe sempre stada un gran bela zità multietnica, piena de gente vignuda dale parti più disparade d'Europa e perché no, del mondo. Un vero crogiuolo multiculti, un fertile incrocio de culture e popoli che insieme ga costruido qualcosa de veramente bel e grande. Purtropo, però, xe anche quei che 'sta roba non ghe piaxe propio. Per lori questo xe buonismo, favole sdolcinade per fioi, robe, insoma, che non ga a che far con la realtà, e che bisogneria scanzelar e scordar per sempre nel nome de non se capise cosa. E se per caso anche Voi sé tra questi, ma non credo, permeteme de mostrarve un bich de nomi e cognomi che go scovado sbisigando nei giornai fiumani dei tempi dela Defonta, ma anche in altre fonti, ancora più vecie.

Riferimento dei nomi propri e filosofia sperimentale

APhEx. Portale italiano di filosofia analitica, 25 – http://www.aphex.it, 2022

Questo articolo fornisce una panoramica sul dibattito sui lavori sperimentali sul riferimento dei nomi propri. Nella prima sezione, espongo i casi che Kripke porta a sostegno della teoria storico-causale e contro la teoria descrittivista. Nella seconda sezione, presento l’esperimento che ha originato questo dibattito (Machery et al., 2004). Gli autori sostengono che le intuizioni referenziali variano sia tra soggetti appartenenti a culture diverse sia tra soggetti appartenenti alla stessa cultura. Nella terza e quarta sezione, illustro il dibattito che si è originato dalle critiche alla struttura interna dell’esperimento e agli assunti teorici su cui esso si fonda. Nell’ultima sezione, delineo alcune prospettive per il futuro lavoro sperimentale in teoria del riferimento.

EXPOGATE: I NOMI E LE VERGOGNE

Erano i tempi in cui l'allora governatore Roberto Formigoni diceva: «L'attività e i risultati di Infrastrutture Lombarde rappresentano il METODO con cui abbiamo VOLUTO CARATTERIZZARE l'esperienza di governo regionale in questi anni». Ai VERTICI del consiglio di sorveglianza -e convocato per tale motivo il 14 maggio dai funzionari incaricati da Maroni di fare luce sulla vicenda -c'era il ciellino Raffaele CATTANEO, tra i politici più vicini a Formigoni e oggi presidente del Consiglio regionale.

La maledizione degli ismi

Sono passati ormai 33 anni da quando il filosofo francese Jean-François Lyotard, che era stato invitato dal governo canadese a studiare la situazione delle università del paese, pubblicò il suo rapporto su quella che chiamò la «condizione postmoderna», 1 caratterizzando così la situazione storica in cui si trovava la società contemporanea. Sono passati 28 anni da quando la rivista britannica «New Left Review» ha pubblicato un densissimo saggio dello studioso americano Fredric Jameson intitolato Postmodernismo o la logica culturale del tardo-capitalismo, 2 e 26 anni da quando lo storico dell'architettura Charles Jencks si è chiesto, dal suo punto di vista, cosa potesse essere il «postmodernismo» e se si potesse parlare, in proposito, di «nuovo classicismo in arte e architettura». 3 Più o meno negli stessi anni il semiotico italiano Omar Calabrese, allievo di Umberto Eco, si è chiesto, dal suo punto di vista, se si potesse parlare di «età neobarocca». 4 Da allora le discussioni sull'argomento sono state intensissime e confuse e le dichiarazioni che il postmodernismo, nato negli anni Ottanta, fosse ormai morto e defunto molto numerose.

NOMI SACRI IN CONTESTI PROFANI

Sacred names in profane contexts: The Gabrieliad of A.S. Puškin The Pushkin's poem Gabrieliad was published eighty one years after the death of the poet, in 1918. Tsarist censorship had not allowed circulation, labeling it as a sacred and obscene poem. The onomastic of the poem is rich in anthroponyms drawn from the New Testament and Biblical tradition; on this material, Puškin operates a "lowering", a "mortification" (M. Bachtin, 1965) dragging him toward the ground-tomb, but at the same time involving it in a process of carnival regeneration that originates in the ground-belly. The two worlds, the divine and the terrestrial, merge into this poem through sex, a carnival element which, by virtue of its nature, abandons the guilt and refuses its connection with sin, thus representing the explosive novelty of the poem.