Città dell'altrove (original) (raw)
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Territorio Della Ricerca Su Insediamenti E Ambiente Rivista Internazionale Di Cultura Urbanistica, 2009
Elettra Occhini (24Ore cultura) Social media Ufficio Promozione (Comune di Milano) Sara Lombardini (24Ore Cultura) Maurizio Bartomioli (24Ore Cultura) Martina Amadessi (24Ore Cultura) In quarta di copertina: citazione da
Il 13 Dicembre 2016, ideato dal Philanthropy Trust inizia dall'ITALIA, sotto l'Alto Patrocinio di S.A.R.I Prof. Antonio Tiberio Dobrynia di Russia, il " Percorso delle Città di Luce Roerich " Questo Progetto desidera rivalutare e proseguire la Grande Opera Internazionale di Tutela storica del Patrimonio dell'Umanità iniziata nel lontano 15 aprile 1935 alla Casa Bianca, a Washington, con i rappresentanti ufficiali degli Stati Uniti e di tutti i venti paesi dell'America Latina alla presenza del Presidente F.D. Roosvelt, che firmarono il noto "Patto Roerich per la Pace", concepito già nel 1904 dal Prof. Nicholas Roerich, famoso filantropo, antropologo e pittore russo, Patto poi recepito anche nello statuto dell'Unesco.
La città oltre le mura, 2009
E’ possibile oggi immaginare una città completamente introversa che riesce a guardare solo all’interno delle proprie mura negandosi ogni ruolo di relazione e collegamento con il territorio? In che misura e a quale scala è ipotizzabile un’azione incisiva di una città media come Benevento? Quali possono essere gli strumenti più adatti a ciò e quali le strategie di riferimento alla luce della crisi globale? La Provincia di Benevento mostra una composizione territoriale particolarmente frammentata. Dei 78 Comuni di cui è costituita, solo il capoluogo supera la soglia dei 50.000 abitanti, degli altri, pochi hanno un numero di abitanti superiore ai 10.000 e tutti gli altri sono compresi nella fascia sino a 5.000. L’oggettiva distribuzione della popolazione sannita, unita agli ulteriori fattori di debolezza strutturale quali l’inarrestato fenomeno dello spopolamento e il continuo invecchiamento della popolazione, impongono misure ed azioni capaci di innescare una forte discontinuità e che, in un quadro di tutela e valorizzazione della propria identità, sappiano rendere il territorio più attrattivo e al contempo capace di accedere alle risorse di conoscenza, tecnologiche e finanziarie. Il contesto provinciale descritto si inquadra in una crisi economica mondiale ancora in atto che ha vanificato i progressi compiuti dall’Unione Europea negli ultimi 10 anni. La disoccupazione è aumentata, i conti pubblici hanno subito pesantissime ripercussioni e la concorrenza, ormai da inquadrare a scala mondiale, si è inasprita. Per fronteggiare tutto ciò, l’UE ha elaborato “Europa 2020”, una strategia rivolta al contempo a porre le basi per una rapida uscita dalla crisi economica per poi affrontare le sfide a lungo termine quali la globalizzazione, la pressione sulle risorse, l’invecchiamento della popolazione. “Europa 2020” individua tre priorità per trasformare il vecchio continente in un’economia intelligente, sostenibile ed inclusiva caratterizzata da alti livelli di occupazione, produttività e coesione sociale. In primo luogo bisogna sviluppare un’economia basata sulla conoscenza e l’innovazione incardinata sull’innovazione continua, sull’istruzione e sulla società digitale. E’ necessario, al contempo, promuovere un’economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva che muova da azioni legate alla competitività, alla lotta al cambiamento climatico e all’energia pulita ed efficiente. Bisogna promuovere, infine, un’economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale promuovendo più occupazione, più competenze e lotta alla povertà. In questa ottica le città rivestono un’importanza capitale al fine di raggiungere gli obiettivi di crescita e di occupazione. “…in esse si trovano la maggior parte dei posti di lavoro, delle imprese e degli istituti di insegnamento superiore; la loro azione è inoltre determinante nella realizzazione della coesione sociale. Le città sono i centri della trasformazione basata sull’innovazione, sullo spirito imprenditoriale e sulla crescita economica”. D’altro canto è nelle città che si concentrano le disparità maggiori e dove l’esclusione sociale e il degrado ambientale assumono forme ai limiti della sostenibilità. E’ qui che le disuguaglianze assumono carattere spaziale (tra i quartieri) e sociali (tra i vari gruppi) e non di rado sommano entrambe le dimensioni. I temi da affrontare, e naturalmente da declinare di volta in volta sulla base delle peculiarità della singola città possono essere identificati in: aumentare l’attrattività delle città, sostenere l’innovazione, lo spirito imprenditoriale e l’economia della conoscenza, sostenere la creazione di posti di lavoro più numerosi e di migliore qualità, migliorare la governance. Benevento è l’unica città media del Sannio. E’ capoluogo di provincia ed è quindi sede di tutti i servizi territoriali che sono legati a questa funzione amministrativa. In passato, un’attenta ed articolata rappresentanza territoriale, è riuscita ad attrarre funzioni urbane superiori (FUS) quali la Scuola Allievi Carabinieri, l’Università degli Studi del Sannio, l’Ufficio delle Dogane e a localizzare in città centri di studi e ricerca come l’ISFOL. La città ha accolto le nuove funzioni, e nel corso degli anni si è adattata ai cambiamenti iniziando a conoscere il fenomeno tipicamente urbano dei cosiddetti “city users”, ovvero fasce di persone non residenti che vivono la città per lavoro o per studio e che alla città chiedono servizi legati all’accessibilità, alla cultura e al tempo libero. Ciò ha prodotto, nuove opportunità di lavoro legate all’erogazione dei servizi richiesti. Il fenomeno per certi versi è ancora in atto e la sua vera, reale portata è ancora tutta da misurare. L’attuale contesto di crisi internazionale, che in Campania e nel meridione d’Italia sta assumendo caratteri e ed accenti ancora più negativi, impone al territorio sannita una condivisione e un coordinamento delle azioni di sviluppo in quanto identificabile come uno dei pochi mezzi per renderle visibili e spendibili. L’azione scoordinata e disarticolata rischia di essere scarsamente incisiva di fronte alla vastità e alle proporzioni delle questioni poste dal particolare momento storico. La città di Benevento, da questo punto di vista, può rappresentare per il territorio sannita un’opportunità: è l’unica città sannita classificabile come media, ha al suo interno un patrimonio di arte, ambiente e cultura ancora in massima parte inespresso e non presenta i fenomeni tipici delle aree urbane quali criminalità e degrado urbano e sociale, possiede un ricco e consolidato patrimonio di conoscenze e know how in merito agli strumenti di sviluppo. D’altro canto il territorio sannita, nelle sue diverse articolazioni istituzionali, territoriali e tematiche può rafforzare le potenzialità cittadine e permette all’intero sistema di raggiungere la massa critica necessaria per porre in essere concrete azioni di sviluppo. In questa ottica le azioni possono essere articolate secondo scale di riferimento diversificate e correlate. In prima istanza è auspicabile una riappropriazione del ruolo di leader territoriale della città di Benevento rispetto al Sannio. Una città, quindi, che sappia mettere a disposizione le proprie energie, guidare i processi in un’ottica condivisa e fare in modo che tutti beneficino dei risultati raggiunti. A scala regionale e di mezzogiorno d’Italia, il ruolo di Benevento e del Sannio non è immaginabile in maniera separata da quello che assumerà nei prossimi anni l’area metropolitana di Napoli. Il Sud nel suo insieme migliora se migliorano le condizioni della sua città più rappresentativa e che in questa dialettica è al contempo troppo e troppo poco: troppo perché fagocita risorse senza restituire servizi adeguati, troppo poco perché non riesce ancora a porsi come capitale del mezzogiorno d’Italia e interfaccia dell’Europa verso il contesto euro mediterraneo pur possedendo eccellenze riconosciute a livello internazionale. In una chiara e inevitabile condivisione di destini, più che improbabili riassetti amministrativi e prese di distanze, bisogna immaginare azioni in grado di connettersi con le eccellenze al fine di estenderne i benefici anche al Sannio. Il Mezzogiorno d’Italia può ripensare sé stesso alla luce delle sue specificità culturali e geopolitiche. Essere nello stesso momento Europa e porta aperta sul mediterraneo. Ponte tra territori diversi e laboratorio di dialogo interculturale in cui i confini non sono dei luoghi dove finisce qualche cosa, ma punti di contatto tra culture dove la modernità può percorrere strade diverse ed inattese. Le città del meridione d’Italia, quindi, hanno un compito in più: preparare il terreno ad una società multiculturale che sappia coniugare i cardini della cultura occidentale con le istanze del Sud e dell’Est. Per discutere su questi temi i giorni 25/26 giugno 2010 Mezzogiorno Nazionale ha organizzato, in collaborazione con la Camera di Commercio di Benevento, un forum programmatico per riattivare il dibattito sullo sviluppo locale come momento di qualificazione delle politiche di intervento a supporto delle scelte dei policy maker.
Filadelfia mantiene ancora l'origi-naria struttura rettangolare, voluta dal fondatore William Penn nella seconda metà del Seicento: il lato est del rettan-golo è segnato dal fiume Delaware, il la-to ovest dal fiume Schuylkill. 1 Ribadi-sce questa caratteristica una piazza cen-trale-oggi occupata dall'imponente costruzione della City Hall, il Palazzo comunale-attorniata da quattro piaz-ze disposte in modo simmetrico, che se-gnano in misura ridotta gli angoli del quadrilatero. 2 Se il lato verso il Delawa-re apre a una lunga serie di fabbriche e cantieri navali costruiti lungo il fiume, il lato verso lo Schuylkill si è urbaniz-zato nel corso degli anni in maniera caotica, con l'edificazione di file di case bifamiliari costruite una accanto all'al-tra e con lo sviluppo incontrollato di numerose fabbriche altamente tossiche che hanno inquinato il fiume e il terri-torio circostante. A ovest del fiume Schuylkill si colloca West Philadelphia. "West Philly", come v...
Il passaggio da una lingua a un'altra è traslazione più che traduzione, trasporto più che introduzione. (A. Bensoussan) La traduzione può svolgere un ruolo d'innovazione, arricchendo la lingua del paese d'arrivo. (M. C. Batalha) Ciascuna traduttrice, ciascun traduttore assume nei confronti dei testi, autori, società e ideologie dominanti con e in cui lavora posizioni variabili, mobili e continuamente negoziabili. (M. Baker) Voglio intraprendere una pratica della traduzione speculativa, provvisoria e interventista. (T. Niranjana) La traduzione densa potrà spinger[ci] ad andare oltre e a intraprendere il più difficile compito di giungere a una forma di rispetto per l'altro. (K.A. Appiah) La scrittura come traduzione da un metatesto culturale, che non è un testo originale, quanto piuttosto un originale immaginario. (P. Bandia) Nell'era degli attacchi informatici, futuro teatro di guerra, futura zona traduttiva sarà il terreno elettronico. (E. Apter) L'importanza di divenire traduttori perpetui per porci a leggere un mondo plurilingue. (S. Mehrez) Traduco, dunque sono. (J. Lahiri)
di Alessandro Verona -Curatore della IV settimana-Città Negli ultimi 15-20 anni la città si è trovata al centro di una rinnovata attenzione per le nuove dinamiche che la hanno interessata: i processi di inurbamento, determinati da flussi migratori globali e costanti, hanno favorito la nascita e lo sviluppo continuo di nuove megalopoli, anche in conseguenza a processi di concentramento di capitali che ne hanno determinato lo sviluppo ed il successo.
Caietele Echinox, 2017
The paper deals with some non-Czech literary reflections of Bohemia and its culture/cultures: in Central-European history the notion of Czech culture is not univocal and the perception of Czech Bohemia is not continual. The region, situated in the same centre of Europe, since medieval times has been the theatre of crossings and encounters, as well as the scene of conflicts and removals. Literature preserves and restores, recalls traces and restitutes values from oblivion, creating at the same time fictional characters and places, which can conceal the real ones or at least change their nature and shape. An elusive Bohemia, located somewhere else, thus mythical, is frequent in its German literary reflections.