Daniela Marrone - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Daniela Marrone
The paper examines and compares Angelo Poliziano’s and Giorgio Valla’s Latin translations of a pa... more The paper examines and compares Angelo Poliziano’s and Giorgio Valla’s Latin translations of a passage from Theophilus Protospathian’s Scholia to Hippocrates’ Aphorisms. Some features of the process of transcoding technical nomenclature from one language to another and the difficulty in defining the semantic-conceptual field of medicine through a still immature and unstable Latin vocabulary are highlighted.
The evident recall of Laus Herculis 10 (carm. min. app. 2,10) by the humanist Battista Mantovano ... more The evident recall of Laus Herculis 10 (carm. min. app. 2,10) by the humanist Battista Mantovano in Alfonsus 1,46 allows to backdate the knowledge of the pseudoclaudianean poem (handed down by the oldest manuscript of Claudian, the Codex Veronensis CLXIII) at least a decade earlier than his printing in 1510. With the clausula “germanus Elisae” the humanist “foreruns” unintentionally the correction germana by Martin Antonio Del Rio to carm. min. app. 2,10.
Maia-rivista Di Letterature Classiche, 2009
Maia-rivista Di Letterature Classiche, 2009
«Studi Petrarcheschi» XXXV , 2022
On Petrarch’s ‘Dispersa’ 53 (Var., 4) This contribution puts forward a proposal for an amendment... more On Petrarch’s ‘Dispersa’ 53 (Var., 4)
This contribution puts forward a proposal for an amendment to Petrarch’s ‘Dispersa’ 53 (Var., 4), the autograph of which is preserved in MS Florence, Biblioteca Medicea Laurenziana, LIII 35 (ff. 15r-v). An examination of the vocabulary shows how the letter is constructed of clever variations on texts from ancient and medieval literary sources, a knowledge of which helps us better to understand the message that it contains. Finally, the letter to Moggio is compared with some letters from the corpus of the ‘Familiares’, and with Sen., xvii 4.
Nel contributo viene avanzata una proposta di emendazione rispetto al
dettato fino ad oggi accolto della Dispersa 53 (Var., 4) di Francesco Petrarca, conservata in forma autografa nel manoscritto Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, LIII 35 (alla c. 15r-v). Grazie all’esame del lessico, viene illustrato come il nucleo dell’epistola sia costruito su un sapiente gioco di variazioni da fonti letterarie antiche e medievali, che risultano utili a cogliere meglio il messaggio che vi è racchiuso. Infine, la lettera a Moggio è messa a confronto con alcune epistole del corpus delle Familiari e con la Sen., xvii 4.
Il contributo prende in considerazione alcune testimonianze del magistero di Poliziano e si soffe... more Il contributo prende in considerazione alcune testimonianze del magistero
di Poliziano e si sofferma su alcuni documenti della sua attività filologica. In particolare si richiama l’attenzione sui molteplici aspetti della sua lezione, su alcune tra le più importanti collazioni eseguite dai suoi collaboratori e sull’assimilazione dell’insegnamento di Poliziano da parte delle successive generazioni di umanisti. A fine contributo viene presentato un nuovo documento di collazione che è associabile, per metodi ed intenti, a quelli già noti di scuola polizianea.
The paper focuses on some testimonies of Poliziano’s teaching and on some documents of his philological activity. In particular, attention is drawn to the multiple aspects of his lesson, to some of the most important collations performed by his collaborators and to the assimilation of Poliziano’s teaching by later generations of humanists. At the end of the paper, a new collation document is presented which can be associated, in terms of methods and intents, with those already known from the Poliziano’s school.
Perini ci ha lasciati il 18 febbraio 2017, nella sua Mantova, dopo una malattia vissuta con discr... more Perini ci ha lasciati il 18 febbraio 2017, nella sua Mantova, dopo una malattia vissuta con discrezione e rassegnazione e della quale, credo, quasi nessuno era a conoscenza. A maggior ragione gli amici, i colleghi e gli allievi si sono addolorati per tale perdita, impreparati com'erano a questo triste addio. Chiunque abbia potuto conoscere l'universo personale e professionale di Bernardi Perini conserva un ottimo ricordo della sua sapienza e della sua signorilità. Con pacatezza e bonomia custodiva in sé molte doti: grande umanità, generosità e senso dello humour, qualità non comuni che gli procuravano stima, affetto e simpatia. Ma i piú lo conoscevano per la sua ricca e profonda cultura che dopo la laurea mise al servizio dell'allora Facoltà di Lettere dell'Università di Padova come docente di Letteratura latina. Durante i suoi quarant'anni di magistero i suoi corsi spaziarono in vari ambiti, dalla latinità arcaica-penso alla poesia latina in frammenti e agli studi sul saturnio, con i quali gli studenti potevano accedere ad ambiti di conoscenza non ordinari-alla poesia del conterraneo Virgilio, alla quale lavorò per tutta la vita. Durante le sue lezioni trovavano spazio nozioni di metrica e di linguistica, e i suoi monologhi su singole questioni, intercalati da pause di meditazione, si chiudevano spesso con argute intuizioni. E con queste interveniva spesso, e sempre con umiltà, a estinguere aporie filologiche o esegetiche durante i seminari che si svolgevano periodicamente nella Biblioteca di latino del suo Dipartimento. Durante gli anni di insegnamento fu impegnato in molti lavori, tra cui quelli noti a un piú largo pubblico sono i manuali di didattica latina, riediti piú volte:
Daniela Marrone, 2019
Battista Mantovano si misurò, ancora studente, con un genere di poesia 'leggera'. alcuni suoi car... more Battista Mantovano si misurò, ancora studente, con un genere di poesia 'leggera'. alcuni suoi carmina di natura profana, composti per gioco o per esercizio, sono stati tramandati dal codice Vat. lat. 2874 (ff. 169r-181r) e classificati come «epigrammi giovanili». 1 altri se ne possono leggere nelle Sylvae, la mutevole silloge di carmi ordinata prima in otto libri nell'edizione degli Opera omnia bolognesi del 1502, 2 poi in quattro più corposi libri nell'edizione di anversa del 1576. 3 il quarto libro delle Sylvae dell'edizione anversana accoglie, insieme a componimenti di varia natura, alcuni carmina iocosa, di cui vanno ancora precisati contenuti e periodo di composizione, 4 carmi di un macrogenere che Jozef ijsewijn denominò «Epigrammatic Poetry». 5 Tra questi, i due brevi componimenti in distici elegiaci Apologus ad Iaffredum Carolum e Apologus alter ad 1 Si possono leggere in r. Girardello, Vita e testi del beato Battista Spagnoli, «Carmelus», XXi, 1974, pp. 36-98, alle pp. 75-95. il Vat. lat. 2874 raccoglie carmina di vari poeti del XV secolo. La silloge fu allestita da monsignor Angelo Colocci nella prima metà del Cinquecento col titolo Diversorum (vd. D. Gionta, Epigrafia umanistica a Roma, Messina, Centro Interdipartimentale di Studi Umanistici 2005, p. 115 n. 1). 2 Omnia opera Baptistae Mantuani CarMelitae, Bononiae, per Benedictum Hectoris 1502 (e. CoCCia, Le edizioni delle opere del Mantovano, roma, institutum carmelitanum 1960, nr. 12 pp. 22-23). 3 Baptistae Mantuani Opera omnia, antverpiae, iohannes Bellerus 1576, 4 voll., to. iii (e. CoCCia, op. cit., nr. 432 pp. 88-89). le opere di Battista Spagnoli saranno citate, come è d'uso fare, secondo questa edizione. 4 In Baptistam Feram medicum aegrotantem iocus (4, 4); Aenigma de Anthonio et Violantha (4, 5); Apologus ad Iaffredum Carolum (4, 7); Apologus alter ad eundem (4, 8); Ad Cornigerum carmen iocosum (4, 10); In Thomam Uvolfium decretorum doctorem ac aedis S. Petri et Michaelis Argentinensis decanum, qui habebat basiliscum mortuum, iocus (4, 15); In Codrum (4, 21). il corpus delle Sylvae non è stato ancora compiutamente studiato. Sugli Epigrammata ad Falconem e su alcune Sylvae dei libri 1-3 va segnalata la tesi di Dottorato di a. BousCharain: La poétique de Baptista Spagnoli de Mantoue (Bucolique, Silves, Parthenices) et sa réception en France au XVIème siècle à partir de l'édition des 'Silvarum sex opuscula' (Paris, J. Bade, 1503), Thèse de l'École Pratique des Hautes Etudes sous la direction de Mme le Prof. Perinne Galand-Hallyn, 2003 (l'attenzione della studiosa si concentra in particolare sui componimenti In Robertum Severinatem panegiricum carmen, Somnium Romanum, De contemnenda morte, In divum Albertum Carmelitam Siculum hymnus, De vita divi Ludovici Morbioli Bononiensis carmen). 5 Companion to Neo-latin Studies, part II, by J. Ijsewijn with D. Sacré, Leuven, Leuven University Press 1998, pp. 111-126. Daniela Marrone eundem (Sylv. 4, 7; 4, 8), 6 dati alle stampe per la prima volta nel 1507, 7 sono le uniche favole consegnate sotto il nome di Battista Spagnoli. 8 i due apologhi possono iscriversi nel quadro della rinascita quattrocentesca della favolistica che aveva avuto il suo massimo sviluppo in età medievale, soprattutto grazie alla funzione edificante esercitata dalla morale. nel Quattrocento l'intensa circolazione di codici riportanti il testo originale di esopo aveva suscitato nuovo interesse per questo genere: gli apologhi del favolista greco venivano letti a scuola per l'apprendimento della lingua e iniziarono a essere adottati da Vittorino da Feltre, a Mantova, come testi da imitare per gli esercizi di composizione greca. 9
Daniela Marrone, 2019
In years when the study of classics had the effect of opening up philological discussions, Marco ... more In years when the study of classics had the effect of opening up philological discussions, Marco Antonio Sabellico edited Livy’s surviving books in 1491. He had Livy’s text preceded by the 'Brevissimae annotationes', containing two hundred emendations. The paper describes the various phases of the new editorial endeavor and provides the critical text with an Italian translation of the dedicatory letter to Benedetto Cornaro. Sabellico’s ecdotical practice is made explicit by the Brevissimae annotationes and the numerous philological marginalia
printed alongside the Livian text. Some selected 'Annotationes' are examined and an Appendix summarizing all Sabellico’s 'emendationes' to the first decade of Livy is provided.
Daniela Marrone, 2019
Nell’ordinamento di tutte le conoscenze del 'Panepistemon' Poliziano include nella sezione della ... more Nell’ordinamento di tutte le conoscenze del 'Panepistemon' Poliziano include nella sezione della filosofia actualis la civilis ars, che ha al suo interno anche le artes «sordidae [...] ac sellulariae», necessarie alla vita I nomi dei mestieri menzionati da Poliziano ricorrono, singolarmente o in associazione, in fonti lessicografiche o letterarie antiche e denotano l'interesse dell'umanista per la nomenclatura obsoleta o rara. E' possibile riconoscere l’origine della selezione dei mestieri nella puntuale schedatura di mano di Poliziano, o del collaboratore Pier Matteo Uberti, in margine ad alcuni postillati dell’umanista (Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 91 inf. 15, 16 e 17; Inc. D’Elci 194; Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Banco Rari 91).
The evident recall of Laus Herculis 10 (carm. min. app. 2,10) by the humanist Battista Mantovano ... more The evident recall of Laus Herculis 10 (carm. min. app. 2,10) by the humanist Battista Mantovano in Alfonsus 1,46 allows to backdate the knowledge of the pseudoclaudianean poem (handed down by the oldest manuscript of Claudian, the Codex Veronensis CLXIII) at least a decade earlier than his printing in 1510. With the clausula “germanus Elisae” the humanist “foreruns” unintentionally the correction germana by Martin Antonio Del Rio to carm. min. app. 2,10.
Battista Spagnoli, noto anche come Battista Mantovano, era stato biasimato da alcuni contemporane... more Battista Spagnoli, noto anche come Battista Mantovano, era stato biasimato da alcuni contemporanei, di cui si ignora l'identità, per aver fatto rivivere immagini e figure della classicità nei versi della Parthenice Mariana, poema in cui descrive e loda la vita della Vergine, pubblicato a Bologna nel 1488. 1 Di fronte a queste accuse l'autore reagì dichiarando pubblicamente la propria ambizione umanistica di armonizzare l'attività poetica con la contemplazione di Dio, indotto com'era non solo dal bisogno di respingere gli attacchi dei suoi calunniatori, ma soprattutto di giustificare la propria attività poetica che costituiva una delle sue principali occupazioni. Reagì dunque alle critiche dei contemporanei con l'Apologeticon, 2 scritto alla fine degli anni '80, di cui si propone un breve passo:
Dal 1475, anno in cui divenne magister in teologia presso l'Università di Bologna, Battista Spagn... more Dal 1475, anno in cui divenne magister in teologia presso l'Università di Bologna, Battista Spagnoli strinse rapporti sempre più forti con questa città, tanto da partecipare attivamente alla vita culturale che ivi prosperava sotto la direzione illuminata di Isabella d'Este. Al 1502 risale la pubblicazione dei suoi Opera omnia 1 presso l'editore bolognese Benedetto Ettore, edizione di cui il poeta si prese personalmente cura, e che presto costituì uno dei principali esemplari per le future ristampe delle opere del Mantovano.
A metà '400 si può dire conclusa l'età delle grandi scoperte, poiché la maggior parte della lette... more A metà '400 si può dire conclusa l'età delle grandi scoperte, poiché la maggior parte della letteratura latina oggi nota era già emersa dalle biblioteche dei monasteri che ne avevano custodito per secoli i codici. I ritrovamenti successivi non furono numerosi, ma tra questi l'emozione di una rilevante scoperta toccò al grecista e teologo Simon Grynaeus (Veringendorf, Baden Württemberg, c. 1494-Basilea 1541) (1): nel 1527, infatti, rinvenne nel monastero benedettino di Lorsch un manoscritto in onciale della fine del V secolo o inizi del successivo contenente i libri 41-45 delle Storie di Livio. Il codice, pergamenaceo di 193 fogli, è il Latinus 15 della Nationalbibliothek di Vienna, testimone unico per i primi cinque libri della quinta decade (2). Come alcune notazioni medioevali fanno intendere, il manoscritto, copiato presumibilmente in Italia, fu portato oltre le Alpi, secondo l'ipotesi di Lehmann, da viaggiatori anglosassoni che avevano compiuto un viaggio a Roma. Verso la fine dell'VIII secolo entrò in suo possesso un vescovo di nome Theatbertus (o Theutbertus), che risiedeva a Wijk-bij-Durstete, allora centro di commerci del basso Reno, forse da identificare con il vescovo Thiaterd di Utrecht (3). * Per i loro utili suggerimenti ringrazio i professori Aldo Lunelli, Giovanna Gianola, Manlio Pastore Stocchi, Claudio Marangoni.
Un curioso poliptoto nel XLV libro delle Storie di Livio 535 UN CURIOSO POLIPTOTO NEL XLV LIBRO D... more Un curioso poliptoto nel XLV libro delle Storie di Livio 535 UN CURIOSO POLIPTOTO NEL XLV LIBRO DELLE STORIE DI LIVIO* Daniela Marrone Nel 1531 per i tipi di Hieronymus Frobenius approdavano per la prima volta alla stampa ex vetustissimo codice i libri 41-45 delle Storie di Livio, rinvenuti nel 1527 da Simon Grynaeus (1) nel monastero benedettino di Lorsch (Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Codex Latinus 15, saec. Vex.) (2). Così ne annunciava la pubblicazione Erasmo nell'epistola dedicatoria a Carolus Montioius ]...^ Verum ne tibi fabulam istam saltanti nihil aliud quam hortator applausorque videar, sed ut nonnihil etiam opis adferam, visum est tuo nomini dicare Titum Livium, Latinae historiae principem, iam quidem frequenter excusum, sed nunquam antehac vel magnifi centius vel emendatius: et si hoc parum est, quinque libris modo repertis auctum ]...^. Archetypum erat admirandae vetustatis, prisco more perpetua litterarum serie ita depictum ut diffi cillimum fuerit verbum a verbo dirimere, nisi docto, attento, et in hoc ipsum exercitato. Unde non parum negocii fuit in parando exemplari quod typographicis operis traderetur utendum. Nec minore cura quam fi de advigilatum est ne usquam in describendo ab archetypo recederetur ]...^ (4).
Negli ultimi anni di insegnamento nello Studio fiorentino Poliziano commentò alcuni testi di Aris... more Negli ultimi anni di insegnamento nello Studio fiorentino Poliziano commentò alcuni testi di Aristotele accettando l'invito dell'amico Pico della Mirandola a mettere al servizio della filosofia la sua magistrale perizia filologica ed esegetica. 1 Con queste lezioni Poliziano desiderava riscattare le opere di Aristotele dalla pedanteria e dai fraintendimenti dei precedenti commentatori per restituirne l'autentico pensiero tramite un restauro non speculativo del testo, ma piuttosto filologico.
Nella seconda metà del '500 a Vicenza musicisti, filosofi, matematici, medici e architetti contri... more Nella seconda metà del '500 a Vicenza musicisti, filosofi, matematici, medici e architetti contribuivano con le proprie dimostrazioni e letture ad accrescere le attività promosse dall'Accademia Olimpica, attività che si potevano riassumere nel culto di tutte le arti. Tra i membri dell'Accademia, fondata nel 1555, vi fu anche il vicentino Alessandro Massaria, noto specialmente per la sua attività di medico svolta prima a Vicenza, fino al 1578, poi a Venezia e a Padova, dove nel 1587 gli fu conferito l'insegnamento di medicina pratica presso lo Studio 1 .
The paper examines and compares Angelo Poliziano’s and Giorgio Valla’s Latin translations of a pa... more The paper examines and compares Angelo Poliziano’s and Giorgio Valla’s Latin translations of a passage from Theophilus Protospathian’s Scholia to Hippocrates’ Aphorisms. Some features of the process of transcoding technical nomenclature from one language to another and the difficulty in defining the semantic-conceptual field of medicine through a still immature and unstable Latin vocabulary are highlighted.
The evident recall of Laus Herculis 10 (carm. min. app. 2,10) by the humanist Battista Mantovano ... more The evident recall of Laus Herculis 10 (carm. min. app. 2,10) by the humanist Battista Mantovano in Alfonsus 1,46 allows to backdate the knowledge of the pseudoclaudianean poem (handed down by the oldest manuscript of Claudian, the Codex Veronensis CLXIII) at least a decade earlier than his printing in 1510. With the clausula “germanus Elisae” the humanist “foreruns” unintentionally the correction germana by Martin Antonio Del Rio to carm. min. app. 2,10.
Maia-rivista Di Letterature Classiche, 2009
Maia-rivista Di Letterature Classiche, 2009
«Studi Petrarcheschi» XXXV , 2022
On Petrarch’s ‘Dispersa’ 53 (Var., 4) This contribution puts forward a proposal for an amendment... more On Petrarch’s ‘Dispersa’ 53 (Var., 4)
This contribution puts forward a proposal for an amendment to Petrarch’s ‘Dispersa’ 53 (Var., 4), the autograph of which is preserved in MS Florence, Biblioteca Medicea Laurenziana, LIII 35 (ff. 15r-v). An examination of the vocabulary shows how the letter is constructed of clever variations on texts from ancient and medieval literary sources, a knowledge of which helps us better to understand the message that it contains. Finally, the letter to Moggio is compared with some letters from the corpus of the ‘Familiares’, and with Sen., xvii 4.
Nel contributo viene avanzata una proposta di emendazione rispetto al
dettato fino ad oggi accolto della Dispersa 53 (Var., 4) di Francesco Petrarca, conservata in forma autografa nel manoscritto Firenze, Biblioteca Medicea Laurenziana, LIII 35 (alla c. 15r-v). Grazie all’esame del lessico, viene illustrato come il nucleo dell’epistola sia costruito su un sapiente gioco di variazioni da fonti letterarie antiche e medievali, che risultano utili a cogliere meglio il messaggio che vi è racchiuso. Infine, la lettera a Moggio è messa a confronto con alcune epistole del corpus delle Familiari e con la Sen., xvii 4.
Il contributo prende in considerazione alcune testimonianze del magistero di Poliziano e si soffe... more Il contributo prende in considerazione alcune testimonianze del magistero
di Poliziano e si sofferma su alcuni documenti della sua attività filologica. In particolare si richiama l’attenzione sui molteplici aspetti della sua lezione, su alcune tra le più importanti collazioni eseguite dai suoi collaboratori e sull’assimilazione dell’insegnamento di Poliziano da parte delle successive generazioni di umanisti. A fine contributo viene presentato un nuovo documento di collazione che è associabile, per metodi ed intenti, a quelli già noti di scuola polizianea.
The paper focuses on some testimonies of Poliziano’s teaching and on some documents of his philological activity. In particular, attention is drawn to the multiple aspects of his lesson, to some of the most important collations performed by his collaborators and to the assimilation of Poliziano’s teaching by later generations of humanists. At the end of the paper, a new collation document is presented which can be associated, in terms of methods and intents, with those already known from the Poliziano’s school.
Perini ci ha lasciati il 18 febbraio 2017, nella sua Mantova, dopo una malattia vissuta con discr... more Perini ci ha lasciati il 18 febbraio 2017, nella sua Mantova, dopo una malattia vissuta con discrezione e rassegnazione e della quale, credo, quasi nessuno era a conoscenza. A maggior ragione gli amici, i colleghi e gli allievi si sono addolorati per tale perdita, impreparati com'erano a questo triste addio. Chiunque abbia potuto conoscere l'universo personale e professionale di Bernardi Perini conserva un ottimo ricordo della sua sapienza e della sua signorilità. Con pacatezza e bonomia custodiva in sé molte doti: grande umanità, generosità e senso dello humour, qualità non comuni che gli procuravano stima, affetto e simpatia. Ma i piú lo conoscevano per la sua ricca e profonda cultura che dopo la laurea mise al servizio dell'allora Facoltà di Lettere dell'Università di Padova come docente di Letteratura latina. Durante i suoi quarant'anni di magistero i suoi corsi spaziarono in vari ambiti, dalla latinità arcaica-penso alla poesia latina in frammenti e agli studi sul saturnio, con i quali gli studenti potevano accedere ad ambiti di conoscenza non ordinari-alla poesia del conterraneo Virgilio, alla quale lavorò per tutta la vita. Durante le sue lezioni trovavano spazio nozioni di metrica e di linguistica, e i suoi monologhi su singole questioni, intercalati da pause di meditazione, si chiudevano spesso con argute intuizioni. E con queste interveniva spesso, e sempre con umiltà, a estinguere aporie filologiche o esegetiche durante i seminari che si svolgevano periodicamente nella Biblioteca di latino del suo Dipartimento. Durante gli anni di insegnamento fu impegnato in molti lavori, tra cui quelli noti a un piú largo pubblico sono i manuali di didattica latina, riediti piú volte:
Daniela Marrone, 2019
Battista Mantovano si misurò, ancora studente, con un genere di poesia 'leggera'. alcuni suoi car... more Battista Mantovano si misurò, ancora studente, con un genere di poesia 'leggera'. alcuni suoi carmina di natura profana, composti per gioco o per esercizio, sono stati tramandati dal codice Vat. lat. 2874 (ff. 169r-181r) e classificati come «epigrammi giovanili». 1 altri se ne possono leggere nelle Sylvae, la mutevole silloge di carmi ordinata prima in otto libri nell'edizione degli Opera omnia bolognesi del 1502, 2 poi in quattro più corposi libri nell'edizione di anversa del 1576. 3 il quarto libro delle Sylvae dell'edizione anversana accoglie, insieme a componimenti di varia natura, alcuni carmina iocosa, di cui vanno ancora precisati contenuti e periodo di composizione, 4 carmi di un macrogenere che Jozef ijsewijn denominò «Epigrammatic Poetry». 5 Tra questi, i due brevi componimenti in distici elegiaci Apologus ad Iaffredum Carolum e Apologus alter ad 1 Si possono leggere in r. Girardello, Vita e testi del beato Battista Spagnoli, «Carmelus», XXi, 1974, pp. 36-98, alle pp. 75-95. il Vat. lat. 2874 raccoglie carmina di vari poeti del XV secolo. La silloge fu allestita da monsignor Angelo Colocci nella prima metà del Cinquecento col titolo Diversorum (vd. D. Gionta, Epigrafia umanistica a Roma, Messina, Centro Interdipartimentale di Studi Umanistici 2005, p. 115 n. 1). 2 Omnia opera Baptistae Mantuani CarMelitae, Bononiae, per Benedictum Hectoris 1502 (e. CoCCia, Le edizioni delle opere del Mantovano, roma, institutum carmelitanum 1960, nr. 12 pp. 22-23). 3 Baptistae Mantuani Opera omnia, antverpiae, iohannes Bellerus 1576, 4 voll., to. iii (e. CoCCia, op. cit., nr. 432 pp. 88-89). le opere di Battista Spagnoli saranno citate, come è d'uso fare, secondo questa edizione. 4 In Baptistam Feram medicum aegrotantem iocus (4, 4); Aenigma de Anthonio et Violantha (4, 5); Apologus ad Iaffredum Carolum (4, 7); Apologus alter ad eundem (4, 8); Ad Cornigerum carmen iocosum (4, 10); In Thomam Uvolfium decretorum doctorem ac aedis S. Petri et Michaelis Argentinensis decanum, qui habebat basiliscum mortuum, iocus (4, 15); In Codrum (4, 21). il corpus delle Sylvae non è stato ancora compiutamente studiato. Sugli Epigrammata ad Falconem e su alcune Sylvae dei libri 1-3 va segnalata la tesi di Dottorato di a. BousCharain: La poétique de Baptista Spagnoli de Mantoue (Bucolique, Silves, Parthenices) et sa réception en France au XVIème siècle à partir de l'édition des 'Silvarum sex opuscula' (Paris, J. Bade, 1503), Thèse de l'École Pratique des Hautes Etudes sous la direction de Mme le Prof. Perinne Galand-Hallyn, 2003 (l'attenzione della studiosa si concentra in particolare sui componimenti In Robertum Severinatem panegiricum carmen, Somnium Romanum, De contemnenda morte, In divum Albertum Carmelitam Siculum hymnus, De vita divi Ludovici Morbioli Bononiensis carmen). 5 Companion to Neo-latin Studies, part II, by J. Ijsewijn with D. Sacré, Leuven, Leuven University Press 1998, pp. 111-126. Daniela Marrone eundem (Sylv. 4, 7; 4, 8), 6 dati alle stampe per la prima volta nel 1507, 7 sono le uniche favole consegnate sotto il nome di Battista Spagnoli. 8 i due apologhi possono iscriversi nel quadro della rinascita quattrocentesca della favolistica che aveva avuto il suo massimo sviluppo in età medievale, soprattutto grazie alla funzione edificante esercitata dalla morale. nel Quattrocento l'intensa circolazione di codici riportanti il testo originale di esopo aveva suscitato nuovo interesse per questo genere: gli apologhi del favolista greco venivano letti a scuola per l'apprendimento della lingua e iniziarono a essere adottati da Vittorino da Feltre, a Mantova, come testi da imitare per gli esercizi di composizione greca. 9
Daniela Marrone, 2019
In years when the study of classics had the effect of opening up philological discussions, Marco ... more In years when the study of classics had the effect of opening up philological discussions, Marco Antonio Sabellico edited Livy’s surviving books in 1491. He had Livy’s text preceded by the 'Brevissimae annotationes', containing two hundred emendations. The paper describes the various phases of the new editorial endeavor and provides the critical text with an Italian translation of the dedicatory letter to Benedetto Cornaro. Sabellico’s ecdotical practice is made explicit by the Brevissimae annotationes and the numerous philological marginalia
printed alongside the Livian text. Some selected 'Annotationes' are examined and an Appendix summarizing all Sabellico’s 'emendationes' to the first decade of Livy is provided.
Daniela Marrone, 2019
Nell’ordinamento di tutte le conoscenze del 'Panepistemon' Poliziano include nella sezione della ... more Nell’ordinamento di tutte le conoscenze del 'Panepistemon' Poliziano include nella sezione della filosofia actualis la civilis ars, che ha al suo interno anche le artes «sordidae [...] ac sellulariae», necessarie alla vita I nomi dei mestieri menzionati da Poliziano ricorrono, singolarmente o in associazione, in fonti lessicografiche o letterarie antiche e denotano l'interesse dell'umanista per la nomenclatura obsoleta o rara. E' possibile riconoscere l’origine della selezione dei mestieri nella puntuale schedatura di mano di Poliziano, o del collaboratore Pier Matteo Uberti, in margine ad alcuni postillati dell’umanista (Biblioteca Medicea Laurenziana, Plut. 91 inf. 15, 16 e 17; Inc. D’Elci 194; Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Banco Rari 91).
The evident recall of Laus Herculis 10 (carm. min. app. 2,10) by the humanist Battista Mantovano ... more The evident recall of Laus Herculis 10 (carm. min. app. 2,10) by the humanist Battista Mantovano in Alfonsus 1,46 allows to backdate the knowledge of the pseudoclaudianean poem (handed down by the oldest manuscript of Claudian, the Codex Veronensis CLXIII) at least a decade earlier than his printing in 1510. With the clausula “germanus Elisae” the humanist “foreruns” unintentionally the correction germana by Martin Antonio Del Rio to carm. min. app. 2,10.
Battista Spagnoli, noto anche come Battista Mantovano, era stato biasimato da alcuni contemporane... more Battista Spagnoli, noto anche come Battista Mantovano, era stato biasimato da alcuni contemporanei, di cui si ignora l'identità, per aver fatto rivivere immagini e figure della classicità nei versi della Parthenice Mariana, poema in cui descrive e loda la vita della Vergine, pubblicato a Bologna nel 1488. 1 Di fronte a queste accuse l'autore reagì dichiarando pubblicamente la propria ambizione umanistica di armonizzare l'attività poetica con la contemplazione di Dio, indotto com'era non solo dal bisogno di respingere gli attacchi dei suoi calunniatori, ma soprattutto di giustificare la propria attività poetica che costituiva una delle sue principali occupazioni. Reagì dunque alle critiche dei contemporanei con l'Apologeticon, 2 scritto alla fine degli anni '80, di cui si propone un breve passo:
Dal 1475, anno in cui divenne magister in teologia presso l'Università di Bologna, Battista Spagn... more Dal 1475, anno in cui divenne magister in teologia presso l'Università di Bologna, Battista Spagnoli strinse rapporti sempre più forti con questa città, tanto da partecipare attivamente alla vita culturale che ivi prosperava sotto la direzione illuminata di Isabella d'Este. Al 1502 risale la pubblicazione dei suoi Opera omnia 1 presso l'editore bolognese Benedetto Ettore, edizione di cui il poeta si prese personalmente cura, e che presto costituì uno dei principali esemplari per le future ristampe delle opere del Mantovano.
A metà '400 si può dire conclusa l'età delle grandi scoperte, poiché la maggior parte della lette... more A metà '400 si può dire conclusa l'età delle grandi scoperte, poiché la maggior parte della letteratura latina oggi nota era già emersa dalle biblioteche dei monasteri che ne avevano custodito per secoli i codici. I ritrovamenti successivi non furono numerosi, ma tra questi l'emozione di una rilevante scoperta toccò al grecista e teologo Simon Grynaeus (Veringendorf, Baden Württemberg, c. 1494-Basilea 1541) (1): nel 1527, infatti, rinvenne nel monastero benedettino di Lorsch un manoscritto in onciale della fine del V secolo o inizi del successivo contenente i libri 41-45 delle Storie di Livio. Il codice, pergamenaceo di 193 fogli, è il Latinus 15 della Nationalbibliothek di Vienna, testimone unico per i primi cinque libri della quinta decade (2). Come alcune notazioni medioevali fanno intendere, il manoscritto, copiato presumibilmente in Italia, fu portato oltre le Alpi, secondo l'ipotesi di Lehmann, da viaggiatori anglosassoni che avevano compiuto un viaggio a Roma. Verso la fine dell'VIII secolo entrò in suo possesso un vescovo di nome Theatbertus (o Theutbertus), che risiedeva a Wijk-bij-Durstete, allora centro di commerci del basso Reno, forse da identificare con il vescovo Thiaterd di Utrecht (3). * Per i loro utili suggerimenti ringrazio i professori Aldo Lunelli, Giovanna Gianola, Manlio Pastore Stocchi, Claudio Marangoni.
Un curioso poliptoto nel XLV libro delle Storie di Livio 535 UN CURIOSO POLIPTOTO NEL XLV LIBRO D... more Un curioso poliptoto nel XLV libro delle Storie di Livio 535 UN CURIOSO POLIPTOTO NEL XLV LIBRO DELLE STORIE DI LIVIO* Daniela Marrone Nel 1531 per i tipi di Hieronymus Frobenius approdavano per la prima volta alla stampa ex vetustissimo codice i libri 41-45 delle Storie di Livio, rinvenuti nel 1527 da Simon Grynaeus (1) nel monastero benedettino di Lorsch (Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Codex Latinus 15, saec. Vex.) (2). Così ne annunciava la pubblicazione Erasmo nell'epistola dedicatoria a Carolus Montioius ]...^ Verum ne tibi fabulam istam saltanti nihil aliud quam hortator applausorque videar, sed ut nonnihil etiam opis adferam, visum est tuo nomini dicare Titum Livium, Latinae historiae principem, iam quidem frequenter excusum, sed nunquam antehac vel magnifi centius vel emendatius: et si hoc parum est, quinque libris modo repertis auctum ]...^. Archetypum erat admirandae vetustatis, prisco more perpetua litterarum serie ita depictum ut diffi cillimum fuerit verbum a verbo dirimere, nisi docto, attento, et in hoc ipsum exercitato. Unde non parum negocii fuit in parando exemplari quod typographicis operis traderetur utendum. Nec minore cura quam fi de advigilatum est ne usquam in describendo ab archetypo recederetur ]...^ (4).
Negli ultimi anni di insegnamento nello Studio fiorentino Poliziano commentò alcuni testi di Aris... more Negli ultimi anni di insegnamento nello Studio fiorentino Poliziano commentò alcuni testi di Aristotele accettando l'invito dell'amico Pico della Mirandola a mettere al servizio della filosofia la sua magistrale perizia filologica ed esegetica. 1 Con queste lezioni Poliziano desiderava riscattare le opere di Aristotele dalla pedanteria e dai fraintendimenti dei precedenti commentatori per restituirne l'autentico pensiero tramite un restauro non speculativo del testo, ma piuttosto filologico.
Nella seconda metà del '500 a Vicenza musicisti, filosofi, matematici, medici e architetti contri... more Nella seconda metà del '500 a Vicenza musicisti, filosofi, matematici, medici e architetti contribuivano con le proprie dimostrazioni e letture ad accrescere le attività promosse dall'Accademia Olimpica, attività che si potevano riassumere nel culto di tutte le arti. Tra i membri dell'Accademia, fondata nel 1555, vi fu anche il vicentino Alessandro Massaria, noto specialmente per la sua attività di medico svolta prima a Vicenza, fino al 1578, poi a Venezia e a Padova, dove nel 1587 gli fu conferito l'insegnamento di medicina pratica presso lo Studio 1 .
Inizialmente concepito come una "praelectio", il 'Panepistemon' di Angelo Poliziano (1492) rappre... more Inizialmente concepito come una "praelectio", il 'Panepistemon' di Angelo Poliziano (1492) rappresenta a pieno titolo l’eclettismo che caratterizza il tessuto culturale della "res publica litterarum" di età laurenziana. Profondamente radicato nella tradizione classica, il 'Panepistemon' si sottrae agli schemi standardizzati di analoghe contemporanee prolusioni accademiche, sino ad assumere la forma di un breve trattato su tutte le forme di conoscenza dell’uomo, teoriche e pratiche: una testimonianza fondamentale della trasmissione dell’antico e della straordinaria erudizione che connota l’opera del grande umanista.
Recensione a Medicina e letteratura tra Medioevo ed Età moderna, a cura di C. Fossati, Genova, Ledizioni, 2023, 2024