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Papers by Rossi Bruna
Montecatini in Val di Nievole. Terre e Acque svelate con gli occhi di Leonardo, 2017
Ormai da molto tempo non riesco più ad attraversare la mia Valdinievole senza cercare la mano di... more Ormai da molto tempo non riesco più ad attraversare la mia Valdinievole senza cercare la mano di Leonardo nei panorami che mi si aprono dinanzi. Non riesco più a salire a Montecatini Alto, ad affacciarmi a quel che resta delle antiche mura, senza ritrovarmi letteralmente catapultata dentro il disegno giovanile di questo artista...
Il Paesaggio con fiume, primo disegno firmato da Leonardo da Vinci e datato 5 agosto 1473, pur nella sua armonica visione d’insieme, è il risultato di una pluralità di elementi sapientemente assemblati che ci guidano a identificare e collocare con precisione il luogo rappresentato, definendone le caratteristiche morfologiche e geografiche, storiche, religiose e mitologiche, astronomiche ed anche un po’ magiche... Leonardo non ha lasciato niente alla fantasia, regalandoci l’immagine di un paesaggio del quale ancora oggi possiamo riconoscere gli elementi peculiari.
Ma il percorso sulle tracce di Leonardo si amplia, andando a ricomporre la fisionomia di una Valdinievole antica, con le sue trasformazioni, le sue leggende e i suoi misteri, con la sua infinita bellezza... È una Valdinievole costituita da una rete di indissolubili legami (ma potremmo piuttosto chiamarli nodi) che, superando i confini del tempo, giunge fino a noi scrollandosi di dosso la polvere dei secoli e l’oblio degli uomini, recuperando intatti il suo splendore e la sua attualità.
Con qualche sorpresa, perché, giunti quasi al finale, riemergono, inaspettati, personaggi e storie che pongono tutta la ricerca in una prospettiva inedita, confermando con decisione le ipotesi inizialmente suggerite.
Pubblicato sul quotidiano web "Valdinievole Oggi" il 10 novembre 2012. Estratto dal libro: "Quel ... more Pubblicato sul quotidiano web "Valdinievole Oggi" il 10 novembre 2012.
Estratto dal libro: "Quel Tricolore di piume leggere..."
di Bruna Rossi
Al momento di andare in stampa, mi è stato chiesto di decidere in quale categoria editoriale io i... more Al momento di andare in stampa, mi è stato chiesto di decidere in quale categoria editoriale io intendessi inserire il libro... In realtà non so come definire questo lavoro: un saggio storico, uno studio sull'arte, un'opera divulgativa, un romanzo, o più semplicemente un viaggio della fantasia... Pur cercando di dare consistenza documentaria e scientifica alle tesi proposte, mi rendo conto, infatti, che molte delle cose che ho scritto solleveranno dubbi e critiche e probabilmente si scontreranno con una storia ormai consolidata dai secoli e con lo scetticismo degli accademici. O forse no, forse daranno voce ai molti che come me amano cercare verità oltre le convenzioni, seguire gli invisibili fili della mente e talvolta annodare fra loro dati e racconti che solo apparentemente possono sembrare lontani fra loro anni luce... Ma se cercate risposte certe, allora non leggete questo libro! Qui troverete più domande che risposte, troverete tracce da seguire, perché mi piace pensare che quel luminoso periodo che chiamiamo, non a caso, Rinascimento, pur custodendo ancora delle zone d'ombra, ci abbia lasciato dei messaggi che aspettano di essere interpretati per consentirci di risolverne i misteri e svelarne gli ultimi segreti... Lascio così al lettore il compito di definire quest'opera, di darle la consistenza della verità o la leggerezza del fantastico, ma spero che la sua lettura, oltre a risultare piacevole, susciti degli interrogativi e spinga qualcun altro a trovare ulteriori connessioni, a cercare una stella che, con la sua luce, lo inviti a percorrere nuove strade, o meglio, a solcare nuovi mari, a toccare nuovi mondi... Buona lettura! Un inizio o una fine? Melencolia, di Albrecht Dürer , 1514 1 Albrecht Dürer (Norimberga 1471 -1528) pittore e incisore, massimo esponente della cultura e dell'arte 1 rinascimentale del Nord-Europa
estratto dal volume di prossima pubblicazione I sentieri dell 'acqua, vol. II, Un passato che rit... more estratto dal volume di prossima pubblicazione I sentieri dell 'acqua, vol. II, Un passato che ritorna) Fin dal Medioevo, il 4 dicembre di ogni anno, si festeggia la Patrona di Montecatini Terme: santa Barbara. Molti si domanderanno il motivo di questa scelta ed è a questo che vorrei tentare di dare una risposta. Il nostro territorio vanta un'antica connotazione squisitamente femminile: esso era quasi sicuramente votato ad una dea lunare (pensiamo al nostro colle lunato) della fertilità e della salute, legata non solo al magico mondo delle acque, ma anche alle potenti forze sotterranee che alle nostre acque aggiungevano le preziose caratteristiche termominerali dispensatrici di benessere. Tentando un collegamento al toponimo della nostra città, potremmo pensare alla dea etrusca Catha (sovrapponibile ad altre divinità quali Demetra, Iside, Cerere o Diana, tutte riconducibili all'evoluzione dell'antico culto per la Dea Madre), dalla quale Montecatini deriverebbe il nome, affiancata al vicino monte Summano (Plutone, o Giove degli inferi, e non potrebbe essere altrimenti se pensiamo ai caldi vapori che fuoriuscivano dai fianchi del colle di Monsummano). Le due divinità, una femminile e l'altra maschile, stavano su lati opposti, come a proteggere il corso del torrente Neure (Nievole) che proprio in questo punto faceva il suo ingresso nella valle alla quale dà il nome: la Valdinievole. La zona dei crateri termali montecatinesi rappresentava quindi un'area sacra a vocazione femminile, un luogo di guarigione e presumibilmente anche centro oracolare, come la più famosa Delfi, con la quale aveva in comune una certa assonanza nel corso d'acqua che l'attraversava: se a Delfi ci si bagnava nelle benevoli acque del Castalia, noi nondimeno vantiamo il nostro Castagnaregolo. Si può facilmente comprendere come, con l'avvento del cristianesimo, alla dea pagana Catha si sia lentamente sostituita la devozione verso una martire cristiana, che manteneva però proprietà salvifiche del tutto simili.
estratto da: Bruna Rossi, “Quel Tricolore di piume leggere... Divagazioni sull’Unità d’ Italia in... more estratto da:
Bruna Rossi, “Quel Tricolore di piume leggere...
Divagazioni sull’Unità d’ Italia intorno alla Valdinievole”
Editrice Youcanprint
Mi sono ormai resa conto che l'arte, in qualsiasi modo si esprima, sia il mezzo sublime attravers... more Mi sono ormai resa conto che l'arte, in qualsiasi modo si esprima, sia il mezzo sublime attraverso il quale si riesce a far vibrare le corde più profonde del nostro essere, guidandoci a ripercorrere e a ritrovare quei passi e quei
Questo grande affresco di Piero della Francesca, dipinto tra il 1463 e il 1465, rappresenta la Re... more Questo grande affresco di Piero della Francesca, dipinto tra il 1463 e il 1465, rappresenta la Resurrezione di Cristo. Si trova nel Museo Civico di Sansepolcro, che ho visitato circa un anno fa. Il sentimento di stupore e ammirazione che ho provato in quell'occasione si è mantenuto nel tempo, anzi, è cresciuto, perché quest'opera non si dimentica, ma matura lentamente alla coscienza, e questo probabilmente è ciò che l'artista voleva trasmetterci... La cosa che più mi ha colpito, in questo dipinto, sono stati gli occhi del Cristo, spalancati e fissi ad osservare non solo chi sta davanti all'opera, come spesso accade nelle immagini sacre, ma qualcosa di più grande; sereni, ma vigili e consapevoli di una Verità che va... oltre... E quegli occhi colpiscono ancora di più se li confrontiamo con quelli dei soldati posti a guardia del sepolcro: essi infatti non vedono! E non soltanto perché sono stati colti dal sonno... Il loro è un sonno ignaro, eccoli infatti immobili, abbandonati in un atteggiamento di apatia, di noncuranza, di distacco quasi dal miracolo che si sta realizzando davanti ai loro occhi, occhi però decisamente chiusi, occhi di chi vive nel buio... Quelle palpebre abbassate danno più l'impressione di trovarci davanti a persone colte da cecità, piuttosto che dal sonno: è la cecità dell'indifferenza, di chi per ignoranza o per scelta ha deciso di non vedere, come l'uomo sulla sinistra, che, pur sveglio, si copre volontariamente gli occhi ed abbassa la testa. Sono chiusi gli occhi come il loro cuore ed essi sono come pupazzi inanimati e ignari...
Teaching Documents by Rossi Bruna
Conobbi Pietro Annigoni alla fine degli anni '70. Insegnavo come supplente in una quarta elementa... more Conobbi Pietro Annigoni alla fine degli anni '70. Insegnavo come supplente in una quarta elementare: ero alle prime armi, precaria nel lavoro, ma sicura, allora come adesso, di aver ancora molte più cose da imparare che da insegnare… La mia conoscenza di storia dell'arte era essenzialmente scolastica, ma suor Anna Rombai, nonostante l'abito che vestiva, ci aveva guidato a confrontarci con l'arte senza timore e senza pregiudizi, vivendola come una strada per avvicinarci alla bellezza, fruita o creata; ma soprattutto considerandola una delle più alte espressioni dell'animo umano.
Books by Rossi Bruna
In "Andare sposa. Usi e tradizioni matrimoniali nella documentazione Archivistica dal Quattrocent... more In "Andare sposa. Usi e tradizioni matrimoniali nella documentazione Archivistica dal Quattrocento all'Ottocento"
Istituto Storico Lucchese, Pescia 2012
Montecatini in Val di Nievole. Terre e Acque svelate con gli occhi di Leonardo, 2017
Ormai da molto tempo non riesco più ad attraversare la mia Valdinievole senza cercare la mano di... more Ormai da molto tempo non riesco più ad attraversare la mia Valdinievole senza cercare la mano di Leonardo nei panorami che mi si aprono dinanzi. Non riesco più a salire a Montecatini Alto, ad affacciarmi a quel che resta delle antiche mura, senza ritrovarmi letteralmente catapultata dentro il disegno giovanile di questo artista...
Il Paesaggio con fiume, primo disegno firmato da Leonardo da Vinci e datato 5 agosto 1473, pur nella sua armonica visione d’insieme, è il risultato di una pluralità di elementi sapientemente assemblati che ci guidano a identificare e collocare con precisione il luogo rappresentato, definendone le caratteristiche morfologiche e geografiche, storiche, religiose e mitologiche, astronomiche ed anche un po’ magiche... Leonardo non ha lasciato niente alla fantasia, regalandoci l’immagine di un paesaggio del quale ancora oggi possiamo riconoscere gli elementi peculiari.
Ma il percorso sulle tracce di Leonardo si amplia, andando a ricomporre la fisionomia di una Valdinievole antica, con le sue trasformazioni, le sue leggende e i suoi misteri, con la sua infinita bellezza... È una Valdinievole costituita da una rete di indissolubili legami (ma potremmo piuttosto chiamarli nodi) che, superando i confini del tempo, giunge fino a noi scrollandosi di dosso la polvere dei secoli e l’oblio degli uomini, recuperando intatti il suo splendore e la sua attualità.
Con qualche sorpresa, perché, giunti quasi al finale, riemergono, inaspettati, personaggi e storie che pongono tutta la ricerca in una prospettiva inedita, confermando con decisione le ipotesi inizialmente suggerite.
Pubblicato sul quotidiano web "Valdinievole Oggi" il 10 novembre 2012. Estratto dal libro: "Quel ... more Pubblicato sul quotidiano web "Valdinievole Oggi" il 10 novembre 2012.
Estratto dal libro: "Quel Tricolore di piume leggere..."
di Bruna Rossi
Al momento di andare in stampa, mi è stato chiesto di decidere in quale categoria editoriale io i... more Al momento di andare in stampa, mi è stato chiesto di decidere in quale categoria editoriale io intendessi inserire il libro... In realtà non so come definire questo lavoro: un saggio storico, uno studio sull'arte, un'opera divulgativa, un romanzo, o più semplicemente un viaggio della fantasia... Pur cercando di dare consistenza documentaria e scientifica alle tesi proposte, mi rendo conto, infatti, che molte delle cose che ho scritto solleveranno dubbi e critiche e probabilmente si scontreranno con una storia ormai consolidata dai secoli e con lo scetticismo degli accademici. O forse no, forse daranno voce ai molti che come me amano cercare verità oltre le convenzioni, seguire gli invisibili fili della mente e talvolta annodare fra loro dati e racconti che solo apparentemente possono sembrare lontani fra loro anni luce... Ma se cercate risposte certe, allora non leggete questo libro! Qui troverete più domande che risposte, troverete tracce da seguire, perché mi piace pensare che quel luminoso periodo che chiamiamo, non a caso, Rinascimento, pur custodendo ancora delle zone d'ombra, ci abbia lasciato dei messaggi che aspettano di essere interpretati per consentirci di risolverne i misteri e svelarne gli ultimi segreti... Lascio così al lettore il compito di definire quest'opera, di darle la consistenza della verità o la leggerezza del fantastico, ma spero che la sua lettura, oltre a risultare piacevole, susciti degli interrogativi e spinga qualcun altro a trovare ulteriori connessioni, a cercare una stella che, con la sua luce, lo inviti a percorrere nuove strade, o meglio, a solcare nuovi mari, a toccare nuovi mondi... Buona lettura! Un inizio o una fine? Melencolia, di Albrecht Dürer , 1514 1 Albrecht Dürer (Norimberga 1471 -1528) pittore e incisore, massimo esponente della cultura e dell'arte 1 rinascimentale del Nord-Europa
estratto dal volume di prossima pubblicazione I sentieri dell 'acqua, vol. II, Un passato che rit... more estratto dal volume di prossima pubblicazione I sentieri dell 'acqua, vol. II, Un passato che ritorna) Fin dal Medioevo, il 4 dicembre di ogni anno, si festeggia la Patrona di Montecatini Terme: santa Barbara. Molti si domanderanno il motivo di questa scelta ed è a questo che vorrei tentare di dare una risposta. Il nostro territorio vanta un'antica connotazione squisitamente femminile: esso era quasi sicuramente votato ad una dea lunare (pensiamo al nostro colle lunato) della fertilità e della salute, legata non solo al magico mondo delle acque, ma anche alle potenti forze sotterranee che alle nostre acque aggiungevano le preziose caratteristiche termominerali dispensatrici di benessere. Tentando un collegamento al toponimo della nostra città, potremmo pensare alla dea etrusca Catha (sovrapponibile ad altre divinità quali Demetra, Iside, Cerere o Diana, tutte riconducibili all'evoluzione dell'antico culto per la Dea Madre), dalla quale Montecatini deriverebbe il nome, affiancata al vicino monte Summano (Plutone, o Giove degli inferi, e non potrebbe essere altrimenti se pensiamo ai caldi vapori che fuoriuscivano dai fianchi del colle di Monsummano). Le due divinità, una femminile e l'altra maschile, stavano su lati opposti, come a proteggere il corso del torrente Neure (Nievole) che proprio in questo punto faceva il suo ingresso nella valle alla quale dà il nome: la Valdinievole. La zona dei crateri termali montecatinesi rappresentava quindi un'area sacra a vocazione femminile, un luogo di guarigione e presumibilmente anche centro oracolare, come la più famosa Delfi, con la quale aveva in comune una certa assonanza nel corso d'acqua che l'attraversava: se a Delfi ci si bagnava nelle benevoli acque del Castalia, noi nondimeno vantiamo il nostro Castagnaregolo. Si può facilmente comprendere come, con l'avvento del cristianesimo, alla dea pagana Catha si sia lentamente sostituita la devozione verso una martire cristiana, che manteneva però proprietà salvifiche del tutto simili.
estratto da: Bruna Rossi, “Quel Tricolore di piume leggere... Divagazioni sull’Unità d’ Italia in... more estratto da:
Bruna Rossi, “Quel Tricolore di piume leggere...
Divagazioni sull’Unità d’ Italia intorno alla Valdinievole”
Editrice Youcanprint
Mi sono ormai resa conto che l'arte, in qualsiasi modo si esprima, sia il mezzo sublime attravers... more Mi sono ormai resa conto che l'arte, in qualsiasi modo si esprima, sia il mezzo sublime attraverso il quale si riesce a far vibrare le corde più profonde del nostro essere, guidandoci a ripercorrere e a ritrovare quei passi e quei
Questo grande affresco di Piero della Francesca, dipinto tra il 1463 e il 1465, rappresenta la Re... more Questo grande affresco di Piero della Francesca, dipinto tra il 1463 e il 1465, rappresenta la Resurrezione di Cristo. Si trova nel Museo Civico di Sansepolcro, che ho visitato circa un anno fa. Il sentimento di stupore e ammirazione che ho provato in quell'occasione si è mantenuto nel tempo, anzi, è cresciuto, perché quest'opera non si dimentica, ma matura lentamente alla coscienza, e questo probabilmente è ciò che l'artista voleva trasmetterci... La cosa che più mi ha colpito, in questo dipinto, sono stati gli occhi del Cristo, spalancati e fissi ad osservare non solo chi sta davanti all'opera, come spesso accade nelle immagini sacre, ma qualcosa di più grande; sereni, ma vigili e consapevoli di una Verità che va... oltre... E quegli occhi colpiscono ancora di più se li confrontiamo con quelli dei soldati posti a guardia del sepolcro: essi infatti non vedono! E non soltanto perché sono stati colti dal sonno... Il loro è un sonno ignaro, eccoli infatti immobili, abbandonati in un atteggiamento di apatia, di noncuranza, di distacco quasi dal miracolo che si sta realizzando davanti ai loro occhi, occhi però decisamente chiusi, occhi di chi vive nel buio... Quelle palpebre abbassate danno più l'impressione di trovarci davanti a persone colte da cecità, piuttosto che dal sonno: è la cecità dell'indifferenza, di chi per ignoranza o per scelta ha deciso di non vedere, come l'uomo sulla sinistra, che, pur sveglio, si copre volontariamente gli occhi ed abbassa la testa. Sono chiusi gli occhi come il loro cuore ed essi sono come pupazzi inanimati e ignari...
Conobbi Pietro Annigoni alla fine degli anni '70. Insegnavo come supplente in una quarta elementa... more Conobbi Pietro Annigoni alla fine degli anni '70. Insegnavo come supplente in una quarta elementare: ero alle prime armi, precaria nel lavoro, ma sicura, allora come adesso, di aver ancora molte più cose da imparare che da insegnare… La mia conoscenza di storia dell'arte era essenzialmente scolastica, ma suor Anna Rombai, nonostante l'abito che vestiva, ci aveva guidato a confrontarci con l'arte senza timore e senza pregiudizi, vivendola come una strada per avvicinarci alla bellezza, fruita o creata; ma soprattutto considerandola una delle più alte espressioni dell'animo umano.
In "Andare sposa. Usi e tradizioni matrimoniali nella documentazione Archivistica dal Quattrocent... more In "Andare sposa. Usi e tradizioni matrimoniali nella documentazione Archivistica dal Quattrocento all'Ottocento"
Istituto Storico Lucchese, Pescia 2012