Martina Puliatti | University of Calabria (original) (raw)

Papers by Martina Puliatti

Research paper thumbnail of Il trauma della (ri)nascita. Sole, di Carlo Sironi - Inside The Show

Primo posto Premio Adelio Ferrero 2021 (categoria Recensioni). Sironi sembra provenire da una co... more Primo posto Premio Adelio Ferrero 2021 (categoria Recensioni).

Sironi sembra provenire da una coscienza di orientamento neorealista, ripiombata al centro dello stato di crisi contemporanea; riscoperta negli occhi, nei corpi e nei linguaggi dei suoi personaggi piegati dalle ferite del nuovo mondo. Neorealista perché artefice di una narrazione onesta, libera da intenti a tesi; mossa da veggenze spente e sensazioni pure di vita (non) vissuta. È un cinema che respira accanto al personaggio, il quale vive l’impasse dell’azione – di ogni azione –; che oscilla con esso nel mare delle sue turbolenze interiori sempre taciute, e in ciascuna delle sue occasioni di rinascita e fallimento.

Research paper thumbnail of Inverno. Gli occhi del mondo - Mediacritica

Tra le proposte italiane della 16ª edizione di Passaggi d’Autore: Intrecci mediterranei, "Inverno... more Tra le proposte italiane della 16ª edizione di Passaggi d’Autore: Intrecci mediterranei, "Inverno" getta lo sguardo sulla più fredda stagione del cuore. David di Donatello al Miglior Cortometraggio 2020.

Research paper thumbnail of Perdere l'infanzia. Alcott, Gerwig e le Good Wives. Piccole donne, di Greta Gerwig - L'age d'or

Greta Gerwig (ri)colloca la storia delle sorelle March al tempo presente. Dopo la prova di "Lady ... more Greta Gerwig (ri)colloca la storia delle sorelle March al tempo presente. Dopo la prova di "Lady Bird", la regista statunitense torna a raccontare della dura legge della crescita e del riconoscimento sociale, riuscendo a raccordare intimamente momenti passati e presenti, ricordi, rimorsi, sogni e disillusioni. Parlando di Alcott, di Jo, delle "good wives", ma anche di se stessa e del senso di ogni compromesso artistico, di ieri e di oggi.

Research paper thumbnail of Visions du Réel 2020 - Punta Sacra, di Francesca Mazzoleni - Sentieri Selvaggi

Quel ritaglio di terra desolata situato nel punto di intersezione tra il Tevere e il mare è lo sp... more Quel ritaglio di terra desolata situato nel punto di intersezione tra il Tevere e il mare è lo spazio in cui "resistono" le ultime abitazioni dell'idroscalo di Ostia. Area di notorio abusivismo edilizio, per lo più priva di piani di regolarizzazione; terra di pubbliche tribolazioni, sempre dimenticata o da dimenticare; oppressa costantemente dalla minaccia della demolizione e dello sgombero delle famiglie tutt'oggi residenti che, scampate all'ordinanza del 2010, continuano ad abitare nel luogo noto come "Punta Sacra". E Punta Sacra sia, allora. Cartolina dell'abbandono apparente, con le cui immagini di cruda fissità si apre il lungometraggio di Francesca Mazzoleni.

Research paper thumbnail of Cadere nel ritmo del mondo. Drift, di Helena Wittmann - L'age d'or

Sorprendente ed evocativo l'esordio al lungometraggio della cineasta tedesca, presentato in Conco... more Sorprendente ed evocativo l'esordio al lungometraggio della cineasta tedesca, presentato in Concorso alla 32esima Settimana Internazionale della Critica, nonché vincitore del Premio Miglior Lungometraggio alla 42esima edizione del Laceno d'Oro.

Research paper thumbnail of A immagine del desiderio. Girl, di Lukas Dhont - L'age d'or

Il giovane cineasta belga Dhont si è affermato con "Girl", suo esordio al lungometraggio, nel 201... more Il giovane cineasta belga Dhont si è affermato con "Girl", suo esordio al lungometraggio, nel 2018. Presentato al Festival di Cannes nella sezione "Un Certain Regard", il film si è aggiudicato numerosi riconoscimenti internazionali, tra i quali la Caméra d'or per la migliore opera prima.

Research paper thumbnail of Il buco, Ballard e i cannibali - Pandemia selvaggia - Sentieri Selvaggi

In cosa consiste esattamente il meccanismo del Buco? La risposta è "bisogna mangiare", fin quando... more In cosa consiste esattamente il meccanismo del Buco? La risposta è "bisogna mangiare", fin quando ce n'è, fin dove sarà possibile farlo. Semplicemente, ciò che viene messo al centro della questione è il funzionamento becero della sopravvivenza umana, fondato su bisogni primari quale il cibo e la defecazione, ideale sistema di schiavitù rispetto all'organicità decadente del corpo. O ancora, l'interrogazione sul cosa si sia disposti a fare - disumanamente, se o quando necessario - nel frangente catastrofico che ticchetta l'ora della fine.

Research paper thumbnail of #TFF37 - Heimat is a Space in Time, di Thomas Heise - Sentieri Selvaggi

L'incipit a colori dell'ultima opera di Thomas Heise rappresenta - a detta dello stesso regista -... more L'incipit a colori dell'ultima opera di Thomas Heise rappresenta - a detta dello stesso regista - l'inizio di una sorta di fiaba. Dai connotati schiettamente tedeschi, come fosse uno dei classici dei mitici fratelli Grimm, derivati dal cuore pulsante della tradizione popolare germanica. Ed è proprio questa tradizione storica, o meglio, l'identità di questo Paese, a diventare motrice e motivazione del documentario "Heimat is a Space in Time", che appunto ridiscute per immagini e parole buona parte del Novecento vissuto dalla Germania fino al principio del XXI secolo.

Research paper thumbnail of #Venezia76 - Sanctorum, di Joshua Gil - Sentieri Selvaggi

Un cielo stellato pulsante, il movimento cosmico infinito, l'acqua che vibra, la terra, l'oscurit... more Un cielo stellato pulsante, il movimento cosmico infinito, l'acqua che vibra, la terra, l'oscurità. Siamo già pienamente calati dentro una dimensione primordiale alla quale sentiamo - intimamente - di appartenere: buia perché uterina, ma anche luminosa, di quel biancore che riconosciamo proprio di ogni nascita o delle manifestazioni epifaniche. "Sanctorum". È già tutto racchiuso nel titolo. Fortemente simbolico, misterioso come i poteri della terra ai quali si riferisce, pieno di tutto il senso che solo ciò che è, di per sé, immanente può davvero contenere.

Research paper thumbnail of Il tempo dell'amore. "Ricordi?" - Uzak

Uzak, 2019

Quello che sappiamo del nostro vissuto, riconoscendolo in ultima istanza come tale, è prevalente... more Quello che sappiamo del nostro vissuto, riconoscendolo in ultima istanza come tale, è prevalentemente un'impronta perdurata dall'esperienza del passato. Arresa dell'essere e della coscienza al tempo, il quale si fa crogiolo di tracce, segni, immagini assimilate dal mondo e riproposte in una diacronia imperfetta fatta di momenti sempre nuovi e, allo stesso tempo, già vissuti. O ricordati, per l'appunto, trascinati al presente in nuove potenziali versioni di loro stessi; richiamati alla memoria in modo "circolare" nel tentativo di decifrare-come farebbe un occhio fotografico che tenti la messa a fuoco-l'immagine sfuggente che si è frapposta tra la cosa e la sua passata percezione. La prima ricerca umana possibile è, dunque, quella che scava nei ricordi.

Research paper thumbnail of FCE20 -"Non fidatevi così facilmente del regista". Masterclass con Aleksandr Sokurov - Sentieri Selvaggi

un vero tripudio di emozioni ed eccitazione. A Lecce, per l'appunto, una giornata è stata destina... more un vero tripudio di emozioni ed eccitazione. A Lecce, per l'appunto, una giornata è stata destinata interamente a celebrare il grande maestro russo del cinema, Aleksandr Sokurov, qui presente nella veste di "Protagonista del Cinema Europeo" dell'edizione numero venti. Il cineasta è stato accolto presso il Multisala Massimo con grande calore da parte di pubblico e addetti ai lavori, qui riuniti per lui e accomunati dalla profonda stima nei confronti di uno dei più importanti registi viventi. Ad accogliere Sokurov il direttore del Festival, Alberto La Monica, insieme ad Antonio Parente, direttore generale della Fondazione Apulia Film Commission; con loro, sul palco, anche Massimo Causo e Aliona Schumakova, i quali hanno moderato l'incontro con il regista.

Research paper thumbnail of La traccia del tempo. "Il corriere" - Uzak

Soggetto senza troppi filtri nell’uso del linguaggio, continuamente inadempiente nelle relazioni ... more Soggetto senza troppi filtri nell’uso del linguaggio, continuamente inadempiente nelle relazioni familiari andate in malora, Earl è già dalle prime battute un personaggio che segna la traccia del tempo: reduce della vecchia guerra di Corea, si dedica adesso con estremo amore e dedizione ai fiori che conservano la loro bellezza per un solo giorno, simbolo assoluto dell’effimero; padre (e marito) sempre sbagliato, incapace di cogliere l’importanza dei valori familiari nel loro tempo esatto, inesorabilmente in ritardo sull’amore, mancante rispetto a ogni legame o responsabilità durevoli. Il tempo socio-tecnologico che avanza investe Earl – e tutti quelli come lui – nel giro di poco più di un decennio, costringendolo a fare i conti con la digitalizzazione forzata e la smaterializzazione di ogni corpo e volto; cosicché, persino i contatti essenziali tra i narcotrafficanti avvengono ora per il tramite di uno smartphone usa e getta e le prove in mano alla polizia sono scatti istantanei ottenuti con un semplice clic. L’evolvere del tempo e la sua inesorabilità sono racchiusi, inoltre, in quel cartello di pignoramento che campeggia di fronte ai pochi possedimenti di Earl, quasi un’esilarante beffa per chi come lui aveva tuonato un deciso «Internet: a chi serve?» anni prima, inconsapevolmente naïf rispetto all’andamento di un mondo cambiato al ritmo della rete.

Research paper thumbnail of Paura in palcoscenico, di Alfred Hitchcock - Sentieri Selvaggi

Quando la "safety curtain" del palcoscenico – quella cortina di sicurezza in ferro, collocata sub... more Quando la "safety curtain" del palcoscenico – quella cortina di sicurezza in ferro, collocata subito dietro l’arco di proscenio dei grandi teatri come misura antincendio – viene sollevata sui titoli di testa di "Stage Fright", Hitchcock sta già svelando al suo fedele spettatore il sottotesto più saliente della storia che verrà. Sono già apparecchiati nell’incipit, per l’appunto, alcuni tra gli indizi più significativi per l’indagine da condurre dietro la direzione sagace del “maestro del brivido”: c’è la location teatrale, cuore pulsante dell’intreccio e passione manifesta del regista ("Omicidio!", "L’uomo che sapeva troppo", "Il sipario strappato"); c’è uno sfondo londinese, città natale del maestro che, nel pieno del suo periodo statunitense, sceglie di tornare a casa per il nuovo lavoro targato Warner Bros.; e c’è soprattutto lo svelamento esplicito della messa in scena, ove il film si fa doppio del teatro che, a sua volta, è doppio della vita di ciascun personaggio/persona. Tutto ciò che vedremo sarà, dunque, un pezzo di teatro (e di cinema); eppure, sarà in egual misura storia di vita, racconto più o meno costruito a partire da una materia malleabile che – si spera – possa valere qualcosa.

Research paper thumbnail of L’isola delle rivoluzioni. "Capri-Revolution" - Uzak

Autorevole scrittore di realtà umane, nonché potente fotografo delle condizioni trasformative che... more Autorevole scrittore di realtà umane, nonché potente fotografo delle condizioni trasformative che coinvolgono in modo equivalente arte, natura, storia e forme di vita, Mario Martone tesse un’altra delle sue tele dipinte di luci e calore umano rivoluzionario, sospesa tra la terra e il mare. Un’ultima opera che reca già nel titolo – "Capri-Revolution" – il senso di una sollevazione e di un desiderio ardente di cambiamento, intrisa della fermezza di puro fatto politico amalgamato allo spessore poetico essenziale dell’immagine filmica.

Research paper thumbnail of Del tumulto dell'arte. Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità di Julian Schnabel - Fata Morgana Web

Come sentire, dunque, la forza della pennellata sulla tela quando si ha con sé (solo) una macchin... more Come sentire, dunque, la forza della pennellata sulla tela quando si ha con sé (solo) una macchina da presa? Schnabel si pone il quesito attraverso il personaggio intermediario di Vincent van Gogh, incaricato qui di parlare di arte e natura, di sentimento e ricerca del bello, prestando la sua voce dissennata e lucida al cineasta-pittore che, nel frattempo, realizza un nuovo quadro astratto concesso alla visione. "Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità" si presenta, al fondo, come riflessione su tutto quanto possa dirsi arte libera, e dal modello e dalla pura immaginazione autoriale, figlia di un modo del sentire senza compromessi che sappia incontrare la carne e il sangue del mondo.

Research paper thumbnail of Visioni di Cinema Indipendente / Après mai - Sperimentare il cinema - Sentieri Selvaggi

Quando si parla di cinema e Sessantotto, è doveroso rivolgere un attento sguardo analitico nei co... more Quando si parla di cinema e Sessantotto, è doveroso rivolgere un attento sguardo analitico nei confronti della forma tout court dell’immagine chiamata in causa; laddove per immagine si intenda non l’icona presunta, rappresentativa del fatto o periodo, bensì il nodo linguistico-estetico attraverso il quale vedere e sentire ancora al presente la miccia accesa della lotta per la vita sessantottina. L’immagine come spazio poliedrico della sperimentazione di nuove forme e modalità espressive, quando non depotenziata da sterili ideologie o costruzioni storiografiche, diventa il luogo prioritario della lotta, quella condotta per/dall’estetica. E in tale lavoro del figurare, dell’occuparsi cioè della forma e delle forme di vita a essa associate, risiede il vero e incalcolabile potere del Sessantotto che equivale molto più a una potenza, del vero e del falso, dell’uno e del molteplice, dell’immagine politica e, viceversa, della politica dell’immagine.

Research paper thumbnail of La gaia scienza, di Jean Luc Godard - Sentieri Selvaggi

Il buio concentrato de "La gaia scienza", all’interno del quale i non-personaggi godardiani si in... more Il buio concentrato de "La gaia scienza", all’interno del quale i non-personaggi godardiani si incontrano, confrontano e amano corrisponde alla tabula rasa dell’inizio della conoscenza; il punto di partenza, livello zero, a cominciare dal quale (ri)formulare osservazioni, analisi e strutture linguistiche con le quali affrontare il reale. Perché quello che Godard ha in mente di concretizzare attraverso la sua opera sperimentale, è una sorta di interruzione forzata del pensiero e del metodo d’apprendimento borghesi, riannodando i fili del discorso linguistico lungamente infradiciato dall’ideologia.

Research paper thumbnail of Fine di una storia, di Neil Jordan - Sentieri Selvaggi

Una lezione inequivocabile traspare attraverso la soffice stoffa della quale è rivestito un film ... more Una lezione inequivocabile traspare attraverso la soffice stoffa della quale è rivestito un film elegante come "Fine di una storia": che la restituzione oggettiva di una realtà filtrata attraverso l’occhio meccanico non sia un dato della visione in sé indubitabile; bensì quell’occhio sia molto più affine alla forma di un sentimento, conforme al punto di vista dello sguardo di chi sente e viene sentito. Il cinema, dunque, diventa in questa sede spazio e tempo dell’amore: intervallo nel quale si consuma il reale per lasciare spazio a ciò che lo trascende; entr’acte del sentire interiore.

Research paper thumbnail of Festival dei Popoli 59 - Ver a una mujer, di M. Rovira e Roman National, di G. Beil - Sentieri Selvaggi

Qualche volta, nelle migliori delle circostanze, il cinema può connotarsi come enorme interrogazi... more Qualche volta, nelle migliori delle circostanze, il cinema può connotarsi come enorme interrogazione su se stesso, sulla natura dello sguardo, sulla consistenza di un’immagine. Il cinema diventa, in tali casi, una forma di raccoglimento, inflessione interiore; può diventare la ricerca stessa della direzione dello sguardo attraverso il quale indagare un mondo opaco. Il Festival dei Popoli sembra volerci spingere ostinatamente verso questa direttiva, attraverso visioni eterogenee ma pur sempre consapevolmente impegnate nell’osservazione acuta del sé e del mondo, in una profonda relazione tra lo sguardo autoriale e l’immagine partorita da dentro.

Research paper thumbnail of Testimone d'accusa, di Billy Wilder - Sentieri Selvaggi

Il nodo centrale di un film come "Witness for the Prosecution" sembrerebbe far capolino con legge... more Il nodo centrale di un film come "Witness for the Prosecution" sembrerebbe far capolino con leggerezza tra brandelli di dialoghi e accenni gestuali, sottolineature ironiche e amarissime al contempo, messe in fila con arguzia a definire un ritratto filmico ben preciso, per poi subito capovolgerlo a sorpresa con insuperabile maestria.
Il monocolo tenuto perennemente nel taschino da Sir Wilfrid Robarts, e puntato all’occorrenza su chi risulti sospetto o degno di analisi psicologica approfondita, è quello strumento del vedere attraverso il quale Billy Wilder segnala apertamente allo spettatore uno stato d’allerta, un dubbio sotterraneo nutrito verso ciascuno dei suoi personaggi, tutti in qualche modo ritenuti degni di una diffidenza. Giustappunto, "Testimone d’accusa" nasce dalla penna sagace di Agatha Christie (1925), che nel 1953 ne fece una commedia teatrale di notevole successo; e, proprio il genio giallista dell’intrigo, pare avere definito il film di Wilder come la migliore trasposizione tratta da una sua opera.

Research paper thumbnail of Il trauma della (ri)nascita. Sole, di Carlo Sironi - Inside The Show

Primo posto Premio Adelio Ferrero 2021 (categoria Recensioni). Sironi sembra provenire da una co... more Primo posto Premio Adelio Ferrero 2021 (categoria Recensioni).

Sironi sembra provenire da una coscienza di orientamento neorealista, ripiombata al centro dello stato di crisi contemporanea; riscoperta negli occhi, nei corpi e nei linguaggi dei suoi personaggi piegati dalle ferite del nuovo mondo. Neorealista perché artefice di una narrazione onesta, libera da intenti a tesi; mossa da veggenze spente e sensazioni pure di vita (non) vissuta. È un cinema che respira accanto al personaggio, il quale vive l’impasse dell’azione – di ogni azione –; che oscilla con esso nel mare delle sue turbolenze interiori sempre taciute, e in ciascuna delle sue occasioni di rinascita e fallimento.

Research paper thumbnail of Inverno. Gli occhi del mondo - Mediacritica

Tra le proposte italiane della 16ª edizione di Passaggi d’Autore: Intrecci mediterranei, "Inverno... more Tra le proposte italiane della 16ª edizione di Passaggi d’Autore: Intrecci mediterranei, "Inverno" getta lo sguardo sulla più fredda stagione del cuore. David di Donatello al Miglior Cortometraggio 2020.

Research paper thumbnail of Perdere l'infanzia. Alcott, Gerwig e le Good Wives. Piccole donne, di Greta Gerwig - L'age d'or

Greta Gerwig (ri)colloca la storia delle sorelle March al tempo presente. Dopo la prova di "Lady ... more Greta Gerwig (ri)colloca la storia delle sorelle March al tempo presente. Dopo la prova di "Lady Bird", la regista statunitense torna a raccontare della dura legge della crescita e del riconoscimento sociale, riuscendo a raccordare intimamente momenti passati e presenti, ricordi, rimorsi, sogni e disillusioni. Parlando di Alcott, di Jo, delle "good wives", ma anche di se stessa e del senso di ogni compromesso artistico, di ieri e di oggi.

Research paper thumbnail of Visions du Réel 2020 - Punta Sacra, di Francesca Mazzoleni - Sentieri Selvaggi

Quel ritaglio di terra desolata situato nel punto di intersezione tra il Tevere e il mare è lo sp... more Quel ritaglio di terra desolata situato nel punto di intersezione tra il Tevere e il mare è lo spazio in cui "resistono" le ultime abitazioni dell'idroscalo di Ostia. Area di notorio abusivismo edilizio, per lo più priva di piani di regolarizzazione; terra di pubbliche tribolazioni, sempre dimenticata o da dimenticare; oppressa costantemente dalla minaccia della demolizione e dello sgombero delle famiglie tutt'oggi residenti che, scampate all'ordinanza del 2010, continuano ad abitare nel luogo noto come "Punta Sacra". E Punta Sacra sia, allora. Cartolina dell'abbandono apparente, con le cui immagini di cruda fissità si apre il lungometraggio di Francesca Mazzoleni.

Research paper thumbnail of Cadere nel ritmo del mondo. Drift, di Helena Wittmann - L'age d'or

Sorprendente ed evocativo l'esordio al lungometraggio della cineasta tedesca, presentato in Conco... more Sorprendente ed evocativo l'esordio al lungometraggio della cineasta tedesca, presentato in Concorso alla 32esima Settimana Internazionale della Critica, nonché vincitore del Premio Miglior Lungometraggio alla 42esima edizione del Laceno d'Oro.

Research paper thumbnail of A immagine del desiderio. Girl, di Lukas Dhont - L'age d'or

Il giovane cineasta belga Dhont si è affermato con "Girl", suo esordio al lungometraggio, nel 201... more Il giovane cineasta belga Dhont si è affermato con "Girl", suo esordio al lungometraggio, nel 2018. Presentato al Festival di Cannes nella sezione "Un Certain Regard", il film si è aggiudicato numerosi riconoscimenti internazionali, tra i quali la Caméra d'or per la migliore opera prima.

Research paper thumbnail of Il buco, Ballard e i cannibali - Pandemia selvaggia - Sentieri Selvaggi

In cosa consiste esattamente il meccanismo del Buco? La risposta è "bisogna mangiare", fin quando... more In cosa consiste esattamente il meccanismo del Buco? La risposta è "bisogna mangiare", fin quando ce n'è, fin dove sarà possibile farlo. Semplicemente, ciò che viene messo al centro della questione è il funzionamento becero della sopravvivenza umana, fondato su bisogni primari quale il cibo e la defecazione, ideale sistema di schiavitù rispetto all'organicità decadente del corpo. O ancora, l'interrogazione sul cosa si sia disposti a fare - disumanamente, se o quando necessario - nel frangente catastrofico che ticchetta l'ora della fine.

Research paper thumbnail of #TFF37 - Heimat is a Space in Time, di Thomas Heise - Sentieri Selvaggi

L'incipit a colori dell'ultima opera di Thomas Heise rappresenta - a detta dello stesso regista -... more L'incipit a colori dell'ultima opera di Thomas Heise rappresenta - a detta dello stesso regista - l'inizio di una sorta di fiaba. Dai connotati schiettamente tedeschi, come fosse uno dei classici dei mitici fratelli Grimm, derivati dal cuore pulsante della tradizione popolare germanica. Ed è proprio questa tradizione storica, o meglio, l'identità di questo Paese, a diventare motrice e motivazione del documentario "Heimat is a Space in Time", che appunto ridiscute per immagini e parole buona parte del Novecento vissuto dalla Germania fino al principio del XXI secolo.

Research paper thumbnail of #Venezia76 - Sanctorum, di Joshua Gil - Sentieri Selvaggi

Un cielo stellato pulsante, il movimento cosmico infinito, l'acqua che vibra, la terra, l'oscurit... more Un cielo stellato pulsante, il movimento cosmico infinito, l'acqua che vibra, la terra, l'oscurità. Siamo già pienamente calati dentro una dimensione primordiale alla quale sentiamo - intimamente - di appartenere: buia perché uterina, ma anche luminosa, di quel biancore che riconosciamo proprio di ogni nascita o delle manifestazioni epifaniche. "Sanctorum". È già tutto racchiuso nel titolo. Fortemente simbolico, misterioso come i poteri della terra ai quali si riferisce, pieno di tutto il senso che solo ciò che è, di per sé, immanente può davvero contenere.

Research paper thumbnail of Il tempo dell'amore. "Ricordi?" - Uzak

Uzak, 2019

Quello che sappiamo del nostro vissuto, riconoscendolo in ultima istanza come tale, è prevalente... more Quello che sappiamo del nostro vissuto, riconoscendolo in ultima istanza come tale, è prevalentemente un'impronta perdurata dall'esperienza del passato. Arresa dell'essere e della coscienza al tempo, il quale si fa crogiolo di tracce, segni, immagini assimilate dal mondo e riproposte in una diacronia imperfetta fatta di momenti sempre nuovi e, allo stesso tempo, già vissuti. O ricordati, per l'appunto, trascinati al presente in nuove potenziali versioni di loro stessi; richiamati alla memoria in modo "circolare" nel tentativo di decifrare-come farebbe un occhio fotografico che tenti la messa a fuoco-l'immagine sfuggente che si è frapposta tra la cosa e la sua passata percezione. La prima ricerca umana possibile è, dunque, quella che scava nei ricordi.

Research paper thumbnail of FCE20 -"Non fidatevi così facilmente del regista". Masterclass con Aleksandr Sokurov - Sentieri Selvaggi

un vero tripudio di emozioni ed eccitazione. A Lecce, per l'appunto, una giornata è stata destina... more un vero tripudio di emozioni ed eccitazione. A Lecce, per l'appunto, una giornata è stata destinata interamente a celebrare il grande maestro russo del cinema, Aleksandr Sokurov, qui presente nella veste di "Protagonista del Cinema Europeo" dell'edizione numero venti. Il cineasta è stato accolto presso il Multisala Massimo con grande calore da parte di pubblico e addetti ai lavori, qui riuniti per lui e accomunati dalla profonda stima nei confronti di uno dei più importanti registi viventi. Ad accogliere Sokurov il direttore del Festival, Alberto La Monica, insieme ad Antonio Parente, direttore generale della Fondazione Apulia Film Commission; con loro, sul palco, anche Massimo Causo e Aliona Schumakova, i quali hanno moderato l'incontro con il regista.

Research paper thumbnail of La traccia del tempo. "Il corriere" - Uzak

Soggetto senza troppi filtri nell’uso del linguaggio, continuamente inadempiente nelle relazioni ... more Soggetto senza troppi filtri nell’uso del linguaggio, continuamente inadempiente nelle relazioni familiari andate in malora, Earl è già dalle prime battute un personaggio che segna la traccia del tempo: reduce della vecchia guerra di Corea, si dedica adesso con estremo amore e dedizione ai fiori che conservano la loro bellezza per un solo giorno, simbolo assoluto dell’effimero; padre (e marito) sempre sbagliato, incapace di cogliere l’importanza dei valori familiari nel loro tempo esatto, inesorabilmente in ritardo sull’amore, mancante rispetto a ogni legame o responsabilità durevoli. Il tempo socio-tecnologico che avanza investe Earl – e tutti quelli come lui – nel giro di poco più di un decennio, costringendolo a fare i conti con la digitalizzazione forzata e la smaterializzazione di ogni corpo e volto; cosicché, persino i contatti essenziali tra i narcotrafficanti avvengono ora per il tramite di uno smartphone usa e getta e le prove in mano alla polizia sono scatti istantanei ottenuti con un semplice clic. L’evolvere del tempo e la sua inesorabilità sono racchiusi, inoltre, in quel cartello di pignoramento che campeggia di fronte ai pochi possedimenti di Earl, quasi un’esilarante beffa per chi come lui aveva tuonato un deciso «Internet: a chi serve?» anni prima, inconsapevolmente naïf rispetto all’andamento di un mondo cambiato al ritmo della rete.

Research paper thumbnail of Paura in palcoscenico, di Alfred Hitchcock - Sentieri Selvaggi

Quando la "safety curtain" del palcoscenico – quella cortina di sicurezza in ferro, collocata sub... more Quando la "safety curtain" del palcoscenico – quella cortina di sicurezza in ferro, collocata subito dietro l’arco di proscenio dei grandi teatri come misura antincendio – viene sollevata sui titoli di testa di "Stage Fright", Hitchcock sta già svelando al suo fedele spettatore il sottotesto più saliente della storia che verrà. Sono già apparecchiati nell’incipit, per l’appunto, alcuni tra gli indizi più significativi per l’indagine da condurre dietro la direzione sagace del “maestro del brivido”: c’è la location teatrale, cuore pulsante dell’intreccio e passione manifesta del regista ("Omicidio!", "L’uomo che sapeva troppo", "Il sipario strappato"); c’è uno sfondo londinese, città natale del maestro che, nel pieno del suo periodo statunitense, sceglie di tornare a casa per il nuovo lavoro targato Warner Bros.; e c’è soprattutto lo svelamento esplicito della messa in scena, ove il film si fa doppio del teatro che, a sua volta, è doppio della vita di ciascun personaggio/persona. Tutto ciò che vedremo sarà, dunque, un pezzo di teatro (e di cinema); eppure, sarà in egual misura storia di vita, racconto più o meno costruito a partire da una materia malleabile che – si spera – possa valere qualcosa.

Research paper thumbnail of L’isola delle rivoluzioni. "Capri-Revolution" - Uzak

Autorevole scrittore di realtà umane, nonché potente fotografo delle condizioni trasformative che... more Autorevole scrittore di realtà umane, nonché potente fotografo delle condizioni trasformative che coinvolgono in modo equivalente arte, natura, storia e forme di vita, Mario Martone tesse un’altra delle sue tele dipinte di luci e calore umano rivoluzionario, sospesa tra la terra e il mare. Un’ultima opera che reca già nel titolo – "Capri-Revolution" – il senso di una sollevazione e di un desiderio ardente di cambiamento, intrisa della fermezza di puro fatto politico amalgamato allo spessore poetico essenziale dell’immagine filmica.

Research paper thumbnail of Del tumulto dell'arte. Van Gogh - Sulla soglia dell'eternità di Julian Schnabel - Fata Morgana Web

Come sentire, dunque, la forza della pennellata sulla tela quando si ha con sé (solo) una macchin... more Come sentire, dunque, la forza della pennellata sulla tela quando si ha con sé (solo) una macchina da presa? Schnabel si pone il quesito attraverso il personaggio intermediario di Vincent van Gogh, incaricato qui di parlare di arte e natura, di sentimento e ricerca del bello, prestando la sua voce dissennata e lucida al cineasta-pittore che, nel frattempo, realizza un nuovo quadro astratto concesso alla visione. "Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità" si presenta, al fondo, come riflessione su tutto quanto possa dirsi arte libera, e dal modello e dalla pura immaginazione autoriale, figlia di un modo del sentire senza compromessi che sappia incontrare la carne e il sangue del mondo.

Research paper thumbnail of Visioni di Cinema Indipendente / Après mai - Sperimentare il cinema - Sentieri Selvaggi

Quando si parla di cinema e Sessantotto, è doveroso rivolgere un attento sguardo analitico nei co... more Quando si parla di cinema e Sessantotto, è doveroso rivolgere un attento sguardo analitico nei confronti della forma tout court dell’immagine chiamata in causa; laddove per immagine si intenda non l’icona presunta, rappresentativa del fatto o periodo, bensì il nodo linguistico-estetico attraverso il quale vedere e sentire ancora al presente la miccia accesa della lotta per la vita sessantottina. L’immagine come spazio poliedrico della sperimentazione di nuove forme e modalità espressive, quando non depotenziata da sterili ideologie o costruzioni storiografiche, diventa il luogo prioritario della lotta, quella condotta per/dall’estetica. E in tale lavoro del figurare, dell’occuparsi cioè della forma e delle forme di vita a essa associate, risiede il vero e incalcolabile potere del Sessantotto che equivale molto più a una potenza, del vero e del falso, dell’uno e del molteplice, dell’immagine politica e, viceversa, della politica dell’immagine.

Research paper thumbnail of La gaia scienza, di Jean Luc Godard - Sentieri Selvaggi

Il buio concentrato de "La gaia scienza", all’interno del quale i non-personaggi godardiani si in... more Il buio concentrato de "La gaia scienza", all’interno del quale i non-personaggi godardiani si incontrano, confrontano e amano corrisponde alla tabula rasa dell’inizio della conoscenza; il punto di partenza, livello zero, a cominciare dal quale (ri)formulare osservazioni, analisi e strutture linguistiche con le quali affrontare il reale. Perché quello che Godard ha in mente di concretizzare attraverso la sua opera sperimentale, è una sorta di interruzione forzata del pensiero e del metodo d’apprendimento borghesi, riannodando i fili del discorso linguistico lungamente infradiciato dall’ideologia.

Research paper thumbnail of Fine di una storia, di Neil Jordan - Sentieri Selvaggi

Una lezione inequivocabile traspare attraverso la soffice stoffa della quale è rivestito un film ... more Una lezione inequivocabile traspare attraverso la soffice stoffa della quale è rivestito un film elegante come "Fine di una storia": che la restituzione oggettiva di una realtà filtrata attraverso l’occhio meccanico non sia un dato della visione in sé indubitabile; bensì quell’occhio sia molto più affine alla forma di un sentimento, conforme al punto di vista dello sguardo di chi sente e viene sentito. Il cinema, dunque, diventa in questa sede spazio e tempo dell’amore: intervallo nel quale si consuma il reale per lasciare spazio a ciò che lo trascende; entr’acte del sentire interiore.

Research paper thumbnail of Festival dei Popoli 59 - Ver a una mujer, di M. Rovira e Roman National, di G. Beil - Sentieri Selvaggi

Qualche volta, nelle migliori delle circostanze, il cinema può connotarsi come enorme interrogazi... more Qualche volta, nelle migliori delle circostanze, il cinema può connotarsi come enorme interrogazione su se stesso, sulla natura dello sguardo, sulla consistenza di un’immagine. Il cinema diventa, in tali casi, una forma di raccoglimento, inflessione interiore; può diventare la ricerca stessa della direzione dello sguardo attraverso il quale indagare un mondo opaco. Il Festival dei Popoli sembra volerci spingere ostinatamente verso questa direttiva, attraverso visioni eterogenee ma pur sempre consapevolmente impegnate nell’osservazione acuta del sé e del mondo, in una profonda relazione tra lo sguardo autoriale e l’immagine partorita da dentro.

Research paper thumbnail of Testimone d'accusa, di Billy Wilder - Sentieri Selvaggi

Il nodo centrale di un film come "Witness for the Prosecution" sembrerebbe far capolino con legge... more Il nodo centrale di un film come "Witness for the Prosecution" sembrerebbe far capolino con leggerezza tra brandelli di dialoghi e accenni gestuali, sottolineature ironiche e amarissime al contempo, messe in fila con arguzia a definire un ritratto filmico ben preciso, per poi subito capovolgerlo a sorpresa con insuperabile maestria.
Il monocolo tenuto perennemente nel taschino da Sir Wilfrid Robarts, e puntato all’occorrenza su chi risulti sospetto o degno di analisi psicologica approfondita, è quello strumento del vedere attraverso il quale Billy Wilder segnala apertamente allo spettatore uno stato d’allerta, un dubbio sotterraneo nutrito verso ciascuno dei suoi personaggi, tutti in qualche modo ritenuti degni di una diffidenza. Giustappunto, "Testimone d’accusa" nasce dalla penna sagace di Agatha Christie (1925), che nel 1953 ne fece una commedia teatrale di notevole successo; e, proprio il genio giallista dell’intrigo, pare avere definito il film di Wilder come la migliore trasposizione tratta da una sua opera.

Research paper thumbnail of La rivoluzione interiore. Corpi senza organi nel cinema di David Cronenberg (Aracne editrice 2020)

ll Corpo senza Organi ha rappresentato per la filosofia postmoderna un impenetrabile enigma, perv... more ll Corpo senza Organi ha rappresentato per la filosofia postmoderna un impenetrabile enigma, pervenuto fino alla contemporaneità. Cosa si celava dietro il segreto del corpo rivoltoso - ereditato dalle utopie artaudiane - che prometteva il ritorno all'immanenza?
Il volume scaturisce dalla filosofia deleuziana "del desiderio", conservando lo scambio tra pensiero e immagine. Il cinema di David Cronenberg si pone come interrogazione sui postulati del CsO, facendosi portavoce di una potenza concettuale nuova, di pensiero per immagini. Il viaggio attraverso l'opera del cineasta conduce all'idea della sovversione dei corpi: rivelando, nel sabotaggio dell'anatomia, la forma desiderante della vita.