Antonello Russo | Università degli Studi di Palermo (original) (raw)
Books by Antonello Russo
LA MATERIA DELLA FORMA, Aion Edizioni, 2022
Il volume raccoglie una selezione di scritti oggetto di saggi, lezioni e interventi a convegni co... more Il volume raccoglie una selezione di scritti oggetto di saggi, lezioni e interventi a convegni composti nell’arco di un decennio. Quindici testi organizzati in tre sezioni tematiche, seppur composti in tempi diversi, delineano tra loro evidenti connessioni come testimonianza di una teoria unitaria. Questa tende a esplicitare un’idea generale di progetto come esito di un percorso della ragione che configura nella fase di analisi (delle tracce dei sistemi originari) e di appropriazione (dei dati insediativi e costitutivi di un contesto) due tempi propedeutici a una personale interpretazione tesa alla misurazione di una differenza in grado di inscriversi nella storia. Tale aderenza, nel confermare l’immanente energia di un salutare conflitto tra architettura e natura, finalizza la sua azione a riconoscere gli elementi primari di una composizione per incanalare la tensione profusa dalla misurazione di una distanza tra le masse in una meditata poetica di ascolto dei luoghi. Si aggiunge, tra le pagine, la necessità di coniare per sé un’idea di forma della città sulla quale collocare anche la più piccola delle case. Ne consegue l’applicazione di un metodo che riconosce l’agire compositivo come arte della proporzione direttamente connessa all’individuazione di una misura identificabile come unità elementare di riferimento per l’intera trama operativa. L’architettura, in tale quadro, si impone al mondo come formidabile risorsa in grado di testimoniare la cultura, la dimensione civica, l’agire dell’uomo e le sue conquiste nel campo della conoscenza. In tale quadro, questa raccolta compone le intenzioni di un programma trasversale che, seppur non esaustivo e ancora in fase di completamento, tende a individuare affinità e convergenze tra assunti di base e proiezioni operative valide tanto per la progettazione e l’arredo di una camera quanto per il rinvenimento dei principi necessari alla composizione di relazioni alla scala del paesaggio.
Antonello Russo, Elementare e complesso. La città per isole. Grammatiche insediative per la città contemporanea, LetteraVentidue, Siracusa, 2020
Studiando il lavoro sulle “composizioni alla scala della città” che Antonello Russo ci propone at... more Studiando il lavoro sulle “composizioni alla scala della città” che Antonello Russo ci propone attraverso le elaborazioni dei suoi studenti, appare subito evidente un pensiero sulla forma urbana. Si manifesta l’idea di costruire gli isolati residenziali come singole architetture, nuclei urbani concepiti come un’unica grande casa in cui gli spazi liberi
fra gli edifici diventano luoghi del progetto. É in questi spazi che la città rivela il suo intento rappresentativo, che si rende riconoscibile, che diventa teatro della vita degli uomini. Il libro di Antonello Russo è testimone di un’idea di città in cui sono contenute le aspirazioni di una moderna cultura dell’abitare, un’idea di spazio dove poter ritrovare una nuova dimensione “sociale”.
(dalla presentazione di Marco Mannino)
Antonello Russo (a cura di) , Reggio Calabria Istanbul. Un progetto per Galata. A project for Galata, LetteraVentidue, Siracusa, 2020
Un accordo bilaterale tra sedi universitarie ha, nel Marzo 2019, posto le premesse per l'invito a... more Un accordo bilaterale tra sedi universitarie ha, nel Marzo 2019, posto le premesse per l'invito ad una delegazione di docenti, dottorandi e studenti dell'ateneo di Reggio Calabria a partecipare, in qualità di progettisti, all'International Urban Design Workshop 2019 "Urban Façade: Istanbul Waterfront", organizzato nella sede turca. Partecipano alla stessa esperienza le scuole italiane del progetto provenienti dall'Università di Parma, da Roma La Sapienza, dalla Federico II di Napoli, le scuole di restauro e disegno dell'Università di Firenze, i dipartimenti di architettura dell'Università di Rotterdam e, ovviamente la sede ospitante. Per una settimana circa ottanta, tra studiosi, studenti, dottorandi, docenti, senza distinzioni di titolo e ruolo, lavorano all'elaborazione di un'idea per una porzione del waterfront di Istanbul. La delegazione del dArTe, composta da tre docenti strutturati (Giuseppe Arcidiacono, Alberto De Capua, Antonello Russo), due PhD del dottorato di ricerca dipartimentale in Architettura e Territorio e sette studenti iscritti al terzo anno del corso di laurea magistrale in Architettura, propone, di concerto con un gruppo di studenti turchi, un'idea insediativa per il nucleo storico di Beyo lu, distretto di Istanbul situato nella parte nord del cosiddetto Corno d'Oro, braccio di mare che separa l'area di Galata dal Centro Urbano. Il volume riporta le riflessioni teoriche e gli esiti grafici relativi al solo progetto proposto dall'equipe coordinata dai docenti reggini. Testimonianza di un agire italiano esso è ordinato da un meditato ascolto dei luoghi nel quale lettura, appropriazione, trascrizione sanciscono le azioni propedeutiche alla produzione di una differenza.
Antonello Russo, Vuoto e Progetto, LetteraVentidue Edizioni, Siracusa, 2018
Incentrare sul vuoto un ragionamento ampio sull’architettura apre il campo a un cammino a ritroso... more Incentrare sul vuoto un ragionamento ampio sull’architettura
apre il campo a un cammino a ritroso volto a selezionare, nel
tempo lungo della formazione di chi lo compie, gli strumenti utili a
riconoscere e far propria un’idea di spazio. Inteso comunemente
come un’assenza, il significato di vuoto è, nelle intenzioni
del testo, volutamente ribaltato. Assunto come un soggetto
attivo, esso configura un intento propositivo finalizzato al
posizionamento di una presenza protesa a riverberare, nell’intero
organico di una composizione, una dimensione icastica. Derivata
prima della nozione di spazio, il vuoto, in architettura, è dato
da un’importante attribuzione di senso a un intorno definito.
Al pari di un luogo generativo, esso riverbera una dimensione
tesa, dotata, cioè, di un’energia propria trasmessa da una
materia intangibile in grado di delineare, pur nella sua congenita
immaterialità, spazi talmente incisivi da configurarsi come pieni,
veri volumi atmosferici, masse d’aria le quali, seppur composte
da materia pulviscolare, si mostrano visibili e capaci d’imprimersi
nella memoria di chi (con occhi attrezzati) guarda e, con
attenzione, ascolta e riceve.
Il volume raccoglie, nel corpo centrale, tre saggi autonomi come
sintesi delle lezioni di composizione architettonica tenute per
il primo e il secondo anno del corso di laurea in Architettura
erogato dal dArTe, dipartimento di Architettura e Territorio,
dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Essi delineano
una raccolta di appunti strumentale alla messa a sistema di
una selezione di appartenenze utili a una riflessione generale
sull’architettura. Come esito di una teoria operante, la seconda
parte del volume riporta in sequenza una serie di esperienze
progettuali realizzate dagli stessi studenti a compimento del
loro percorso di formazione. Tre saggi, incardinati nelle sezioni
di presentazione e postfazione, completano l’apparato teorico
del volume configurando scenari diversificati sul futuro della
disciplina.
Antonello Russo (a cura di), Città Autografica. Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni, Gangemi editore, Roma, 2012
Città Autografica. Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni è una iniziativa culturale p... more Città Autografica. Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni è una iniziativa culturale promossa, organizzata e allestita da Grafite, associazione culturale con sede a Messina. Ideata e curata dal presidente Antonello Russo, essa è stata esposta per la prima volta in occasione della seconda edizione del workshop di progettazione "Il territorio oltre lo Stretto" nell'auditorium Bartolo Cattafi a Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina dal 30 aprile al 7 maggio 2011. La mostra percorre, in diciassette opere originali realizzate da progettisti, esponenti emergenti dell'architettura italiana, una riflessione critica sulla città e sulla evoluzione della sua immagine nella condizione contemporanea. Gli studi, selezionati su tutto il territorio nazionale, sono stati chiamati a sintetizzare un personale punto di vista sulle molteplici tematiche che attraversano l'universo urbano contemporaneo mediante la redazione di un elaborato originale autografo con gli strumenti propri del progetto di architettura. L'esposizione, nel proporre un quadro seppur parziale di un profilo generazionale, pone le premesse per una sintesi sulla evoluzione dell'organismo città sollecitando un dibattito sulle tematiche connesse al disegno e alla rappresentazione come luogo del pensiero progettuale con, al centro, la posizione della generazione oggetto di indagine.
Antonello Russo, Dall'immagine all'etica, Gangemi, Roma, 2012
Il testo è costituito dalla rielaborazione e dall’ampliamento di una serie di riflessioni redatte... more Il testo è costituito dalla rielaborazione
e dall’ampliamento di una serie di riflessioni redatte tra
il 2008 e il 2011 come approfondimento delle dinamiche evolutive
che hanno contraddistinto l’organismo urbano, la costituzione
e la forma della città contemporanea nel corso degli
ultimi decenni. Composti in occasione di una serie di eventi
che hanno contrassegnato la mia attività di studio e di ricerca
nella Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, le riflessioni
registrano il rapido mutamento dell’universo tematico a cui
è soggetta la città in seno alle importanti evoluzioni disposte
dalla crisi del modello industriale percorse dall’innalzamento
della comunicazione da strumento di divulgazione e conoscenza
a mezzo di controllo delle esigenze degli abitanti del
mondo industrializzato. A partire da una premessa sulla linea
di ricerca tracciata dalla scuola della mia formazione, il saggio
ripercorre il fenomeno della reiterazione dell’immagine su
scala planetaria indagando le nuove frontiere delle dinamiche
abitative concernenti il superamento dello schema tipologico.
Successivamente, la disposizione di un quadro critico sul progetto
della città del Novecento, luogo di sperimentazione e
verifica degli assunti teorici propri della tradizione italiana,
conduce ad un’analisi della condizione contemporanea attualmente
attraversata trasversalmente dalla parola crisi, identificata
come logo letterario della mancanza di creatività di un
tempo occidentale appiattito sugli stereotipi della variabile
economica. Il saggio è accompagnato da un regesto di immagini,
poste in diretta prosecuzione dei temi trattati durante lo
scritto. Esse configurano una sequenza parallela di fotogrammi
di riferimento di una certa parte della cultura architettonica
italiana. Quest’ultima, percorrendo, con il suo operare,
una specifica modalità di comporre costituisce, per chi scrive,
un patrimonio da salvaguardare e promuovere che risente,
nel tempo attuale, della mancanza di una critica oggettiva in
linea con le posizioni teoriche del passato.
I dati costituenti l’identità dell’architettura italiana, studiati con attenzione dalla
cultura internazionale, costituiscono un parametro di confronto
inconfutabile dal quale è possibile trarre i presupposti
per ripartire, pur con interpretazioni plurali e diversificate, per
collocare il contributo italiano nella congiuntura di crisi che
attraversa il mondo industrializzato.
Nella sequenza del volume si articolano tre sezioni. Al corpo
centrale che ospita un testo prevalentemente scritto fanno da
testata, di apertura e di chiusura, due parti caratterizzate dallo
scorrere di disegni autografi concepiti nella estemporaneità dei
taccuini da viaggio. Essi producono una lettura autonoma che
registra, in alcuni casi, impreviste ed inaspettate analogie con
gli argomenti trattati nel contesto del saggio. Tali riflessioni,
nel costituire l’esito gestuale di percorsi scevri da qualunque
posizione precostituita, codificano onde provenienti da una dimensione
altra proiettando le stesse verso la formalizzazione
di un universo immaginifico che, pur non premeditato ed apparentemente
casuale, rivela riferimenti formali, tettonici, di linguaggio ed iconografici riconosciuti come propri. A seconda
delle diverse variabili che ne determinano il concepimento,
questi appunti grafici hanno per soggetto paesaggi immaginari,
luoghi onirici, oggetti autonomi e decontestualizzati, spazi
altri, compressi in una dimensione temporale non distinguibile.
Analizzando tali prefigurazioni a posteriori, lo stesso autore
subisce un processo di straniamento che, in una visione
oggettiva e distaccata del suo stesso pensiero, lo induce ad una
rilettura della sua formazione per analizzare quanto di quelle
prefigurazioni siano riassumibili in tematiche descrivibili.
Antonello Russo, Sequenze didattiche, Iiriti editore, Reggio Calabria, 2012
Il volume raccoglie una selezione di lavori didattici dei corsi di Composizione Architettonica 1 ... more Il volume raccoglie una selezione di lavori didattici dei corsi di Composizione Architettonica 1 tenuti da chi scrive nella Facoltà di Architettura di Reggio Calabria dal 2009 al 2012 Le sezioni proposte dal testo delineano, nelle esperienze progettuali, una sequenza ordinata che configura le parti di un organismo in divenire che dispone, sul piano di lavoro, l’organizzazione paratattica di un insieme di elementi classificabili in un numero limitato di categorie omogenee. Le lunghe discussioni con gli studenti sulle coppie dicotomiche pubblico/privato, interno/esterno, luogo/progetto, spazio/tempo definiscono il piano problematico di base, predisponendo la progressiva riduzione di ogni pregiudizio formale dell’allievo connessa ad una contestuale decostruzione del metodo di progetto della scuola di provenienza dell’insegnante. L’analisi di tale decostruzione fornisce gli strumenti per classificare i temi fondanti di una metodologia. Nelle esperienze progettuali che si susseguono lungo il testo una riflessione sulla misura caratterizza lo sviluppo metrico e modulare di ogni prefigurazione spaziale. Alle normali richieste di certezza, di uno studente iscritto al primo anno, sulle modalità distributive, il percorso didattico orienta la conoscenza verso una propedeutica appropriazione delle categorie tipologiche tradizionali per una successiva loro ibridazione in ordini non più classificabili con termini precisi.
EUNO Edizioni, 2012
Il libro Moduloquattro. Spazio, misura, struttura illustra gli scritti programmatici e i progetti... more Il libro Moduloquattro. Spazio, misura, struttura illustra gli scritti programmatici e i progetti dei suoi componenti consentendo ai lettori di questo impegnativo volume di entrare nel merito di una ricerca per più motivi importante e necessaria. Il saggio di Maurizio Oddo - autore di Architettura contemporanea in Sicilia, una storia ampia e approfondita delle vicende urbane e architettoniche, la quale costituisce l’unica opera che inquadri sistematicamente quanto si è prodotto nel Novecento nell’isola - ricostruisce con grande chiarezza la genesi e lo sviluppo del lavoro del gruppo, mettendo in evidenza la relazione tra le posizioni teoriche espresse e la loro traduzione in architetture progettate e costruite. Tra le numerose considerazioni critiche avanzate da Maurizio Oddo emerge la stretta connessione tra le architetture del gruppo messinese e il luogo. “Interpretando i processi conoscitivi propri della disciplina i componenti di Moduloquattro riescono a coniugare – egli scrive – la dimensione formale dell’ordine compiuto e riconoscibile dell’opera con la dimensione fenomenologica del nesso architettura/luogo ovvero, in aggiunta alla ricerca teorica, il rapporto imprescindibile per chi l’architettura la realizza concretamente”. In questo passo Maurizio Oddo chiarisce uno degli aspetti da chi scrive ritenuti essenziali dell’idea di architettura messa a punto da Moduloquattro, vale a dire lo spostamento dalla nozione di contesto, legata agli aspetti esteriori di un certo intorno paesistico e urbano, a quella di luogo, consistente nell’espressione della costituzione strutturale dello stesso intorno. Una costituzione nella quale i segni insediativi e quelli architettonici si situano sul piano di ciò che si potrebbe chiamare una memoria segreta, un senso nascosto da decodificare e da interpretare in quanto portatore non solo dei contenuti del passato ma anche di quelli del presente e, soprattutto, di quelli del futuro. L’architettura di Moduloquattro si configura come l’approdo di un itinerario sperimentale piuttosto complesso, nel quale è possibile rinvenire, al di là delle mutazioni interne che un lavoro decennale comporta, alcune invarianti teorico-operative. La prima si potrebbe identificare in un voluto trattenersi in un’area intermedia tra grammatica e sintassi. Le architetture proposte dal gruppo si presentano infatti come realtà compositive e costruttive sospese tra l’enunciazione di principi geometrici e di spazi primari e l’evoluzione che questi subiscono. Un’evoluzione arrestata non appena questa comincia a mostrare i suoi effetti. La seconda invariante si riconosce, come già messo in evidenza nelle precedenti note, nella dialettica tra superficie e volume. A partire dal piano – in termini architettonici il muro – il volume si determina secondo le modalità attraverso le quali il piano stesso si trasforma mediante una serie di piegature che comprimono e dilatano lo spazio. Tale dialettica conferisce al volume una percepibile ambiguità, nel senso che la permanenza in esso della matrice planare modifica in modo significativo l’essenza tridimensionale e la configurazione plastica del corpo architettonico. La terza invariante consiste in una combinazione compositiva, planimetrica e architettonica di unità e di frammento. Incorporando quella risonanza archeologica alla quale si è già fatto cenno, i progetti urbani di Moduloquattro, così come i loro edifici e i loro interni, si presentano come tessiture multiple di segni insediativi e architettonici che alludono ad una temporalità plurima e stratificata. Come si è detto in un punto precedente di questo scritto, le tre invarianti si inscrivono nella dimensione del luogo come sintesi diacroniche e sincroniche di tutte le tracce presenti in un punto preciso del mondo. La loro presenza fa sì che la scrittura architettonica di Moduloquattro, come nota Maurizio Oddo, “mette in atto, applicandoli, i termini di essenzialità e di autenticità dell’architettura più che di commento; chiavi che testimoniano, di fatto, una forte capacità di pensiero e di azione in tutti i loro progetti nati da questi intendimenti di fondo”. Si potrebbe aggiungere a questa considerazione un’ulteriore osservazione. L’architettura di Fabrizio Ciappina, Giuseppe Fugazzotto, Antonello Russo e Gaetano Scarcella si colloca positivamente tra modernità e contemporaneità esibendo criticamente il suo legame con la tradizione del nuovo nel momento stesso in cui tale tradizione è rimessa totalmente in discussione al fine di verificarne le valenze ancora libere.
Tratto da:
Laura Thermes,
Dal contesto al luogo. Un'interpretazione dell’itinerario conoscitivo e creativo di Moduloquattro,
(testo di presentazione del volume)
Papers by Antonello Russo
U+D Urbanform and Design n°20 (ISSN print 2612‐3754 ISBN print 978-88-9295-837-1) Direttore_Editor Giuseppe Strappa, Univ. Roma Tre, 2023
Esiste sub specie archietcturæ, come nella filosofia aristotelica, un sìnolo tra materia e forma?... more Esiste sub specie archietcturæ, come nella filosofia aristotelica, un sìnolo tra materia e forma? Secondo Antonello Russo, autore del prezioso volume La materia della forma e altri scritti uscito per i tipi AIÓN di Firenze nel 2022, tale legame indissolubile non solo esiste ma sarebbe addirittura un consistente antemurale contro l’inesorabile, sempre più incipiente, dissoluzione dell’architettura e della città. Se molteplici e non sempre univoche sono le possibili connessioni attivabili tra le accezioni filosofiche – quelle platoniche e/vs quelle aristoteliche ad esempio – di una necessaria unità tra materia e forma, secondo Antonello Russo, venendo al nostro specifico disciplinare, la forma architettonica si dà soprattutto nella sua assertività e nella sua consistenza: anche materiale, di peso ma soprattutto concettuale, astratta, strutturata.
A I C 2 3 Architettura Italiana Contemporanea Progetto | Pensiero | Idea, a cura di Camillo Orfeo, Claudia Sansò, Clean Edizioni, Napoli, 2023
AIC23 ARCHITETTURA ITALIANA CONTEMPORANEA Progetto | Pensiero | Idea Mostra di architettura AI... more AIC23 ARCHITETTURA ITALIANA CONTEMPORANEA
Progetto | Pensiero | Idea
Mostra di architettura
AIC23_Architetura Italiana Contemporanea 2023
Ideazione di Renato Capozzi, Dario Costi, Luca Lanini
Cura e allestimento Camillo Orfeo e Caludia Sansò
Catalogo CLEAN Edizioni – Collana MMA
Ambulacro della Biblioteca di Area Architettura
Palazzo Gravina – Napoli
17-28 0ttobre 2023
Seminario di presentazione
Aula Magna DiARC – Palazzo Gravina
17 ottobre ore 15:30
Architettura e Città Argomenti di Architettura. La città dei desideri. Sogni e disegni di architettura. 18/2023 Di Baio Editore , 2023
Che città vogliamo? La risposta a tale interrogativo, nel rimandare alla proposizione di un’idea ... more Che città vogliamo? La risposta a tale interrogativo, nel rimandare alla proposizione di un’idea di forma dell’organismo urbano, delinea interrogativi fondanti le diverse scale dell’universo disciplinare. Se, per buona parte del Novecento, l’idea di città ha confermato il primato del funzionalismo iterato dal modello della catena di montaggio, la condizione postmoderna, descritta da Jean-François Lyotard già nel 1979, sancisce nell’innalzamento del ruolo della comunicazione uno straordinario strumento di potere che, di fatto, riformula gli equilibri precedenti per proporre nuove gerarchie spaziali caratterizzanti l’uso, la forma, l’immagine dell’organismo urbano.
Giuseppe Arcidiacono. D'ARCHITETTURA E D'ALTRI SCONFINAMENTI, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2023
Il termine distanza riporta, nel suo significato, a una differenza di valore o di carattere tra e... more Il termine distanza riporta, nel suo significato, a una differenza di valore o di carattere tra elementi diversi anche nel caso gli stessi siano concorrenti alla stesura di una sintesi. Se, nel linguaggio comune, la retorica del politicamente corretto rimanda ogni divisione a un presagio di possibili contrasti, nei percorsi dell’arte l’idea di separazione è, sempre, colta come un’opportunità di metodo per l’innesco di un intervallo tensionale tra identità riconoscibili.
M. Bassanelli, I. Forino, L. Lanini, M. Lucchini (a cura di), Per una Nuova Casa Italiana. Prospettive di ricerca e di progetto per la post-pandemia, Pisa University Press, Pisa , 2023
L’interno domestico ha subito, nel corso del Novecento, una radicale trasformazione. La condizion... more L’interno domestico ha subito, nel corso del Novecento, una radicale trasformazione. La condizione postmoderna, tratteggiata da Lyotard negli anni Settanta, nel decretare l’innalzamento dei media a valori insostituibili, delinea nella casa l’esigenza di un’individualizzazione dei suoi temi compositivi, di una flessibilità della sua spazialità in seno alle esigenze di mobilità dei suoi fruitori. In tale quadro la polverizzazione del nucleo familiare e il ritorno del lavoro all’interno dell’alloggio, già teorizzati da Toffler negli anni Ottanta, dispongono nel superamento degli schemi tipologici la sovrapposizione tra dimensione pubblica e componente privata dell’abitare. Distinta dall’indifferenza proposta nel loft, la pianta di progetto rimodula i temi del raumplan loosiano per la composizione, in sequenza, di vani riconoscibili dedicati all’accoglienza, alla convivialità e al telelavoro, rifusi in unica lettura visuale. Ad una contrazione degli spazi destinati alla cucina, intesa come affinamento del food industriale, si contrappone l’ampliamento dei corridoi di distribuzione, come spazi in grado di accogliere più funzioni, e l’inserimento dei vani dedicati al benessere del corpo, come ambienti primari di stanze destinate al riposo. Esito di un ribaltamento degli equilibri proporzionali tra spazio servente e spazio servito, lo spazio domestico misura nell’aggregazione di unità elementari le contrazioni e/o le dilatazioni della sua estensione. In continuità con tale evoluzione, la recente pandemia ha amplificato l’esigenza di vani aperti - logge, terrazze, giardini - posti in diretta connessione con lo spazio interno. Ne consegue un progressivo indebolimento della soglia di passaggio tra luoghi coperti e pertinenze esterne per l’affermazione di una spazialità dal prevalente sviluppo orizzontale. Protetta dalla sacralità del suo recinto, sospesa tra evidenza ed introversione, la casa contemporanea delinea nel patio il suo tipo di riferimento.
Giuseppe Arcidiacono, ARCHE'. ARCHITETTURA CONTEMPORANEA E ARCHEOLOGIA IN CALABRIA, LetteraVentidue, Siracusa, 2023
Riflettere su una genesi significa aver individuato un obiettivo e, con esso, aver avuto modo di ... more Riflettere su una genesi significa aver individuato un obiettivo e, con esso, aver avuto modo di appurare una sovrapposizione tra ipotesi e tesi, tra incipit e conclusione. Come già Karl Krauss sottolineava nel suo celebre aforisma, la sostanza originaria delle cose riporta nella sua stessa natura anche la finalità principale di una ricerca. In tale sintesi è insita la predisposizione di Giuseppe Arcidiacono a individuare nella meta i dati caratterizzanti l’origine. Ne consegue una sua attitudine a delineare una proiezione circolare del sapere che, riportando agli estremi la sovrapposizione in uno stesso punto, non può che proporre in ogni conclusione un nuovo inizio.
S. Bartocci, G.M. Biddau, L. Cabras, A. Dessì, L. Pujia (a cura di), TRANSIZIONI L’avvenire della didattica e della ricerca per il progetto di architettura, ProArch Società scientifica nazionale del progetto , 2022
L’idea di Interno, per consuetudine riferibile ai confini del manufatto può, in una lettura gener... more L’idea di Interno, per consuetudine riferibile ai confini del manufatto può, in una lettura generalista della disciplina, rivelarsi portatrice di una dilatazione semantica capace di includere, nei suoi principi costitutivi, anche quelle estensioni territoriali dove le sedimentazioni antropiche, connesse ai rilievi caratterizzanti una preminente forma della Terra, descrivono invasi stabilmente conclusi e depositari di un potenziale estetico. Corroborato dalle teorie di Franco Purini, che allineano il paesaggio italiano a una sequenza di stanze, tale principio connette il rilevamento di un’internità alla dimensione antropogeografica del territorio includendo in essa anche l’estensione della città dove le piazze, taluni slarghi, i campi, le corti, gli spazi raccolti a cielo libero, ricalcando la perentorietà del foro romano, descrivono l’urbano come concatenazione porosa di vuoti delimitati dalle quinte degli edifici che vi prospettano. In seno a tale premessa, il saggio tende a esplicitare una visione dell’Interno che, prescindendo da ogni pregiudizio scalare, riconduce la sua composizione al rinvenimento di un limite, continuo o puntuale, come dispositivo rivelatore di una discontinuità tra un dentro, ritenuto sicuro e stabile, e un fuori, identificabile come infinito e indistinto. Tali assunti trovano applicazione in una serie di esiti didattici riconducibili a esperienze di docenza, tenute da chi scrive, nelle quali il tema dell’Interno trova connessioni con la scala del quartiere, del nodo urbano, della casa e, come di consuetudine, con lo spazio confinato della cellula. L’applicazione, in tutti gli esempi, di un unico metodo d’indagine configura nelle fasi di analisi e di appropriazione dei dati insediativi e costitutivi dell’esistente una dimensione conoscitiva finalizzata a un’interpretazione caratterizzata dall’introduzione di una differenza tesa a iscriversi nella storia.
U+D URBANFORM AND DESIGN. La ricerca di morfologia urbana in Italia. Strumenti, metodi, ricerche. N°16, 2022
With the belief that only by adhering to a wide and general theory on the composition of its stru... more With the belief that only by adhering to a wide and general theory on the composition of its structure, it is possible to proceed to the manipulation of even the most minute of its parts, the essay tends to develop a thought on the idea of the shape of the urban organism aimed at composing a settlement grammar to define a suitable syntax that is then projected to assign an identity to the peri-urban areas. Drawing on references that have already expressed a stance on the matter, to be found throughout the text is the endorsement of an idea of densification linked to the expansion and completion of existing manufactured fragments to yield clusters on the remains of what is left of the original landscape, the islands identifiable as concluded portions of the urban setting. On the horizon, the idea of an archipelago of settlements of small and medium size defines the operational synthesis of dialectic between urban clusters and natural spaces understood as equal and distinct elements of a composition. The underlying objective therefore refers to the proposition of a forma urbis aimed at delineating, within discontinuity and in the distance, the information necessary to determine a fruitful tension among the subjects of a composition such as to render immovable the elements that underlie a balance.
in Giovanni Multari, Isotta Cortesi (a cura di), ABITARE E INTERPRETARE L'ESISTENTE. CASE NUOVE, ROSARNO, FedOA Press, Napoli, 2022
Franco Purini, Enrico Ansaloni (a cura di), L'opera d'arte nell'opera d'arte, Libria,, 2021
“…l’idea non deve essere spiegata, deve sentirsi, deve uscire, deve essere dentro quello che hai ... more “…l’idea non deve essere spiegata,
deve sentirsi, deve uscire, deve essere dentro quello che hai fatto”
Mauro Staccioli
Immaginare uno spazio per un cerchio perfetto, che ha già trovato nell’estensione del paesaggio il suo ambiente ideale, conduce a una trasposizione di senso. Un’inversione che dal reale attraversa l’immaginario per tornare ad essere concreta, almeno nel piano bidimensionale di un disegno. Un percorso necessario a misurare un invaso che dalla terra conduce all’acqua per farci abitanti di un’isola minima. Sospesa tra due suoli troppo lontani per congiungersi e troppo vicini per ritenersi estranei essa dà forma alla precarietà del quotidiano, all’inquietudine del presente, all’incertezza sul futuro, al transitorio di chi non ha un luogo dove tornare. Due rampe gradonate contrapposte, con inclinazioni diverse, disegnano un teatro totale con, al centro, una scena solcata da un filamento che ricongiunge ogni ambizione alla stabilità della terra. Un quadrato di base con lato di 15m governa le misure in pianta e in alzato. Il suono delle onde batte un tempo ciclico. L’Anello di Mauro Staccioli pensato per il suolo di Volterra si poggia sul piano inclinato più lungo. Esso vince sul tempo arrestandosi e arrestandolo, un attimo prima di scivolare.
Ruggero Lenci (a cura di), Simposio Arte Architettura su FRANCO PURINI in occasione dei suoi ani ottanta, Gangemi Editore, Roma, 2021
L’occhio cyborg di Franco Purini elabora le informazioni del reale per alimentare una personale r... more L’occhio cyborg di Franco Purini elabora le informazioni del reale per alimentare una personale ricerca sulla composizione della forma nelle pagine dei suoi taccuini da viaggio. Accumulando dati, ipotesi e prospettive, esso misura proiezioni visionarie in disegni e opere costruite tra loro interrelati e conseguenziali. Dando prova delle potenzialità del reale PURINCYBORG sintetizza i confini del pensiero umano traslandoli ben oltre ogni possibile traguardo della tecnologia.
Architettura e Città. Architettura contemporanea e contesto storico 15/2020, DiBaio Editore, 2020
L’intervento sulle preesistenze acquista risvolti specifici nei territori del Meridione d’Italia ... more L’intervento sulle preesistenze acquista risvolti specifici nei territori del Meridione d’Italia nei quali si mostrano più che legittime le preoccupazioni degli Enti preposti alla tutela. In Calabria l’introduzione del nuovo nei centri storici delinea, più che altrove, una pratica necessaria per introdurre quei servizi utili ad una contemporanea dotazione disponendo, a partire dalla loro identità, la messa a punto di una nuova narrazione della storia e del paesaggio dell’intera regione.
LA MATERIA DELLA FORMA, Aion Edizioni, 2022
Il volume raccoglie una selezione di scritti oggetto di saggi, lezioni e interventi a convegni co... more Il volume raccoglie una selezione di scritti oggetto di saggi, lezioni e interventi a convegni composti nell’arco di un decennio. Quindici testi organizzati in tre sezioni tematiche, seppur composti in tempi diversi, delineano tra loro evidenti connessioni come testimonianza di una teoria unitaria. Questa tende a esplicitare un’idea generale di progetto come esito di un percorso della ragione che configura nella fase di analisi (delle tracce dei sistemi originari) e di appropriazione (dei dati insediativi e costitutivi di un contesto) due tempi propedeutici a una personale interpretazione tesa alla misurazione di una differenza in grado di inscriversi nella storia. Tale aderenza, nel confermare l’immanente energia di un salutare conflitto tra architettura e natura, finalizza la sua azione a riconoscere gli elementi primari di una composizione per incanalare la tensione profusa dalla misurazione di una distanza tra le masse in una meditata poetica di ascolto dei luoghi. Si aggiunge, tra le pagine, la necessità di coniare per sé un’idea di forma della città sulla quale collocare anche la più piccola delle case. Ne consegue l’applicazione di un metodo che riconosce l’agire compositivo come arte della proporzione direttamente connessa all’individuazione di una misura identificabile come unità elementare di riferimento per l’intera trama operativa. L’architettura, in tale quadro, si impone al mondo come formidabile risorsa in grado di testimoniare la cultura, la dimensione civica, l’agire dell’uomo e le sue conquiste nel campo della conoscenza. In tale quadro, questa raccolta compone le intenzioni di un programma trasversale che, seppur non esaustivo e ancora in fase di completamento, tende a individuare affinità e convergenze tra assunti di base e proiezioni operative valide tanto per la progettazione e l’arredo di una camera quanto per il rinvenimento dei principi necessari alla composizione di relazioni alla scala del paesaggio.
Antonello Russo, Elementare e complesso. La città per isole. Grammatiche insediative per la città contemporanea, LetteraVentidue, Siracusa, 2020
Studiando il lavoro sulle “composizioni alla scala della città” che Antonello Russo ci propone at... more Studiando il lavoro sulle “composizioni alla scala della città” che Antonello Russo ci propone attraverso le elaborazioni dei suoi studenti, appare subito evidente un pensiero sulla forma urbana. Si manifesta l’idea di costruire gli isolati residenziali come singole architetture, nuclei urbani concepiti come un’unica grande casa in cui gli spazi liberi
fra gli edifici diventano luoghi del progetto. É in questi spazi che la città rivela il suo intento rappresentativo, che si rende riconoscibile, che diventa teatro della vita degli uomini. Il libro di Antonello Russo è testimone di un’idea di città in cui sono contenute le aspirazioni di una moderna cultura dell’abitare, un’idea di spazio dove poter ritrovare una nuova dimensione “sociale”.
(dalla presentazione di Marco Mannino)
Antonello Russo (a cura di) , Reggio Calabria Istanbul. Un progetto per Galata. A project for Galata, LetteraVentidue, Siracusa, 2020
Un accordo bilaterale tra sedi universitarie ha, nel Marzo 2019, posto le premesse per l'invito a... more Un accordo bilaterale tra sedi universitarie ha, nel Marzo 2019, posto le premesse per l'invito ad una delegazione di docenti, dottorandi e studenti dell'ateneo di Reggio Calabria a partecipare, in qualità di progettisti, all'International Urban Design Workshop 2019 "Urban Façade: Istanbul Waterfront", organizzato nella sede turca. Partecipano alla stessa esperienza le scuole italiane del progetto provenienti dall'Università di Parma, da Roma La Sapienza, dalla Federico II di Napoli, le scuole di restauro e disegno dell'Università di Firenze, i dipartimenti di architettura dell'Università di Rotterdam e, ovviamente la sede ospitante. Per una settimana circa ottanta, tra studiosi, studenti, dottorandi, docenti, senza distinzioni di titolo e ruolo, lavorano all'elaborazione di un'idea per una porzione del waterfront di Istanbul. La delegazione del dArTe, composta da tre docenti strutturati (Giuseppe Arcidiacono, Alberto De Capua, Antonello Russo), due PhD del dottorato di ricerca dipartimentale in Architettura e Territorio e sette studenti iscritti al terzo anno del corso di laurea magistrale in Architettura, propone, di concerto con un gruppo di studenti turchi, un'idea insediativa per il nucleo storico di Beyo lu, distretto di Istanbul situato nella parte nord del cosiddetto Corno d'Oro, braccio di mare che separa l'area di Galata dal Centro Urbano. Il volume riporta le riflessioni teoriche e gli esiti grafici relativi al solo progetto proposto dall'equipe coordinata dai docenti reggini. Testimonianza di un agire italiano esso è ordinato da un meditato ascolto dei luoghi nel quale lettura, appropriazione, trascrizione sanciscono le azioni propedeutiche alla produzione di una differenza.
Antonello Russo, Vuoto e Progetto, LetteraVentidue Edizioni, Siracusa, 2018
Incentrare sul vuoto un ragionamento ampio sull’architettura apre il campo a un cammino a ritroso... more Incentrare sul vuoto un ragionamento ampio sull’architettura
apre il campo a un cammino a ritroso volto a selezionare, nel
tempo lungo della formazione di chi lo compie, gli strumenti utili a
riconoscere e far propria un’idea di spazio. Inteso comunemente
come un’assenza, il significato di vuoto è, nelle intenzioni
del testo, volutamente ribaltato. Assunto come un soggetto
attivo, esso configura un intento propositivo finalizzato al
posizionamento di una presenza protesa a riverberare, nell’intero
organico di una composizione, una dimensione icastica. Derivata
prima della nozione di spazio, il vuoto, in architettura, è dato
da un’importante attribuzione di senso a un intorno definito.
Al pari di un luogo generativo, esso riverbera una dimensione
tesa, dotata, cioè, di un’energia propria trasmessa da una
materia intangibile in grado di delineare, pur nella sua congenita
immaterialità, spazi talmente incisivi da configurarsi come pieni,
veri volumi atmosferici, masse d’aria le quali, seppur composte
da materia pulviscolare, si mostrano visibili e capaci d’imprimersi
nella memoria di chi (con occhi attrezzati) guarda e, con
attenzione, ascolta e riceve.
Il volume raccoglie, nel corpo centrale, tre saggi autonomi come
sintesi delle lezioni di composizione architettonica tenute per
il primo e il secondo anno del corso di laurea in Architettura
erogato dal dArTe, dipartimento di Architettura e Territorio,
dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. Essi delineano
una raccolta di appunti strumentale alla messa a sistema di
una selezione di appartenenze utili a una riflessione generale
sull’architettura. Come esito di una teoria operante, la seconda
parte del volume riporta in sequenza una serie di esperienze
progettuali realizzate dagli stessi studenti a compimento del
loro percorso di formazione. Tre saggi, incardinati nelle sezioni
di presentazione e postfazione, completano l’apparato teorico
del volume configurando scenari diversificati sul futuro della
disciplina.
Antonello Russo (a cura di), Città Autografica. Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni, Gangemi editore, Roma, 2012
Città Autografica. Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni è una iniziativa culturale p... more Città Autografica. Disegno e progetto per un dialogo tra generazioni è una iniziativa culturale promossa, organizzata e allestita da Grafite, associazione culturale con sede a Messina. Ideata e curata dal presidente Antonello Russo, essa è stata esposta per la prima volta in occasione della seconda edizione del workshop di progettazione "Il territorio oltre lo Stretto" nell'auditorium Bartolo Cattafi a Barcellona Pozzo di Gotto in provincia di Messina dal 30 aprile al 7 maggio 2011. La mostra percorre, in diciassette opere originali realizzate da progettisti, esponenti emergenti dell'architettura italiana, una riflessione critica sulla città e sulla evoluzione della sua immagine nella condizione contemporanea. Gli studi, selezionati su tutto il territorio nazionale, sono stati chiamati a sintetizzare un personale punto di vista sulle molteplici tematiche che attraversano l'universo urbano contemporaneo mediante la redazione di un elaborato originale autografo con gli strumenti propri del progetto di architettura. L'esposizione, nel proporre un quadro seppur parziale di un profilo generazionale, pone le premesse per una sintesi sulla evoluzione dell'organismo città sollecitando un dibattito sulle tematiche connesse al disegno e alla rappresentazione come luogo del pensiero progettuale con, al centro, la posizione della generazione oggetto di indagine.
Antonello Russo, Dall'immagine all'etica, Gangemi, Roma, 2012
Il testo è costituito dalla rielaborazione e dall’ampliamento di una serie di riflessioni redatte... more Il testo è costituito dalla rielaborazione
e dall’ampliamento di una serie di riflessioni redatte tra
il 2008 e il 2011 come approfondimento delle dinamiche evolutive
che hanno contraddistinto l’organismo urbano, la costituzione
e la forma della città contemporanea nel corso degli
ultimi decenni. Composti in occasione di una serie di eventi
che hanno contrassegnato la mia attività di studio e di ricerca
nella Facoltà di Architettura di Reggio Calabria, le riflessioni
registrano il rapido mutamento dell’universo tematico a cui
è soggetta la città in seno alle importanti evoluzioni disposte
dalla crisi del modello industriale percorse dall’innalzamento
della comunicazione da strumento di divulgazione e conoscenza
a mezzo di controllo delle esigenze degli abitanti del
mondo industrializzato. A partire da una premessa sulla linea
di ricerca tracciata dalla scuola della mia formazione, il saggio
ripercorre il fenomeno della reiterazione dell’immagine su
scala planetaria indagando le nuove frontiere delle dinamiche
abitative concernenti il superamento dello schema tipologico.
Successivamente, la disposizione di un quadro critico sul progetto
della città del Novecento, luogo di sperimentazione e
verifica degli assunti teorici propri della tradizione italiana,
conduce ad un’analisi della condizione contemporanea attualmente
attraversata trasversalmente dalla parola crisi, identificata
come logo letterario della mancanza di creatività di un
tempo occidentale appiattito sugli stereotipi della variabile
economica. Il saggio è accompagnato da un regesto di immagini,
poste in diretta prosecuzione dei temi trattati durante lo
scritto. Esse configurano una sequenza parallela di fotogrammi
di riferimento di una certa parte della cultura architettonica
italiana. Quest’ultima, percorrendo, con il suo operare,
una specifica modalità di comporre costituisce, per chi scrive,
un patrimonio da salvaguardare e promuovere che risente,
nel tempo attuale, della mancanza di una critica oggettiva in
linea con le posizioni teoriche del passato.
I dati costituenti l’identità dell’architettura italiana, studiati con attenzione dalla
cultura internazionale, costituiscono un parametro di confronto
inconfutabile dal quale è possibile trarre i presupposti
per ripartire, pur con interpretazioni plurali e diversificate, per
collocare il contributo italiano nella congiuntura di crisi che
attraversa il mondo industrializzato.
Nella sequenza del volume si articolano tre sezioni. Al corpo
centrale che ospita un testo prevalentemente scritto fanno da
testata, di apertura e di chiusura, due parti caratterizzate dallo
scorrere di disegni autografi concepiti nella estemporaneità dei
taccuini da viaggio. Essi producono una lettura autonoma che
registra, in alcuni casi, impreviste ed inaspettate analogie con
gli argomenti trattati nel contesto del saggio. Tali riflessioni,
nel costituire l’esito gestuale di percorsi scevri da qualunque
posizione precostituita, codificano onde provenienti da una dimensione
altra proiettando le stesse verso la formalizzazione
di un universo immaginifico che, pur non premeditato ed apparentemente
casuale, rivela riferimenti formali, tettonici, di linguaggio ed iconografici riconosciuti come propri. A seconda
delle diverse variabili che ne determinano il concepimento,
questi appunti grafici hanno per soggetto paesaggi immaginari,
luoghi onirici, oggetti autonomi e decontestualizzati, spazi
altri, compressi in una dimensione temporale non distinguibile.
Analizzando tali prefigurazioni a posteriori, lo stesso autore
subisce un processo di straniamento che, in una visione
oggettiva e distaccata del suo stesso pensiero, lo induce ad una
rilettura della sua formazione per analizzare quanto di quelle
prefigurazioni siano riassumibili in tematiche descrivibili.
Antonello Russo, Sequenze didattiche, Iiriti editore, Reggio Calabria, 2012
Il volume raccoglie una selezione di lavori didattici dei corsi di Composizione Architettonica 1 ... more Il volume raccoglie una selezione di lavori didattici dei corsi di Composizione Architettonica 1 tenuti da chi scrive nella Facoltà di Architettura di Reggio Calabria dal 2009 al 2012 Le sezioni proposte dal testo delineano, nelle esperienze progettuali, una sequenza ordinata che configura le parti di un organismo in divenire che dispone, sul piano di lavoro, l’organizzazione paratattica di un insieme di elementi classificabili in un numero limitato di categorie omogenee. Le lunghe discussioni con gli studenti sulle coppie dicotomiche pubblico/privato, interno/esterno, luogo/progetto, spazio/tempo definiscono il piano problematico di base, predisponendo la progressiva riduzione di ogni pregiudizio formale dell’allievo connessa ad una contestuale decostruzione del metodo di progetto della scuola di provenienza dell’insegnante. L’analisi di tale decostruzione fornisce gli strumenti per classificare i temi fondanti di una metodologia. Nelle esperienze progettuali che si susseguono lungo il testo una riflessione sulla misura caratterizza lo sviluppo metrico e modulare di ogni prefigurazione spaziale. Alle normali richieste di certezza, di uno studente iscritto al primo anno, sulle modalità distributive, il percorso didattico orienta la conoscenza verso una propedeutica appropriazione delle categorie tipologiche tradizionali per una successiva loro ibridazione in ordini non più classificabili con termini precisi.
EUNO Edizioni, 2012
Il libro Moduloquattro. Spazio, misura, struttura illustra gli scritti programmatici e i progetti... more Il libro Moduloquattro. Spazio, misura, struttura illustra gli scritti programmatici e i progetti dei suoi componenti consentendo ai lettori di questo impegnativo volume di entrare nel merito di una ricerca per più motivi importante e necessaria. Il saggio di Maurizio Oddo - autore di Architettura contemporanea in Sicilia, una storia ampia e approfondita delle vicende urbane e architettoniche, la quale costituisce l’unica opera che inquadri sistematicamente quanto si è prodotto nel Novecento nell’isola - ricostruisce con grande chiarezza la genesi e lo sviluppo del lavoro del gruppo, mettendo in evidenza la relazione tra le posizioni teoriche espresse e la loro traduzione in architetture progettate e costruite. Tra le numerose considerazioni critiche avanzate da Maurizio Oddo emerge la stretta connessione tra le architetture del gruppo messinese e il luogo. “Interpretando i processi conoscitivi propri della disciplina i componenti di Moduloquattro riescono a coniugare – egli scrive – la dimensione formale dell’ordine compiuto e riconoscibile dell’opera con la dimensione fenomenologica del nesso architettura/luogo ovvero, in aggiunta alla ricerca teorica, il rapporto imprescindibile per chi l’architettura la realizza concretamente”. In questo passo Maurizio Oddo chiarisce uno degli aspetti da chi scrive ritenuti essenziali dell’idea di architettura messa a punto da Moduloquattro, vale a dire lo spostamento dalla nozione di contesto, legata agli aspetti esteriori di un certo intorno paesistico e urbano, a quella di luogo, consistente nell’espressione della costituzione strutturale dello stesso intorno. Una costituzione nella quale i segni insediativi e quelli architettonici si situano sul piano di ciò che si potrebbe chiamare una memoria segreta, un senso nascosto da decodificare e da interpretare in quanto portatore non solo dei contenuti del passato ma anche di quelli del presente e, soprattutto, di quelli del futuro. L’architettura di Moduloquattro si configura come l’approdo di un itinerario sperimentale piuttosto complesso, nel quale è possibile rinvenire, al di là delle mutazioni interne che un lavoro decennale comporta, alcune invarianti teorico-operative. La prima si potrebbe identificare in un voluto trattenersi in un’area intermedia tra grammatica e sintassi. Le architetture proposte dal gruppo si presentano infatti come realtà compositive e costruttive sospese tra l’enunciazione di principi geometrici e di spazi primari e l’evoluzione che questi subiscono. Un’evoluzione arrestata non appena questa comincia a mostrare i suoi effetti. La seconda invariante si riconosce, come già messo in evidenza nelle precedenti note, nella dialettica tra superficie e volume. A partire dal piano – in termini architettonici il muro – il volume si determina secondo le modalità attraverso le quali il piano stesso si trasforma mediante una serie di piegature che comprimono e dilatano lo spazio. Tale dialettica conferisce al volume una percepibile ambiguità, nel senso che la permanenza in esso della matrice planare modifica in modo significativo l’essenza tridimensionale e la configurazione plastica del corpo architettonico. La terza invariante consiste in una combinazione compositiva, planimetrica e architettonica di unità e di frammento. Incorporando quella risonanza archeologica alla quale si è già fatto cenno, i progetti urbani di Moduloquattro, così come i loro edifici e i loro interni, si presentano come tessiture multiple di segni insediativi e architettonici che alludono ad una temporalità plurima e stratificata. Come si è detto in un punto precedente di questo scritto, le tre invarianti si inscrivono nella dimensione del luogo come sintesi diacroniche e sincroniche di tutte le tracce presenti in un punto preciso del mondo. La loro presenza fa sì che la scrittura architettonica di Moduloquattro, come nota Maurizio Oddo, “mette in atto, applicandoli, i termini di essenzialità e di autenticità dell’architettura più che di commento; chiavi che testimoniano, di fatto, una forte capacità di pensiero e di azione in tutti i loro progetti nati da questi intendimenti di fondo”. Si potrebbe aggiungere a questa considerazione un’ulteriore osservazione. L’architettura di Fabrizio Ciappina, Giuseppe Fugazzotto, Antonello Russo e Gaetano Scarcella si colloca positivamente tra modernità e contemporaneità esibendo criticamente il suo legame con la tradizione del nuovo nel momento stesso in cui tale tradizione è rimessa totalmente in discussione al fine di verificarne le valenze ancora libere.
Tratto da:
Laura Thermes,
Dal contesto al luogo. Un'interpretazione dell’itinerario conoscitivo e creativo di Moduloquattro,
(testo di presentazione del volume)
U+D Urbanform and Design n°20 (ISSN print 2612‐3754 ISBN print 978-88-9295-837-1) Direttore_Editor Giuseppe Strappa, Univ. Roma Tre, 2023
Esiste sub specie archietcturæ, come nella filosofia aristotelica, un sìnolo tra materia e forma?... more Esiste sub specie archietcturæ, come nella filosofia aristotelica, un sìnolo tra materia e forma? Secondo Antonello Russo, autore del prezioso volume La materia della forma e altri scritti uscito per i tipi AIÓN di Firenze nel 2022, tale legame indissolubile non solo esiste ma sarebbe addirittura un consistente antemurale contro l’inesorabile, sempre più incipiente, dissoluzione dell’architettura e della città. Se molteplici e non sempre univoche sono le possibili connessioni attivabili tra le accezioni filosofiche – quelle platoniche e/vs quelle aristoteliche ad esempio – di una necessaria unità tra materia e forma, secondo Antonello Russo, venendo al nostro specifico disciplinare, la forma architettonica si dà soprattutto nella sua assertività e nella sua consistenza: anche materiale, di peso ma soprattutto concettuale, astratta, strutturata.
A I C 2 3 Architettura Italiana Contemporanea Progetto | Pensiero | Idea, a cura di Camillo Orfeo, Claudia Sansò, Clean Edizioni, Napoli, 2023
AIC23 ARCHITETTURA ITALIANA CONTEMPORANEA Progetto | Pensiero | Idea Mostra di architettura AI... more AIC23 ARCHITETTURA ITALIANA CONTEMPORANEA
Progetto | Pensiero | Idea
Mostra di architettura
AIC23_Architetura Italiana Contemporanea 2023
Ideazione di Renato Capozzi, Dario Costi, Luca Lanini
Cura e allestimento Camillo Orfeo e Caludia Sansò
Catalogo CLEAN Edizioni – Collana MMA
Ambulacro della Biblioteca di Area Architettura
Palazzo Gravina – Napoli
17-28 0ttobre 2023
Seminario di presentazione
Aula Magna DiARC – Palazzo Gravina
17 ottobre ore 15:30
Architettura e Città Argomenti di Architettura. La città dei desideri. Sogni e disegni di architettura. 18/2023 Di Baio Editore , 2023
Che città vogliamo? La risposta a tale interrogativo, nel rimandare alla proposizione di un’idea ... more Che città vogliamo? La risposta a tale interrogativo, nel rimandare alla proposizione di un’idea di forma dell’organismo urbano, delinea interrogativi fondanti le diverse scale dell’universo disciplinare. Se, per buona parte del Novecento, l’idea di città ha confermato il primato del funzionalismo iterato dal modello della catena di montaggio, la condizione postmoderna, descritta da Jean-François Lyotard già nel 1979, sancisce nell’innalzamento del ruolo della comunicazione uno straordinario strumento di potere che, di fatto, riformula gli equilibri precedenti per proporre nuove gerarchie spaziali caratterizzanti l’uso, la forma, l’immagine dell’organismo urbano.
Giuseppe Arcidiacono. D'ARCHITETTURA E D'ALTRI SCONFINAMENTI, Città del Sole Edizioni, Reggio Calabria, 2023
Il termine distanza riporta, nel suo significato, a una differenza di valore o di carattere tra e... more Il termine distanza riporta, nel suo significato, a una differenza di valore o di carattere tra elementi diversi anche nel caso gli stessi siano concorrenti alla stesura di una sintesi. Se, nel linguaggio comune, la retorica del politicamente corretto rimanda ogni divisione a un presagio di possibili contrasti, nei percorsi dell’arte l’idea di separazione è, sempre, colta come un’opportunità di metodo per l’innesco di un intervallo tensionale tra identità riconoscibili.
M. Bassanelli, I. Forino, L. Lanini, M. Lucchini (a cura di), Per una Nuova Casa Italiana. Prospettive di ricerca e di progetto per la post-pandemia, Pisa University Press, Pisa , 2023
L’interno domestico ha subito, nel corso del Novecento, una radicale trasformazione. La condizion... more L’interno domestico ha subito, nel corso del Novecento, una radicale trasformazione. La condizione postmoderna, tratteggiata da Lyotard negli anni Settanta, nel decretare l’innalzamento dei media a valori insostituibili, delinea nella casa l’esigenza di un’individualizzazione dei suoi temi compositivi, di una flessibilità della sua spazialità in seno alle esigenze di mobilità dei suoi fruitori. In tale quadro la polverizzazione del nucleo familiare e il ritorno del lavoro all’interno dell’alloggio, già teorizzati da Toffler negli anni Ottanta, dispongono nel superamento degli schemi tipologici la sovrapposizione tra dimensione pubblica e componente privata dell’abitare. Distinta dall’indifferenza proposta nel loft, la pianta di progetto rimodula i temi del raumplan loosiano per la composizione, in sequenza, di vani riconoscibili dedicati all’accoglienza, alla convivialità e al telelavoro, rifusi in unica lettura visuale. Ad una contrazione degli spazi destinati alla cucina, intesa come affinamento del food industriale, si contrappone l’ampliamento dei corridoi di distribuzione, come spazi in grado di accogliere più funzioni, e l’inserimento dei vani dedicati al benessere del corpo, come ambienti primari di stanze destinate al riposo. Esito di un ribaltamento degli equilibri proporzionali tra spazio servente e spazio servito, lo spazio domestico misura nell’aggregazione di unità elementari le contrazioni e/o le dilatazioni della sua estensione. In continuità con tale evoluzione, la recente pandemia ha amplificato l’esigenza di vani aperti - logge, terrazze, giardini - posti in diretta connessione con lo spazio interno. Ne consegue un progressivo indebolimento della soglia di passaggio tra luoghi coperti e pertinenze esterne per l’affermazione di una spazialità dal prevalente sviluppo orizzontale. Protetta dalla sacralità del suo recinto, sospesa tra evidenza ed introversione, la casa contemporanea delinea nel patio il suo tipo di riferimento.
Giuseppe Arcidiacono, ARCHE'. ARCHITETTURA CONTEMPORANEA E ARCHEOLOGIA IN CALABRIA, LetteraVentidue, Siracusa, 2023
Riflettere su una genesi significa aver individuato un obiettivo e, con esso, aver avuto modo di ... more Riflettere su una genesi significa aver individuato un obiettivo e, con esso, aver avuto modo di appurare una sovrapposizione tra ipotesi e tesi, tra incipit e conclusione. Come già Karl Krauss sottolineava nel suo celebre aforisma, la sostanza originaria delle cose riporta nella sua stessa natura anche la finalità principale di una ricerca. In tale sintesi è insita la predisposizione di Giuseppe Arcidiacono a individuare nella meta i dati caratterizzanti l’origine. Ne consegue una sua attitudine a delineare una proiezione circolare del sapere che, riportando agli estremi la sovrapposizione in uno stesso punto, non può che proporre in ogni conclusione un nuovo inizio.
S. Bartocci, G.M. Biddau, L. Cabras, A. Dessì, L. Pujia (a cura di), TRANSIZIONI L’avvenire della didattica e della ricerca per il progetto di architettura, ProArch Società scientifica nazionale del progetto , 2022
L’idea di Interno, per consuetudine riferibile ai confini del manufatto può, in una lettura gener... more L’idea di Interno, per consuetudine riferibile ai confini del manufatto può, in una lettura generalista della disciplina, rivelarsi portatrice di una dilatazione semantica capace di includere, nei suoi principi costitutivi, anche quelle estensioni territoriali dove le sedimentazioni antropiche, connesse ai rilievi caratterizzanti una preminente forma della Terra, descrivono invasi stabilmente conclusi e depositari di un potenziale estetico. Corroborato dalle teorie di Franco Purini, che allineano il paesaggio italiano a una sequenza di stanze, tale principio connette il rilevamento di un’internità alla dimensione antropogeografica del territorio includendo in essa anche l’estensione della città dove le piazze, taluni slarghi, i campi, le corti, gli spazi raccolti a cielo libero, ricalcando la perentorietà del foro romano, descrivono l’urbano come concatenazione porosa di vuoti delimitati dalle quinte degli edifici che vi prospettano. In seno a tale premessa, il saggio tende a esplicitare una visione dell’Interno che, prescindendo da ogni pregiudizio scalare, riconduce la sua composizione al rinvenimento di un limite, continuo o puntuale, come dispositivo rivelatore di una discontinuità tra un dentro, ritenuto sicuro e stabile, e un fuori, identificabile come infinito e indistinto. Tali assunti trovano applicazione in una serie di esiti didattici riconducibili a esperienze di docenza, tenute da chi scrive, nelle quali il tema dell’Interno trova connessioni con la scala del quartiere, del nodo urbano, della casa e, come di consuetudine, con lo spazio confinato della cellula. L’applicazione, in tutti gli esempi, di un unico metodo d’indagine configura nelle fasi di analisi e di appropriazione dei dati insediativi e costitutivi dell’esistente una dimensione conoscitiva finalizzata a un’interpretazione caratterizzata dall’introduzione di una differenza tesa a iscriversi nella storia.
U+D URBANFORM AND DESIGN. La ricerca di morfologia urbana in Italia. Strumenti, metodi, ricerche. N°16, 2022
With the belief that only by adhering to a wide and general theory on the composition of its stru... more With the belief that only by adhering to a wide and general theory on the composition of its structure, it is possible to proceed to the manipulation of even the most minute of its parts, the essay tends to develop a thought on the idea of the shape of the urban organism aimed at composing a settlement grammar to define a suitable syntax that is then projected to assign an identity to the peri-urban areas. Drawing on references that have already expressed a stance on the matter, to be found throughout the text is the endorsement of an idea of densification linked to the expansion and completion of existing manufactured fragments to yield clusters on the remains of what is left of the original landscape, the islands identifiable as concluded portions of the urban setting. On the horizon, the idea of an archipelago of settlements of small and medium size defines the operational synthesis of dialectic between urban clusters and natural spaces understood as equal and distinct elements of a composition. The underlying objective therefore refers to the proposition of a forma urbis aimed at delineating, within discontinuity and in the distance, the information necessary to determine a fruitful tension among the subjects of a composition such as to render immovable the elements that underlie a balance.
in Giovanni Multari, Isotta Cortesi (a cura di), ABITARE E INTERPRETARE L'ESISTENTE. CASE NUOVE, ROSARNO, FedOA Press, Napoli, 2022
Franco Purini, Enrico Ansaloni (a cura di), L'opera d'arte nell'opera d'arte, Libria,, 2021
“…l’idea non deve essere spiegata, deve sentirsi, deve uscire, deve essere dentro quello che hai ... more “…l’idea non deve essere spiegata,
deve sentirsi, deve uscire, deve essere dentro quello che hai fatto”
Mauro Staccioli
Immaginare uno spazio per un cerchio perfetto, che ha già trovato nell’estensione del paesaggio il suo ambiente ideale, conduce a una trasposizione di senso. Un’inversione che dal reale attraversa l’immaginario per tornare ad essere concreta, almeno nel piano bidimensionale di un disegno. Un percorso necessario a misurare un invaso che dalla terra conduce all’acqua per farci abitanti di un’isola minima. Sospesa tra due suoli troppo lontani per congiungersi e troppo vicini per ritenersi estranei essa dà forma alla precarietà del quotidiano, all’inquietudine del presente, all’incertezza sul futuro, al transitorio di chi non ha un luogo dove tornare. Due rampe gradonate contrapposte, con inclinazioni diverse, disegnano un teatro totale con, al centro, una scena solcata da un filamento che ricongiunge ogni ambizione alla stabilità della terra. Un quadrato di base con lato di 15m governa le misure in pianta e in alzato. Il suono delle onde batte un tempo ciclico. L’Anello di Mauro Staccioli pensato per il suolo di Volterra si poggia sul piano inclinato più lungo. Esso vince sul tempo arrestandosi e arrestandolo, un attimo prima di scivolare.
Ruggero Lenci (a cura di), Simposio Arte Architettura su FRANCO PURINI in occasione dei suoi ani ottanta, Gangemi Editore, Roma, 2021
L’occhio cyborg di Franco Purini elabora le informazioni del reale per alimentare una personale r... more L’occhio cyborg di Franco Purini elabora le informazioni del reale per alimentare una personale ricerca sulla composizione della forma nelle pagine dei suoi taccuini da viaggio. Accumulando dati, ipotesi e prospettive, esso misura proiezioni visionarie in disegni e opere costruite tra loro interrelati e conseguenziali. Dando prova delle potenzialità del reale PURINCYBORG sintetizza i confini del pensiero umano traslandoli ben oltre ogni possibile traguardo della tecnologia.
Architettura e Città. Architettura contemporanea e contesto storico 15/2020, DiBaio Editore, 2020
L’intervento sulle preesistenze acquista risvolti specifici nei territori del Meridione d’Italia ... more L’intervento sulle preesistenze acquista risvolti specifici nei territori del Meridione d’Italia nei quali si mostrano più che legittime le preoccupazioni degli Enti preposti alla tutela. In Calabria l’introduzione del nuovo nei centri storici delinea, più che altrove, una pratica necessaria per introdurre quei servizi utili ad una contemporanea dotazione disponendo, a partire dalla loro identità, la messa a punto di una nuova narrazione della storia e del paesaggio dell’intera regione.
Largo Duomo n°6, 2021
Progettare un’architettura in Calabria impone una chiave interpretativa. Confrontarsi con i carat... more Progettare un’architettura in Calabria impone una chiave interpretativa. Confrontarsi con i caratteri fisici di un’orografia a tratti impetuosa e dirompente, alternata ad inaspettate ampie dilatazioni degli invasi, delinea due strade: vi si può rimanere schiacciati e per questo provare a superare il proprio complesso adoperandosi con la mimesi o, per opposto, prodigarsi in un dialogo a distanza nel quale la dimensione antropica e i caratteri del sito dispongono le premesse di un vicendevole ascolto. Questa casa in Calabria configura i presupposti di una teoria operante attenta a ribadire il ruolo della ragione e dell’azione dell’uomo nella costruzione del mondo, proiettata a
fornire gli strumenti per la decodificazione di un’immagine di paesaggio caratterizzata da una dialettica priva di soggezioni.
in Renato Capozzi, Federica Visconti, FIGURE URBANE NELL'ANTICO. PROGETTI PER AKRAGAS, a cura di Nicola Campanile, Ermelinda Di Chiara, collana CITTÀ E PAESAGGI MERIDIANI, p. 72-74, Aion, Firenze ISBN: 978-88-98262-99-1, 2021
Il vuoto del patio definisce uno spazio confinato. Nel tracciare una differenza tra un dentro e u... more Il vuoto del patio definisce uno spazio confinato. Nel tracciare una differenza tra un dentro e un fuori, esso è misurato da un recinto. Tre azioni distinguono uno spazio confinato introverso: la chiusura verso l’esterno; la misura della sua estensione; la traversabilità tra spazi interni e vani aperti. In tale quadro, cercare la misura, comporre la serialità, governare la ripetizione, delineano tre azioni/obiettivi utili alla definizione di una pianta di progetto caratterizzata da una serialità confermata dall’introduzione di opportune variazioni. Interprete di un’idea di casa intesa come ultimo rifugio dell’esistenza, il ricorso al patio assolve la richiesta di un indebolimento della soglia di passaggio tra interno ed esterno. Silenziosa e assertiva, sospesa tra esibizione e introversione, la spazialità dell’interno domestico contemporaneo delinea nel patio il suo tipo di riferimento.
Abstract
The void of the patio defines a confined space. In drawing a difference between an interior and an exterior, it is measured by the enclosure. Three actions distinguish an introverted confined space: closing towards the outside; the measure of its extension; the crossability between internal and open spaces. In this context, looking for the measure, to compose the seriality, to govern the repetition, outline three actions/objectives useful to define a project plan characterized by a seriality confirmed by the introduction of appropriate variations. Interpreter of an idea of the house intended as the last refuge of existence, the use of the patio fulfills the request for a weakening of the threshold of passage between inside and outside. Silent and assertive, suspended between exhibition and introversion, the spatiality of the contemporary domestic interior outlines the typology of reference in the patio.
U+D Urbanform and Design ISSN 2612-3754 (print) ISSN 2384-9207 (online), 2020
FAM Magazine del Festival dell’Architettura. Ricerche e progetti sull’architettura e la città. Coronavirus, città, architettura. Prospettive del progetto architettonico e urbano. N.52/53, 2020
L’incalzare delle disposizioni sanitarie connesse alla recente emergenza amplifica le criticità g... more L’incalzare delle disposizioni sanitarie connesse alla recente emergenza amplifica le criticità già espresse dall’evolversi dell’organismo urbano. L’alternanza tra opportune necessità di confinamento degli abitanti in gruppi circoscritti e le politiche di distanziamento sociale disposte ad arginare la diffusione del contagio da un virus tanto letale quanto straordinario propone, nel tempo corrente, una generale riflessione sulla composizione della forma urbis per l’affinamento di grammatiche insediative che, a fronte dell’estensione e della dispersione della città informale del Novecento delinea, di contro, nella concentrazione e nella discontinuità del costruito, nella riconoscibilità di una figura conclusa degli insediamenti, nel controllo del vuoto come spazio primario della produzione agricola e della socialità, i presupposti operativi per definire i caratteri di una plausibile dimensione urbana.
The escalation of the health conditions concerning the recent emergency amplifies the problems already expressed by the evolution of the urban organism. The alternation between the appropriate need for confinement of the inhabitants in limited groups and the policies of social distancing aiming at stemming the spread of contagion of a virus that is as lethal as it is peculiar, proposes, in these current times, a general reflection on the composition of the forma urbis to refine settlement grammars that, in the face of the expansion and dispersion of the informal city of the twentieth century outlines, on the other hand, in the concentration and discontinuity of the built-up areas, in the identifiability of a finished figure of the settlements, in the control of the void as the primary space of agricultural production and sociability, the operational conditions to define the characters of a plausible urban dimension.
CREATIVITY AND REALITY The art of building future cities 1st IConA International Conference on Architecture., 2020
Following this essay one can say that the immaterial icon of the building perpetuated over the la... more Following this essay one can say that the immaterial icon of the building perpetuated over the last three decades, characterized by a
shiny and evanescent materiality, seems to re-flect a deep tiredness today, featuring an increasingly rapid obsolescence of its image.
As a result, there is a need for a major review of the interpretation process of the requests coming from the market and geared toward
a new exegesis of the tectonic detail for a formal and material interpretation of the soundness of a financial system looking for validation.
This condition, while proposing a healthy come-back toward a conscious control of the tectonic dimension of the building,
re-interprets, in its typological and topological definition, an unexpected importance of the Italian tradition which has always featured
an approach to composition with a directness of the tectonic detail associated with a consid-eration on material facts and a thoughtful
measure of its inner consciousness as contents carrying a poetic nature. Such assumptions, reiterating the future end of the liquid antimaterial
evanescence of the building, today the prevailing expression of large Eastern numbers, when interpreting the demand for a
strong compactness of the economic dimen-sion, revalue the formal and constructive statutes of the local Western Latin area. It follows
that the theoretical and physical soundness of the Modern, the liquidity of the “post-modern condition”, the free evaporation from
increasingly recurring to the contemporary aesthetics of disappearance, in characterizing the evolution of the entropy of architectural
matter, entail a cyclical return to the solid state of matter outlining in sculptural massive-ness of the building, the basic assumption of
the research around the terms Structure and Form in architecture. To paraphrase the title of an essay by Franco Purini of a few years
ago envisioning the return to a solidity of the building, there appear on the horizon im-portant news that have been expected for some
time that define precisely in a new mono-materiality and in a more intrinsic relationship to art, particularly sculpture, the theoretical
assumption of contemporary language. In this context the space between things is assumed as an active subject. It configures the
positioning of a presence aimed at reverberating, in the whole organic of a composition, an icastic dimension.
A. Russo ed., Reggio Calabria Istanbul. Un progetto per Galata. A project for Galata. International Urban Design Workshop 2019 Urban Façade: Istanbul Waterfront, 2020
“Ars simia natura” (Boccaccio, 1360) is a concept that has cut in two the history of the arts. He... more “Ars simia natura” (Boccaccio, 1360) is a concept that has cut in two the history of the arts. Hence the modern figurative revolution the misunderstanding of this notion it has depleted architecture to a mere branch of the visual arts: architecture instead possesses its own compositional techniques and we consider here the dialectics between type and model in architectural composition as a metaphor outlining the elements of a design theory focused on meaning. The proposed theory founds itself on the transposition of Raffaele Panella’s teachings to the domain of Urban Morphology and adapting them for the purpose to achieve meaning in architecture. The contemporary project should accept any restraint imposed by the context, and fit within the processual evolution of the surrounding urban tissue, but by considering the collective memory it should also use recognisable elements to communicate, the design models (Carpenzano 1993). Every designer uses a model in his design activity, but not all are aware control of this creative process. The use of models in composition, not to be confused with the copy, belongs to an ancient school of thought, dating back to Aristotle, and feeding the history of architecture, all the way to the best tradition of modern architecture. We can find reference to the use of models in architectural composition in the design activity of “Gruppo Architettura” in the ‘60 in Italy and in the project for East Rome, designed by Raffale Panella, Costantino Dardi and Carlo Aymonino for the XV Milan Triennale in 1973 (Aymonino, Panella, Dardi, 1973).
LARGO DUOMO n°3, 2020
Nel secondo dopoguerra l’impegnodel Governo centrale nella disposizione di misure specifiche conn... more Nel secondo dopoguerra l’impegnodel Governo centrale nella disposizione di misure specifiche connesse all’abitare urbano allineò sullo slogan “una casa per tutti” una sinergia virtuosa tra le priorità di un progetto politico nazionale, tracciato da una visione lungimirante, e l’impegno disciplinare di una serie di architetti formatisi negli anni Trenta incaricati di testare, dal vero e "sul campo", la composizione di un’idea di città.
Salvatore Bisogni. La ricerca, il pensiero, l'opera attraverso tre recenti pubblicazioni, 2019
Salvatore Bisogni. La ricerca, il pensiero, l'opera attraverso tre recenti pubblicazioni. Interve... more Salvatore Bisogni. La ricerca, il pensiero, l'opera attraverso tre recenti pubblicazioni. Intervento DIARC UNINA Federico II Napoli 16 12 2019.