Stefano Ondelli | Università degli Studi di Trieste (original) (raw)
Papers by Stefano Ondelli
I testi e le varietà. Atti del XV Convegno ASLI - Associazione per la Storia della Lingua Italiana (Napoli, 21-24 settembre 2022)., 2024
La ricognizione di due riviste italiane di linguistica non ha permesso di individuare un unico mo... more La ricognizione di due riviste italiane di linguistica non ha permesso di individuare un unico modello testuale attribuibile ai contributi alla ricerca, né tendenze precise in diacronia: sembrano piuttosto valere le preferenze dei singoli autori. Come emerge dalle norme redazionali e dall’osservazione dei contributi, l’avvicinamento al modello angloamericano è avvenuto solo in parte, anche se sono riconoscibili i segmenti compositivi descritti da Swales. L’analisi qui condotta conferma quindi che in ambito umanistico emerge un’adozione solo parziale del modello invalso nelle scienze dure, peraltro influenzata dalle abitudini proprie di singole scuole, correnti e tradizioni. Inoltre risultano poco marcate le differenze strutturali tra prodotti identificati con etichette diverse, come articoli, saggi, volumi e recensioni.
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Government and Opposition, 2024
Right-wing populists are said to employ distinctive language to differentiate themselves from mai... more Right-wing populists are said to employ distinctive language to differentiate themselves from mainstream politicians. However, we know little about what makes their language distinct. We investigate this by assembling a novel corpus of speeches and using an automated text analysis tool to identify the keywords used by three right-wing populist leaders (Donald Trump, Marine Le Pen and Matteo Salvini) and three of their mainstream opponents (Hillary Clinton, Emmanuel Macron and Matteo Renzi). We then examine the contexts in which those keywords are used. We find that, while Trump and Salvini are stylistically populist in different ways to Le Pen, what distinguishes all of them is the clarity of the populist message (people vs elites and others) compared to their vaguer opponents. Our results have implications for how we understand populism as both ideology and style across linguistic contexts, in addition to how we conceive of its specificity compared to the mainstream.
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Proverò a rispondere ai quesiti dei nostri lettori secondo questo ordine: come si usa il verbo in... more Proverò a rispondere ai quesiti dei nostri lettori secondo questo ordine: come si usa il verbo inficiare? Qual è il suo significato? E, infine, come si coniuga?
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ITALIANO DIGITALE, 2024
Alcuni lettori ci segnalano casi di impiego della parola razionale non in funzione di aggettivo m... more Alcuni lettori ci segnalano casi di impiego della parola
razionale non in funzione di aggettivo ma di
sostantivo, sempre al plurale maschile (
razionali), in luogo di “logiche, criteri, motivazioni sottostanti"
o anche “prova, evidenza, riscontro", per es. nelle frasi “abbiamo preso questa decisione dopo aver
analizzato i razionali" oppure “i razionali ci dicono che l'approccio da noi seguito è corretto”.
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Questo Speciale, curato da Stefano Ondelli, è dedicato alla comunicazione facilitata, rivolta all... more Questo Speciale, curato da Stefano Ondelli, è dedicato alla comunicazione facilitata, rivolta alle persone con diffcoltà di lettura di diverso tipo.
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LESSICOGRAFIA STORICA DIALETTALE E REGIONALE Atti del XIV Convegno ASLI Associazione per la Storia della Lingua Italiana (Milano, 5-7 novembre 2020) , 2022
Questo contributo rende conto del ritrovamento e delle prime fasi di riordi- no dell’archivio del... more Questo contributo rende conto del ritrovamento e delle prime fasi di riordi-
no dell’archivio del professor Mario Doria presso il Dipartimento di Studi Uma-
nistici dell’Università di Trieste. In particolare, consideriamo uno schedario col-
legabile alla stesura del Grande dizionario del dialetto triestino storico etimologico
fraseologico, noto appunto come il Doria (d’ora in avanti, GDDT) a cui ha fatto
seguito una seconda edizione intitolata Nuovo Doria (d’ora in avanti, ND), cono-
sciuta anche come “Doria-Zeper”, con l’aggiunta del nome del nuovo curatore.
Nei §§ 2, 3 e 4 forniamo qualche informazione introduttiva e di contorno,
atta a inquadrare la biografia dell’autore e definire brevemente il contesto in cui
ha visto la luce il GDDT. Il § 5, invece, descrive l’archivio che abbiamo iniziato
a scandagliare, portando qualche esempio delle prime schede lessicografiche
analizzate e avanzando qualche ipotesi sul ruolo di questo schedario nell’eco-
nomia delle ricerche doriane. Nel § 6, infine, si accenna – a mo’ di conclusione
– alle direzioni che può prendere lo spoglio dell’archivio doriano, almeno per
gli aspetti lessicografici.
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L d'O - Lingua italiana d'oggi, 2022
Un'analisi quantitativa e alcuni sondaggi di tipo qualitativo dimostrano che il discorso antivacc... more Un'analisi quantitativa e alcuni sondaggi di tipo qualitativo dimostrano che il discorso antivaccinista di configura come una pseudo-argomentazione in gran parte sovrapponibile al discorso populista, che procede per giochi di parole ingiuriosi e invettive, caratterizzata dalla focalizzazione sugli aspetti sanitari ma fondamentalmente analoga nella contrapposizione tra élite assetate di potere che mentono al popolo e un gruppo di persone che ha deciso di ribellarsi, rifiutando le finte verità ufficiali. Rispetto al discorso populista di stampo politico, sembra mancare l’istanza del “capo”, cioè del leader che guida il processo di riappropriazione della libertà, mentre emerge nettamente la contrapposizione tra gli antivaccinisti “illuminati” e la maggioranza ingenua, passiva e acquiescente.
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Rivista Internazionale di Tecnica della Traduzione / International Journal of Translation, 2021
The Italian gerundial structures have undergone opposite developments in the last century. The co... more The Italian gerundial structures have undergone opposite developments in the last century. The continuous periphrasis [andare or venire + gerund] was more frequent at the end of the 1800s, whereas the progressive structure [stare + gerund] increased sharply during the 1900s. Furthermore, some of its syntactic constraints have weakened and today it can include a broader range of verb tenses and actional values. Based on previous research, both qualitative and quantitative, this study analyses a corpus including novels written by Italian authors and translations from foreign languages into Italian dating from 1811-1896 and 1976-2005. In addition to the overall figures, which confirm the dominant role of the continuous periphrases in literary language at the end of the 1900s, data suggest that translators anticipated the development of the gerundial periphrases in Italian in terms of the selection of auxiliary verbs and verb tenses.
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Sulle amate sponde Scritti di storia della lingua italiana per Gabriella Cartago a cura di Giuseppe Sergio, Rosa Argenziano e Jacopo Ferrari, 2021
Questo contributo illustra l’impiego delle perifrasi gerundivali continua e progressiva in un cor... more Questo contributo illustra l’impiego delle perifrasi gerundivali continua e progressiva in un corpus di italiano letterario che copre il periodo 1811-2005. Il saggio si articola come segue: nel par. 2 si tratteggiano le caratteristiche delle perifrasi gerundivali italiane, prendendone in considerazione i tratti semantici, morfosintattici e azionali; il par. 3 illustra alcune ricerche condotte in precedenza da studiosi che si sono occupati dei medesimi costrutti linguistici spogliando corpora di italiano di diversa natura; il par. 4, oltre a spiegare la metodologia seguita, dettaglia il corpus qui utilizzato per l’estrazione dei dati: opere letterarie e paraletterarie di autori italiani o tradotte in italiano da altre lingue; il par. 5 rende conto dei risultati dell’analisi; infine, il par. 6 trae le conclusioni dello studio e tratteggia alcune prospettive di ricerca futura.
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The Italian verb-clitic constructions termed verbi procomplementari may be classified as phraseol... more The Italian verb-clitic constructions termed verbi procomplementari may be classified as phraseological units with reference to their non-compositional meaning; moreover, they often belong to larger multi-words including additional elements. Although some date back to the 14th Century, the increasing frequency of most procomplementari is a consequence of the recent influence of oral discourse on modern Italian. This survey of a corpus of fictional prose written by Italian authors or translated from other languages sheds light on the chronological development between 1800 and 2005 and illustrates the role of translations in the success of this class of verbs. Although the analysis confirms their quantitative increase, their widespread presence in translations stands in contrast with the tenets of Translation Universals.
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Italiano LinguaDue, 2021
Alla crescente attenzione per la teoria e la storia della traduzione in Italia non ha fatto segui... more Alla crescente attenzione per la teoria e la storia della traduzione in Italia non ha fatto seguito la redazione di repertori bibliografici delle traduzioni pubblicate in volume prima del XX secolo. Nonostante le innegabili lacune, il Catalogo dei libri italiani dell’Ottocento ha permesso di redigere un primo elenco delle traduzioni pubblicate nel periodo 1850-1899. Questo articolo illustra modalità, problemi e prospettive della ricerca e ne riporta i risultati relativi alla regione Friuli-Venezia Giulia. Una ulteriore ricerca sull’OPAC del Servizio Bibliotecario Nazionale ha permesso di individuare alcune traduzioni pubblicate nella odierna Istria slovena e croata. Questi spogli non sono esaustivi ma permettono di giungere a una prima valutazione del fenomeno della traduzione nell’area geografica e nel periodo considerati.
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Lingua E Stile, 2002
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LINGUE CULTURE MEDIAZIONI / LANGUAGES CULTURES MEDIATION, 2020
This paper deals with the presence of foreign words in magazines and websites regarding the fash... more This paper deals with the presence of foreign words in magazines and websites
regarding the fashion industry. After illustrating recent research aimed at
assessing the frequency of loan words in Italian fashion magazines and classifying
them according to a range of semantic fields, a survey is conducted on
fashion magazines published in different countries to evaluate which language
is more prone to accept loans and calques. As a third step, the different linguistic
versions of the websites of American, French and Italian fashion brands
are compared to assess whether differences emerge in the frequency and types
of foreign words included in texts originally written in a given language vs.
translated webpages. Despite the latest developments in the communication
strategies of the fashion industry, the frequency and types of foreign words
remain unchanged in both source and target texts and point to the persuasive
and connotative – rather than denotative – role played by fashion terminology.
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Language, Gender and Hate Speech. A Multidisciplinary Approach, 2020
This paper describes a procedure to submit linguistic data to informants to assess the acceptabil... more This paper describes a procedure to submit linguistic data to informants to assess the acceptability of gender-inclusive linguistic structures. The procedure was tested on informants who differed in terms of sex, geographical origin and age. They were asked to assess extracts from newspaper articles including masculine and feminine forms of professions and titles. A wide range of combinations was presented: masculine nouns referring to women; pronoun and adjective gender agreement with masculine nouns referring to women; pronoun and adjective gender agreement with a feminine subject accompanied by masculine nouns referring to the profession; alternating masculine and feminine forms; feminine articles introducing masculine nouns describing professions etc. The informants were asked to provide an overall assessment of each text and were not made aware of the objective of the survey.
Although opinions, varied, the results point to a weakening of the assumed dislike for the feminine forms of nouns describing titles and professions. The increase in their acceptability has been probably strengthened by their frequent use in the mass media. Furthermore, those forms provide a solution to the morphological and syntactic inconsistencies considered by the informants as a violation of Italian grammar rules.
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"Le italiane e l'italiano", a cura di Stefano Ondelli, 2020
Negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse per l’uso dell’italiano rispettoso delle... more Negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse per l’uso dell’italiano rispettoso delle differenze di genere. Questo interesse si esplicita perlopiù in proposte di tipo prescrittivo, che prevedono una serie di suggerimenti volti a evitare il sessismo nella lingua con interventi a livello lessicale e morfosintattico. I quattro studi presentati in questo volume si pongono invece l’obiettivo di descrivere da prospettive diverse la questione di lingua e genere in Italia, provando a rispondere a quattro domande. Innanzitutto, che grado di sessismo si registra nei contenuti, nella lingua e nelle immagini dei libri di testo delle scuole primarie, su cui gli alunni formano le loro prime competenze? In seconda battuta, che conseguenze ha l’esclusione del femminile dalla lingua sulla percezione della realtà da parte dei e delle parlanti? E poi, che cosa pensa veramente la comunità italofona dell’accettabilità di espressioni innovative – ma spesso ritenute brutte – come “assessora”, “ministra” o “sindaca”? Infine: esistono delle differenze in come uomini e donne comunicano su Facebook in italiano?
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Questo contributo illustra alcuni risultati di uno studio di più ampio respiro reso possibile dal... more Questo contributo illustra alcuni risultati di uno studio di più ampio respiro reso possibile dal Finanziamento di Ateneo per la Ricerca Scientifica 2016 dell’Università di Trieste, di cui ho avuto modo di illustrare altri aspetti in Ondelli 2019a e 2019b. La ricerca riguarda l’impiego dei verbi procomplementari in corpus di opere letterarie e paraletterarie, tradotte da altre lingue o scritte da autori italiani, nel periodo che va dal 1800 al 2005. Le ipotesi da cui mi sono mosso riguardano da un lato l’incremento in diacronia della frequenza d’uso di questi verbi caratteristici della varietà parlata (Berretta 1994) e dell’uso medio (Sabatini 1985) man mano che si procede verso l’oralizzazione dell’italiano (Antonelli 2011); dall’altro la loro minor incidenza nelle traduzioni in conseguenza della scarsità dello stimolo nelle lingue di partenza (c.d. Unique item hypothesis di Tyrkkonen-Condit, 2004) e della tendenza dei traduttori a rispettare la norma codificata, evitando tratti innovativi o in qualche modo marcati (Baker 1996).
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Treccani Magazine, 2020
Colgo questa occasione per illustrare i risultati di una ricerca che sto conducendo da tempo con ... more Colgo questa occasione per illustrare i risultati di una ricerca che sto conducendo da tempo con Duncan McDonnell e che ho avuto modo di approfondire in relazione agli ultimi 20 anni in Italia. Queste ricerche si basano su due assunti: 1) i leader populisti comunicano in maniera più semplice dei loro avversari perché vogliono differenziarsi dall'élite politica del Paese e dimostrare la loro vicinanza al popolo che intendono rappresentare; 2) nel tempo la comunicazione politica è andata semplificandosi, sia nella forma che nei contenuti.
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The Conversation, 2020
To investigate whether right-wing populists in different countries really do use simpler language... more To investigate whether right-wing populists in different countries really do use simpler language than mainstream ones, we assembled a database of more than one million words. This was made up of speeches by populist leaders and their non-populist opponents in the United States, Italy, France, and the United Kingdom.
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I testi e le varietà. Atti del XV Convegno ASLI - Associazione per la Storia della Lingua Italiana (Napoli, 21-24 settembre 2022)., 2024
La ricognizione di due riviste italiane di linguistica non ha permesso di individuare un unico mo... more La ricognizione di due riviste italiane di linguistica non ha permesso di individuare un unico modello testuale attribuibile ai contributi alla ricerca, né tendenze precise in diacronia: sembrano piuttosto valere le preferenze dei singoli autori. Come emerge dalle norme redazionali e dall’osservazione dei contributi, l’avvicinamento al modello angloamericano è avvenuto solo in parte, anche se sono riconoscibili i segmenti compositivi descritti da Swales. L’analisi qui condotta conferma quindi che in ambito umanistico emerge un’adozione solo parziale del modello invalso nelle scienze dure, peraltro influenzata dalle abitudini proprie di singole scuole, correnti e tradizioni. Inoltre risultano poco marcate le differenze strutturali tra prodotti identificati con etichette diverse, come articoli, saggi, volumi e recensioni.
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Government and Opposition, 2024
Right-wing populists are said to employ distinctive language to differentiate themselves from mai... more Right-wing populists are said to employ distinctive language to differentiate themselves from mainstream politicians. However, we know little about what makes their language distinct. We investigate this by assembling a novel corpus of speeches and using an automated text analysis tool to identify the keywords used by three right-wing populist leaders (Donald Trump, Marine Le Pen and Matteo Salvini) and three of their mainstream opponents (Hillary Clinton, Emmanuel Macron and Matteo Renzi). We then examine the contexts in which those keywords are used. We find that, while Trump and Salvini are stylistically populist in different ways to Le Pen, what distinguishes all of them is the clarity of the populist message (people vs elites and others) compared to their vaguer opponents. Our results have implications for how we understand populism as both ideology and style across linguistic contexts, in addition to how we conceive of its specificity compared to the mainstream.
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Proverò a rispondere ai quesiti dei nostri lettori secondo questo ordine: come si usa il verbo in... more Proverò a rispondere ai quesiti dei nostri lettori secondo questo ordine: come si usa il verbo inficiare? Qual è il suo significato? E, infine, come si coniuga?
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ITALIANO DIGITALE, 2024
Alcuni lettori ci segnalano casi di impiego della parola razionale non in funzione di aggettivo m... more Alcuni lettori ci segnalano casi di impiego della parola
razionale non in funzione di aggettivo ma di
sostantivo, sempre al plurale maschile (
razionali), in luogo di “logiche, criteri, motivazioni sottostanti"
o anche “prova, evidenza, riscontro", per es. nelle frasi “abbiamo preso questa decisione dopo aver
analizzato i razionali" oppure “i razionali ci dicono che l'approccio da noi seguito è corretto”.
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Questo Speciale, curato da Stefano Ondelli, è dedicato alla comunicazione facilitata, rivolta all... more Questo Speciale, curato da Stefano Ondelli, è dedicato alla comunicazione facilitata, rivolta alle persone con diffcoltà di lettura di diverso tipo.
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LESSICOGRAFIA STORICA DIALETTALE E REGIONALE Atti del XIV Convegno ASLI Associazione per la Storia della Lingua Italiana (Milano, 5-7 novembre 2020) , 2022
Questo contributo rende conto del ritrovamento e delle prime fasi di riordi- no dell’archivio del... more Questo contributo rende conto del ritrovamento e delle prime fasi di riordi-
no dell’archivio del professor Mario Doria presso il Dipartimento di Studi Uma-
nistici dell’Università di Trieste. In particolare, consideriamo uno schedario col-
legabile alla stesura del Grande dizionario del dialetto triestino storico etimologico
fraseologico, noto appunto come il Doria (d’ora in avanti, GDDT) a cui ha fatto
seguito una seconda edizione intitolata Nuovo Doria (d’ora in avanti, ND), cono-
sciuta anche come “Doria-Zeper”, con l’aggiunta del nome del nuovo curatore.
Nei §§ 2, 3 e 4 forniamo qualche informazione introduttiva e di contorno,
atta a inquadrare la biografia dell’autore e definire brevemente il contesto in cui
ha visto la luce il GDDT. Il § 5, invece, descrive l’archivio che abbiamo iniziato
a scandagliare, portando qualche esempio delle prime schede lessicografiche
analizzate e avanzando qualche ipotesi sul ruolo di questo schedario nell’eco-
nomia delle ricerche doriane. Nel § 6, infine, si accenna – a mo’ di conclusione
– alle direzioni che può prendere lo spoglio dell’archivio doriano, almeno per
gli aspetti lessicografici.
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L d'O - Lingua italiana d'oggi, 2022
Un'analisi quantitativa e alcuni sondaggi di tipo qualitativo dimostrano che il discorso antivacc... more Un'analisi quantitativa e alcuni sondaggi di tipo qualitativo dimostrano che il discorso antivaccinista di configura come una pseudo-argomentazione in gran parte sovrapponibile al discorso populista, che procede per giochi di parole ingiuriosi e invettive, caratterizzata dalla focalizzazione sugli aspetti sanitari ma fondamentalmente analoga nella contrapposizione tra élite assetate di potere che mentono al popolo e un gruppo di persone che ha deciso di ribellarsi, rifiutando le finte verità ufficiali. Rispetto al discorso populista di stampo politico, sembra mancare l’istanza del “capo”, cioè del leader che guida il processo di riappropriazione della libertà, mentre emerge nettamente la contrapposizione tra gli antivaccinisti “illuminati” e la maggioranza ingenua, passiva e acquiescente.
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Rivista Internazionale di Tecnica della Traduzione / International Journal of Translation, 2021
The Italian gerundial structures have undergone opposite developments in the last century. The co... more The Italian gerundial structures have undergone opposite developments in the last century. The continuous periphrasis [andare or venire + gerund] was more frequent at the end of the 1800s, whereas the progressive structure [stare + gerund] increased sharply during the 1900s. Furthermore, some of its syntactic constraints have weakened and today it can include a broader range of verb tenses and actional values. Based on previous research, both qualitative and quantitative, this study analyses a corpus including novels written by Italian authors and translations from foreign languages into Italian dating from 1811-1896 and 1976-2005. In addition to the overall figures, which confirm the dominant role of the continuous periphrases in literary language at the end of the 1900s, data suggest that translators anticipated the development of the gerundial periphrases in Italian in terms of the selection of auxiliary verbs and verb tenses.
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Sulle amate sponde Scritti di storia della lingua italiana per Gabriella Cartago a cura di Giuseppe Sergio, Rosa Argenziano e Jacopo Ferrari, 2021
Questo contributo illustra l’impiego delle perifrasi gerundivali continua e progressiva in un cor... more Questo contributo illustra l’impiego delle perifrasi gerundivali continua e progressiva in un corpus di italiano letterario che copre il periodo 1811-2005. Il saggio si articola come segue: nel par. 2 si tratteggiano le caratteristiche delle perifrasi gerundivali italiane, prendendone in considerazione i tratti semantici, morfosintattici e azionali; il par. 3 illustra alcune ricerche condotte in precedenza da studiosi che si sono occupati dei medesimi costrutti linguistici spogliando corpora di italiano di diversa natura; il par. 4, oltre a spiegare la metodologia seguita, dettaglia il corpus qui utilizzato per l’estrazione dei dati: opere letterarie e paraletterarie di autori italiani o tradotte in italiano da altre lingue; il par. 5 rende conto dei risultati dell’analisi; infine, il par. 6 trae le conclusioni dello studio e tratteggia alcune prospettive di ricerca futura.
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The Italian verb-clitic constructions termed verbi procomplementari may be classified as phraseol... more The Italian verb-clitic constructions termed verbi procomplementari may be classified as phraseological units with reference to their non-compositional meaning; moreover, they often belong to larger multi-words including additional elements. Although some date back to the 14th Century, the increasing frequency of most procomplementari is a consequence of the recent influence of oral discourse on modern Italian. This survey of a corpus of fictional prose written by Italian authors or translated from other languages sheds light on the chronological development between 1800 and 2005 and illustrates the role of translations in the success of this class of verbs. Although the analysis confirms their quantitative increase, their widespread presence in translations stands in contrast with the tenets of Translation Universals.
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Italiano LinguaDue, 2021
Alla crescente attenzione per la teoria e la storia della traduzione in Italia non ha fatto segui... more Alla crescente attenzione per la teoria e la storia della traduzione in Italia non ha fatto seguito la redazione di repertori bibliografici delle traduzioni pubblicate in volume prima del XX secolo. Nonostante le innegabili lacune, il Catalogo dei libri italiani dell’Ottocento ha permesso di redigere un primo elenco delle traduzioni pubblicate nel periodo 1850-1899. Questo articolo illustra modalità, problemi e prospettive della ricerca e ne riporta i risultati relativi alla regione Friuli-Venezia Giulia. Una ulteriore ricerca sull’OPAC del Servizio Bibliotecario Nazionale ha permesso di individuare alcune traduzioni pubblicate nella odierna Istria slovena e croata. Questi spogli non sono esaustivi ma permettono di giungere a una prima valutazione del fenomeno della traduzione nell’area geografica e nel periodo considerati.
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Lingua E Stile, 2002
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LINGUE CULTURE MEDIAZIONI / LANGUAGES CULTURES MEDIATION, 2020
This paper deals with the presence of foreign words in magazines and websites regarding the fash... more This paper deals with the presence of foreign words in magazines and websites
regarding the fashion industry. After illustrating recent research aimed at
assessing the frequency of loan words in Italian fashion magazines and classifying
them according to a range of semantic fields, a survey is conducted on
fashion magazines published in different countries to evaluate which language
is more prone to accept loans and calques. As a third step, the different linguistic
versions of the websites of American, French and Italian fashion brands
are compared to assess whether differences emerge in the frequency and types
of foreign words included in texts originally written in a given language vs.
translated webpages. Despite the latest developments in the communication
strategies of the fashion industry, the frequency and types of foreign words
remain unchanged in both source and target texts and point to the persuasive
and connotative – rather than denotative – role played by fashion terminology.
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Language, Gender and Hate Speech. A Multidisciplinary Approach, 2020
This paper describes a procedure to submit linguistic data to informants to assess the acceptabil... more This paper describes a procedure to submit linguistic data to informants to assess the acceptability of gender-inclusive linguistic structures. The procedure was tested on informants who differed in terms of sex, geographical origin and age. They were asked to assess extracts from newspaper articles including masculine and feminine forms of professions and titles. A wide range of combinations was presented: masculine nouns referring to women; pronoun and adjective gender agreement with masculine nouns referring to women; pronoun and adjective gender agreement with a feminine subject accompanied by masculine nouns referring to the profession; alternating masculine and feminine forms; feminine articles introducing masculine nouns describing professions etc. The informants were asked to provide an overall assessment of each text and were not made aware of the objective of the survey.
Although opinions, varied, the results point to a weakening of the assumed dislike for the feminine forms of nouns describing titles and professions. The increase in their acceptability has been probably strengthened by their frequent use in the mass media. Furthermore, those forms provide a solution to the morphological and syntactic inconsistencies considered by the informants as a violation of Italian grammar rules.
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"Le italiane e l'italiano", a cura di Stefano Ondelli, 2020
Negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse per l’uso dell’italiano rispettoso delle... more Negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse per l’uso dell’italiano rispettoso delle differenze di genere. Questo interesse si esplicita perlopiù in proposte di tipo prescrittivo, che prevedono una serie di suggerimenti volti a evitare il sessismo nella lingua con interventi a livello lessicale e morfosintattico. I quattro studi presentati in questo volume si pongono invece l’obiettivo di descrivere da prospettive diverse la questione di lingua e genere in Italia, provando a rispondere a quattro domande. Innanzitutto, che grado di sessismo si registra nei contenuti, nella lingua e nelle immagini dei libri di testo delle scuole primarie, su cui gli alunni formano le loro prime competenze? In seconda battuta, che conseguenze ha l’esclusione del femminile dalla lingua sulla percezione della realtà da parte dei e delle parlanti? E poi, che cosa pensa veramente la comunità italofona dell’accettabilità di espressioni innovative – ma spesso ritenute brutte – come “assessora”, “ministra” o “sindaca”? Infine: esistono delle differenze in come uomini e donne comunicano su Facebook in italiano?
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Questo contributo illustra alcuni risultati di uno studio di più ampio respiro reso possibile dal... more Questo contributo illustra alcuni risultati di uno studio di più ampio respiro reso possibile dal Finanziamento di Ateneo per la Ricerca Scientifica 2016 dell’Università di Trieste, di cui ho avuto modo di illustrare altri aspetti in Ondelli 2019a e 2019b. La ricerca riguarda l’impiego dei verbi procomplementari in corpus di opere letterarie e paraletterarie, tradotte da altre lingue o scritte da autori italiani, nel periodo che va dal 1800 al 2005. Le ipotesi da cui mi sono mosso riguardano da un lato l’incremento in diacronia della frequenza d’uso di questi verbi caratteristici della varietà parlata (Berretta 1994) e dell’uso medio (Sabatini 1985) man mano che si procede verso l’oralizzazione dell’italiano (Antonelli 2011); dall’altro la loro minor incidenza nelle traduzioni in conseguenza della scarsità dello stimolo nelle lingue di partenza (c.d. Unique item hypothesis di Tyrkkonen-Condit, 2004) e della tendenza dei traduttori a rispettare la norma codificata, evitando tratti innovativi o in qualche modo marcati (Baker 1996).
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Treccani Magazine, 2020
Colgo questa occasione per illustrare i risultati di una ricerca che sto conducendo da tempo con ... more Colgo questa occasione per illustrare i risultati di una ricerca che sto conducendo da tempo con Duncan McDonnell e che ho avuto modo di approfondire in relazione agli ultimi 20 anni in Italia. Queste ricerche si basano su due assunti: 1) i leader populisti comunicano in maniera più semplice dei loro avversari perché vogliono differenziarsi dall'élite politica del Paese e dimostrare la loro vicinanza al popolo che intendono rappresentare; 2) nel tempo la comunicazione politica è andata semplificandosi, sia nella forma che nei contenuti.
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The Conversation, 2020
To investigate whether right-wing populists in different countries really do use simpler language... more To investigate whether right-wing populists in different countries really do use simpler language than mainstream ones, we assembled a database of more than one million words. This was made up of speeches by populist leaders and their non-populist opponents in the United States, Italy, France, and the United Kingdom.
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Alla domanda “hai la macchina?”, nessun parlante di madrelingua italiana risponderebbe “sì, l’ho”... more Alla domanda “hai la macchina?”, nessun parlante di madrelingua italiana risponderebbe “sì, l’ho”: l’unica soluzione accettabile è “sì, ce l’ho”. A scuola impariamo che l’ è il pronome la, che sostituisce “la macchina”. Ma che cosa è ce? A che cosa serve? Perché è praticamente obbligatorio? E come si scrive: “ci ho fame”, “c’ho fame” o “ciò fame?”. Perché starci significa “avere abbastanza posto in un luogo” (siediti, ci stai anche tu!), ma anche “essere d’accordo” (ci stai a fare uno scherzo a Carlo?). Quella dei “procomplementari” è una particolare classe che prevede la presenza di uno o più pronomi deboli accanto al verbo. Talvolta questi pronomi sono obbligatori, come in “piantala di dire sciocchezze!”, in altri casi sono ridondanti e possono essere omessi, per es. “ci credi agli oroscopi?” La presenza dei pronomi può modificare leggermente il significato del verbo di base (basta! me ne vado!) oppure renderlo del tutto irriconoscibile, come in “non ne posso più delle tue bugie!” Insomma, i verbi procomplementari formano un gruppo numeroso e composito, molto presente nell’italiano quotidiano: per questo motivo meritano un dizionario completamente dedicato a loro.
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Negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse per l’uso dell’italiano rispettoso delle... more Negli ultimi anni si è registrato un rinnovato interesse per l’uso dell’italiano rispettoso delle differenze di genere. Questo interesse si esplicita perlopiù in proposte di tipo prescrittivo, che prevedono una serie di suggerimenti volti a evitare il sessismo nella lingua con interventi a livello lessicale e morfosintattico. I quattro studi presentati in questo volume si pongono invece l’obiettivo di descrivere da prospettive diverse la questione di lingua e genere in Italia, provando a rispondere a quattro domande. Innanzitutto, che grado di sessismo si registra nei contenuti, nella lingua e nelle immagini dei libri di testo delle scuole primarie, su cui gli alunni formano le loro prime competenze? In seconda battuta, che conseguenze ha l’esclusione del femminile dalla lingua sulla percezione della realtà da parte dei e delle parlanti? E poi, che cosa pensa veramente la comunità italofona dell’accettabilità di espressioni innovative – ma spesso ritenute brutte – come “assessora”, “ministra” o “sindaca”? Infine: esistono delle differenze in come uomini e donne comunicano su Facebook in italiano?
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Tra tutte le forme di comunicazione, il discorso politico è quello che probabilmente ha risentito... more Tra tutte le forme di comunicazione, il discorso politico è quello che probabilmente ha risentito di più dei cambiamenti sociali e tecnologici dell’ultimo quarto di secolo. Nel passaggio tra la Prima e la Seconda Repubblica i nuovi format proposti dalla televisione commerciale hanno determinato un avvicinamento – anche linguistico – dei leader politici al loro elettorato. L’esposizione continua dei politici in TV in contesti dialogici di fronte a un pubblico sempre più partecipe ha probabilmente contribuito all’abbassamento del registro utilizzato, a sua volta sempre più lontano dalla formalità paludata delle vecchie Tribune elettorali. E l’avvicinamento della lingua dei politici a quella dei cittadini comuni è proseguito con l’avvento dei social media, dai blog a Facebook e Twitter, soprattutto come conseguenza della ricerca della brevità dei messaggi e della rafforzata interazione con i lettori. Alle stesse ragioni si può ricondurre la polarizzazione delle posizioni ideologiche e la semplificazione argomentativa. Questo volume illustra gli ultimi sviluppi della comunicazione politica in Italia tramite quattro studi su alcuni dei leader che negli ultimi anni si sono dimostrati tra i più innovativi, anche grazie all’efficace sfruttamento dei nuovi mezzi di comunicazione: Luigi Di Maio, Beppe Grillo, Matteo Renzi e Matteo Salvini.
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Nel Novecento, la massificazione della cultura attraverso opere letterarie, fumetti, cinema e TV ... more Nel Novecento, la massificazione della cultura attraverso opere letterarie, fumetti, cinema e TV si è verificata in un periodo molto delicato per l’unificazione linguistica e culturale italiana, che ha visto grandi e rapidi cambiamenti. Nel XXI secolo la globalizzazione crescente, con il passaggio dalla “civiltà dell’immagine” alla “società della comunicazione”, ha fatto registrare un forte aumento delle traduzioni, soprattutto dall’inglese. Se oggi la maggioranza dei testi che leggiamo e dei film che guardiamo è frutto di traduzioni, a che tipo di italiano siamo esposti? E quali saranno gli effetti sulla competenza dei parlanti e sul futuro della nostra lingua? Partendo dalla teoria degli “universali traduttivi”, il libro illustra gli studi che identificano il “traduttese” e lo confrontano con le caratteristiche dei testi prodotti direttamente in italiano.
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L’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione di massa ha segnato la transizione dalla società dell’... more L’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione di massa ha segnato la transizione dalla società dell’immagine alla società della comunicazione. Tuttavia, soprattutto in Italia, è mancata una seria riflessione sulle competenze linguistiche: in che senso un madrelingua è in grado di gestire testi per gli usi più diversi? Questa domanda, com’è naturale, è pertinente soprattutto negli ambiti professionali, scolastici e accademici ma non vanno dimenticate le occasioni più pratiche e quotidiane, quando i parlanti si confrontano con amministrazioni pubbliche o imprese private, con le istruzioni di gadget elettronici o medicinali, con post su Facebook e cinguettii su Twitter o con i più tradizionali articoli di giornale.
In effetti, la competenza linguistica nella lingua madre è data invariabilmente per scontata: una volta che una persona ha completato la scuola dell’obbligo o addirittura il liceo, non solo ci si aspetta che eviti accuratamente errori di ortografia e grammatica, ma sembra anche ovvio che sia in grado di leggere e scrivere testi di diverso genere, talvolta complessi. Tale atteggiamento persiste nella formazione di professionisti tenuti a svolgere compiti di scrittura: raramente corsi di formazione specifica (all’Università o altrove) dedicano spazio alla competenza in italiano di giuristi, giornalisti, sociologi, medici, traduttori, per tacere degli insegnanti.
La collana Lingua italiana e società offre una serie di studi puntuali che riguardano il ruolo dell’italiano in diversi momenti della vita del cittadino nella odierna società della comunicazione, per esempio la comunicazione istituzionale e le difficoltà che pone all’utente medio; la gestione dei rapporti sociali (il rispetto delle donne e delle minoranze); i problemi del mondo dell’informazione (fake news e violenza verbale); la comunicazione politica, soprattutto tramite i social network ecc. I volumi, di dimensioni contenute, adottano una lingua efficace e diretta con taglio divulgativo. Oltre all’analisi di fenomeni precisi viene offerta una panoramica degli studi più recenti tramite bibliografie ragionate. La collana si rivolge a un pubblico di lettori non esperti ma interessati ai fatti linguistici e curiosi di indagare il ruolo svolto dall’italiano nella società contemporanea, pur non escludendo qualche tuffo all’indietro nella storia della nostra lingua.
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Il linguaggio giuridico è stato oggetto delle riflessioni di giuristi e linguisti soprattutto a p... more Il linguaggio giuridico è stato oggetto delle riflessioni di giuristi e linguisti soprattutto a partire da corpora di testi eterogenei, con la conseguenza che talvolta risulta difficile spiegare funzionalmente i tratti individuati. Sembra invece proficuo concentrarsi su realizzazioni testuali concrete per mettere in relazione contesto di produzione ed esiti linguistici. Questo studio, basato sui principi del genre analysis, ha per oggetto il tipo testuale della sentenza penale. La scarsità di norme redazionali e l’influenza della tradizione determinano caratteristiche strutturali e linguistiche che non sono spiegabili in base al contesto di produzione. In quanto sede privilegiata per stabilire le funzioni pragmatiche realizzate nel testo, l’analisi dei tempi verbali dell’indicativo conferma o smentisce le ipotesi funzionali derivanti dall’indagine del contesto.
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Undeniably, interpreters produce oral texts; however, few studies have tried to define the charac... more Undeniably, interpreters produce oral texts; however, few studies have tried to define the characteristics of Italian texts produced in the interpreting booth. This analysis of a corpus of simultaneous and consecutive interpretations produced by university students has focussed on both endophoric and esophoric demonstratives as means to ensure text cohesion and coherence. The high frequency of demonstratives may be explained with reference to two factors: on one hand, the interpreters’ need for subdividing the contents of the source text into more “manageable” chunks for an easier planning of the target text; on the other hand, the interpreters’ effort to make the message more explicit to their audience.
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Il ruolo centrale riservato alla lingua dall’azione e dalla speculazione in campo giuridico è ben... more Il ruolo centrale riservato alla lingua dall’azione e dalla speculazione in campo giuridico è ben noto: in genere lo si sottolinea affermando che “il diritto è fatto di lingua”. Tuttavia la varietà giuridica presenta confini più permeabili e meno netti rispetto ad altre lingue speciali e, al di là di una diffusa attenzione per i fatti di registro, gli studiosi hanno spesso incontrato difficoltà nell’assegnare una giustificazione funzionale ai tratti di superficie. Questo volume si propone di fare il punto della situazione e di passare in rassegna le osservazioni prodotte non solo dagli operatori del diritto e dai linguisti, ma anche dai “filosofi”, cioè da chi si è più strettamente occupato degli aspetti pragmalinguistici. È infatti la natura rituale della situazione in cui vengono pronunciati certi enunciati che permette di assegnarli al dominio del diritto, inteso come creazione, interpretazione e — soprattutto — applicazione della legge nel senso più ampio dei termini
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Anche questo numero della RITT è suddiviso in tre sezioni: una tematica, una miscellanea e la ter... more Anche questo numero della RITT è suddiviso in tre sezioni: una tematica, una miscellanea e la terza dedicata ad articoli di neolaureati. Per una panoramica della prima sezione, particolarmente ricca, curata da Stefano Ondelli e dedicata all’italiano tradotto dei giornali, si rimanda al contributo di Michele Cortelazzo. che segue questa premessa
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The research project Hybrid Texts Types in a European Context, funded by the University of Triest... more The research project Hybrid Texts Types in a European Context, funded by the University of Trieste, was aimed at describing the possible differences between the EU and national varieties of three languages (English, Italian and Spanish) as observed in selected genres and text types. The essays collected in this volume report on studies applying the theoretical tenets of the research. The studies contrast corpora of texts drafted within EU institutions (a multilingual environment) with comparable corpora of texts produced in the relevant member states. The purpose is to characterize the hybrid features emerging in multilingual contexts and the influence they may be exerting on similar texts produced at national level. Many EU texts – particularly those of a regulatory nature – are known to have a direct practical impact on the lives of European citizens; from a linguistic point of view, these texts may be changing their expectations in terms of textual structure and language usage.
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Gli argomenti trattati nei 30 saggi che compongono il volume si raccolgono attorno ad alcuni perc... more Gli argomenti trattati nei 30 saggi che compongono il volume si raccolgono attorno ad alcuni percorsi ricorrenti che hanno caratterizzato (ma non esauriscono) l’attività di studio di Michele Cortelazzo: i mutamenti in corso nel sistema grammaticale dell’italiano, gli usi speciali della lingua nel discorso scientifico, in quello politico e nella traduzione, alcuni momenti della storia dell’italiano, in particolare nell’eduzione linguistica, nella lessicografia e nel Veneto
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A proposito di: Eleonora Gallitelli, Il ruolo delle traduzioni in Italia dall’Unità alla globaliz... more A proposito di: Eleonora Gallitelli, Il ruolo delle traduzioni in Italia dall’Unità alla globalizzazione. Analisi diacronica e focus su tre autori di lingua inglese. Dickens, Faulkner e Rushdie, Aracne editrice, Roma, 2016, 312 pp., € 30,00
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Storia della lingua e storia del contatto linguistico XVI convegno dell'Associazione per la Stor... more Storia della lingua e storia del contatto linguistico
XVI convegno dell'Associazione per la Storia della Lingua Italiana
Università di Trieste-12-14 settembre 2024
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venerdì 22 ottobre 2021
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Leggere ci fa stare bene perché ci permette di interagire col mondo. Ci sono però ersone che inco... more Leggere ci fa stare bene perché ci permette di interagire col mondo. Ci sono però ersone che incontrano difficoltà nella lettura e rischiano di essere escluse dalla comunicazione. Una soluzione è l’Easy-to-Read, un modello di scrittura semplificata. Ma se leggere un testo in Easy-to-Read è semplice, scriverlo non lo è affatto: perciò nasce FLO, un sistema di scrittura assistita basato sull’analisi linguistica automatica. I partecipanti potranno conoscere la scrittura accessibile e giocare con FLO per risolvere gli ostacoli alla comunicazione per tutti.
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Il Piccolo 5 novembre 2018
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Intervista a Letture.org https://www.letture.org/l-italiano-delle-traduzioni-stefano-ondelli
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Perspectives on Politics, 2020
Political scientists have long asserted that populists use simpler language than their mainstream... more Political scientists have long asserted that populists use simpler language than their mainstream rivals to appeal to ordinary people and distance themselves from elites. However, there is little comparative evidence in support of that claim. In this study, we investigate the linguistic simplicity of four right-wing populists compared to their principal opponents in the United States, France, United Kingdom, and Italy. We do so by analysing a corpus of approximately one million words from leaders’ speeches, using a series of linguistics measures for evaluating simplicity. Contrary to expectations, we find that Donald Trump was only slightly simpler than Hillary Clinton, while Nigel Farage in the UK and Marine Le Pen in France were more complex than their main rivals, and Italy’s Matteo Salvini was simpler on some measures but not others. We conclude that the simple language claim is not borne out and that other aspects of the received wisdom about populism should be re-examined.
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