DantInfXVII (original) (raw)

'Dante vivo', 1997-2016 � Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Societ� Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice

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DANTE ALIGHIERI

COMMEDIA. PURGATORIO XVII

ual venne a Climen�, per accertarsi 1
di ci� ch'av�a incontro a s� udito,
quei ch'ancor fa li padri ai figli scarsi;

tal era io, e tal era sentito 4
e da Beatrice e da la santa lampa
che pria per me avea mutato sito.

Per che mia donna �Manda fuor la vampa 7
del tuo disio�, mi disse, �s� ch'ella esca
segnata bene de la interna stampa:

non perch� nostra conoscenza cresca 10
per tuo parlare, ma perch� t'ausi
a dir la sete, s� che l'uom ti mesca�.

�O cara piota mia che s� t'insusi, 13
che, come veggion le terrene menti
non capere in tr�angol due ottusi,

cos� vedi le cose contingenti 16
anzi che sieno in s�, mirando il punto
a cui tutti li tempi son presenti;

mentre ch'io era a Virgilio congiunto 19
su per lo monte che l'anime cura
e discendendo nel mondo defunto,

dette mi fuor di mia vita futura 22
parole gravi, avvegna ch'io mi senta
ben tetragono ai colpi di ventura;

per che la voglia mia saria contenta 25
d'intender qual fortuna mi s'appressa:
ch� saetta previsa vien pi� lenta�.

Cos� diss' io a quella luce stessa 28
che pria m'avea parlato; e come volle
Beatrice, fu la mia voglia confessa.

N� per ambage, in che la gente folle 31
gi� s'inviscava pria che fosse anciso
l'Agnel di Dio che le peccata tolle,

ma per chiare parole e con preciso 34
latin rispuose quello amor paterno,
chiuso e parvente del suo proprio riso:

�La contingenza, che fuor del quaderno 37
de la vostra matera non si stende,
tutta � dipinta nel cospetto etterno;

necessit� per� quindi non prende 40
se non come dal viso in che si specchia
nave che per torrente gi� discende.

Da indi, s� come viene ad orecchia 43
dolce armonia da organo, mi viene
a vista il tempo che ti s'apparecchia.

Qual si partio Ipolito d'Atene 46
per la spietata e perfida noverca,
tal di Fiorenza partir ti convene.

Questo si vuole e questo gi� si cerca, 49
e tosto verr� fatto a chi ci� pensa
l� dove Cristo tutto d� si merca.

La colpa seguir� la parte offensa 52
in grido, come suol; ma la vendetta
fia testimonio al ver che la dispensa.

Tu lascerai ogne cosa diletta 55
pi� caramente; e questo � quello strale
che l'arco de lo essilio pria saetta.

Tu proverai s� come sa di sale 58
lo pane altrui, e come � duro calle
lo scendere e 'l salir per l'altrui scale.

E quel che pi� ti graver� le spalle, 61
sar� la compagnia malvagia e scempia
con la qual tu cadrai in questa valle;

che tutta ingrata, tutta matta ed empia 64
si far� contr' a te; ma, poco appresso,
ella, non tu, n'avr� rossa la tempia.

Di sua bestialitate il suo processo 67
far� la prova; s� ch'a te fia bello
averti fatta parte per te stesso.

Lo primo tuo refugio e 'l primo ostello 70
sar� la cortesia del gran Lombardo
che 'n su la scala porta il santo uccello;

ch'in te avr� s� benigno riguardo, 73
che del fare e del chieder, tra voi due,
fia primo quel che tra li altri � pi� tardo.

Con lui vedrai colui che 'mpresso fue, 76
nascendo, s� da questa stella forte,
che notabili fier l'opere sue.

Non se ne son le genti ancora accorte 79
per la novella et�, ch� pur nove anni
son queste rote intorno di lui torte;

ma pria che 'l Guasco l'alto Arrigo inganni, 82
parran faville de la sua virtute
in non curar d'argento n� d'affanni.

Le sue magnificenze conosciute 85
saranno ancora, s� che ' suoi nemici
non ne potran tener le lingue mute.

A lui t'aspetta e a' suoi benefici; 88
per lui fia trasmutata molta gente,
cambiando condizion ricchi e mendici;

e portera'ne scritto ne la mente 91
di lui, e nol dirai�; e disse cose
incredibili a quei che fier presente.

Poi giunse: �Figlio, queste son le chiose 94
di quel che ti fu detto; ecco le 'nsidie
che dietro a pochi giri son nascose.

Non vo' per� ch'a' tuoi vicini invidie, 97
poscia che s'infutura la tua vita
vie pi� l� che 'l punir di lor perfidie�.

Poi che, tacendo, si mostr� spedita 100
l'anima santa di metter la trama
in quella tela ch'io le porsi ordita,

io cominciai, come colui che brama, 103
dubitando, consiglio da persona
che vede e vuol dirittamente e ama:

�Ben veggio, padre mio, s� come sprona 106
lo tempo verso me, per colpo darmi
tal, ch'� pi� grave a chi pi� s'abbandona;

per che di provedenza � buon ch'io m'armi, 109
s� che, se loco m'� tolto pi� caro,
io non perdessi li altri per miei carmi.

Gi� per lo mondo sanza fine amaro, 112
e per lo monte del cui bel cacume
li occhi de la mia donna mi levaro,

e poscia per lo ciel, di lume in lume, 115
ho io appreso quel che s'io ridico,
a molti fia sapor di forte agrume;

e s'io al vero son timido amico, 118
temo di perder viver tra coloro
che questo tempo chiameranno antico�.

La luce in che rideva il mio tesoro 121
ch'io trovai l�, si f� prima corusca,
quale a raggio di sole specchio d'oro;

indi rispuose: �Cosc�enza fusca 124
o de la propria o de l'altrui vergogna
pur sentir� la tua parola brusca.

Ma nondimen, rimossa ogne menzogna, 127
tutta tua vis�on fa manifesta;
e lascia pur grattar dov' � la rogna.

Ch� se la voce tua sar� molesta 130
nel primo gusto, vital nodrimento
lascer� poi, quando sar� digesta.

Questo tuo grido far� come vento, 133
che le pi� alte cime pi� percuote;
e ci� non fa d'onor poco argomento.

Per� ti son mostrate in queste rote, 136
nel monte e ne la valle dolorosa
pur l'anime che son di fama note,

che l'animo di quel ch'ode, non posa 139
n� ferma fede per essempro ch'aia
la sua radice incognita e ascosa,

n� per altro argomento che non paia�. 142

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