DantPurgXXVIII (original) (raw)
'Dante vivo', 1997-2016 � Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Societ� Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice, Richard Holloway, Akita Noek, Eric McLuhan, Ted Nelson
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DANTE ALIGHIERI
COMMEDIA. PURGATORIO XXVIII
ago gi� di cercar dentro e dintorno 1
la divina foresta spessa e viva,
ch'a li occhi temperava il novo giorno,
sanza pi� aspettar, lasciai la riva, 4
prendendo la campagna lento lento
su per lo suol che d'ogne parte auliva.
Un'aura dolce, sanza mutamento 7
avere in s�, mi feria per la fronte
non di pi� colpo che soave vento;
per cui le fronde, tremolando, pronte 10
tutte quante piegavano a la parte
u' la prim' ombra gitta il santo monte;
non per� dal loro esser dritto sparte 13
tanto, che li augelletti per le cime
lasciasser d'operare ogne lor arte;
ma con piena letizia l'ore prime, 16
cantando, ricevieno intra le foglie,
che tenevan bordone a le sue rime,
tal qual di ramo in ramo si raccoglie 19
per la pineta in su 'l lito di Chiassi,
quand' �olo scilocco fuor discioglie.
Gi� m'avean trasportato i lenti passi 22
dentro a la selva antica tanto, ch'io
non potea rivedere ond' io mi 'ntrassi;
ed ecco pi� andar mi tolse un rio, 25
che 'nver' sinistra con sue picciole onde
piegava l'erba che 'n sua ripa usc�o.
Tutte l'acque che son di qua pi� monde, 28
parrieno avere in s� mistura alcuna
verso di quella, che nulla nasconde,
avvegna che si mova bruna bruna 31
sotto l'ombra perpet�a, che mai
raggiar non lascia sole ivi n� luna.
Coi pi� ristetti e con li occhi passai 34
di l� dal fiumicello, per mirare
la gran var�azion d'i freschi mai;
e l� m'apparve, s� com' elli appare 37
subitamente cosa che disvia
per maraviglia tutto altro pensare,
una donna soletta che si gia 40
e cantando e scegliendo fior da fiore
ond' era pinta tutta la sua via.
�Deh, bella donna, che a' raggi d'amore 43
ti scaldi, s'i' vo' credere a' sembianti
che soglion esser testimon del core,
vegnati in voglia di trarreti avanti�, 46
diss' io a lei, �verso questa rivera,
tanto ch'io possa intender che tu canti.
Tu mi fai rimembrar dove e qual era 49
Proserpina nel tempo che perdette
la madre lei, ed ella primavera�.
Come si volge, con le piante strette 52
a terra e intra s�, donna che balli,
e piede innanzi piede a pena mette,
volsesi in su i vermigli e in su i gialli 55
fioretti verso me, non altrimenti
che vergine che li occhi onesti avvalli;
e fece i prieghi miei esser contenti, 58
s� appressando s�, che 'l dolce suono
veniva a me co' suoi intendimenti.
Tosto che fu l� dove l'erbe sono 61
bagnate gi� da l'onde del bel fiume,
di levar li occhi suoi mi fece dono.
Non credo che splendesse tanto lume 64
sotto le ciglia a Venere, trafitta
dal figlio fuor di tutto suo costume.
Ella ridea da l'altra riva dritta, 67
trattando pi� color con le sue mani,
che l'alta terra sanza seme gitta.
Tre passi ci facea il fiume lontani; 70
ma Elesponto, l� 've pass� Serse,
ancora freno a tutti orgogli umani,
pi� odio da Leandro non sofferse 73
per mareggiare intra Sesto e Abido,
che quel da me perch' allor non s'aperse.
�Voi siete nuovi, e forse perch' io rido�, 76
cominci� ella, �in questo luogo eletto
a l'umana natura per suo nido,
maravigliando tienvi alcun sospetto; 79
ma luce rende il salmo Delectasti,
che puote disnebbiar vostro intelletto.
E tu che se' dinanzi e mi pregasti, 82
d� s'altro vuoli udir; ch'i' venni presta
ad ogne tua question tanto che basti�.
�L'acqua�, diss' io, �e 'l suon de la foresta 85
impugnan dentro a me novella fede
di cosa ch'io udi' contraria a questa�.
Ond' ella: �Io dicer� come procede 88
per sua cagion ci� ch'ammirar ti face,
e purgher� la nebbia che ti fiede.
Lo sommo Ben, che solo esso a s� piace, 91
f� l'uom buono e a bene, e questo loco
diede per arr' a lui d'etterna pace.
Per sua difalta qui dimor� poco; 94
per sua difalta in pianto e in affanno
cambi� onesto riso e dolce gioco.
Perch� 'l turbar che sotto da s� fanno 97
l'essalazion de l'acqua e de la terra,
che quanto posson dietro al calor vanno,
a l'uomo non facesse alcuna guerra, 100
questo monte sal�o verso 'l ciel tanto,
e libero n'� d'indi ove si serra.
Or perch� in circuito tutto quanto 103
l'aere si volge con la prima volta,
se non li � rotto il cerchio d'alcun canto,
in questa altezza ch'� tutta disciolta 106
ne l'aere vivo, tal moto percuote,
e fa sonar la selva perch' � folta;
e la percossa pianta tanto puote, 109
che de la sua virtute l'aura impregna
e quella poi, girando, intorno scuote;
e l'altra terra, secondo ch'� degna 112
per s� e per suo ciel, concepe e figlia
di diverse virt� diverse legna.
Non parrebbe di l� poi maraviglia, 115
udito questo, quando alcuna pianta
sanza seme palese vi s'appiglia.
E saper dei che la campagna santa 118
dove tu se', d'ogne semenza � piena,
e frutto ha in s� che di l� non si schianta.
L'acqua che vedi non surge di vena 121
che ristori vapor che gel converta,
come fiume ch'acquista e perde lena;
ma esce di fontana salda e certa, 124
che tanto dal voler di Dio riprende,
quant' ella versa da due parti aperta.
Da questa parte con virt� discende 127
che toglie altrui memoria del peccato;
da l'altra d'ogne ben fatto la rende.
Quinci Let�; cos� da l'altro lato 130
E�no� si chiama, e non adopra
se quinci e quindi pria non � gustato:
a tutti altri sapori esto � di sopra. 133
E avvegna ch'assai possa esser sazia
la sete tua perch' io pi� non ti scuopra,
darotti un corollario ancor per grazia; 136
n� credo che 'l mio dir ti sia men caro,
se oltre promession teco si spazia.
Quelli ch'anticamente poetaro 139
l'et� de l'oro e suo stato felice,
forse in Parnaso esto loco sognaro.
Qui fu innocente l'umana radice; 142
qui primavera sempre e ogne frutto;
nettare � questo di che ciascun dice�.
Io mi rivolsi 'n dietro allora tutto 145
a' miei poeti, e vidi che con riso
udito av�an l'ultimo costrutto;
poi a la bella donna torna' il viso. 148
Londra, British Library, Yates Thompson 36, fol. 116v
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