DantPurgVIII (original) (raw)
'Dante vivo', 1997-2016 � Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Societ� Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice
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DANTE ALIGHIERI
COMMEDIA. PURGATORIO VIII
ra gi� l'ora che volge il disio 1
ai navicanti e 'ntenerisce il core
lo d� c'han detto ai dolci amici addio;
e che lo novo peregrin d'amore 4
punge, se ode squilla di lontano
che paia il giorno pianger che si more;
quand' io incominciai a render vano 7
l'udire e a mirare una de l'alme
surta, che l'ascoltar chiedea con mano.
Ella giunse e lev� ambo le palme, 10
ficcando li occhi verso l'or�ente,
come dicesse a Dio: `D'altro non calme'.
`Te lucis ante' s� devotamente 13
le usc�o di bocca e con s� dolci note,
che fece me a me uscir di mente;
e l'altre poi dolcemente e devote 16
seguitar lei per tutto l'inno intero,
avendo li occhi a le superne rote.
Aguzza qui, lettor, ben li occhi al vero, 19
ch� 'l velo � ora ben tanto sottile,
certo che 'l trapassar dentro � leggero.
Io vidi quello essercito gentile 22
tacito poscia riguardare in s�e,
quasi aspettando, palido e um�le;
e vidi uscir de l'alto e scender gi�e 25
due angeli con due spade affocate,
tronche e private de le punte sue.
Verdi come fogliette pur mo nate 28
erano in veste, che da verdi penne
percosse traean dietro e ventilate.
L'un poco sovra noi a star si venne, 31
e l'altro scese in l'opposita sponda,
s� che la gente in mezzo si contenne.
Ben discern�a in lor la testa bionda; 34
ma ne la faccia l'occhio si smarria,
come virt� ch'a troppo si confonda.
�Ambo vegnon del grembo di Maria�, 37
disse Sordello, �a guardia de la valle,
per lo serpente che verr� vie via�.
Ond' io, che non sapeva per qual calle, 40
mi volsi intorno, e stretto m'accostai,
tutto gelato, a le fidate spalle.
E Sordello anco: �Or avvalliamo omai 43
tra le grandi ombre, e parleremo ad esse;
graz�oso fia lor vedervi assai�.
Solo tre passi credo ch'i' scendesse, 46
e fui di sotto, e vidi un che mirava
pur me, come conoscer mi volesse.
Temp' era gi� che l'aere s'annerava, 49
ma non s� che tra li occhi suoi e ' miei
non dichiarisse ci� che pria serrava.
Ver' me si fece, e io ver' lui mi fei: 52
giudice Nin gentil, quanto mi piacque
quando ti vidi non esser tra ' rei!
Nullo bel salutar tra noi si tacque; 55
poi dimand�: �Quant' � che tu venisti
a pi� del monte per le lontane acque?�.
�Oh!�, diss' io lui, �per entro i luoghi tristi 58
venni stamane, e sono in prima vita,
ancor che l'altra, s� andando, acquisti�.
E come fu la mia risposta udita, 61
Sordello ed elli in dietro si raccolse
come gente di s�bito smarrita.
L'uno a Virgilio e l'altro a un si volse 64
che sedea l�, gridando: �S�, Currado!
vieni a veder che Dio per grazia volse�.
Poi, v�lto a me: �Per quel singular grado 67
che tu dei a colui che s� nasconde
lo suo primo perch�, che non l� � guado,
quando sarai di l� da le larghe onde, 70
d� a Giovanna mia che per me chiami
l� dove a li 'nnocenti si risponde.
Non credo che la sua madre pi� m'ami, 73
poscia che trasmut� le bianche bende,
le quai convien che, misera!, ancor brami.
Per lei assai di lieve si comprende 76
quanto in femmina foco d'amor dura,
se l'occhio o 'l tatto spesso non l'accende.
Non le far� s� bella sepultura 79
la vipera che Melanesi accampa,
com' avria fatto il gallo di Gallura�.
Cos� dicea, segnato de la stampa, 82
nel suo aspetto, di quel dritto zelo
che misuratamente in core avvampa.
Li occhi miei ghiotti andavan pur al cielo, 85
pur l� dove le stelle son pi� tarde,
s� come rota pi� presso a lo stelo.
E 'l duca mio: �Figliuol, che l� s� guarde?�. 88
E io a lui: �A quelle tre facelle
di che 'l polo di qua tutto quanto arde�.
Ond' elli a me: �Le quattro chiare stelle 91
che vedevi staman, son di l� basse,
e queste son salite ov' eran quelle�.
Com' ei parlava, e Sordello a s� il trasse 94
dicendo: �Vedi l� 'l nostro avversaro�;
e drizz� il dito perch� 'n l� guardasse.
Da quella parte onde non ha riparo 97
la picciola vallea, era una biscia,
forse qual diede ad Eva il cibo amaro.
Tra l'erba e ' fior ven�a la mala striscia, 100
volgendo ad ora ad or la testa, e 'l dosso
leccando come bestia che si liscia.
Io non vidi, e per� dicer non posso, 103
come mosser li astor celest�ali;
ma vidi bene e l'uno e l'altro mosso.
Sentendo fender l'aere a le verdi ali, 106
fugg� 'l serpente, e li angeli dier volta,
suso a le poste rivolando iguali.
L'ombra che s'era al giudice raccolta 109
quando chiam�, per tutto quello assalto
punto non fu da me guardare sciolta.
�Se la lucerna che ti mena in alto 112
truovi nel tuo arbitrio tanta cera
quant' � mestiere infino al sommo smalto�,
cominci� ella, �se novella vera 115
di Val di Magra o di parte vicina
sai, dillo a me, che gi� grande l� era.
Fui chiamato Currado Malaspina; 118
non son l'antico, ma di lui discesi;
a' miei portai l'amor che qui raffina�.
�Oh!�, diss' io lui, �per li vostri paesi 121
gi� mai non fui; ma dove si dimora
per tutta Europa ch'ei non sien palesi?
La fama che la vostra casa onora, 124
grida i segnori e grida la contrada,
s� che ne sa chi non vi fu ancora;
e io vi giuro, s'io di sopra vada, 127
che vostra gente onrata non si sfregia
del pregio de la borsa e de la spada.
Uso e natura s� la privilegia, 130
che, perch� il capo reo il mondo torca,
sola va dritta e 'l mal cammin dispregia�.
Ed elli: �Or va; che 'l sol non si ricorca 133
sette volte nel letto che 'l Montone
con tutti e quattro i pi� cuopre e inforca,
che cotesta cortese oppin�one 136
ti fia chiavata in mezzo de la testa
con maggior chiovi che d'altrui sermone,
se corso di giudicio non s'arresta�. 139
1 One of the most lovely pilgrim similes used in Dante's text, about the nostalgia for one's homeland by travellers by sea and on land. The Angelus is being rung at Vespers tide.
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