DantParXXV (original) (raw)
'Dante vivo', 1997-2016 � Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Societ� Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice, Richard Holloway, Akita Noek
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DANTE ALIGHIERI
COMMEDIA. PARADISO XXV
e mai continga che 'l poema sacro 1
al quale ha posto mano e cielo e terra,
s� che m'ha fatto per molti anni macro,
vinca la crudelt� che fuor mi serra 4
del bello ovile ov' io dormi' agnello,
nimico ai lupi che li danno guerra;
con altra voce omai, con altro vello 7
ritorner� poeta, e in sul fonte
del mio battesmo prender� 'l cappello;
per� che ne la fede, che fa conte 10
l'anime a Dio, quivi intra' io, e poi
Pietro per lei s� mi gir� la fronte.
Indi si mosse un lume verso noi 13
di quella spera ond' usc� la primizia
che lasci� Cristo d'i vicari suoi;
e la mia donna, piena di letizia, 16
mi disse: �Mira, mira: ecco il barone
per cui l� gi� si vicita Galizia�.
S� come quando il colombo si pone 19
presso al compagno, l'uno a l'altro pande,
girando e mormorando, l'affezione;
cos� vid' �o l'un da l'altro grande 22
principe glor�oso essere accolto,
laudando il cibo che l� s� li prande.
Ma poi che 'l gratular si fu assolto, 25
tacito coram me ciascun s'affisse,
ignito s� che vinc�a 'l mio volto.
Ridendo allora B�atrice disse: 28
�Inclita vita per cui la larghezza
de la nostra basilica si scrisse,
fa risonar la spene in questa altezza: 31
tu sai, che tante fiate la figuri,
quante Ies� ai tre f� pi� carezza�.
�Leva la testa e fa che t'assicuri: 34
che ci� che vien qua s� del mortal mondo,
convien ch'ai nostri raggi si maturi�.
Questo conforto del foco secondo 37
mi venne; ond' io lev�i li occhi a' monti
che li 'ncurvaron pria col troppo pondo.
�Poi che per grazia vuol che tu t'affronti 40
lo nostro Imperadore, anzi la morte,
ne l'aula pi� secreta co' suoi conti,
s� che, veduto il ver di questa corte, 43
la spene, che l� gi� bene innamora,
in te e in altrui di ci� conforte,
di' quel ch'ell' �, di' come se ne 'nfiora 46
la mente tua, e d� onde a te venne�.
Cos� segu� 'l secondo lume ancora.
E quella p�a che guid� le penne 49
de le mie ali a cos� alto volo,
a la risposta cos� mi prevenne:
�La Chiesa militante alcun figliuolo 52
non ha con pi� speranza, com' � scritto
nel Sol che raggia tutto nostro stuolo:
per� li � conceduto che d'Egitto 55
vegna in Ierusalemme per vedere,
anzi che 'l militar li sia prescritto.
Li altri due punti, che non per sapere 59
son dimandati, ma perch' ei rapporti
quanto questa virt� t'� in piacere,
a lui lasc' io, ch� non li saran forti 61
n� di iattanza; ed elli a ci� risponda,
e la grazia di Dio ci� li comporti�.
Come discente ch'a dottor seconda 64
pronto e libente in quel ch'elli � esperto,
perch� la sua bont� si disasconda,
�Spene�, diss' io, �� uno attender certo 67
de la gloria futura, il qual produce
grazia divina e precedente merto.
Da molte stelle mi vien questa luce; 70
ma quei la distill� nel mio cor pria
che fu sommo cantor del sommo duce.
`Sperino in te', ne la sua t�odia 73
dice, `color che sanno il nome tuo':
e chi nol sa, s'elli ha la fede mia?
Tu mi stillasti, con lo stillar suo, 76
ne la pistola poi; s� ch'io son pieno,
e in altrui vostra pioggia repluo�.
Mentr' io diceva, dentro al vivo seno 79
di quello incendio tremolava un lampo
s�bito e spesso a guisa di baleno.
Indi spir�: �L'amore ond' �o avvampo 82
ancor ver' la virt� che mi seguette
infin la palma e a l'uscir del campo,
vuol ch'io respiri a te che ti dilette 85
di lei; ed emmi a grato che tu diche
quello che la speranza ti 'mpromette�.
E io: �Le nove e le scritture antiche 88
pongon lo segno, ed esso lo mi addita,
de l'anime che Dio s'ha fatte amiche.
Dice Isaia che ciascuna vestita 91
ne la sua terra fia di doppia vesta:
e la sua terra � questa dolce vita;
e 'l tuo fratello assai vie pi� digesta, 94
l� dove tratta de le bianche stole,
questa revelazion ci manifesta�.
E prima, appresso al fin d'este parole, 97
`Sperent in te' di sopr' a noi s'ud�;
a che rispuoser tutte le carole.
Poscia tra esse un lume si schiar� 100
s� che, se 'l Cancro avesse un tal cristallo,
l'inverno avrebbe un mese d'un sol d�.
E come surge e va ed entra in ballo 103
vergine lieta, sol per fare onore
a la novizia, non per alcun fallo,
cos� vid' io lo schiarato splendore 106
venire a' due che si volgieno a nota
qual conveniesi al loro ardente amore.
Misesi l� nel canto e ne la rota; 109
e la mia donna in lor tenea l'aspetto,
pur come sposa tacita e immota.
�Questi � colui che giacque sopra 'l petto 112
del nostro pellicano, e questi fue
di su la croce al grande officio eletto�.
La donna mia cos�; n� per� pi�e 115
mosser la vista sua di stare attenta
poscia che prima le parole sue.
Qual � colui ch'adocchia e s'argomenta 118
di vedere eclissar lo sole un poco,
che, per veder, non vedente diventa;
tal mi fec' �o a quell' ultimo foco 121
mentre che detto fu: �Perch� t'abbagli
per veder cosa che qui non ha loco?
In terra � terra il mio corpo, e saragli 124
tanto con li altri, che 'l numero nostro
con l'etterno proposito s'agguagli.
Con le due stole nel beato chiostro 127
son le due luci sole che saliro;
e questo apporterai nel mondo vostro�.
A questa voce l'infiammato giro 130
si qu�et� con esso il dolce mischio
che si facea nel suon del trino spiro,
s� come, per cessar fatica o rischio, 133
li remi, pria ne l'acqua ripercossi,
tutti si posano al sonar d'un fischio.
Ahi quanto ne la mente mi commossi, 136
quando mi volsi per veder Beatrice,
per non poter veder, bench� io fossi
presso di lei, e nel mondo felice! 139
Londra, British Library, Yates Thompson 36, fol. 174
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