Pastorale Giovanile Salesiana (Dispense per il 2017-2018): Sviluppi della Pastorale Giovanile nel Magistero Postconciliare della Congregazione Salesiana (original) (raw)

Andate e fate discepoli tutti i giovani: Verso una pastorale giovanile evangelizzatrice

2021

Sulla scia di Evangelii gaudium e del cammino del Sinodo sui giovani, il testo studia l’identità della pastorale giovanile come un servizio all’evangelizzazione nell’ottica del discepolato missionario. Dalla consapevolezza che è l’intera comunità che evangelizza ed educa i giovani, i diversi capitoli approfondiscono le dinamiche di una pastorale giovanile caratterizzata come sinodale, popolare, vocazionale e missionaria. In un tempo tanto promettente quanto provocatorio come l’attuale, il volume si prefigge di favorire la conversione della pastorale con i giovani orientandola verso la sua centratura in Cristo.

(2014) Il catecumenato crismale. Risorsa per la pastorale degli adolescenti

2014

Scrivo questo libro perché non sono convinto di alcune soluzioni che gli operatori pastorali stanno dando alla questione della NE e della IC delle nuove generazioni. Molte esperienze mettono in luce che la riflessione si sta concentrando sulla «forma pedagogica» che l’itinerario dovrà assumere. Una forma che non tradisca la tradizione ma che tenga maggiormente in conto che viviamo in una cultura della scelta personale. Non sembri strano al lettore la tesi centrale di questo libro secondo la quale tale forma deve mettere a tema la questione della età più adatta e della durata dell’ultimo tempo dalla IC: la celebrazione della cresima-confermazione. Tutta questa riflessione si sta riassumendo con l’espressione «catecumenato crismale» L. Meddi, Il Catecumenato Crismale. Risorsa per la pastorale degli adolescenti, Elledici, Torino 2014

Progettare la pastorale: percorsi innovativi, virtuosi e umilmente integrali, in «Note di Pastorale Giovanile» 52 (2018) 2, pp. 5-48

Michal Vojtáš, Progettare la pastorale: percorsi innovativi, virtuosi e umilmente integrali, in «Note di Pastorale Giovanile» 52 (2018) 2, pp. 5-48, 2018

L'articolo sintetizza e sviluppa ulteriormente il pensiero contenuto nella pubblicazione "Progettare e discernere". La novità di questo modello di progettazione risiede non solo nella metodologia “tras-formativa” proposta in cinque tappe – situazione descritta, interpretazione comunitaria, vocazione accolta, visione sperimentata, progettazione operativa – che affondano la loro radice profonda in un momento decisamente spirituale e vocazionale, ma soprattutto nella pressante richiesta di passare da una “progettazione virtuale” ad una “progettazione virtuosa”. Colui che progetta virtualmente in genere decide in maniera verticistica e unilaterale ciò che vuole e poi cerca una corresponsabilità solo esecutiva da parte degli altri membri della comunità; chi invece progetta virtuosamente sa che ognuno ha qualcosa da dare e da dire e quindi cerca sempre una corresponsabilità a tutto tondo da tutti i membri della comunità, perché la migliore idea può venire da qualunque membro della comunità, proprio perché lo Spirito «soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va» (Gv 3,8). L’idea di fondo risiede nel fatto che non esiste progettazione educativa e pastorale senza una comunità di fede, che viva quotidianamente alcune virtù personali e altre pro-sociali ben precise: dal punto di vista individuale la fedeltà creativa, il discernimento personale e la coerenza operativa; dal punto di vista comunitario la generosità sistemica, l’accompagnamento generativo e l’integrazione sinergica. Lavorare personalmente e comunitariamente per crescere in ciascuna di queste virtù, verificando con verità dove le cose vanno già bene e dove invece abbiamo bisogno di autentiche conversioni, è un compito ineludibile per noi che vogliamo essere una Chiesa sensibile ad uno Spirito attivo che si fa vivo e parla attraverso la vita dei nostri giovani e ci chiede di camminare secondo il Vangelo per rispondere ai loro appelli (dall'editoriale di Rossano Sala).

La centralità della "religione" nel sistema preventivo di don Bosco per l'accompagnamento educativo e spirituale dei giovani, in "Salesianum" 79 (2017) 328-351.

Salesianum, 2017

Don Bosco has always maintained that religion is an indispensable educational factor. Today some scholars of the preventive system prospect “religion” mainly as training of adolescents to comprehensive and ultimate meaning of life. However, in the experience of the Holy Educator, this was also a supporting methodological structure of his entire system and inspiring source of fruitful educational itinerary. From the beginnings of the Salesian Oratory, the religious practice has been an effective means of helping young people to assimilate the fundamental values and to perfect themselves. Above all, the sacramental spirituality has had an important role in the educational insight and spiritual accompaniment of young people educated by Don Bosco. The article concludes with some functional considerations for a greater enhancement of “religion” in present Salesian education.

C. Monge, «Una liturgia giovane: il caso Taizé», in Rivista di Pastorale Liturgica, 1/2018, pp.21-25

Taizé ha indubbiamente rinnovato, e in qualche modo sconvolto, la tradizione liturgica monastica. […] Lo stile di Taizé reagisce contro ogni archeologismo o ogni vezzo letterario o filologico d’élite. Pur essendo nata nel cuore della riforma, la Comunità prende alla lettera l’invito del concilio Vaticano II, anticipato con insistenza da Giovanni XXIII, a lavorare non soltanto alla conservazione di un tesoro ma anche alla sua "traduzione", in senso lato, affinché la liturgia sia comprensibile all’uomo moderno e più adatta alla sensibilità del nostro tempo.

Pedagogia salesiana 4: Pedagogia salesiana attorno al Concilio Vaticano II (1952-1978), in "Note di Pastorale Giovanile" 57 (2023) no. 3 aprile-maggio, pp. 71-80

Questo articolo esplora l'evoluzione della pedagogia salesiana dal periodo post-seconda guerra mondiale attraverso l'epoca del Secondo Concilio Vaticano (1952-1978). Sottolinea la crescita e la stabilità organizzativa della Congregazione Salesiana nel dopoguerra, enfatizzando il ruolo di figure come Don Ricaldone e Don Renato Ziggiotti nell'adattamento alle esigenze sociali ed educative contemporanee. L'impatto del Concilio Vaticano II, in particolare attraverso la "Gravissimum educationis", ha portato a un cambiamento paradigmatico verso un approccio più aperto e dialogico nell'educazione, integrando le scienze umane e rispondendo alle sfide della società moderna. Sviluppi chiave hanno incluso la trasformazione delle pratiche pedagogiche presso l'Istituto Superiore di Pedagogia, sotto la guida di figure come Pietro Braido, e l'adozione di un approccio critico verso il Sistema Preventivo di Don Bosco. Il periodo è stato caratterizzato da un equilibrio tra tradizione e innovazione, come visto in vari convegni e simposi che hanno riflettuto sulla missione educativa salesiana nel mondo in cambiamento. L'articolo conclude che questa era è stata una fase significativa di transizione e rinnovamento nel pensiero e nella pratica educativa salesiana.