temi dibattuti in Pedagogia ed Educazione (original) (raw)

Per un nuovo dibattito in campo educativo

ECPS - Educational Cultural and Psychological Studies

Editoriale / Editorial Cinquecentesimo anniversario della morte 11 di Leonardo da Vinci: da celebrazioni di rito, ad occasione per un nuovo sviluppo culturale del Paese

APPUNTI SULL'EDUCAZIONE IN OCCIDENTE

Rubrica: Note di un Fidei Donum – di Paolo Cugini, prete della diocesi di Reggio Emilia, già fidei donum in Brasile Appunti sull'educazione in occidente Nascono in famiglie ordinate e per questo devono essere ordinati e puliti. Imparano a non lasciare spazio all'improvvisazione, per cui tutto dev'essere programmato in anticipo, affinché non ci siano sorprese, affinché la realtà non li sorprenda. Perché è questo il problema: la sorpresa. Se la tranquillità è il criterio di vita, allora la sorpresa dev'essere a tutti i costi arginata, perché destabilizza, mette in crisi. In questo contesto diventare adulti significa imparare l'arte di pianificare il reale in modo tale da non permettere il benché minimo spazio per l'imprevedibile, per qualcosa che possa mettere in discussione la vita così com'è stata pianificata. In altre parole, tutto dev'essere così pianificato per fare in modo che la vita che sgorga dalla realtà non produca il suo effetto dirompente. Difendersi dalla vita: è questo il programma: difendersi dalla realtà, è questo l'obiettivo. Come se la vita facesse male, come se la realtà fosse contro la vita, come se la realtà fosse irreale, come se ci fosse bisogno di difendersi dalla realtà. Eppure, osservando all'indietro la storia dell'educazione in Occidente, è proprio questo che insegniamo ai nostri ragazzi, alle nostre ragazze: a difendersi dalla vita. E così sono bravi quei ragazzi e quelle ragazze che sanno fare a modo il compito, che sanno riprodurre fedelmente il passato nei minimi particolari e, soprattutto che non mettano nulla di nuovo nel presente. Il nuovo destabilizza, provoca una riflessione, obbliga a modificare gli schemi, gli orizzonti. Genitori bravi nel mantenere il sistema delle cose ricevute in ordine, hanno figli bravi, ordinati, che fanno le cose così come gli sono state trasmesse. Se infatti, le cose fatte nel passato andavano bene, perché cambiarle? Se la realtà è stata sempre così bene controllata, perché ascoltarla? Che cos'è la realtà? Come si manifesta? Reale è quello che viene al nostro incontro nel tempo presente. Reale è ciò che i nostri sensi colgono. La realtà non s'identifica, però con la materia. Ci sono, infatti, eventi che vengono al nostro incontro e che non possiamo ascrivere al mondo materiale. Pensiamo alle emozioni, alle passioni, ai sentimenti di dolore, di allegria, solo per citarne

Il dibattito come rischio educativo

Competing, cooperating, deciding: towards a model of deliberative debate, 2021

«È meglio dibattere una questione senza risolverla che risolvere una questione senza dibatterla», nota Joseph Joubert (1838) in uno dei suoi aforismi. Il dibattito è uno dei generi testuali più apprezzati, per cui viene inserito nelle attività educative curricolari o extracurricolari. Che cosa insegniamo insegnando il dibattito? Cosa imparano gli studenti imparando a dibattere? Sanno competere, collaborare, argomentare, persuadere? Siccome dalle concrete scelte didattiche traspare una filosofia educativa sottostante, in quanto segue sarà evocato il modello di Biesta (2010, 2016, 2017). Le nozioni teoriche tratte da questo quadro di riferimento saranno poi applicate all'analisi dell'Oxford debate nella sua versione adottata in tornei di dibattiti regolamentati in Polonia, nonché alla discussione di una modifica dell'Oxford debate, ispirata al concetto del 'rischio educativo' (anzi, «il bel rischio educativo», come dice il titolo di uno dei libri di Biesta). 2. Tra la learnification e l'educazione In quanto segue, la parola inglese education, per mantenere la terminologia originaria di Biesta, sarà resa in italiano sistematicamente come 'educazione', anche se in alcuni contesti nella lingua italiana si suole usare il lessema 'istruzione'.

Tema: La Relazione Educativa

2010

Il contributo che la ricerca Psicologica ha tradizionalmente offerto agli insegnanti in formazione è vasto ed articolato e si va orientando oggi sempre più in direzione della costruzione di possibili itinerari finalizzati all'acquisizione di strategie di scelta relativamente a ciò che è ritenuto più utile piuttosto che maggiormente efficace ai fini dei processi di istruzione. Si tratta di un obiettivo connesso al profondo e radicale mutamento che ha coinvolto nel corso degli ultimi trent'anni l'immagine della scuola e dell'insegnante.

Dialogo tra Didattica della Matematica e Didattica Generale: problemi e sinergie

ITALIAN JOURNAL OF EDUCATIONAL RESEARCH, 2017

The didactic action is an holistic process in which general didactic (GD) and disciplinary didactic (DD) interact. But, how are they related? Two different modes occurred in the past: distinguishing between knowledge and education or removing one of the poles. This work attempts to overcome these two opposite solutions. The two discipline, GD and DD, impact on the same didactic action and each of them acts on the same aspects, although with different perspective. This synergy allows a plural analysis otherwise flawed. In order to gather problems and synergies of a plural analysis, this work analyses a research project, concerning a math teaching sequence for Primary School pupils, which involved researchers of the two disciplinary areas (GD and DD).

Temi scotistici nel dibattito contemporaneo

Temi scotistici nel dibattito contemporaneo sul libero arbitrio Secondo una tesi spesso ripetuta e assai condivisibile, per molti versi la filosofia analitica contemporanea ha con la tarda scolastica un'affinità ben più accentuata, sia a livello metodologico sia a livello di contenuti, di quanto non ne abbia con tradizioni filosofiche ad essa cronologicamente più vicine, se non addirittura coeve. In effetti, sfogliando le maggiori riviste di ispirazione analitica, da «Analysis a Mind», dal «Journal of Philosophy» alla «Philosophical Review», si rimane colpiti dalle affinità tematiche, dal comune spirito analitico, dalla tendenza condivisa e talora esasperata alla formalizzazione e al rigore che legano idealmente questa tradizione alla filosofia tardo-medioevale. E non v'è dubbio che, per quanto concerne la concezione delle modalità e dei fini dell'attività filosofica, gli scritti di metafisica o di filosofia del linguaggio di un David Lewis o di un Michael Dummett ricordino assai più quelli di Duns Scoto, Buridano o Ockham che quelli di Gadamer, Foucault o Derrida.