Alessandro Serrani | Ecole du Louvre (original) (raw)
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Un gruppo di dipinti stilisticamente coerenti attribuiti a Ginevra Cantofoli sembrerebbe invece s... more Un gruppo di dipinti stilisticamente coerenti attribuiti a Ginevra Cantofoli sembrerebbe invece spettare, come ha rilevato con noi Daniele Benati e come ha in parte intuito Massimo Pulini in un recente contributo online, a un pittore contemporaneo di origine fiamminga, Louis Cousin (conosciuto anche come “Luigi Gentile”), attivo a Roma e lungo la costa adriatica. Alla separazione dei corpora dei dipinti spettanti alle due personalità segue una riflessione a proposito di come, anche nella storia dell’arte odierna, le biografie delle pittrici e dei pittori condizionino la lettura delle opere: nel caso di Cantofoli, i dipinti che la critica solitamente le attribuisce, interpretati fino a questo momento come il simbolo di una femminilità reclusa, si rivelano, all’opposto, come la produzione di un pittore ricordato dalle fonti come appassionato corteggiatore, che per “allettare maggiormente” le sue amanti “adornava loro la casa di quadri di sua mano” (Passeri).
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Papers by Alessandro Serrani
This essay examines the decoration of the oratory of San Nicolò inside the Sestola castle walls. ... more This essay examines the decoration of the oratory of San Nicolò inside the Sestola castle walls. By revealing some recently rediscovered frescoes and taking advantage of a new restoration campaign, our aim is to shed light on the different artists who were involved in that painting site and, at the same time, to reconstruct its chronological phases. We will attempt to show how even a small mountain oratory can tell us a lot about the circulation of ideas, cultures and artists in the Renaissance.
This essay investigates a cycle of frescoes with the Stories of St. John the Baptist from the chu... more This essay investigates a cycle of frescoes with the Stories of St. John the Baptist from the church dedicated to the same-named saint in Roncoscaglia, now kept in the Museo della Rocca di Sestola as a result of a detachment operation, with the strappo method, in the 1950s (which was not fully successful, since the wall paintings are now slightly reduced in their integrity). An examination of the iconography and an in-depth study of the style, which had not yet been fully focused on in the context of Late Gothic painting in the Estense dominions, is also proposed.
Interrogandosi sulla pala di Carlo Crivelli per San Francesco a Fabriano, dispersa fra vari musei... more Interrogandosi sulla pala di Carlo Crivelli per San Francesco a Fabriano, dispersa fra vari musei e alla cui ricomposizione lavorò in prima istanza Federico Zeri, se ne metteranno in luce le peculiarità dal punto di vista costruttivo e compositivo. La teoria di Santi o di Apostoli ai lati di Cristo alla base di un’ancona, tipica della produzione di Crivelli e che conta una serie molto ampia di paralleli in varie zone d’Italia, trova nondimeno nelle mani del pittore veneziano le sue più audaci sperimentazioni: all’incontro, tardivo, con la pala quadra rinascimentale, egli reagisce, piuttosto che sposandone le prerogative concettuali, piegando quella formula alle proprie consuetudini di rappresentazione. Una nuova pista di lettura viene avanzata a proposito della disposizione delle tavole, differenti per altezza e venatura del supporto, lungo la predella.
Il contributo, rendendo noto un documento inedito relativo alla provenienza antica della 'Madonna... more Il contributo, rendendo noto un documento inedito relativo alla provenienza antica della 'Madonna col Bambino' di Cima da Conegliano oggi confluita nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, indaga il rapporto intrattenuto dall'artista con il contesto felsineo, interrogandosi sulle eventuali influenze esercitate dal suo stile sui pittori locali.
Si ricostruiscono anche gli spostamenti che hanno interessato il dipinto fino all’ingresso in Pinacoteca.
The discovery of documents relating to the bolognese Notaries’ guild allows us to shed light on t... more The discovery of documents relating to the bolognese Notaries’ guild allows us to shed light on the 15th-century events of its palace. It will be possible to introduce new elements about the articulation of its interiors and the decorations it was provided with, conditioned by the needs of the dominators of Bologna. Some considerations will concern the ornamentation of the chapel notaries owned in San Petronio. Social and representation questions relating to the guild will be also addressed.
The article sheds light on the relationship between the oculi on the pediment of the polyptych by... more The article sheds light on the relationship between the oculi on the pediment of the polyptych by Marco Zoppo at the Collegio di Spagna in Bologna, and those carved by Pietro Lombardo for the pendentives of the cupola of the presbytery of San Giobbe in Venice. After noting how unlikely it would be that these solutions might be linked to a single prototype that has now been lost, the author sets out the circumstances that would have made it possible for Lombardo, whose oculi are of later date than those of Zoppo, to have seen the Collegio’s polyptych. Other works by Lombardo demonstrate that, at a time when both artists were living in the Venice area, he maintained a certain amount of attention to what Zoppo released. Zoppo, for his part, without having any particular partiality for Lombardo’s production, was nevertheless regularly compared to the highest-level sculptural works of the day.
By relying on new documentary material, a review of sources and some critical insights, this chap... more By relying on new documentary material, a review of sources and some critical insights, this chapter sheds new light on the female painter Ginevra Cantofoli, inscribing her in the context of seventeenth-century Bolognese painting. This article first dwells on the spread of art academies in Bologna, focusing on the ‘Cenacolo’ of Elisabetta Sirani, an entity comparable, while maintaining its own specificity, to the corresponding male. The second section re-examines Cantofoli’s production starting from the only painting, recently emerged, that is with certainty referable to her, through which we will try to demonstrate how a group of works previously attributed to her should instead belong to the Flemish painter Luigi Gentile.
MarCello fini Libri (ma non solo) e pandemia. Come le biblioteche del Comune di Bologna hanno ris... more MarCello fini Libri (ma non solo) e pandemia. Come le biblioteche del Comune di Bologna hanno risposto all'emergenza sanitaria.
The numerous plagues that overflown Bologna in the second half of the 15th century were the reaso... more The numerous plagues that overflown Bologna in the second half of the 15th century were the reason for the spread of saint Sebastian’s iconography in the city, which reached its climax in the last twenty years of the century. The possible political meanings of this iconography are also discussed. Towards the end of the century, we observe a softening of saint Sebastian’s figure, which is less burly in build than the examples painted around the mid-century. We focus on several cases, for which the reasons for the choice of this saint are investigated; they also provide the opportunity to reconsider the attribution of a selection of paintings.
L’articolo indaga le vicende che interessarono il polittico ordinato a Pietro Perugino per la cap... more L’articolo indaga le vicende che interessarono il polittico ordinato a Pietro Perugino per la cappella di San Michele alla Certosa di Pavia. Ci si è soffermati sulle tempistiche della sua messa in opera, a nostro avviso dilazionata nel tempo, e sulla struttura che avrebbe dovuto avere (la carpenteria originale è andata perduta) in relazione al polittico di Macrino d’Alba sul lato opposto della navata e alla pala dell’altar maggiore, commissionata a Filippino Lippi ma mai portata a termine. Le vicende sono ripercorse riservando particolare attenzione al maestro di legname coinvolto nella commissione, Jacopo d’Antonio di Santa Maria in Campo a Firenze, e proponendo uno studio comparativo sulle strutture dei polittici elaborate in Italia settentrionale nella seconda metà del XV secolo. Alcune considerazioni vengono riservate anche alla figura di Ludovico il Moro quale mecenate.
First Annual International Women in the Arts Conference, 2021
Un gruppo di dipinti stilisticamente coerenti attribuiti a Ginevra Cantofoli sembrerebbe invece s... more Un gruppo di dipinti stilisticamente coerenti attribuiti a Ginevra Cantofoli sembrerebbe invece spettare, come ha rilevato con noi Daniele Benati e come ha in parte intuito Massimo Pulini in un recente contributo online, a un pittore contemporaneo di origine fiamminga, Louis Cousin (conosciuto anche come “Luigi Gentile”), attivo a Roma e lungo la costa adriatica. Alla separazione dei corpora dei dipinti spettanti alle due personalità segue una riflessione a proposito di come, anche nella storia dell’arte odierna, le biografie delle pittrici e dei pittori condizionino la lettura delle opere: nel caso di Cantofoli, i dipinti che la critica solitamente le attribuisce, interpretati fino a questo momento come il simbolo di una femminilità reclusa, si rivelano, all’opposto, come la produzione di un pittore ricordato dalle fonti come appassionato corteggiatore, che per “allettare maggiormente” le sue amanti “adornava loro la casa di quadri di sua mano” (Passeri).
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This essay examines the decoration of the oratory of San Nicolò inside the Sestola castle walls. ... more This essay examines the decoration of the oratory of San Nicolò inside the Sestola castle walls. By revealing some recently rediscovered frescoes and taking advantage of a new restoration campaign, our aim is to shed light on the different artists who were involved in that painting site and, at the same time, to reconstruct its chronological phases. We will attempt to show how even a small mountain oratory can tell us a lot about the circulation of ideas, cultures and artists in the Renaissance.
This essay investigates a cycle of frescoes with the Stories of St. John the Baptist from the chu... more This essay investigates a cycle of frescoes with the Stories of St. John the Baptist from the church dedicated to the same-named saint in Roncoscaglia, now kept in the Museo della Rocca di Sestola as a result of a detachment operation, with the strappo method, in the 1950s (which was not fully successful, since the wall paintings are now slightly reduced in their integrity). An examination of the iconography and an in-depth study of the style, which had not yet been fully focused on in the context of Late Gothic painting in the Estense dominions, is also proposed.
Interrogandosi sulla pala di Carlo Crivelli per San Francesco a Fabriano, dispersa fra vari musei... more Interrogandosi sulla pala di Carlo Crivelli per San Francesco a Fabriano, dispersa fra vari musei e alla cui ricomposizione lavorò in prima istanza Federico Zeri, se ne metteranno in luce le peculiarità dal punto di vista costruttivo e compositivo. La teoria di Santi o di Apostoli ai lati di Cristo alla base di un’ancona, tipica della produzione di Crivelli e che conta una serie molto ampia di paralleli in varie zone d’Italia, trova nondimeno nelle mani del pittore veneziano le sue più audaci sperimentazioni: all’incontro, tardivo, con la pala quadra rinascimentale, egli reagisce, piuttosto che sposandone le prerogative concettuali, piegando quella formula alle proprie consuetudini di rappresentazione. Una nuova pista di lettura viene avanzata a proposito della disposizione delle tavole, differenti per altezza e venatura del supporto, lungo la predella.
Il contributo, rendendo noto un documento inedito relativo alla provenienza antica della 'Madonna... more Il contributo, rendendo noto un documento inedito relativo alla provenienza antica della 'Madonna col Bambino' di Cima da Conegliano oggi confluita nella Pinacoteca Nazionale di Bologna, indaga il rapporto intrattenuto dall'artista con il contesto felsineo, interrogandosi sulle eventuali influenze esercitate dal suo stile sui pittori locali.
Si ricostruiscono anche gli spostamenti che hanno interessato il dipinto fino all’ingresso in Pinacoteca.
The discovery of documents relating to the bolognese Notaries’ guild allows us to shed light on t... more The discovery of documents relating to the bolognese Notaries’ guild allows us to shed light on the 15th-century events of its palace. It will be possible to introduce new elements about the articulation of its interiors and the decorations it was provided with, conditioned by the needs of the dominators of Bologna. Some considerations will concern the ornamentation of the chapel notaries owned in San Petronio. Social and representation questions relating to the guild will be also addressed.
The article sheds light on the relationship between the oculi on the pediment of the polyptych by... more The article sheds light on the relationship between the oculi on the pediment of the polyptych by Marco Zoppo at the Collegio di Spagna in Bologna, and those carved by Pietro Lombardo for the pendentives of the cupola of the presbytery of San Giobbe in Venice. After noting how unlikely it would be that these solutions might be linked to a single prototype that has now been lost, the author sets out the circumstances that would have made it possible for Lombardo, whose oculi are of later date than those of Zoppo, to have seen the Collegio’s polyptych. Other works by Lombardo demonstrate that, at a time when both artists were living in the Venice area, he maintained a certain amount of attention to what Zoppo released. Zoppo, for his part, without having any particular partiality for Lombardo’s production, was nevertheless regularly compared to the highest-level sculptural works of the day.
By relying on new documentary material, a review of sources and some critical insights, this chap... more By relying on new documentary material, a review of sources and some critical insights, this chapter sheds new light on the female painter Ginevra Cantofoli, inscribing her in the context of seventeenth-century Bolognese painting. This article first dwells on the spread of art academies in Bologna, focusing on the ‘Cenacolo’ of Elisabetta Sirani, an entity comparable, while maintaining its own specificity, to the corresponding male. The second section re-examines Cantofoli’s production starting from the only painting, recently emerged, that is with certainty referable to her, through which we will try to demonstrate how a group of works previously attributed to her should instead belong to the Flemish painter Luigi Gentile.
MarCello fini Libri (ma non solo) e pandemia. Come le biblioteche del Comune di Bologna hanno ris... more MarCello fini Libri (ma non solo) e pandemia. Come le biblioteche del Comune di Bologna hanno risposto all'emergenza sanitaria.
The numerous plagues that overflown Bologna in the second half of the 15th century were the reaso... more The numerous plagues that overflown Bologna in the second half of the 15th century were the reason for the spread of saint Sebastian’s iconography in the city, which reached its climax in the last twenty years of the century. The possible political meanings of this iconography are also discussed. Towards the end of the century, we observe a softening of saint Sebastian’s figure, which is less burly in build than the examples painted around the mid-century. We focus on several cases, for which the reasons for the choice of this saint are investigated; they also provide the opportunity to reconsider the attribution of a selection of paintings.
L’articolo indaga le vicende che interessarono il polittico ordinato a Pietro Perugino per la cap... more L’articolo indaga le vicende che interessarono il polittico ordinato a Pietro Perugino per la cappella di San Michele alla Certosa di Pavia. Ci si è soffermati sulle tempistiche della sua messa in opera, a nostro avviso dilazionata nel tempo, e sulla struttura che avrebbe dovuto avere (la carpenteria originale è andata perduta) in relazione al polittico di Macrino d’Alba sul lato opposto della navata e alla pala dell’altar maggiore, commissionata a Filippino Lippi ma mai portata a termine. Le vicende sono ripercorse riservando particolare attenzione al maestro di legname coinvolto nella commissione, Jacopo d’Antonio di Santa Maria in Campo a Firenze, e proponendo uno studio comparativo sulle strutture dei polittici elaborate in Italia settentrionale nella seconda metà del XV secolo. Alcune considerazioni vengono riservate anche alla figura di Ludovico il Moro quale mecenate.
First Annual International Women in the Arts Conference, 2021
S e assai nutrita risulta la letteratura critica riguardante il Martirio di San Sebastiano tuttor... more S e assai nutrita risulta la letteratura critica riguardante il Martirio di San Sebastiano tuttora al di sopra del proprio altare nella quinta cappella a sinistra della basilica di San Petronio 1 ( ), molto meno interesse ha suscitato fino ad oggi la figura del suo committente, Donato Vaselli. Tale circostanza può essere dovuta alla difficoltà di reperire notizie su di lui. Basti pensare che già nel Settecento i membri del capitolo di San Pietro, di cui egli aveva fatto parte, non seppero trovare altro che la data in cui ricevette il canonicato: negli elenchi capitolari da essi stilati, infatti, mentre per la maggior parte dei nomi si forniscono alcune brevi informazioni, la voce «Donato Vaselli» è seguita unicamente dall'anno «1438» 2 .
Gli studi ospitati in questo volume gettano nuova luce sul Forte di Sestola, il quale emerge non ... more Gli studi ospitati in questo volume gettano nuova luce sul Forte di Sestola, il quale emerge non soltanto come elemento identitario della cultura locale ma anche quale luogo al centro di percorsi e comunicazioni tra persone, idee e culture da un versante all’altro dell’Appennino, coinvolgendo altresì tutto il ducato estense, fra l’Adriatico e la Garfagnana. Il volume “Il Forte di Sestola. Itinerari della cultura estense in Appennino” si pone dunque ai lettori come la risposta alla necessità etica e politica di restituire ai residenti e a chi frequenta Sestola la consapevolezza di una eredità culturale e ambientale di grande valore, nell’auspicio che, con interventi futuri, il Forte possa essere integralmente recuperato e restituito a una completa fruizione.
Il volume è corredato di un vasto atlante fotografico, fatto eseguire per l’occasione, e di una ricca appendice in cui sono raccolte, e per la prima volta pubblicate insieme, tutte le mappe, le vedute e i disegni del Forte di Sestola conservati presso l’Archivio di Stato di Modena.
I relatori sono giovani studiosi attivi nel campo della produzione artistica femminile fra XVI e ... more I relatori sono giovani studiosi attivi nel campo della produzione artistica femminile fra XVI e XVII secolo. Il seminario, in accordo con uno dei filoni che da sempre contraddistingue il Dipartimento delle Arti visive, performative e mediali dell’Università di Bologna, vuole consentire ai relatori coinvolti di esporre le proprie ricerche e di presentare gli avanzamenti recentemente reperiti. La discussione potrà giovarsi della partecipazione dei massimi esperti del tema nonché di pittura manierista e barocca italiana quali Vera Fortunati, Irene Graziani, Daniele Benati e Consuelo Lollobrigida.
Programma del ciclo di incontri.
Marco Zoppo and his masterpiece, the polyptych executed together with the woodworking master Agos... more Marco Zoppo and his masterpiece, the polyptych executed together with the woodworking master Agostino de’ Marchi for the church of San Clemente in the Collegio di Spagna in Bologna, have been the object of recent studies. However, scarce attention has been given to the construction of this polyptych. A close examination of the polypytch and discussions with important restorers bring to light the very refined and calculated constructive processes employed by de’ Marchi to accommodate the equally superb paintings by Zoppo.
My paper will extend to the comparison of this altarpiece with other polyptychs that appeared in Bologna during the fifteenth century. This will allow an understanding of the evolution of the constructive typologies of the polyptych in Bologna during the Renaissance. This type of study has been done well for the Florentine context, but it still needs to be systematically investigated for that of Bologna.
Program of the First Annual International Women in the Arts Conference - ‘Women in Arts, Architec... more Program of the First Annual International Women in the Arts Conference - ‘Women in Arts, Architecture and LiteratureHeritage, Legacy and Digital Perspectives’.
Program 'Behind the Image, Beyond the Image' 2021 - Ca’ Foscari University of Venice.
Conference Booklet 'Unfolding Disciplines in the History of the Humanities' - The Making of the H... more Conference Booklet 'Unfolding Disciplines in the History of the Humanities' - The Making of the Humanities IX.
L’intervento ripercorre le tappe della carriera del maestro di legname di origine cremasca Agosti... more L’intervento ripercorre le tappe della carriera del maestro di legname di origine cremasca Agostino de’ Marchi, soffermandosi in particolar modo sugli esordi e mettendo in luce le sue non indifferenti capacità di impresario. Come altri protagonisti del Rinascimento felsineo, anche lui era forestiero, ma trovò a Bologna le condizioni favorevoli per esprimere al meglio la sua arte contribuendo a definire, al pari di Francesco del Cossa e Nicolò dell’Arca, il carattere stesso della produzione artistica bolognese del XV secolo.
La pubblicazione propone una serie di affondi sollecitati dai restauri di alcune parti della rocc... more La pubblicazione propone una serie di affondi sollecitati dai restauri di alcune parti della rocca di Sestola, fra i quali spicca l’Oratorio di San Nicolò. In quest’ultimo edificio, infatti, i lavori hanno riportato alla luce alcuni pregevoli affreschi risalenti al XV secolo, già noti ma in parte celati da ridipinture, ora restaurati insieme a tutte le decorazioni pittoriche della piccola chiesa. Gli studi che qui si presentano gettano nuova luce sul forte di Sestola, che non appare solo come elemento identitario della cultura locale, bensì è anche un luogo al centro di percorsi e comunicazioni tra persone, idee e culture non solo da un versante all'altro dell'Appennino, ma anche attraverso tutto il ducato estense, tra l'Adriatico e la Garfagnana. Questi proficui scambi hanno coinvolto non solo artisti e personalità di spicco della cultura dell'epoca, ma anche le persone che qui vivevano e operavano, contribuendo a costruire le basi del patrimonio locale. Il volume è corredato di un ricco atlante fotografico fatto eseguire per l’occasione, con immagini del forte e degli affreschi dell'Oratorio San Nicolò e del ciclo già nella chiesa di Roncoscaglia.
La pubblicazione propone una serie di affondi sollecitati dai restauri di alcune parti della rocc... more La pubblicazione propone una serie di affondi sollecitati dai restauri di alcune parti della rocca di Sestola, fra i quali spicca l’Oratorio di San Nicolò. In quest’ultimo edificio, infatti, i lavori hanno riportato alla luce alcuni pregevoli affreschi risalenti al XV secolo, già noti ma in parte celati da ridipinture, ora restaurati insieme a tutte le decorazioni pittoriche della piccola chiesa.
Gli studi che qui si presentano gettano nuova luce sul forte di Sestola, che non appare solo come elemento identitario della cultura locale, bensì è anche un luogo al centro di percorsi e comunicazioni tra persone, idee e culture non solo da un versante all'altro dell'Appennino, ma anche attraverso tutto il ducato estense, tra l'Adriatico e la Garfagnana. Questi proficui scambi hanno coinvolto non solo artisti e personalità di spicco della cultura dell'epoca, ma anche le persone che qui vivevano e operavano, contribuendo a costruire le basi del patrimonio locale.
Il volume è corredato di un ricco atlante fotografico fatto eseguire per l’occasione, con immagini del forte e degli affreschi dell'Oratorio San Nicolò e del ciclo già nella chiesa di Roncoscaglia.
This lecture investigates the artistic production of the Bolognese Renaissance from an entirely n... more This lecture investigates the artistic production of the Bolognese Renaissance from an entirely new perspective, that of the trade guilds. Significant studies have already been made of the patronage of the confraternities, religious orders, and aristocracy; however, no one until now has dealt with the equally important, active and independent role played by guilds in the development of the figurative arts during the 15th century. Bologna's wealthy guilds promoted the careers of the most notable artists of the time, as well as those of lesser known and less mainstream figures, while introducing new genres of art previously unseen in the city. What emerges is a greatly enhanced and somewhat surprising image of art patronage in the Bolognese Renaissance.
Due volte all'anno, in primavera ed in autunno, il Comitato B.S.A. organizza entro la propria sed... more Due volte all'anno, in primavera ed in autunno, il Comitato B.S.A. organizza entro la propria sede e talora presso altre importanti istituzioni cittadine, cicli di conferenze su vari argomenti legati alla città ed al territorio tenute da soci o da studiosi appositamente invitati. Le conferenze sono gratuite ed aperte a tutta la cittadinanza (ma con precedenza ai soci nell'assegnazione dei posti a sedere) e si svolgono sempre (salvo diversa indicazione) alle ore 17. Qui di seguito il programma di quelle in corso:
Dalla seconda metà del XII secolo allo scorcio del XVIII le corporazioni di mestiere, pur avendo ... more Dalla seconda metà del XII secolo allo scorcio del XVIII le corporazioni di mestiere, pur avendo subito profonde modificazioni, mantennero sempre la loro funzione di garante degli interessi delle categorie di cui erano espressione e instaurarono, mediante la redazione di statuti, un meccanismo di solidarietà fra i rispettivi membri. Esse costituirono dunque il principale punto di forza dell’economia cittadina, senza tralasciare l’attività in campo sociale e soprattutto assistenziale tramite la gestione di ospedali.
Con la presente ricerca, presentata in occasione di questo seminario solo nelle sue linee guida generali, si intende indagare la produzione artistica del Rinascimento bolognese da un punto di vista inedito, quello appunto delle compagnie di mestiere. Se infatti sono già stati condotti significativi studi relativi alla committenza aristocratica, a quella delle confraternite e degli ordini religiosi e a quella connessa allo Studium, mai fino ad ora si è focalizzata l’attenzione sul ruolo rivestito dalle corporazioni nella fioritura delle arti figurative nel corso del XV secolo.
Intervento in occasione della presentazione del volume ‘Perché io non voglio star più a questa vi... more Intervento in occasione della presentazione del volume ‘Perché io non voglio star più a questa vita. La voce di Beatrice Cenci nei documenti conservati negli archivi romani’ di Alessandra Masu.
Presentazione in occasione dell'incontro 'Dal 1928 ai giorni nostri - settant'anni di Strenna Sto... more Presentazione in occasione dell'incontro 'Dal 1928 ai giorni nostri - settant'anni di Strenna Storica Bolognese'.
Video della mia conferenza tenuta in data 17 aprile 2023 presso Palazzo Malvezzi, Bologna.
Video della mia conferenza tenuta in data 31 maggio 2022 presso la Fondazione Zeri, Bologna.
Artists' collaborations outside the workshop in Early Modern Europe Scholars have studied collabo... more Artists' collaborations outside the workshop in Early Modern Europe Scholars have studied collaboration between artists in the context of the Renaissance workshop. Indeed, knowledge about the function of a workshop is now quite extensive, particularly regarding the relationship between master and pupils, in most cases based on a rigid hierarchy. This panel would instead investigate the collaborative dynamics between masters of the same level, not operating in the same workshop, at times formalized in regularly recognized associations and at others based on tacit agreements. Artists collaborated for a range of reasons. Some artists formed associations to respond to patrons' requests more promptly. For instance, by keeping the entire process of altarpiece making under control, woodworkers and painters could guarantee faster production times. In addition, such partnerships could result in more uniform stylistic results. Equally attested is the case of artists who affiliated themselves with the workshop of established colleagues to escape labor protectionist policies in certain cities. Furthermore, we know how participation in a prestigious worksite, sponsored by the most important patrons, convinced even renowned artists to relinquish a controlling role in a commission. The aim of this panel is to explore all cases of artistic collaboration in early modern Europe, to advance our understanding of these and other questions: did specific artists welcome partnerships? Were certain artistic specializations conducive to working together? Why did artists choose to join forces? What were the range of results from aesthetic to economic and others? We are also interested to learn how synergy among the presented cases leads to broader conclusions, such as whether practices differed by geographical areas and how they developed/changed over time. We welcome various approaches, including but not limited to archival research, visual analysis, and historical network analysis.