Giuseppe Fiorentino - Academia.edu (original) (raw)
Papers by Giuseppe Fiorentino
Atti del III Convegno della SIRA Società Italiana per il Restauro dell’Architettura “Restauro dell’architettura. Per un progetto di qualità”, Napoli, 15-16 Giugno 2023, 2024
La società contemporanea si trova di fronte ad una serie di sfide epocali, in relazione alle qual... more La società contemporanea si trova di fronte ad una serie di sfide epocali, in relazione alle quali c’è la transizione ecologica di intere città, di settori produttivi con forti ricadute sugli stili di vita.
Nel settore delle costruzioni, le misure per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni da combustibili fossili incontrano difficoltà di applicazione gestionale e tecnica e, nel caso degli edifici storici, si trovano anche di fronte alla necessità di rendere possibile il miglioramento tecnologico preservandone i valori culturali.
Si è osservato che la manutenzione di questi edifici non consente di raggiungere lo stesso livello di efficienza della maggior parte degli edifici più recenti, ma sono ancora auspicabili studi e applicazioni di pratiche con la logica del miglioramento delle prestazioni a partire dal patrimonio pubblico. In questo contesto, l’Agenzia del Demanio ha intrapreso una serie di politiche dal forte carattere innovativo, che si inseriscono nel quadro delle direttive europee sull’efficienza energetica, sul contenimento del consumo di suolo, ma anche sulla qualità dell’architettura, aspetto su cui i valori culturali degli edifici storici hanno un certo impatto.
Il recente avvio di una collaborazione tra l'Agenzia e l'Università Iuav di Venezia rappresenta l'occasione per svolgere attività sperimentali per definire processi e prodotti utili ai fini della programmazione, progettazione, realizzazione e gestione del patrimonio storico demaniale, a partire da gli edifici del territorio veneziano. La collaborazione ha l'obiettivo di sviluppare linee guida utili per il caso studio, applicabili anche altri contesti geografici, allo scopo di migliorare le caratteristiche tecnologiche e consolidare il valore di tale patrimonio immobiliare.
Oper Ipogea, Jan 1, 2014
Cave mosques in western Gebel Nafusa (Lybia) During the last studies pursued in the Libyan Gebel... more Cave mosques in western Gebel Nafusa (Lybia)
During the last studies pursued in the Libyan Gebel Nafusa, conceived by Wadi Adrar Foundation, several
architectural types such as fortified granaries, marabouts, oil-presses, mosques were investigated. In this
paper we will examine in detail the cave mosques of the different micro-regions trying to describe the history,
the geometrical characteristics and the technical aspects, embodying an understanding of geography, culture
and religion as determinants of habitat and settlement.
In the final conclusions will be described some historical elements such as the architectural types, use of gypsum
mortar, the features of the decorations and their symbolic meaning, the inscriptions giving the author’s
name and the date of construction or restorations.
AA.VV., presentazione di Michele d’Elia - Il santuario di Sant’Angelo a Santeramo. Atti dell’Incontro per la valorizzazione dei beni culturali del Parco Nazionale dell’Alta Murgia (Santeramo in Colle, 16 Aprile 2005), Bari 2008, pp. 113-145, 2008
In agro di Santeramo, nei pressi di un tracciato viario di antica origine che collegava Bari con ... more In agro di Santeramo, nei pressi di un tracciato viario di antica origine che collegava Bari con Matera intersecando l’Appia Antica, sorgeva un tempo un centro di culto micaelico, poi abbandonato e dimenticato a partire probabilmente dal XV sec.
Nella grotta carsica, sottostante una chiesetta romanica poi inglobata in una masseria dedicata alle attività silvio-pastorali, l’equipe composta da Roberto Caprara, Domenico Caragnano, Franco Dell’Aquila, Giuseppe Fiorentino, Luciano Rampino e Umberto Ricci, effettua una ricognizione rinvenendo migliaia di graffiti incisi sulle concrezioni carsiche che attestano la frequentazione del sito come luogo di pellegrinaggio. Si illustra il contesto storico e territoriale, i graffiti e le iscrizioni presenti nella grotta, la decorazione pittorica, la documentazione inedita e il progetto di recupero e valorizzazione.
Ampio spazio viene inoltre dedicato all’analisi conoscitiva della chiesa, della masseria e dell’ipogeo sottostante fino ad avanzare proposte di recupero e valorizzazione del complesso di Sant’Angelo in un programma integrato di recupero delle risorse storiche, archeologiche e ambientali del territorio dell’Alta Murgia.
“Opera Ipogea”, n. 1, 2014, pp. 9-26., 2014
Nel corso delle ultime campagne di ricerca nell’areale del Gebel Nefusa occidentale, rese possibi... more Nel corso delle ultime campagne di ricerca nell’areale del Gebel Nefusa occidentale, rese possibili grazie al supporto logistico della Fondazione Wadi Adrar, sono state indagate e censite numerose opere architettoniche, sia costruite in elevato che ipogee, quali abitazioni, gasr (granai fortificati), frantoi, marabutti (tombe dei Santi) e moschee. Nel presente contributo vengono esaminate singolarmente le moschee rupestri presenti nei vari distretti, indicandone la bibliografia, la tipologia, la particolare caratteristica di scavo e realizzazione, allo scopo di inquadrarle nella storia del Gebel Nefusa, ancor oggi purtroppo molto deficitaria per la discriminazione nei confronti dei Berberi.
Nelle conclusioni vengono riportate considerazioni sulla tipologia delle moschee rupestri, sull’uso del gesso, sulle decorazioni presenti e il loro significato simbolico, sulle scritte presenti che, in alcuni casi, testimoniano il nome degli autori o le date di fondazione o restauro.
Parole chiave: Moschee rupestri, Gebel Nefusa, Berberi, Tripolitania, Libia.
“In memoria di don Ignazio Fraccalvieri”, Crispiano (TA), 2013, pp. 37-52., 2013
Don Ignazio Fraccalvieri per primo, a partire dal 1971, si dedicò allo studio del santuario sante... more Don Ignazio Fraccalvieri per primo, a partire dal 1971, si dedicò allo studio del santuario santermano: ne presentò le caratteristiche, illustrò gli affreschi presenti, notò la presenza di alcune iscrizioni incise sulla roccia calcarea, segnalando in tal modo il particolare culto all’Arcangelo Michele ivi praticato.
Nelle pagine che seguono, sulla base del rilievo, dell’osservazione della grotta e delle nuove acquisizioni conoscitive, si tenterà di delineare l’evoluzione nel tempo della grotta e il percorso mistico che devoti e pellegrini compivano dopo aver varcato la porta di ingresso.
“Opera Ipogea”, n. 2, 2010, pp. 43-46., 2010
Nell’ambito di un programma di revisione del patrimonio rupestre della Puglia e del materano, int... more Nell’ambito di un programma di revisione del patrimonio rupestre della Puglia e del materano, intrapreso da una equipe di studiosi che, nel corso degli ultimi anni, ha perlustrato il territorio, è stata recentemente riscoperta in agro di Santeramo in Colle (Bari) la chiesa rupestre di S. Angelo alla Morsara.
Così è stato finalmente possibile consentire all’equipe di riesaminare il luogo, avendo la possibilità di evidenziare le peculiarità uniche di questo monumento andate ben oltre le aspettative.
La chiesa scavata nel banco calcarenitico presenta una serie di elementi archeologici ed architettonici che consentirebbero di datarla non oltre il V secolo, pertanto, si tratterebbe della più antica chiesa rupestre di
tutta la Puglia e del materano.
Parole chiave: chiesa rupestre, ipogeo, Santeramo, Puglia.
Atti VII Convegno nazionale di Speleologia in cavità artificiali - Urbino, 4-8 dicembre 2010, in “Opera Ipogea”, n. 1-2, 2011, pp. 263-270., 2011
La Fondazione Wadi Adrar ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare “Civiltà ed Architettura Vernac... more La Fondazione Wadi Adrar ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare “Civiltà ed Architettura Vernacolare Berbera” conducono dal 2006 missioni di rilevamento nel Gebel Garbi in Libia con l’obiettivo di studiare i resti archeologici lasciati dalle popolazioni autoctone della montagna tripolitana, di collocare le strutture nel proprio contesto storico, e di diffondere i risultati ottenuti.
Nel presente lavoro si presenta in particolare la moschea rupestre di Tnumayat, posta in al-Khirba (le rovine) nel territorio di Cabao. Il manufatto è stato scelto poiché rappresenta un originale esempio di moschea rupestre che nel contempo mostra un’alta qualità del lavoro di scavo svolto nella realizzazione. Nel dromos, posta sulla trabeazione della porta d’ingresso, è presente una lunga iscrizione che ci permette sia di datarne la realizzazione nel 454aE-1062d.C. che di riconoscere il committente dello scavo: Abd al-Malik.
L’interno, suddiviso in tre navate con l’aggiunta di un vano riservato alle donne, si presenta completamente decorato con rilievi in gesso.
“L’Habitat Rupestre nell’Area Mediterranea – Dall’archeologia alle buone pratiche per il suo recupero e la tutela, Giornate internazionali di studio in Terra Jonica, Massafra - Palagianello 29-30-31 ottobre 2010”, Massafra, 2012, pp. 109-112. , 2012
Nell’ambito di un programma di revisione del patrimonio rupestre della Puglia e del materano, int... more Nell’ambito di un programma di revisione del patrimonio rupestre della Puglia e del materano, intrapreso da una equipe di studiosi che, nel corso degli ultimi anni, ha perlustrato il territorio, è stata recentemente riscoperta in agro di Santeramo in Colle (Bari) la chiesa rupestre di S. Angelo alla Morsara.
Attraverso il riesame dell’ipogeo l’equipe di studio ha evidenziato le peculiarità uniche di questo monumento andate ben oltre le aspettative.
La chiesa, scavata nel banco calcarenitico, presenta infatti una serie di elementi archeologici ed architettonici che consentirebbero di datarla non oltre il V secolo d.C.
“L’Habitat Rupestre nell’Area Mediterranea – Dall’archeologia alle buone pratiche per il suo recupero e la tutela, Giornate internazionali di studio in Terra Jonica, Massafra - Palagianello 29-30-31 ottobre 2010”, Massafra, 2012, pp. 63-68., 2012
La Fondazione Wadi Adrar ONLUS ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare “Civiltà ed Architettura ... more La Fondazione Wadi Adrar ONLUS ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare “Civiltà ed Architettura Vernacolare Berbera” conducono dal 2006 missioni di rilevamento nel Gebel Garbi, nella Libia nord occidentale, con l’obiettivo di studiare i resti archeologici lasciati dalle popolazioni autoctone della montagna tripolitana, di collocare tali fonti nel proprio contesto storico, ed infine di diffondere i risultati
ottenuti.
La Fondazione Wadi Adrar e il Gruppo di Studio Multidisciplinare, hanno stabilito collaborazioni con le Università italiane di Pisa e Firenze, l’Università del Mediterraneo, e l’Università Alrefak di Tripoli, costituendo gruppi di lavoro al fine di esaminare, rilevare, restituendo anche tramite modellazione tridimensionale, numerosi centri abitati e villaggi abbandonati, Gasr, moschee, singole abitazioni e agglomerati, luoghi di lavoro come frantoi, sia costruiti che scavati nella roccia.
Le opere rupestri esaminate sono in prevalenza rispetto al costruito ed offrono una grande varietà tipologica, imposte dalla diversità geologica dei luoghi e dell’habitat, rispecchiando tutte l’esigenze di utilizzo che la vita quotidiana richiedeva in un ambiente così estremo.
In questo studio vengono presentate particolari tipologie abitative tipiche del Gebel Garbi e alcuni aspetti abitativi peculiari del “vivere in grotta”.
“Opera Ipogea”, n. 2, 2009, pp. 3-18., 2009
Si presenta un quadro degli aspetti ambientali del Gebel Nafusa libico ove sono presenti numerosi... more Si presenta un quadro degli aspetti ambientali del Gebel Nafusa libico ove sono presenti numerosi episodi di cavità artificiali scavate sia singolarmente sia in agglomerati come villaggi e città. Importanti sono i
villaggi rupestri abbandonati perché conservano modi di vita risalenti ai secoli passati.
La diffusione e la quantità delle cavità artificiali testimoniano un uso consolidato nel tempo da parte della popolazione berbera tanto da essere elementi caratterizzanti degli insediamenti ed utilizzate per tutte le funzioni della vita umana, dalle abitazioni a ricovero per animali ed anche per pregare con le moschee.
Si presentano in sintesi le varie tipologie di abitazioni e le tecniche di scavo utilizzate sia nei sedimenti di rocce calcaree sia nei fragili strati marnosi gessosi posti nei fianchi verticali degli uadi o in terreni pianeggianti.
Parole Chiave: Abitazioni Rupestri, Moschee Rupestri, Architettura Vernacolare, Gebel Nafusa, Libia.
"Grotte e dintorni", a. VI, n. 13 – giugno 2007, pp. 21-56., 2007
Nel presente lavoro sono state descritte e analizzate per la prima volta diverse abitazioni rupes... more Nel presente lavoro sono state descritte e analizzate per la prima volta diverse abitazioni rupestri nel Gebel Nefusa libico. Sono stati studiati anche alcuni villaggi rupestri e gasr edificati con pietra e malta di gesso, prodotti nella regione. Per la prima volta in Libia è stata usata la KAP (Kite Aerial Photography – foto aerea con aquilone) per documentare i gasr e gli antichi villaggi.
Vetera Christianorum. Rivista del Dipartimento di studi classici e cristiani dell'Università degli studi di Bari, n. 43, 2006, fasc. 2, 2006
In territorio di Santeramo in Colle (Bari), sul confine con quello di Cassano Murge, si trova il ... more In territorio di Santeramo in Colle (Bari), sul confine con quello di Cassano Murge, si trova il sito di Sant'Angelo, con una grotta naturale nella quale è stato identificato un importante centro di pellegrinaggio. Sulla grotta insistono i ruderi di una chiesa romanica inglobata in capannoni tardo settecenteschi e ottocenteschi per l'allevamento del bestiame, acconto ai quali si vedono i resti di un importante complesso di trulli in rovina.
Riassunto La Fondazione Wadi Adrar ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare " Civiltà ed Architet... more Riassunto La Fondazione Wadi Adrar ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare " Civiltà ed Architettura Vernacolare Berbera " conducono dal 2006 missioni di rilevamento nel Gebel Garbi in Libia con l'obiettivo di studiare i resti archeologici lasciati dalle popolazioni autoctone della montagna tripolitana, di collocare le strutture nel proprio contesto storico, e di diffondere i risultati ottenuti. Le opere architettoniche censite e studiate consistono sia in costruzioni sia in insediamenti scavati nella roccia. Le opere rupestri studiate sono in prevalenza rispetto al costruito ed offrono una grande varietà tipo-logica, conseguente alla diversità geologica dei luoghi, e rispecchiano tutte le tipologie di utilizzo che la vita quotidiana richiedeva. Ad oggi la Fondazione Wadi Adrar e il Gruppo di Studio Multidisciplinare, hanno stabilito collaborazioni gruppi di lavoro che hanno esaminato, rilevato e restituito anche tramite modellazione tridi-mensionale numerosi centri abitati e villaggi abbandonati, Gasr, moschee, singole abitazioni, e frantoi, sia costruiti che scavati nella roccia. Nel presente lavoro si presenta in particolare la moschea rupestre di Tnumayat, posta in al-Khirba (le rovi-ne) nel territorio di Cabao. Il manufatto è stato scelto poiché rappresenta un originale esempio di moschea rupestre che nel contempo mostra un'alta qualità del lavoro di scavo svolto nella realizzazione. Nel dromos, posta sulla trabeazione della porta d'ingresso, è presente una lunga iscrizione che ci permette sia di datarne la realizzazione nel 454aE-1062d.C. che di riconoscere il committente dello scavo: Abd al-Malik. L'interno, suddiviso in tre navate con l'aggiunta di un vano riservato alle donne, si presenta completamente decorato con rilievi in gesso. Abstract The eock cave Mosque in TnuMayaT (Jebel garbi, TripoliTania, libya) Wadi Adrar Foundation and Multidisciplinary Study Group " Berber Civility and Vernacolar Architecure " are performing survey missions since 2006 in the Jebel Gabi in Libya, addressed to study archaeological remnants of the ancient autochthonous civility once populating the tripolitanian mountain, to place artefacts in their historical context and finally to disseminate results. Architectural structures both constructed and digged into the rock were asessed, cave dwellings representing the majority of study cases, and showing a wide spectrum of models depending both on the various usage patterns befitting daily life, and on the geological structure of archaeological sites. Hitherto, Wadi Adrar Foundation and Multidisciplinary Study Group " Berber Civility and Vernacolar Ar-chitecure " established cooperation toghether with italian Universities of Pisa and Florence, the Mediterra-nean University, and with the Alrefak University of Tripoli, costituting working groups that studied, measured and modeled several abandoned villages, Qasr, single housings and oil mills, all being both constructed or digged into the rock. In the present work the Rock Cave Mosque in Tnumayat is studied in detail, being situated in al-Khirba (the ruins) in the Kabaw neighbourhood. This individual artifact has been selected for the study as it represents an original example of Rock Cave Mosque showing fine digging technique and finely plaster bas-relief decorated interiors. A long inscription situated in the Dromos entrance trabeation allows both construction dating in 454 a.E.-1062 A.D. and customer Abd al-Malik identification. Interior is divided into three naves and a separate area reserved to women is identifiable.
Nel corso delle ultime campagne di ricerca nell’areale del Gebel Nefusa occidentale, rese possibi... more Nel corso delle ultime campagne di ricerca nell’areale del Gebel Nefusa occidentale, rese possibili grazie al
supporto logistico della Fondazione Wadi Adrar, sono state indagate e censite numerose opere architettoniche,
sia costruite in elevato che ipogee, quali abitazioni, gasr (granai fortificati), frantoi, marabutti (tombe
dei Santi) e moschee. Nel presente contributo vengono esaminate singolarmente le moschee rupestri presenti
nei vari distretti, indicandone la bibliografia, la tipologia, la particolare caratteristica di scavo e realizzazione,
allo scopo di inquadrarle nella storia del Gebel Nefusa, ancor oggi purtroppo molto deficitaria per la
discriminazione nei confronti dei Berberi.
Nelle conclusioni vengono riportate considerazioni sulla tipologia delle moschee rupestri, sull’uso del gesso,
sulle decorazioni presenti e il loro significato simbolico, sulle scritte presenti che, in alcuni casi, testimoniano
il nome degli autori o le date di fondazione o restauro.
Parole chiave: Moschee rupestri, Gebel Nefusa, Berberi, Tripolitania, Libia.
Opera Ipogea, 2010
La rilettura dell'architettura di questa chiesa rupestre insieme ad una ricerca archeologica di s... more La rilettura dell'architettura di questa chiesa rupestre insieme ad una ricerca archeologica di superfice ha permesso di datarla al tardo antico, quindi si tratta della chiesa rupestre più antica della Puglia.
Thesis by Giuseppe Fiorentino
Il percorso della conoscenza, condotto attraverso la lettura dell’architettura e l’analisi delle ... more Il percorso della conoscenza, condotto attraverso la lettura dell’architettura e l’analisi delle fonti documentarie, consente di delineare la storia evolutiva del compendio immobiliare di proprietà dello Stato, sito alle Fondamente Nuove, in Venezia, dall’inizio dei Seicento – epoca della sua costruzione - ad oggi.
Vengono analizzate le modificazioni intervenute nel corso del tempo, dalla genesi dell’insula alle trasformazioni novecentesche, messe in relazione con le occupazioni e funzioni del compendio, anche attraverso una lettura strutturale della fabbrica. In una delle fasi – seppur breve – si colloca la “Kunsthaus Franz Naager”, manifattura artistica del primo Novecento a Venezia, testimone della produzione e del fiorente commercio d'arte e di arredi in stile.
Franz Naager (1870 – 1942) fu architetto, imprenditore, pittore, artista poliedrico, antiquario e collezionista di opere d’arte. La sua manifattura, secondo la storiografia attiva a Venezia tra il 1901 e il 1913, era dedita alla produzione di decorazioni in stile – in pietra, stucco, terracotta, carta decorata e carta da parati stampata, stencil, ecc. – e avrebbe impiegato circa 200 operai.
Le tracce visibili nella fabbrica (formelle marmoree a pavimento e parete, porte rivestite in lamiera punzonata e decorata, decorazioni policrome su travi e pareti) e le numerose fonti documentarie consultate hanno consentito di delineare meglio la figura dell’eclettico artista ancora poco conosciuto, riportandoci al clima culturale internazionale dell’epoca e ai rapporti tra la “Kunsthaus Franz Naager” con le più eminenti personalità del panorama artistico e culturale tedesco, tra cui l’illustre scrittore Otto Julius Bierbaum (1865-1910), gli architetti Theodor Fischer (1862-1938), Alfred Messel (1853-1909), Gabriel von Seidl (1848 –1913), Ludwig Hoffmann (1852-1932); ma ci consentono anche una divagazione nel panorama veneziano delle manifatture artistiche, del collezionismo e commercio antiquario dell’epoca, o ancora su altre figure legate a Naager, quali la musicista Nice Della Rovere, lo scrittore Antonio Della Rovere, il poeta e critico d’arte Benno Geiger.
Non meno densa si rivela la storia successiva alla confisca dell’immobile dopo il primo conflitto bellico quale bene appartenente ai sudditi ex-nemici della guerra: dopo una temporanea gestione a cura dell’Opera Nazionale Combattenti, l’immobile confluirà del patrimonio dello Stato e sarà utilizzato come officina delle matrici zincografiche per la riproduzione delle mappe catastali e relativi archivi, fino alla recente dismissione.
Nella valutazione delle vocazioni della fabbrica, particolare attenzione viene riservata ai solai nei quali struttura e architettura si fondono, conservando sia all’intradosso che all’estradosso ampie superfici decorate: l’individuazione di soluzioni per il miglioramento strutturale di ridotta invasività vengono individuate ricercando nella tradizione. Le criticità connesse invece alle labilità strutturali conseguenti al degrado degli originali dispositivi di trattenuta delle facciate vengono affrontate riproponendo nuovi presidi tali da mantenere inalterato il principio della “scatola muraria controventata”, propria del costruito storico veneziano.
La conoscenza della fabbrica, della tradizione architettonica costruttiva, delle peculiarità storiche ed artistiche, con il loro potente potere evocativo, costituiscono l’imprescindibile premessa per la definizione del programma di restauro e valorizzazione.
Atti del III Convegno della SIRA Società Italiana per il Restauro dell’Architettura “Restauro dell’architettura. Per un progetto di qualità”, Napoli, 15-16 Giugno 2023, 2024
La società contemporanea si trova di fronte ad una serie di sfide epocali, in relazione alle qual... more La società contemporanea si trova di fronte ad una serie di sfide epocali, in relazione alle quali c’è la transizione ecologica di intere città, di settori produttivi con forti ricadute sugli stili di vita.
Nel settore delle costruzioni, le misure per migliorare l’efficienza energetica e ridurre le emissioni da combustibili fossili incontrano difficoltà di applicazione gestionale e tecnica e, nel caso degli edifici storici, si trovano anche di fronte alla necessità di rendere possibile il miglioramento tecnologico preservandone i valori culturali.
Si è osservato che la manutenzione di questi edifici non consente di raggiungere lo stesso livello di efficienza della maggior parte degli edifici più recenti, ma sono ancora auspicabili studi e applicazioni di pratiche con la logica del miglioramento delle prestazioni a partire dal patrimonio pubblico. In questo contesto, l’Agenzia del Demanio ha intrapreso una serie di politiche dal forte carattere innovativo, che si inseriscono nel quadro delle direttive europee sull’efficienza energetica, sul contenimento del consumo di suolo, ma anche sulla qualità dell’architettura, aspetto su cui i valori culturali degli edifici storici hanno un certo impatto.
Il recente avvio di una collaborazione tra l'Agenzia e l'Università Iuav di Venezia rappresenta l'occasione per svolgere attività sperimentali per definire processi e prodotti utili ai fini della programmazione, progettazione, realizzazione e gestione del patrimonio storico demaniale, a partire da gli edifici del territorio veneziano. La collaborazione ha l'obiettivo di sviluppare linee guida utili per il caso studio, applicabili anche altri contesti geografici, allo scopo di migliorare le caratteristiche tecnologiche e consolidare il valore di tale patrimonio immobiliare.
Oper Ipogea, Jan 1, 2014
Cave mosques in western Gebel Nafusa (Lybia) During the last studies pursued in the Libyan Gebel... more Cave mosques in western Gebel Nafusa (Lybia)
During the last studies pursued in the Libyan Gebel Nafusa, conceived by Wadi Adrar Foundation, several
architectural types such as fortified granaries, marabouts, oil-presses, mosques were investigated. In this
paper we will examine in detail the cave mosques of the different micro-regions trying to describe the history,
the geometrical characteristics and the technical aspects, embodying an understanding of geography, culture
and religion as determinants of habitat and settlement.
In the final conclusions will be described some historical elements such as the architectural types, use of gypsum
mortar, the features of the decorations and their symbolic meaning, the inscriptions giving the author’s
name and the date of construction or restorations.
AA.VV., presentazione di Michele d’Elia - Il santuario di Sant’Angelo a Santeramo. Atti dell’Incontro per la valorizzazione dei beni culturali del Parco Nazionale dell’Alta Murgia (Santeramo in Colle, 16 Aprile 2005), Bari 2008, pp. 113-145, 2008
In agro di Santeramo, nei pressi di un tracciato viario di antica origine che collegava Bari con ... more In agro di Santeramo, nei pressi di un tracciato viario di antica origine che collegava Bari con Matera intersecando l’Appia Antica, sorgeva un tempo un centro di culto micaelico, poi abbandonato e dimenticato a partire probabilmente dal XV sec.
Nella grotta carsica, sottostante una chiesetta romanica poi inglobata in una masseria dedicata alle attività silvio-pastorali, l’equipe composta da Roberto Caprara, Domenico Caragnano, Franco Dell’Aquila, Giuseppe Fiorentino, Luciano Rampino e Umberto Ricci, effettua una ricognizione rinvenendo migliaia di graffiti incisi sulle concrezioni carsiche che attestano la frequentazione del sito come luogo di pellegrinaggio. Si illustra il contesto storico e territoriale, i graffiti e le iscrizioni presenti nella grotta, la decorazione pittorica, la documentazione inedita e il progetto di recupero e valorizzazione.
Ampio spazio viene inoltre dedicato all’analisi conoscitiva della chiesa, della masseria e dell’ipogeo sottostante fino ad avanzare proposte di recupero e valorizzazione del complesso di Sant’Angelo in un programma integrato di recupero delle risorse storiche, archeologiche e ambientali del territorio dell’Alta Murgia.
“Opera Ipogea”, n. 1, 2014, pp. 9-26., 2014
Nel corso delle ultime campagne di ricerca nell’areale del Gebel Nefusa occidentale, rese possibi... more Nel corso delle ultime campagne di ricerca nell’areale del Gebel Nefusa occidentale, rese possibili grazie al supporto logistico della Fondazione Wadi Adrar, sono state indagate e censite numerose opere architettoniche, sia costruite in elevato che ipogee, quali abitazioni, gasr (granai fortificati), frantoi, marabutti (tombe dei Santi) e moschee. Nel presente contributo vengono esaminate singolarmente le moschee rupestri presenti nei vari distretti, indicandone la bibliografia, la tipologia, la particolare caratteristica di scavo e realizzazione, allo scopo di inquadrarle nella storia del Gebel Nefusa, ancor oggi purtroppo molto deficitaria per la discriminazione nei confronti dei Berberi.
Nelle conclusioni vengono riportate considerazioni sulla tipologia delle moschee rupestri, sull’uso del gesso, sulle decorazioni presenti e il loro significato simbolico, sulle scritte presenti che, in alcuni casi, testimoniano il nome degli autori o le date di fondazione o restauro.
Parole chiave: Moschee rupestri, Gebel Nefusa, Berberi, Tripolitania, Libia.
“In memoria di don Ignazio Fraccalvieri”, Crispiano (TA), 2013, pp. 37-52., 2013
Don Ignazio Fraccalvieri per primo, a partire dal 1971, si dedicò allo studio del santuario sante... more Don Ignazio Fraccalvieri per primo, a partire dal 1971, si dedicò allo studio del santuario santermano: ne presentò le caratteristiche, illustrò gli affreschi presenti, notò la presenza di alcune iscrizioni incise sulla roccia calcarea, segnalando in tal modo il particolare culto all’Arcangelo Michele ivi praticato.
Nelle pagine che seguono, sulla base del rilievo, dell’osservazione della grotta e delle nuove acquisizioni conoscitive, si tenterà di delineare l’evoluzione nel tempo della grotta e il percorso mistico che devoti e pellegrini compivano dopo aver varcato la porta di ingresso.
“Opera Ipogea”, n. 2, 2010, pp. 43-46., 2010
Nell’ambito di un programma di revisione del patrimonio rupestre della Puglia e del materano, int... more Nell’ambito di un programma di revisione del patrimonio rupestre della Puglia e del materano, intrapreso da una equipe di studiosi che, nel corso degli ultimi anni, ha perlustrato il territorio, è stata recentemente riscoperta in agro di Santeramo in Colle (Bari) la chiesa rupestre di S. Angelo alla Morsara.
Così è stato finalmente possibile consentire all’equipe di riesaminare il luogo, avendo la possibilità di evidenziare le peculiarità uniche di questo monumento andate ben oltre le aspettative.
La chiesa scavata nel banco calcarenitico presenta una serie di elementi archeologici ed architettonici che consentirebbero di datarla non oltre il V secolo, pertanto, si tratterebbe della più antica chiesa rupestre di
tutta la Puglia e del materano.
Parole chiave: chiesa rupestre, ipogeo, Santeramo, Puglia.
Atti VII Convegno nazionale di Speleologia in cavità artificiali - Urbino, 4-8 dicembre 2010, in “Opera Ipogea”, n. 1-2, 2011, pp. 263-270., 2011
La Fondazione Wadi Adrar ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare “Civiltà ed Architettura Vernac... more La Fondazione Wadi Adrar ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare “Civiltà ed Architettura Vernacolare Berbera” conducono dal 2006 missioni di rilevamento nel Gebel Garbi in Libia con l’obiettivo di studiare i resti archeologici lasciati dalle popolazioni autoctone della montagna tripolitana, di collocare le strutture nel proprio contesto storico, e di diffondere i risultati ottenuti.
Nel presente lavoro si presenta in particolare la moschea rupestre di Tnumayat, posta in al-Khirba (le rovine) nel territorio di Cabao. Il manufatto è stato scelto poiché rappresenta un originale esempio di moschea rupestre che nel contempo mostra un’alta qualità del lavoro di scavo svolto nella realizzazione. Nel dromos, posta sulla trabeazione della porta d’ingresso, è presente una lunga iscrizione che ci permette sia di datarne la realizzazione nel 454aE-1062d.C. che di riconoscere il committente dello scavo: Abd al-Malik.
L’interno, suddiviso in tre navate con l’aggiunta di un vano riservato alle donne, si presenta completamente decorato con rilievi in gesso.
“L’Habitat Rupestre nell’Area Mediterranea – Dall’archeologia alle buone pratiche per il suo recupero e la tutela, Giornate internazionali di studio in Terra Jonica, Massafra - Palagianello 29-30-31 ottobre 2010”, Massafra, 2012, pp. 109-112. , 2012
Nell’ambito di un programma di revisione del patrimonio rupestre della Puglia e del materano, int... more Nell’ambito di un programma di revisione del patrimonio rupestre della Puglia e del materano, intrapreso da una equipe di studiosi che, nel corso degli ultimi anni, ha perlustrato il territorio, è stata recentemente riscoperta in agro di Santeramo in Colle (Bari) la chiesa rupestre di S. Angelo alla Morsara.
Attraverso il riesame dell’ipogeo l’equipe di studio ha evidenziato le peculiarità uniche di questo monumento andate ben oltre le aspettative.
La chiesa, scavata nel banco calcarenitico, presenta infatti una serie di elementi archeologici ed architettonici che consentirebbero di datarla non oltre il V secolo d.C.
“L’Habitat Rupestre nell’Area Mediterranea – Dall’archeologia alle buone pratiche per il suo recupero e la tutela, Giornate internazionali di studio in Terra Jonica, Massafra - Palagianello 29-30-31 ottobre 2010”, Massafra, 2012, pp. 63-68., 2012
La Fondazione Wadi Adrar ONLUS ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare “Civiltà ed Architettura ... more La Fondazione Wadi Adrar ONLUS ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare “Civiltà ed Architettura Vernacolare Berbera” conducono dal 2006 missioni di rilevamento nel Gebel Garbi, nella Libia nord occidentale, con l’obiettivo di studiare i resti archeologici lasciati dalle popolazioni autoctone della montagna tripolitana, di collocare tali fonti nel proprio contesto storico, ed infine di diffondere i risultati
ottenuti.
La Fondazione Wadi Adrar e il Gruppo di Studio Multidisciplinare, hanno stabilito collaborazioni con le Università italiane di Pisa e Firenze, l’Università del Mediterraneo, e l’Università Alrefak di Tripoli, costituendo gruppi di lavoro al fine di esaminare, rilevare, restituendo anche tramite modellazione tridimensionale, numerosi centri abitati e villaggi abbandonati, Gasr, moschee, singole abitazioni e agglomerati, luoghi di lavoro come frantoi, sia costruiti che scavati nella roccia.
Le opere rupestri esaminate sono in prevalenza rispetto al costruito ed offrono una grande varietà tipologica, imposte dalla diversità geologica dei luoghi e dell’habitat, rispecchiando tutte l’esigenze di utilizzo che la vita quotidiana richiedeva in un ambiente così estremo.
In questo studio vengono presentate particolari tipologie abitative tipiche del Gebel Garbi e alcuni aspetti abitativi peculiari del “vivere in grotta”.
“Opera Ipogea”, n. 2, 2009, pp. 3-18., 2009
Si presenta un quadro degli aspetti ambientali del Gebel Nafusa libico ove sono presenti numerosi... more Si presenta un quadro degli aspetti ambientali del Gebel Nafusa libico ove sono presenti numerosi episodi di cavità artificiali scavate sia singolarmente sia in agglomerati come villaggi e città. Importanti sono i
villaggi rupestri abbandonati perché conservano modi di vita risalenti ai secoli passati.
La diffusione e la quantità delle cavità artificiali testimoniano un uso consolidato nel tempo da parte della popolazione berbera tanto da essere elementi caratterizzanti degli insediamenti ed utilizzate per tutte le funzioni della vita umana, dalle abitazioni a ricovero per animali ed anche per pregare con le moschee.
Si presentano in sintesi le varie tipologie di abitazioni e le tecniche di scavo utilizzate sia nei sedimenti di rocce calcaree sia nei fragili strati marnosi gessosi posti nei fianchi verticali degli uadi o in terreni pianeggianti.
Parole Chiave: Abitazioni Rupestri, Moschee Rupestri, Architettura Vernacolare, Gebel Nafusa, Libia.
"Grotte e dintorni", a. VI, n. 13 – giugno 2007, pp. 21-56., 2007
Nel presente lavoro sono state descritte e analizzate per la prima volta diverse abitazioni rupes... more Nel presente lavoro sono state descritte e analizzate per la prima volta diverse abitazioni rupestri nel Gebel Nefusa libico. Sono stati studiati anche alcuni villaggi rupestri e gasr edificati con pietra e malta di gesso, prodotti nella regione. Per la prima volta in Libia è stata usata la KAP (Kite Aerial Photography – foto aerea con aquilone) per documentare i gasr e gli antichi villaggi.
Vetera Christianorum. Rivista del Dipartimento di studi classici e cristiani dell'Università degli studi di Bari, n. 43, 2006, fasc. 2, 2006
In territorio di Santeramo in Colle (Bari), sul confine con quello di Cassano Murge, si trova il ... more In territorio di Santeramo in Colle (Bari), sul confine con quello di Cassano Murge, si trova il sito di Sant'Angelo, con una grotta naturale nella quale è stato identificato un importante centro di pellegrinaggio. Sulla grotta insistono i ruderi di una chiesa romanica inglobata in capannoni tardo settecenteschi e ottocenteschi per l'allevamento del bestiame, acconto ai quali si vedono i resti di un importante complesso di trulli in rovina.
Riassunto La Fondazione Wadi Adrar ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare " Civiltà ed Architet... more Riassunto La Fondazione Wadi Adrar ed il Gruppo di Studio Multidisciplinare " Civiltà ed Architettura Vernacolare Berbera " conducono dal 2006 missioni di rilevamento nel Gebel Garbi in Libia con l'obiettivo di studiare i resti archeologici lasciati dalle popolazioni autoctone della montagna tripolitana, di collocare le strutture nel proprio contesto storico, e di diffondere i risultati ottenuti. Le opere architettoniche censite e studiate consistono sia in costruzioni sia in insediamenti scavati nella roccia. Le opere rupestri studiate sono in prevalenza rispetto al costruito ed offrono una grande varietà tipo-logica, conseguente alla diversità geologica dei luoghi, e rispecchiano tutte le tipologie di utilizzo che la vita quotidiana richiedeva. Ad oggi la Fondazione Wadi Adrar e il Gruppo di Studio Multidisciplinare, hanno stabilito collaborazioni gruppi di lavoro che hanno esaminato, rilevato e restituito anche tramite modellazione tridi-mensionale numerosi centri abitati e villaggi abbandonati, Gasr, moschee, singole abitazioni, e frantoi, sia costruiti che scavati nella roccia. Nel presente lavoro si presenta in particolare la moschea rupestre di Tnumayat, posta in al-Khirba (le rovi-ne) nel territorio di Cabao. Il manufatto è stato scelto poiché rappresenta un originale esempio di moschea rupestre che nel contempo mostra un'alta qualità del lavoro di scavo svolto nella realizzazione. Nel dromos, posta sulla trabeazione della porta d'ingresso, è presente una lunga iscrizione che ci permette sia di datarne la realizzazione nel 454aE-1062d.C. che di riconoscere il committente dello scavo: Abd al-Malik. L'interno, suddiviso in tre navate con l'aggiunta di un vano riservato alle donne, si presenta completamente decorato con rilievi in gesso. Abstract The eock cave Mosque in TnuMayaT (Jebel garbi, TripoliTania, libya) Wadi Adrar Foundation and Multidisciplinary Study Group " Berber Civility and Vernacolar Architecure " are performing survey missions since 2006 in the Jebel Gabi in Libya, addressed to study archaeological remnants of the ancient autochthonous civility once populating the tripolitanian mountain, to place artefacts in their historical context and finally to disseminate results. Architectural structures both constructed and digged into the rock were asessed, cave dwellings representing the majority of study cases, and showing a wide spectrum of models depending both on the various usage patterns befitting daily life, and on the geological structure of archaeological sites. Hitherto, Wadi Adrar Foundation and Multidisciplinary Study Group " Berber Civility and Vernacolar Ar-chitecure " established cooperation toghether with italian Universities of Pisa and Florence, the Mediterra-nean University, and with the Alrefak University of Tripoli, costituting working groups that studied, measured and modeled several abandoned villages, Qasr, single housings and oil mills, all being both constructed or digged into the rock. In the present work the Rock Cave Mosque in Tnumayat is studied in detail, being situated in al-Khirba (the ruins) in the Kabaw neighbourhood. This individual artifact has been selected for the study as it represents an original example of Rock Cave Mosque showing fine digging technique and finely plaster bas-relief decorated interiors. A long inscription situated in the Dromos entrance trabeation allows both construction dating in 454 a.E.-1062 A.D. and customer Abd al-Malik identification. Interior is divided into three naves and a separate area reserved to women is identifiable.
Nel corso delle ultime campagne di ricerca nell’areale del Gebel Nefusa occidentale, rese possibi... more Nel corso delle ultime campagne di ricerca nell’areale del Gebel Nefusa occidentale, rese possibili grazie al
supporto logistico della Fondazione Wadi Adrar, sono state indagate e censite numerose opere architettoniche,
sia costruite in elevato che ipogee, quali abitazioni, gasr (granai fortificati), frantoi, marabutti (tombe
dei Santi) e moschee. Nel presente contributo vengono esaminate singolarmente le moschee rupestri presenti
nei vari distretti, indicandone la bibliografia, la tipologia, la particolare caratteristica di scavo e realizzazione,
allo scopo di inquadrarle nella storia del Gebel Nefusa, ancor oggi purtroppo molto deficitaria per la
discriminazione nei confronti dei Berberi.
Nelle conclusioni vengono riportate considerazioni sulla tipologia delle moschee rupestri, sull’uso del gesso,
sulle decorazioni presenti e il loro significato simbolico, sulle scritte presenti che, in alcuni casi, testimoniano
il nome degli autori o le date di fondazione o restauro.
Parole chiave: Moschee rupestri, Gebel Nefusa, Berberi, Tripolitania, Libia.
Opera Ipogea, 2010
La rilettura dell'architettura di questa chiesa rupestre insieme ad una ricerca archeologica di s... more La rilettura dell'architettura di questa chiesa rupestre insieme ad una ricerca archeologica di superfice ha permesso di datarla al tardo antico, quindi si tratta della chiesa rupestre più antica della Puglia.
Il percorso della conoscenza, condotto attraverso la lettura dell’architettura e l’analisi delle ... more Il percorso della conoscenza, condotto attraverso la lettura dell’architettura e l’analisi delle fonti documentarie, consente di delineare la storia evolutiva del compendio immobiliare di proprietà dello Stato, sito alle Fondamente Nuove, in Venezia, dall’inizio dei Seicento – epoca della sua costruzione - ad oggi.
Vengono analizzate le modificazioni intervenute nel corso del tempo, dalla genesi dell’insula alle trasformazioni novecentesche, messe in relazione con le occupazioni e funzioni del compendio, anche attraverso una lettura strutturale della fabbrica. In una delle fasi – seppur breve – si colloca la “Kunsthaus Franz Naager”, manifattura artistica del primo Novecento a Venezia, testimone della produzione e del fiorente commercio d'arte e di arredi in stile.
Franz Naager (1870 – 1942) fu architetto, imprenditore, pittore, artista poliedrico, antiquario e collezionista di opere d’arte. La sua manifattura, secondo la storiografia attiva a Venezia tra il 1901 e il 1913, era dedita alla produzione di decorazioni in stile – in pietra, stucco, terracotta, carta decorata e carta da parati stampata, stencil, ecc. – e avrebbe impiegato circa 200 operai.
Le tracce visibili nella fabbrica (formelle marmoree a pavimento e parete, porte rivestite in lamiera punzonata e decorata, decorazioni policrome su travi e pareti) e le numerose fonti documentarie consultate hanno consentito di delineare meglio la figura dell’eclettico artista ancora poco conosciuto, riportandoci al clima culturale internazionale dell’epoca e ai rapporti tra la “Kunsthaus Franz Naager” con le più eminenti personalità del panorama artistico e culturale tedesco, tra cui l’illustre scrittore Otto Julius Bierbaum (1865-1910), gli architetti Theodor Fischer (1862-1938), Alfred Messel (1853-1909), Gabriel von Seidl (1848 –1913), Ludwig Hoffmann (1852-1932); ma ci consentono anche una divagazione nel panorama veneziano delle manifatture artistiche, del collezionismo e commercio antiquario dell’epoca, o ancora su altre figure legate a Naager, quali la musicista Nice Della Rovere, lo scrittore Antonio Della Rovere, il poeta e critico d’arte Benno Geiger.
Non meno densa si rivela la storia successiva alla confisca dell’immobile dopo il primo conflitto bellico quale bene appartenente ai sudditi ex-nemici della guerra: dopo una temporanea gestione a cura dell’Opera Nazionale Combattenti, l’immobile confluirà del patrimonio dello Stato e sarà utilizzato come officina delle matrici zincografiche per la riproduzione delle mappe catastali e relativi archivi, fino alla recente dismissione.
Nella valutazione delle vocazioni della fabbrica, particolare attenzione viene riservata ai solai nei quali struttura e architettura si fondono, conservando sia all’intradosso che all’estradosso ampie superfici decorate: l’individuazione di soluzioni per il miglioramento strutturale di ridotta invasività vengono individuate ricercando nella tradizione. Le criticità connesse invece alle labilità strutturali conseguenti al degrado degli originali dispositivi di trattenuta delle facciate vengono affrontate riproponendo nuovi presidi tali da mantenere inalterato il principio della “scatola muraria controventata”, propria del costruito storico veneziano.
La conoscenza della fabbrica, della tradizione architettonica costruttiva, delle peculiarità storiche ed artistiche, con il loro potente potere evocativo, costituiscono l’imprescindibile premessa per la definizione del programma di restauro e valorizzazione.