Fabrizio Benente | Università degli Studi di Genova (original) (raw)
Monografie e curatele by Fabrizio Benente
Versione pre print del volume - Anche disponibile nello store di Oltre Edizioni https://www.librioltre.it/biblioteca/store/comersus\_viewItem.asp?idProduct=3359, 2021
Il ritrovamento dei resti di un individuo morto assassinato è poco comune in archeologia, almeno ... more Il ritrovamento dei resti di un individuo morto assassinato è poco comune in archeologia, almeno nell’ambito delle ricerche programmate di contesti cimiteriali medievali. La morte violenta e improvvisa, in assenza della confessione, del pentimento, della penitenza, poneva la salma in una posizione liminare e, talora, la collocava materialmente fuori o ai margini del recinto sacro costituito dal cimitero. Le anomalie deposizionali e un trattamento atipico del corpo sono spesso interpretate come indizi di morti percepite come “diverse”, compresi i casi di omicidio. La scelta di consegnare un corpo a una terra “sacra” piuttosto che a semplice terra prophana poteva dipendere dalle modalità di morte, dalla pietà dei seppellitori e da altre forme di mediazione sociale e culturale che, ovviamente, avevano come protagonisti i viventi, o i sopravvissuti rispetto a colui che era deceduto.
Genova medievale. Ritorno al futuro, a cura di F. Benente e M. Minella, 2023
In un’intervista apparsa su la Repubblica è stato annunciato che — nel 2024 — il medioevo sarà al... more In un’intervista apparsa su la Repubblica è stato annunciato che — nel 2024 — il medioevo sarà al centro degli eventi culturali cittadini. Sono un medievista e non posso che dichiararmi entusiasta della scelta, in attesa di avere maggiori dettagli. Appare, comunque, legittimo domandare quale medioevo e quale Genova medievale si vorrà mettere al centro dell’interesse culturale dei cittadini e dei visitatori. Risulta altrettanto chiaro che ci dovranno essere contenuti certificati, competenze progettuali e di divulgazione. Certamente, in una città come Genova, non
si può parlare di medioevo sulla base di una semplice suggestione
propagandistica, ed è facile cadere in trabocchetti evocativi di tipo folcloristico e commerciale.
Open Access https://gup.unige.it/node/325 Alla base di questo libro c’è un patto, quello fra l’... more Open Access
https://gup.unige.it/node/325
Alla base di questo libro c’è un patto, quello fra l’Università di Genova e la redazione ligure di Repubblica. Un patto in cui si decide di percorrere insieme un tratto di strada, quello che punta a far emergere il valore del patrimonio archeologico di questa regione. Raccontare la Liguria del Medioevo, attraverso ciò che è visibile e ciò che si può immaginare, non è però un’operazione che guarda al passato in modo esclusivo. L’intento, dichiarato fin dalle prime pagine di questo testo, è quello di proporre chiavi di lettura e riflessioni che possano rivelarsi utili anche nel presente. Scorrendo le pagine del viaggio archeologico nella Liguria Medievale c’è proprio questo, con una proposta articolata di luoghi da scoprire e da visitare che tocca tutti i territori della regione. Il Medioevo ligure è una continua fucina di proposte e di progetti di ricerca e valorizzazione. Una bellezza a lungo nascosta che è fondamentale riportare alla luce e conoscere.
GLI AUTORI
Fabrizio Benente è professore ordinario di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università degli Studi di Genova. Si è formato e ha svolto attività di ricerca presso le Università di Genova, Pisa, Roma, Siena, e presso il W.F. Albright Institute of Archaeological Research di Gerusalemme. Ha partecipato a missioni archeologiche in Corsica, Grecia, Tunisia, Libano, Palestina, Inner Mongolia e Crimea. Ha diretto il Museo archeologico di Sestri Levante (MuSel) e il Polo archeominerario di Castiglione Chiavarese (MuCast).
Massimo Minella è vicecaporedattore dell’edizione genovese di Repubblica. Si occupa di economia marittima, industria e finanza, ma nel tempo libero ama sconfinare nella storia o, meglio, nelle storie, soprattutto quelle dimenticate e meno note. Dai suoi libri nascono mostre fotografiche e racconti teatrali messi in scena dal Teatro Pubblico Ligure. Ha fornito la consulenza storica e preso parte al docufilm “Il nostro Papa”, prodotto da Red Film e Lazos de Sangre in collaborazione con Rai Cinema
Primo numero della Collana Quaderni del MuSel. Museo Archeologico e della Città di Sestri Levante... more Primo numero della Collana Quaderni del MuSel. Museo Archeologico e della Città di Sestri Levante.
Contiene articoli di F. Benente, S. Antonini, C. Stiaccini, F. Prete, D. Mangini, E. Fornelli, M. Dentone, M. Braat.
Si tratta solo di indice, presentazioni e nota redazionale
Volume edito in occasione dei lavori di sistemazione finale del sito, al termine dellle campagne ... more Volume edito in occasione dei lavori di sistemazione finale del sito, al termine dellle campagne di scavo 2001/2008.
Le indagini condotte a Rivarola di Carasco si inseriscono nel quadro di un ampio progetto di stud... more Le indagini condotte a Rivarola di Carasco si inseriscono nel quadro di un ampio progetto di studio sull’incastellamento ed il popolamento medievale della Liguria Orientale e sono nate - nel 1996 - da una doppia esigenza. Si intendeva, infatti, avviare un’indagine archeologica “campione” nell’ambito di un insediamento fortificato genovese e, in particolare, del castello che, alla luce delle fonti scritte, risultava essere stato il più importante nel quadro della politica di espansione genovese nell’area del Tigullio nella prima metà del XII secolo. Si voleva, inoltre, verificare la possibilità di un incastellamento signorile anteriore al 1132, data della conquista genovese del colle di Rivarola. Entrambi gli elementi erano ipotizzabili sulla base dell’analisi delle fonti scritte, ma anche considerando la posizione strategica del castello, ubicato in corrispondenza del punto di congiunzione di tre sistemi di valli (Val Fontanabuona, Val Graveglia e Valle Sturla), al centro di un’area di forte sviluppo di poteri locali tra XI e XII secolo. Le ricerche sono riprese nel 2018, nel quadro delle attività della Cattedra di Archeologia medievale dell’Università di Genova. Il volume ripropone e, soprattutto, aggiorna alcuni testi già editi e presenta i dati emersi dalle nuove campagne di scavo, di rilievo e di studio.
Testi di Fabrizio Benente, con contributi di Giada Molinari, Andrea Pollastro et al.
http://www.oltre.it/biblioteca/store/comersus_viewItem.asp?idProduct=3321
N.B. Non si tratta del pdf finale del libro. Trattasi di bozza semi definitiva che contiene qualc... more N.B. Non si tratta del pdf finale del libro. Trattasi di bozza semi definitiva che contiene qualche refuso ed errori di impaginazione.
N.B. Non si tratta del pdf definitivo del libro (esaurito), ma di una bozza semi definitiva, con ... more N.B. Non si tratta del pdf definitivo del libro (esaurito), ma di una bozza semi definitiva, con refusi e qualche errore di impaginazione.
N.B. Trattasi di pdf ricavato da scansione di bassa qualità
N.B. Trattasi di pdf ricavato da scansione di bassa qualità
Saggi by Fabrizio Benente
79 F. BENENTE, Ceramica d’importazione islamica e bizantina, in C. Varaldo, Archeologia urbana a Savona. Scavi e ricerche nel complesso monumentale del Priamàr II. Lo scavo del Palazzo della Loggia, in <> Bordighera 2001, pp.131-155. , 2001
Vecchia edizione (2001) dei reperti di importazione mediterranea dagli Scavi del Palazzo della Lo... more Vecchia edizione (2001) dei reperti di importazione mediterranea dagli Scavi del Palazzo della Loggia (Priamàr - SV)
Archeologia Medievale, 2017
Bozza avanzata
Atiquot, 2023
An impressive fortification system on the northern border of the Genoese Quarter at Crusader-peri... more An impressive fortification system on the northern border of the Genoese Quarter at Crusader-period Acre was discovered, comprising a defensive wall built of bossed ashlars and incorporating arrow slits, a fortified gate leading to the quarter through a vaulted passageway and a projecting tower with two levels of arrow slits. The gate and parts of the passageway were blocked, apparently during the Crusader period, as a consequence of the Saint Sabas War. This war broke out following a dispute between Venice and Genoa over ownership of a monastery located on the border between their quarters, near the port, which was rooted in their struggle over control of the harbor of Acre and the eastern Mediterranean lucrative maritime trade. Written sources indicate that the outcome of this fierce conflict was the expulsion of the Genoese from Acre and the blocking of their quarter. The presence of a blocked gate and the abandoned state of the area are physical evidence of the aftermath of the War. These remains, well-preserved within eighteenth-century Ottoman buildings, do not only shed light on the nature of the Genoese Quarter's northern fortified borderline but also provide the first concrete material evidence of defense, power and control by the Italian communes in the maritime hubs of the Crusader states.
Hadashot Arkheologiyot Excavations and Surveys in Israel, 2023
In April–May 2018, a trial excavation was conducted in the Old City of ‘Akko (Permit No. A-8269; ... more In April–May 2018, a trial excavation was conducted in the Old City of ‘Akko (Permit No. A-8269; map ref. 206783–819/758509–38; Fig. 1), prior to the creation of the Ramchal Synagogue Visitors’ Center. The excavation, undertaken on behalf of the Israel Antiquities Authority and financed by the Old Acre Development Company, was directed by E. Stern, E. J. Stern and F. Benente (University of Genoa), with the assistance of Y. Yaakobi and S. Atel (administration), M. Peleg (digital documentation), R. Mishayev and R. Liran (surveying and drafting), D. Syon (numismatics) and J. Gosker (metal finds). The field photographs were taken by the excavation directors.
Il Tempio delle Arti Scritti per Lauro Magnani, a cura di L. Stagno e D. Sanguineti, 2022
Tra XVII e XVIII secolo le principali valli del Tigullio orientale (Fontanabuona, Graveglia e Stu... more Tra XVII e XVIII secolo le principali valli del Tigullio orientale (Fontanabuona, Graveglia e Sturla)
hanno subito episodi alluvionali di grande impatto, capaci di modificare sensibilmente la morfologia
di fondovalle e di obliterare parte del precedente tessuto insediativo, soprattutto nella zona
nodale di Carasco e Graveglia (Comune di Carasco, GE). Gli eventi principali sono documentati dalla cartografia storica, dalle fonti di XVII secolo, e hanno lasciato ampia traccia nella storiografia locale del XIX e XX secolo. Ricerche di geomorfologica storica e due scavi archeologici realizzati negli ultimi anni hanno offerto l’opportunità di avviare una riflessione sul rapporto tra la capacità di resilienza di alcuni luoghi di culto e gli eventi alluvionali che periodicamente hanno interessato le valli del Tigullio
Archeologi in Liguria, n.s., VII, 2016-2018, 2021
Archeologia in Liguria, n.s., VII, 2016-2018, 2021
Archeologia Postmedievale, 1999
Liguri. 1 Si ringrazia vivamente il Soprintendente Reggente, dott.ssa Giuseppina Spadea, per la d... more Liguri. 1 Si ringrazia vivamente il Soprintendente Reggente, dott.ssa Giuseppina Spadea, per la disponibilità dimostrata nei confronti dellattività della Tigullia e delle ricerche avviate nellarea del Tigullio, a partire dal 1994, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Liguria.
Versione pre print del volume - Anche disponibile nello store di Oltre Edizioni https://www.librioltre.it/biblioteca/store/comersus\_viewItem.asp?idProduct=3359, 2021
Il ritrovamento dei resti di un individuo morto assassinato è poco comune in archeologia, almeno ... more Il ritrovamento dei resti di un individuo morto assassinato è poco comune in archeologia, almeno nell’ambito delle ricerche programmate di contesti cimiteriali medievali. La morte violenta e improvvisa, in assenza della confessione, del pentimento, della penitenza, poneva la salma in una posizione liminare e, talora, la collocava materialmente fuori o ai margini del recinto sacro costituito dal cimitero. Le anomalie deposizionali e un trattamento atipico del corpo sono spesso interpretate come indizi di morti percepite come “diverse”, compresi i casi di omicidio. La scelta di consegnare un corpo a una terra “sacra” piuttosto che a semplice terra prophana poteva dipendere dalle modalità di morte, dalla pietà dei seppellitori e da altre forme di mediazione sociale e culturale che, ovviamente, avevano come protagonisti i viventi, o i sopravvissuti rispetto a colui che era deceduto.
Genova medievale. Ritorno al futuro, a cura di F. Benente e M. Minella, 2023
In un’intervista apparsa su la Repubblica è stato annunciato che — nel 2024 — il medioevo sarà al... more In un’intervista apparsa su la Repubblica è stato annunciato che — nel 2024 — il medioevo sarà al centro degli eventi culturali cittadini. Sono un medievista e non posso che dichiararmi entusiasta della scelta, in attesa di avere maggiori dettagli. Appare, comunque, legittimo domandare quale medioevo e quale Genova medievale si vorrà mettere al centro dell’interesse culturale dei cittadini e dei visitatori. Risulta altrettanto chiaro che ci dovranno essere contenuti certificati, competenze progettuali e di divulgazione. Certamente, in una città come Genova, non
si può parlare di medioevo sulla base di una semplice suggestione
propagandistica, ed è facile cadere in trabocchetti evocativi di tipo folcloristico e commerciale.
Open Access https://gup.unige.it/node/325 Alla base di questo libro c’è un patto, quello fra l’... more Open Access
https://gup.unige.it/node/325
Alla base di questo libro c’è un patto, quello fra l’Università di Genova e la redazione ligure di Repubblica. Un patto in cui si decide di percorrere insieme un tratto di strada, quello che punta a far emergere il valore del patrimonio archeologico di questa regione. Raccontare la Liguria del Medioevo, attraverso ciò che è visibile e ciò che si può immaginare, non è però un’operazione che guarda al passato in modo esclusivo. L’intento, dichiarato fin dalle prime pagine di questo testo, è quello di proporre chiavi di lettura e riflessioni che possano rivelarsi utili anche nel presente. Scorrendo le pagine del viaggio archeologico nella Liguria Medievale c’è proprio questo, con una proposta articolata di luoghi da scoprire e da visitare che tocca tutti i territori della regione. Il Medioevo ligure è una continua fucina di proposte e di progetti di ricerca e valorizzazione. Una bellezza a lungo nascosta che è fondamentale riportare alla luce e conoscere.
GLI AUTORI
Fabrizio Benente è professore ordinario di Archeologia cristiana e medievale presso l’Università degli Studi di Genova. Si è formato e ha svolto attività di ricerca presso le Università di Genova, Pisa, Roma, Siena, e presso il W.F. Albright Institute of Archaeological Research di Gerusalemme. Ha partecipato a missioni archeologiche in Corsica, Grecia, Tunisia, Libano, Palestina, Inner Mongolia e Crimea. Ha diretto il Museo archeologico di Sestri Levante (MuSel) e il Polo archeominerario di Castiglione Chiavarese (MuCast).
Massimo Minella è vicecaporedattore dell’edizione genovese di Repubblica. Si occupa di economia marittima, industria e finanza, ma nel tempo libero ama sconfinare nella storia o, meglio, nelle storie, soprattutto quelle dimenticate e meno note. Dai suoi libri nascono mostre fotografiche e racconti teatrali messi in scena dal Teatro Pubblico Ligure. Ha fornito la consulenza storica e preso parte al docufilm “Il nostro Papa”, prodotto da Red Film e Lazos de Sangre in collaborazione con Rai Cinema
Primo numero della Collana Quaderni del MuSel. Museo Archeologico e della Città di Sestri Levante... more Primo numero della Collana Quaderni del MuSel. Museo Archeologico e della Città di Sestri Levante.
Contiene articoli di F. Benente, S. Antonini, C. Stiaccini, F. Prete, D. Mangini, E. Fornelli, M. Dentone, M. Braat.
Si tratta solo di indice, presentazioni e nota redazionale
Volume edito in occasione dei lavori di sistemazione finale del sito, al termine dellle campagne ... more Volume edito in occasione dei lavori di sistemazione finale del sito, al termine dellle campagne di scavo 2001/2008.
Le indagini condotte a Rivarola di Carasco si inseriscono nel quadro di un ampio progetto di stud... more Le indagini condotte a Rivarola di Carasco si inseriscono nel quadro di un ampio progetto di studio sull’incastellamento ed il popolamento medievale della Liguria Orientale e sono nate - nel 1996 - da una doppia esigenza. Si intendeva, infatti, avviare un’indagine archeologica “campione” nell’ambito di un insediamento fortificato genovese e, in particolare, del castello che, alla luce delle fonti scritte, risultava essere stato il più importante nel quadro della politica di espansione genovese nell’area del Tigullio nella prima metà del XII secolo. Si voleva, inoltre, verificare la possibilità di un incastellamento signorile anteriore al 1132, data della conquista genovese del colle di Rivarola. Entrambi gli elementi erano ipotizzabili sulla base dell’analisi delle fonti scritte, ma anche considerando la posizione strategica del castello, ubicato in corrispondenza del punto di congiunzione di tre sistemi di valli (Val Fontanabuona, Val Graveglia e Valle Sturla), al centro di un’area di forte sviluppo di poteri locali tra XI e XII secolo. Le ricerche sono riprese nel 2018, nel quadro delle attività della Cattedra di Archeologia medievale dell’Università di Genova. Il volume ripropone e, soprattutto, aggiorna alcuni testi già editi e presenta i dati emersi dalle nuove campagne di scavo, di rilievo e di studio.
Testi di Fabrizio Benente, con contributi di Giada Molinari, Andrea Pollastro et al.
http://www.oltre.it/biblioteca/store/comersus_viewItem.asp?idProduct=3321
N.B. Non si tratta del pdf finale del libro. Trattasi di bozza semi definitiva che contiene qualc... more N.B. Non si tratta del pdf finale del libro. Trattasi di bozza semi definitiva che contiene qualche refuso ed errori di impaginazione.
N.B. Non si tratta del pdf definitivo del libro (esaurito), ma di una bozza semi definitiva, con ... more N.B. Non si tratta del pdf definitivo del libro (esaurito), ma di una bozza semi definitiva, con refusi e qualche errore di impaginazione.
N.B. Trattasi di pdf ricavato da scansione di bassa qualità
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79 F. BENENTE, Ceramica d’importazione islamica e bizantina, in C. Varaldo, Archeologia urbana a Savona. Scavi e ricerche nel complesso monumentale del Priamàr II. Lo scavo del Palazzo della Loggia, in <> Bordighera 2001, pp.131-155. , 2001
Vecchia edizione (2001) dei reperti di importazione mediterranea dagli Scavi del Palazzo della Lo... more Vecchia edizione (2001) dei reperti di importazione mediterranea dagli Scavi del Palazzo della Loggia (Priamàr - SV)
Archeologia Medievale, 2017
Bozza avanzata
Atiquot, 2023
An impressive fortification system on the northern border of the Genoese Quarter at Crusader-peri... more An impressive fortification system on the northern border of the Genoese Quarter at Crusader-period Acre was discovered, comprising a defensive wall built of bossed ashlars and incorporating arrow slits, a fortified gate leading to the quarter through a vaulted passageway and a projecting tower with two levels of arrow slits. The gate and parts of the passageway were blocked, apparently during the Crusader period, as a consequence of the Saint Sabas War. This war broke out following a dispute between Venice and Genoa over ownership of a monastery located on the border between their quarters, near the port, which was rooted in their struggle over control of the harbor of Acre and the eastern Mediterranean lucrative maritime trade. Written sources indicate that the outcome of this fierce conflict was the expulsion of the Genoese from Acre and the blocking of their quarter. The presence of a blocked gate and the abandoned state of the area are physical evidence of the aftermath of the War. These remains, well-preserved within eighteenth-century Ottoman buildings, do not only shed light on the nature of the Genoese Quarter's northern fortified borderline but also provide the first concrete material evidence of defense, power and control by the Italian communes in the maritime hubs of the Crusader states.
Hadashot Arkheologiyot Excavations and Surveys in Israel, 2023
In April–May 2018, a trial excavation was conducted in the Old City of ‘Akko (Permit No. A-8269; ... more In April–May 2018, a trial excavation was conducted in the Old City of ‘Akko (Permit No. A-8269; map ref. 206783–819/758509–38; Fig. 1), prior to the creation of the Ramchal Synagogue Visitors’ Center. The excavation, undertaken on behalf of the Israel Antiquities Authority and financed by the Old Acre Development Company, was directed by E. Stern, E. J. Stern and F. Benente (University of Genoa), with the assistance of Y. Yaakobi and S. Atel (administration), M. Peleg (digital documentation), R. Mishayev and R. Liran (surveying and drafting), D. Syon (numismatics) and J. Gosker (metal finds). The field photographs were taken by the excavation directors.
Il Tempio delle Arti Scritti per Lauro Magnani, a cura di L. Stagno e D. Sanguineti, 2022
Tra XVII e XVIII secolo le principali valli del Tigullio orientale (Fontanabuona, Graveglia e Stu... more Tra XVII e XVIII secolo le principali valli del Tigullio orientale (Fontanabuona, Graveglia e Sturla)
hanno subito episodi alluvionali di grande impatto, capaci di modificare sensibilmente la morfologia
di fondovalle e di obliterare parte del precedente tessuto insediativo, soprattutto nella zona
nodale di Carasco e Graveglia (Comune di Carasco, GE). Gli eventi principali sono documentati dalla cartografia storica, dalle fonti di XVII secolo, e hanno lasciato ampia traccia nella storiografia locale del XIX e XX secolo. Ricerche di geomorfologica storica e due scavi archeologici realizzati negli ultimi anni hanno offerto l’opportunità di avviare una riflessione sul rapporto tra la capacità di resilienza di alcuni luoghi di culto e gli eventi alluvionali che periodicamente hanno interessato le valli del Tigullio
Archeologi in Liguria, n.s., VII, 2016-2018, 2021
Archeologia in Liguria, n.s., VII, 2016-2018, 2021
Archeologia Postmedievale, 1999
Liguri. 1 Si ringrazia vivamente il Soprintendente Reggente, dott.ssa Giuseppina Spadea, per la d... more Liguri. 1 Si ringrazia vivamente il Soprintendente Reggente, dott.ssa Giuseppina Spadea, per la disponibilità dimostrata nei confronti dellattività della Tigullia e delle ricerche avviate nellarea del Tigullio, a partire dal 1994, in collaborazione con la Soprintendenza Archeologica della Liguria.
1. INTRODUZIONE L'analisi della tematica dei villaggi abbandonati ha re-gistrato, in Italia, impo... more 1. INTRODUZIONE L'analisi della tematica dei villaggi abbandonati ha re-gistrato, in Italia, importanti contributi a partire dagli anni Cinquanta e Sessanta, con lo sviluppo di ricerche a caratte-re prevalentemente regionale. Fanno eccezione alcune sin-tesi di più ampio respiro, fra cui il noto saggio di C. Klapisch Zuber e di J. Day (KLAPISCH ZUBER-DAY 1965). Questa problematica, dopo la precoce attività di alcune missioni straniere nel Lazio, è stata recepita agli inizi degli anni Settanta dalla nascente archeologia medievale italia-na, in un clima di aperto confronto fra archeologia e geo-grafia storica. Esperienze metodologicamente mature ed importanti, come quella del Gruppo Ligure di Ricerca sulle Sedi Abbandonate (QUAINI 1973: 712-713; 737-744) e quella del G.R.A.M. di Palermo non sono tuttavia riuscite, per motivi diversi, a sviluppare le premesse. Scavi importanti come quello dei villaggi medievali di Zignago (BOATO et alii 1990) e di Brucato (PESEZ 1984) sono stati comunque portati a termine ed editi da gruppi di ricerca operanti in Liguria e Sicilia. È però innegabile che si sia verificato, a partire dal de-cennio scorso, uno spostamento complessivo degli interes-si degli archeologi medievisti italiani verso altre tematiche, come l'incastellamento e la transizione tra la tarda antichità e l'alto medioevo, mentre gli interrogativi storiografici fon-damentali sui quali dovrebbe lavorare in modo sistematico l'archeologia del villaggio (diacronia dei modelli insediati-vi, continuità e rotture, cultura materiale, tempi, modalità e cause degli abbandoni) rimangono sostanzialmente irrisolti o non verificati. 2. I VILLAGGI MEDIEVALI ABBANDONATI DELLA SARDEGNA 2.1. La Sardegna, con oltre 800 villaggi documentati agli inizi del XIV secolo (DAY 1988: 18), è una delle regioni italiane dove il problema dei villaggi medievali abbando-nati si è posto all'attenzione dei ricercatori con maggiore incisività ed è stato più volte segnalato come uno dei nodi interpretativi fondamentali di tutta la storia economica, de-mografica e sociale dell'isola in epoca tardo medievale (TAN-GHERONI 1976: 244). La mobilità dell'insediamento, una delle principali ca-ratteristiche dell'abitato rurale sardo (DAY 1976: 204), ha determinato le rilevanti dimensioni quantitative che il fe-nomeno assume in questo territorio. Pur non essendo que-sta la sede per una trattazione sistematica di tale complessa tematica storiografica, si richiameranno almeno alcuni punti particolarmente significativi. 2.2. Già alcuni storici sardi d'età moderna descrivevano la presenza dei resti dei villaggi abbandonati nelle campagne sarde (FARA 1586; ALEO 1677). L'esistenza di questi centri scomparsi non è mai uscita totalmente dal possibile campo di osservazione immediato di storici, geografi ed eruditi locali, per la consistenza dei resti sul terreno (es. DAY 1984: 26), delle fonti scritte e di quelle orali (DAY 1976), nonché per la lunga durata del fenomeno degli abbandoni, che si protrae sino all'età moderna ed all'età contemporanea, se-condo dinamiche registrate analiticamente dalle fonti stati-stiche (CORRIDORE 1902). Stante quindi una continuità di riflessioni e studi, che ha visto contributi, talora fondamentali, anche da parte di ricercatori stranieri (LE LANNOU 1941: 106 ss.), una stagio-ne decisiva per lo studio dell'insediamento rurale della Sar-degna è quella che, nei primi anni Settanta, si è concretiz-zata negli ormai classici atlanti dei villaggi abbandonati sardi (DAY 1973; TERROSU ASOLE 1974). 2.3. La spinta demografica verificatasi a seguito della colo-nizzazione rurale dei secoli XI e XII determinò in questo periodo, in Sardegna, la nascita di quattordici nuove dioce-si (DAY 1984: 21) e fu connotata da grandi opere di disso-damento dell'incolto, probabilmente già completate entro la prima metà del XII secolo (MELONI 1994: 53). Il processo tendente alla dispersione della popolazione rurale sul terri-torio dovette entrare in crisi già nel tardo XII secolo-epo-ca alla quale possiamo datare, sulla base delle fonti scritte, i primi casi di abbandono (DAY 1976 a: 230-231). Il momento "classico" degli abbandoni dei villaggi medievali della Sardegna, in cui si verificò la maggiore ondata del processo di spopolamento delle campagne, è tut-tavia costituito dai secoli XIV e XV: le fonti statistiche re-datte dai re d'Aragona, anche sulla base di precedenti fonti fiscali pisane (LE LANNOU 1941: 105), permettono di stima-re che soltanto 352 dei circa 805 villaggi sardi noti attorno al 1320 erano sopravvissuti nel 1485; risulta, quindi, una valutazione possibile di circa 453 sedi umane scomparse. Secondo J. Day (DAY 1988: 18), anche nel XIV secolo, l'inurbamento continuò ad essere motivo dello spopolamen-to dei villaggi, come potremo verificare oltre, anche per il caso specifico di Geridu. Per quanto riguarda la grande pe-stilenza della metà del secolo, possiamo controllarne gli effetti sulla base di un inventario del regno sardo (BOFARUL 1856) voluto da Pietro IV d'Aragona nel 1358: a questa sembra imputabile un calo della popolazione isolana stima-to attorno al 50%, mentre il numero dei villaggi cancellati in seguito al passaggio del morbo non ricalca questa indi-cazione statistica. Su questo contesto demografico comunque già larga-mente sofferente, si innestano alcune congiunture, che ven-gono spesso chiamate in causa per spiegare, fra gli ultimi decenni del XIV secolo ed il successivo, la scomparsa di oltre 300 villaggi sardi: nuove ondate di pestilenza
This article examines a set of lustreware pottery discovered in the filll of the tower belonging ... more This article examines a set of lustreware pottery discovered in the filll of the tower belonging to the Genoese family, the Embriaci. The fnds are datable to the midthirteenth century, characterised by decorative patterns which are unknown and atypical in lustreware production in al-Andalus,
N.B. L'editore mi offre la possibilità di un numero limitato di accessi gratuiti. Chi fosse interessato per motivi di studio, può mandarmi messaggio o mail.
estratto da ARTE DAL MEDITERRANEO AL MAR DELLA CINA Genesi ed incontri di scuole e stili. Scritt... more estratto da
ARTE DAL MEDITERRANEO AL MAR DELLA CINA
Genesi ed incontri di scuole e stili. Scritti in onore di Paola Mortari Vergara Caffarelli, a cura di Pierfrancesco Fedi e Maurizio Paolillo, Biblioteca dell’Officina di Studi Medievali, 2015
Un vecchio lavoro, poco reperibile. Ricordo che l'edizione integrale dello scavo è pubblicata su... more Un vecchio lavoro, poco reperibile. Ricordo che l'edizione integrale dello scavo è pubblicata su Archeologia Medievale, XVII, Firenze 1990, pp. 347-354
estratto da GENOVA NEL MEDIOEVO, Una capitale del Mediterraneo al tempo degli Embriaci, Genova 2... more estratto da
GENOVA NEL MEDIOEVO, Una capitale del Mediterraneo al tempo degli Embriaci, Genova 2016, pp. 115-133.
Accertamenti archeologici a Beverone (SP)
mento del Tigullio, che non può che completarsi con la visita al Museo Archeologico di Chiavari, ... more mento del Tigullio, che non può che completarsi con la visita al Museo Archeologico di Chiavari, la cui esposizione è incentrata sulla necropoli dell'età del Ferro indagata a Chiavari nel secolo scorso, la testimonianza ad oggi più rilevante degli antichi Tigullii.
Indagine di scavo nella chiesa di Santa Maria della Costa, con rinvenimento di fornace per campane
L'articolo offre un quadro preliminare di uno dei contesti di "butto" di XII-XIII secolo più cons... more L'articolo offre un quadro preliminare di uno dei contesti di "butto" di XII-XIII secolo più consistenti e interessanti tra quelli scavati a Genova negli ultimo decennio. Il fondo della torre della Famiglia degli Embriaci, usata come "butto" per i manufatti ceramici e vitrei usciti dall'uso quotidiano.
Riflessione dedicata alla ricorrenza del "Giorno della memoria 2024"
Una riflessione di archeologia e storia pubblica
La Repubblica, 2020
Un breve intervento, con il racconto di un'esperienza di studio a Istanbul e un commento agli att... more Un breve intervento, con il racconto di un'esperienza di studio a Istanbul e un commento agli attuali progetti di ritorno al culto della basilica di Santa Sofia
la Repubblica, 2019
Articolo divulgativo dedicato agli scavi archeologici e alla riscoperta della chiesa di San Marzi... more Articolo divulgativo dedicato agli scavi archeologici e alla riscoperta della chiesa di San Marziano a Carasco (GE, Italia).
IN QUESTI giorni il magazine DiscoverySeeker ha anticipato idati di un rigoroso studio scientific... more IN QUESTI giorni il magazine DiscoverySeeker ha anticipato idati di un rigoroso studio scientifico iniziato "sul campo" nel sito archeologico di SanNicolao (Castiglione Chiavarese),proseguitoalMuSeldi Sestri Levante eora approdato ad unap restigiosa rivista internazionale di scienzeantropologiche. Le ricercatrici Deneb Cesana eRaffaella Bianucci (University of Warwick) hanno portato all'attenzione delmondo scientifico internazionale un raro caso di inumazione multipla edi"coffin birth", ossia di parto post mortem. Si tratta di una sepoltura individuatanel2006,nelcorso deglis cavi archeologici dell'ospedale medievale di San Nicolao (Castiglione Chiavarese). Altroparticolare la positività alla Yersinia pestis degli inumati. In questi giorni, la corrispondente scientifica RossellaLorenzineharicavato un ampio articolo divulgativo, trasferendol an otizia dal ristrettomondo degli specialisti alla più ampia platea web esocial. La scoperta merita un dettagliato racconto, ma ènecessaria una breve premessa.
intervento sul Secolo XIX, a seguito di un reportage sull'abbandono e degrado di alcuni siti arc... more intervento sul Secolo XIX, a seguito di un reportage sull'abbandono e degrado di alcuni siti archeologici e monumentali della Liguria di Levante.
La seconda parte del racconto di Giovanni Barattini: usi e tradizioni del XX secolo in Valle Stur... more La seconda parte del racconto di Giovanni Barattini: usi e tradizioni del XX secolo in Valle Sturla (Area del Tigullio, GE)
Un fonte orale (Giovanni Barattini) raccolta in alta Valle Sturla nel 1999 e, poi, trasformata in... more Un fonte orale (Giovanni Barattini) raccolta in alta Valle Sturla nel 1999 e, poi, trasformata in racconto per il quotidiano Il Secolo XIX - Prima parte
Un corteo di studenti e precari. Nel suo intervento, Benente parla di una "società liquida", in c... more Un corteo di studenti e precari. Nel suo intervento, Benente parla di una "società liquida", in cui «le regole vengono cambiate quando la partita è in corso»
intervento originale pubblicato dal Secolo XIX, il 22 luglio 2009
ricostruire una memoria, scavando in un archivio di famiglia
Memorie d'Appennino, raccolte registrando la viva voce di Giovanni Barattini.
Mediterranean Historical Review
servizio a cura della Città metropolitana di Genova
Interviste di Liguria Heritage da una esperienza di didattica al MuSel di Sestri Levante
Video intervista realizzata nell'ambito del progetto Liguria Heritage
MuSel video 1 di 4- Video intervista realizzata da Ufficio Stampa Città Metropolitana
Il video promozionale del Polo archeominerario di Castiglione Chiavarese-Masso
Sestri Levante e ittiturismo
Illustrazione poster scavo S. Maria delle Grazie la Nuova al 4 Congresso SAMI
Promo di Defrag Appunti di Viaggio 2012
Portale Beni Culturali dell'Alta Via dei Monti Liguri
Primi 2 capitoli del documentario Storia della Liguria III, a cura di F. Benente, L. Basadonne
Some broad syntheses dedicated to Genoa and Liguria between Late Antiquity and the 10th-11th cent... more Some broad syntheses dedicated to Genoa and Liguria between Late Antiquity and the 10th-11th centuries have been published in recent years. These scientific works are characterized by proposals of interpretative models that can stimulate a fruitful discussion, as part of the progressive construction of the regional archaeological and historical knowledge. Starting with a critical reading of these papers, the article proposes a methodological reflection on the real quality of the data available and their use as a synthesis. The geographic area of analysis is Eastern Liguria. The focus of the study is mainly directed to the coastal area and the rural settlements, without analyzing in detail Genoa and Luni, to which recent summaries have been devoted. The discussion of data is organized into sections focusing on general methodological questions (2), detailed critical analysis of some studies (3/6), and conclusions (7). The conclusion presents some open questions and proposes some possible archaeological research itineraries for study over the next few years
l ritrovamento dei resti di un individuo morto assassinato \ue8 poco comune in archeologia, almen... more l ritrovamento dei resti di un individuo morto assassinato \ue8 poco comune in archeologia, almeno nell\u2019ambito delle ricerche programmate di contesti cimiteriali medievali. La morte violenta e improvvisa, in assenza della confessione, del pentimento, della penitenza, poneva la salma in una posizione liminare e, talora, la collocava materialmente fuori o ai margini del recinto sacro costituito dal cimitero. Le anomalie deposizionali e un trattamento atipico del corpo sono spesso interpretate come indizi di morti percepite come \u201cdiverse\u201d, compresi i casi di omicidio
Storie (di) Ceramiche 3. Importazioni mediterranee., Jun 2017
“Storie (di) Ceramiche” è una giornata di studi dedicata alla memoria di Graziella Berti, studios... more “Storie (di) Ceramiche” è una giornata di studi dedicata alla memoria di Graziella Berti, studiosa di ceramica medievale e figura importante per gli studi storici sulla Pisa medievale e moderna, venuta a mancare l’11 Giugno del 2013.
Questa occasione, giunta alla sua terza edizione, vuole ricordarla nella maniera che lei stessa avesse apprezzato di più: attraverso i temi a lei cari, l’innovazione della ricerca e le nuove generazioni di studiosi.
La terza edizione, svoltasi l’11 Giugno 2016 a Pisa, a tre anni dalla scomparsa della studiosa, è stata dedicata al tema delle “Importazioni mediterranee” intendendo in questa maniera ricordare gli studi pionieristici di Graziella Berti e Liana Tongiorgi proprio su queste ceramiche provenienti in Italia dall’intero Bacino del Mediterraneo.
Gli studi inseriti in questo volume, e presentati nel corso della terza giornata di studi, muovono i passi proprio da queste prime ricerche presentando alcuni nuovi dati che giungono dall’areale alto-tirrenico in un’ampia cronologia che, dai primi secoli del Medioevo, arriva sino alle soglie del Quattrocento. L’attenzione è posta sulla circolazione di ceramiche mediterranee a Genova, Lucca e Pisa, consentendo un raffronto ideale utile a comprendere le dinamiche di distribuzione e di consumo. Infine, alcuni focus specifici su classi ceramiche particolari permettono di effettuare degli approfondimenti tematici e completare, in questa maniera, il quadro informativo.
The excavation was conducted within an Ottoman-period building known as ‘House Becky’ near ez-Zei... more The excavation was conducted within an Ottoman-period building known as ‘House Becky’ near ez-Zeituna Square in the central part of the old city of ‘Akko. A study of medieval written sources alongside previous surveys and excavations indicate that the modern building is situated within the boundaries of the Crusader-period Genoese quarter and in alignment with the quarter’s covered street. In its present plan, the building comprises a courtyard on the north and four chambers with groin vaults set in a cross-like plan along a general north–south axis. A previous excavation was conducted in the eastern half of the southern chamber. The current excavation was conducted in the western half of the eastern chamber, revealing architectural remains from two periods of occupation: the Crusader period (thirteenth century CE) and the Ottoman period (eighteenth–nineteenth century CE); two main construction phases were ascribed to the Crusader period (1, 2), and three construction phases were ascribed to the Ottoman period (1–3). The excavation was accompanied by an architectural survey by Shotten-Hallel, which focused on four elements within the building: the remains of an arched gate, a fortified wall, an arrow slit and a transverse arch.
Si mettono a disposizione i testi trascritti (e poi non pubblicati) della Tavola rotonda finale d... more Si mettono a disposizione i testi trascritti (e poi non pubblicati) della Tavola rotonda finale del convegno "L'incastellamento in Liguria X-XII secolo", Rapallo 1997 (Istituto Internazionale di Studi Liguri, 2000). Il documento, pur se datato, ripropone a 20 anni di distanza le voci e le idee di R. Francovich, T. Mannoni, R. Pavoni e altri.
Si tratta di una pedina da gioco in osso, frammentaria, proveniente dai contesti di XII/XIII seco... more Si tratta di una pedina da gioco in osso, frammentaria, proveniente dai contesti di XII/XIII secolo dello scavo del castello di Rivarola (Carasco, GE, Italia). Sono alla ricerca di confronti con altro materiale da scavo.
It is a fragmentary gaming piece, carved in bone, from the 12th / 13th century contexts of the excavation of the castle of Rivarola (Carasco, GE, Italy). I'm looking for comparisons/parallels with other excavated finds.