Raúl Zecca Castel | Università degli Studi di Milano-Bicocca (original) (raw)
Books by Raúl Zecca Castel
Non esiste nessun filosofo che, come Max Stirner (1806-1856), possa dirsi tanto popolare, in virt... more Non esiste nessun filosofo che, come Max Stirner (1806-1856), possa dirsi tanto popolare, in virtù della circolazione de L’unico e la sua proprietà – il suo libro più famoso –, quanto sconosciuto, sia in rapporto alla sua vita che persino alla sua immagine, considerando che di questo autore non esistono fotografie. Resta il fatto che Johann Caspar Schmidt, vero nome di Max Stirner, diede contributi fondamentali allo sviluppo di concetti come quello di alienazione, anticipando riflessioni che saranno proprie dell’individualismo, del nichilismo e dell’esistenzialismo.
Ma chi era, insomma, Max Stirner? Cos’è che ha davvero detto e cosa gli è stato attribuito in virtù della lettura, magari di seconda mano, de L’ideologia tedesca di Marx ed Engels o grazie alla fortuna postuma che ispirò una parte importante del movimento anarchico?
Il libro di Raúl Zecca Castel affronta tali questioni entrando nella vita e nell’opera di Stirner, rendendo giustizia a un classico. A un autore, cioè, che non ha mai concluso di dire ciò che ha da dire.
Mastico y trago. Donne, famiglia e amore in un batey dominicano, 2023
Mastico y trago – mastico e ingoio – definisce il codice di una possibile rivendicazione femminis... more Mastico y trago – mastico e ingoio – definisce il codice di una possibile rivendicazione femminista, dove la rassegnazione cela il seme della resistenza. A misurarsi con questa sfida sono le donne dei bateyes: comunità afrodiscendenti di eredità coloniale sorte dalla storia del sistema di piantagioni, dalla tratta atlantica e dal regime di schiavitù che hanno segnato l’insediamento europeo nei Caraibi. Questo volume illustra il modo e le forme in cui concretamente si esprimono, conservano, rafforzano – e talvolta contrastano – particolari dispositivi di oppressione riconducibili a una violenza strutturale di lunga data che fa leva su assi di razza, classe e genere socialmente e politicamente costruiti nel corso del tempo. Coniugando il rigore scientifico dell’analisi teorico-antropologica all’indagine etnografica della vita quotidiana, l’autore offre, da una prospettiva storica e intersezionale, un aggiornato contributo allo studio dei processi di riproduzione sociale e culturale delle donne entro il contesto di una società di piantagione caraibica quale osservatorio privilegiato delle dinamiche socio-economiche del sistema capitalista globale
Bateyeras. Testimonios de vida desde el corazón del Caribe, 2022
“Se vuoi scrivere un libro sulla nostra vita, sulla vita delle donne in questa comunità, allora d... more “Se vuoi scrivere un libro sulla nostra vita, sulla vita delle donne in questa comunità, allora devi scrivere che qui non esiste la felicità. La cosa più bella nella vita è vivere per l’amore, per la felicità, ma tutto questo noi non l’abbiamo, e se io dovessi scrivere un libro sulle disgrazie della mia vita ti assicuro che non basterebbero tutte le pagine del mondo”.
Frutto di un lungo lavoro di campo nell’entroterra della Repubblica Dominicana, questo libro raccoglie le appassionate testimonianze di sette donne di origine haitiana residenti nei “bateyes”, il lato nascosto del sogno turistico caraibico.
È il racconto corale di una realtà oscura dalla prospettiva delle stesse protagoniste, di fatto le vere autrici del libro, attraverso parole che sembrano moltiplicarsi e riprodursi in ogni direzione, facendosi eco e intrecciandosi con le parole sospese di infinite altre storie rimaste inascoltate; parole cariche di senso, pregne di esistenza, che rivelano sacrifici, ferite e cicatrici, ma anche orgoglio, conquiste e gioia. Parole solidali e liberatrici; parole consapevoli e, per questo, rivoluzionarie.
Journal articles by Raúl Zecca Castel
Trabajo, deuda y chantaje: Los braceros haitianos en los cañaverales de la República Dominicana, 2021
This article analyzes the way specific economic policies—namely the privatization of the Dominica... more This article analyzes the way specific economic policies—namely the privatization of the Dominican sugar industry—may determine the emergence of new forms of individual subjection based on the debt trap. Through the use of historical and theoretical Caribbean area literature and through ethnographic evidence provided by a young Haitian migrant employed in sugarcane cutting, it shows the concrete dynamics that inform the working relationships in the Dominican Republic sugar estates. This is to demonstrate a connection between the private management of the sugar industry and working conditions attributable to debt bondage.
Resumen
Este artículo analiza la manera en que determinadas políticas económicas (en este caso el proceso de privatización que involucró la industria azucarera dominicana a partir de 1999) pueden generar nuevas formas de subyugación individual basadas en la trampa de la deuda. Mediante el recurso a la literatura histórica y teórica del área del Caribe y al testimonio etnográfico de un joven migrante haitiano, dedicado al corte de la caña de azúcar, ilustraremos la dinámica concreta que informa las relaciones laborales en las plantaciones de la República Dominicana, para finalmente llegar a establecer una conexión entre la gestión privada de la industria azucarera y condiciones de trabajo comparables a la esclavitud de la deuda.
Le figlie delle catastrofi. Un’etnografia della crescita nellaricostruzione di Aceh, Milano, Ledizioni, 2020, pp. 247., 2020
Zecca, R. (2021). Il ruolo educativo del genere musicale bachata nei bateyes della Repubblica Dominicana. ANTROPOLOGIA, 8(1), 99-118, 2021
Questo articolo intende mostrare il particolare ruolo formativo svolto dal genere musicale bachat... more Questo articolo intende mostrare il particolare ruolo formativo svolto dal genere musicale bachata in un contesto istituzionalmente debole come quello dei bateyes dominicani; comunità afro-discendenti di origine haitiana la cui genesi rimanda alla storia coloniale del sistema di piantagioni americano.
Ripercorrendo le origini storiche che hanno segnato l’evolversi della bachata, oggi simbolo planetario dell’identità nazionale dominicana, oltre che dal 2019 Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, si metterà in evidenza come questa, oltre a costituire lo specchio delle trasformazioni socio-economiche e culturali che hanno investito il paese caraibico, si configuri anche nei termini di un importante strumento espressivo ed educativo, soprattutto per gli abitanti dei bateyes che, a causa della loro condizione di marginalità sociale, sono spesso esclusi dall’accesso a fonti ufficiali di informazione e formazione.
Entrevista con Roldán Marmol, 2020
«La bachata es una creación de sabor rural construida en medio de la marginalidad urbana» . Roldá... more «La bachata es una creación de sabor rural construida en medio de la marginalidad urbana» .
Roldán Mármol, reconocido cantautor dominicano, es presidente de la Fundación Cultural Cofradía, primera institución de multiservicios del sector cultural en el país. Una organización cuyo propósito es revalorizar, desarrollar y difundir la cultura popular dominicana en sus distintas expresiones a través de la construcción de una visión democrática, participativa, crítica y transformadora que articula a su vez el impulso de las industrias culturales y creativas. Mármol merecibe en la sede de su fundación, en la calle Manuel Rodríguez Objío de Gazcue, en Santo Domingo, donde conversamos acerca del género musical tal vez hoy más célebre en la República Dominicana: la bachata. Además de ser un gran compositor, músico y cantante, Roldán tiene una formación de sociólogo que incluye una maestría en sociología política, y su interpretación de este fenómeno «cultural» tiene implicaciones muy interesantes para mí, que estoy investigando desde una perspectiva antropológica la vida social en los bateyes del país.
QCodeMagazine, 2019
Sebbene la Repubblica Dominicana conti con una popolazione a stragrande maggioranza di colore, pa... more Sebbene la Repubblica Dominicana conti con una popolazione a stragrande maggioranza di colore, paradossalmente, essa ha un conto in sospeso con la sua eredità africana e, in particolare, con l’apporto della vicina Haiti, a tal punto che nel 2013, tale negazione e tale rifiuto, si sono tradotti in una riforma costituzionale apertamente discriminatoria.
Il dio di Pueblo viejo: un mostro a doppia faccia, 2019
Raúl Zecca Castel, 2019
Los vecinos de una de las mayores minas de oro del mundo, en República Dominicana, se dividen ent... more Los vecinos de una de las mayores minas de oro del mundo, en República Dominicana, se dividen entre quienes la acusan de contaminar el entorno y quienes defienden el desarrollo que ha llevado
In un dossier analizziamo la filiera che sempre più terre, lavoratori e denaro è andata interessa... more In un dossier analizziamo la filiera che sempre più terre, lavoratori e denaro è andata interessando in tutto il mondo negli ultimi decenni con sfruttamento dei lavoratori e insorgenza di malattie croniche
Haiti, a former sugar colony, was formed through the rebellion of slaves, yet now many Haitians f... more Haiti, a former sugar colony, was formed through the rebellion of slaves, yet now many Haitians find themselves completely subordinated to the private sugar companies of the Dominican Republic.
Tierra de paradojas y contrastes, la República Dominicana no tan solo ofrece maravillosas playas ... more Tierra de paradojas y contrastes, la República Dominicana no tan solo ofrece maravillosas playas y bellos parajes caribeños, atracciones que cautivan a miles de turistas de todo el mundo. Otra cara de la misma moneda es la enorme cantidad de basura que el mismo desarrollo turístico genera. En las afueras de San Pedro de Macorís, rodeado por una naturaleza exuberante, un inmenso vertedero a cielo abierto almacena miles de toneladas de desechos urbanos procedentes de todo el entorno.
El 1 de agosto 2017, Santiago Maldonado, un joven argentino que manifestava junto a la comunidad ... more El 1 de agosto 2017, Santiago Maldonado, un joven argentino que manifestava junto a la comunidad Mapuche de Pu Lof, provincia de Chubut (Patagonia argentina), fue desaparecido por la Gendarmeria Nacional.
Desde entonces de desconoce su paradero.
Il 1 agosto 2017, durante una manifestazione del popolo Mapuche per la rivendicazione delle propr... more Il 1 agosto 2017, durante una manifestazione del popolo Mapuche per la rivendicazione delle proprie terre ancestrali, la Gendarmeria Nazionale argentina ha fatto irruzione nella comunità indigena.
Da quel giorno, un giovane artigiano di Buenos Aires che si trovava lì a sostegno della lotta Mapuche è scomparso.
Non esiste nessun filosofo che, come Max Stirner (1806-1856), possa dirsi tanto popolare, in virt... more Non esiste nessun filosofo che, come Max Stirner (1806-1856), possa dirsi tanto popolare, in virtù della circolazione de L’unico e la sua proprietà – il suo libro più famoso –, quanto sconosciuto, sia in rapporto alla sua vita che persino alla sua immagine, considerando che di questo autore non esistono fotografie. Resta il fatto che Johann Caspar Schmidt, vero nome di Max Stirner, diede contributi fondamentali allo sviluppo di concetti come quello di alienazione, anticipando riflessioni che saranno proprie dell’individualismo, del nichilismo e dell’esistenzialismo.
Ma chi era, insomma, Max Stirner? Cos’è che ha davvero detto e cosa gli è stato attribuito in virtù della lettura, magari di seconda mano, de L’ideologia tedesca di Marx ed Engels o grazie alla fortuna postuma che ispirò una parte importante del movimento anarchico?
Il libro di Raúl Zecca Castel affronta tali questioni entrando nella vita e nell’opera di Stirner, rendendo giustizia a un classico. A un autore, cioè, che non ha mai concluso di dire ciò che ha da dire.
Mastico y trago. Donne, famiglia e amore in un batey dominicano, 2023
Mastico y trago – mastico e ingoio – definisce il codice di una possibile rivendicazione femminis... more Mastico y trago – mastico e ingoio – definisce il codice di una possibile rivendicazione femminista, dove la rassegnazione cela il seme della resistenza. A misurarsi con questa sfida sono le donne dei bateyes: comunità afrodiscendenti di eredità coloniale sorte dalla storia del sistema di piantagioni, dalla tratta atlantica e dal regime di schiavitù che hanno segnato l’insediamento europeo nei Caraibi. Questo volume illustra il modo e le forme in cui concretamente si esprimono, conservano, rafforzano – e talvolta contrastano – particolari dispositivi di oppressione riconducibili a una violenza strutturale di lunga data che fa leva su assi di razza, classe e genere socialmente e politicamente costruiti nel corso del tempo. Coniugando il rigore scientifico dell’analisi teorico-antropologica all’indagine etnografica della vita quotidiana, l’autore offre, da una prospettiva storica e intersezionale, un aggiornato contributo allo studio dei processi di riproduzione sociale e culturale delle donne entro il contesto di una società di piantagione caraibica quale osservatorio privilegiato delle dinamiche socio-economiche del sistema capitalista globale
Bateyeras. Testimonios de vida desde el corazón del Caribe, 2022
“Se vuoi scrivere un libro sulla nostra vita, sulla vita delle donne in questa comunità, allora d... more “Se vuoi scrivere un libro sulla nostra vita, sulla vita delle donne in questa comunità, allora devi scrivere che qui non esiste la felicità. La cosa più bella nella vita è vivere per l’amore, per la felicità, ma tutto questo noi non l’abbiamo, e se io dovessi scrivere un libro sulle disgrazie della mia vita ti assicuro che non basterebbero tutte le pagine del mondo”.
Frutto di un lungo lavoro di campo nell’entroterra della Repubblica Dominicana, questo libro raccoglie le appassionate testimonianze di sette donne di origine haitiana residenti nei “bateyes”, il lato nascosto del sogno turistico caraibico.
È il racconto corale di una realtà oscura dalla prospettiva delle stesse protagoniste, di fatto le vere autrici del libro, attraverso parole che sembrano moltiplicarsi e riprodursi in ogni direzione, facendosi eco e intrecciandosi con le parole sospese di infinite altre storie rimaste inascoltate; parole cariche di senso, pregne di esistenza, che rivelano sacrifici, ferite e cicatrici, ma anche orgoglio, conquiste e gioia. Parole solidali e liberatrici; parole consapevoli e, per questo, rivoluzionarie.
Trabajo, deuda y chantaje: Los braceros haitianos en los cañaverales de la República Dominicana, 2021
This article analyzes the way specific economic policies—namely the privatization of the Dominica... more This article analyzes the way specific economic policies—namely the privatization of the Dominican sugar industry—may determine the emergence of new forms of individual subjection based on the debt trap. Through the use of historical and theoretical Caribbean area literature and through ethnographic evidence provided by a young Haitian migrant employed in sugarcane cutting, it shows the concrete dynamics that inform the working relationships in the Dominican Republic sugar estates. This is to demonstrate a connection between the private management of the sugar industry and working conditions attributable to debt bondage.
Resumen
Este artículo analiza la manera en que determinadas políticas económicas (en este caso el proceso de privatización que involucró la industria azucarera dominicana a partir de 1999) pueden generar nuevas formas de subyugación individual basadas en la trampa de la deuda. Mediante el recurso a la literatura histórica y teórica del área del Caribe y al testimonio etnográfico de un joven migrante haitiano, dedicado al corte de la caña de azúcar, ilustraremos la dinámica concreta que informa las relaciones laborales en las plantaciones de la República Dominicana, para finalmente llegar a establecer una conexión entre la gestión privada de la industria azucarera y condiciones de trabajo comparables a la esclavitud de la deuda.
Le figlie delle catastrofi. Un’etnografia della crescita nellaricostruzione di Aceh, Milano, Ledizioni, 2020, pp. 247., 2020
Zecca, R. (2021). Il ruolo educativo del genere musicale bachata nei bateyes della Repubblica Dominicana. ANTROPOLOGIA, 8(1), 99-118, 2021
Questo articolo intende mostrare il particolare ruolo formativo svolto dal genere musicale bachat... more Questo articolo intende mostrare il particolare ruolo formativo svolto dal genere musicale bachata in un contesto istituzionalmente debole come quello dei bateyes dominicani; comunità afro-discendenti di origine haitiana la cui genesi rimanda alla storia coloniale del sistema di piantagioni americano.
Ripercorrendo le origini storiche che hanno segnato l’evolversi della bachata, oggi simbolo planetario dell’identità nazionale dominicana, oltre che dal 2019 Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, si metterà in evidenza come questa, oltre a costituire lo specchio delle trasformazioni socio-economiche e culturali che hanno investito il paese caraibico, si configuri anche nei termini di un importante strumento espressivo ed educativo, soprattutto per gli abitanti dei bateyes che, a causa della loro condizione di marginalità sociale, sono spesso esclusi dall’accesso a fonti ufficiali di informazione e formazione.
Entrevista con Roldán Marmol, 2020
«La bachata es una creación de sabor rural construida en medio de la marginalidad urbana» . Roldá... more «La bachata es una creación de sabor rural construida en medio de la marginalidad urbana» .
Roldán Mármol, reconocido cantautor dominicano, es presidente de la Fundación Cultural Cofradía, primera institución de multiservicios del sector cultural en el país. Una organización cuyo propósito es revalorizar, desarrollar y difundir la cultura popular dominicana en sus distintas expresiones a través de la construcción de una visión democrática, participativa, crítica y transformadora que articula a su vez el impulso de las industrias culturales y creativas. Mármol merecibe en la sede de su fundación, en la calle Manuel Rodríguez Objío de Gazcue, en Santo Domingo, donde conversamos acerca del género musical tal vez hoy más célebre en la República Dominicana: la bachata. Además de ser un gran compositor, músico y cantante, Roldán tiene una formación de sociólogo que incluye una maestría en sociología política, y su interpretación de este fenómeno «cultural» tiene implicaciones muy interesantes para mí, que estoy investigando desde una perspectiva antropológica la vida social en los bateyes del país.
QCodeMagazine, 2019
Sebbene la Repubblica Dominicana conti con una popolazione a stragrande maggioranza di colore, pa... more Sebbene la Repubblica Dominicana conti con una popolazione a stragrande maggioranza di colore, paradossalmente, essa ha un conto in sospeso con la sua eredità africana e, in particolare, con l’apporto della vicina Haiti, a tal punto che nel 2013, tale negazione e tale rifiuto, si sono tradotti in una riforma costituzionale apertamente discriminatoria.
Il dio di Pueblo viejo: un mostro a doppia faccia, 2019
Raúl Zecca Castel, 2019
Los vecinos de una de las mayores minas de oro del mundo, en República Dominicana, se dividen ent... more Los vecinos de una de las mayores minas de oro del mundo, en República Dominicana, se dividen entre quienes la acusan de contaminar el entorno y quienes defienden el desarrollo que ha llevado
In un dossier analizziamo la filiera che sempre più terre, lavoratori e denaro è andata interessa... more In un dossier analizziamo la filiera che sempre più terre, lavoratori e denaro è andata interessando in tutto il mondo negli ultimi decenni con sfruttamento dei lavoratori e insorgenza di malattie croniche
Haiti, a former sugar colony, was formed through the rebellion of slaves, yet now many Haitians f... more Haiti, a former sugar colony, was formed through the rebellion of slaves, yet now many Haitians find themselves completely subordinated to the private sugar companies of the Dominican Republic.
Tierra de paradojas y contrastes, la República Dominicana no tan solo ofrece maravillosas playas ... more Tierra de paradojas y contrastes, la República Dominicana no tan solo ofrece maravillosas playas y bellos parajes caribeños, atracciones que cautivan a miles de turistas de todo el mundo. Otra cara de la misma moneda es la enorme cantidad de basura que el mismo desarrollo turístico genera. En las afueras de San Pedro de Macorís, rodeado por una naturaleza exuberante, un inmenso vertedero a cielo abierto almacena miles de toneladas de desechos urbanos procedentes de todo el entorno.
El 1 de agosto 2017, Santiago Maldonado, un joven argentino que manifestava junto a la comunidad ... more El 1 de agosto 2017, Santiago Maldonado, un joven argentino que manifestava junto a la comunidad Mapuche de Pu Lof, provincia de Chubut (Patagonia argentina), fue desaparecido por la Gendarmeria Nacional.
Desde entonces de desconoce su paradero.
Il 1 agosto 2017, durante una manifestazione del popolo Mapuche per la rivendicazione delle propr... more Il 1 agosto 2017, durante una manifestazione del popolo Mapuche per la rivendicazione delle proprie terre ancestrali, la Gendarmeria Nazionale argentina ha fatto irruzione nella comunità indigena.
Da quel giorno, un giovane artigiano di Buenos Aires che si trovava lì a sostegno della lotta Mapuche è scomparso.
Miles de hombres, mujeres y niños, trabajan de sol a sol en el centro de fabricación de cal más p... more Miles de hombres, mujeres y niños, trabajan de sol a sol en el centro de fabricación de cal más productivo de todo el país.
Nella terra degli zonbies il confine tra vita e morte è sempre stato straordinariamente labile e,... more Nella terra degli zonbies il confine tra vita e morte è sempre stato straordinariamente labile e, soprattutto, mai definitivo. Eppure, molto spesso, il voudu non ha nulla a che fare con questa folclorica ambiguità esistenziale, mentre c'entrano parecchio gli affari, il business.
Moving from a reflection on the ideological bias concerning the alleged utopian character of anar... more Moving from a reflection on the ideological bias concerning the alleged utopian character of anarchism, this essay takes into account some of the most significant historical applications of "free communism". Ranging form the Paris Commune to the Kronstadt Republic, from the Ukrainian Machnovscina to the Spanish anarchist revolution, it then focuses on the "Colonia Cecilia", a community based on libertarian ideals that was established in Brazil in the late 19th century. Founded by Italian anarchist Giovanni Rossi, Colonia Cecilia thrived for about four years, garnering more than 250 members.
Quello di Johan Mijail è un viaggio di (de)forma-zione e iniziazione alla condizione umana degli ... more Quello di Johan Mijail è un viaggio di (de)forma-zione e iniziazione alla condizione umana degli eterni discriminati su un’isola, Hispaniola, che “ha nella costituzione stessa della sua genesi […] la fondazione della storia del dolore” e in una città, Santo Domingo, “il cui nome porta il sangue materiale e simbolico dell’inquisizione”: una città in fiamme, oppressa da un sole eterno che sembra ostinarsi a non voler tramontare mai, e assediata dall’acqua, “troppa acqua”, come a ricordare continuamente “quella prigione che sono i Caraibi".
(Dalla prefazione di Raúl Zecca Castel)
NÉ ZAR NÉ SULTANI. Anarchici e rivoluzionari del Caucaso 1890-1925, 2020
Un intreccio di storie: dalla complessa relazione dell'anarchismo tra il XIX e il XX secolo con i... more Un intreccio di storie: dalla complessa relazione dell'anarchismo tra il XIX e il XX secolo con i movimenti di liberazione nazionale a uno dei tanti genocidi negati e alla solidarietà rivoluzionaria che le frontiere non riuscirono a spezzare. Un contributo contro l'oblio che riporta alla luce le appassionate vicende del poco conosciuto movimento anarchico di Armenia e dei suoi rapporti con quello russo, bulgaro e francese. A metà strada tra Oriente e Occidente, la vita degli anarchici e delle anarchiche del Caucaso ci lasciano un'eredità significativa, ancora utile per analizzare la realtà attuale nella lotta per costruire un mondo nuovo.
Jordi Maíz è professore di Storia alla UNED delle Baleari. Si dedica con articoli, saggi, conferenze alla divulgazione dei processi storici rivoluzionari e antiautoritari e collabora a vari progetti culturali di orientamento libertario. Tra le sue ultime pubblicazioni: Contra l'estat (Ateneu Lo Tort, 2019), El Otoňo de Kropotkin (LaMalatesta Ed., 2018) e Contro lo mal govern (Atenau Lo Tort, 2017).
Idee come autogestione, democrazia diretta e mutuo appoggio sono state sostenute e difese tanto d... more Idee come autogestione, democrazia diretta e mutuo appoggio sono state sostenute e difese tanto dall’anarchismo che vide la luce nell’Europa del XIX secolo quanto da molti popoli indigeni che in forma spontanea le hanno messe in pratica da tempo immemore. Questo libro analizza la relazione tra questi due mondi e lo fa con la volontà di incoraggiare, allo stesso tempo, una definitiva decolonizzazione dello stesso pensiero anarchico. E’ inoltre un’introduzione alla realtà, spesso dimenticata, dei movimenti anarchici che presero corpo in America, in Africa, in Asia e in Oceania.
PIONIERE E RIVOLUZIONARIE DONNE ANARCHICHE NELLA SPAGNA (1931-1975) Pioniere e rivoluzionarie. St... more PIONIERE E RIVOLUZIONARIE
DONNE ANARCHICHE NELLA SPAGNA (1931-1975)
Pioniere e rivoluzionarie. Storia delle donne anarchiche in Spagna intende restituire visibilità alle donne libertarie che vissero durante la Repubblica, la Guerra civile e il Franchismo. Grazie a una metodologia rinnovata, che comprende le fonti orali, si è potuto recuperare la memoria di queste protagoniste e risolvere alcuni problemi tuttora senza risposta storiografica. Come giunsero queste donne alle idee anarchiche? Perché iniziarono la loro militanza? Furono davvero così marginali nei sindacati della CNT e nella FAI?
Le protagoniste di questo libro furono pioniere perché si ribellarono contro il ruolo subordinato che le donne spagnole avevano nella sfera pubblica e privata fino al momento della Repubblica e della Guerra civile. Furono rivoluzionarie perché vollero abolire le ingiustizie del sistema capitalista e autoritario e perché dedicarono il loro impegno verso la costruzione di un sistema egualitario sul piano economico, sociale e di genere.
Eulàlia Vega è stata professoressa di Storia contemporanea all’Università di Lleida (Catalogna) e all’Università di Trieste.
È specialista di storia dell’anarcosindacalismo spagnolo, dei movimenti sociali e di genere. Ha pubblicato numerosi libri e saggi su questi temi. Tra le sue opere principali: El Trentisme a Catalunya (Curial, 1980) y Anarquistas y Sindicalistas durante la Segunda República (Institució Alfons el Magnánim, 1987), Entre revolució i reforma. La CNT a Catalunya (1930-1936) (Pagès, 2004) e i saggi “Mujeres y asociaciones obreras frente al seguro obligatorio de maternidad durante la Segunda República” (Icaria, 2007) e “Mujeres Libres, una luz que se encendió” (Fundación Anselmo Lorenzo, 2016).
Nel settembre del 2013, la Corte Costituzionale della Repubblica Dominicana, ha emesso una clamor... more Nel settembre del 2013, la Corte Costituzionale della Repubblica Dominicana, ha emesso una clamorosa sentenza con valore retroattivo, secondo cui tutte le persone nate nel paese da genitori stranieri non sarebbero più state considerate di nazionalità dominicana.
In seguito a tale provvedimento, oltre 200.000 persone, soprattutto di origine haitiana, sono precipitate nel limbo giuridico dell’apolidia e sono state negate di tutti i diritti civili, divenendo veri e propri fantasmi.
Nel 2014, in seguito a pressioni internazionali, il governo dominicano ha avviato un processo di regolarizzazione per riacquisire la nazionalità perduta. I requisiti per accedere a tale processo, tuttavia, sono risultati estremamente proibitivi e la maggior parte degli interessati non ha potuto avviare le pratiche.
Secondo l'OIM, tra il 2015 e il 2016, oltre 100.000 persone considerate irregolari sono state espulse dalla Repubblica Dominicana e rimpatriate ad Haiti in un clima di crescente violenza.
La proposta intende contribuire alle riflessioni del panel in oggetto attraverso l’esperienza car... more La proposta intende contribuire alle riflessioni del panel in oggetto attraverso l’esperienza caraibica della diaspora haitiana in Repubblica Dominicana, portando l’attenzione sulle dinamiche di utilizzo degli smartphones e, in particolare, dei social media da parte delle migranti haitiane nel contesto dei bateyes dominicani, insediamenti rurali di origine coloniale legati alla storia del sistema di piantagioni schiavista che ancora oggi ospitano migliaia di braccianti impiegati nei lavori agricoli dell’economia saccarifera nazionale.
Ricorrendo a dati etnografici raccolti sul campo tramite osservazione partecipante e interviste in profondità, si mostrerà come la condizione di estrema marginalizzazione e precarietà socio-economica, oltre che giuridica, prodotta dall’intersezione di discriminazioni di razza, classe e genere – costitutiva e strutturale di questa specifica realtà, ma strategicamente promossa per fini politici ancora oggi –, determini nelle giovani ragazze di origine haitiana nate nei bateyes aspirazioni e rivendicazioni di soggettività che trovano nei media digitali possibili canali di emancipazione individuale, in particolare attraverso la ricerca di partner occasionali interessati a prestazioni sessuali virtuali o, auspicabilmente, di turisti cui potersi offrire come mogli nella speranza di un visto per l’Europa o gli Stati Uniti.
Il contributo intende proporre come caso di studio etnografico l’esperienza dell’impiego di manod... more Il contributo intende proporre come caso di studio etnografico l’esperienza dell’impiego di manodopera migrante nel settore agricolo saccarifero della Repubblica Dominicana, sull’isola di Hispaniola.
Ricorrendo a una prospettiva di ampia portata storica, si interrogherà lo sviluppo e la natura di tale pratica a partire dal regime di schiavitù e dal sistema di piantagioni coloniali – basati su forza lavoro reclutata oltreoceano tramite la tratta negriera – per giungere a concentrarsi sull’attuale regime di sfruttamento a carattere neoliberista – basato sulla trappola del debito e altre forme di assoggettamento che trovano nelle direttrici di razza, classe e genere ulteriori assi di oppressione e marginalizzazione, tanto lavorativa quanto sociale.
Le modalità di impiego della manodopera migrante entro il contesto delle piantagioni di canna da zucchero dominicane sono state oggetto di sempre maggiore attenzione da parte di organismi internazionali, accademici, media e attivisti sin dagli anni ’70 del Novecento, quando le condizioni dei braccianti agricoli cominciarono a essere denunciate in termini di “schiavitù moderna” sulla base di molteplici violazioni dei diritti lavorativi e umani (ASS 1979, Lemoine 1981, Plant 1987, HRW 1989, Gavigan 1996, Bernier 2003, USDOL 2013). In particolare, il corpus documentale prodotto in questi ultimi cinquant’anni ha rilevato gravi irregolarità e abusi in riferimento a salari minimi, orari di lavoro, sicurezza occupazionale, impiego di minori, licenziamenti arbitrari, violenze fisiche, deportazioni, ecc.
Da ultimo, nel novembre del 2022, il Dipartimento di Sicurezza delle Dogane e della Polizia di Frontiera degli Stati Uniti [United States Custom and Border Protection, USCBP] ha disposto l’embargo dello zucchero prodotto dalla principale impresa saccarifera attiva nella Repubblica Dominicana sulla scorta di indagini che hanno riscontrato indicatori di lavoro forzato così come descritti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO 2012).
Tali indagini facevano seguito a una petizione inoltrata già nel 2013 dal missionario anglo-spagnolo Christopher Hartley in merito al rispetto del Capitolo 16 dell’Accordo di Libero Scambio tra Repubblica Dominicana, America Centrale e Stati Uniti (CAFTA-DR), relativo al rispetto dei diritti lavorativi. A corredo della petizione di Hartley – espulso dalla Repubblica Dominicana nel 2006 su pressioni della “zuccherocrazia” locale –, oltre a materiale raccolto da organizzazioni non governative, avvocati e attivisti, erano allegate anche fotografie e interviste da me realizzate nel corso di ricerche etnografiche condotte nei bateyes dominicani, comunità rurali di origine coloniale disperse tra le piantagioni di zucchero e ancora oggi abitate da lavoratori migranti impiegati nel settore agricolo.
Il materiale etnografico raccolto, difatti, documentava molteplici forme di sfruttamento lavorativo e assoggettamento individuale facenti leva sullo status migratorio irregolare della maggior parte dei braccianti impiegati nelle piantagioni, di fatto esclusi da qualsiasi possibilità di rivendicazione dei propri diritti. A ciò, si aggiungeva il riscontro di dinamiche di controllo dei lavoratori e delle loro famiglie residenti nei bateyes attraverso strategie tese a creare situazioni di vitale dipendenza dal lavoro con le imprese saccarifere, come il divieto di coltivare orti o allevare bestiame per uso personale e/o familiare, restituendo così nuova vita pratiche impositive già collaudate in epoca schiavista. Di pari passo, anche le diverse forme di organizzazione e contestazione dei lavoratori - unioni sindacali e scioperi fra tutte -, venivano minate con il ricorso a espedienti basati sull’istigazione delle divisioni etniche, di età e di status migratorio.
Rispetto a quest’ultimo punto, le recenti politiche di cittadinanza perseguite dal Governo dominicano e sancite da una nuova riforma costituzionale (2010/2013) - anche su pressione delle oligarchie saccarifere - hanno determinato quella che è stata definita come una svolta biopolitica nella gestione della cosiddetta questione haitiana (Martínez, Wooding 2017), decretando, di fatto, un “genocidio civile” (Díaz 2011) teso a preservare giacimenti di forza lavoro funzionali alla ristrutturazione economica di matrice neoliberista intrapresa dalla Repubblica Dominicana.
A partir de los anos ’70 del siglo XX, las condiciones de trabajo en los cañaverales dominicanos ... more A partir de los anos ’70 del siglo XX, las condiciones de trabajo en los cañaverales dominicanos comenzaron a atraer la atención de la comunidad internacional y de múltiples organizaciones defensoras de los derechos humanos. Muchos documentos oficiales elaborados por distintos institutos internacionales sacaron a la luz la explotación laboral asociada al uso de mano de obra haitiana en las plantaciones dominicanas de caña de azúcar, dando a conocer la realidad de los bateyes: asentamientos rurales cuyos orígenes históricos se remontan al régimen esclavista colonial, pero que incluso ahora albergan decenas de miles de braceros y familias en condiciones de vida y de trabajo deplorables.
Al comenzar el nuevo milenio, y a raíz del proceso de privatización de la industria azucarera y de la economía nacional en general, un numero todavía mas importante y variado de publicaciones se ha enfocado en los bateyes dominicanos, calificados cada vez más como lugares de profunda explotación laboral y marginalización social. Entre estas, no solo informes, libros y artículos, sino también reportajes fotográficos, documentales y más formas de representación y difusión mediática, fruto de las nuevas herramientas de comunicación digital.
Como antropólogo cultural, a partir de 2013, he dedicado mis investigaciones académicas a este tema, tomando a la vez una posición activista e implicándome personalmente en la lucha por la defensa de los derechos humanos y laborales de la población bateyera. A tal propósito, más que la producción científica, han resultado útiles otras formas de diseminación y divulgación más inmediatas, capaces de alcanzar eficazmente una gran audiencia y generando en ocasiones impactos concretos. Personalmente, he realizado videos y fotografías que han sido mostrados en múltiples espacios públicos (exposiciones, proyecciones, revistas y periódicos internacionales), además de ser tomados en consideración por el Departamento de Trabajo de EE.UU. (USDOL) como prueba documental en el marco de una investigación sobre el respeto del Tratado de Libre Comercio CAFTA-DR en vigor entre los dos países.
También gracias a este material, el gobierno dominicano y las empresas azucareras, a raíz de las presiones estadunidenses y de la comunidad internacional, han implementado procesos de mejora en los cañaverales dominicanos.
Sin embargo, el uso de los nuevos medios digitales de comunicación masiva y, en especial, de las imágenes –ya sean fotografías o videos–, pese a estar animado por las mejores intenciones, plantea asuntos no desdeñables, sobretodo para la reflexión antropológica. El tema de la representación mediática de sujetos en condiciones de sufrimiento y su uso como instrumento de restitución etnográfica no puede sino levantar cuestiones de carácter ético y estético que, finalmente, remiten al tema del derecho a hablar en lugar del otro.
Dal rendicontare al rilanciare. Convegno di restituzione finale del progetto FAMILIES
SIAA - Next Generation: Prospettive Antropologiche, 2021
Con questo intervento si intendono esporre i risultati di una ricerca di antropologia applicata c... more Con questo intervento si intendono esporre i risultati di una ricerca di antropologia applicata condotta nel quadro del progetto “Families. Rinforzare i legami territoriali per sostenere famiglie vulnerabili” (FAMI 2014 – 2020), il cui proposito è consistito nella rilevazione dei punti di forza e di debolezza che caratterizzano il lavoro degli operatori professionali impegnati nel sistema dei servizi socio-sanitari degli ambiti territoriali di Treviglio e Romano di Lombardia (BG), con un focus specifico dedicato all’area di intervento della Tutela Minorile e alla presa in carico dell’utenza di origine straniera.
A partire da un recente campo di studi come quello dell’antropologia del welfare (Edgar e Russel, 1998; Dubois, 2009; Langer & Højlund, 2011), l’approccio dell’indagine etnografica si è caratterizzato per l’adozione di uno specifico sguardo bottom-up, attento alle pratiche più concrete e quotidiane dei vissuti personali, oltre che alle rappresentazioni incorporate, attraverso cui i diversi attori coinvolti nella rete dei servizi implementano le politiche pubbliche di intervento sociale. Metodologicamente, l’indagine si è affidata allo strumento etnografico dell’intervista in profondità, condotta in modalità non strutturata, raccogliendo le storie di vita e le riflessioni di 20 operatrici dei servizi socio-sanitari afferenti sia agli enti locali sia alle aziende speciali consortili deputate alla Tutela Minorile.
Ciò che è emerso dalle testimonianze raccolte rappresenta una cartina al tornasole delle condizioni lavorative ed esistenziali di una categoria professionale investita da un forte mandato sociale di cura che, nella sua quotidianità, si trova a fare i conti con innumerevoli criticità operative, identitarie e formative che minano la possibilità stessa di esercitare in modo efficace tale compito di presa in carico; criticità che rispondono a dinamiche strutturali sempre più globali, ulteriormente esacerbate dalla situazione pandemica ancora in corso, caratteristiche di un modello neoliberale del mercato del lavoro dove la frammentazione e l’esternalizzazione dei servizi possono tradursi in un deterioramento della qualità di vita e di lavoro, con inevitabili ricadute sui soggetti più fragili e vulnerabili, come i minori e gli stranieri.
Dal 1697, l’isola di Hispaniola, nel mar dei Caraibi, è politicamente divisa tra l’attuale Repubb... more Dal 1697, l’isola di Hispaniola, nel mar dei Caraibi, è politicamente divisa tra l’attuale Repubblica di Haiti e la Repubblica Dominicana. La frontiera che oggi separa i due paesi, tuttavia, trova la sua più profonda legittimazione nella storia recente del nazionalismo dominicano, quando il dittatore Trujillo (1930-1961) ridefinì l’identità dominicana per negazione, tramite un’ideologia anti-haitiana basata sulle retoriche discriminatorie della razza e, soprattutto, del colore; e la cui massima applicazione trovò espressione nel “massacro del prezzemolo”, quando circa 20mila presunti haitiani furono trucidati lungo la linea di confine con l’obiettivo esplicito di “sbiancare” la razza.
Dopo oltre 80 anni, l’eredità dell’anti-haitianismo è più viva che mai in Repubblica Dominicana, dove si contano circa 500mila migranti haitiani – per lo più trafficati o “acquistati” per lavorare nelle piantagioni di canna da zucchero – e oltre 250mila discendenti: seconde generazioni nate e cresciute nel paese. Una controversa sentenza costituzionale del 2013 ha infatti abolito lo ius soli come criterio valido per l’acquisizione della cittadinanza dominicana, applicando la norma in forma retroattiva, a partire dal 1929. Come effetto immediato, oltre 200mila persone haitiano-discendenti sono precipitate nel limbo giuridico dell’apolidia, private della loro nazionalità e di tutti i diritti ad essa legati. Secondo Amnesty International, in un solo anno, tra il 2014 e il 2015, oltre 100mila persone sarebbero state deportate oltrefrontiera. Da più parti, questo processo è stato definito nei termini di una vera e propria istituzionalizzazione del razzismo, oltre che di una svolta biopolitica nelle politiche migratorie e di cittadinanza. All’incorporazione di un’autorappresentazione razzialmente connotata e “difettosa” da parte di molti haitiano-discendenti, fa però da contraltare l’emergere di movimenti sociali di riappropriazione e rivendicazione delle origini afro-discendenti.
Por largo tiempo, los bateyes dominicanos se han desarrollado como enclaves socioeconómicos (y en... more Por largo tiempo, los bateyes dominicanos se han desarrollado como enclaves socioeconómicos (y en parte hasta jurídicos) reservados a la población migrante de origen haitiano empleada en las plantaciones de caña de azúcar. Al terminar los contratos bilaterales entre Haití y la República Dominicana para la contratación de mano de obra estacional (1986) y como consecuencia de la crisis internacional de la industria azucarera, miles de trabajadores se trasladaron de los bateyes hacia los centros urbanos y turísticos del país en busca de empleo. La “visibilización” de esta población haitiana y haitiana-descendiente, declaradamente “negra”, reabrió y exacerbó antiguas heridas históricas e ideológicas de matriz racial que propiciaron la Sentencia 168/13 del Tribunal Constitucional dominicano (2013). El resultado fue la desnacionalización de decenas de miles de personas y, acto seguido, la puesta en marcha de repatriaciones y deportaciones masivas bien mediatizadas. Sin embargo, la interpretación que aquí se quiere apoyar –sostenida por datos etnográficos recogidos durante varios y repetidos meses de investigaciónes de campo (2013 – 2018)– se refiere a la tesis expresada por Wooding & Martinez (2017), según la cual estaríamos enfrentándonos a un “giro biopolítico” de las políticas migratorias nacionales, cuyo objetivo residiría en la creación y el mantenimiento de una reserva de mano de obra explotable y altamente chantajeable, al estar excluida de todo derecho civil.
Programma: Giovedì 15 ottobre h. 9.30 - Luciano Pellicani (Luiss, Roma) Prolusione ai lavori I... more Programma:
Giovedì 15 ottobre
h. 9.30 - Luciano Pellicani (Luiss, Roma)
Prolusione ai lavori
I Sessione
Presiede: Gian Franco Lami (Università di Roma La Sapienza)
Giampietro Berti (Università di Padova), Marxismo e anarchismo nella I Internazionale
Aldino Monti (Università di Bologna), Marx e Durkheim e il deficit normativo del marxismo
Coffee break
Davide Bigalli (Università di Milano), Tra Vico e Proudhon: la filosofia della rivoluzione di Giuseppe Ferrari
h.12.00 - Conclusioni
h.13.00 - Pranzo
h.15.00 - II sessione
Presiede: Mario Perniola (Università di Roma II)
Gian Franco Lami (Università di Roma La Sapienza), Un’originale riflessione politica: Filippo Burzio
Stefano Moriggi (Università di Milano), Rivoluzione contro utopia in Noi di Zamjatin
Raul Zecca Castel (saggista), Un’esperienza brasiliana: Giovanni Rossi e la colonia “Cecilia”
Coffee break
Enrico Tiozzo (Università di Göteborg), Il romanzo d'intrattenimento come veicolo del socialismo libertario
Massimo Rizzardini (Università di Milano), La parabola di Arturo Frizzi, socialista, ciarlatano e venditore di secreti
h.18.00 - Discussione
h.20.00 - Cena
Venerdì 16 ottobre
h. 10.00 - III sessione
Presiede: Enrico Tiozzo (Università di Göteborg)
Paolo Sensini (saggista), L'esperienza sovietica come spartiacque della modernità. Una storia tutta da riscrivere
Giulio Giorello (Università di Milano), La breve estate dell’anarchia: Buenaventura Durruti
Coffee break
Mario Perniola (Università di Roma II), L'antiautoritarismo sessantottesco e l'autorevolezza situazionista
Gaetana Persia (Università di Bari), Il dominio delle immagini: il mondo a parte
h.12.30 - Tavola rotonda conclusiva
h. 13.30 - Pranzo
Visual Ethnography, 2024
This article offers theoretical and methodological reflections on the representation of otherness... more This article offers theoretical and methodological reflections on the representation of otherness through imagery, using the case study of Haitian braceros in Dominican sugarcane fields. The primary challenge is to develop a decolonial aesthetic that concurrently establishes an ethical framework for the production of anthropological knowledge. The paper delves into the ethical and aesthetic dimensions of visually representing subaltern communities, critiquing the persistence of a colonial gaze and advocating for a decolonial approach that fosters more equitable and ethical portrayals. Moreover, it posits that a decolonized visual representation opens avenues for engagement and collaboration between the depicted subjects and researchers, leading to performative outcomes that drive social change.
This article presents the results of an ethnographic research conducted within the framework of t... more This article presents the results of an ethnographic research conducted within the framework of the project “Families. Rinforzare i legami territoriali per sostenere famiglie vulnerabili” (Strengthen territorial ties to support vulnerable families), funded by the Asylum, Migration and Integration
Fund (FAMI 2014-2020). The survey aimed at detecting the operators’ socio-cultural representations of gender-based violence within the interinstitutional anti-violence network in the Territorial Areas of Treviglio and Romano
di Lombardia (province of Bergamo), where the project was activated. Data collected via ethnographic method (questionnaire surveys, semi-structured interviews, and focus-group meetings) have highlighted some weaknesses and potentially prejudicial criticalities for the fulfillment of the mandate to which professional operators are called for, especially when users with foreign backgrounds are involved. The article unravels the ethnographic results and attempts at sketching out some suggestions for the creation and implementation of a more effective user-oriented framework of intervention, targeting the victims of gender-based violence.
Visual Ethnography, 2023
This photographic essay illustrates the performative potential of ethnographic photography as an ... more This photographic essay illustrates the performative potential of ethnographic photography as an instrument of awareness and transformation of reality. The images denounce the living and working exploitation suffered by Haitian sugar cane cutters and their families in the bateyes of the Dominican Republic. These are images that the United States Department of Labor (USDOL) has considered as documentary evidence for an investigation regarding labor rights that the CAFTA-RD Free Trade Agreement in force between the two countries is required to guarantee. Thanks also to these shots, the Dominican government and local sugar companies have begun an improvement process in the plantations.
Antropologia Medica, 2023
Fo.R.Me di un’etnografia della cura. I particolari del margine L’articolo ricostruisce la metodol... more Fo.R.Me di un’etnografia della cura. I particolari del margine
L’articolo ricostruisce la metodologia che si nasconde dietro l’attuazione del dispositivo etnoclinico proposto dal Centro Fo.R.Me della Cooperativa Ruah di Bergamo. Attraverso un’etnografia “particolareggiata” cerca di restituire il posizionamento dello sguardo con cui la pratica etnoclinica si situa nella relazione con le istituzioni. Un processo marginale che permette di superare la prospettiva statica associata alla valenza culturale che spesso si proietta sulle persone migranti e/o con background migratorio.
Questo articolo ricostruisce e analizza la storia, la teoria e il metodo della pratica etnoclinic... more Questo articolo ricostruisce e analizza la storia, la teoria e il metodo della pratica etnoclinica del Centro Fo.R.Me della Cooperativa Ruah di Bergamo a partire da un lavoro collaborativo di ricerca-azione che lo ha visto coinvolto insieme all’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Obiettivo dell’articolo è di rendere fruibile il significato di questa pratica psico-sociale e terapeutica ai professionisti dei servizi assistenziali e socio-sanitari a cui è rivolta.
L’articolo intende mostrare come i paradigmi teorico-analitici espressi dal binomio “rispetto/rep... more L’articolo intende mostrare come i paradigmi teorico-analitici espressi dal binomio “rispetto/reputazione” e “casa/strada”, che la letteratura d’area caraibica e afroamericana in generale ha lungamente registrato e impiegato come riferimento ideale per la mascolinità e la femminilità entro i contesti socio-culturali in oggetto, si rivelano, alla prova dei fatti, inadeguati per comprendere e descrivere la realtà dei bateyes dominicani.
Il principio del superiore interesse nei servizi specialistici di tutela minorile., 2022
This article intends to problematize the concept of well-being as a privileged object of public w... more This article intends to problematize the concept of well-being as a privileged object of public welfare policies, especially with respect to its declination in the context of social services dedicated to child protection, where it is recognized and pursued in terms of an unspecified "superior interest". Starting from an anthropological perspective, and leveraging a historical-comparative approach, I will propose the deconstruction of these ethnocentric representations, to show their culturally situated nature. Even before that, the deconstruction of the very concept of childhood and "minority" will be proposed, even problematizing the more general concept of family. The goal of this contribution – also thanks to some significant ethnographic testimonies personally collected as part of a research carried out in the framework of the project “Families. Strengthening territorial ties to support vulnerable families" (FAMI 2014-2020) – is to solicit critical reflections in child protection services in order to implement the adoption of more aware and adequate interpretative and operational tools, also in the face of dynamics of cultural essentialization and social stereotyping potentially prejudicial for the fulfillment of the professional mandate to which service operators are called, especially when engaged in activities such as assistance and taking charge of users of foreign origin.
Latin American Research Review, 2021
Questo articolo intende mostrare il particolare ruolo formativo svolto dal genere musicale bachat... more Questo articolo intende mostrare il particolare ruolo formativo svolto dal genere musicale bachata in un contesto istituzionalmente debole come quello dei bateyes dominicani; comunità afro-discendenti di origine haitiana la cui genesi rimanda alla storia coloniale del sistema di piantagioni americano. Ripercorrendo le origini storiche che hanno segnato l’evolversi della bachata, oggi simbolo planetario dell’identità nazionale dominicana, oltre che dal 2019 Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità, si metterà in evidenza come questa, oltre a costituire lo specchio delle trasformazioni socio-economiche e culturali che hanno investito il paese caraibico, si configuri anche nei termini di un importante strumento espressivo ed educativo, soprattutto per gli abitanti dei bateyes che, a causa della loro condizione di marginalità sociale, sono spesso esclusi dall’accesso a fonti ufficiali di informazione e formazione.