Bergandi, D., Massini, G., 2007, Lo sviluppo sostenibile: tra preservazione e conservazione della natura (original) (raw)

[ITALY] Sul “principio” dello sviluppo sostenibile [Ugo VILLANI]

L’impresa sostenibile. Alla prova del dialogo dei saperi, 2020

La traduzione dei principi, delle istanze, delle tendenze, che confluiscono nel concetto di sviluppo sostenibile, in precisi obblighi giuridici e la loro attuazione non appaiono opera agevole, specie nell’attuale momento storico. Una prima difficoltà deriva dall’atteggiamento degli Stati, a cominciare dei più potenti, volto a ripiegarsi su posizioni “sovraniste” e, sul piano commerciale, protezionistiche, i quali appaiono scarsamente disponibili alla cooperazione, specie a livello multilaterale. Il tentativo di risolvere problemi o di regolare fenomeni globali solo con misure e politiche nazionali appare del tutto inadeguato e illusorio: problemi e fenomeni di dimensioni globali richiedono

Costantini, V., Monni, S. (2008) “L'Indice di Sviluppo Umano Sostenibile: un indicatore per coniugare crescita, sostenibilità umana e ambientale” [in Italian].

2008

l a crescita conosciuta dall'economia cinese degli ultimi trenta anni può rappresentare un buon esempio per capire di cosa vogliamo parlare in questo articolo. A partire dalle riforme di Deng Xiaoping la crescita in Cina è stata spettacolare. Negli ultimi venti anni il Prodotto Interno Lordo (PIL) è addirittura aumentato di qualcosa come il 10% l'anno. Il problema è che questa poderosa crescita ha avuto un costo. Gli investimenti non hanno creato infatti solo le premesse della crescita ma purtroppo spesso hanno inquinato l'aria e le acque (poche a dire la verità in Cina). Solo per fare qualche esempio 16 delle 20 città più inquinate del pianeta secondo un recente rapporto del Worldwatch Institute si troverebbero in Cina che da sola ogni anno emette il 12% di biossido di carbonio (CO 2 ) globale.

Vacchiano G. (2006). Lo sviluppo sostenibile: storia del problema ecologico.

La nostra responsabilità sulla società presente e futura passa per le nostre scelte. L’ambiente è il bene pubblico per eccellenza. Rendere sostenibile il rapporto con l’ambiente è il nostro modo di essere cittadini responsabili anche del ben-essere delle generazioni future. Pubblichiamo di seguito un approfondimento sul tema che Giorgio Vacchiano ha proposto alla scuola estiva di Cittadinanza Globale (Pianezza, luglio 2006), nell’ambito del progetto “ABC… l’alfabeto della solidarietà, per educare alla pace e allo sviluppo nella nuova Europa Unita”, realizzato con il contributo dell’Unione Europea.

Costantini, V., Monni, S. (2005) “Sviluppo umano e sostenibilità ambientale: un tentativo di misurazione nei paesi europei” [in Italian].

QA/La Questione Agraria n.2, pp. 73-104. , 2005

The aim of this paper is to analyse, which is the current situation of gender disparities in Italy and how such disparities are distributed among Italian regions. In order to quantify such disparities a comprehensive framework for assessment is required by using a human development approach. A gender-oriented investigation of effective available capabilities for men and women in the Italian regions reveals that gender inequality in Italy seems to be a persistent phenomenon. Finally, the gender disparities in the empowerment dimension and in the other social dimensions seem to be mutually reinforcing with the economic dimensions, especially in the labour market.

Saggi Mancini Lo sviluppo ambientale sostenibile

Lo sviluppo ambientale integrale nell'ottica dell'ecologia umana sostenibile. «Laudato Sì» 1. Consapevolezza dell'irrinunciabilità di indirizzi e politiche per lo sviluppo sostenibile. Una ricognizione ontologica per una complessa dogmatica.-2. L'insegnamento dell'enciclica «Laudato Sì» per una rinnovata alleanza tra uomo ed ambiente. 1.-Consapevolezza dell'irrinunciabilità del principio di sviluppo sostenibile. Una ricognizione ontologica per una complessa dogmatica 1. Il principio dello «sviluppo sostenibile» è stato elaborato in sede internazionale e gradualmente recepito dalle legislazioni e Costituzioni nazionali. Gli accordi internazionali in prevalenza tendono a qualificare lo sviluppo sostenibile come «principio» del diritto dell'ambiente, pur con divergenze anche sensibili sul punto specifico se si tratti di principio «obbligatorio» o, comunque, «giuridico». Alcuni ritengono, peraltro, che il principio, più che avere un carattere giuridico, rivestirebbe «un carattere meta-giuridico», un «contenuto etico». Per altri autori ancora lo sviluppo sostenibile deve essere considerato «un obiettivo» da raggiungere. Tale concetto muove da una diffusa ed acquisita consapevolezza da parte dell'uomo sulla circostanza che, ai fini della sopravvivenza di ogni specie vivente, sia necessario e non più rinviabile una politica ispirata ad un uso razionale delle risorse naturali. La definizione di «sviluppo sostenibile», che figura per la prima volta nel cosiddetto rapporto Brundtland del 1987, commissione istituita presso le Nazioni Unite, è assai nota: «Lo sviluppo sostenibile è quello sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le loro esigenze». Questa definizione racchiude in sé due concetti: da un lato, il concetto di bisogni, che va riferito, in particolare, a quello dei soggetti più sfavoriti, dall'altro, la non illimitatezza delle nostre risorse naturali e la conseguente necessità di governare lo sviluppo ponendo dei limiti alle capacità produttive. Si è venuto così stratificando nel tempo un folto gruppo di norme, in ambito internazionale, definite di soft law non vincolanti, generalmente programmatiche e d'indirizzo, fondamentali per la pianificazione successiva di politiche o negoziati, non produttive dunque di obblighi e diritti circostanziati ma, tuttavia, in grado nel tempo di colmare spazi in precedenza lasciati alla discrezionalità degli Stati per poi riuscire ad entrare nelle Carte costituzionali e nelle singole legislazioni nazionali. Questi atti di soft law hanno acquisito un'importanza fondamentale nel panorama del diritto internazionale dell'ambiente: basti pensare al forte impatto che ha avuto la Dichiarazione di principio di Stoccolma, vero e proprio programma pionieristico di una serie di Convenzioni a contenuto vincolante volte a proteggere taluni ambiti naturali e basilari per l'affermazione dei diritti umani all'ambiente nelle più recenti Costituzioni nazionali. La Dichiarazione di Stoccolma non è altro che il documento conclusivo, non vincolante ma solo di princìpi, della prima Conferenza mondiale sull'ambiente tenutasi nel 1972 sotto l'egida delle Nazioni Unite. Con tale documento si è iniziato a non considerare più l'inquinamento come sottoprodotto di un certo tipo di sviluppo industriale ma l'ambiente come una delle dimensioni essenziali dello sviluppo e dei diritti umani; da qui, lo slogan della Conferenza «non c'è sviluppo senza ambiente». Proprio con l'obiettivo di una nuova definizione del rapporto tra «sviluppo e ambiente», non più vincolata ad una «crescita zero» ideata dal Rapporto Meadows ma ad un nuovo modo di intendere lo sviluppo in forma più attenta e razionale, all'interno della Commissione mondiale su ambiente e sviluppo insediata nel 1983 su mandato dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite e composta da rappresentanze di 21 Paesi, è nato nel 1987 il documento dal titolo «Il nostro futuro comune», più noto come Rapporto

Parco dei Messapi di Muro Tenente : un progetto di sviluppo sostenibile

Bollettino di Archeologia On Line, 2018

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Monni, S., Pallottino, M (2015) “Sustainable Development Goals? Meglio la Laudato Si’ ” [in Italian].

Menabò N.32, 2015

Salvatore Monni e Massimo Pallottino ricordano che lo scorso 25 settembre a New York sono stati presentati i nuovi Sustainable Development Goals (SDGs) rispetto ai quali sono stati formulati numerosi giudizi positivi. Monni e Pallottino, illustrando le principali caratteristiche della nuova agenda di sviluppo delle Nazioni Unite spiegano perché, a loro avviso, essa sia meno innovativa di quanto si tende a ritenere. A questa conclusione i due autori giungono anche attraverso un confronto con l’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco.

Il valore culturale del patrimonio naturale nella promozione dello sviluppo sostenibile

Sinergie Italian Journal of Management, 2018

Obiettivo del paper: Il presente lavoro intende fornire un contributo alla definizione di possibili modelli di valorizzazione del patrimonio culturale in un' ottica di sostenibilità economica, sociale e ambientale. Metodologia: Muovendo da una visione dell' ambiente quale componente naturalistica del patrimonio culturale, il lavoro è sviluppato avvalendosi del contributo interpretativo degli schemi generali dell'Approccio Sistemico Vitale e avendo come riferimento il caso delle Riserve della Biosfera del Programma "Man and the Biosphere" (MaB) dell'UNESCO. Risultati: Il contributo delinea i tratti di un possibile modello di valorizzazione culturale del patrimonio naturale in un' ottica di sostenibilità, derivandoli dall' analisi del modello 'MaB' che mette in luce il valore culturale di un sito, quindi di un territorio, quale risultante del dinamico evolvere del rapporto tra uomo e natura, superando la tradizionale visione oggettiva del valore. In tale prospettiva, la valorizzazione si fonda sulla capacità di realizzare nel territorio modelli di sviluppo sostenibile, che concilino esigenze economiche, sociali e ambientali, in un'unitaria ottica di sostenibilità. Limiti della ricerca: Il lavoro propone l' elaborazione concettuale di un caso di studio per trarne stimoli interpretativi le cui potenzialità possono essere ulteriormente esplorate attraverso studi empirici. Implicazioni pratiche: Il contributo offre una chiave di lettura del tema "Heritage, management e impresa" che, evidenziando la centralità dell'impresa e il contributo del management, appare foriera di interessanti sviluppi. Originalità del paper: L' approccio interpretativo sviluppato integra, in un' ottica unitaria di sostenibilità, prospettive tradizionalmente disallineate nel guardare al patrimonio, alla valorizzazione e alle sfide della sostenibilità.