Enrico Venturelli - Academia.edu (original) (raw)
Books by Enrico Venturelli
Primo capitolo e illustrazioni finali del volume: Andrea Boni e la Casa del Manzoni. La rinascita ottocentesca del cotto ornamentale, Centro Nazionale Studi Manzoniani, Milano, 2014, pp. 7-29 e 101-122., 2014
In ricordo di mio padre Angelo Alessandro Venturelli che fu maestro elementare e insegnante di it... more In ricordo di mio padre Angelo Alessandro Venturelli che fu maestro elementare e insegnante di italiano nella scuola media. Anche grazie a lui è stato possibile realizzare questo libro.
Exhibitions by Enrico Venturelli
La selezione di ceramiche Loretz, che qui si presenta, è la più importante finora nota, e costitu... more La selezione di ceramiche Loretz, che qui si presenta, è la più importante finora nota, e costituirà certamente un importante stimolo ad approfondire un importante episodio dell'eclettismo colto nel nostro Paese. Un ulteriore elemento di interesse di questi materiali, tra l'altro di grande impatto decorativo, è dato dalla loro provenienza: in parte dalla collezione della famiglia di uno dei finanziatori della fabbrica Loretz, Temistocle Castelli, patriota, poeta e noto avvocato milanese, ed in parte da quella della famiglia Loretz stessa. Sono esempi, spesso firmati e datati, di vasellame decorativo e da parata, campionature di "credenze", in molti casi a decoro araldico. La manifattura Loretz -o meglio, per l' esattezza, della società "C.lo G.no Loretz & C. " -viene fondata nel 1896 da Carlo Loretz, lodigiano ma di origine svizzera: nel 1859 si era trasferito a Milano, dove aveva frequentato l' Accademia di Brera iniziando una attività di decoratore d'interni. Nel 1871 è a Lodi per decorare la casa di Antonio Dossena, proprietario di una importante fabbrica di ceramica, che gli propone di dipingere le maioliche di sua produzione. A trent'anni, e nell'arco di un decennio, diventerà un rinomato ceramista: la sua fabbrica, che dirige con il figlio Giovanni, detto Giano (nato a Milano nel 1869) è a Milano, in via Molino delle Armi, e produce soprattutto ceramiche ingobbiate graffite, ma anche maioliche a gran fuoco, oltre che pezzi con decorazioni a piccolo fuoco. La ditta partecipa a numerose esposizioni, vincendo nel 1898 la medaglia d'oro a Torino e nel 1900 la medaglia d'argento a Parigi. Nei primi anni del nuovo secolo la ditta è assai nota ed ottiene importanti incarichi da committenze prestigiose come testimoniano i rapporti con committenti come i Borromeo, i Colleoni, e, come appare da alcune fonti, i Sanseverino di Crema, i Fontana di Lodi, ed i milanesi Bagatti Valsecchi: in occasione dell'Esposizione Universale di Parigi del 1900 il South Kensington Museum (ora Victoria and Albert) acquista tre ceramiche Loretz. Purtroppo l'affacciarsi dell' Art Nouveau, restia allo storicismo di imitazione, comporta per il lavoro dei Loretz una brusca battuta di arresto. Giano (il padre Carlo muore nel 1903) cerca di adattarsi alle novità e per l'Esposizione Internazionale di Milano del 1906 produce una originale serie di ceramiche graffite caratterizzate da forme e decorazioni Liberty. Ma il padiglione dedicato alle Arti Decorative, incluso lo stand Loretz, viene distrutto da un incendio e il danno è tale da imporre, nello stesso anno, la chiusura della fabbrica. Giano si dedicherà da allora all'insegnamento e alla scultura (alcune sue opere sono tuttora visibili presso il Cimitero Monumentale di Milano, tra cui i sepolcri della famiglia di Temistocle Castelli) e, nell'ultimo decennio di vita (scompare prematuramente nel 1918), a nuovi esperimenti ceramici, soprattutto nell'uso degli smalti, creando opere concepite come pezzi unici e firmate con il nome per esteso. La grande eredità culturale dei Loretz (parte di una stagione milanese fatta da nomi come quelli dei Bagatti Valsecchi, di Poldi Pezzoli, di Bertini) consiste nella loro capacità di riportare in vita, con affascinanti risultati, la tecnica della ceramica ingobbiata graffita, diffusasi in Italia tra XIII e XIV secolo, pressoché abbandonata all'inizio del XVII secolo e del tutto dimenticata nell'Ottocento fino alla riscoperta da parte di Carlo nel 1871. Sono anni durante i quali si consideravano le ingobbiate "primitive", antecedenti alle maioliche, e tipicamente medioevali: perfette, in un periodo affascinato dal Medioevo, per ricreare ambienti di vita quotidiana dei secoli bui (Alfredo D' Andrade considera le ceramiche ingobbiate graffite le più adatte per arredare il Borgo Medioevale di Torino inaugurato nel 1884) Le "Ceramiche Medioevali" dei Loretz non sono semplici imitazioni: Carlo e Giano utilizzano in più modi i motivi e le tecniche che traevano dai frammenti della loro collezione di graffite antiche (dal 1916 nei Musei del Castello Sforzesco di Milano) o dagli esemplari di altre raccolte pubbliche e private. In qualche caso cercano la ricostruzione rigorosa dell'originale perduto, altre volte creano oggetti originali accostando motivi decorativi provenienti da frammenti diversi, ottengono forme nuove modificando le dimensioni dell'oggetto imitato o si cimentano nell'imitazione accurata degli esemplari integri più belli e complessi. E infine arrivarono ad ottenere, come nel caso di alcuni grandi piatti, una resa per così dire pittorica dell'incisione su ingobbio: con risultati chiaramente apprezzabili in due degli esemplari qui proposti, raffiguranti rispettivamente San Girolamo e una scena di banchetto.
fb fondazioneteatroborgatti ROSSO BORGATTI le terrecotte di Andrea Boni a Cento dal 26112016 al 3... more fb fondazioneteatroborgatti ROSSO BORGATTI le terrecotte di Andrea Boni a Cento dal 26112016 al 31012017 SPAZI ESPOSITIVI TEATRO PANDURERA via XXV Aprile 11 Cento FONDAZIONE TEATRO G. BORGATTI
From Renaissance to Regent Street: The Della Robbia Pottery WilliamsonArt Gallery & Museum, Birke... more From Renaissance to Regent Street: The Della Robbia Pottery
WilliamsonArt Gallery & Museum, Birkenhead (UK)
8 June - 4 September 2016
https://www.artinliverpool.com/events/williamson-art-gallery-renaissance-regent-street-della-robbia-pottery/
Liverpool University Press has published a book of essays to accompany the exhibition, edited by Julie Sheldon of Liverpool John Moores University, with additional contributions from Sandra Penketh, Colin Simpson, Enrico Venturelli and Colin Trodd.
Papers by Enrico Venturelli
The consumption of Chinese ceramics as architectural features on the Swahili Coast: examples from... more The consumption of Chinese ceramics as architectural features on the Swahili Coast: examples from the Zanzibar Archipelago, Tanzania. .. .. . 13 Hannah Parsons-Morgan Ceràmicas de importación magrebí en contextos del siglo XI en Madīna Dāniya, Dénia, y su reflejo en los Bacini ceramici de Pisa. Una mirada desde Dénia. .
Autorizzazione Tribunale di Milano n. 321 del 17-10-74 I testi presentati a «Rassegna di Studi e ... more Autorizzazione Tribunale di Milano n. 321 del 17-10-74 I testi presentati a «Rassegna di Studi e di Notizie» per la pubblicazione vengono valutati in forma anonima da studiosi competenti per la specifica materia (peer review). I membri del Comitato scientifico, costituito ad hoc, esercitano quindi la loro attività di supporto scientifico senza essere indicati in modo esplicito. Il Comitato dei revisori scientifici viene di volta in volta integrato con ulteriori valutatori quando utile o necessario per la revisione di contributi di argomento o taglio particolare. La direzione della rivista conserva, sotto garanzia di assoluta riservatezza, la documentazione relativa al processo di valutazione.
COMUNE DI MILANO CASTELLO SFORZESCO SETTORE SOPRINTENDENZA CASTELLO MILANO 2016 Nessuna parte di ... more COMUNE DI MILANO CASTELLO SFORZESCO SETTORE SOPRINTENDENZA CASTELLO MILANO 2016 Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
La decorazione della Casa Rossa a Bellinzona e il revival ottocentesco della terracotta di epoca ... more La decorazione della Casa Rossa a Bellinzona e il revival ottocentesco della terracotta di epoca rinascimentale (testo a fronte in italiano).
Terrecotte a stampo per l'arredo della casa e del giardino, un prodotto di successo della fabbric... more Terrecotte a stampo per l'arredo della casa e del giardino, un prodotto di successo della fabbrica milanese di Andrea Boni (1815-1874) 81 A metà Ottocento, dopo secoli di abbandono, tornò in vita la produzione
Carlo Loretz junior era ancora bambino quando il padre Giovanni detto Giano morì improvvisamente,... more Carlo Loretz junior era ancora bambino quando il padre Giovanni detto Giano morì improvvisamente, non ebbe quindi modo di apprendere da lui l'arte della ceramica 1 . Al contrario, Giano Loretz (Milano, 1869 aveva goduto appieno di tale opportunità, che gli aveva permesso di crescere nella bottega del padre, Carlo Loretz senior (Lodi 1841 -Milano 1903) 2 , e di diventare a tutti gli effetti suo allievo; lui stesso, del resto, si definì in tal modo quando scrisse di aver appreso a Lodi, nello studio paterno, la decorazione e l'arte ceramica 3 .
Primo capitolo e illustrazioni finali del volume: Andrea Boni e la Casa del Manzoni. La rinascita ottocentesca del cotto ornamentale, Centro Nazionale Studi Manzoniani, Milano, 2014, pp. 7-29 e 101-122., 2014
In ricordo di mio padre Angelo Alessandro Venturelli che fu maestro elementare e insegnante di it... more In ricordo di mio padre Angelo Alessandro Venturelli che fu maestro elementare e insegnante di italiano nella scuola media. Anche grazie a lui è stato possibile realizzare questo libro.
La selezione di ceramiche Loretz, che qui si presenta, è la più importante finora nota, e costitu... more La selezione di ceramiche Loretz, che qui si presenta, è la più importante finora nota, e costituirà certamente un importante stimolo ad approfondire un importante episodio dell'eclettismo colto nel nostro Paese. Un ulteriore elemento di interesse di questi materiali, tra l'altro di grande impatto decorativo, è dato dalla loro provenienza: in parte dalla collezione della famiglia di uno dei finanziatori della fabbrica Loretz, Temistocle Castelli, patriota, poeta e noto avvocato milanese, ed in parte da quella della famiglia Loretz stessa. Sono esempi, spesso firmati e datati, di vasellame decorativo e da parata, campionature di "credenze", in molti casi a decoro araldico. La manifattura Loretz -o meglio, per l' esattezza, della società "C.lo G.no Loretz & C. " -viene fondata nel 1896 da Carlo Loretz, lodigiano ma di origine svizzera: nel 1859 si era trasferito a Milano, dove aveva frequentato l' Accademia di Brera iniziando una attività di decoratore d'interni. Nel 1871 è a Lodi per decorare la casa di Antonio Dossena, proprietario di una importante fabbrica di ceramica, che gli propone di dipingere le maioliche di sua produzione. A trent'anni, e nell'arco di un decennio, diventerà un rinomato ceramista: la sua fabbrica, che dirige con il figlio Giovanni, detto Giano (nato a Milano nel 1869) è a Milano, in via Molino delle Armi, e produce soprattutto ceramiche ingobbiate graffite, ma anche maioliche a gran fuoco, oltre che pezzi con decorazioni a piccolo fuoco. La ditta partecipa a numerose esposizioni, vincendo nel 1898 la medaglia d'oro a Torino e nel 1900 la medaglia d'argento a Parigi. Nei primi anni del nuovo secolo la ditta è assai nota ed ottiene importanti incarichi da committenze prestigiose come testimoniano i rapporti con committenti come i Borromeo, i Colleoni, e, come appare da alcune fonti, i Sanseverino di Crema, i Fontana di Lodi, ed i milanesi Bagatti Valsecchi: in occasione dell'Esposizione Universale di Parigi del 1900 il South Kensington Museum (ora Victoria and Albert) acquista tre ceramiche Loretz. Purtroppo l'affacciarsi dell' Art Nouveau, restia allo storicismo di imitazione, comporta per il lavoro dei Loretz una brusca battuta di arresto. Giano (il padre Carlo muore nel 1903) cerca di adattarsi alle novità e per l'Esposizione Internazionale di Milano del 1906 produce una originale serie di ceramiche graffite caratterizzate da forme e decorazioni Liberty. Ma il padiglione dedicato alle Arti Decorative, incluso lo stand Loretz, viene distrutto da un incendio e il danno è tale da imporre, nello stesso anno, la chiusura della fabbrica. Giano si dedicherà da allora all'insegnamento e alla scultura (alcune sue opere sono tuttora visibili presso il Cimitero Monumentale di Milano, tra cui i sepolcri della famiglia di Temistocle Castelli) e, nell'ultimo decennio di vita (scompare prematuramente nel 1918), a nuovi esperimenti ceramici, soprattutto nell'uso degli smalti, creando opere concepite come pezzi unici e firmate con il nome per esteso. La grande eredità culturale dei Loretz (parte di una stagione milanese fatta da nomi come quelli dei Bagatti Valsecchi, di Poldi Pezzoli, di Bertini) consiste nella loro capacità di riportare in vita, con affascinanti risultati, la tecnica della ceramica ingobbiata graffita, diffusasi in Italia tra XIII e XIV secolo, pressoché abbandonata all'inizio del XVII secolo e del tutto dimenticata nell'Ottocento fino alla riscoperta da parte di Carlo nel 1871. Sono anni durante i quali si consideravano le ingobbiate "primitive", antecedenti alle maioliche, e tipicamente medioevali: perfette, in un periodo affascinato dal Medioevo, per ricreare ambienti di vita quotidiana dei secoli bui (Alfredo D' Andrade considera le ceramiche ingobbiate graffite le più adatte per arredare il Borgo Medioevale di Torino inaugurato nel 1884) Le "Ceramiche Medioevali" dei Loretz non sono semplici imitazioni: Carlo e Giano utilizzano in più modi i motivi e le tecniche che traevano dai frammenti della loro collezione di graffite antiche (dal 1916 nei Musei del Castello Sforzesco di Milano) o dagli esemplari di altre raccolte pubbliche e private. In qualche caso cercano la ricostruzione rigorosa dell'originale perduto, altre volte creano oggetti originali accostando motivi decorativi provenienti da frammenti diversi, ottengono forme nuove modificando le dimensioni dell'oggetto imitato o si cimentano nell'imitazione accurata degli esemplari integri più belli e complessi. E infine arrivarono ad ottenere, come nel caso di alcuni grandi piatti, una resa per così dire pittorica dell'incisione su ingobbio: con risultati chiaramente apprezzabili in due degli esemplari qui proposti, raffiguranti rispettivamente San Girolamo e una scena di banchetto.
fb fondazioneteatroborgatti ROSSO BORGATTI le terrecotte di Andrea Boni a Cento dal 26112016 al 3... more fb fondazioneteatroborgatti ROSSO BORGATTI le terrecotte di Andrea Boni a Cento dal 26112016 al 31012017 SPAZI ESPOSITIVI TEATRO PANDURERA via XXV Aprile 11 Cento FONDAZIONE TEATRO G. BORGATTI
From Renaissance to Regent Street: The Della Robbia Pottery WilliamsonArt Gallery & Museum, Birke... more From Renaissance to Regent Street: The Della Robbia Pottery
WilliamsonArt Gallery & Museum, Birkenhead (UK)
8 June - 4 September 2016
https://www.artinliverpool.com/events/williamson-art-gallery-renaissance-regent-street-della-robbia-pottery/
Liverpool University Press has published a book of essays to accompany the exhibition, edited by Julie Sheldon of Liverpool John Moores University, with additional contributions from Sandra Penketh, Colin Simpson, Enrico Venturelli and Colin Trodd.
The consumption of Chinese ceramics as architectural features on the Swahili Coast: examples from... more The consumption of Chinese ceramics as architectural features on the Swahili Coast: examples from the Zanzibar Archipelago, Tanzania. .. .. . 13 Hannah Parsons-Morgan Ceràmicas de importación magrebí en contextos del siglo XI en Madīna Dāniya, Dénia, y su reflejo en los Bacini ceramici de Pisa. Una mirada desde Dénia. .
Autorizzazione Tribunale di Milano n. 321 del 17-10-74 I testi presentati a «Rassegna di Studi e ... more Autorizzazione Tribunale di Milano n. 321 del 17-10-74 I testi presentati a «Rassegna di Studi e di Notizie» per la pubblicazione vengono valutati in forma anonima da studiosi competenti per la specifica materia (peer review). I membri del Comitato scientifico, costituito ad hoc, esercitano quindi la loro attività di supporto scientifico senza essere indicati in modo esplicito. Il Comitato dei revisori scientifici viene di volta in volta integrato con ulteriori valutatori quando utile o necessario per la revisione di contributi di argomento o taglio particolare. La direzione della rivista conserva, sotto garanzia di assoluta riservatezza, la documentazione relativa al processo di valutazione.
COMUNE DI MILANO CASTELLO SFORZESCO SETTORE SOPRINTENDENZA CASTELLO MILANO 2016 Nessuna parte di ... more COMUNE DI MILANO CASTELLO SFORZESCO SETTORE SOPRINTENDENZA CASTELLO MILANO 2016 Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta o trasmessa in qualsiasi forma o con qualsiasi mezzo elettronico, meccanico o altro senza autorizzazione scritta dei proprietari dei diritti e dell'editore.
La decorazione della Casa Rossa a Bellinzona e il revival ottocentesco della terracotta di epoca ... more La decorazione della Casa Rossa a Bellinzona e il revival ottocentesco della terracotta di epoca rinascimentale (testo a fronte in italiano).
Terrecotte a stampo per l'arredo della casa e del giardino, un prodotto di successo della fabbric... more Terrecotte a stampo per l'arredo della casa e del giardino, un prodotto di successo della fabbrica milanese di Andrea Boni (1815-1874) 81 A metà Ottocento, dopo secoli di abbandono, tornò in vita la produzione
Carlo Loretz junior era ancora bambino quando il padre Giovanni detto Giano morì improvvisamente,... more Carlo Loretz junior era ancora bambino quando il padre Giovanni detto Giano morì improvvisamente, non ebbe quindi modo di apprendere da lui l'arte della ceramica 1 . Al contrario, Giano Loretz (Milano, 1869 aveva goduto appieno di tale opportunità, che gli aveva permesso di crescere nella bottega del padre, Carlo Loretz senior (Lodi 1841 -Milano 1903) 2 , e di diventare a tutti gli effetti suo allievo; lui stesso, del resto, si definì in tal modo quando scrisse di aver appreso a Lodi, nello studio paterno, la decorazione e l'arte ceramica 3 .
dEl musEo ciVico di lodi il contributo di GioVanni baroni E Giano lorEtz alla formazionE dEl nucl... more dEl musEo ciVico di lodi il contributo di GioVanni baroni E Giano lorEtz alla formazionE dEl nuclEo oriGinario
U n collezionista è spesso apprezzato per l'intuizione che lo spinge ad acquistare manufatti preg... more U n collezionista è spesso apprezzato per l'intuizione che lo spinge ad acquistare manufatti pregevoli quando sono ancora facilmente reperibili e poco costosi. La sua, per certi versi, è una scommessa sulla direzione che prenderà la cultura negli anni a venire; un azzardo che in seguito potrà riservare all'appassionato d'arte un doppio riconoscimento, intellettuale ed economico. A fronte però di numerosi casi in cui il collezionista gode in vita dell'esito felice della sua scommessa, in molti altri il riconoscimento sopraggiunge più tardi del previsto, quando, magari, la raccolta si è ormai dissolta nelle mani degli eredi. Ma può anche capitare che il riconoscimento intellettuale preceda di anni quello economico, che divenga cioè chiaro a tutti il valore storico e culturale della collezione, mentre le quotazioni dei manufatti, pur apprezzati, rimangono basse e deludenti. Quest'ultimo è il caso della collezione di ceramiche graffite di Carlo Loretz: una ragguardevole raccolta costituita soprattutto da frammenti di scavo, in gran parte rinvenuti tra Lombardia e Veneto negli ultimi tre decenni dell'Ottocento. Per quasi trent'anni Carlo Loretz raccolse e studiò tali reperti pressoché in solitudine e in controtendenza rispetto agli interessi del tempo. Solo al volgere del secolo la collezione cominciò ad attirare l'attenzione degli esperti; come si vedrà, fu premiata all'Esposizione di Lodi del 1901, e ne venne raccomandato l'acquisto ai musei. Tuttavia, il figlio, Giano Loretz, riuscì a cedere la collezione paterna al Museo Municipale del Castello Sforzesco solo nel 1917, dopo ben quattro tentativi di vendita andati a vuoto e un intero quindicennio speso a convincere commissioni e direttori del valore di quei manufatti. Carlo Loretz (1) , pittore lodigiano ma residente a Milano, cominciò a collezionare frammenti di ceramiche tra il 1871 e il 1872, mentre era al lavoro nella sua città d'origine, incaricato di decorare le dimore di alcune figure di spicco della società lodigiana. Uno dei committenti era Antonio Dossena (2) , proprietario della maggiore fab-