Camaldolesi Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
Le carte degli archivi ogni tanto raccontano le traversie della gente comune durante le guerre. Qualche piccola cronaca esce allo scoperto, quasi per caso. Ad esempio un’annotazione su un registro di Sant’Andrea in Chinzica di Pisa,... more
Le carte degli archivi ogni tanto raccontano le traversie della gente comune durante le guerre. Qualche piccola cronaca esce allo scoperto, quasi per caso. Ad esempio un’annotazione su un registro di Sant’Andrea in Chinzica di Pisa, scritta nel 1438 dal priore fra Piero da Montepulciano dell’Ordine dei Servi di Maria.
In età moderna il clero addetto alla coscienza dei principi svolgeva molteplici funzioni. Dimensione spirituale e ruolo politico tendevano infatti a confondersi nelle figure di confessori, cappellani, elemosinieri, la cui presenza a corte... more
In età moderna il clero addetto alla coscienza dei principi svolgeva molteplici funzioni. Dimensione spirituale e ruolo politico tendevano infatti a confondersi nelle figure di confessori, cappellani, elemosinieri, la cui presenza a corte poteva talora contribuire ad orientare particolari esperienze religiose. È il caso della congregazione eremitica camaldolese di Piemonte, il cui sviluppo nell'Italia nord-occidentale di inizio Seicento fu promosso dal confessore del duca Carlo Emanuele I di Savoia, l'eremita Alessandro Ceva (1538-1612). Personalità influente e carismatica in vita, dopo la morte Ceva fu oggetto di un culto che non riuscì tuttavia a trovare riconoscimento canonico. La sua figura, già esaltata dall'eru-dizione settecentesca, nel XIX secolo venne rievocata dalla cultura ecclesiastica in chiave apologetica e controversistica. La vicenda di Ceva è stata qui ricostruita sulla base di documentazione inedita, fra cui una biografia (integralmente pubblicata in appendice) attribuita a Valeriano Castiglione.
La ricostruzione della storia delle fondazioni camaldolesi nel Piemonte sabaudo, effettuata dai diversi contributi contenuti nel volume Gli Eremi Camaldolesi di Piemonte 1601-1801, a cura di G. Armando-L. Facchin-D. Lanzardo (Cherasco... more
La ricostruzione della storia delle fondazioni camaldolesi nel Piemonte sabaudo, effettuata dai diversi contributi contenuti nel volume Gli Eremi Camaldolesi di Piemonte 1601-1801, a cura di G. Armando-L. Facchin-D. Lanzardo (Cherasco 2017), ha messo in luce l’originaria esistenza di importanti patrimoni d’arte conservati presso queste sedi tra XVII e XVIII secolo, spesso poi in larga parte dispersi sul territorio a seguito delle soppressioni degli ordini religiosi di epoca napoleonica. Spazi deputati alla loro maggiore concentrazione furono gli edifici ecclesiastici eretti all’interno dei diversi eremi, grazie alla munificenza, nel caso di quello torinese della stessa dinastia ducale e poi reale, in quelli di Cherasco e Lanzo frutto del mecenatismo di importanti casate variamente legate alla corte sabauda, quali i Bogetto e i Graneri. Il presente contributo intende tracciare una panoramica sugli interventi artistici più significativi, mettendo in luce le scelte ricorrenti di architetti e artisti, spesso legati alla committenza di Casa Savoia e attivi nei cantieri delle residenze principesche, i modelli stilistici e iconografici di riferimento.