Matilde di Canossa Research Papers (original) (raw)
Kosmas von Prag über das Liebesleben von Mathilde von Tuszien und Welf V. is a paper I have written for an university seminar before. It contains a small research about Mathilda of Canossa and her much younger second husband Welf V. The... more
Kosmas von Prag über das Liebesleben von Mathilde von Tuszien und Welf V. is a paper I have written for an university seminar before. It contains a small research about Mathilda of Canossa and her much younger second husband Welf V. The source used in this paper is from Cosmas of Prague.
It might not be perfect, but since there isn't much info gathered about medieval "love", I thought it should be published. :-) The bibliography is linked.
Considering the reality of decentralization of power in Northern Italy in the XI and XII centuries, where the presence of active social forces such as the Papacy and the German Empire was undeniable, we find Matilda of Canossa, Countess... more
Considering the reality of decentralization of power in Northern Italy in the XI and XII centuries, where the presence of active social forces such as the Papacy and the German Empire was undeniable, we find Matilda of Canossa, Countess of Tuscany and Duchess of Lorraine who held the position of manager of a remarkable land fortune which she had inherited and which we call “domestic sphere”. This project aims to show her acting facing a political exercise of local nature, that is, somewhat different from the social role that is attributed to her by the classical historiography. In order for such analysis elaboration to be possible, we use other definitions, less conventional concepts that help us position Matilda in a central place, as well as identify in her actions, elements which correspond to a comprehensive and autonomous management. She is the householder that administrates movable and immovable property, people and castles, plantations and livestock. Besides the procedures related to material matters of practical order, she was also in charge of moral, and sometimes spiritual, orientation of her dependants. The countess shows her political relevance when we find her involved in episodes such as the council which took place in Mantua in 1064 ‘capital’ of her domains; or even when she divorced her first husband, regaining the control of her inheritance, which allows the argumentation of a sovereignty and self-government conduct.
« Hai riempito tutta la Chiesa con lo scandalo gravissimo della convivenza e coabitazione della donna di un altro, a te più fami-gliare di quanto fosse necessario. E la cosa che ci fa vergognare più che il fatto in sé, benché ovunque... more
« Hai riempito tutta la Chiesa con lo scandalo gravissimo della convivenza e coabitazione della donna di un altro, a te più fami-gliare di quanto fosse necessario. E la cosa che ci fa vergognare più che il fatto in sé, benché ovunque risuoni questa lamentela, è che tutti i giudizi, tutti i decreti della sede apostolica sono trattati regolarmente per mezzo di femmine, e dunque tutto il mondo ecclesiastico è amministrato da questo nuovo senato di donne » 1. È questa la lettera che a firma di 26 vescovi fu mandata a Ilde-brando di Soana dal sinodo di Worms del 24 gennaio 1076, che non lo riconosceva come papa e lo destituiva per due ragioni: la sua elezione illegittima, e il suo rapporto con Matilde di Canossa, disprezzata al punto da non nominarla. Questo "feminarum novum senatum" faceva evidentemente rife-rimento a lei e alla madre Beatrice, che lo sostenevano nella sua azione di riorganizzazione della Chiesa, tesa a escludere i laici, e quindi anche l'imperatore, nelle investiture ecclesiastiche. Si sot-1. « Ad hoc quasi fętore quodam gravissimi scandali totam ecclesiam replesti de convictu et cohabitatione alienę mulieris familiariori quam necesse est. In qua re vere-cundia nostra magis quam causa laborat, quamvis hęc generalis quęrela ubique personue-rit: omnia iudicia, omnia decreta per feminas in apostolica sede actitari, denique per hunc feminarum novum senatum totum orbem ecclesię administrari »: C. ERDMANN-N. FICKERMANN (Hrsg.), Briefsammlungen der Zeit Heinrichs IV., in M.G.H., Die Briefe der deutschen Kaiserzeit
SOLIERA APUANA e LA SUA PIEVE
(Negli scritti storici, con qualche foto e note aggiuntive)
The Vita Mathildis, composed by the monk Donizo for Matilde of Canossa in the early twelfth century, is a significant representation of the aristocracy of the Kingdom of Italy in the High Middle Ages. It constitutes a kind of 'mirror'... more
The Vita Mathildis, composed by the monk Donizo for Matilde of
Canossa in the early twelfth century, is a significant representation of the
aristocracy of the Kingdom of Italy in the High Middle Ages. It constitutes
a kind of 'mirror' that shows a complexe image of the nobility, distinction
and power of Matilda and her dynasty. Based on the theories of
representation of Louis Marin and Roger Chartier, the following essay
analyzes a first aspect of this image: the personal excellence of Matilda and
her ancestors, that is the qualities, virtues and forms of their religious
devotion, which according to Donizo expressed their superiority.
I mille volti di Matilde è il titolo di un recente volume curato da Paolo Golinelli che raccoglie e illustra, con saggi e schede del curatore e di vari studiosi, un numero straordinario di immagini della Contessa di Canossa, rintracciate... more
I mille volti di Matilde è il titolo di un recente volume curato da Paolo Golinelli che raccoglie e illustra, con saggi e schede del curatore e di vari studiosi, un numero straordinario di immagini della Contessa di Canossa, rintracciate nei territori in cui s'estese il suo potere, da Mantova a Lucca, a Pisa, ai luoghi matildici: Bondeno di Gonzaga, ove morì nel 1115; l'Abbazia benedettina di San Benedetto Po, una delle più note fondazioni della Contessa, presso cui volle essere inumata; i complessi Vaticani, nella cui Basilica di San Pietro sarebbe stata tumulata nel 1644, unica donna ivi sepolta, assieme alla regina Cristina di Svezia. Questo intervento vuole essere un itinerario nell'iconografia matildica attraverso i secoli, circoscritto ai territori un tempo governati dagli Este: volumi delle genealogie mitiche fra storia e leggenda, spettacolari cicli barocchi ad affresco o plasmati nello stucco, dipinti ispirati dal romanticismo ottocentesco e altro ancora, restituendo le tante interpretazioni dell'affascinante e complessa figura della Gran Contessa.
- by Enrico Faini and +2
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- History, Cultural History, Medieval Literature, Medieval History
Personaggio ben inserito all’interno della corte barberiniana, in qualità di medico di papa Urbano VIII, il senese Sebastiano Vannini manifestò nella sua produzione letteraria (rimasta quasi integralmente manoscritta) uno spiccato... more
Personaggio ben inserito all’interno della corte barberiniana, in qualità di medico di papa Urbano VIII, il senese Sebastiano Vannini manifestò nella sua produzione letteraria (rimasta quasi integralmente manoscritta) uno spiccato interesse verso le arti figurative. Se il suo ampio testo in volgare Diporti curiosi circa sagre antiche pitture (1642) si concentra sugli affreschi e i mosaici del tardo Medioevo romano, alcuni tra i suoi numerosi componimenti poetici latini sono dedicati a opere realizzate da Gian Lorenzo Bernini per il pontefice in San Pietro (il Baldacchino, la tomba di Urbano e quella di Matilde di Canossa), nonché a una scultura berniniana quale il busto del re d’Inghilterra Carlo I, che si inseriva a pieno titolo nella strategia diplomatica di papa Barberini.
A queste rime inedite, che rappresentano una fonte significativa per meglio conoscere la genesi e la più antica ricezione di alcune tra le principali creazioni di Bernini, se ne accompagnano altre che ci permettono di conoscere meglio la biografia di Vannini e in particolare lo stretto rapporto che egli intrattenne con il suo maestro, il noto connoisseur Giulio Mancini.
Oratorio a sei voci in due parti, con cori e accompagnamento di concerto grosso, La Gran Matilde, con testo di Alfonso Colombo, o Colombi, dedicato a Francesco II d’Este, duca di Modena, fu posto in musica da don Antonio Maria Pacchioni,... more
Oratorio a sei voci in due parti, con cori e accompagnamento di concerto grosso, La Gran Matilde, con testo di Alfonso Colombo, o Colombi, dedicato a Francesco II d’Este, duca di Modena, fu posto in musica da don Antonio Maria Pacchioni, con libretto stampato a Modena “Per li Degni” nel 1682. Già la storiografia relativa a Matilde di Canossa ha rilevato il notevole interesse di un oratorio sotto l’egida ducale con un simile soggetto, nella fecondissima stagione musicale sotto il governo di Francesco II. Ora, a un esame del suo libretto sembrano riaffiorare richiami all’orizzonte politico in cui si pone la corte estense e alla biografia della principessa Maria Beatrice d’Este (1658-1718) – Mary of Modena - figlia del duca Alfonso IV e di Laura Martinozzi, sorella di Francesco II, che nel 1673 era andata sposa al duca di York, poi re d’Inghilterra come Giacomo II Stuart. Infatti, la Matilde vagheggiata dal librettista, in una trama quanto mai fantasiosa, che oppone un primo rifiuto alle nozze con Guelfo di Baviera, benché “campione” della fedeltà al papato, per scegliere un’esistenza dedicata a Dio, per poi piegarsi al volere del messo pontificio, non può non ricordare il primo diniego all’unione con il principe cattolico Giacomo Stuart della quindicenne Maria Beatrice. E’ noto come questa fosse determinata a prendere il velo nel monastero modenese della Visitazione, fondato dalla madre Laura, ma venisse persuasa alle nozze con il duca di York da molteplici pressioni, soprattutto da parte di papa Clemente X Altieri, che le indirizzò un Breve esortativo, sospingendola a tale scelta per il sostegno della causa cattolica nell’Inghilterra anglicana. D’altro canto, almeno un altro oratorio “dinastico” avrebbe alluso alla biografia di Maria Beatrice d’Este: la Santa Editta, vergine e monaca, regina d’Inghilterra, con testo del principe romano Lelio Orsini, musicato da Alessandro Stradella e rappresentato a Modena in San Carlo Rotondo nel 1684.
Si è finora guardato alla figura di Matilde, quale la restituisce l’apparato iconografico elaborato dai genealogisti di Casa d’Este, come quella di una prestigiosa “antenata”, anche se la parentela si fondava su una – volutamente? –... more
Si è finora guardato alla figura di Matilde, quale la restituisce l’apparato iconografico elaborato dai genealogisti di Casa d’Este, come quella di una prestigiosa “antenata”, anche se la parentela si fondava su una – volutamente? – errata interpretazione documentale. Chi scrive ha inteso approfondire l’idea di Matilde in rapporto all’ideologia del potere e ai disegni politici estensi, in special modo all’interno della cultura di pieno Seicento, che in ambito artistico si manifesta in una fervida stagione barocca. Nella rilettura strumentale del personaggio da parte della corte ducale, che ne intesse una vera “mitologia” spesso ricorrendo al supporto di quella classica, si intersecano, infatti, non solo intenti autocelebrativi, ma anche ambizioni personali, tensioni religiose e influenze dall’ambiente romano e pontificio in particolare, qui per la prima volta messi in luce, che condurranno all'affermazione di un'iconografia della Signora di Canossa come guerriera. Ne sarà esemplare la statua di Matilde nell'apparato decorativo che nel 1663 muterà la facies interna della chiesa di Sant'Agostino a Modena, spettacolare espressione del “classicismo barocco” estense. L' enfasi sulla fortitudo di Matilde si spiegherà anche alla luce del momento politico: l'Amazzone della Chiesa, che difese il papato dall'imperatore tedesco, sarà quanto mai attuale in epoca di Controriforma.
Pergamene due e trecentesche con gli atti di vassallaggio e di rinnovazione di feudo tra vari abitanti del castello di Canolo, nel Reggiano, ora nel territorio di Correggio, tra il 1255 e il 1335: si analizzano le investiture e il... more
Pergamene due e trecentesche con gli atti di vassallaggio e di rinnovazione di feudo tra vari abitanti del castello di Canolo, nel Reggiano, ora nel territorio di Correggio, tra il 1255 e il 1335: si analizzano le investiture e il rituale, si descrivono i nomi, i luoghi del castello di ritenuta fondazione matildica, su cui per un breve periodo nei secoli XIII e XIV signoreggiarono i Lupi, famiglia ghibellina attiva fin dal secolo XII nel Comune di Reggio sotto la cui giurisdizione storicamente si trovò poi Canolo, appartenenti ad un ramo estinto discendente dalla stirpe di Gerardo Lupo, del seguito della contessa Matilde di Canossa.
In Nogara, near Verona, the Abbey of Nonantola progressively held a priory, a hospital, the mother church (Pieve), half of the castle and finally the whole castle and the lordship over it. This all happened also thanks to important... more
In Nogara, near Verona, the Abbey of Nonantola progressively held a priory, a hospital, the mother church (Pieve), half of the castle and finally the whole castle and the lordship over it. This all happened also thanks to important concessions from the House of Canossa. Nogara had particular importance in the military campaigns of the Emperor Henry IV in Italy against Matilda of Canossa and Pope Gregorio VII: it was one of the few places which didn't capitulate to the Emperor.
La storia della curtis di Guastalla non comincia con i Canossa: una lunga tradizione documentaria ci permette infatti di ricostruirne fin dalla metà del secolo IX le caratteristiche e le vicende. A metà del secolo IX, infatti, la curtis... more
La storia della curtis di Guastalla non comincia con i Canossa: una lunga tradizione documentaria ci permette infatti di ricostruirne fin dalla metà del secolo IX le caratteristiche e le vicende. A metà del secolo IX, infatti, la curtis con la sua cappella dedicata a S. Pietro appartenevano ai beni del fisco regio e furono assegnate in piena proprietà dall'imperatore Ludovico II alla moglie, Angelberga, non solo sua sposa ma pure "consors" del regno, regina e imperatrice anch'essa, dunque. Angelberga nasceva da una delle famiglie di rango marchionale di maggiore rilievo del regno Italico, la parentela dei Supponidi, e gran parte della sua attività politica e patrimoniale si può meglio spiegare in base a tale appartenenza. Il larghissimo patrimonio che ricevette dal marito, siappure a pieno titolo proprietario, non fu però destinato dalla donna alle sue eredi dirette: provvide a dotare con parte di quei beni il monastero di S. Salvatore di Brescia e, soprattutto il monastero di San Sisto, a Piacenza.
Nella seduta del 29 gennaio 2020 il Consiglio Comunale di Canossa ha votato all'unanimità il conferimento della Cittadinanza Onoraria al prof. Pa-olo Golinelli. Ringrazio di questo tutti i Consiglieri, di maggioranza e di op-posizione,... more
Nella seduta del 29 gennaio 2020 il Consiglio Comunale di Canossa ha votato all'unanimità il conferimento della Cittadinanza Onoraria al prof. Pa-olo Golinelli. Ringrazio di questo tutti i Consiglieri, di maggioranza e di op-posizione, che con la loro adesione-non è così frequente che le ragioni della cultura prevalgano su quelle della politica-hanno voluto riconoscere il valore della proposta. La cerimonia del conferimento avrà luogo in forma solenne, da parte del Sindaco Luca Bolondi, il giorno 16 febbraio nel teatro Matilde di Canossa, nell'ambito delle celebrazioni dei "I Giorni del Perdono 2020" che rappresentano il momento più significativo del calendario culturale del Comune di Canossa. Le ragioni di questo riconoscimento sono molte. La laudatio che verrà pronunciata in quell'occasione ne renderà pubblicamente ed adeguatamente conto: il corpus di pubblicazioni del prof. Golinelli ha sorpreso anche chi ave-va seguito nel tempo la sua attività di ricercatore ed il suo impegno editoriale. Docente di storia medievale presso l'Università di Verona, con accentuati in-teressi per la storia religiosa e per l'indagine agiografica, il prof. Golinelli è stato uno studioso attento anche alla vita culturale delle terre canossane: più di trent'anni di studi sulla storia di Canossa lo certificano. In questa sede, in premessa a questo volumetto bibliografico, mi piace sot-tolineare alcune delle ragioni che ci hanno indotto a questa piccola pubblica-zione. La prima. Il desiderio che il conferimento di una cittadinanza onoraria non fosse solo un momento celebrativo che si esaurisse negli atti rituali del pro-tocollo o in quelli effimeri della festa, ma diventasse un'occasione di crescita culturale per la comunità di Canossa e potesse persino lasciare un segno nella vita di chi la riceve. La seconda. Il piacere che fosse il Comune di Canossa a rendere "pubbli-co" il risultato di una vita di studi: oltre 400 titoli, di cui almeno 100 su Ma-tilde e Canossa, sono già di per sé la migliore testimonianza dell'importanza e della vastità della ricerca storica di Paolo Golinelli. Del resto una bibliogra-fia completa delle sue opere mancava, e questo volumetto riempie un vuoto. Penso agli studiosi e ai ricercatori (i fruitori più diretti), ma penso anche a un lettore comune che voglia avvicinarsi alla storia matildica; penso ai tanti appassionati di Canossa che si trovano tra le mani una bibliografia, pressochè completa, per un consumo culturale consapevole e in molti casi piacevole.
- by paolo golinelli and +1
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- Hagiography, Storiografia, Medioevo, Matilde di Canossa
In primis vorrei chiarire di che cosa parliamo quando trattiamo di Matilde di Canossa e dei suoi poteri. Il dominio dei Canossa, costruitosi nel convergere della protezione imperiale e dell'alleanza con la Chiesa, 1 andava dal Lago di... more
In primis vorrei chiarire di che cosa parliamo quando trattiamo di Matilde di Canossa e dei suoi poteri. Il dominio dei Canossa, costruitosi nel convergere della protezione imperiale e dell'alleanza con la Chiesa, 1 andava dal Lago di Garda al Lazio settentrionale (Lago di Bolsena), occupando la parte centrale dell'Italia settentrionale, controllando gran parte del corso del Po e i principali passi appenninici, con le strade che li attraversavano, prima fra tutte la via Francigena con le sue diramazioni, la Toscana, di cui erano marchesi, parte dell'Umbria e del Lazio, fino a Tarquinia. 2 A questi beni vanno aggiunti i possessi in Lorena, portati in dote da Beatrice quando sposò Bonifacio di Canossa, e confermati quando ella, vedova, si risposò con Goffredo il Barbuto, duca della Bassa Lorena, e passati a Matilde col suo matrimonio con il fratellastro Goffredo il Gobbo, ma da questi lasciati in eredità al nipote, Goffredo di Buglione. 3 Strategicamente significava controllare il passaggio verso Roma degli imperatori e l'insediamento dei pontefici, 4 nonché le principali vie di pellegrinaggio.
The thousand-year-old history of Canossa castle is still unclear in many aspects. In fact, despite the fame of the Rocca, the systematic studies that took into consideration also the data of archives related to it have been few. The... more
The thousand-year-old history of Canossa castle is still unclear in many aspects. In fact, despite the fame of the Rocca, the systematic studies that took into consideration also the data of archives related to it have been few. The renewed interest in archaeological investigations at the Castle has led in recent years to a research project that would fill this gap by systematizing past data. The preliminary results have been encouraging and much new it is possible to say about the research and valorisation activities carried out by the archaeologist Don Gaetano Chierici.
Il monaco Donizone attribuisce alla decisione di Matilde di continuare a combattere contro Enrico IV, che fu presa a Carpineti nell’ottobre del 1092, un’importanza decisiva per le sorti della guerra tra la contessa e l’imperatore tedesco.... more
Il monaco Donizone attribuisce alla decisione di Matilde di continuare a combattere contro Enrico IV, che fu presa a Carpineti nell’ottobre del 1092, un’importanza decisiva per le sorti della guerra tra la contessa e l’imperatore tedesco. Di tale decisione si analizzano innanzitutto i presupposti: essa fu presa a Carpineti che per Matilde costituiva un luogo di potere significativo per l’esercizio della giustizia, per le capacità residenziali e per la presenza di importanti fedeli. Durante l’offensiva portata nel 1092 da Enrico IV contro le roccaforti matildiche, Carpineti fu scelta come sede di un’assemblea di ecclesiastici e religiosi, legati alla contessa. Essi dovevano decidere della possibilità di una pace voluta dai vassalli della domus canossana, guidati probabilmente da Guelfo V di Baviera. Nel colloquium, nonostante l’orientamento dell’assemblea prevalentemente favorevole alla ricerca di un accordo, Matilde fece propria la posizione contraria del carismatico eremita Giovanni. La decisione della contessa di continuare la guerra fu dunque orientata al valore, come suggeriscono anche alcuni aggettivi impiegati da Donizone (iustus, dignus) nella sua narrazione dell’evento.
Può apparire curioso l'accostamento di Lucrezia Borgia a Matilde di Canossa, anche se nelle genealogie mitizzate a fini encomiastici le due celebri donne sarebbero apparse accomunate dall'appartenenza alla Casa estense. Questo avveniva... more
Può apparire curioso l'accostamento di Lucrezia Borgia a Matilde di Canossa, anche se nelle genealogie mitizzate a fini encomiastici le due celebri donne sarebbero apparse accomunate dall'appartenenza alla Casa estense. Questo avveniva prima che la storiografia si fondasse sugli esiti dell'indagine archivistica; prima, cioè, dello scetticismo del grande Lodovico Antonio Muratori sulla parentela estense della Gran Contessa dopo il vaglio della ricerca documentaria. Tuttavia, le mitiche genealogie estensi contemplavano anche la figura di Matilde, elaborandone "ritratti ideali" da porre a fianco di quelli altrettanto "ideali" degli antenati ferraresi. In particolare, dopo il trasferimento della corte ducale a Modena nel 1598, abbandonata l'avita capitale a seguito della devoluzione allo Stato Pontificio, si assiste a Ferrara, nei primi degli anni quaranta del Seicento, a una fioritura di trattatistica illustrata di genealogia estense; una produzione che, in un ipotizzabile clima di emulazione se non di concorrenza editoriale, doveva possedere in loco un pubblico ricettivo, così come doveva incontrare gradimento presso la corte di Modena. Ed ecco che, curiosamente, ben tre di questi trattati raffigurano Matilde di Canossa con le sembianze di Lucrezia Borgia, derivate dalla produzione numismatica celebrativa della duchessa. Più precisamente, il modello è il ritratto di Lucrezia Borgia nel verso della medaglia che celebra le sue nozze con Alfonso d'Este, avvenute per procura il 1 settembre 1501, medaglia attribuita a incisore mantovano dell'ambito di Gian Cristoforo Ganti (Pisa 1560 ca.-Loreto 1512), noto come Gian Cristoforo Romano.
Riassunto: Il testo illustra la condizione giuridica della donna nel Medio Evo, con particolare riferimento al suo status processuale. Malgrado i divieti contenuti nel "Corpus iuris civilis" e nel "Decretum Gratiani", i giuristi attivi... more
Riassunto: Il testo illustra la condizione giuridica della donna nel Medio Evo, con particolare riferimento al suo status processuale. Malgrado i divieti contenuti nel "Corpus iuris civilis" e nel "Decretum Gratiani", i giuristi attivi tra la seconda metà del XII secolo e l'inizio del XIII ammettono l'esercizio femminile della funzione giurisdizionale "ex licentia principis" o in ragione dello status personale. Con la decretale " Dilecti filii " del 4 novembre 1202, Innocenzo III riconosce la "potestas iudicandi et arbitrandi" femminile quando viene esercitata sulla base di una "consuetudo approbata". La decretale pontificia e il pensiero dei giuristi possono essere pienamente compresi alla luce dei rapporti fra "ius commune" e "iura propria": un tema, quello del sistema del diritto comune, sul quale si torna nuovamente a riflettere
Abstract: This work illustrates the women's juridical condition during the Middle Ages, with specific reference to their processual status. Despite the prohibitions contained in the Corpus iuris civilis and Decretum Gratiani, the jurists active from the second half of the 12 th century to the beginning of the 13 th century, allow the women's exercise of judicial functions ex licentia principis or because of their personal status. With the decretal " Dilecti filii " of 4 November 1202, Innocent III recognizes the women's potestas iudicandi et arbitrandi when it is exercised on the basis of a consuetudo approbata. The papal decretal and the thought of the jurists can be fully understood looking at the relationship between ius commune and iura propria, and give us the opportunity to reflect again about the system of the "ius commune".
Nell'impresa monumentale più ambiziosa di Laura Martinozzi duchessa di Modena, vedova di Alfonso IV d'Este, l'apparato architettonico-decorativo che dal 1662 al 1663 trasformò la chiesa di Sant'Agostino in Pantheon Atestinum, la sequenza... more
Nell'impresa monumentale più ambiziosa di Laura Martinozzi duchessa di Modena, vedova di Alfonso IV d'Este, l'apparato architettonico-decorativo che dal 1662 al 1663 trasformò la chiesa di Sant'Agostino in Pantheon Atestinum, la sequenza statuaria di sante regine e imperatrici che anima l'unica navata racchiude molteplici sollecitazioni per riflessioni di carattere iconografico. Oltre a quella di Matilde di Canossa, che ha già attirato l'attenzione degli studi, un'altra figura di questo ciclo appare carica di significati spirituali e politici, quella di santa Adelaide di Borgogna (931 ca. - Seltz, Alsazia 999), come dimostra la posizione privilegiata della sua statua, a cerniera fra gli antenati di Casa d’Este, o proposti come tali dalle mitiche genealogie, e le sante di stirpe regale. Esaltata nel ciclo statuario, Adelaide è ritenuta anello essenziale che congiunge la dinastia estense alla catena della discendenza imperiale ottoniana. Ma non soltanto: agli occhi della committente Laura, Adelaide doveva apparire esemplare per il sostegno prestato alla Chiesa, sostenendo la riforma cluniacense e fondando monasteri - e la religiosissima duchessa fonderà nel 1668 quello della Visitazione, a Modena, e commissionerà più volte importanti opere chiesastiche. Ma soprattutto, la figura della santa imperatrice poteva prestarsi come monito rivolto alla corte, ai sudditi, alle altre potenze: Adelaide, vedova di re Lotario II, nella condizione di "consors regni", resistette ai soprusi di Berengario II marchese d'Ivrea, riuscì a fuggire dal carcere dove era stata rinchiusa e quindi, sposata all'imperatore Ottone I, impresse una forte influenza sulla corte tramite la sua azione politica; nuovamente vedova, governò per ben due volte come reggente per un imperatore in minore età, dapprima il figlio Ottone II e poi il nipote Ottone III: una gloriosa sovrana la cui esistenza era stata exemplum convalidante l’esercizio del potere in mani femminili. Un potere che allora, negli Stati Estensi, stava passando nelle mani di Laura, duchessa reggente per conto del figlioletto Francesco II.
Venerdì 15 Febbraio, ore 10-16. Teatro Comunale, Ciano d'Enza, Piazza Matilde di Canossa, n. 2
XVIII settimana matildica
Dall'esame dei sei documenti di Matilde di Canossa rogati da S. Cesario, si evince l'importanza data dalla contessa a questa canonica, trasformata nel 1136 in priorato dipendente da S. Benedetto Polirone, che gestiva la grande curtis di... more
Dall'esame dei sei documenti di Matilde di Canossa rogati da S. Cesario, si evince l'importanza data dalla contessa a questa canonica, trasformata nel 1136 in priorato dipendente da S. Benedetto Polirone, che gestiva la grande curtis di Vilzachara, sulla quale vantava diritti il monastero di Nonantola, fino al 1034. Entrambi i cenobi benedettini fecero inserire questa curtis nelle bolle di conferma dei loro diritti, fino a quando la questione fu risolta nel 1249 da Innocenzo IV, che la riconobbe al monastero mantovano, come già aveva asserito il Tiraboschi.
prossima alla la documentazione relativa al priorato di S. Cesario sul Panaro (Modena), fondato da Matilde di Canossa
Desidero innanzitutto ringraziare il dott. Nicola Mancassola per avermi avviato allo studio della pieve di Santa Maria di Campiliola e aver pazientemente seguito il mio lavoro insieme alla professoressa Paola Galetti. Ringrazio i dottori... more
Desidero innanzitutto ringraziare il dott. Nicola Mancassola per avermi avviato allo studio della pieve di Santa Maria di Campiliola e aver pazientemente seguito il mio lavoro insieme alla professoressa Paola Galetti. Ringrazio i dottori Marco Cavalazzi e Stefano degli Esposti per essersi sempre attivamente interessati alle mie ricerche, dandomi spesso spunti ed indicazioni fondamentali, e la professoressa Maddalena Modesti per l'aiuto nel lavoro paleografico. Intendo poi ringraziare l'Archivio di Stato, la Biblioteca Municipale Antonio Panizzi e l'Archivio Capitolare della Cattedrale di Reggio Emilia per avermi fornito la maggior parte dei materiali utili alla stesura di questa tesi ed in particolare il dott. Fernando Miele per la disponibilità e l'ospitalità.
Breve profilo biografico del marchese Tedaldo di Canossa
Today, Matilda of Tuscany is remembered for her role in the humiliation of Emperor Henry IV. This is largely thanks to her contemporary historiographers, especially her biographer, Donizo, who painted her as a shining example of... more
Today, Matilda of Tuscany is remembered for her role in the humiliation of Emperor Henry IV. This is largely thanks to her contemporary historiographers, especially her biographer, Donizo, who painted her as a shining example of resistance against imperial dominance. Indeed, in the decades immediately after Matilda’s death, when the city-states began to arise, Matilda fades almost entirely from view, being mentioned only in connection with marginal and politically neutral issues. The effect of this historical sidelining is most apparent in Dante’s Divine Comedy, in which there appears to be a rather ethereal portrayal of Matilda in the guise of Matelda, Dante’s beautiful guide through his ritual bathings in the waters of the Lethe and Eunoë. If indeed Matelda is Matilda, she is uncharacteristically devoid of historical references, so much so that it is impossible to be sure. However, thanks particularly to research by Eugenio Riversi, it is possible to hypothesize how the political context in the era that saw the emergence of the city-states may have influenced the way she was portrayed in the chronicles of the age, and later in Dante’s time, when the citystates were already mature.
In questo numero ci occuperemo della transizione dal feudalesimo al capitalismo, cercando di rimediare alla confusione che nasce spesso quando ci si trova di fronte ad aspetti sociali che persistono dopo la morte di un modo di produzione... more
In questo numero ci occuperemo della transizione dal feudalesimo al capitalismo, cercando di rimediare alla confusione che nasce spesso quando ci si trova di fronte ad aspetti sociali che persistono dopo la morte di un modo di produzione (vedi la sopravvivenza della nobiltà "feudale" comune a piemontesi e borbonici nel periodo risorgimentale). Stabilito che è il processo di maturazione della forza produttiva sociale a determinare il passaggio da un modo di produzione all'altro, giusta l'Introduzione di Marx a Per la critica dell'economia politica, tutte le volte che ci si trova di fronte a un cambiamento profondo della società occorre chiedersi quali classi siano in movimento, quale modo di produzione esse rappresentino, se hanno vinto o sono state sconfitte, se il modo di produzione è cambiato.
Il volume, che propone la tesi dell'originalità della statua lignea e ipotizza per vari motivi storici, artistici e teologici una origine all'ottavo secolo, contro le opinioni maggiormente consolidate, anticipa di pochi mesi la... more
Il volume, che propone la tesi dell'originalità della statua lignea e ipotizza per vari motivi storici, artistici e teologici una origine all'ottavo secolo, contro le opinioni maggiormente consolidate, anticipa di pochi mesi la corrispondente datazione ufficiale e scientifica effettuata col radiocarbonio, ed i cui risultati sono stati resi pubblici il 18 giugno 2020. Lo studio si occupa quindi dell'archetipo lucchese e delle diverse "copie" o icone di riferimento, in particolare ubicati nel contesto dei pellegrinaggi che trovavano anticamente, nel Volto Santo di Lucca, la loro meta.
Questi sono stati di recente rivisitati come cammini d'Europa: la via del Volto Santo, che attraversa la Lunigiana e la Garfagnana, e la via Matildica del Volto Santo, che percorre i territori di influenza canossiana, e procede dal Mantova a Lucca.
Segue la presentazione dei responsabili della area MAB UNESCO dell'appennino tosco-emiliano.
La Riserva di biosfera e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano sono onorati di presentare e accompagnare la diffusione di questa
pubblicazione che approfondisce, accresce e mette a disposizione di tutti
conoscenze in gran parte inedite e, anche per questo, di aumentato e non
effimero valore.
La appassionata ricerca condotta e sviluppata da Giuseppe Piacentini –
Tenente Colonnello e Comandante del Reparto Carabinieri Forestali del
Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano – riscopre, e al tempo stesso
quindi ricostituisce, quel patrimonio culturale e storico-religioso fondamentale
per il recupero e il rilancio dei percorsi storico-religiosi ispirati
all’immagine del Volto Santo, in riferimento all’epoca medioevale e specialmente
al periodo matildico, un’epoca cruciale che ha lasciato segni straordinari,
diffusi ed indelebili in questa porzione dell’Appennino.
A questo recupero e rilancio, favoriti dal riconoscimento ufficiale nell’Atlante
Nazionale dei cammini da parte del Ministero dei Beni culturali, il
Parco Nazionale sta attualmente lavorando in sinergia con diversi soggetti
mediante progetti operativi di valorizzazione pubblici e privati, che vedono
l’impegno di organizzazioni ecclesiali e di altre associazioni culturali di promozione
della fruizione storica ed ambientale del nostro territorio come, ma
non solo, il CAI.
Questo libro testimonia la enorme ricchezza culturale e spirituale depositata
nei secoli in un territorio che ha mantenuto forti valori e caratteristiche
uniche di naturalità, al punto da essere riconosciuto come Riserva Mondiale
dell’Uomo e della Biosfera dell’UNESCO.
La Riserva MAB Unesco
e il Parco Nazionale Appennino Tosco Emiliano
TITOLO COMPLETO: San Bartolomeo del Pratum Episcopi. L’ospitale di valico della strada “Francesca della Sambuca” nel Medioevo. Nono centenario della morte di Matilde di Canossa (1115-2015). Atti delle giornate di studio (Spedaletto,... more
TITOLO COMPLETO: San Bartolomeo del Pratum Episcopi. L’ospitale di valico della strada “Francesca della Sambuca” nel Medioevo. Nono centenario della morte di Matilde di Canossa (1115-2015). Atti delle giornate di studio (Spedaletto, Chiesa di San Bartolomeo, sabato 8 agosto 2015 - Riola, Sala dei Novanta della Rocchetta, sabato 14 novembre 2015), a cura di Renzo Zagnoni, Porretta Terme, Gruppo di studi Alta Valle del Reno, 2016, pp. 192 (Storia e ricerca sul campo fra Emilia e Toscana. Nuova serie, 4)
L’intervento pone l’attenzione sull’abbazia di San Pietro apostolo presso Villanova di San Bonifacio (Vr), la più illustre architettura romanica dell’Est veronese, eretta nei primi anni del XII secolo lungo l’antica Via Postumia. Sin... more
L’intervento pone l’attenzione sull’abbazia di San Pietro apostolo presso Villanova di San Bonifacio (Vr), la più illustre architettura romanica dell’Est veronese, eretta nei primi anni del XII secolo lungo l’antica Via Postumia. Sin dalle più antiche testimonianze è evidente come le sorti del cenobio siano strettamente intrecciate al nome dei conti di San Bonifacio: nel 1135, infatti, il conte Alberto, acceso sostenitore del partito riformatore di Matilde di Canossa, dettò il suo testamento con il quale elargì un lascito oltremodo ingente al monastero. Quest’illustre personaggio nel 1115, dopo la morte della contessa, fu investito di ampi feudi e divenne un elemento di spicco nella politica della chiesa romana, volta a rivendicare l’eredità matildica contro l’impero. L’ingente lascito testamentario di Alberto, la presenza degli stemmi comitali nell’area presbiteriale del tempio e l’insediamento come priore di un membro della famiglia nel secondo quarto del XII secolo, insinuano il ragionevole dubbio che il conte non sia stato un semplice benefattore, bensì il fondatore della badia, che fu affidata alle cure dei benedettini. Il contributo approfondisce le problematiche archeologiche, storico-artistiche e conservative del complesso e ne circoscrive le diverse fasi costruttive di epoca medievale, sovvertendo alcune posizioni cronologiche assunte pressoché assiomaticamente dalla critica. Nel contempo, si cerca di comprendere le relazioni culturali che pongono la chiesa nel più vasto contesto delle coeve manifestazioni romaniche di Verona e provincia, evidenziando come questo cantiere avesse avuto un ruolo di primaria importanza per la formazione del lessico architettonico precipuamente veronese del XII secolo.
Book chapter in a volume of articles about Matilda of Tuscany/Matilde di Canossa, edited by Paolo Golinelli, University of Verona. Normalmente Matilde di Canossa (1046-1115) si collega nell’immaginario comune all’Appennino Reggiano,... more
Book chapter in a volume of articles about Matilda of Tuscany/Matilde di Canossa, edited by Paolo Golinelli, University of Verona.
Normalmente Matilde di Canossa (1046-1115) si collega nell’immaginario comune all’Appennino Reggiano, dove avvenne l’incontro di Canossa tra Gregorio VII ed Enrico IV; all’Emilia sede dei suoi castelli; alla Lombardia per la sua probabile nascita a Mantova e alla Toscana, di cui era marchesa. Nessuno finora si era occupato dei rapporti della Contessa col Veneto. Questo libro, promosso dal Dipartimento “Culture e civiltà” dell’Università di Verona, cerca di riempire questo vuoto raccogliendo gli atti di 3 giornate di studio tenutesi con la collaborazione di enti e associazioni locali a Garda, Nogara e Verona, in occasione del IX Centenario della sua morte. Ne esce un quadro nuovo, pluridisciplinare e internazionale, che arricchisce in modo imprescindibile la nostra conoscenza sul personaggio, il suo tempo e il suo mito.
A partire dal secolo XI, dopo alterne fortune, la pratica del pellegrinaggio cristiano diventò un fenomeno di massa nell'Occidente. La mobilità la crescita demografica che caratterizzarono la società comportarono un movimento di... more
A partire dal secolo XI, dopo alterne fortune, la pratica del pellegrinaggio cristiano diventò un fenomeno di massa nell'Occidente. La mobilità la crescita demografica che caratterizzarono la società comportarono un movimento di espansione di cui le crociate furono uno degli aspetti. Un sistema preesistente di strade cominciò ad essere identificato come via Francigena: esso collegava longitudinalmente l’Italia dal Monviso fino a Roma. Nello stesso periodo, presso gli ambienti matildici, maturava quella riforma gregoriana che avrebbe avuto profonde conseguenze in campo religioso, giuridico e politico. Il fermento di rinnovamento non riguardava esclusivamente l'ambito teologico e canonistico ma andava a incidere anche sull'idea di caritas che si configurava come prassi, ossia come esercizio concreto della scientia scritturale. Il tema dell'assistenza ai viaggiatori si configura dunque non come argomento parallelo bensì come tema che rientra a pieno titolo nella questione della riforma. In tale clima l'esercizio della carità si intersecava con il fenomeno del pellegrinaggio, delle sue strutture materiali e della sue forme. Il presente studio si occuperà proprio di questo: il pellegrinaggio e le sue strutture nel territorio della Val di Lima e nella bassa valle del Serchio nell'età di Matilde di Canossa.
Il contributo, edito negli atti delle giornate di studio di Garda, Nogara e Verona per il IX centenario della morte di Matilde di Canossa (1115-2015), a cura di Paolo Golinelli, tratta della ritrattistica della grancontessa con numerose... more
Il contributo, edito negli atti delle giornate di studio di Garda, Nogara e Verona per il IX centenario della morte di Matilde di Canossa (1115-2015), a cura di Paolo Golinelli, tratta della ritrattistica della grancontessa con numerose novità riguardanti l'iconografia. Vengono trattati alcuni gruppi iconografici e aggiunte diverse immagini e dipinti finora inediti