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Cerchio VIII, Bolgia 3, la Simonia

DANTE ALIGHIERI

COMMEDIA. INFERNO XIX

Simon mago, o miseri seguaci
che le cose di Dio, che di bontate
deon essere spose, e voi rapaci

4 per oro e per argento avolterate,
or convien che per voi suoni la tromba,
per� che ne la terza bolgia state.

7 Gi� eravamo, a la seguente tomba,
montati de lo scoglio in quella parte
ch'a punto sovra mezzo 'l fosso piomba.

10 O somma sap�enza, quanta � l'arte
che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo,
e quanto giusto tua virt� comparte!

13 Io vidi per le coste e per lo fondo
piena la pietra livida di f�ri,
d'un largo tutti e ciascun era tondo.

16 Non mi parean men ampi n� maggiori
che que' che son nel mio bel San Giovanni,
fatti per loco d'i battezzatori;

19 l'un de li quali, ancor non � molt' anni,
rupp' io per un che dentro v'annegava:
e questo sia suggel ch'ogn' omo sganni.

22 Fuor de la bocca a ciascun soperchiava
d'un peccator li piedi e de le gambe
infino al grosso, e l'altro dentro stava.

25 Le piante erano a tutti accese intrambe;
per che s� forte guizzavan le giunte,
che spezzate averien ritorte e strambe.

28 Qual suole il fiammeggiar de le cose unte
muoversi pur su per la strema buccia,
tal era l� dai calcagni a le punte.

31 �Chi � colui, maestro, che si cruccia
guizzando pi� che li altri suoi consorti�,
diss' io, �e cui pi� roggia fiamma succia?�.

34 Ed elli a me: �Se tu vuo' ch'i' ti porti
l� gi� per quella ripa che pi� giace,
da lui saprai di s� e de' suoi torti�.

37 E io: �Tanto m'� bel, quanto a te piace:
tu se' segnore, e sai ch'i' non mi parto
dal tuo volere, e sai quel che si tace�.

40 Allor venimmo in su l'argine quarto;
volgemmo e discendemmo a mano stanca
l� gi� nel fondo foracchiato e arto.

43 Lo buon maestro ancor de la sua anca
non mi dipuose, s� mi giunse al rotto
di quel che si piangeva con la zanca.

46 �O qual che se' che 'l di s� tien di sotto,
anima trista come pal commessa�,
comincia' io a dir, �se puoi, fa motto�.

49 Io stava come 'l frate che confessa
lo perfido assessin, che, poi ch'� fitto,
richiama lui per che la morte cessa.

52 Ed el grid�: �Se' tu gi� cost� ritto,
se' tu gi� cost� ritto, Bonifazio?
Di parecchi anni mi ment� lo scritto.

55 Se' tu s� tosto di quell' aver sazio
per lo qual non temesti t�rre a 'nganno
la bella donna, e poi di farne strazio?�.

58 Tal mi fec' io, quai son color che stanno,
per non intender ci� ch'� lor risposto,
quasi scornati, e risponder non sanno.

61 Allor Virgilio disse: �Dilli tosto:
"Non son colui, non son colui che credi"�;
e io rispuosi come a me fu imposto.

64 Per che lo spirto tutti storse i piedi;
poi, sospirando e con voce di pianto,
mi disse: �Dunque che a me richiedi?

67 Se di saper ch'i' sia ti cal cotanto,
che tu abbi per� la ripa corsa,
sappi ch'i' fui vestito del gran manto;

70 e veramente fui figliuol de l'orsa,
cupido s� per avanzar li orsatti,
che s� l'avere e qui me misi in borsa.

73 Di sotto al capo mio son li altri tratti
che precedetter me simoneggiando,
per le fessure de la pietra piatti.

76 L� gi� cascher� io altres� quando
verr� colui ch'i' credea che tu fossi,
allor ch'i' feci 'l s�bito dimando.

79 Ma pi� � 'l tempo gi� che i pi� mi cossi
e ch'i' son stato cos� sottosopra,
ch'el non star� piantato coi pi� rossi:

82 ch� dopo lui verr� di pi� laida opra,
di ver' ponente, un pastor sanza legge,
tal che convien che lui e me ricuopra.

85 Nuovo Ias�n sar�, di cui si legge
ne' Maccabei; e come a quel fu molle
suo re, cos� fia lui chi Francia regge�.

88 Io non so s'i' mi fui qui troppo folle,
ch'i' pur rispuosi lui a questo metro:
�Deh, or mi d�: quanto tesoro volle

91 Nostro Segnore in prima da san Pietro
ch'ei ponesse le chiavi in sua bal�a?
Certo non chiese se non ``Viemmi retro".

94 N� Pier n� li altri tolsero a Matia
oro od argento, quando fu sortito
al loco che perd� l'anima ria.

97 Per� ti sta, ch� tu se' ben punito;
e guarda ben la mal tolta moneta
ch'esser ti fece contra Carlo ardito.

100 E se non fosse ch'ancor lo mi vieta
la reverenza de le somme chiavi
che tu tenesti ne la vita lieta,

103 io userei parole ancor pi� gravi;
ch� la vostra avarizia il mondo attrista,
calcando i buoni e sollevando i pravi.

106 Di voi pastor s'accorse il Vangelista,
quando colei che siede sopra l'acque
puttaneggiar coi regi a lui fu vista;

109 quella che con le sette teste nacque,
e da le diece corna ebbe argomento,
fin che virtute al suo marito piacque.

112 Fatto v'avete dio d'oro e d'argento;
e che altro � da voi a l'idolatre,
se non ch'elli uno, e voi ne orate cento?

115 Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!�.

118 E mentr' io li cantava cotai note,
o ira o cosc�enza che 'l mordesse,
forte spingava con ambo le piote.

121 I' credo ben ch'al mio duca piacesse,
con s� contenta labbia sempre attese
lo suon de le parole vere espresse.

124 Per� con ambo le braccia mi prese;
e poi che tutto su mi s'ebbe al petto,
rimont� per la via onde discese.

127 N� si stanc� d'avermi a s� distretto,
s� men port� sovra 'l colmo de l'arco
che dal quarto al quinto argine � tragetto.

130 Quivi soavemente spuose il carco,
soave per lo scoglio sconcio ed erto
che sarebbe a le capre duro varco.

133 Indi un altro vallon mi fu scoperto. 133


Londra, British Library, Yates Thompson 36, fol. 34


William Blake, Hell, Canto 19

1_Twice-Told Tales_, pp. 75-143, esp. p. 94.

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'Dante vivo', 1997-2016 � Julia Bolton Holloway, Carlo Poli, Societ� Dantesca Italiana, Federico Bardazzi, Ensemble San Felice