Mario Ricciardi | Università degli Studi di Milano - State University of Milan (Italy) (original) (raw)
Books by Mario Ricciardi
Nel suo lavoro più importante, The Concept of Law (1961), H.L.A. Hart difende la tesi che ci sare... more Nel suo lavoro più importante, The Concept of Law (1961), H.L.A. Hart difende la tesi che ci sarebbe un “contenuto minimo di diritto naturale” ovvero che tutti i sistemi giuridici delle società che hanno raggiunto almeno un certo livello di complessità organizzativa conterrebbero regole dal contenuto simile, la cui funzione sarebbe quella di rispondere ad alcuni problemi della convivenza tra esseri umani. Tra gli esempi di questo contenuto minimo di diritto naturale Hart menziona la promessa. Negli anni settanta la tesi di Hart fu attaccata dai coniugi Korn (lui un filosofo, lei un’antropologa) che scrissero un articolo, pubblicato su Ethics, che pretendeva di refutare la tesi di Hart sulla base di un contro esempio: l’arcipelago di Tonga, dove, a detta dei Korn, gli abitanti ignorano la promessa. In questo saggio Mario Ricciardi ripercorre gli argomenti dei Korn e mostra che essi sono basati su gravi fraintendimenti della natura della promessa. La conclusione cui giunge è che anche a Tonga si promette, ma che la promessa è un’istituzione molto più complessa di quel che si potrebbe pensare.
According to John Austin, “status” is “the most difficult problem in the whole science of jurispr... more According to John Austin, “status” is “the most difficult problem in the whole science of jurisprudence”, traditional definitions of such concept as “a quality” were dismissed by the British legal philosopher as a paradigmatic instance of the “jargon of occult qualities” which Bentham deplored. Austin’s attitude towards the concept of status is the natural outcome of his conception of conceptual analysis as a kind of intellectual dissection whose aim is to bring to light the ultimate building blocks of legal thought. Austin’s “decompositive” analysis is still the dominant mode of conceptual elucidation among analytic legal philosophers. The aim of this book is to put forward an alternative “connective” model of conceptual clarification, which takes seriously the historical dimension of legal thought and culture. Through the analysis of ancient (Seneca) and modern (Pufendorf) texts, two different understanding of status are isolated and described: (i) status as condition, or mode of being; and status as position. In this way the concept of status is placed in its proper context, and explained as a device that is part of a sophisticated intellectual strategy to cope with the problem of giving an account of legal relations among agents in an institutional setting, and hence as an attempt to represent a central aspect of the ontology of the social world
Books Edited by Mario Ricciardi
This is a companion to the philosophy of law written in Italian.
This collection of new essays on political and legal theory concentrates on themes dealt with in ... more This collection of new essays on political and legal theory concentrates on themes dealt with in the work of Felix Oppenheim, including fundamental political and legal concepts and their implications for the scope of morality in politics and international relations. Among the issues addressed are the relationship between empirical and normative definitions of 'freedom', 'power' and 'interests', whether governments are free to act against the national interest, and whether they can ever be morally obliged to do so.
Papers by Mario Ricciardi
IRIS, May 13, 2009
In recent years we have witnessed a renewed interest in the work of the Neapolitan jurist and phi... more In recent years we have witnessed a renewed interest in the work of the Neapolitan jurist and philosopher Gaetano Filangieri (1752-1788): the studies that appeared in the 1980s and 1990s1 were followed by monographs by Vincenzo Ferrone2 and by Francesco Berti and, then, by the collected essays edited by Antonio Trampus. This rich harvest of studies is, moreover, not fortuitous, and gravitates around the useful initiative, promoted and directed by Vincenzo Ferrone, of launching a philologically reliable and annotated edition of The ...
Ricordando Norberto Bobbio, a dieci anni dalla scomparsa, vorrei provare a mettere insieme alcuni... more Ricordando Norberto Bobbio, a dieci anni dalla scomparsa, vorrei provare a mettere insieme alcuni appunti per un primo bilancio di uno degli aspetti dell'eredità intellettuale dello studioso torinese, quello che riguarda il suo rapporto con il socialismo. Uso l'espressione in senso ampio, come del resto faceva lo stesso Bobbio, per alludere sia alle idee, sia ai movimenti e ai partiti politici che, in vario modo, appartengono alla tradizione socialista. Intendo quindi occuparmi di Bobbio come studioso del pensiero politico, e in particolare come critico del marxismo, ma senza trascurare il suo impegno di "filosofo militante". Seguendo un percorso che lo ha condotto, in diverse fasi della vita, a partecipare in prima persona alle attività di formazioni politiche come il Partito d'Azione e il Partito Socialista, e ad avere un dialogo intenso con diversi esponenti di primo piano del Partito Comunista, da Togliatti, ad Amendola fino a Napolitano. Sono convinto, infatti, che nella biografia intellettuale di Bobbio la relazione tra riflessione e partecipazione politica sia molto stretta, almeno per quel che riguarda il suo atteggiamento nei confronti del socialismo. Richiamiamo rapidamente alcune date, riprese da una Autobiografia intellettuale scritta nel 1992 per un convegno in suo onore tenutosi in Spagna: «sono nato il 18 ottobre 1909, pochi anni prima della prima guerra mondiale. Ho compiuto ottant'anni pochi giorni prima della caduta del Muro di Berlino. […] Gli anni della mia formazione corrispondono agli anni del fascismo: quando Mussolini conquistò il potere avevo compiuto da pochi giorni tredici anni; quando cadde il 25 luglio 1943 ne avevo trentaquattro […]» 1 . Una vita che attraversa quasi per intero il ventesimo secolo, e ne viene plasmata. Sono le scelte politiche compiute negli ultimi anni del regime fascista che fanno riflettere Bobbio sulle diverse
Questo è un tipo di domande cui non è facile rispondere senza pensarci. Uno potrebbe trarsi d'imp... more Questo è un tipo di domande cui non è facile rispondere senza pensarci. Uno potrebbe trarsi d'impaccio ricorrendo alla tipica risposta del filosofo analitico: dipende da quel che intendi per 'realista'. Ma io non voglio cavarmela così a buon mercato, quindi provo a fare una proposta più impegnativa. Direi che alla domanda si può dare una risposta affermativa se non la prendiamo troppo sul serio. Come non prenderemmo troppo sul serio una persona competente che ci chiedesse se c'è una filosofia analitica antica, o un positivismo giuridico antico, o un liberalismo, o un socialismo antichi. Beninteso, di ciascuna di queste bizzarrie cronologiche possiamo affermare l'esistenza, purché non si perda di vista il carattere allusivo che tali classificazioni culturali o politiche acquisiscono quando se ne suggerisce l'applicazione in un periodo anteriore a quello in cui
According to John Austin, “status” is “the most difficult problem in the whole science of jurispr... more According to John Austin, “status” is “the most difficult problem in the whole science of jurisprudence”, traditional definitions of such concept as “a quality” were dismissed by the British legal philosopher as a paradigmatic instance of the “jargon of occult qualities” which Bentham deplored.
Austin’s attitude towards the concept of status is the natural outcome of his conception of conceptual analysis as a kind of intellectual dissection whose aim is to bring to light the ultimate building blocks of legal thought. Austin’s “decompositive” analysis is still the dominant mode of conceptual elucidation among analytic legal philosophers. The aim of this paper is to put forward an alternative “connective” model of conceptual clarification, which takes seriously the historical dimension of legal thought and culture. Through the analysis of ancient (Seneca) and modern (Pufendorf) texts, two different understanding of status are isolated and described: (i) status as condition, or mode of being; and status as position. In this way the concept of status is placed in its proper context, and explained as a device that is part of a sophisticated intellectual strategy to cope with the problem of giving an account of legal relations among agents in an institutional setting, and hence as an attempt to represent a central aspect of the ontology of the social world.
Ricognizione preliminare dei sistemi di proprietà.
Vorrei riprendere la sollecitazione di Salvatore Veca riflettendo sui rapporti tra dono e giustiz... more Vorrei riprendere la sollecitazione di Salvatore Veca riflettendo sui rapporti tra dono e giustizia. In Aristotele c'è una distinzione tra lo scambio volontario di risorse, che appartiene al dominio della giustizia commutativa, e "dare" come manifestazione della virtù della liberalità. La pratica del dono come espressione di liberalità da parte di un uomo virtuoso ricorda quelle studiate da Marcel Mauss nel suo classico studio sul dono. Attraverso il dare si rinsaldano legami di amicizia e prossimità sociale tra persone che non sono in una situazione di parità. La distinzione classica tra dominio del dono e giustizia commutativa viene ereditata dalla cultura europea attraverso la mediazione del pensiero cristiano medievale. Nel nuovo contesto, tuttavia, il confine tra dono e giustizia risulta più sfumato in quanto si afferma una nuova idea, quella che sia doveroso dare a tutti coloro che hanno bisogno, in particolare ai poveri. Qui emerge un possibile legame tra dono e giustizia distributiva. Dare può essere un modo per attenuare la disparità nella distribuzione dei beni tra persone che occupano diverse posizioni sociali. Scopo del dono è rispondere al disagio di chi ha ricevuto meno. Nella modernità il confine si sposta nuovamente perché la beneficenza viene collocata tra i doveri imperfetti e non tra quelli perfetti. Solo i secondi, che autorizzano l'uso della coercizione, sono propriamente doveri di giustizia. Prendiamo come esempio la definizione di 'beneficio' di Eineccio: "una cosa o una azione utile a taluno, che conferiamo senza speranza di restituzione o controcambio". Dal beneficio nasce il dovere di riconoscenza del ricevente. Si tratta quindi di un rapporto personale occasionale tra chi dona e chi riceve, non di una istituzione sociale. Una persona generosa è meritevole, ma nessuno può essere costretto a donare se non vuole.
La promessa è un'istituzione necessaria alla sopravvivenza delle società umane? Possiamo consider... more La promessa è un'istituzione necessaria alla sopravvivenza delle società umane? Possiamo considerarla parte di una sorta di "contenuto minimale" del diritto naturale? H.L.A. Hart si è occupato di questi problemi nel suo libro The Concept of Law. In tale lavoro, il filosofo britannico sostiene che: la riflessione su alcune ovvie generalizzazioni -verità che nessuno metterebbe in discussioneriguardanti la natura umana e il mondo in cui gli uomini vivono, mostra che fintanto che queste rimangono vere, esistono alcune regole di condotta che qualsiasi organizzazione sociale dovrebbe contenere per essere realizzabile. Tali regole costituiscono di fatto un elemento comune nel diritto e nella morale convenzionale di tutte le società che sono progredite fino al punto da distinguerle come forme di controllo sociale. Con esse si trovano, sia nel diritto sia nella morale, molte cose che sono peculiari di una società particolare o che sembrano arbitrarie o mere questioni di scelta. Tali principi di condotta universalmente riconosciuti, che si basano su verità elementari riguardanti gli esseri umani, il loro ambiente naturale e i loro fini, possono essere considerati il contenuto minimo del diritto naturale, in contrasto con le costruzioni più grandiose e più discutibili che sono state presentate con quel nome 1 . Secondo Hart, la connessione tra queste ovvie generalizzazioni a proposito della natura umana e il contenuto minimo del diritto naturale non sarebbe soltanto in grado di spiegare la sopravvivenza delle comunità i cui sistemi giuridici contengono le prescrizioni richieste. Lo scopo principale di Hart non è quello di fornire una spiegazione del notevole livello di sovrapposizione dei sistemi giuridici delle comunità a noi note. La sua tesi è piuttosto che la consapevolezza di questi fatti riguardanti la natura umana dovrebbe fornirci ragioni per accettare le regole che soddisfano i requisiti che sono imposti dal contenuto minimo del diritto naturale.
This was written shortly after Jerry Cohen died. A revised version has been published in Mondoper... more This was written shortly after Jerry Cohen died. A revised version has been published in Mondoperaio, a socialist monthly review.
Che il progresso della scienza dipenda anche dagli esperimenti è cosa che nessuno metterebbe in d... more Che il progresso della scienza dipenda anche dagli esperimenti è cosa che nessuno metterebbe in discussione. Come ha scritto Stephen Toulmin, non si può considerare falsa una traccia senza averla esplorata preliminarmente. Per lo studioso inglese, uno dei padri della filosofia della scienza contemporanea, ciò comporta che non c'è "niente di non scientifico in queste esplorazioni: non scientifico sarebbe trascurarle"( 1 ). In un certo senso, si potrebbe dire che è attraverso l'esperimento che l'errore si manifesta. Prima non c'è altro che un'ipotesi, più o meno probabile o ragionevole. Anche se queste considerazioni hanno ormai il carattere del luogo comune, vale comunque la pena di richiamarle perché esse ci consentono di sottolineare un aspetto molto importante dell'attività del ricercatore, che nel campo della medicina acquisisce un rilievo drammatico. Infatti, se è vero che anche nella medicina l'esperimento è necessario per portare alla luce l'errore, non possiamo trascurare il fatto che le caratteristiche di questa disciplina contribuiscono a fare della ricerca in questo settore un'attività ad "alto rischio" dal punto di vista morale e giuridico.
Originally presented at the conference Ethics, Biology and the Representation of Human Behaviour,... more Originally presented at the conference Ethics, Biology and the Representation of Human Behaviour, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Venice, 14-15 December 2001 and at the Colloque, La Personne – Corps, Esprit, Valeurs, Université de Genève, 27-29 Mai 2002. In slightly different form this paper was also presented at a seminar held at Trinity College, Oxford – 6th March 2002, and given as a Public Lecture arranged with the support of the Belfast Branch of the Royal Institute of Philosophy, School of Philosophical Studies, Queen’s University, Belfast, Thursday 7th March 2002. Although I no longer hold most of the views expressed in it, I have posted it here because it is a remote ancestor of my book on Hart.
No student of contemporary philosophy, however superficial, can fail to observe that it is divide... more No student of contemporary philosophy, however superficial, can fail to observe that it is divided by a chasm which divides the main portion of the continent of Europe on the one hand, from the Anglo-American world with its Scandinavian, Austrian and Polish intellectual dependencies. This chasm is so deep that philosophers on the one side of it can scarcely bring themselves to think of those on the other as being occupied with the same subject as themselves" 1 .
Nel suo lavoro più importante, The Concept of Law (1961), H.L.A. Hart difende la tesi che ci sare... more Nel suo lavoro più importante, The Concept of Law (1961), H.L.A. Hart difende la tesi che ci sarebbe un “contenuto minimo di diritto naturale” ovvero che tutti i sistemi giuridici delle società che hanno raggiunto almeno un certo livello di complessità organizzativa conterrebbero regole dal contenuto simile, la cui funzione sarebbe quella di rispondere ad alcuni problemi della convivenza tra esseri umani. Tra gli esempi di questo contenuto minimo di diritto naturale Hart menziona la promessa. Negli anni settanta la tesi di Hart fu attaccata dai coniugi Korn (lui un filosofo, lei un’antropologa) che scrissero un articolo, pubblicato su Ethics, che pretendeva di refutare la tesi di Hart sulla base di un contro esempio: l’arcipelago di Tonga, dove, a detta dei Korn, gli abitanti ignorano la promessa. In questo saggio Mario Ricciardi ripercorre gli argomenti dei Korn e mostra che essi sono basati su gravi fraintendimenti della natura della promessa. La conclusione cui giunge è che anche a Tonga si promette, ma che la promessa è un’istituzione molto più complessa di quel che si potrebbe pensare.
According to John Austin, “status” is “the most difficult problem in the whole science of jurispr... more According to John Austin, “status” is “the most difficult problem in the whole science of jurisprudence”, traditional definitions of such concept as “a quality” were dismissed by the British legal philosopher as a paradigmatic instance of the “jargon of occult qualities” which Bentham deplored. Austin’s attitude towards the concept of status is the natural outcome of his conception of conceptual analysis as a kind of intellectual dissection whose aim is to bring to light the ultimate building blocks of legal thought. Austin’s “decompositive” analysis is still the dominant mode of conceptual elucidation among analytic legal philosophers. The aim of this book is to put forward an alternative “connective” model of conceptual clarification, which takes seriously the historical dimension of legal thought and culture. Through the analysis of ancient (Seneca) and modern (Pufendorf) texts, two different understanding of status are isolated and described: (i) status as condition, or mode of being; and status as position. In this way the concept of status is placed in its proper context, and explained as a device that is part of a sophisticated intellectual strategy to cope with the problem of giving an account of legal relations among agents in an institutional setting, and hence as an attempt to represent a central aspect of the ontology of the social world
This is a companion to the philosophy of law written in Italian.
This collection of new essays on political and legal theory concentrates on themes dealt with in ... more This collection of new essays on political and legal theory concentrates on themes dealt with in the work of Felix Oppenheim, including fundamental political and legal concepts and their implications for the scope of morality in politics and international relations. Among the issues addressed are the relationship between empirical and normative definitions of 'freedom', 'power' and 'interests', whether governments are free to act against the national interest, and whether they can ever be morally obliged to do so.
IRIS, May 13, 2009
In recent years we have witnessed a renewed interest in the work of the Neapolitan jurist and phi... more In recent years we have witnessed a renewed interest in the work of the Neapolitan jurist and philosopher Gaetano Filangieri (1752-1788): the studies that appeared in the 1980s and 1990s1 were followed by monographs by Vincenzo Ferrone2 and by Francesco Berti and, then, by the collected essays edited by Antonio Trampus. This rich harvest of studies is, moreover, not fortuitous, and gravitates around the useful initiative, promoted and directed by Vincenzo Ferrone, of launching a philologically reliable and annotated edition of The ...
Ricordando Norberto Bobbio, a dieci anni dalla scomparsa, vorrei provare a mettere insieme alcuni... more Ricordando Norberto Bobbio, a dieci anni dalla scomparsa, vorrei provare a mettere insieme alcuni appunti per un primo bilancio di uno degli aspetti dell'eredità intellettuale dello studioso torinese, quello che riguarda il suo rapporto con il socialismo. Uso l'espressione in senso ampio, come del resto faceva lo stesso Bobbio, per alludere sia alle idee, sia ai movimenti e ai partiti politici che, in vario modo, appartengono alla tradizione socialista. Intendo quindi occuparmi di Bobbio come studioso del pensiero politico, e in particolare come critico del marxismo, ma senza trascurare il suo impegno di "filosofo militante". Seguendo un percorso che lo ha condotto, in diverse fasi della vita, a partecipare in prima persona alle attività di formazioni politiche come il Partito d'Azione e il Partito Socialista, e ad avere un dialogo intenso con diversi esponenti di primo piano del Partito Comunista, da Togliatti, ad Amendola fino a Napolitano. Sono convinto, infatti, che nella biografia intellettuale di Bobbio la relazione tra riflessione e partecipazione politica sia molto stretta, almeno per quel che riguarda il suo atteggiamento nei confronti del socialismo. Richiamiamo rapidamente alcune date, riprese da una Autobiografia intellettuale scritta nel 1992 per un convegno in suo onore tenutosi in Spagna: «sono nato il 18 ottobre 1909, pochi anni prima della prima guerra mondiale. Ho compiuto ottant'anni pochi giorni prima della caduta del Muro di Berlino. […] Gli anni della mia formazione corrispondono agli anni del fascismo: quando Mussolini conquistò il potere avevo compiuto da pochi giorni tredici anni; quando cadde il 25 luglio 1943 ne avevo trentaquattro […]» 1 . Una vita che attraversa quasi per intero il ventesimo secolo, e ne viene plasmata. Sono le scelte politiche compiute negli ultimi anni del regime fascista che fanno riflettere Bobbio sulle diverse
Questo è un tipo di domande cui non è facile rispondere senza pensarci. Uno potrebbe trarsi d'imp... more Questo è un tipo di domande cui non è facile rispondere senza pensarci. Uno potrebbe trarsi d'impaccio ricorrendo alla tipica risposta del filosofo analitico: dipende da quel che intendi per 'realista'. Ma io non voglio cavarmela così a buon mercato, quindi provo a fare una proposta più impegnativa. Direi che alla domanda si può dare una risposta affermativa se non la prendiamo troppo sul serio. Come non prenderemmo troppo sul serio una persona competente che ci chiedesse se c'è una filosofia analitica antica, o un positivismo giuridico antico, o un liberalismo, o un socialismo antichi. Beninteso, di ciascuna di queste bizzarrie cronologiche possiamo affermare l'esistenza, purché non si perda di vista il carattere allusivo che tali classificazioni culturali o politiche acquisiscono quando se ne suggerisce l'applicazione in un periodo anteriore a quello in cui
According to John Austin, “status” is “the most difficult problem in the whole science of jurispr... more According to John Austin, “status” is “the most difficult problem in the whole science of jurisprudence”, traditional definitions of such concept as “a quality” were dismissed by the British legal philosopher as a paradigmatic instance of the “jargon of occult qualities” which Bentham deplored.
Austin’s attitude towards the concept of status is the natural outcome of his conception of conceptual analysis as a kind of intellectual dissection whose aim is to bring to light the ultimate building blocks of legal thought. Austin’s “decompositive” analysis is still the dominant mode of conceptual elucidation among analytic legal philosophers. The aim of this paper is to put forward an alternative “connective” model of conceptual clarification, which takes seriously the historical dimension of legal thought and culture. Through the analysis of ancient (Seneca) and modern (Pufendorf) texts, two different understanding of status are isolated and described: (i) status as condition, or mode of being; and status as position. In this way the concept of status is placed in its proper context, and explained as a device that is part of a sophisticated intellectual strategy to cope with the problem of giving an account of legal relations among agents in an institutional setting, and hence as an attempt to represent a central aspect of the ontology of the social world.
Ricognizione preliminare dei sistemi di proprietà.
Vorrei riprendere la sollecitazione di Salvatore Veca riflettendo sui rapporti tra dono e giustiz... more Vorrei riprendere la sollecitazione di Salvatore Veca riflettendo sui rapporti tra dono e giustizia. In Aristotele c'è una distinzione tra lo scambio volontario di risorse, che appartiene al dominio della giustizia commutativa, e "dare" come manifestazione della virtù della liberalità. La pratica del dono come espressione di liberalità da parte di un uomo virtuoso ricorda quelle studiate da Marcel Mauss nel suo classico studio sul dono. Attraverso il dare si rinsaldano legami di amicizia e prossimità sociale tra persone che non sono in una situazione di parità. La distinzione classica tra dominio del dono e giustizia commutativa viene ereditata dalla cultura europea attraverso la mediazione del pensiero cristiano medievale. Nel nuovo contesto, tuttavia, il confine tra dono e giustizia risulta più sfumato in quanto si afferma una nuova idea, quella che sia doveroso dare a tutti coloro che hanno bisogno, in particolare ai poveri. Qui emerge un possibile legame tra dono e giustizia distributiva. Dare può essere un modo per attenuare la disparità nella distribuzione dei beni tra persone che occupano diverse posizioni sociali. Scopo del dono è rispondere al disagio di chi ha ricevuto meno. Nella modernità il confine si sposta nuovamente perché la beneficenza viene collocata tra i doveri imperfetti e non tra quelli perfetti. Solo i secondi, che autorizzano l'uso della coercizione, sono propriamente doveri di giustizia. Prendiamo come esempio la definizione di 'beneficio' di Eineccio: "una cosa o una azione utile a taluno, che conferiamo senza speranza di restituzione o controcambio". Dal beneficio nasce il dovere di riconoscenza del ricevente. Si tratta quindi di un rapporto personale occasionale tra chi dona e chi riceve, non di una istituzione sociale. Una persona generosa è meritevole, ma nessuno può essere costretto a donare se non vuole.
La promessa è un'istituzione necessaria alla sopravvivenza delle società umane? Possiamo consider... more La promessa è un'istituzione necessaria alla sopravvivenza delle società umane? Possiamo considerarla parte di una sorta di "contenuto minimale" del diritto naturale? H.L.A. Hart si è occupato di questi problemi nel suo libro The Concept of Law. In tale lavoro, il filosofo britannico sostiene che: la riflessione su alcune ovvie generalizzazioni -verità che nessuno metterebbe in discussioneriguardanti la natura umana e il mondo in cui gli uomini vivono, mostra che fintanto che queste rimangono vere, esistono alcune regole di condotta che qualsiasi organizzazione sociale dovrebbe contenere per essere realizzabile. Tali regole costituiscono di fatto un elemento comune nel diritto e nella morale convenzionale di tutte le società che sono progredite fino al punto da distinguerle come forme di controllo sociale. Con esse si trovano, sia nel diritto sia nella morale, molte cose che sono peculiari di una società particolare o che sembrano arbitrarie o mere questioni di scelta. Tali principi di condotta universalmente riconosciuti, che si basano su verità elementari riguardanti gli esseri umani, il loro ambiente naturale e i loro fini, possono essere considerati il contenuto minimo del diritto naturale, in contrasto con le costruzioni più grandiose e più discutibili che sono state presentate con quel nome 1 . Secondo Hart, la connessione tra queste ovvie generalizzazioni a proposito della natura umana e il contenuto minimo del diritto naturale non sarebbe soltanto in grado di spiegare la sopravvivenza delle comunità i cui sistemi giuridici contengono le prescrizioni richieste. Lo scopo principale di Hart non è quello di fornire una spiegazione del notevole livello di sovrapposizione dei sistemi giuridici delle comunità a noi note. La sua tesi è piuttosto che la consapevolezza di questi fatti riguardanti la natura umana dovrebbe fornirci ragioni per accettare le regole che soddisfano i requisiti che sono imposti dal contenuto minimo del diritto naturale.
This was written shortly after Jerry Cohen died. A revised version has been published in Mondoper... more This was written shortly after Jerry Cohen died. A revised version has been published in Mondoperaio, a socialist monthly review.
Che il progresso della scienza dipenda anche dagli esperimenti è cosa che nessuno metterebbe in d... more Che il progresso della scienza dipenda anche dagli esperimenti è cosa che nessuno metterebbe in discussione. Come ha scritto Stephen Toulmin, non si può considerare falsa una traccia senza averla esplorata preliminarmente. Per lo studioso inglese, uno dei padri della filosofia della scienza contemporanea, ciò comporta che non c'è "niente di non scientifico in queste esplorazioni: non scientifico sarebbe trascurarle"( 1 ). In un certo senso, si potrebbe dire che è attraverso l'esperimento che l'errore si manifesta. Prima non c'è altro che un'ipotesi, più o meno probabile o ragionevole. Anche se queste considerazioni hanno ormai il carattere del luogo comune, vale comunque la pena di richiamarle perché esse ci consentono di sottolineare un aspetto molto importante dell'attività del ricercatore, che nel campo della medicina acquisisce un rilievo drammatico. Infatti, se è vero che anche nella medicina l'esperimento è necessario per portare alla luce l'errore, non possiamo trascurare il fatto che le caratteristiche di questa disciplina contribuiscono a fare della ricerca in questo settore un'attività ad "alto rischio" dal punto di vista morale e giuridico.
Originally presented at the conference Ethics, Biology and the Representation of Human Behaviour,... more Originally presented at the conference Ethics, Biology and the Representation of Human Behaviour, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, Venice, 14-15 December 2001 and at the Colloque, La Personne – Corps, Esprit, Valeurs, Université de Genève, 27-29 Mai 2002. In slightly different form this paper was also presented at a seminar held at Trinity College, Oxford – 6th March 2002, and given as a Public Lecture arranged with the support of the Belfast Branch of the Royal Institute of Philosophy, School of Philosophical Studies, Queen’s University, Belfast, Thursday 7th March 2002. Although I no longer hold most of the views expressed in it, I have posted it here because it is a remote ancestor of my book on Hart.
No student of contemporary philosophy, however superficial, can fail to observe that it is divide... more No student of contemporary philosophy, however superficial, can fail to observe that it is divided by a chasm which divides the main portion of the continent of Europe on the one hand, from the Anglo-American world with its Scandinavian, Austrian and Polish intellectual dependencies. This chasm is so deep that philosophers on the one side of it can scarcely bring themselves to think of those on the other as being occupied with the same subject as themselves" 1 .
meeting of the Irish Philosophical Club, …, Jan 1, 1997
1. Sono passati molti anni da quando il filosofo Karl Popper era poco più che sconosciuto alla ma... more 1. Sono passati molti anni da quando il filosofo Karl Popper era poco più che sconosciuto alla maggior parte del "pubblico colto" del nostro paese. Gli intellettuali di sinistra, tranne poche eccezioni, lo detestavano perché aveva criticato Marx e sbeffeggiato la scuola di Francoforte. Gli intellettuali conservatori lo detestavano perché si occupava di scienza come se fosse una cosa seria e aveva usato l'espressione 'storicismo' in un senso diverso da quello in cui la impiegava Benedetto Croce. Quando non erano impegnate a detestarlo e a denigrarlo per diverse ragioni, sia la sinistra che la destra erano unite nell'ignorarlo sforzandosi, per quanto possibile, di pensare alla scienza etiam si daremus non esse Popper. Piccole vicende della provincia europea, direbbe qualcuno. Per fortuna i tempi sono cambiati, oggi Karl Popper (ormai sir Karl) è non solo oggetto di studio da parte di filosofi della scienza e, in misura minore, della politica; ma anche una figura nota al grande pubblico come profeta della "Società Aperta" e nemico della televisione. Sinistra e destra sono ancora unite, ma stavolta nell'ammirazione per sir Karl che viene di volta in volta evocato come implacabile nemico dei comunisti e spietato avversario della TV spazzatura. Bisogna dire che gli ammiratori di sir Karl hanno una certa libertà nell'invocare le sue idee, visto che il poverino è ormai morto da tempo e non può insorgere per protestare contro le (inevitabili) forzature e semplificazioni del suo pensiero. Qualche colpa però si può attribuire anche allo stesso sir Karl che negli ultimi tempi aveva (complice probabilmente l'età) intensificato i suoi interventi (spesso sotto forma di interviste) su questioni politiche e sociali, finendo per diminuirne in modo imbarazzante lo spessore teorico.
Riccardo Orestano ha scritto che la semantica di 'segreto' "si alimenta e si compiace di oscurità... more Riccardo Orestano ha scritto che la semantica di 'segreto' "si alimenta e si compiace di oscurità e di silenzio, di profondità sotterranee e di nascondigli. Essa vive celata all'interno di grotte e di caverne, ama stare al chiuso e al riparo da occhi indiscreti e indagatori" (Orestano 1983, 24). Lo stile di Orestano è un po' pesante, ma ricco di suggestioni sulle origini e gli usi del termine. In effetti, la parola italiana 'segreto' deriva dal latino 'secretus', participio di 'secernere' che vuol dire "separare". Il fatto che tale voce verbale sia composta da due sintagmi che esprimono entrambi separazione suggerisce che il 'se' svolge una funzione iterativa. Per quanto riguarda il verbo 'cernere', è il caso di ricordare che esso significa "separare" anche nel senso di "setacciare", cioè "scegliere", "selezionare il rilevante", ciò che si ritiene utile per qualche scopo.
A profile of British Labour politician and political theorist C.A.R. Crosland
The leading Italian newspapers, even those supposedly of leftist tendencies, were taken by surpri... more The leading Italian newspapers, even those supposedly of leftist tendencies, were taken by surprise by Corbyn's success in the contest for the leadership of the Labour Party. Even after his election they appeared keen in explaining away Corbyn more than in explaining why he was chosen by a large majority for the job. This article tries to set the balance right
Rivista Internazionale di Filosofia del Diritto, 2014
Rodolfo Mondolfo (1877-1976) was an Italian historian of philosophy, a socialist militant, and an... more Rodolfo Mondolfo (1877-1976) was an Italian historian of philosophy, a socialist militant, and antifascist. He is the author of several works on Cesare Beccaria, written between the Twenties, when he was teaching at the University of Bologna, and the Forties, after he was forced to leave Italy due to the racial laws promulgated by the regime. His writings on Beccaria are still worth of attention for the student of the enlightenment. This essay underlines the lasting value of his contribution to our understanding of Beccaria as well as the shortcomings of an approach to the history of thought that is at odds with contemporary methodologies.
Mondoperaio 3-4/2014, pp. 68-73, Mar 2014
R icordando Norberto Bobbio, a dieci anni dalla scomparsa, vorrei provare a mettere insieme alcun... more R icordando Norberto Bobbio, a dieci anni dalla scomparsa, vorrei provare a mettere insieme alcuni appunti per un primo bilancio di uno degli aspetti dell'eredità intellettuale dello studioso torinese, quello che riguarda il suo rapporto con il socialismo. Uso l'espressione in senso ampio, come del resto faceva lo stesso Bobbio, per alludere sia alle idee sia ai movimenti e ai partiti politici che, in vario modo, appartengono alla tradizione socialista. Intendo quindi occuparmi di Bobbio come studioso del pensiero politico, e in particolare come critico del marxismo, ma senza trascurare il suo impegno di "filosofo militante", seguendo un percorso che lo ha condotto, in diverse fasi della vita, a partecipare in prima persona alle attività di formazioni politiche come il Partito d'Azione e il Partito socialista, e ad avere un dialogo intenso con diversi esponenti di primo piano del Partito comunista, da Togliatti, ad Amendola, fino a Napolitano. Sono convinto infatti che nella biografia intellettuale di Bobbio la relazione tra riflessione e partecipazione politica sia molto stretta, almeno per quel che riguarda il suo atteggiamento nei confronti del socialismo. Richiamiamo rapidamente alcune date, riprese da una Autobiografia intellettuale scritta nel 1992 per un convegno in suo onore tenutosi in Spagna: «Sono nato il 18 ottobre 1909, pochi anni prima della prima guerra mondiale. Ho compiuto ottant'anni pochi giorni prima della caduta del Muro di Berlino.
Il Mulino, 1, 2014, pp. 137-143
A short profile of Cesare Beccaria, written to mark the 250th anniversary of the publication of h... more A short profile of Cesare Beccaria, written to mark the 250th anniversary of the publication of his main work, Dei Delitti e delle Pene (1764). In this piece I suggest that Beccaria's normative theory is closer to contractualism than to utilitarianism, and that it has a vague resemblance to the family of theories of justice which conceive justice as fairness.
Oxford Dictionary of National Biography, 2014
Criminal Law and Philosophy, 7 (3):531-548 (2013)
Hart’s criticism of Devlin’s stance on the legal enforcement of morality has been highly influent... more Hart’s criticism of Devlin’s stance on the legal enforcement of morality has been highly influential in shaping a new liberal sensibility and in paving the way to many important legal reforms in the UK. After fifty years it is perhaps time to go back to Law, Liberty and Morality to see it in the perspective of the general evolution of Hart’s thought since the early Fifties. This is a period of extraordinary creativity for the Oxford philosopher, in which he writes many important contributions to legal, moral and political philosophy. Prominent among those is ‘Are There Any Natural Rights?’, an article that sets the agenda for Hart’s subsequent work on liberty, fairness and rights, and provides the philosophical background for the liberal understanding of the relations between law and morality defended in Law, Liberty and Morality.
Biblioteca della libertà, vol. XLVIII (2013), pp. 145-162.
A reconstruction of Hart's argument in 'Are There Any Natural Rights?' and some hypothesis about ... more A reconstruction of Hart's argument in 'Are There Any Natural Rights?' and some hypothesis about its influence on the early development of John Rawls's theory of justice.
Persona e mercato, 2 (2013), pp. 134-136., 2013
| 135 S o l i d a r i e t à , c o n t r a t t o e g i u s t i z i a ( M a r i o R i c c i a r d i... more | 135 S o l i d a r i e t à , c o n t r a t t o e g i u s t i z i a ( M a r i o R i c c i a r d i ) 1. Genealogia della solidarietà.
"Il Mulino", n. 6/2012, pp. 1109-1114., Nov 1, 2012
Mondoperaio, Mar 2011
A profile of Jerry Cohen written for the Italian monthly review "Mondoperaio".
Isaiah Berlin è stato uno degli esponenti più rappresentativi della generazione di filosofi di Ox... more Isaiah Berlin è stato uno degli esponenti più rappresentativi della generazione di filosofi di Oxford che nel secondo dopoguerra ha profondamente influenzato il dibattito pubblico nel Regno Unito. Noto in particolare per i suoi studi di storia delle idee, Berlin è una figura di primo piano del liberalismo contemporaneo. A ispirare le sue riflessioni sulla libertà e sul pluralismo non sono soltanto preoccupazioni politiche, ma anche una costante opposizione nei confronti del determinismo e delle spiegazioni deterministiche della storia. Un atteggiamento che risale agli anni della formazione nella Oxford degli anni Trenta e al confronto critico con i suoi colleghi J.L. Austin e A.J. Ayer. In questo periodo maturano le convinzioni che troveranno voce negli scritti del dopoguerra, e in particolare nelle sue critiche al marxismo.
Rivista di estetica, Jan 1, 2008
... Abstract. La più giuridica delle virtù / M. Ricciardi. - In: Rivista di estetica. - ISSN 0035... more ... Abstract. La più giuridica delle virtù / M. Ricciardi. - In: Rivista di estetica. - ISSN 0035-6212. - 39:3(2008). - p. 215-224.. Si tratta di uno studio su alcuni aspetti della riflessione di HLA Hart sulla giustizia ei suoi rapporti col diritto. Details der Publikation. ...
Uberto Scarpelli ha scritto che il problema dell'aborto è “il luogo critico di una cultura intera... more Uberto Scarpelli ha scritto che il problema dell'aborto è “il luogo critico di una cultura intera, di una visione del mondo. Si scontrano intorno a esso la fede religiosa e l'umanesimo, la metafisica e la filosofia dell'uomo, il paternalismo di chi vuole imporre a tutti le proprie posizioni morali e la rivendicazione della libertà.
Sommario: 1. Et in Arcadia ego. -2. La scelta di un maestro. -3. Dall'attualismo alla filosofia a... more Sommario: 1. Et in Arcadia ego. -2. La scelta di un maestro. -3. Dall'attualismo alla filosofia analitica. -4. Dialettica del neoilluminismo. -5. Apollinei e dionisiaci.
This is the Introduction to the Italian translation of Jerry Cohen's book on justice, published b... more This is the Introduction to the Italian translation of Jerry Cohen's book on justice, published by L'asino d'oro edizioni, Rome 2016
in Mario Ricciardi, Andrea Rossetti e Vito Velluzzi (eds.), Filosofia del diritto. Norme, concett... more in Mario Ricciardi, Andrea Rossetti e Vito Velluzzi (eds.), Filosofia del diritto. Norme, concetti, argomenti, Carocci, Roma 2015, pp. 145-174.
in Mario Ricciardi, Andrea Rossetti e Vito Velluzzi (eds.), Filosofia del diritto. Norme, concett... more in Mario Ricciardi, Andrea Rossetti e Vito Velluzzi (eds.), Filosofia del diritto. Norme, concetti, argomenti, Carocci, Roma 2015, pp. 77-92
In Claudia Mancina and Mario Ricciardi (eds.), Famiglia italiana
Nel saggio Of National Characters David Hume afferma che "il volgare" porta alle estreme consegue... more Nel saggio Of National Characters David Hume afferma che "il volgare" porta alle estreme conseguenze l'idea che ci sono "caratteri nazionali". Per cui, una volta stabilito che in principio la codardia o l'ignoranza sono tipiche di un popolo, chi appartiene al volgo non ammette possibilità di eccezione. Le persone sensate, al contrario, condannano questi giudizi assoluti, anche se sono disposte ad ammettere che ciascuna nazione ha il suo peculiare "set of manners" e che alcune qualità sono più diffuse tra un popolo che tra i suoi vicini 1 . La contrapposizione proposta da Hume tra l'opinione "volgare" e quella "sofisticata" sui caratteri nazionali potrebbe essere il punto di partenza per articolare un'opposizione tra due modi di concepire le nazioni, che ha un certo rilievo per la riflessione politica. Da un lato, abbiamo l'idea della nazione come qualcosa che ha una sorta di essenza morale, un tratto -o un insieme di tratti -caratteristici e necessari. Dall'altra, invece, c'è una concezione più sfumata, che presenta indubbiamente difficoltà di formulazione rigorosa, ma che appare al contempo più plausibile e più accettabile moralmente. La prima tesi, se così possiamo chiamarla, configura una sorta di relativismo morale o dei costumi. Se, infatti, la codardia o l'ignoranza appartenessero necessariamente agli italiani, non avrebbe senso biasimarne uno per la sua mancanza di coraggio o di cultura. Allo stesso modo, se l'affidabilità fosse una proprietà necessaria degli inglesi, non avrebbe senso lodarne uno per aver mantenuto la parola data. Sia l'uno sia l'altro non hanno scelta, quindi il loro comportamento è al di là del bene e del male. L'atteggiamento che Hume attribuisce alle persone sensate invece non ha queste conseguenze. Credere che ci sono differenze nazionali -e che certe attitudini potrebbero essere più diffuse in un popolo piuttosto che in un altro per via della sua storia morale e politica -è compatibile con l'idea che ci sono standard di valutazione non soggettivi delle pratiche sociali e delle istituzioni 2 .
Natura e libertà: filosofia, scienza ed etica, Jan 1, 2009
George Crowder und Henry Hardy (Hg.): The One and …, Jan 1, 2007
Page 1. Last updated 07/07/2006 12:49 Berlin on Liberty Mario Ricciardi W hat makes a contemporar... more Page 1. Last updated 07/07/2006 12:49 Berlin on Liberty Mario Ricciardi W hat makes a contemporary classic? The answer is seldom uncontroversial. Popularity, originality, depth each of these is proffered in turn as the defining property of this elusive class of artefacts. ...
... Abstract. Diritto naturale minimo / Mario Ricciardi. - (Manuali universitari ; 32). - In: Fil... more ... Abstract. Diritto naturale minimo / Mario Ricciardi. - (Manuali universitari ; 32). - In: Filosofia analitica : temi e problemi ; [a cura di] Annalisa Coliva. - Roma : Carocci, 2007. - p. 379-401.. Nel capitolo viene introdotta e discussa ...
Emanuele Bardone ed Enzo Rossi (a cura di), Oltre le culture. Valori e contesti della comunicazione interculturale, Ibis, Pavia 2004, pp. 149-170, 2004
Mario Ricciardi e Corrado del Bo (a cura di), Pluralismo e libertà fondamentali , Jan 1, 2004
Revised version published in Ian Carter and Mario Ricciardi (eds.), Freedom, Power and Political Morality, Palgrave, London 2001, pp. 39-56
Gianfranco Pellegrino’s book is a bold and original contribution both to the literature on public... more Gianfranco Pellegrino’s book is a bold and original contribution both to the literature on public ethics and to
the current debate on political morality in Italy. One might object, however, to Pellegrino’s description of his own
normative stance as distinct from political realism.
Iris. European Journal of Philosophy and …, Jan 1, 2009
Iride, vol. XIX (2006), pp. 181-206, Jan 1, 2006
Iride Filosofia e discussione pubblica ISSN : 1122-7893. Numero: 1, aprile 2006, Indice. DOI: 10.... more Iride Filosofia e discussione pubblica ISSN : 1122-7893. Numero: 1, aprile 2006, Indice. DOI: 10.1414/22315. La Scienza della Legislazione di Gaetano Filangierii Pietro Costa, Carla De Pascale, Mario Ricciardi, pp. 181-202 6 ...
Il Mulino, 4/2014, 684-686
A review article of Alan Ryan's history of political thought.
La rivista dei libri”, 2007
“La rivista dei libri”, XVII (2007), pp. 18-20.
“La rivista dei libri”, XVI (2006), n. 9, pp. 34-37.
"La rivista dei libri", Jul 2005
SOCIOLOGIA DEL DIRITTO, Jan 1, 1997
Home Page; Chi siamo; Collane; E-book; Riviste; Percorsi di lettura; Come acquistare; Book orders... more Home Page; Chi siamo; Collane; E-book; Riviste; Percorsi di lettura; Come acquistare; Book orders; Come contattarci; Login; Password dimenticata? ricerca CARRELO. Buchanan sul diritto di secessione. Journal Title: SOCIOLOGIA DEL DIRITTO. Author/s: Mario Ricciardi. Year: 1997 Issue: 2 Language: IT Pages: 0 Fulltext PDF:0 KB. FrancoAngeli is a member of Publishers International Linking Association a not for profit orgasnization wich runs the CrossRef service, enabing links to and from online scholarly content. ...
"Notizie di politeia", XI (1995), numeri 39/40, pp. 18-23, 1995
“Notizie di Politeia”, XI (1995), numeri 37/38, pp. 49-55.
A review of Gaetano Pecora's new book on Carlo Rosselli
Il Sole Ventiquattrore, May 18, 2014
Il Sole Ventiquattrore, Feb 2, 2014
Il Sole Ventiquattrore, Dec 7, 2013
"Il Sole Ventiquattrore", Sep 30, 2012
"Il Sole Ventiquattrore", Feb 26, 2012
"Il Sole Ventiquattrore", Sep 26, 2010
"Il Riformista", May 1, 2010
"Il Riformista", Feb 7, 2010
"Il Riformista", Feb 19, 2010
Il Sole Ventiquattrore, Feb 10, 2008
Il Sole Ventiquattrore, Sep 9, 2007
British Journal of the History of Philosophy, vol. 6, number 3, pp. 513-514., Oct 1998
"Sociologia del diritto", XXIII (1996) 1, pp. 185-188.
"Il Riformista", Nov 23, 2010
http://marioricciardi.blogspot.it/, Nov 8, 2008
"Il Riformista", Nov 2, 2008
"Politics" (1997), pp. 33-38
In this piece, Mario Ricciardi conducts an interview with Hillel Steiner centred around Steiner's... more In this piece, Mario Ricciardi conducts an interview with Hillel Steiner centred around Steiner's prize winning book, An Essay on Rights. Steiner responds to questions on the development of his views, their practical implications and on key aspects of his theoretical standpoint.
Cooperazione, n. 20, May 16, 2001
M ilano, una sera di ottobre, all'uscita dal circolo del Pd dedicato ad Aldo Aniasi. Scambio alcu... more M ilano, una sera di ottobre, all'uscita dal circolo del Pd dedicato ad Aldo Aniasi. Scambio alcune parole con una collega più giovane di me. Dopo un po' si finisce a parlare della recente elezione di Jeremy Corbyn come leader del Labour. Lei sorride, e mi dice che ne è felice. Io sono sorpreso -di questi tempi non capita spesso che politica e felicità vengano insieme -e le chiedo come mai. La risposta, disarmante nella sua semplicità, è: "Perché dice cose di sinistra". Già, se uno di sinistra diventa leader di un partito socialista viviamo in un mondo strano. Eppure, a pensarci bene, forse la mia amica ha colto qualcosa che a me era sfuggito. Proviamo a guardare alcuni dati: da quando i laburisti hanno perso le elezioni, nel maggio scorso, più di 150.000 persone hanno preso la tessera del partito. Di queste, oltre 60.000 si sono iscritte dopo l'elezione di Corbyn. Nello stesso periodo l'età media dei membri del partito è scesa da 53 a 42 anni (quindi ora è più prossima a quella della mia amica che alla mia), e le donne sono in maggioranza tra i nuovi arrivi. Ai primi di ottobre il numero complessivo degli iscritti aveva superato i 350.000: piuttosto vicino quindi a quello degli iscritti al Pd rilevati all'ultimo tesseramento (nel 2014), che però segna una flessione rispetto al passato.
Mondoperaio, May 2015
C he fare? Negli ultimi venti anni non è mai stato così urgente per il Labour dare una risposta a... more C he fare? Negli ultimi venti anni non è mai stato così urgente per il Labour dare una risposta a questa domanda. Le elezioni sono andate peggio del previsto, e non è chiaro quale sia il percorso da intraprendere per uscire dalla crisi. Le dimissioni del segretario, che erano inevitabili per le regole non scritte della politica britannica, sono il primo passo del processo che si concluderà con la selezione di un nuovo leader che avrà il compito non facile di ridisegnare l'identità dei laburisti. Lo scenario che il nuovo segretario si troverà di fronte è complesso. Da un lato dovrà confrontarsi con un governo conservatore dotato di una salda maggioranza parlamentare, che già annuncia di voler continuare le politiche economiche portate avanti nella legislatura che si è appena conclusa. Ciò vuol dire nuovi tagli di spesa, ulteriori arretramenti nei settori del Welfare e dell'istruzione, una spinta ancora più decisa nella direzione di un'economia che vede nella finanza il proprio punto di forza. Dall'altro, per la prima volta, i laburisti avranno a che fare con un Parlamento in cui c'è una consistente rappresentanza di un partito nazionale, lo Scottish National Party, che ha un'anima socialdemocratica. Lo Snp non è infatti una formazione paragonabile alla nostra Lega. Gli indipendentisti scozzesi devono la propria forza in larga misura a una piattaforma che vede nella difesa del Welfare e dell'istruzione pubblica, che in Scozia sono da sempre di ottimo livello, uno dei suoi punti di forza. La scomparsa del Labour nel nord del Regno Unito si deve al fatto che secondo gli elettori scozzesi il partito non si è dimostrato un interlocutore credibile per chi si oppone alle politiche economiche dei conservatori. Tale atteggiamento è verosimilmente anche la spiegazione di un altro aspetto del risultato elettorale: la disfatta dei liberaldemocratici, che sono apparsi troppo appiattiti sull'agenda economica conservatrice, non si è tradotta in un travaso di voti verso i laburisti, come si poteva sperare. La componente dei Social Liberals, la sinistra del partito liberaldemocratico, pare che abbia trasferito i propri consensi ai Verdi, piuttosto che al Labour di Milliband. L'unica realtà sociale in cui i laburisti sono andati abbastanza bene è quella dei grandi centri urbani (in particolare Londra), che hanno un elettorato in cui spicca una forte presenza multiculturale che plasma la sensibilità di una borghesia benestante, istruita, e aperta. Questi sono gli elettori cui potrebbe piacere la candidatura a segretario del partito di Chuka Umunna, un giovane avvocato di colore figlio di un immigrato nigeriano, che pare goda del sostegno del principale architetto del New Labour, Lord Mendelson. Umunna è indubbiamente un personaggio interessante, anche se c'è chi gli rimprovera di non essere in grado di raccogliere consensi fuori dalle elites urbane. L'obiezione di chi non guarda con simpatia a una sua ascesa verso la leadership è che una sinistra moderata che si appoggi solo su tali ambienti non può aspirare a diventare maggioranza nel paese. Allo stato attuale chi si sente escluso preferisce l'Ukip, e chi spera di migliorare la propria situazione economica preferisce scommettere sugli effetti di lungo periodo delle politiche pro-mercato già sperimentate dal governo Cameron, di cui si annuncia un consistente rilancio con il ritorno di Ian Duncan-Smith come responsabile del dicastero da cui dipende la gestione del Welfare. Oltre alla questione dell'elettorato di riferimento c'è poi quella, strettamente connessa, della piattaforma politica del partito. Umunna appartiene alla generazione più giovane dei modernizzatori che vorrebbero riportare il Labour al centro, accogliendo l'invito lanciato nei giorni scorsi da Tony Blair. Un'ipotesi che piace molto anche a diversi esponenti del Pd, cui ovviamente nessuno nel Regno Unito pensa di chiedere un parere, ma che sarebbero ben felici di trovare un nuovo punto di riferimento internazionale da indicare come modello per Renzi. Tuttavia, dato che quel che conta alla fine è il voto dei cittadini britannici e non quello del popolo delle primarie, ci sarebbe da chiedersi se questa strada sia praticabile. L'ostacolo principale per una rinascita del New Labour è che in questo momento il "centro" politico nel Regno Unito è saldamente presidiato dai conservatori, che non danno alcun segnale di volerlo abbandonare. Se è vero infatti che il governo di coalizione in questi anni ha portato avanti una politica eco-/ / 3 / / mondoperaio 5/2015
Il Sole Ventiquattrore, Oct 5, 2014
Il Sole Ventiquattroe, Jan 12, 2014
Il Sole Ventiquattrore, Mar 10, 2013
Il Sole24ore, Sep 19, 2004
An obituary of Letizia Gianformaggio
Il Sole Ventiquattrore, May 6, 2007
Colloquium in Ethics, Politics and Society. Luiss - Guido Carli, 7th April 2016, 2.00 pm
UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE hic sunt futura DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE CORSO DI FILOS... more UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE hic sunt futura DIPARTIMENTO DI SCIENZE GIURIDICHE CORSO DI FILOSOFIA DEL DIRITTO PRIN 2012 Con il contributo del Prin 2012 "L'universalità e i suoi limiti: meccanismi di inclusione ed esclusione nella storia della filosofia e nei dibattiti filosofici contemporanei" -Unità di ricerca di Udine (prof. Andrea Tabarroni). È previsto il riconoscimento di due crediti formativi generici per tutti gli Avvocati e i Praticanti Avvocati abilitati che parteciperanno al convegno.
In a footnote to Chapter IV of Crimes and Punishments, Cesare Beccaria writes that the word 'obli... more In a footnote to Chapter IV of Crimes and Punishments, Cesare Beccaria writes that the word 'obligation' is one of those that occur more frequently in ethics than in any other science, and which are the abbreviated sign of a rational argument and not of an idea. Seek an adequate idea of the word 'obligation' and you will fail to find it; reason about it and you will both understand yourself and be understood by others. According to H.L.A. Hart, in this short treatment of the concept of obligation there is a likely source for Bentham's "theory of fictions" , and for the method of analysis by paraphrasis (a milestone of empiricism according to Quine). The aim of this paper is to develop Hart's hypothesis, arguing that scattered through Beccaria's writing there are hints of an empiricist account of normative concepts of considerable subtlety.
In occasione della pubblicazione del volume di Gianfrancesco Zanetti L'orientamento sessuale. Cin... more In occasione della pubblicazione del volume di Gianfrancesco Zanetti L'orientamento sessuale. Cinque domande tra diritto e filosofia, il Mulino, 2015
Dipartimento di Scienze giuridiche "Cesare Beccaria" saletta della Sezione di Filosofia e sociolo... more Dipartimento di Scienze giuridiche "Cesare Beccaria" saletta della Sezione di Filosofia e sociologia del diritto Via Festa del Perdono 7 -Milano Carocci editore Filosofia del diritto Filosofia del diritto
A series of debates on the Enlightenment and its limits held at the Casa della Cultura in Milan
Workshop on Stuart Hampshire. Cesare Beccaria Department, The University of Milan, and Politeia. ... more Workshop on Stuart Hampshire. Cesare Beccaria Department, The University of Milan, and Politeia. December 3th 2015. Politeia, The University of Milan, via Festa del perdono, 7, 4 pm
Dibattito sul libro di Roberta De Monticelli. Con l'autrice partecipano Mauro Bonazzi e Mario Ric... more Dibattito sul libro di Roberta De Monticelli. Con l'autrice partecipano Mauro Bonazzi e Mario Ricciardi. Università di Milano, via Festa del Perdono 7 1 dicembre 2015
Milano, 11 novembre 2015 -ore 10:30-12:15 Aula 4 Università degli Studi di Milano, via S. Antonio... more Milano, 11 novembre 2015 -ore 10:30-12:15 Aula 4 Università degli Studi di Milano, via S. Antonio 5 "Dalla semplice considerazione delle verità fin qui esposte egli è evidente che il fine delle pene non è di tormentare ed affliggere un essere sensibile, né di disfare un delitto già commesso. Può egli in un corpo politico, che, ben lungi di agire per passione, è il tranquillo moderatore delle passioni particolari, può egli albergare questa inutile crudeltà strumento del furore e del fanatismo o dei deboli tiranni? Le strida di un infelice richiamano forse dal tempo che non ritorna le azioni già consumate? Il fine dunque non è altro che d'impedire il reo dal far nuovi danni ai suoi cittadini e di rimuovere gli altri dal farne uguali. Quelle pene dunque e quel metodo d'infliggerle deve esser prescelto che, serbata la proporzione, farà una impressione più efficace e più durevole sugli animi degli uomini, e la meno tormentosa sul corpo del reo." (cap. XII, Fine delle pene) Presiede: Mario Ricciardi (Università degli Studi di Milano; Politeia) La partecipazione è libera fino ad esaurimento posti Informazioni: Politeia (www.politeia-centrostudi.org),
DIReCT Workshop held at the University of Milan, the 14th October 2015
Conference at Bocconi University, Milan. 12th October 2015
Conference, La Sapienza University, Rome, 7 October 2015
Occorre però considerare non soltanto la probità relativa ad un privato o ad una piccola società,... more Occorre però considerare non soltanto la probità relativa ad un privato o ad una piccola società, ma la vera probità, vale a dire la probità in rapporto alla collettività. Questa specie di probità è la sola che realmente abbia un merito, e che ottenga generalmente tale nome. Soltanto considerando la probità da questo punto di vista possiamo formarci idee precise dell'onestà, e trovare una guida alla virtú. Sotto questo aspetto si può affermare che la collettività, al pari delle società particolari, è determinata nei suoi giudizi unicamente dal motivo del proprio interesse; essa attribuisce la qualifica di oneste, grandi o eroiche soltanto alle azioni che sono utili nei propri riguardi. Ed essa concede la propria stima ad una certa azione non già in rapporto al grado di forza, di coraggio o di generosità necessario per eseguirla, ma in proporzione all'importanza di tale azione e al vantaggio che ne ricava." (C.-A. Helvétius, Sullo Spirito, II, XI)
In occasione della pubblicazione del volume di Gianfranco Pellegrino Etica pubblica. Una piccola ... more In occasione della pubblicazione del volume di Gianfranco Pellegrino Etica pubblica. Una piccola introduzione, LUISS University Press, 2015 Milano, 21 Maggio 2015 -ore 14:45-17:45 -Biblioteca di Politeia c/o Università degli Studi di Milano, Via Festa del Perdono,7 -Milano