Giuseppe Patisso | University of Salento (original) (raw)
BOOKS by Giuseppe Patisso
La donna, il matrimonio e la famiglia Aspetti sociali dal XVI al XX secolo. (a cura di Giovanna Da Molin e Angela Carbone), 2023
Date le ardue condizioni di vita del Nuovo Mondo, era molto raro che le donne, di propria volontà... more Date le ardue condizioni di vita del Nuovo Mondo, era molto raro che le donne, di propria volontà, migrassero oltreoceano. A spostarsi, talvolta con la promessa di accumulare ricchezze e terre, erano soprattutto gli uomini. Per i primi sessant’anni di esistenza dell’impero francese in America del Nord (1608-1663), le donne che migrarono in Nuova Francia furono o le consorti dei migranti o le componenti di ordini religiosi, quelle che i francesi chiamavano dévotes. Ciò si ripercosse in maniera decisiva sullo sviluppo delle colonie e sulla possibilità che i migranti giunti al di là dell’Atlantico potessero prendere moglie e mettere radici in terra nordamericana. Per ovviare a questa condizione, nel corso degli anni Sessanta del XVII secolo, durante il periodo delle grandi riforme varate da Luigi XIV, furono elaborate diverse politiche demografiche concepite con la volontà di incentivare la crescita della popolazione nelle colonie d’oltremare. La più importate tra queste fu probabilmente la migrazione delle filles du roi, donne in età da marito, mandate nei possedimenti francesi per sposarsi e generare la prole utile ad accrescerne la popolazione.
Il presente intervento mira a ricostruire la storia e l’impatto che tale politica demografica ebbe sul destino dei possedimenti nordamericani francesi. In particolare, attraverso la documentazione, si cercherà di illustrare quale estrazione sociale avessero le filles du roi, come venivano reclutate, quale educazione ricevessero per affrontare la dura vita nelle colonie, in quali condizioni giungessero nel Nuovo Mondo e come vivessero la loro quotidianità dopo aver contratto matrimonio. La disamina cercherà di mettere in luce le motivazioni – storiche, sociali e culturali – che hanno portato a considerare l’arrivo delle filles du roi non solo uno dei momenti più rappresentativi della storia dell’impero francese in America del Nord ma anche un evento-chiave per creazione di un’identità culturale della nazione canadese.
Carocci, 2018
Nel libro sono narrate le vicende di esploratori come i Caboto, Giovanni da Verrazzano, Jacques C... more Nel libro sono narrate le vicende di esploratori come i Caboto, Giovanni da Verrazzano, Jacques Cartier, Samuel de Champlain, Robert Cavelier de La Salle e la ricerca del mitico passaggio a Nord-ovest. Vi sono gli indiani, Irochesi e Uroni, e i luoghi della Nuova Francia. Vengono descritti l'organizzazione politico-amministrativa di quei territori, la società, l'economia - in particolare il commercio delle pellicce e la pesca del merluzzo -, il ruolo della Chiesa e degli ordini religiosi. C'è il sogno imperiale francese costellato da scontri, alleanze e trattati fino al 1763, anno in cui, dopo un conflitto dalle dimensioni mondiali-la guerra dei Sette anni-l'impero del Giglio sarà destinato a dissolversi nei flutti della storia. Un'opera vasta sull'impero francese nordamericano che risponde a un bisogno conoscitivo non solo degli specialisti, ma anche di un pubblico più ampio.
Congedo , 2017
Nella prima metà del XVIII secolo, durante la lotta tra Francia e Inghilterra per il possesso de... more Nella prima metà del XVIII secolo, durante la lotta tra Francia e Inghilterra per il possesso dei territori dell’America del Nord, anche la regione dell’Acadia dovette affronta- re la temperie di quella lunga contrapposizione che ebbe il suo apice durante la guerra dei sette anni, conflitto che nelle colonie americane fu denominato guerra franco-indiana. Agli abitanti della regione, fedeli alla corona del giglio, fu imposto di ripudiare quel- la loro appartenenza dopo che l’Acadia fu conquistata dagli inglesi, prendendo il nome di Nuova Scozia. Il loro sostanziale rifiuto portò al Grand Dérangement, cioè alla deportazione di migliaia di Acadiani (Acadiens), verso i luoghi più disparati: dalla Francia al- l’Inghilterra, dalla Guyana a Saint-Pierre et Miquelon, da Santo Domingo alla Louisia- na, fino alle isole Falkland, che furono poi ribattezzate Malouines proprio perché colonizzate da un nucleo di coloni Acadiani, in maggioranza provenienti da Saint-Malo. Intere famiglie furono smembrate e molte di esse si videro sottrarre anche i loro figli. Par- tendo dalle prime spedizioni in America del Nord e dagli aspri conflitti durante i diversi momenti della colonizzazione, nel libro sono trattate le principali fasi della questione acadiana, la quale sopravvisse ben oltre la prima metà del XVIII secolo, passando per la Francia rivoluzionaria, per il periodo napoleonico e per il Secondo Impero. Con un pro- clama reale del dicembre 2003, la regina Elisabetta II, in accordo con le autorità canadesi, ha annunciato che il 28 luglio di ogni anno, a partire dal 2005, sarebbe stato dedicato al ricordo del Grand Dérangement.
Congedo, 2009
Non è il dovere di un buon cristiano quello di estirpare i “culti satanici” e, in particolare, i ... more Non è il dovere di un buon cristiano quello di estirpare i “culti satanici” e, in particolare, i sacrifici umani? È giusto intraprendere una guerra contro coloro che non accettano il dominio di una civiltà superiore? Non è forse legittimo l’uso della forza nei confronti di quei popoli che si oppongono alla diffusione del Vangelo? Questi ed altri quesiti furono al centro di grandi discussioni che infiammarono la Spagna tra la prima e la seconda metà del XVI secolo, la più importante delle quali è ricordata come la Controversia di Valladolid (1550-1551). Da una parte vi era Bartolomeo De Las Casas, tra i più famosi difensori dei diritti degli Indios, dall’altra Juan Ginés de Sepúlveda, convinto che ai popoli inferiori, in quanto barbari, andava imposto il “giusto” modello di civiltà e di fede, cioè quello della cattolicissima Spagna. Lo scritto del Sepulveda, il Democrate secondo o delle giuste cause della guerra contro gli indios, ha la struttura di un dialogo socratico tra il tedesco Leopoldo, contagiato in parte dagli “errori luterani” - così come dice lo stesso autore - e Democrate, per bocca del quale sono espresse le opinioni di Sepúlveda. Leopoldo è persuaso che non esistono o sono rarissime le cause che giustificano la guerra, mentre Democrate pensa che esse siano numerose e frequenti, e “risiedono nei crimini e nelle nefande passioni che in continuazione riempiono e agitano la vita umana”.
Besa Editrice, 2003
Tra il XVI e il XVII secolo la monarchia cattolica, per controllare la burocrazia e la gestione d... more Tra il XVI e il XVII secolo la monarchia cattolica, per controllare la burocrazia e la gestione della fiscalità nei vari domini del sistema imperiale spagnolo, utilizzò l'istituto giuridico della visite generali. Le visite, condotte da grandi burocrati indicati direttamente dal sovrano, si tenevano in diverse parti della “polisinodia” spagnola, come nelle Indie e nel Regno di Napoli. A Napoli, però,le visitas furono percepite dalla burocrazia regnicola come un attacco alla secolare autonomia delle sue istituzioni e- soprattutto a partire dall’età della Controriforma – come un tentativo di introdurre nel Regno l’Inquisizione “al modo di Spagna”. Nel liro vengono analizzate tutte le grandi visite genrali che si svolsero nel napoletano tra il XVI e il XVII secolo, mettendo in evidenza, tra l’altro, come queste rappresentassero in un contesto territoriale e amministrativo in cui non agiva il controllo dell’Inquisizione spagnola, una qualche forma di controllo sugli apparati periferici.
articles by Giuseppe Patisso
Ricerche storiche, 2023
Creare una struttura di governo nelle lande desolate del nord America francese non fu impresa da ... more Creare una struttura di governo nelle lande desolate del nord America francese non fu impresa da poco. Gli spazi sterminati, i terreni impervi, gli indiani irochesi, (che per i loro continui attacchi e razzie furono soprannominati piccoli turchi), il sotto-popolamento della colonia, le rivalità con gli inglesi e i freddi inverni laurenziani impedivano, di fatto, il radicarsi di una struttura politico-amministrativa capace di gestire le innumerevoli necessità della Nouvelle France. Il presente lavoro ripercorre queste tensioni nonché i tentativi di personaggi quali Samuel de Champlain e Charles Jacques Huault de Montmagny, primo governatore della colonia che gli amerindi chiamavano Onontio, ossia “Grande montagna”, fino alla riforma del ministro Colbert che avrebbe subordinato i territori nordamericani al diretto controllo della corona del giglio.
Didattica della storia - DS rivista, 2020
In un mondo globalizzato nel quale le contaminazioni culturali rappresentano una sfida dirimente ... more In un mondo globalizzato nel quale le contaminazioni culturali rappresentano una sfida dirimente per la didattica, predisporre strumenti d'insegnamento che facilitino l'approccio degli studenti a temi di storia globale si rivela un'operazione indispensabile. Per tentare di illustrare l'origine e l'evoluzione di fenomeni complessi come la schiavitù e la tratta atlantica si rende necessario l'uso di strumenti didattici che consentano agli studenti di coglierne le caratteristiche fondamentali, in maniera semplice ma critica. I Codici neri e le memorie degli schiavi possono rivelarsi un'utile risorsa in questa prospettiva.
Tratas atlánticas y esclavitudes en América, 2021
Scritti in onore di Giovanna da Molin. Popolazione, famiglia e società in età moderna. Tomo II, 2017
Giornate di studio sul razzismo, 2021
Politica dell'emergenza, 2020
Studi Storici, 2016
Between the eighteenth and nineteenth centuries, Sweden too, in the wake of the great European po... more Between the eighteenth and nineteenth centuries, Sweden too, in the wake of the great European powers, attempted to build a colonial empire. Guided on the Atlantic routes by the expert hands of Dutch merchants, the Swedes founded in Delaware their first settled possession in the New World, Fort Christina (1638). The colonial drive led the Swedes to enter the great circuit of the slave trade, building several fortifications to hold slaves departing for the New World on the coast of modern-day Ghana. In the 1650s, the Swedes lost these outposts to the Danes and Dutch. Swedish imperial ambitions would remain silent until the end of the eighteenth century. In 1784, in exchange for some grants given to the French in the port of Gothenburg, King Gustav III received the possibility of colonizing the island of Saint-Barthélemy. The Swedes attempted to turn this small island, not far from the Greater Antilles, into a hub in the Caribbean trade and slave dealing between the eighteenth and nineteenth centuries. To manage a colony partly founded on the exploitation of slave labour, the Swedish authorities also resorted to the promulgation of slave laws, also known as Black Codes. A clear example is the Von Rosenstein Code, enacted in 1787.
Studi storici, 2017
Denmark did not occupy a prominent place among the great colonizing powers. Analyzing the Danish ... more Denmark did not occupy a prominent place among the great colonizing powers. Analyzing the Danish colonial model, however, different points of contamination with the great colonial empires can be seen. The Gardelins slavereglement of 5 September 1733, enacted by Philip Gardelin, governor of the island of St. Thomas, is one of the most tangible signs of such hybridization. A slave Code issued in a country with no tradition in slaves legislation.
La Danimarca non occupava un posto di primo piano tra le grandi potenze colonizzatrici. Analizzando il modello coloniale danese, tuttavia, si scorgono diversi punti di raccordo con i grandi imperi coloniali. Il Gardelins slavereglement del 5 settembre 1733, emanato da Philip Gardelin, governatore dell’isola di St. Thomas, è uno dei segni più tangibili dell’influenza delle grandi potenze europee sulla storia coloniale danese. Un Codice schiavista emanato da uno Stato senza tradizione nella legislazione speciale per gli schiavi.
Modern Slavery and Human Trafficking , 2020
The paper proposed aims to analyze the slavery legislation born between the fifteenth and ninetee... more The paper proposed aims to analyze the slavery legislation born between the fifteenth and nineteenth centuries, the so-called Black Codes laws-enacted in all the greatest colonial powers of the Old Continent-which regulated life and transportation of slaves in the colonies. Spain, Portugal, England and France, between the sixteenth and seventeenth centuries, created legislative codes dedicated to the slave's management in the colonies, which regulated all aspects of their life: from religion to marriage, from cohabitation to imprisonment, from crimes to corporal punishment. Particularly widespread in the Caribbean colonies of the seventeenth century, these slave laws were soon in force in almost all American colonies of European monarchies, forming the legal basis on which the slave societies of the European empires were founded. In the wake of the Spanish, Portuguese, English and French slave codes, even states that had a marginal role in the process of overseas colonization enacted similar slave codes. It was the case, for example, of Denmark and Sweden that in the management of some of their ultramarine possessions adopted slave codes inspired by those of the greatest colonizing powers.
mediterran tanulmanyok - Études Sur La Région Méditerranéenne, 2017
Fin dai primi anni del processo di colonizzazione, nel possedimento di Santo Domingo gli spagnoli... more Fin dai primi anni del processo di colonizzazione, nel possedimento di Santo Domingo gli spagnoli tentarono di avviare un sistema economico basato sulla piantagione. Rendere efficiente un'economia basata sulFagricoltura estensiva richiedeva una cospicua quantità di manodopera: gli schiavi. Nelle prime fasi del dominio castigliano, furono soprattutto gli indios ad essere ridotti in schiavitù. Ma lo sfruttamento dei nativi si sarebbe rivelato presto inefficace. L'introduzione di schiavi neri modificò in maniera sostanziale la società dell'isola al punto che Santo Domingo fu sconvolta da numerose rivolte nelle quali indios e neri combatterono, fianco a fianco, per affrancarsi dalla condizione di schiavitù nella quale versavano. Emerse, tra gli amministratori di Santo Domingo, la necessità di regolare la vita della forza lavoro schiavile. In tali circostanze, il 6 gennaio 1522, fu promulgata la pro- visión di Diego Colombo, viceré delle Indie. Il testo rappresentò uno di primi tentativi di regolamentare l'esistenza della manodopera schiavile nera, ormai in procinto di divenire la forza lavoro dominante nel possedimento dominicano.
Itinerari di ricerca storica , 2007
Nella seconda metà del XVII secolo la Francia possedeva nel continente nord americano, e in parte... more Nella seconda metà del XVII secolo la Francia possedeva nel continente nord americano, e in parte nelle Antille, un insieme di territori funzionali a quell’idea di “grandeur” perseguita da Luigi XIV e da ministri come Jean Baptiste Colbert. Tra i prodotti più commercializzati vi era lo zucchero la cui domanda nel Vecchio Continente cresceva in maniera esponenziale. La coltivazione della canna da zucchero e la continua necessità di manodopera fece affluire nelle colonie francesi d’oltremare un numero sempre crescente di schiavi dall’Africa. Si creò una società di stampo feudale con un limitato numero di coloni bianchi e una massa indistinta di schiavi che andava regolamentata. Fu per questo che agli inizi degli anni 80 del XVII secolo, su impulso del ministro Colbert, venne predisposta una serie di regolamenti che presero il nome di Code noir. Il primo Code noir vide la luce nel 1685 (quando Colbert era già morto) e i 60 articoli di cui era composto dovevano servire, nelle intenzioni della corona, a regolamentare l’afflusso, la vendita, l’acquisto e la vita degli schiavi neri, nonché la loro punizione ed eventualmente il loro perdono.
La donna, il matrimonio e la famiglia Aspetti sociali dal XVI al XX secolo. (a cura di Giovanna Da Molin e Angela Carbone), 2023
Date le ardue condizioni di vita del Nuovo Mondo, era molto raro che le donne, di propria volontà... more Date le ardue condizioni di vita del Nuovo Mondo, era molto raro che le donne, di propria volontà, migrassero oltreoceano. A spostarsi, talvolta con la promessa di accumulare ricchezze e terre, erano soprattutto gli uomini. Per i primi sessant’anni di esistenza dell’impero francese in America del Nord (1608-1663), le donne che migrarono in Nuova Francia furono o le consorti dei migranti o le componenti di ordini religiosi, quelle che i francesi chiamavano dévotes. Ciò si ripercosse in maniera decisiva sullo sviluppo delle colonie e sulla possibilità che i migranti giunti al di là dell’Atlantico potessero prendere moglie e mettere radici in terra nordamericana. Per ovviare a questa condizione, nel corso degli anni Sessanta del XVII secolo, durante il periodo delle grandi riforme varate da Luigi XIV, furono elaborate diverse politiche demografiche concepite con la volontà di incentivare la crescita della popolazione nelle colonie d’oltremare. La più importate tra queste fu probabilmente la migrazione delle filles du roi, donne in età da marito, mandate nei possedimenti francesi per sposarsi e generare la prole utile ad accrescerne la popolazione.
Il presente intervento mira a ricostruire la storia e l’impatto che tale politica demografica ebbe sul destino dei possedimenti nordamericani francesi. In particolare, attraverso la documentazione, si cercherà di illustrare quale estrazione sociale avessero le filles du roi, come venivano reclutate, quale educazione ricevessero per affrontare la dura vita nelle colonie, in quali condizioni giungessero nel Nuovo Mondo e come vivessero la loro quotidianità dopo aver contratto matrimonio. La disamina cercherà di mettere in luce le motivazioni – storiche, sociali e culturali – che hanno portato a considerare l’arrivo delle filles du roi non solo uno dei momenti più rappresentativi della storia dell’impero francese in America del Nord ma anche un evento-chiave per creazione di un’identità culturale della nazione canadese.
Carocci, 2018
Nel libro sono narrate le vicende di esploratori come i Caboto, Giovanni da Verrazzano, Jacques C... more Nel libro sono narrate le vicende di esploratori come i Caboto, Giovanni da Verrazzano, Jacques Cartier, Samuel de Champlain, Robert Cavelier de La Salle e la ricerca del mitico passaggio a Nord-ovest. Vi sono gli indiani, Irochesi e Uroni, e i luoghi della Nuova Francia. Vengono descritti l'organizzazione politico-amministrativa di quei territori, la società, l'economia - in particolare il commercio delle pellicce e la pesca del merluzzo -, il ruolo della Chiesa e degli ordini religiosi. C'è il sogno imperiale francese costellato da scontri, alleanze e trattati fino al 1763, anno in cui, dopo un conflitto dalle dimensioni mondiali-la guerra dei Sette anni-l'impero del Giglio sarà destinato a dissolversi nei flutti della storia. Un'opera vasta sull'impero francese nordamericano che risponde a un bisogno conoscitivo non solo degli specialisti, ma anche di un pubblico più ampio.
Congedo , 2017
Nella prima metà del XVIII secolo, durante la lotta tra Francia e Inghilterra per il possesso de... more Nella prima metà del XVIII secolo, durante la lotta tra Francia e Inghilterra per il possesso dei territori dell’America del Nord, anche la regione dell’Acadia dovette affronta- re la temperie di quella lunga contrapposizione che ebbe il suo apice durante la guerra dei sette anni, conflitto che nelle colonie americane fu denominato guerra franco-indiana. Agli abitanti della regione, fedeli alla corona del giglio, fu imposto di ripudiare quel- la loro appartenenza dopo che l’Acadia fu conquistata dagli inglesi, prendendo il nome di Nuova Scozia. Il loro sostanziale rifiuto portò al Grand Dérangement, cioè alla deportazione di migliaia di Acadiani (Acadiens), verso i luoghi più disparati: dalla Francia al- l’Inghilterra, dalla Guyana a Saint-Pierre et Miquelon, da Santo Domingo alla Louisia- na, fino alle isole Falkland, che furono poi ribattezzate Malouines proprio perché colonizzate da un nucleo di coloni Acadiani, in maggioranza provenienti da Saint-Malo. Intere famiglie furono smembrate e molte di esse si videro sottrarre anche i loro figli. Par- tendo dalle prime spedizioni in America del Nord e dagli aspri conflitti durante i diversi momenti della colonizzazione, nel libro sono trattate le principali fasi della questione acadiana, la quale sopravvisse ben oltre la prima metà del XVIII secolo, passando per la Francia rivoluzionaria, per il periodo napoleonico e per il Secondo Impero. Con un pro- clama reale del dicembre 2003, la regina Elisabetta II, in accordo con le autorità canadesi, ha annunciato che il 28 luglio di ogni anno, a partire dal 2005, sarebbe stato dedicato al ricordo del Grand Dérangement.
Congedo, 2009
Non è il dovere di un buon cristiano quello di estirpare i “culti satanici” e, in particolare, i ... more Non è il dovere di un buon cristiano quello di estirpare i “culti satanici” e, in particolare, i sacrifici umani? È giusto intraprendere una guerra contro coloro che non accettano il dominio di una civiltà superiore? Non è forse legittimo l’uso della forza nei confronti di quei popoli che si oppongono alla diffusione del Vangelo? Questi ed altri quesiti furono al centro di grandi discussioni che infiammarono la Spagna tra la prima e la seconda metà del XVI secolo, la più importante delle quali è ricordata come la Controversia di Valladolid (1550-1551). Da una parte vi era Bartolomeo De Las Casas, tra i più famosi difensori dei diritti degli Indios, dall’altra Juan Ginés de Sepúlveda, convinto che ai popoli inferiori, in quanto barbari, andava imposto il “giusto” modello di civiltà e di fede, cioè quello della cattolicissima Spagna. Lo scritto del Sepulveda, il Democrate secondo o delle giuste cause della guerra contro gli indios, ha la struttura di un dialogo socratico tra il tedesco Leopoldo, contagiato in parte dagli “errori luterani” - così come dice lo stesso autore - e Democrate, per bocca del quale sono espresse le opinioni di Sepúlveda. Leopoldo è persuaso che non esistono o sono rarissime le cause che giustificano la guerra, mentre Democrate pensa che esse siano numerose e frequenti, e “risiedono nei crimini e nelle nefande passioni che in continuazione riempiono e agitano la vita umana”.
Besa Editrice, 2003
Tra il XVI e il XVII secolo la monarchia cattolica, per controllare la burocrazia e la gestione d... more Tra il XVI e il XVII secolo la monarchia cattolica, per controllare la burocrazia e la gestione della fiscalità nei vari domini del sistema imperiale spagnolo, utilizzò l'istituto giuridico della visite generali. Le visite, condotte da grandi burocrati indicati direttamente dal sovrano, si tenevano in diverse parti della “polisinodia” spagnola, come nelle Indie e nel Regno di Napoli. A Napoli, però,le visitas furono percepite dalla burocrazia regnicola come un attacco alla secolare autonomia delle sue istituzioni e- soprattutto a partire dall’età della Controriforma – come un tentativo di introdurre nel Regno l’Inquisizione “al modo di Spagna”. Nel liro vengono analizzate tutte le grandi visite genrali che si svolsero nel napoletano tra il XVI e il XVII secolo, mettendo in evidenza, tra l’altro, come queste rappresentassero in un contesto territoriale e amministrativo in cui non agiva il controllo dell’Inquisizione spagnola, una qualche forma di controllo sugli apparati periferici.
Ricerche storiche, 2023
Creare una struttura di governo nelle lande desolate del nord America francese non fu impresa da ... more Creare una struttura di governo nelle lande desolate del nord America francese non fu impresa da poco. Gli spazi sterminati, i terreni impervi, gli indiani irochesi, (che per i loro continui attacchi e razzie furono soprannominati piccoli turchi), il sotto-popolamento della colonia, le rivalità con gli inglesi e i freddi inverni laurenziani impedivano, di fatto, il radicarsi di una struttura politico-amministrativa capace di gestire le innumerevoli necessità della Nouvelle France. Il presente lavoro ripercorre queste tensioni nonché i tentativi di personaggi quali Samuel de Champlain e Charles Jacques Huault de Montmagny, primo governatore della colonia che gli amerindi chiamavano Onontio, ossia “Grande montagna”, fino alla riforma del ministro Colbert che avrebbe subordinato i territori nordamericani al diretto controllo della corona del giglio.
Didattica della storia - DS rivista, 2020
In un mondo globalizzato nel quale le contaminazioni culturali rappresentano una sfida dirimente ... more In un mondo globalizzato nel quale le contaminazioni culturali rappresentano una sfida dirimente per la didattica, predisporre strumenti d'insegnamento che facilitino l'approccio degli studenti a temi di storia globale si rivela un'operazione indispensabile. Per tentare di illustrare l'origine e l'evoluzione di fenomeni complessi come la schiavitù e la tratta atlantica si rende necessario l'uso di strumenti didattici che consentano agli studenti di coglierne le caratteristiche fondamentali, in maniera semplice ma critica. I Codici neri e le memorie degli schiavi possono rivelarsi un'utile risorsa in questa prospettiva.
Tratas atlánticas y esclavitudes en América, 2021
Scritti in onore di Giovanna da Molin. Popolazione, famiglia e società in età moderna. Tomo II, 2017
Giornate di studio sul razzismo, 2021
Politica dell'emergenza, 2020
Studi Storici, 2016
Between the eighteenth and nineteenth centuries, Sweden too, in the wake of the great European po... more Between the eighteenth and nineteenth centuries, Sweden too, in the wake of the great European powers, attempted to build a colonial empire. Guided on the Atlantic routes by the expert hands of Dutch merchants, the Swedes founded in Delaware their first settled possession in the New World, Fort Christina (1638). The colonial drive led the Swedes to enter the great circuit of the slave trade, building several fortifications to hold slaves departing for the New World on the coast of modern-day Ghana. In the 1650s, the Swedes lost these outposts to the Danes and Dutch. Swedish imperial ambitions would remain silent until the end of the eighteenth century. In 1784, in exchange for some grants given to the French in the port of Gothenburg, King Gustav III received the possibility of colonizing the island of Saint-Barthélemy. The Swedes attempted to turn this small island, not far from the Greater Antilles, into a hub in the Caribbean trade and slave dealing between the eighteenth and nineteenth centuries. To manage a colony partly founded on the exploitation of slave labour, the Swedish authorities also resorted to the promulgation of slave laws, also known as Black Codes. A clear example is the Von Rosenstein Code, enacted in 1787.
Studi storici, 2017
Denmark did not occupy a prominent place among the great colonizing powers. Analyzing the Danish ... more Denmark did not occupy a prominent place among the great colonizing powers. Analyzing the Danish colonial model, however, different points of contamination with the great colonial empires can be seen. The Gardelins slavereglement of 5 September 1733, enacted by Philip Gardelin, governor of the island of St. Thomas, is one of the most tangible signs of such hybridization. A slave Code issued in a country with no tradition in slaves legislation.
La Danimarca non occupava un posto di primo piano tra le grandi potenze colonizzatrici. Analizzando il modello coloniale danese, tuttavia, si scorgono diversi punti di raccordo con i grandi imperi coloniali. Il Gardelins slavereglement del 5 settembre 1733, emanato da Philip Gardelin, governatore dell’isola di St. Thomas, è uno dei segni più tangibili dell’influenza delle grandi potenze europee sulla storia coloniale danese. Un Codice schiavista emanato da uno Stato senza tradizione nella legislazione speciale per gli schiavi.
Modern Slavery and Human Trafficking , 2020
The paper proposed aims to analyze the slavery legislation born between the fifteenth and ninetee... more The paper proposed aims to analyze the slavery legislation born between the fifteenth and nineteenth centuries, the so-called Black Codes laws-enacted in all the greatest colonial powers of the Old Continent-which regulated life and transportation of slaves in the colonies. Spain, Portugal, England and France, between the sixteenth and seventeenth centuries, created legislative codes dedicated to the slave's management in the colonies, which regulated all aspects of their life: from religion to marriage, from cohabitation to imprisonment, from crimes to corporal punishment. Particularly widespread in the Caribbean colonies of the seventeenth century, these slave laws were soon in force in almost all American colonies of European monarchies, forming the legal basis on which the slave societies of the European empires were founded. In the wake of the Spanish, Portuguese, English and French slave codes, even states that had a marginal role in the process of overseas colonization enacted similar slave codes. It was the case, for example, of Denmark and Sweden that in the management of some of their ultramarine possessions adopted slave codes inspired by those of the greatest colonizing powers.
mediterran tanulmanyok - Études Sur La Région Méditerranéenne, 2017
Fin dai primi anni del processo di colonizzazione, nel possedimento di Santo Domingo gli spagnoli... more Fin dai primi anni del processo di colonizzazione, nel possedimento di Santo Domingo gli spagnoli tentarono di avviare un sistema economico basato sulla piantagione. Rendere efficiente un'economia basata sulFagricoltura estensiva richiedeva una cospicua quantità di manodopera: gli schiavi. Nelle prime fasi del dominio castigliano, furono soprattutto gli indios ad essere ridotti in schiavitù. Ma lo sfruttamento dei nativi si sarebbe rivelato presto inefficace. L'introduzione di schiavi neri modificò in maniera sostanziale la società dell'isola al punto che Santo Domingo fu sconvolta da numerose rivolte nelle quali indios e neri combatterono, fianco a fianco, per affrancarsi dalla condizione di schiavitù nella quale versavano. Emerse, tra gli amministratori di Santo Domingo, la necessità di regolare la vita della forza lavoro schiavile. In tali circostanze, il 6 gennaio 1522, fu promulgata la pro- visión di Diego Colombo, viceré delle Indie. Il testo rappresentò uno di primi tentativi di regolamentare l'esistenza della manodopera schiavile nera, ormai in procinto di divenire la forza lavoro dominante nel possedimento dominicano.
Itinerari di ricerca storica , 2007
Nella seconda metà del XVII secolo la Francia possedeva nel continente nord americano, e in parte... more Nella seconda metà del XVII secolo la Francia possedeva nel continente nord americano, e in parte nelle Antille, un insieme di territori funzionali a quell’idea di “grandeur” perseguita da Luigi XIV e da ministri come Jean Baptiste Colbert. Tra i prodotti più commercializzati vi era lo zucchero la cui domanda nel Vecchio Continente cresceva in maniera esponenziale. La coltivazione della canna da zucchero e la continua necessità di manodopera fece affluire nelle colonie francesi d’oltremare un numero sempre crescente di schiavi dall’Africa. Si creò una società di stampo feudale con un limitato numero di coloni bianchi e una massa indistinta di schiavi che andava regolamentata. Fu per questo che agli inizi degli anni 80 del XVII secolo, su impulso del ministro Colbert, venne predisposta una serie di regolamenti che presero il nome di Code noir. Il primo Code noir vide la luce nel 1685 (quando Colbert era già morto) e i 60 articoli di cui era composto dovevano servire, nelle intenzioni della corona, a regolamentare l’afflusso, la vendita, l’acquisto e la vita degli schiavi neri, nonché la loro punizione ed eventualmente il loro perdono.
Eunomia Rivista Semestrale Di Storia E Politica Internazionali, Jul 31, 2012
Between the XV and XVII century in the American colonies there was an influx of forced slave labo... more Between the XV and XVII century in the American colonies there was an influx of forced slave labor from Africa. Portugal, France, Spain and England were the protagonists of this slave trade or triangular trade fueled by the cultivation of sugar cane and due to the extinction of Amerindian populations. In these areas the need to regulate legally the lives of slaves produced a particular legislation: the black codes. In this work is analyzed and compared the origin of this legislation, starting from the Spanish asientos up to the French code noir, the Americans black codes and the Caroline codigo, a collection of rules about the slaves, but it never entered into force. The paper focuses on a particular profile of the history of human rights in the modern age that will have its effect until the middle of the twentieth century.
Itinerari di ricerca storica , 2017
In the France of the sixteenth century, the huguenots were a major problem for the government bal... more In the France of the sixteenth century, the huguenots were a major problem for the government balance and the primacy of the Catholic religion. The French Calvinists were persecuted and martyred. The struggle against Huguenot heresy became one of King Henry II’s priorities. In this period Born the project to found a French colony on the Brazilian soil. At the birth of this colonial project concurred different reasons: political and economic (undermining the Luso-Spanish hegemony in Latin America), religious and doctrinal (create a community in which the Catholic church could be reformed and start a peaceful coexistence with the Protestants, trying to provide to a reunification of Christendom). In 1555 the knight of Malta, Nicolas Durand de Villegagnon, with the blessing of the king of France, sailed to Brazil. The shipment, which arrived on the Brazilian coast in November 1555, settled in the Guanabara Bay. Here came to life a colonial possession known as Antarctic France. The purpose of this article is to retrace the major events in the history of this colonial possession, analyzing the causes that led to its birth and the reasons that have caused its failure
Itinerari di ricerca storica, 2015
In a North America disputed between the major European powers, the French Empire, passed into his... more In a North America disputed between the major European powers, the French Empire, passed into history with the name of New France, found itself constantly under populated. When the colonial administration of the Compagnie des Cent-Associés failed, Jean Baptiste Colbert and Louis XIV decided to take in their hand the destiny of the Empire and the question regarding its population growth. The male population of the colonies towered several times that of women. It was developed a policy that aimed at encouraging migration of girls in marriageable age in New France. These young girls was Known as filles du roi.
Giornale di Storia costituzionale, Apr 21, 2007
L’anno dell’entrata in vigore del “Code noir” in Louisiana è il 1685. Il “Code noir”, nel suo pre... more L’anno dell’entrata in vigore del “Code noir” in Louisiana è il 1685. Il “Code noir”, nel suo preambulo, conteneva disposizioni che proibivano a ebrei e protestanti di risiedere nelle colonie francesi d’oltremare, dove l’unica fede consentita era quella cattolica e romana. Un sussulto di intolleranza religiosa è riscontrabile in queste disposizioni che entrano in vigore proprio nel 1685, lo stesso anno in cui viene revocato l’Editto di Nantes di Enrico IV con l’Editto di Fontainebleau di Luigi XIV. Ma il “Code noir” del 1685 non resterà in vigore per molto tempo in quanto già nel 1724 sarà sostituito da una nuova versione. Quest’ultima contemplerà dei controlli più rigorosi dei padroni sui loro schiavi, nonchè punizioni più severe. Nel presente lavoro vengono messi a confronto i due codici, quello del 1685 e quello del 1724 e, inoltre, si cerca di dimostrare l’influenza che questo tipo di codificazione ebbe su altri territori coloniali e schiavisti. Nelle colonie spagnole nacquero i cosiddetti “Codigos negros”, mentre negli Stati Uniti, gli Stati del sud, si doteranno di “Black codes” che in parte persisteranno anche dopo la guerra di secessione.
Itinerari di ricerca storica, 2015
Ripercorrendo la tradizione della legislazione schiavista inglese, l’articolo si propone di anali... more Ripercorrendo la tradizione della legislazione schiavista inglese, l’articolo si propone di analizzare lo Sketch of Negro Code di Edmund Burke (1792). Lo studio delle fasi di concepimento di questa “bozza” ha permesso di poterlo collocare all’interno del più ampio movimento Antischiavista inglese, il cui attivismo politico porterà, il 25 marzo 1807, alla promulgazione dello Slave Trade Act, il primo tentativo inglese di sopprimere la tratta degli schiavi nell’Atlantico. Lo studio del codice e delle dinamiche storico-sociali ad esso sottostanti, fornisce il quadro di una delle più pesanti eredità della storia coloniale britannica in età moderna. Un’eredità che l’impero britannico dovrà fronteggiare nella sua transizione verso l’età contemporanea.
Dialectica Libertadora, 2015
Entre las principales plantaciones en el Nuevo Mundo: maíz, algodón y tabaco, las de azúcar fuero... more Entre las principales plantaciones en el Nuevo Mundo: maíz, algodón y tabaco, las de azúcar fueron consideradas las más di-fundidas y rentables. En este artículo se analiza brevemente la relación entre el comercio de esclavos africanos y la producción de azúcar en la América colonial, con lo cual se evidencia cómo la necesidad de mano de obra dio lugar a tal afluencia de africanos esclavizados hasta el punto de transformar la sociedad americana. En lugar de los indios, llegaron los europeos y al poco tiempo los cautivos de África, el verdadero motor de la economía de las colonias; la necesidad de gobernar el flujo de su entrada y su vida en el nuevo contzinente vio el surgimiento de los códigos negros y de otros reglamentos legislativos sobre el sometimiento de los africanos en territorios de los franceses y de los españoles. Los códigos negros franceses (Codes noirs), los códigos negros españoles y los blacks codes estadounidenses nacieron con la intención de proteger a los esclavos de los abusos de sus amos, pero no sucedió así porque el poder de los dueños fue más fuerte que las disposi-ciones procedentes de las capitales europeas.
Itinerari di ricerca storica, 2010
Durante le lezioni tenute nel corso denominato “Laboratorio di Storia moderna” a studenti della l... more Durante le lezioni tenute nel corso denominato “Laboratorio di Storia moderna” a studenti della laurea triennale, della Magistrale e dottorandi è stato sempre posto in evidenza cosa fosse una fonte e la sua evoluzione nel tempo. Fermo restando la fondamentale importanza degli archivi fisici dove reperire le fonti dell’età moderna - e non solo -, con l’adozione di nuove tecnologie e con lo sviluppo di internet cambia anche lo stesso concetto di fonte, la quale da cartacea diventa immateriale. Quell’inchiostro che un tempo fu versato per raccontare e trasmettere fatti e testimonianze, giudizi ed impressioni, sta diventando immateriale: le righe diventano kbites, i fogli e le pagine megabits, i libri gigabites. In questo percorso ho analizzato l’uso delle nuove tecnologie nello studio e nella ricerca di un fonti relative a un personaggio oggetto del mio studio, Juan Ginés de Sepúlveda, riuscendo a trovarne davvero di utilia integrare le mie ricerche. La rete certamente non può ancora soddisfare appieno le necessità della ricerca storica. Ma attraverso archivi e biblioteche nazionali, universitarie, diocesane, emeroteche che hanno digitalizzato buona parte delle fonti librarie e documentali, ho avuto la possibilità di compiere un percorso di ricerca digitale che ha consentito di trovare testi altrimenti di difficile consultazione.
Cattolicesimo e Restaurazione (a cura di Vittoria Fiorelli), 2023
Le delegazioni delle grandi potenze che parteciparono al Congresso di Vienna non dibatterono solo... more Le delegazioni delle grandi potenze che parteciparono al Congresso di Vienna non dibatterono solo sul nuovo assetto europeo dopo il periodo napoleonico. Tra le stanze del castello di Schönbrunn si discusse anche di equilibri extraeuropei e di questioni legate al mondo coloniale. In questa prospettiva fu particolarmente acceso il dibattito che scaturì intorno alla decisione di abolire, o meno, la tratta degli schiavi. Tale discussione fu di fondamentale importanza poiché, per la prima volta nella storia, i rappresentanti delle principali potenze europee si sedevano attorno ad un tavolo e affrontavano in maniera serrata temi inerenti i diritti umani e il loro riconoscimento. Per certi versi, dunque, Vienna rappresentò una tappa rilevante in questa direzione anche se, come avremo modo di vedere, le discussioni avviate sull'abolizione del commercio degli schiavi riscossero ben pochi consensi e, anzi, crearono attriti tra gli Stati desiderosi di cancellare, con un proverbiale colpo di spugna, le eredità della Rivoluzione francese e del periodo napoleonico. Durante i negoziati le istanze abolizioniste furono sostenute, quasi esclusivamente, dai rappresentanti dell'Inghilterra che dovettero costantemente scontrarsi con l'ostruzionismo degli omologhi di Francia, Spagna, Portogallo e Russia. Analizzare le dinamiche e le ragioni alla base di tali contrasti risulta essenziale per poter comprendere quale sarebbe stato l'impatto delle disposizioni contemplate nella Déclaration des Puissances, sur l'abolition de la Traite des Nègres (8 febbraio 1815) sul mondo atlantico.
Color, raza y racialización en América y el Caribe, 2022
Le rappresentazioni dei neri nell'età moderna, 2022
Grupo de traducción de latín, 2015
Lo studio mette in evidenza alcuni aspetti della microstoria e in particolare alcune figure che h... more Lo studio mette in evidenza alcuni aspetti della microstoria e in particolare alcune figure che hanno inciso in maniera significativa sulla vita sociale, politica e religiosa dei luoghi in cui essi vivevano. La ricerca si occupa di un personaggio la cui figura può essere delineata grazie all'Archio della Diocesi di Oria e di Brindisi. si tratta del canonico salentino Gaspare Messerquà Papatodero, il quale pur vivendo in pieno Settecento, non può essere considerato uno studioso di un nuovo tempo. Egli era un umanista che affondava le sue radici e le sue convinzioni culturali nel XV-XVI e XVII secolo. Delle suggestioni illuministe francesi (peraltro troppo lontane dal Salento) e dei sussurri della Rivoluzione partenopea del 1799 non percepì, ma ancor più certo, non volle percepire nulla. La sua opera principale “Della Fortuna di Oria città di provincia d’Otranto” (ad Oria è conservata l’unica copia manoscritta oltre che una copia a stampa del 1858 contenente un’introduzione del canonico e Teologo Quinto Mario Corrado junore,) è divisa in tre dissertazioni e nulla recepisce della nuova storiografia illuminista staccata sia dalle corti che dalla chiesa, dove gli aspetti politici, antiquari, religiosi ecc. erano declassati a semplice cornice di un quadro il cui contenuto era rappresentato dalla vita economica, sociale e culturale non delle singole realtà territoriali ma soprattutto dai grandi stati e continenti.
L’oggetto della ricerca consiste nella ricostruzione della storia di un’Arciconfraternita salenti... more L’oggetto della ricerca consiste nella ricostruzione della storia di un’Arciconfraternita salentina (denominata della Morte) che fu fondata ad Oria a partire dal 1480 più come compagnia miltare che non come movimento confraternale. L’allora vescovo di Oria, il portoghese Francesco de Arenis, fece da guida spirituale alla Compagnia della Morte i cui componenti che vi aderirono si diressero alla vicina Otranto conquistata dai Turchi. Dopo questo evento cruento e soprattutto a partire dal periodo controriformistico l’arciconfraternita della morte di Oria assume caratteristiche simili a quelle di altre confraternite meridionali arrivando anche alla mummificazione di alcuni confratelli, tutt’ora conservati nella cripta della Cattedrale di Oria.
Le idee di Juan Ginés de Sepúlveda e i suoi scritti sulla conquista del Nuovo mondo e sulla guerr... more Le idee di Juan Ginés de Sepúlveda e i suoi scritti sulla conquista del Nuovo mondo e sulla guerra giusta contro gli indios furono al centro di aspri dibattiti nella Spagna del XVI secolo e diedero vita a quella che è passata alla storia come la Controversia di Valladolid che vide l’umanista di Cordoba confrontarsi con Bartolomé de Las Casas in uno dei più importanti dibattiti sui diritti umani dell’età moderna. Sepúlveda però, a differenza di las Casas, non fu mai in America anche se i suoi scritti risultano essere essenziali per la conoscenza e la comprensione del dibattito sulle scoperte americane. In questo lavoro si analizzano quali furono le fonti che Sepúlveda utilizza per poter scrivere e dibattere questioni che non aveva mai visto di persona ma che aveva solo sentito e letto. La sua vocazione di storico imperiale lo muove verso la conoscenza di tutta la storia del tempo e lo spinge ad raccontare e dibattere su tematiche che hanno come fine ultimo il bene dell’impero carolingio e la diffusione della fede e la percezione dello stesso la ricava dalle lettere di Cortés, che egli conosce personalmente e col quale ha la possibilità di colloquiare direttamente.
In questo lavoro si analizza il giudizio di due storici locali come Francesco Errico e Domenico R... more In questo lavoro si analizza il giudizio di due storici locali come Francesco Errico e Domenico Ruggiero Greco. Ciò è stato possibile grazie ad un recente scavo archivistico e bibliografico che ci ha fatto ritrovare le opere di questi autori, necessarie per inquadrare in maniera più completa la figura del marchese d'Oria. L'Errico risulta essere un convinto accusatore del Bonifacio al punto che in "Cenni storici sulla città di Oria" lo definisce di “indole cattiva e prepotente, fu deposto [dal Viceré Alcalà dall’ufficio di Giustiziere del Regno] e si ritirò nella rocca Sveva del suo Marchesato Oritano”. Il Greco, seppur più indulgente, è convinto che le scelte del marchese siano "fuori dalla grazie di Dio" e sostiene (erroneamente) che egli si sia convertito in punto di morte.
Quello che mi preme sottolineare dell'importanza di questi saggi, ma in generale degli studi di s... more Quello che mi preme sottolineare dell'importanza di questi saggi, ma in generale degli studi di storia del libro e delle biblioteche, è la duplice valenza che questi hanno. Da un lato il valore scientifico che essi hanno all'interno degli studi riguardanti la conoscenza del fenomeno librario, della sua diffusione in età moderna, delle pratiche di lettura, dei livelli di alfabetizzazione, della nascita di un'opinione pubblica, della censura, del commercio librario. Non solo cultura quindi, ma anche politica, società ed economia. L'altro importante valore di questi studi è dato dall'implicito sostegno alla salvaguardia dei patrimoni librari preziosi e inestimabili, che a volte sono "fotografie" di un'epoca e che rischiano continuamente la dispersione o l'oblio. Conoscere e studiare biblioteche e libro antico vuole dire pertanto difendere e non disperdere, ma salvaguardare dall'incuria, dalla distruzione e dalle insidie di chi trafuga e rivende, soprattutto in Italia dove riecheggiano ancora attuali le parole di Franco Venturi, storico e profondo conoscitore della cultura italiana, che nel 1968, nella prefazione a Settecento riformatore, lanciava una riflessione attenta sullo stato delle biblioteche italiane: «l'Italia è [...] uno dei Paesi in cui è più difficile e faticoso giungere a contatto con i testi», e le biblioteche sul territorio nazionale sono di «difficile accesso quanto la biblioteca di Babilonia di Borges e sono insieme depositi nei quali le tracce del passato possono più facilmente obliterarsi, rovinarsi e scomparire».
Nel XVII secolo la Francia regnò su buona parte dell'America del Nord. I vessilli della coron... more Nel XVII secolo la Francia regnò su buona parte dell'America del Nord. I vessilli della corona del giglio campeggiarono su un territorio sterminato che andava dalla baia di Hudson fino ai mari caraibici, seguendo il corso del Mis-sissippi, fiume dai francesi ribattezzato Colbert. Tra le ghiacciate lande canade-si e le umide, paludose, distese della Louisiana nacque un impero durato oltre due secoli, la Nouvelle France (denominazione attribuita ai fratelli Giovanni e Girolamo da Verrazzano), con il quale la Francia cullò il sogno di divenire una potenza atlantica. La presenza francese in America del Nord è riscontrabile già a partire dalla prima metà del XVI secolo, con le esplorazioni dell'italiano Giovanni da Ver-razzano (1524) e del bretone Jacques Cartier (1536-1543), avallate dal primo sovrano della dinastia Valois-Angoulême, Francesco I. Spedizioni che fornirono un contributo importante per la conoscenza geografica dell'area nordamericana ma che non riuscirono a dar...
In un suo famoso saggio, La Spagna imperiale e il Mezzogiorno, Giuseppe Galasso nell’affrontare l... more In un suo famoso saggio, La Spagna imperiale e il Mezzogiorno, Giuseppe Galasso nell’affrontare la questione sul fatto se quello napoletano fosse un Regno o un Viceregno affermava: «Il Regno era e rimase un regno; il sovrano portava il titolo di re; tutte le carte, la legislazione e i documenti, nonché la teoria giuridica e politica, la pubblicistica, le cronache e ogni altro tipo di letteratura relativa a Napoli nei secoli XVI e XVII parlano sempre ed esclusivamente di Regno, Reyno, Royaume, Realme, Regnum. L’espressione viceregno in senso istituzionale è usata unicamente per indicare la carica di vicerè». Un equivoco che nasceva dal fatto che il Napoletano fosse inserito negli altri domini spagnoli, come quelli del Nuovo Mondo, indicati con l’appellativo di virreynados la cui condizione era però completamente diversa rispetto al Regno di Napoli. Partendo dall’eredità normanna, e dai caratteri dello stato normanno nel Mezzogiorno, l’autore individua le origini del dualismo italiano...
Lo studio mette in evidenza alcuni aspetti della microstoria e in particolare alcune figure che h... more Lo studio mette in evidenza alcuni aspetti della microstoria e in particolare alcune figure che hanno inciso in maniera significativa sulla vita sociale, politica e religiosa dei luoghi in cui essi vivevano. La ricerca si occupa di un personaggio la cui figura può essere delineata grazie all'Archio della Diocesi di Oria e di Brindisi. si tratta del canonico salentino Gaspare Messerquà Papatodero, il quale pur vivendo in pieno Settecento, non può essere considerato uno studioso di un nuovo tempo. Egli era un umanista che affondava le sue radici e le sue convinzioni culturali nel XV-XVI e XVII secolo. Delle suggestioni illuministe francesi (peraltro troppo lontane dal Salento) e dei sussurri della Rivoluzione partenopea del 1799 non percepì, ma ancor più certo, non volle percepire nulla. La sua opera principale “Della Fortuna di Oria città di provincia d’Otranto” (ad Oria è conservata l’unica copia manoscritta oltre che una copia a stampa del 1858 contenente un’introduzione del canonico e Teologo Quinto Mario Corrado junore,) è divisa in tre dissertazioni e nulla recepisce della nuova storiografia illuminista staccata sia dalle corti che dalla chiesa, dove gli aspetti politici, antiquari, religiosi ecc. erano declassati a semplice cornice di un quadro il cui contenuto era rappresentato dalla vita economica, sociale e culturale non delle singole realtà territoriali ma soprattutto dai grandi stati e continenti.
Fin dai primi anni del processo di colonizzazione, nel possedimento di Santo Domingo gli spagnoli... more Fin dai primi anni del processo di colonizzazione, nel possedimento di Santo Domingo gli spagnoli tentarono di avviare un sistema economico basato sulla piantagione. Rendere efficiente un'economia basata sulFagricoltura estensiva richiedeva una cospicua quantità di manodopera: gli schiavi. Nelle prime fasi del dominio castigliano, furono soprattutto gli indios ad essere ridotti in schiavitù. Ma lo sfruttamento dei nativi si sarebbe rivelato presto inefficace. L'introduzione di schiavi neri modificò in maniera sostanziale la società dell'isola al punto che Santo Domingo fu sconvolta da numerose rivolte nelle quali indios e neri combatterono, fianco a fianco, per affrancarsi dalla condizione di schiavitù nella quale versavano. Emerse, tra gli amministratori di Santo Domingo, la necessità di regolare la vita della forza lavoro schiavile. In tali circostanze, il 6 gennaio 1522, fu promulgata la pro- visión di Diego Colombo, viceré delle Indie. Il testo rappresentò uno di primi tentativi di regolamentare l'esistenza della manodopera schiavile nera, ormai in procinto di divenire la forza lavoro dominante nel possedimento dominicano.
It Spagna e Portogallo furono le monarchie protagoniste della prima fase dell'espansione ultr... more It Spagna e Portogallo furono le monarchie protagoniste della prima fase dell'espansione ultramarina europea. L'acquisizione di una dimensione imperiale intercontinentale – con tutto quello che ne consegui (mutamenti nel sistema politico, economico, sociale) – ebbe delle ripercussioni in tutti gli ambiti della vita statale delle monarchie iberiche. Vi furono riforme amministrative, nuovi regolamenti giuridici, ricadute di breve e lungo corso sul versante culturale e antropologico. Questo processo evolutivo ando ad investire anche le istituzioni piu antiche, che potevano contare su una lunga tradizione politico-giuridica e che rappresentavano dei baluardi, anche e soprattutto in termini d'identita culturale. La schiavitu era senza dubbio uno di queste. La concezione giuridica, sociale, culturale ed antropologica della schiavitu cambio in maniera significativa. I portoghesi, quanto e forse piu degli spagnoli, contribuirono in maniera decisiva a questa evoluzione, sia con l...
Entre las principales plantaciones en el Nuevo Mundo: maiz, algodon y tabaco, las de azucar fuero... more Entre las principales plantaciones en el Nuevo Mundo: maiz, algodon y tabaco, las de azucar fueron consideradas las mas difundidas y rentables. En este articulo se analiza brevemente la relacion entre el comercio de esclavos africanos y la produccion de azucar en la America colonial, con lo cual se evidencia como la necesidad de mano de obra dio lugar a tal afluencia de africanos esclavizados hasta el punto de transformar la sociedad americana. En lugar de los indios, llegaron los europeos y al poco tiempo los cautivos de Africa, el verdadero motor de la economia de las colonias; la necesidad de gobernar el flujo de su entrada y su vida en el nuevo contzinente vio el surgimiento de los codigos negros y de otros reglamentos legislativos sobre el sometimiento de los africanos en territorios de los franceses y de los espanoles. Los codigos negros franceses (Codes noirs), los codigos negros espanoles y los blacks codes estadounidenses nacieron con la intencion de proteger a los esclavos...