Nonantola Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
Il volume è dedicato a una zona del paese di Nonantola divenuta, durante e dopo la Seconda guerra mondiale, simbolo dell'assurdità dei conflitti armati con il loro strascico di innocenti vittime civili, in particolare bambini, come... more
Il volume è dedicato a una zona del paese di Nonantola divenuta, durante e dopo la Seconda guerra mondiale, simbolo dell'assurdità dei conflitti armati con il loro strascico di innocenti vittime civili, in particolare bambini, come accadde con il bombardamento che la mattina del 20 novembre 1944 lì uccise undici persone.
L' avvocato Gino Friedmann, uno dei principali esponenti della comunità ebraica modenese della prima metà del Novecento, dopo essersi per breve tempo dedicato alla professione forense, decise di occuparsi dell'amministrazione delle grandi... more
L' avvocato Gino Friedmann, uno dei principali esponenti della comunità ebraica modenese della prima metà del Novecento, dopo essersi per breve tempo dedicato alla professione forense, decise di occuparsi dell'amministrazione delle grandi proprietà terriere della famiglia materna, i Sacerdoti, il che gli permise di progettare innovative soluzioni agronomiche e tecniche. Ben presto però divenne sostenitore dell'idea che bisognava industrializzare l'agricoltura nelle mani degli stessi agricoltori attraverso la di usione della cooperazione. Promosse perciò la fondazione della Cantina Sociale di Nonantola nel 1913, di cui a più riprese ebbe la presidenza per alcuni decenni, della Cremeria Sociale di Nonantola nel 1926 e di varie altre cantine nel Modenese, no a sostenere nel 1922 la costituzione della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali, di cui divenne presidente. Dietro suo impulso l' esperienza della Cantina Sociale di Nonantola, di cui fu presidente per vari decenni, fu ampliata progressivamente ad altri settori produttivi: la lavorazione del pomodoro dal 1919 e la produzione di marmellate dalla ne degli anni Trenta, attività che permisero l' occupazione anche di molta manodopera femminile. Nominato durante la Prima guerra mondiale commissario agricolo provinciale, si impegnò poi per la costituzione della Federazione provinciale degli agricoltori, di cui fu presidente no al 1921. Accanto all'impegno di imprenditore, Gino Friedmann pose quello di amministratore locale. Dal 1922 al 1926 fu sindaco di Nonantola, alla guida di una giunta conservatrice moderata che ri utò di aderire al Partito Fascista. Come sindaco si impegnò per il risanamento infrastrutturale e sanitario del paese, per poi occuparsi, negli anni Trenta, del Consorzio della Boni ca Nonantolana, di cui divenne presidente. Nei di cilissimi anni della Seconda guerra mondiale, come rappresentante a Modena della Delasem (Delegazione per l'assistenza agli emigranti ebrei), fu difensore dei rifugiati ebrei divenendo uno dei principali protagonisti della famosa vicenda dei ragazzi di Villa Emma a Nonantola, nché dopo l'8 settembre 1943 fu costretto a trovare rifugio in Svizzera. Ritornato in Italia al termine del con itto, riprese il suo impegno a favore della cooperazione che portò avanti con tenacia per il resto della propria vita.
L' avvocato Gino Friedmann, uno dei principali esponenti della comunità ebraica modenese della prima metà del Novecento, dopo essersi per breve tempo dedicato alla professione forense, decise di occuparsi dell'amministrazione delle grandi... more
L' avvocato Gino Friedmann, uno dei principali esponenti della comunità ebraica modenese della prima metà del Novecento, dopo essersi per breve tempo dedicato alla professione forense, decise di occuparsi dell'amministrazione delle grandi proprietà terriere della famiglia materna, i Sacerdoti, il che gli permise di progettare innovative soluzioni agronomiche e tecniche. Ben presto però divenne sostenitore dell'idea che bisognava industrializzare l'agricoltura nelle mani degli stessi agricoltori attraverso la di usione della cooperazione. Promosse perciò la fondazione della Cantina Sociale di Nonantola nel 1913, di cui a più riprese ebbe la presidenza per alcuni decenni, della Cremeria Sociale di Nonantola nel 1926 e di varie altre cantine nel Modenese, no a sostenere nel 1922 la costituzione della Federazione Nazionale delle Cantine Sociali, di cui divenne presidente. Dietro suo impulso l' esperienza della Cantina Sociale di Nonantola, di cui fu presidente per vari decenni, fu ampliata progressivamente ad altri settori produttivi: la lavorazione del pomodoro dal 1919 e la produzione di marmellate dalla ne degli anni Trenta, attività che permisero l' occupazione anche di molta manodopera femminile. Nominato durante la Prima guerra mondiale commissario agricolo provinciale, si impegnò poi per la costituzione della Federazione provinciale degli agricoltori, di cui fu presidente no al 1921. Accanto all'impegno di imprenditore, Gino Friedmann pose quello di amministratore locale. Dal 1922 al 1926 fu sindaco di Nonantola, alla guida di una giunta conservatrice moderata che ri utò di aderire al Partito Fascista. Come sindaco si impegnò per il risanamento infrastrutturale e sanitario del paese, per poi occuparsi, negli anni Trenta, del Consorzio della Boni ca Nonantolana, di cui divenne presidente. Nei di cilissimi anni della Seconda guerra mondiale, come rappresentante a Modena della Delasem (Delegazione per l'assistenza agli emigranti ebrei), fu difensore dei rifugiati ebrei divenendo uno dei principali protagonisti della famosa vicenda dei ragazzi di Villa Emma a Nonantola, nché dopo l'8 settembre 1943 fu costretto a trovare rifugio in Svizzera. Ritornato in Italia al termine del con itto, riprese il suo impegno a favore della cooperazione che portò avanti con tenacia per il resto della propria vita.
- by Pamela Tavernari and +1
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- Northern Italy, Modena, Nonantola, Emilia Romagna
Il libro si propone di ripresentare l’interessante esperimento socio-culturale ideato dal dottor Giuseppe Moreali con la pubblicazione di una rivista che nel corso degli anni assunse diversi titoli (Rìs e fasòo, Fasòo e ris, La Rocca, Al... more
Il libro si propone di ripresentare l’interessante esperimento socio-culturale ideato dal dottor Giuseppe Moreali con la pubblicazione di una rivista che nel corso degli anni assunse diversi titoli (Rìs e fasòo, Fasòo e ris, La Rocca, Al Tursèin, Il Torricino).
Giuseppe Moreali, dapprima impegnato sul fronte della Prima guerra mondiale in un ospedale da campo, poi medico condotto a Nonantola per quarant’anni, nei decenni centrali del Novecento. Antifascista e antitotalitarista, riconosciuto “Giusto tra le Nazioni” dallo Yad Vashem di Gerusalemme per il suo impegno nel salvataggio dei ragazzi ebrei ospitati a Villa Emma di Nonantola, manifestò sempre un vivo interesse per il paese e la comunità nonantolana, per la sua storia, l’arte e l’ambiente grazie alla sua curiosità.
Stampati con il ciclostile messo a disposizione dal Comune di Nonantola, mantenendo sostanzialmente inalterati negli anni il formato e la veste editoriale, i fascicoli – undici in tutto – di quello che Giuseppe Moreali stesso definì su quelle pagine il giornale dei Nonantolani, volevano essere uno spazio in cui, sotto la sua guida, diverse persone, soprattutto giovani appassionati di storia, poesia, arte, potessero esprimere i loro interessi e arricchire la cultura dei Nonantolani loro lettori. Come ha evidenziato Guido Pisi nell’introduzione, "la piccola rivista nonantolana, oltre alla qualità dei testi e al riconoscimento che seppe guadagnarsi dai numerosi lettori, costituisce un caso raro ed esemplare di costruzione della memoria collettiva di una comunità".
Il volume riproduce i testi integrali (in alcuni casi ancora attuali) di tutte le testate della rivista corredati dei disegni e delle fotografie originali e mantiene la suddivisione in fascicoli creata con l’inserimento delle immagini di copertina e degli indici dei singoli numeri.
Info: aemilia.storie@tiscali.it
Nelle prime fotografi e alcuni degli edifi ci sono già presenti, la fabbrica è in costruzione, si chiama solennemente Lavorazione Sociale Cooperativa Prodotti Agricoli Nonantola, ma si sviluppa in una realtà modesta, con una economia... more
Nelle prime fotografi e alcuni degli edifi ci sono già presenti, la fabbrica è in costruzione, si chiama solennemente Lavorazione Sociale Cooperativa Prodotti Agricoli Nonantola, ma si sviluppa in una realtà modesta, con una economia locale quasi esclusivamente legata all'agricoltura, i larghi capannoni e la altissima ciminiera si impiantano su di un fondo agricolo, si espandono sui prati, lambiscono i canali sconvolgendo i percorsi viari come le abitudini sociali e lavorative, chiudono l' orizzonte di un mondo schivo, che ancora non conosceva la tecnologia produttiva industriale… Trasformazioni progressive, imperniate sul percorso della ferrovia Modena -Ferrara con l' epicentro di sviluppo stabilito dallo snodo delle strutture della stazione ferroviaria e che andranno avanti fi no alla defi nizione di un grande stabilimento inserito in quello che diventerà il primo polo industriale del paese di Nonantola… Ogni gruppo di queste stampe fotografi che ha una sua storia, insieme coprono un periodo che va dal 1913 con la fotografi a di gruppo dei soci fondatori fi no alla metà degli anni '80 con le vedute dall'alto. La serie più consistente appartiene all' Archivio della Partecipanza che ha avuto in custodia parte dell' Archivio della Cantina Sociale di Nonantola e gran parte del materiale visivo esposto negli uffi ci: dai pesanti pannelli di legno sono state tolte, ripulite e scansionate molte fotografi e. Sono poi arrivate anche quelle della Raccolta Andrea Guerra che ha avuto modo di reperire sul mercato del collezionismo immagini diverse degli stabilimenti di Nonantola. Alcune foto sono state rintracciate nell' Archivio Comunale di Nonantola, poi si sono potute usare le immagini raccolte da diversi privati, tra cui alcune cartoline e infi ne si è attinto, solo per l'uso di alcune fotografi e, a quella vastissima mole di immagini che è l' Archivio Fondazione Fotografi a proveniente dalle Raccolte Fotografi che Modenesi Giuseppe Panini… Sono diversi i professionisti che lavorano nelle riprese della Cantina Sociale di Nonantola. Nei documenti non è stato rintracciato alcun mandato di pagamento o fattura che avrebbe potuto aiutare a datare o almeno a dare un autore preciso alla grande quantità di immagini superstiti. Solo l'antica abitudine propria dei fotografi di apporre un timbro in rilievo sui margini della stampa è servita, quando presente, per assegnare con certezza all' occhio di un fotografo piuttosto che ad altro le molteplici riprese. In alcuni casi e per sicuramente più operatori erano chiamati ad eseguire scatti contemporaneamente e nel medesimo contesto, le attribuzioni restano diffi cilissime, pertanto si è scelto di non inserire il nome di nessun autore.diverse stampe, dato che nell' occasione delle visite di politici, ambasciatori o personalità varie… I nuclei più consistenti di fotografi e sono sostanzialmente riferibili a Ferruccio Sorgato, Umberto Orlandini, e soprattutto a Benvenuto Bandieri, professionisti e artigiani di profonda cultura dell'immagine che con la produzione dei loro studi hanno a lungo rappresentato la tradizione fotografi ca modenese. Testo e didascalie: Massimo Baldini, Pamela Tavernari e Natascia Reggiani. Stampa digitale: www.quidsolutions.com La Cantina Sociale di Nonantola: album fotografico a cura di PARTECIPANZA AGRARIA DI NONANTOLA COMUNE DI NONANTOLA
- by Massimo Baldini
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- Nonantola
I mille volti di Matilde è il titolo di un recente volume curato da Paolo Golinelli che raccoglie e illustra, con saggi e schede del curatore e di vari studiosi, un numero straordinario di immagini della Contessa di Canossa, rintracciate... more
I mille volti di Matilde è il titolo di un recente volume curato da Paolo Golinelli che raccoglie e illustra, con saggi e schede del curatore e di vari studiosi, un numero straordinario di immagini della Contessa di Canossa, rintracciate nei territori in cui s'estese il suo potere, da Mantova a Lucca, a Pisa, ai luoghi matildici: Bondeno di Gonzaga, ove morì nel 1115; l'Abbazia benedettina di San Benedetto Po, una delle più note fondazioni della Contessa, presso cui volle essere inumata; i complessi Vaticani, nella cui Basilica di San Pietro sarebbe stata tumulata nel 1644, unica donna ivi sepolta, assieme alla regina Cristina di Svezia. Questo intervento vuole essere un itinerario nell'iconografia matildica attraverso i secoli, circoscritto ai territori un tempo governati dagli Este: volumi delle genealogie mitiche fra storia e leggenda, spettacolari cicli barocchi ad affresco o plasmati nello stucco, dipinti ispirati dal romanticismo ottocentesco e altro ancora, restituendo le tante interpretazioni dell'affascinante e complessa figura della Gran Contessa.
Nell’anno 1002 il monaco di origine lombarda Rodolfo è ordinato abate del monastero di San Silvestro di Nonantola. Oscuri sono i natali e la formazione religiosa, mentre più documentato è il periodo che trascorse alla guida della folta... more
Nell’anno 1002 il monaco di origine lombarda Rodolfo è ordinato abate del monastero di San Silvestro di Nonantola. Oscuri sono i natali e la formazione religiosa, mentre più documentato è il periodo che trascorse alla guida della folta comunità monastica. Furono trentaquattro anni vissuti tra battaglie, incendi, grandi nevicate e tentativi regi di depotenziarne il ruolo.
Nel libro vengono tratteggiate le possibili origini, il quadro familiare, recuperato per via indiziaria da un ristretto numero di fonti, e non ultimo l’impegno profuso nel rifondare il monastero, controllato dalla seconda metà del X secolo dagli imperatori sassoni e dai presuli emiliani.
La figura del venerabile abate è colta nel quadro di una Nonantola circondata dall’incolto dei boschi e delle paludi, segnata dalle incursioni ungare e dal malgoverno degli ultimi abati. Lì, tra campi e selve, si staglia imponente l’abbazia di Anselmo, crocevia culturale e politico per uomini e istituzioni. In questo scenario Rodolfo guida la comunità mantenendosi equidistante dai proceres del Regno Italico, favorisce gli scambi culturali e spirituali con i cenobi padani e opera una profonda ricostruzione della memoria documentaria.
Pope Sylvester I (314-335) became an important figure in the political history of early medieval Italy. His legendary relationship with Constantine I (306-337), the first Christian emperor, played a significant role in establishing his... more
Pope Sylvester I (314-335) became an important figure in the political history of early medieval Italy. His legendary relationship with Constantine I (306-337), the first Christian emperor, played a significant role in establishing his ideological prominence. Declared a saint of the early Roman Church, Sylvester’s relics did not gain much attention until the middle of the eighth century, when they became a source of competition. On the one hand, Roman popes venerated his body in the monastery of St Stephen and St Sylvester, founded by Pope Paul I around 760 inside the Eternal City; on the other hand, the Lombard king Aistulf and his brother-in-law, Abbot Anselm, claimed to have brought Sylvester’s relics north, in order to have them buried in Anselm’s newly founded monastery of Nonantola in the Po Valley. Scholars would appear to have overlooked this major issue when investigating the relation- ship between Lombard elite society and Roman popes in the eighth century. This article will therefore consider the dates, forms, and narratives of the translatio of St Sylvester in order to evaluate Nonantola’s political and ideological involvement in this »holy« movement. The main argument is that through the »journey« of Sylvester’s relics within the Lombard kingdom, King Aistulf was able to increase his prestige and political influence. For its part, Nonantola rewrote the history of its origins by centring it on the relics of the Constantinian pontiff and those of Pope Hadrian I, in order to claim political and spiritual primacy through- out the medieval period.
Data una tradizione documentaria 1 piuttosto complessa e articolata, caratterizzata da numerose falsificazioni 2 , l'analisi del patrimonio fondiario del mona-1 Elenco delle abbreviazioni: Antiquitates V = Muratori A. L., Antiquitates... more
Data una tradizione documentaria 1 piuttosto complessa e articolata, caratterizzata da numerose falsificazioni 2 , l'analisi del patrimonio fondiario del mona-1 Elenco delle abbreviazioni: Antiquitates V = Muratori A. L., Antiquitates Italicae Medii Aevii, V, Milano 1741; Catalogi abbatum Nonantulanorum = Vita Anselmi abbatis Nonantulani. Appendix. Catalogi abbatum Nonantolanorum, Hannoverae 1878 (MGH, Scriptores rerum Langobardicarum et Italicarum saec. VI-IX), pp. 570-573; CDBol = Fanti M., Paolini L., Codice Diplomatico della Chiesa Bolognese. Documenti autentici e spuri (secoli IV-XII), Roma 2004; CDL II = Schiaparelli L., Codice Diplomatico Longobardo, II, Roma 1933; CDL III = Bruhl C., Codice Diplomatico Longobardo, III.1, Roma 1973; CDMod = Tiraboschi G., Memorie storiche modenesi, I, Modena 1793; CDN = Tiraboschi G., Storia dell'augusta Badia di San Silvestro di Nonatola, II, Codice diplomatico, Modena 1785; ChLA XXIX = Chartae Latinae Antiquiores.
Sicut scriptum est». La parola scritta e i suoi molteplici valori nel millennio medievale PROSPETTIVE STORICHE Studi e ricerche collana diretta da «Sicut scriptum est». La parola scritta e i suoi molteplici valori nel millennio medievale... more
Sicut scriptum est». La parola scritta e i suoi molteplici valori nel millennio medievale PROSPETTIVE STORICHE Studi e ricerche collana diretta da «Sicut scriptum est». La parola scritta e i suoi molteplici valori nel millennio medievale «Sicut scriptum est». La parola scritta e i suoi molteplici valori nel millennio medievale La pubblicazione del presente volume è stata realizzata con il contributo dell'Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Storici Pubblicazione resa disponibile nei termini della licenza Creative Commons Attribuzione -Non commerciale -Non opere derivate 4.0 Possono applicarsi condizioni ulteriori contattando info@aAccademia.it prima edizione febbraio 2020 isbn 978-88-31978-66-8 edizioni digitali www.aAccademia.it/sicutscriptum est book design boffetta.com V Indice Introduzione Francesco Cissello, Elena Corniolo, Alessia Francone, Marina Sarramia VII Registrare, controllare e… eternare. Dal documento alla charta lapidaria, esempi di contratti e donazioni nel territorium di Roma e del Lazio fra vi e xii secolo Arianna Nastasi 3 Memorie di un ambasciatore a Costantinopoli: Anastasio Bibliotecario tra rappresentazione di sé e racconto storico Giulia Cò 23 «Quoniam ego novi quod in hoc cenobio multi sunt fratres, qui ignorant rationes et iura illorum». I diplomi fondativi dell'abbazia di Nonantola nella memoria della comunità monastica: ricezione, conservazione e rielaborazione della documentazione pubblica Edoardo Manarini 40 «De ista ora in antea tuus fidelis ero». I giuramenti di fedeltà alla corte di Barcellona tra xi e xii secolo Simona Serci 68 Un vescovato allo specchio. Il Liber affictum, pensionum, reddituum et proventuum dell'Archivio storico diocesano di Volterra Jacopo Paganelli 90 La prima predicazione di Valdo? Riflessioni sul Chronicon Universale di Laon Francesca Tasca 103
- by Massimo Baldini
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- Nonantola
L'articolo tratta il tema della memoria monastica analizzata attraverso 5 documenti riguardanti il monastero di S. Lucia di Roffeno, antica dipendenza nonantolana ubicata nell'Appennino bolognese. Si precisa che al testo edito sono... more
L'articolo tratta il tema della memoria monastica analizzata attraverso 5 documenti riguardanti il monastero di S. Lucia di Roffeno, antica dipendenza nonantolana ubicata nell'Appennino bolognese. Si precisa che al testo edito sono state apportate alcune correzioni a causa di alcuni refusi.
- by Massimo Baldini and +1
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- Northern Italy, Nonantola, Emilia Romagna, Storia Della Fotografia
Preziosa testimonianza autobiografica edita nel 1978 e ora ripubblicata dall’associazione “AEMILIA Storie di territori e comunità”, il libro è in buona parte dedicato alla vicenda della messa in salvo dei ragazzi ebrei rifugiati a Villa... more
Preziosa testimonianza autobiografica edita nel 1978 e ora ripubblicata dall’associazione “AEMILIA Storie di territori e comunità”, il libro è in buona parte dedicato alla vicenda della messa in salvo dei ragazzi ebrei rifugiati a Villa Emma di Nonantola e costituisce anche la prima narrazione scritta in italiano redatta da un testimone diretto degli eventi.
Info: aemilia.storie@tiscali.it
culturale che svolge ricerche storiche per valorizzare la storia e il patrimonio culturale del territorio e delle comunità emiliano-romagnole in collaborazione con la Partecipanza Agraria di Nonantola presenta la mostra GINO FRIEDMANN:... more
culturale che svolge ricerche storiche per valorizzare la storia e il patrimonio culturale del territorio e delle comunità emiliano-romagnole in collaborazione con la Partecipanza Agraria di Nonantola presenta la mostra GINO FRIEDMANN: IMMAGINI E DOCUMENTI INEDITI
Sfogliare questo volume permette di avvicinarsi alle emozioni e alle riflessioni di un grande emiliano della fine del Cinquecento, il cardinale Alessandro d'Este, che ebbe il privilegio di conoscere il mondo, anche quello "nuovo" delle... more
Sfogliare questo volume permette di avvicinarsi alle emozioni e alle riflessioni di un grande emiliano della fine del Cinquecento, il cardinale Alessandro d'Este, che ebbe il privilegio di conoscere il mondo, anche quello "nuovo" delle grandi scoperte geografiche rinascimentali, attraverso le pagine di uno dei primi atlanti, una raccolta di mappe che rappresenta un antenato degli atlanti attuali. Alle pagine che tracciano il profilo di Alessandro d’Este e la storia della nascita degli atlanti, seguono le schede con immagini delle 160 mappe che compongono la raccolta del cardinale.
Info: aemilia.storie@tiscali.it
- by Massimo Baldini
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- Nonantola
Il volume ricostruisce le vicende della Cantina sociale di Nonantola durante il Novecento, dalla sua fondazione sino al travagliatissimo epilogo, tracciando uno spaccato secolare di un’importante vicenda produttiva locale e aprendo al... more
Il volume ricostruisce le vicende della Cantina sociale di Nonantola durante il Novecento, dalla sua fondazione sino al travagliatissimo epilogo, tracciando uno spaccato secolare di un’importante vicenda produttiva locale e aprendo al contempo numerosi spiragli interpretativi per l’intera storia locale di Nonantola.
Per circa un secolo, tra fine '700 e fine '800, la famiglia modenese dei Salimbeni ha intrecciato strettamente la propria storia con i grandi eventi che portarono alla nascita della nazione italiana. Grazie allo studio accurato delle... more
Per circa un secolo, tra fine '700 e fine '800, la famiglia modenese dei Salimbeni ha intrecciato strettamente la propria storia con i grandi eventi che portarono alla nascita della nazione italiana. Grazie allo studio accurato delle testimonianze custodite negli archivi e dei numerosi documenti recuperati sul mercato antiquario, gli autori di questo libro hanno ricostruito la vita di diversi componenti della famiglia, che non solo ricoprirono incarichi di rilievo in ambito modenese, ma agirono da protagonisti sul palcoscenico italiano, europeo e mondiale, incrociando i propri destini con quelli di personalità di primissimo piano in campo politico, scientifico e letterario: da Napoleone a Menelik, da Ciro Menotti a Giuseppe Garibaldi, da Charles Darwin ad Arthur Rimbaud. Un orizzonte internazionale che non impedì ai Salimbeni di radicarsi profondamente a Modena e Nonantola, avviando attività imprenditoriali di successo e stabilendosi in prestigiose dimore, qui indagate nel loro apparato architettonico e decorativo.
Rassegna di articoli e immagini scritti dai soci di “AEMILIA Storie di territori e comunità” o da amici componenti di altre associazioni ed enti culturali, “AE Storie lungo la via Emilia” nasce dall’esperienza di valorizzazione della... more
Rassegna di articoli e immagini scritti dai soci di “AEMILIA Storie di territori e comunità” o da amici componenti di altre associazioni ed enti culturali, “AE Storie lungo la via Emilia” nasce dall’esperienza di valorizzazione della storia dell’Emilia-Romagna promossa dall’associazione e si propone come racconto a più voci incentrato ad ogni uscita su un unico argomento ogni volta diverso.
In questo primo numero ci si sofferma sulla Seconda guerra mondiale con la presentazione di racconti di testimoni (gli articoli di Alessandro della Fontana sui bombardamenti a Modena e di Pamela Tavernari sulla ritirata di Russia) e ricostruzioni di esperienze personali o collettive tra Emilia (i contributi di Massimo Baldini sulle vicende di due Nonantolani e di Pamela Tavernari su una zona di Nonantola) e Romagna (un lungo approfondimento di Mattia Randi su Faenza).
Info: aemilia.storie@tiscali.it
- by Massimo Baldini
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- Nonantola
La chiesa di Redù accoglie un'interessante pala d'altare: la Madonna del Rosario nella parrocchiale di Redù, frazione di Nonantola (Modena) che fu riconosciuta da Angelo Mazza come opera di Rodolfo Franciosini da Castelvetro (Modena? 1576... more
La chiesa di Redù accoglie un'interessante pala d'altare: la Madonna del Rosario nella parrocchiale di Redù, frazione di Nonantola (Modena) che fu riconosciuta da Angelo Mazza come opera di Rodolfo Franciosini da Castelvetro (Modena? 1576 ca.- Castelvetro di Modena 1636). Con tutta probabilità fu commissionata da quella Confraternita del Rosario, istituita, come dai documenti nell’Archivio Parrocchiale di Redù, nel 1612, anno attorno al quale si crede sia stata eseguita la pala. Le frequenti commissioni ecclesiastiche di Franciosini, in ambito modenese, si spiegano con il suo linguaggio semplice e piano, di quella chiarezza illustrativa che la Controriforma chiedeva all'arte sacra. Il pittore, infatti, adotta collaudate soluzioni formali in quanto spesso ripropone idee compositive di grandi maestri, rese note dalle riproduzioni a stampa, che costituivano un repertorio irrinunciabile per tanti artisti. Autore modesto, dalla cultura di riporto, possiede tuttavia un discorso piacevole e garbato per intonazione narrativa, accuratezza dei dettagli, selezione cromatica dai colori accesi e brillanti; caratteri che si ritrovano in questa pala. Protetto dalla potente famiglia Rangoni, feudatari di Castelvetro dove l'artista lasciò numerose opere, fu in rapporto con la Casa d'Este: un suo dipinto figura nelle collezioni del cardinale Alessandro, fratello del duca Cesare, e un altro dipinto realizzò su commissione del duca Francesco I. Ed è questa l'occasione per risalire, attraverso la pala del Rosario di Redù, a vari modelli figurativi di autori maggiori a cui attinse questo "piccolo maestro".
Mauro Perani, Frammenti di manoscritti e libri ebraici a Nonantola, Comune di Nonantola - Aldo Ausilio Editore - Bottega d'Erasmo, Nonantola - Padova 1992.
- by Mauro Perani
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- Judaism, Nonantola
Una pubblicazione, dedicata al patrimonio gastronomico e farmaceutico rinascimentali dell'Emilia, che nasce dalla volontà di valorizzare un manoscritto cinquecentesco contenente forse la più antica ricetta conosciuta della celeberrima... more
Una pubblicazione, dedicata al patrimonio gastronomico e farmaceutico rinascimentali dell'Emilia, che nasce dalla volontà di valorizzare un manoscritto cinquecentesco contenente forse la più antica ricetta conosciuta della celeberrima salsiccia gialla di Modena. Nella seconda parte del volume sono presentate la trascrizione e la traduzione in italiano delle ricette e in chiusura un approfondimento sulla salsiccia gialla.