Xylella Fastidiosa Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

Nel nome della democratic review il gruppo di lavoro intende proporre la presente pubblicazione per incrementare la discussione su un delicato argomento che ha visto ferocemente scontrarsi ONG e produttori con le decisioni di UE; Stato e... more

Nel nome della democratic review il gruppo di lavoro intende proporre la presente pubblicazione per incrementare la
discussione su un delicato argomento che ha visto ferocemente scontrarsi ONG e produttori con le decisioni di UE; Stato e Regioni, scienziati con scienziati, liberi cittadini alla ricerca della verità con le informazioni dei massmedia.
Ancora una volta le ragioni dell’ecologia sono state poste in secondo piano rispetto alle valutazioni economiche e gli sforzi
per la costruzione di una civiltà ecocompatibile sono stati vilipesi da scelte e logiche primitive sganciate dalla tutela della
biosfera e della biodiversità tanto esaltata dalle convenzioni internazionali e dalle stesse normative europee.
Il nostro vuole essere un contributo costruttivo alla discussione. Lasceremo a disposizione della public review questo lavoro per circa un mese prima della pubblicazione definitiva. Le versioni risultanti dal pubblico referaggio saranno via, via sostituite man, mano che i dati giungeranno ai curatori.
Cerchiamo il massimo numero di referee, che diano valore scientifico alla pubblicazione, e di associazioni che sottoscrivano
il nostro lavoro apponendo il loro logo.
Le opinioni contrastanti saranno emendate in funzione dei dati scientifici disponibili al momento della pubblicazione.
Vi ringraziamo tutti per la vostra attenzione e gentile collaborazione.

La società in cui viviamo in questa nostra epoca viene spesso definita come società della conoscenza o anche come società del rischio. Ma se all’ignoranza abbiamo sempre attribuito l’origine dei rischi e alla conoscenza la soluzione dei... more

La società in cui viviamo in questa nostra epoca viene spesso definita come società della conoscenza o anche come società del rischio. Ma se all’ignoranza abbiamo sempre attribuito l’origine dei rischi e alla conoscenza la soluzione dei nostri problemi, come possiamo superare la contraddizione tra sovrabbondanza informativa e uso dannoso dell’informazione? Coniugando lavoro teorico e ricerca empirica, il volume intende rispondere a questo interrogativo esaminando il nesso che intercorre tra comunicazione e incertezza scientifica.
Oggi più che mai, in piena infodemia, risulta essenziale non solo tematizzare la complessità specifica che ci ritroviamo a dover governare nella vita quotidiana, ma anche individuare modalità di analisi non banali, capaci cioè di scalfire quel dato per scontato che non funziona più, per progettare percorsi d’azione lucidamente realistici in uno scenario nuovo. Dai fenomeni meteorologici estremi all’innovazione biotecnologica basata sui virus, dalla regolamentazione degli OGM alla gestione dell’emergenza fitosanitaria del caso Xylella fastidiosa in Puglia, ciò che tiene insieme e consente un dialogo tra i diversi contributi è riassunto nel concetto multidimensionale di delega fiduciaria, a sua volta a fondamento di una evoluta democrazia rappresentativa. Essa, infatti, esprime il nesso di solidarietà tra individui, organizzazioni e istituzioni, che in una società funzionalmente differenziata non si dà mai in modo statico e definitivo, bensì risulta fortemente assoggettato a dinamiche che possono essere dissipative o costitutive di un nuovo assetto.
Lo scoppio della pandemia Covid-19, che non ci ha ancora abbandonato, in quanto fatto sociale totale che non può avvalersi di esperti totali, non ha fornito solamente un ulteriore caso studio su cui riflettere, ma ha reso ancora più urgente l’elaborazione di un modello interpretativo delle dinamiche sociocomunicative che sostanziano quel concetto. L’utilità pragmatica del modello che qui presentiamo, sintesi preliminare e guida per ulteriori indagini volte a migliorarne la capacità euristica, è situabile nella sfera della gestione del rischio e nella sua comunicazione.
Il lavoro del gruppo di ricerca rientra nelle attività del Centro interuniversitario MaCSIS (www.macsis.unimib.it/centro-macsis), costituito da Università degli Studi di Milano-Bicocca e Università degli Studi di Pavia, per la ricerca e sperimentazione nella comunicazione della scienza nella knowledge-society.

ITALIANO_Le comunità locali e i processi di salva-guardia del territorio. Il caso del Salento durante e dopo la cosiddetta “emergenza xylella”. La Puglia, terra di olivi secolari e prima regione italiana per la produzione dell’olio,... more

Xylella fastidiosa é agente causal de diversas doenças de importância econômica como a clorose variegada dos citros (Citrus spp.) (CVC), mal de Pierce da videira (Vitis vinifera), escaldadura da ameixeira (Prunus salicina) e requeima do... more

Xylella fastidiosa é agente causal de diversas doenças de importância econômica como a clorose variegada dos citros (Citrus spp.) (CVC), mal de Pierce da videira (Vitis vinifera), escaldadura da ameixeira (Prunus salicina) e requeima do cafeeiro (Coffea arabica). A seqüência nucleotídica do fragmento genômico, específico de X. fastidiosa, amplificado pelo par de iniciadores RST31/33 foi determinada para 38 isolados de citros e para isolados de videira, cafeeiro e ameixeira objetivando avaliar o nível de polimorfismo entre isolados e a identidade genômica do fragmento. Não foi observado polimorfismo de seqüência nucleotídica entre isolados de citros, mas foi detectado polimorfismo entre isolados de citros e de videira, cafeeiro e ameixeira. A presença do sítio de clivagem RsaI, que distingue isolados de citros e videira de isolados de ameixeira e outras espécies arbóreas, foi identificada em um isolado de ameixeira proveniente dos EUA mas não em outro proveniente do Brasil.

Cosa avviene quando un’entità non umana dall’identità ibrida territorializza il paesaggio dell’olivicoltura pugliese? Questo contributo analizza le politiche che scaturiscono dalla presenza di Xylella fastidiosa nel territorio pugliese.... more

Cosa avviene quando un’entità non umana dall’identità ibrida territorializza il paesaggio dell’olivicoltura pugliese? Questo
contributo analizza le politiche che scaturiscono dalla presenza di Xylella fastidiosa nel territorio pugliese. Dal primo atto di
emergenza, il Piano Silletti (2015), fino all’ultimo piano di emergenza (2019), le politiche di contenimento sono state orientate
alla protezione della sicurezza produttiva dell’Unione Europea. La prevenzione del rischio, implicita nella direttiva 29/2000,
riproduce una essenzializzazione «in deroga» delle entità della natura nel loro valore di scambio. La biosicurezza è così costruita
attorno alla sicurezza produttiva, attraverso una proliferazione di confini che ridefiniscono le pratiche agricole e la distinzione
tra vita sana e vita patologica. Spinto da considerazioni sulla fine della natura nell’era dei cambiamenti climatici e dell’Antropocene,
questo articolo esplora possibilità diverse di concepire la biosicurezza, attraverso una diversa considerazione del rapporto
spaziale con le entità non umane. Quali misure di biosicurezza possiamo immaginare in un’ecologia senza natura?

In July 2018, two different requests for an in-depth investigation of the Olive Quick Decline Syndrome epidemic in our country - an act of inspective syndicate by the Parliament and a request for the establishment of a commission of... more

In July 2018, two different requests for an in-depth investigation of the Olive Quick Decline Syndrome epidemic in our country - an act of inspective syndicate by the Parliament and a request for the establishment of a commission of inquiry by the Senate – made very clear that politicians, or at least the authors of such requests, were still sticking to old prejudices and doubts about the current Xylella epidemic, as if scientific research on the subject was a totally independent factor, without any impact on the issue. The documents denounced not only the ignorance of facts established since several years by Parliamentarians and Senators signing them, but in some cases also their being anchored to conspiracy theories and theses negating the role of the bacterium Xylella fastidiosa in the rapid drying out of the olive trees, up to the point to deny the existence of scientific evidence about the causal link between the bacterial infection and the olive desiccation. Politicians often seem to invoke scientific data but to ignore it when it is available, if they fear that it may contradict the interests of their voters; and this is a problem that goes far beyond the determination of the causes of a plant disease and the search for possible remedies. For this reason, I wrote on the web page “Scienza in Rete”, managed by the “Gruppo 2003 per la Ricerca” (which brings together the best scientists in our country), a brief memorandum, which demonstrates the falsity of certain assumptions about Xylella regarding the lack of scientific data or their ambiguity and uncovers at least some of the major distortions contained in the documents signed by Parliamentarians and Senators. Now that the work on the Xylella of the Chamber's Agriculture Commission is coming to an end, it may be worth it to remember the factual evidence available, by sharing again my previous original text.

Although the bacterium Xylella fastidiosa (Xf) has been confirmed to cause economic losses to numerous fruit crop species in the southeastern U.S. since 1933, no science-based information is available on the occurrence of infection in... more

Although the bacterium Xylella fastidiosa (Xf) has been confirmed to cause economic losses to numerous fruit crop species in the southeastern U.S. since 1933, no science-based information is available on the occurrence of infection in economic fruit crops grown in Alabama, as well as the presence of effective Xf vectors in the state. An investigation to identify the sharpshooter (Hemiptera: Cicadellidae) fauna and to determine their occurrence in selected orchards and vineyards was conducted in Alabama during 2008–2009. Leafhoppers were trapped in three different geographic locations: in the Gulf Coast, Central, and North Alabama. Seven species of sharpshooters were identified, including: Homalodisca vitripennis (Germar), H. insolita (Walker), Oncometopia orbona (Fabricius), Paraulacizes irrorata (Fabricius), Graphocephala coccinea (Forster), Graphocephala versuta (Say), and Draeculacephala spp. H. vitripennis and G. versuta were the most prevalent species in Alabama orchards and vineyards; however, their proportion varied by location. H. vitripennis was the most abundant species trapped in the Gulf Coast area, whereas G. versuta was the most prevalent sharpshooter species in Central and North Alabama. The results are discussed in relation to the likelihood and efficiency of these species as Xf vectors in Alabama.

Characteristic symptoms of Pierce’s disease (PD) in grapevines (Vitis vinifera L.) were observed in 2002 in the major grape production fields of central Taiwan. Disease severity in vineyards varied, and all investigated grape cultivars... more

Characteristic symptoms of Pierce’s disease (PD) in grapevines (Vitis vinifera L.) were observed in 2002 in the major grape production fields of central Taiwan. Disease severity in vineyards varied, and all investigated grape cultivars were affected. Diseased tissues were collected from fields for subsequent isolation and characterization of the causal agent of the disease (Xylella fastidiosa). Koch’s postulates were fulfilled by artificially inoculating two purified PD bacteria to
grape cultivars Kyoho, Honey Red and Golden Muscat. The inoculated plants developed typical leaf scorching symptoms, and similar disease severity developed in the three cultivars from which the bacterium was readily re-isolated, proving that the leaf scorch of grapevines in Taiwan is caused by the fastidious X. fastidiosa. This confirmed PD of grapevines is also
the first report from the Asian Continent. Phylogenetic analyses were performed by comparing the 16S rRNA gene and 16S-23S rRNA internal transcribed spacer region (16S-23S ITS) of 12 PD strains from Taiwan with the sequences of 13 X. fastidiosa strains from different hosts and different geographical areas. Results showed that the PD strains of Taiwan were closely
related to the American X. fastidiosa grape strains but not to the pear strains of Taiwan, suggesting that the X. fastidiosa grape and pear strains of Taiwan may have evolved independently from each other.

This contribution focuses on soils and care as fundamental matters of inquiry, in order to retrace the processes determining the resurging possibilities of Salento's landscape. The SouthEast Italian territory is plagued by an epidemic of... more

This contribution focuses on soils and care as fundamental matters of inquiry, in order to retrace the processes determining the resurging possibilities of Salento's landscape. The SouthEast Italian territory is plagued by an epidemic of Xylella Fastidiosa, a bacterium which has killed hundreds of thousands of olive-trees. We untangle the ecology of the olive trees' depletion, taking into consideration the most recent scientific research on the main vector of the bacteria, the little spittlebug Philaenus spumarius. We describe the quality of these relationships that entangle multispecies assemblies as 'visceral ecology' and explore it by interlacing the vector's ecology and the dying olive trees with a local oil miller's intestinal disease. Framing the soil of Salento as an 'open air intestine' allows us to merge materialist views and practices of care with the ecosystem's transformations. In conclusion, we argue for the interconnectedness of materialism and care in shaping both the imaginary and the material conditions for future local human-landscape relations.

È cosa abbastanza intuitiva, per chi ci vive o per chi ci passa, l’importanza della forma dell’olivo nel paesaggio pugliese. Durante la recente proliferazione del batterio “Xylella fastidiosa” l’espressione visiva di questa forma è... more

È cosa abbastanza intuitiva, per chi ci vive o per chi ci passa, l’importanza della forma dell’olivo nel paesaggio pugliese. Durante la recente proliferazione del batterio “Xylella fastidiosa” l’espressione visiva di questa forma è cambiata molto: alberi secchi e morenti hanno colonizzato le immagini verdeggianti del marketing territoriale. L’olivicoltura, come pratica agricola, è stata oggetto di dibattito e controversia. Il ruolo delle “buone pratiche” olivicole nell’eziologia del batterio è stato spesso un campo di scontro tra i vari gruppi di ricercatori che si sono espressi rispetto alla presenza della Xylella fastidiosa in Puglia. Da una parte c’è chi ha sostenuto l’esclusiva responsabilità del batterio nel provocare i disseccamenti, dall’altra coloro i quali hanno invece ritenuto fondamentale comprendere le dimensioni relazionali che caratterizzano l’olivicoltura pugliese. Tra queste due posizioni si sono prodotte molti dei conflitti che hanno caratterizzato questi anni. In questo contributo si utilizzeranno due denominazioni del paesaggio, quella di “monocoltura” e quella di “bosco”, per ripercorrere, anche in una dimensione storica, cosa esse hanno suggerito e significato, e cosa di critico fanno emergere rispetto all’azione dell’uomo.

In Xylella, the Court of Justice of the European Union (CJEU) was called upon to assess how far policymakers can go in conditions of scientific uncertainty, and whether EFSA opinions can be indirectly subject to judicial review, despite... more

In Xylella, the Court of Justice of the European Union (CJEU) was called upon to assess how far policymakers can go in conditions of scientific uncertainty, and whether EFSA opinions can be indirectly subject to judicial review, despite not being legally binding. In particular, the Xylella case highlights the relevance of EFSA's scientific authority over the Commission: since EFSA opinions are not directly reviewable by the CJEU – as they constitute an intermediate stage of a more complex administrative procedure – the political and legal liabilities relating to EFSA assessments are entirely shifted onto the Commission, whose discretion is reviewable by the EU judiciary. In this regard, the Xylella case confirms how difficult the judicial review of precautionary measures can be. It shows once again that a full assessment of these measures is impossible, as scientific uncertainty restricts the grounds for judicial review to the manifest appropriateness of the contested measures and the availability of less onerous and equally effective measures.

In the xylem vessels of susceptible hosts, such as citrus trees, Xylella fastidiosa forms biofilm-like colonies that can block water transport, which appears to correlate to disease symptoms. Besides aiding host colonization, bacterial... more

In the xylem vessels of susceptible hosts, such as citrus trees, Xylella fastidiosa forms biofilm-like colonies that can block water transport, which appears to correlate to disease symptoms. Besides aiding host colonization, bacterial biofilms play an important role in resistance against antimicrobial agents, for instance antimicrobial peptides (AMPs). Here, we show that gomesin, a potent AMP from a tarantula spider, modulates X. fastidiosa gene expression profile upon 60 min of treatment with a sublethal concentration. DNA microarray hybridizations revealed that among the upregulated coding sequences, some are related to biofilm production. In addition, we show that the biofilm formed by gomesin-treated bacteria is thicker than that formed by nontreated cells or cells exposed to streptomycin. We have also observed that the treatment of X. fastidiosa with a sublethal concentration of gomesin before inoculation in tobacco plants correlates with a reduction in foliar symptoms, an effect possibly due to the trapping of bacterial cells to fewer xylem vessels, given the enhancement in biofilm production. These results warrant further investigation of how X. fastidiosa would respond to the AMPs produced by citrus endophytes and by the insect vector, leading to a better understanding of the mechanism of action of these molecules on bacterial virulence.

Xylella fastidiosa is a fastidious, xylem-limited bacterium that causes a range of economically important plant diseases. Here we report the complete genome sequence of X. fastidiosa clone 9a5c, which causes citrus variegated chlorosis-a... more

Xylella fastidiosa is a fastidious, xylem-limited bacterium that causes a range of economically important plant diseases. Here we report the complete genome sequence of X. fastidiosa clone 9a5c, which causes citrus variegated chlorosis-a serious disease of orange trees. The genome comprises a 52.7% GC-rich 2,679,305-base-pair (bp) circular chromosome and two plasmids of 51,158 bp and 1,285 bp. We can assign putative functions to 47% of the 2,904 predicted coding regions. Efficient metabolic functions are predicted, with sugars as the principal energy and carbon source, supporting existence in the nutrient-poor xylem sap. The mechanisms associated with pathogenicity and virulence involve toxins, antibiotics and ion sequestration systems, as well as bacterium-bacterium and bacterium-host interactions mediated by a range of proteins. Orthologues of some of these proteins have only been identified in animal and human pathogens; their presence in X. fastidiosa indicates that the molecular basis for bacterial pathogenicity is both conserved and independent of host. At least 83 genes are bacteriophage-derived and include virulence-associated genes from other bacteria, providing direct evidence of phage-mediated horizontal gene transfer.

Xylella fastidiosa (Xf) possesses genes for hemagglutinins (HAs), large adhesion proteins involved in cell-cell aggregation and biofilm formation. Mutations in either one of the functional HAs, HxfA (PD2118) or HxfB (PD1792), result in... more

Xylella fastidiosa (Xf) possesses genes for hemagglutinins (HAs), large adhesion proteins involved in cell-cell aggregation and biofilm formation. Mutations in either one of the functional HAs, HxfA (PD2118) or HxfB (PD1792), result in hypervirulent strains that move faster and cause more severe disease in grapevines. We divided Xf HAs into smaller domains and generated antibodies against 3 possible adhesion domains (ADs) responsible for cell-cell and/or cell-surface binding. The abs were used in Western blot analysis and determined that HxfB was approximately 220kDa while HxfA was slightly larger. Western blot analysis showed that both HAs are secreted into the culture supernatant as well as being found in the bacterial outer membrane. Monomeric Fab fragments against AD1-3 and AD4 of HxfB reduced cell-cell aggregation when added to Xf cells growing in liquid culture. Xf HxfB will be expressed in transgenic tobacco and grapevines where we hope the protein will act as a "molecul...

Coffee plants exhibiting a range of symptoms including mild to severe curling of leaf margins, chlorosis and deformation of leaves, stunting of plants, shortening of internodes, and dieback of branches have been reported since 1995 in... more

Coffee plants exhibiting a range of symptoms including mild to severe curling of leaf margins, chlorosis and deformation of leaves, stunting of plants, shortening of internodes, and dieback of branches have been reported since 1995 in several regions of Costa Rica's Central Valley. The symptoms are referred to by coffee producers in Costa Rica as "crespera" disease and have been associated with the presence of the bacterium Xylella fastidiosa. Coffee plants determined to be infected by the bacterium by enzyme linked immunosorbent assay (ELISA), were used for both transmission electron microscopy (TEM) and for isolation of the bacterium in PW broth or agar. Petioles examined by TEM contained rod-shaped bacteria inside the xylem vessels. The bacteria measured 0.3 to 0.5 microm in width and 1.5 to 3.0 microm in length, and had rippled cell walls 10 to 40 nm in thickness, typical of X. fastidiosa. Small, circular, dome-shaped colonies were observed 7 to 26 days after plat...

Il ritrovamento del patogeno vegetale Xylella fastidiosa in Salento (regione geografica situata all’estremità sud-orientale d’Italia) ha portato nel 2015 alla dichiarazione di uno stato di emergenza fitosanitaria. In questo contributo la... more

Il ritrovamento del patogeno vegetale Xylella fastidiosa in Salento (regione geografica situata all’estremità sud-orientale d’Italia) ha portato nel 2015 alla dichiarazione di uno stato di emergenza fitosanitaria. In questo contributo la temporalità dell’emergenza, all’interno della quale si collocano gli interventi scientifici ed istituzionali, è esaminata criticamente in comparazione con l’emergere delle temporalità della cura. Attraverso una ricerca di campo collettiva e transdisciplinare condotta (e ancora in corso) in Salento, questo articolo sottolineerà come le risposte politiche, epistemiche, relazionali ed interspecifiche messe in atto dalla parte della popolazione locale hanno rappresentato non solo una risposta al disastro ecologico, ma anche al management emergenziale della crisi. In particolare, ci concentreremo sul ruolo della tecnoscienza e l’importanza delle pratiche di cura dei suoli attraverso le riflessioni sulla cura portate avanti da María Puig de la Bellacasa. Interrogandoci, in fine, sull’utilizzo da parte dei management politici del paradigma emergenziale come risposta alle crisi ambientali dell’Antropocene. Le temporalità della cura appaiono come un orizzonte di pratiche che diviene necessario realizzare, attraverso le quali ricomporre una sincronia e una corrispondenza temporale con le entità non-umane.

Almost ten years after the detection of the Xylella bacterium in southern Apulia (Saponari, 2013), the landscape now appears almost entirely desiccated, missing an organic vision of the future. The systematic estrangement between the... more

Almost ten years after the detection of the Xylella bacterium in southern Apulia (Saponari, 2013), the landscape now appears almost entirely desiccated, missing an organic vision of the future. The systematic estrangement between the different actors of knowledge and the substantial administrative immobilism has produced today a political, economic and environmental starvation. Our aim is to provide an adequate reading of the stalemate in the descriptive grids proper to the sociological analysis of socio-environmental (De Marchi, 2004) and botanical conflicts (Sheikh and Gray, 2018) which opens up to the social action of the other-than-human world (Puig de la Bellacasa, 2017b; Pyyhtinen, 2016).
The material of a double field research - an ethnographic one underway since 2018; and a more recent qualitative sociological research, highlights the role of olive growers, as well as non-profit associations active in reforestation actions, and supports the hypothesis of at least two different interpretive paths.
The representations of the crisis adopted by social groups in the infected area, are investigated starting from the definition of conflict issues on the landscape and the economy in terms of aspirational capacity (Appadurai, 2004; De Leonardis, 2012) of local communities, such as to manifest a rupture of identity constructions and social cohesion following an extreme event. Thus, if the ecological disaster succeeded
on the one hand in undermining the vulnerability of social groups and their ability to renegotiate their understanding of the disaster and their relationship with non-human actors, the ethnographic research conducted also shows another side. Numerous social entities have allowed a regenerative dimension to emerge from the disaster, characterized by a critical reinterpretation of past agricultural practices and
the ability to question conventional boundaries between nature and culture. The challenge of communities not only to build, but to imagine a new landscape, has given rise in Capo Leuca and few but widespread areas of Salento to experimental practices of agroforestry regeneration of the highest social relevance (Papadopoulos 2018), which also interrogate through the commons the economic and political agendas of trade associations and th region on the one hand, and speculators on the other.

All’inizio di quest’anno la Commissione ricerca dell’Accademia nazionale dei Lincei ha chiesto all’autore di valutare se vi fossero dati sufficienti per provare in maniera solida la correlazione tra infezione del batterio Xylella... more

All’inizio di quest’anno la Commissione ricerca dell’Accademia nazionale dei Lincei ha chiesto all’autore di valutare se vi fossero dati sufficienti per provare in maniera solida la correlazione tra infezione del batterio Xylella fastidiosa osservata in olivi pugliesi e presenza di sintomi di della sindrome da disseccamento rapido. Lo studio ha riguardato oltre 5000 campioni di olivo raccolti da inizio 2015 a fine 2016. I campioni sono stati sottoposti a saggi di ricerca del batterio; inoltre, per stabilire un eventuale nesso di causalità il batterio è stato iniettato in olivi di una varietà nota per la sua suscettibilità all’infezione. I risultati hanno mostrato che Xylella fastidiosa è correlata alla sindrome da disseccamento rapido, e non è un semplice opportunista: il batterio è la causa della malattia

La geografia del Salento rischia di essere stravolta dalla modalità di gestione della cosiddetta “emergenza xylella”. La portata sostanziale, spaziale e temporale di tali misure, nonché le ombre e le apparenti contraddizioni alla base... more

La geografia del Salento rischia di essere stravolta dalla modalità di gestione della cosiddetta “emergenza xylella”. La portata sostanziale, spaziale e temporale di tali misure, nonché le ombre e le apparenti contraddizioni alla base della “emergenza xylella” hanno spinto a esplorare i meandri di questa vicenda e, in particolare, la frontiera fra realtà e rappresentazione per cercare di leggere e interpretare il fenomeno in questione che, lungi dall’essere esclusivamente “biologico”, sembra anche, se non essenzialmente, “socio-politico”.
Nel testo:
1. La xyella fastidiosa e il disseccamento degli ulivi
2. I corti circuiti fra scienza, informazione e politica
3. Le ombre sulla diffusione del batterio
4. La costruzione politica della “emergenza xylella”
5. Riflessioni sulla rappresentazione dell’emergenza e sulla metodologia di gestione del problema