Hieronymi - translation to Italian (original) (raw)
Neque minus ab Ecclesiae doctrina, Hieronymi testimonio ceterorumque Patrum comprobata, ii dissentiunt, qui partes Scripturarum historicas non factorum absoluta inniti veritate arbitrantur, sed tantummodo relativa, quam vocant, et concordi vulgi opinione: idque non verentur ex ipsis Leonis Pontificis verbis inferre, propterea quod principia de rebus naturalibus statuta ad disciplinas historicas transferri posse dixerit.
E non sono meno discordi dalla dottrina della Chiesa, confermata dall’autorità di Girolamo e degli altri Padri, quelli che ritengono che le parti storiche delle Scritture si appoggiano non sulla verità assoluta dei fatti, ma soltanto sulla loro verità relativa, come essi la chiamano, e sul modo volgarmente comune di pensare. Per sostenere questa teoria essi non temono di richiamarsi alle stesse parole del Papa Leone XIII, il quale avrebbe affermato che i princìpi ammessi in materia di fenomeni naturali possono essere portati in campo storico.
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In multis qui se admodum probavere, clara Tertulliani et Cypriani nomina, Hilarii et Ambrosii, Leonis et Gregorii Magnorum; clarissima Augustini et Hieronymi: quorum alter mire acutus exstitit in perspicienda divini verbi sententia, uberrimusque in ea deducenda ad auxilia catholicae veritatis, alter a singulari Bibliorum scientia magnisque ad eorum usum laboribus, nomine Doctoris maximi praaconio Ecclesiae est honestatus.
Tra i molti che grandemente si segnalarono, nomi celebri sono quelli di Tertulliano e Cipriano, di Ilario e Ambrogio, di Leone Magno e Gregorio Magno; celeberrimi quelli di Agostino e Girolamo, dei quali l'uno fu sommamente acuto nel penetrare il senso della parola divina ed espertissimo nel farla servire alla verità cattolica, l'altro fu onorato dal singolare riconoscimento della chiesa col titolo di dottore massimo per la scienza dei Libri sacri e per le grandi fatiche sostenute per la conoscenza di essi.
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Quarum amor e Hieronymi praesertim epistulis adeo eminet, ut eae velut ipsis divinis verbis contextae videantur; et, quemadmodum Bernardo nihil ea sapiebant unde dulcissimum Iesu nomen abesset, sic noster nullis iam litteris delectabatur quae luminibus carerent Scripturarum.
Questo amore di Girolamo per la Sacra Scrittura si rivela in modo del tutto particolare nelle sue lettere, sì che esse sembrano una trama di citazioni tratte dai Libri Santi; come Bernardo trovava insignificante ogni pagina che non racchiudesse il dolcissimo nome di Gesù, così Girolamo non gustava nessuno scritto che non splendesse della luce delle Sacre Scritture.
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Hac igitur Hieronymi doctrina egregie confirmantur atque illustrantur ea quibus fel. rec. decessor Noster Leo XIII antiquam et constantem Ecclesiae fidem sollemniter declaravit de absoluta Scripturarum a quibusvis erroribus immunitate: « Tantum abest ut divinae inspirationi error ullus subesse possit, ut ea per se ipsa non modo errorem excludat omnem, sed tam necessario excludat et respuat, quam necessarium est, Deum, summam veritatem nullius omnino erroris auctorem esse ».
Con questa dottrina di Girolamo viene egregiamente confermata e spiegata la dichiarazione del Nostro Predecessore Leone XIII di felice memoria, nella quale è precisata la credenza antica e costante della Chiesa sulla perfetta immunità che mette la Scrittura al riparo d’ogni errore: « È tanto assurdo che l’ispirazione divina incorra nel pericolo di errare, che non solo il minimo errore ne è essenzialmente escluso, ma anche che questa esclusione e questa impossibilità sono tanto necessarie, quanto è necessario che Dio, sovrana verità, non sia l’autore di alcun errore, anche il più lieve ».
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