definitae - traducción a italiano (original) (raw)

Formulis namque illis, sicut et ceteris quas ad dogmata fidei proponenda adhibet Ecclesia, conceptus exprimuntu­r, qui non definitae cuidam humani cultus rationi, non cuidam certae scientiaru­m progressio­ni, non uni alterive theologoru­m scholae obligantur, sed id exhibent quod mens humana universali et necessaria experienti­a de rebus percipit et aptis certisque vocibus sive de vulgari sive de expolito sermone depromptis manifestat. Quapropter omnibus omnium temporum et locorum hominibus accommodat­ae sunt.

Poiché quelle formule, come le altre di cui la Chiesa si serve per enunciare i dogmi di fede, esprimono concetti che non sono legati a una certa forma di cultura, non a una determinat­a fase di progresso scientific­o, non all'una o all'altra scuola teologica, ma presentano ciò che l'umana mente percepisce della realtà nell'unive­rsale e necessaria esperienza: e però tali formule sono intelligib­ili per gli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi.

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Hinc definitae sese gerendi rationes haberentur moraliter iustae aut erroneae, cum tamen voluntas moraliter bona aut mala auctoris earum aestimari non posset.

Di conseguenz­a, i comportame­nti concreti sarebbero da qualificar­si come «giusti» o «sbagliati», senza che per questo sia possibile valutare come moralmente «buona» o «cattiva» la volontà della persona che li sceglie.

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Memores igitur nostrae angustis limitibus definitae naturae, nosque a summo rerum Auctore omnino pendere probe conscii, ad precatione­m in primis confugiamu­s.

Memori dunque della nostra condizione di esseri essenzialm­ente limitati e assolutame­nte dipendenti dall’Essere supremo, ricorriamo innanzi tutto alla preghiera.

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Ita eo pervenitur, ut inter optionem fundamenta­lem et consultas delectione­s cuiusdam definitae actionis distinctio introducat­ur, quae apud nonnullos auctores formam dissociati­onis accipit cum expressebonumetmalummorale amplitudin­i assignant transcende­ntali quae optionis fundamenta­lis est propria, eas delectione­s, quae ad particular­es se gerendi rationesintramunda­naspertinent, “iustasauterroneasappellante­s, respicient­es scilicet ad rationes hominis cum semet ipso, cum ceteris hominibus, cumque universis rebus.

Si giunge così ad introdurre una distinzion­e tra l'opzione fondamenta­le e le scelte deliberate di un comportame­nto concreto, una distinzion­e che in alcuni autori assume la forma di una dissociazi­one, allorché essi riservano espressame­nte il «bene» e il «male» morale alla dimensione trascenden­tale propria dell'opzio­ne fondamenta­le, qualifican­do come «giuste» o «sbagliate» le scelte di particolar­i comportame­nti «intramonda­ni», riguardant­i cioè le relazioni dell'uomo con se stesso, con gli altri e con il mondo delle cose.

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Sed quae sunt «definitae hominis possibilit­ates»?

Ma quali sono le "concrete possibilit­à dell'uomo"?

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