Diletta Gamberini | Scuola Superiore Meridionale (original) (raw)
Books by Diletta Gamberini
In quali modi operarono, nella ricezione rinascimentale dell’arte antica, le forme del discorso c... more In quali modi operarono, nella ricezione rinascimentale dell’arte antica, le forme del discorso con cui gli autori del mondo greco e romano avevano commentato la forza psicagogica di sculture e pitture? Il libro prova a rispondere a questo interrogativo guardando a indicativi meccanismi di funzionamento dell’intertestualità nell’elaborazione di testi ecfrastici. Nello specifico, l’indagine si focalizza su prose e poesie cinquecentesche dedicate al gruppo scultoreo del "Laocoonte": studiando i legami intertestuali che questi scritti intrattengono soprattutto con luoghi comuni e moduli descrittivi dell’ecfrasi greco-romana, la monografia fa luce sulle forme di trasmissione verbale di una millenaria ‘cultura del vedere’.
https://olschki.it/libro/9788822269386
Il presente contributo si incentra su tre sequenze di epigrammi neolatini, ad oggi inedite, che e... more Il presente contributo si incentra su tre sequenze di epigrammi neolatini, ad oggi inedite, che evocano poeticamente le storie di altrettante opere d’arte durante il Sacco di Roma (maggio 1527 – febbraio 1528). Composti da un testimone diretto delle violenze che sconvolsero l’Urbe in quei mesi, il poeta ferrarese Antonio Tebaldeo, i testi precisano il profilo intellettuale di un autore che nutrì un profondo e duraturo interesse per le vicende artistiche del proprio tempo. La principale acquisizione del presente studio risiede tuttavia altrove. Fatte oggetto di una puntuale contestualizzazione, per mezzo del raffronto con altri scritti coevi di umanisti che commentarono le vicende del Sacco, queste serie epigrammatiche illuminano storie finora ignote ma che coinvolsero committenti, artisti e oggetti tra i più illustri della Roma di età clementina, come pure un episodio di profanazione che all’epoca ebbe una notevole risonanza letteraria. Nello specifico, lo studio chiarisce come Tebaldeo evocasse in questi versi le sorti di un ritratto di Ferrante Gonzaga che il giovanissimo condottiero imperiale commissionò come dono per la madre, Isabella d’Este, ma anche l’oltraggio inflitto da un soldato spagnolo ai danni di un’immagine mariana, e infine le vicissitudini – fino a questo momento del tutto sconosciute – toccate al "Bacco" di Michelangelo.
https://books.ub.uni-heidelberg.de/arthistoricum/catalog/book/1177
This book breaks new ground by illuminating the key role of verse-writing as a cultural strategy ... more This book breaks new ground by illuminating the key role of verse-writing as a cultural strategy on the part of Italian Renaissance artists. It does so by undertaking a wide-ranging study of poems by painters, sculptors, architects, and goldsmiths who were active in Florence under Cosimo I and Francesco I de’ Medici – a milieu in which many practitioners of the visual arts appropriated the literary medium to address issues related to their primary professions.
New Apelleses and New Apollos intervenes in the burgeoning scholarly discourse on the intellectual life of artists in early modern Italy, revealing how poetry often provides fresh insights into art-theoretical debates, patronage questions, workshop cultures, issues of professional identity, and networks of personal relations.
https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/9783110743661/html
For a preview: https://books.google.de/books/about/New_Apelleses_and_New_Apollos.html?id=g3lVEAAAQBAJ&source=kp_book_description&redir_esc=y
Critical and Commented Editions by Diletta Gamberini
Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per es... more Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, senza la preventiva autorizzazione scritta della Salerno Editrice S.r.l. Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge.
Artista tra i più rappresentativi del tardo Rinascimento fiorentino, assunto nel Parnaso della le... more Artista tra i più rappresentativi del tardo Rinascimento fiorentino, assunto nel Parnaso della letteratura italiana in virtù del capolavoro autobiografico, Benvenuto Cellini (1500-1571) è autore di oltre un centinaio di poesie, composte − come la Vita − nell’ultimo, travagliato periodo della sua biografia. A lungo negletti dalla critica a causa della loro oscurità e di una radicale distanza dagli ideali classici di armonia e decoro formale, questi versi vengono qui per la prima volta pubblicati criticamente e ampiamente commentati.
L’edizione mette a frutto uno studio rigoroso dei testimoni, innanzitutto i due manoscritti Riccardiani − in parte autografi − che conservano la quasi totalità del corpus poetico dell’artista. Una simile indagine ha permesso di individuare una cospicua serie di rime dubbie o apocrife e di pervenire alla datazione più sicura del materiale celliniano, predisponendo, sulla base di risultanze obiettive, un nuovo ordinamento. Il minuzioso commento che correda i testi si applica alla decrittazione di una lettera spesso ambigua e contorta, ma anche a una sua sistematica contestualizzazione nell’ambito delle principali problematiche artistiche e culturali che caratterizzano la coeva realtà fiorentina. Indagate nella loro genesi, di solito apologetica o polemica, le poesie riemergono allora quale potente documento di una personalità tempestosa come quella del Cellini.
Edited Volumes by Diletta Gamberini
Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 63.1, 2021
www.khi.fi.it/publikationen/mitteilungen Die Redaktion dankt den Peer Reviewers dieses Heftes für... more www.khi.fi.it/publikationen/mitteilungen Die Redaktion dankt den Peer Reviewers dieses Heftes für ihre Unterstützung | La redazione ringrazia i peer reviewers per la loro collaborazione a questo numero.
Selected articles and book chapters by Diletta Gamberini
L'articolo si incentra sullo studio di quattro inediti epigrammi neolatini dedicati a opere d'art... more L'articolo si incentra sullo studio di quattro inediti epigrammi neolatini dedicati a opere d'arte. Risalenti agli anni Novanta del Quattrocento e composti da uno degli astri nascenti del panorama letterario italiano dell’epoca, il poeta ferrarese Antonio Tebaldeo, i testi apportano elementi di conoscenza per più aspetti notevoli. In primo luogo, le poesie fanno luce su due episodi ad oggi quasi del tutto sconosciuti della fortunata storia del ritratto amicale o amoroso nell'Italia dello scorcio del quindicesimo secolo. Ad essere così recuperate sono la memoria e l’identità dell’effigie funebre marmorea di un giovanissimo paggio già al servizio del cardinale Giovanni Colonna: un'opera romana che venne elogiata in versi, spesso di palese intonazione omoerotica, anche da una sodalitas di umanisti che faceva capo a Pomponio Leto. L’altro artefatto di cui veniamo a sapere è un dipinto raffigurante tre amici, realizzato verosimilmente in ambito padano e declinazione peculiare del formato del ritratto triplo. In secondo luogo, gli inediti tebaldeani permettono di registrare l’emergere precoce di alcuni refrains nel ricorrente discorso che l’autore sviluppò intorno a capacità e limiti espressivi di pittura e scultura. L’analisi ravvicinata dell’intreccio di motivi come quello dell’irresistibile magnetismo erotico del ritratto figurativo e quello dell’asserita incapacità dell’effigie di restituire l’anima dei suoi soggetti conferisce, in particolare, pieno risalto al ruolo paradigmatico della tradizione epigrammatica greca, con le sue ambigue e argute celebrazioni del potere delle immagini.
Link diretto all'articolo: https://www.journals.uchicago.edu/doi/epdf/10.1086/732204.
L’articolo si propone di arricchire la mappatura delle memorie letterarie che operarono nell’otta... more L’articolo si propone di arricchire la mappatura delle memorie letterarie che operarono nell’ottava ariostesca che riferisce l’apologia giovannea di Didone ("Orlando Furioso" XXXV 28). Quali fondamentali ipotesti del discorso con cui l’evangelista difendeva la condotta della donna dalle calunnie di Virgilio, i moderni commentatori del poema adducono di norma alcune considerazioni dedicate alla regina di Cartagine da Giustino, Petrarca e Boccaccio. Senza voler negare che quegli antecedenti rivestissero un ruolo importante nell’inventio di Ariosto, il presente contributo mira a sottolineare l’importanza che ebbero al proposito anche un’imitazione tardoantica e una umanistica, a firma di Michele Marullo, di un epigramma greco trasmesso dall’"Antologia Planudea". L’acquisizione critica così maturata permette, infine, di lumeggiare le ragioni che sono alla base della presenza del Tarcaniota in apertura nel catalogo dei moderni scrittori impegnati a difendere la fama delle donne ("Orlando Furioso" XXXVII 8).
The article aims to enrich the understanding of the literary influences at work in Ludovico Ariosto’s "Orlando Furioso", specifically in Saint John’s defence of Dido (XXXV, 28). Modern scholars typically point to reflections on the Carthaginian queen by Justinus, Petrarch, and Boccaccio as key sources for the evangelist’s rebuttal of Virgil’s portrayal. While acknowledging the significance of these antecedents in Ariosto’s inventio, this study argues that a late-antique imitation and Michael Marullus’ humanistic rewriting of a Greek epigram from the Planudean Anthology were equally crucial. This critical insight also sheds light on Marullus’ prominent position at the beginning of the catalogue of modern writers defending women’s reputation ("Orlando Furioso" XXXVII, 8).
"Ai margini della Commedia. Il Dante Vallicelliano", a cura di Paola Paesano e Gianni Pittiglio. Rome: Viella, 2023.
Incunaboli collana diretta da Marco Palma 8 Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e isti... more Incunaboli collana diretta da Marco Palma 8 Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e istituzionale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento. Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e istituzionale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento.
By focusing on two stylistically divergent treatments of the motif of the old female subject that... more By focusing on two stylistically divergent treatments of the motif of the old female subject that were produced by major Italian artists between the 1490s and 1500s—specifically, one of Leonardo’s ‘grotesque heads’ and Giorgione’s 'La vecchia'—the essay considers in what ways Renaissance depictions of aged women could engage with the literary authority of the Canzoniere. Thus, the enquiry will highlight how such an engagement with Petrarch’s vernacular poetry, particularly with its recurrent meditation on the transience of the beloved’s beauty, was sometimes inscribed not only in those artworks’ visual rhetoric, but also in their early reception.
https://www.aup.nl/en/book/9789463727242/petrarch-and-sixteenth-century-italian-portraiture#toc
IPR. Italian Poetry Review, 2023
Il presente articolo si incentra sulla lettura ravvicinata e sull’inquadramento, nel contesto del... more Il presente articolo si incentra sulla lettura ravvicinata e sull’inquadramento, nel contesto della produzione in versi e delle riflessioni teoriche in prosa dell’autrice, di una delle poesie a carattere ecfrastico della raccolta guidacciana "L’altare di Isenheim". In particolare, il contributo assume a oggetto d’indagine il componimento dedicato all’espressionistico pannello che, nel polittico di Matthias Grünewald, raffigura la tentazione di Sant’Antonio. Dopo aver messo in evidenza l’interesse per le arti visuali di cui la poetessa ha molte volte dato prova, e dopo aver ripercorso le circostanze della genesi dei testi che commentavano il Flügelaltar di Colmar, l’articolo muove a dimostrare due punti fondamentali. In primo luogo, esso documenta come l’ecfrasi autoriale di un’opera figurativa si caricasse talvolta di valenze ideologiche aliene all’artefatto iconico ma centrali per la stessa Guidacci, come in questo caso l’atto di accusa verso la hybris razionalistica e il tecnocentrismo della moderna cultura occidentale. In secondo luogo, esso mette in luce i nessi che legano una tale ideologizzazione dell’opera d’arte alle considerazioni guidacciane intorno alla funzione dell’artista nel mondo contemporaneo.
abstract
The article focuses on the close reading and contextualizing, in the framework of the author’s verse production and theoretical reflections in prose, of one of the ekphrastic pieces of Margherita Guidacci’s poetic collection L’Altare di Isenheim. In particular, the contribution takes as its object the poem commenting on the expressionistic panel that, in Matthias Grünewald’s polyptych, depicts St. Anthony’s temptation. After highlighting the interest in the visual arts, which the poet demonstrated on many occasions, and after tracing the circumstances of the genesis of the texts on the Colmar Flügelaltar, the article moves on to demonstrate two fundamental points. First, it documents how the author’s ekphrasis of an artwork is charged with ideological values alien to the iconic artifact but central to Guidacci herself, as in this case the critique of the rationalistic hybris and technocentrism of modern Western culture. Second, it underlines the links between such an ideologization of the work of art and Guidacci’s considerations on the artist’s role in the contemporary world.
Fucata vetustas. Prassi e ricezione del falso nella letteratura e nell’arte del Rinascimento italiano. Eds. Sara Ferrilli, Marco Nava, and Jonathan Schiesaro. Rome: Franco Angeli, 2023
I testi pubblicati nella collana sono sottoposti a un processo di peer review che ne attesta la v... more I testi pubblicati nella collana sono sottoposti a un processo di peer review che ne attesta la validità scientifica.
The contribution takes as a point of departure the discovery of a sequence of eight unpublished L... more The contribution takes as a point of departure the discovery of a sequence of eight unpublished Latin epigrams that comment on the pictorial prototype for Marcantonio Raimondi’s burin engraving with the portrait of Pietro Aretino. By means of a close analysis of the poems and a careful reconstruction of the context of their production, the article reveals how the new finding provides us with crucial evidence on some hitherto much debated issues concerning Raimondi’s work, such as its chronology and its relation to Sebastiano del Piombo’s painting on the same subject. Due attention is also paid to how the epigrams’ rhetoric interacts with that of the artworks at issue, granting us privileged access to the modes which Cinquecento erudite used when viewing those pictures. Finally, an appendix provides the first edition and translation of some Latin verse on Sebastiano del Piombo’s famous but now lost effigy of Giulia Gonzaga.
Source: Notes in the History of Art 41.3 (2022): 176–85.
The article discusses a previously unpublished Neo-Latin poem about a lost sculpture by Gian Gior... more The article discusses a previously unpublished Neo-Latin poem about a lost sculpture by Gian Giorgio Lascaris, better known as "Pyrgoteles," who was active in the Veneto and the Po Valley between the late fifteenth and early sixteenth centuries. The newly discovered text confirms that the Greek-born artist enjoyed great favor among contemporary humanists, and that his most celebrated creation was the classical inspired Venus Flagillifera, which was also praised by such figures as Pomponius Gauricus and Battista Guarini. At the same time, the poem sheds new light on the interconnection between the production of all'antica sculptures, which flourished in Northern Italy at the turn of the Cinquecento, and the literary rediscovery of the ancient Greek epigrammatic tradition.
Lettres sur l'art à Benedetto Varchi, éd. F. Dubard, O. Chiquet, 2021
Ouvrage consacré à la célèbre anthologie de lettres écrites par huit artistes: G. Vasari, Bronzi... more Ouvrage consacré à la célèbre anthologie de lettres écrites par huit artistes: G. Vasari, Bronzino, Pontormo, Bastiano del Tasso, Francesco da San Gallo, Tribolo, Michel-Ange, publiée dans les Deux leçons (1550) de Benedetto Varchi.
Annalisa ANDREONI — Préface
Angela CERASUOLO — La parola agli artisti: la tecnica della pittura nelle lettere al Varchi
Roderick-Pascal WATERS — The Discorso della bellezza e della grazia in between Measure and Splendour
Claire LESAGE — Traces du discours sur les arts dans la théorie linguistique de Benedetto Varchi : les Due Lezzioni et L'Hercolano
Michele BELLOTTI — La lettera di Giorgio Vasari a Benedetto Varchi e il carteggio vasariano
Véronique MÉRIEUX — La contribution d’Agnolo Bronzino à l’enquête de Benedetto Varchi ou l’insoluble oxymore entre cadrage académique et intime conviction
Giovanna PERINI FOLESANI — Il Bronzino, ovvero il compitino del compito cortigiano
Olivier CHIQUET — Réconcilier la peinture et la sculpture, Léonard et Michel-Ange. La réponse de Jacopo Pontormo à Benedetto Varchi
Dario DONETTI — Just as Dante, so too Michelangelo. The Sculptor’s “Doglienza” in Francesco da Sangallo's Letter
Diletta GAMBERINI — Uomo universale e artefice “euphantasíotos” : l'immagine del perfetto scultore nella lettera celliniana sulla maggioranza delle arti
Frédérique DUBARD DE GAILLARBOIS — Le point de vue de la soubrette : Michelangelo, Varchi et la fante dottoressa
Testo disponibile anche online: https://spartacus-idh.com/098.html#
Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 63.1, 2021
The article casts light upon the variety of literary sources that inspired the genre of vituperat... more The article casts light upon the variety of literary sources that inspired the genre of vituperative poems about artistic subjects, which flourished in several centers of the Italian peninsula since the final decades of the fifteenth century. After stressing how authors of such verse were typically equipped with an extensive humanistic education, the discussion concentrates on the relevance of classical antecedents to the growth of this peculiar form of amusing Kunstliteratur. The analysis reveals that this kind of poetry often appropriated some basic thematic refrains from the so-called Planudean Anthology, mostly through a process of amplification and cross-fertilization with motifs derived from vernacular comic traditions. Amid this collection of ancient Greek, Hellenistic and early Byzantine epigrams, Renaissance readers could in fact find not only hundreds of eulogistic short poems on artworks, which were to shape the language and conventions of the age’s poetry about art, but also a small set of verse compositions mocking the most ridiculous professional failures of artists, particularly in matters of mimeticism. The article then considers several early developments of these clichés in Renaissance derisive verse on art, while also devoting attention to some of the most recurrent linguistic solutions that came to be associated with this humorous mode of criticism.
Letteratura&Arte, 18 ("Doppio talento e doppia creatività. Scrittori artisti e artisti scrittori italiani dal XVI al XXI secolo", a cura di Giovanna Rizzarelli), 2020
Alla luce del principio oraziano dell'ut pictura poësis e della sua straordinaria influenza sul p... more Alla luce del principio oraziano dell'ut pictura poësis e della sua straordinaria influenza sul pensiero dell'autore intorno al rapporto tra parola e immagine, il presente contributo esamina le matrici letterarie di uno dei concetti più innovativi della teoria artistica di Pomponio Gaurico: quello dell'amphibolía o ambiguità della rappresentazione figurativa. Scopo dell'articolo è dimostrare, attraverso una serrata analisi testuale di un passaggio del trattato-dialogo De sculptura (1504) che ad oggi ha ricevuto limitata attenzione, come nell'elaborare quel principio l'umanista salernitano mettesse a frutto le idee veicolate da una serie di fonti classiche. La riflessione di Gaurico viene quindi messa in rapporto sia con alcuni decisivi sviluppi del linguaggio figurativo che ebbero luogo nell'Italia di inizio Cinquecento, sia, in prospettiva diacronica, con uno dei concetti alla base del Laocoonte ovvero dei limiti della pittura e della poesia di Gotthold Ephraim Lessing (1766).
In quali modi operarono, nella ricezione rinascimentale dell’arte antica, le forme del discorso c... more In quali modi operarono, nella ricezione rinascimentale dell’arte antica, le forme del discorso con cui gli autori del mondo greco e romano avevano commentato la forza psicagogica di sculture e pitture? Il libro prova a rispondere a questo interrogativo guardando a indicativi meccanismi di funzionamento dell’intertestualità nell’elaborazione di testi ecfrastici. Nello specifico, l’indagine si focalizza su prose e poesie cinquecentesche dedicate al gruppo scultoreo del "Laocoonte": studiando i legami intertestuali che questi scritti intrattengono soprattutto con luoghi comuni e moduli descrittivi dell’ecfrasi greco-romana, la monografia fa luce sulle forme di trasmissione verbale di una millenaria ‘cultura del vedere’.
https://olschki.it/libro/9788822269386
Il presente contributo si incentra su tre sequenze di epigrammi neolatini, ad oggi inedite, che e... more Il presente contributo si incentra su tre sequenze di epigrammi neolatini, ad oggi inedite, che evocano poeticamente le storie di altrettante opere d’arte durante il Sacco di Roma (maggio 1527 – febbraio 1528). Composti da un testimone diretto delle violenze che sconvolsero l’Urbe in quei mesi, il poeta ferrarese Antonio Tebaldeo, i testi precisano il profilo intellettuale di un autore che nutrì un profondo e duraturo interesse per le vicende artistiche del proprio tempo. La principale acquisizione del presente studio risiede tuttavia altrove. Fatte oggetto di una puntuale contestualizzazione, per mezzo del raffronto con altri scritti coevi di umanisti che commentarono le vicende del Sacco, queste serie epigrammatiche illuminano storie finora ignote ma che coinvolsero committenti, artisti e oggetti tra i più illustri della Roma di età clementina, come pure un episodio di profanazione che all’epoca ebbe una notevole risonanza letteraria. Nello specifico, lo studio chiarisce come Tebaldeo evocasse in questi versi le sorti di un ritratto di Ferrante Gonzaga che il giovanissimo condottiero imperiale commissionò come dono per la madre, Isabella d’Este, ma anche l’oltraggio inflitto da un soldato spagnolo ai danni di un’immagine mariana, e infine le vicissitudini – fino a questo momento del tutto sconosciute – toccate al "Bacco" di Michelangelo.
https://books.ub.uni-heidelberg.de/arthistoricum/catalog/book/1177
This book breaks new ground by illuminating the key role of verse-writing as a cultural strategy ... more This book breaks new ground by illuminating the key role of verse-writing as a cultural strategy on the part of Italian Renaissance artists. It does so by undertaking a wide-ranging study of poems by painters, sculptors, architects, and goldsmiths who were active in Florence under Cosimo I and Francesco I de’ Medici – a milieu in which many practitioners of the visual arts appropriated the literary medium to address issues related to their primary professions.
New Apelleses and New Apollos intervenes in the burgeoning scholarly discourse on the intellectual life of artists in early modern Italy, revealing how poetry often provides fresh insights into art-theoretical debates, patronage questions, workshop cultures, issues of professional identity, and networks of personal relations.
https://www.degruyter.com/document/doi/10.1515/9783110743661/html
For a preview: https://books.google.de/books/about/New_Apelleses_and_New_Apollos.html?id=g3lVEAAAQBAJ&source=kp_book_description&redir_esc=y
Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per es... more Sono rigorosamente vietati la riproduzione, la traduzione, l'adattamento, anche parziale o per estratti, per qualsiasi uso e con qualsiasi mezzo effettuati, senza la preventiva autorizzazione scritta della Salerno Editrice S.r.l. Ogni abuso sarà perseguito a norma di legge.
Artista tra i più rappresentativi del tardo Rinascimento fiorentino, assunto nel Parnaso della le... more Artista tra i più rappresentativi del tardo Rinascimento fiorentino, assunto nel Parnaso della letteratura italiana in virtù del capolavoro autobiografico, Benvenuto Cellini (1500-1571) è autore di oltre un centinaio di poesie, composte − come la Vita − nell’ultimo, travagliato periodo della sua biografia. A lungo negletti dalla critica a causa della loro oscurità e di una radicale distanza dagli ideali classici di armonia e decoro formale, questi versi vengono qui per la prima volta pubblicati criticamente e ampiamente commentati.
L’edizione mette a frutto uno studio rigoroso dei testimoni, innanzitutto i due manoscritti Riccardiani − in parte autografi − che conservano la quasi totalità del corpus poetico dell’artista. Una simile indagine ha permesso di individuare una cospicua serie di rime dubbie o apocrife e di pervenire alla datazione più sicura del materiale celliniano, predisponendo, sulla base di risultanze obiettive, un nuovo ordinamento. Il minuzioso commento che correda i testi si applica alla decrittazione di una lettera spesso ambigua e contorta, ma anche a una sua sistematica contestualizzazione nell’ambito delle principali problematiche artistiche e culturali che caratterizzano la coeva realtà fiorentina. Indagate nella loro genesi, di solito apologetica o polemica, le poesie riemergono allora quale potente documento di una personalità tempestosa come quella del Cellini.
Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 63.1, 2021
www.khi.fi.it/publikationen/mitteilungen Die Redaktion dankt den Peer Reviewers dieses Heftes für... more www.khi.fi.it/publikationen/mitteilungen Die Redaktion dankt den Peer Reviewers dieses Heftes für ihre Unterstützung | La redazione ringrazia i peer reviewers per la loro collaborazione a questo numero.
L'articolo si incentra sullo studio di quattro inediti epigrammi neolatini dedicati a opere d'art... more L'articolo si incentra sullo studio di quattro inediti epigrammi neolatini dedicati a opere d'arte. Risalenti agli anni Novanta del Quattrocento e composti da uno degli astri nascenti del panorama letterario italiano dell’epoca, il poeta ferrarese Antonio Tebaldeo, i testi apportano elementi di conoscenza per più aspetti notevoli. In primo luogo, le poesie fanno luce su due episodi ad oggi quasi del tutto sconosciuti della fortunata storia del ritratto amicale o amoroso nell'Italia dello scorcio del quindicesimo secolo. Ad essere così recuperate sono la memoria e l’identità dell’effigie funebre marmorea di un giovanissimo paggio già al servizio del cardinale Giovanni Colonna: un'opera romana che venne elogiata in versi, spesso di palese intonazione omoerotica, anche da una sodalitas di umanisti che faceva capo a Pomponio Leto. L’altro artefatto di cui veniamo a sapere è un dipinto raffigurante tre amici, realizzato verosimilmente in ambito padano e declinazione peculiare del formato del ritratto triplo. In secondo luogo, gli inediti tebaldeani permettono di registrare l’emergere precoce di alcuni refrains nel ricorrente discorso che l’autore sviluppò intorno a capacità e limiti espressivi di pittura e scultura. L’analisi ravvicinata dell’intreccio di motivi come quello dell’irresistibile magnetismo erotico del ritratto figurativo e quello dell’asserita incapacità dell’effigie di restituire l’anima dei suoi soggetti conferisce, in particolare, pieno risalto al ruolo paradigmatico della tradizione epigrammatica greca, con le sue ambigue e argute celebrazioni del potere delle immagini.
Link diretto all'articolo: https://www.journals.uchicago.edu/doi/epdf/10.1086/732204.
L’articolo si propone di arricchire la mappatura delle memorie letterarie che operarono nell’otta... more L’articolo si propone di arricchire la mappatura delle memorie letterarie che operarono nell’ottava ariostesca che riferisce l’apologia giovannea di Didone ("Orlando Furioso" XXXV 28). Quali fondamentali ipotesti del discorso con cui l’evangelista difendeva la condotta della donna dalle calunnie di Virgilio, i moderni commentatori del poema adducono di norma alcune considerazioni dedicate alla regina di Cartagine da Giustino, Petrarca e Boccaccio. Senza voler negare che quegli antecedenti rivestissero un ruolo importante nell’inventio di Ariosto, il presente contributo mira a sottolineare l’importanza che ebbero al proposito anche un’imitazione tardoantica e una umanistica, a firma di Michele Marullo, di un epigramma greco trasmesso dall’"Antologia Planudea". L’acquisizione critica così maturata permette, infine, di lumeggiare le ragioni che sono alla base della presenza del Tarcaniota in apertura nel catalogo dei moderni scrittori impegnati a difendere la fama delle donne ("Orlando Furioso" XXXVII 8).
The article aims to enrich the understanding of the literary influences at work in Ludovico Ariosto’s "Orlando Furioso", specifically in Saint John’s defence of Dido (XXXV, 28). Modern scholars typically point to reflections on the Carthaginian queen by Justinus, Petrarch, and Boccaccio as key sources for the evangelist’s rebuttal of Virgil’s portrayal. While acknowledging the significance of these antecedents in Ariosto’s inventio, this study argues that a late-antique imitation and Michael Marullus’ humanistic rewriting of a Greek epigram from the Planudean Anthology were equally crucial. This critical insight also sheds light on Marullus’ prominent position at the beginning of the catalogue of modern writers defending women’s reputation ("Orlando Furioso" XXXVII, 8).
"Ai margini della Commedia. Il Dante Vallicelliano", a cura di Paola Paesano e Gianni Pittiglio. Rome: Viella, 2023.
Incunaboli collana diretta da Marco Palma 8 Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e isti... more Incunaboli collana diretta da Marco Palma 8 Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e istituzionale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento. Copyright © Viella N.B: Copia ad uso personale e istituzionale. È vietata la riproduzione (totale o parziale) dell'opera con qualsiasi mezzo effettuata e la sua messa a disposizione di terzi, sia in forma gratuita sia a pagamento.
By focusing on two stylistically divergent treatments of the motif of the old female subject that... more By focusing on two stylistically divergent treatments of the motif of the old female subject that were produced by major Italian artists between the 1490s and 1500s—specifically, one of Leonardo’s ‘grotesque heads’ and Giorgione’s 'La vecchia'—the essay considers in what ways Renaissance depictions of aged women could engage with the literary authority of the Canzoniere. Thus, the enquiry will highlight how such an engagement with Petrarch’s vernacular poetry, particularly with its recurrent meditation on the transience of the beloved’s beauty, was sometimes inscribed not only in those artworks’ visual rhetoric, but also in their early reception.
https://www.aup.nl/en/book/9789463727242/petrarch-and-sixteenth-century-italian-portraiture#toc
IPR. Italian Poetry Review, 2023
Il presente articolo si incentra sulla lettura ravvicinata e sull’inquadramento, nel contesto del... more Il presente articolo si incentra sulla lettura ravvicinata e sull’inquadramento, nel contesto della produzione in versi e delle riflessioni teoriche in prosa dell’autrice, di una delle poesie a carattere ecfrastico della raccolta guidacciana "L’altare di Isenheim". In particolare, il contributo assume a oggetto d’indagine il componimento dedicato all’espressionistico pannello che, nel polittico di Matthias Grünewald, raffigura la tentazione di Sant’Antonio. Dopo aver messo in evidenza l’interesse per le arti visuali di cui la poetessa ha molte volte dato prova, e dopo aver ripercorso le circostanze della genesi dei testi che commentavano il Flügelaltar di Colmar, l’articolo muove a dimostrare due punti fondamentali. In primo luogo, esso documenta come l’ecfrasi autoriale di un’opera figurativa si caricasse talvolta di valenze ideologiche aliene all’artefatto iconico ma centrali per la stessa Guidacci, come in questo caso l’atto di accusa verso la hybris razionalistica e il tecnocentrismo della moderna cultura occidentale. In secondo luogo, esso mette in luce i nessi che legano una tale ideologizzazione dell’opera d’arte alle considerazioni guidacciane intorno alla funzione dell’artista nel mondo contemporaneo.
abstract
The article focuses on the close reading and contextualizing, in the framework of the author’s verse production and theoretical reflections in prose, of one of the ekphrastic pieces of Margherita Guidacci’s poetic collection L’Altare di Isenheim. In particular, the contribution takes as its object the poem commenting on the expressionistic panel that, in Matthias Grünewald’s polyptych, depicts St. Anthony’s temptation. After highlighting the interest in the visual arts, which the poet demonstrated on many occasions, and after tracing the circumstances of the genesis of the texts on the Colmar Flügelaltar, the article moves on to demonstrate two fundamental points. First, it documents how the author’s ekphrasis of an artwork is charged with ideological values alien to the iconic artifact but central to Guidacci herself, as in this case the critique of the rationalistic hybris and technocentrism of modern Western culture. Second, it underlines the links between such an ideologization of the work of art and Guidacci’s considerations on the artist’s role in the contemporary world.
Fucata vetustas. Prassi e ricezione del falso nella letteratura e nell’arte del Rinascimento italiano. Eds. Sara Ferrilli, Marco Nava, and Jonathan Schiesaro. Rome: Franco Angeli, 2023
I testi pubblicati nella collana sono sottoposti a un processo di peer review che ne attesta la v... more I testi pubblicati nella collana sono sottoposti a un processo di peer review che ne attesta la validità scientifica.
The contribution takes as a point of departure the discovery of a sequence of eight unpublished L... more The contribution takes as a point of departure the discovery of a sequence of eight unpublished Latin epigrams that comment on the pictorial prototype for Marcantonio Raimondi’s burin engraving with the portrait of Pietro Aretino. By means of a close analysis of the poems and a careful reconstruction of the context of their production, the article reveals how the new finding provides us with crucial evidence on some hitherto much debated issues concerning Raimondi’s work, such as its chronology and its relation to Sebastiano del Piombo’s painting on the same subject. Due attention is also paid to how the epigrams’ rhetoric interacts with that of the artworks at issue, granting us privileged access to the modes which Cinquecento erudite used when viewing those pictures. Finally, an appendix provides the first edition and translation of some Latin verse on Sebastiano del Piombo’s famous but now lost effigy of Giulia Gonzaga.
Source: Notes in the History of Art 41.3 (2022): 176–85.
The article discusses a previously unpublished Neo-Latin poem about a lost sculpture by Gian Gior... more The article discusses a previously unpublished Neo-Latin poem about a lost sculpture by Gian Giorgio Lascaris, better known as "Pyrgoteles," who was active in the Veneto and the Po Valley between the late fifteenth and early sixteenth centuries. The newly discovered text confirms that the Greek-born artist enjoyed great favor among contemporary humanists, and that his most celebrated creation was the classical inspired Venus Flagillifera, which was also praised by such figures as Pomponius Gauricus and Battista Guarini. At the same time, the poem sheds new light on the interconnection between the production of all'antica sculptures, which flourished in Northern Italy at the turn of the Cinquecento, and the literary rediscovery of the ancient Greek epigrammatic tradition.
Lettres sur l'art à Benedetto Varchi, éd. F. Dubard, O. Chiquet, 2021
Ouvrage consacré à la célèbre anthologie de lettres écrites par huit artistes: G. Vasari, Bronzi... more Ouvrage consacré à la célèbre anthologie de lettres écrites par huit artistes: G. Vasari, Bronzino, Pontormo, Bastiano del Tasso, Francesco da San Gallo, Tribolo, Michel-Ange, publiée dans les Deux leçons (1550) de Benedetto Varchi.
Annalisa ANDREONI — Préface
Angela CERASUOLO — La parola agli artisti: la tecnica della pittura nelle lettere al Varchi
Roderick-Pascal WATERS — The Discorso della bellezza e della grazia in between Measure and Splendour
Claire LESAGE — Traces du discours sur les arts dans la théorie linguistique de Benedetto Varchi : les Due Lezzioni et L'Hercolano
Michele BELLOTTI — La lettera di Giorgio Vasari a Benedetto Varchi e il carteggio vasariano
Véronique MÉRIEUX — La contribution d’Agnolo Bronzino à l’enquête de Benedetto Varchi ou l’insoluble oxymore entre cadrage académique et intime conviction
Giovanna PERINI FOLESANI — Il Bronzino, ovvero il compitino del compito cortigiano
Olivier CHIQUET — Réconcilier la peinture et la sculpture, Léonard et Michel-Ange. La réponse de Jacopo Pontormo à Benedetto Varchi
Dario DONETTI — Just as Dante, so too Michelangelo. The Sculptor’s “Doglienza” in Francesco da Sangallo's Letter
Diletta GAMBERINI — Uomo universale e artefice “euphantasíotos” : l'immagine del perfetto scultore nella lettera celliniana sulla maggioranza delle arti
Frédérique DUBARD DE GAILLARBOIS — Le point de vue de la soubrette : Michelangelo, Varchi et la fante dottoressa
Testo disponibile anche online: https://spartacus-idh.com/098.html#
Mitteilungen des Kunsthistorischen Institutes in Florenz, 63.1, 2021
The article casts light upon the variety of literary sources that inspired the genre of vituperat... more The article casts light upon the variety of literary sources that inspired the genre of vituperative poems about artistic subjects, which flourished in several centers of the Italian peninsula since the final decades of the fifteenth century. After stressing how authors of such verse were typically equipped with an extensive humanistic education, the discussion concentrates on the relevance of classical antecedents to the growth of this peculiar form of amusing Kunstliteratur. The analysis reveals that this kind of poetry often appropriated some basic thematic refrains from the so-called Planudean Anthology, mostly through a process of amplification and cross-fertilization with motifs derived from vernacular comic traditions. Amid this collection of ancient Greek, Hellenistic and early Byzantine epigrams, Renaissance readers could in fact find not only hundreds of eulogistic short poems on artworks, which were to shape the language and conventions of the age’s poetry about art, but also a small set of verse compositions mocking the most ridiculous professional failures of artists, particularly in matters of mimeticism. The article then considers several early developments of these clichés in Renaissance derisive verse on art, while also devoting attention to some of the most recurrent linguistic solutions that came to be associated with this humorous mode of criticism.
Letteratura&Arte, 18 ("Doppio talento e doppia creatività. Scrittori artisti e artisti scrittori italiani dal XVI al XXI secolo", a cura di Giovanna Rizzarelli), 2020
Alla luce del principio oraziano dell'ut pictura poësis e della sua straordinaria influenza sul p... more Alla luce del principio oraziano dell'ut pictura poësis e della sua straordinaria influenza sul pensiero dell'autore intorno al rapporto tra parola e immagine, il presente contributo esamina le matrici letterarie di uno dei concetti più innovativi della teoria artistica di Pomponio Gaurico: quello dell'amphibolía o ambiguità della rappresentazione figurativa. Scopo dell'articolo è dimostrare, attraverso una serrata analisi testuale di un passaggio del trattato-dialogo De sculptura (1504) che ad oggi ha ricevuto limitata attenzione, come nell'elaborare quel principio l'umanista salernitano mettesse a frutto le idee veicolate da una serie di fonti classiche. La riflessione di Gaurico viene quindi messa in rapporto sia con alcuni decisivi sviluppi del linguaggio figurativo che ebbero luogo nell'Italia di inizio Cinquecento, sia, in prospettiva diacronica, con uno dei concetti alla base del Laocoonte ovvero dei limiti della pittura e della poesia di Gotthold Ephraim Lessing (1766).
edited by Selene Maria Vatteroni and Bernhard Huss (general editor)
«Roma nel Rinascimento» (2008), pp. 92-95
Questo ciclo di incontri prende in esame, sotto la duplice prospettiva degli studi storico-artist... more Questo ciclo di incontri prende in esame, sotto la duplice prospettiva degli studi storico-artistici e di quelli storico-letterari, il ruolo delle quattro passioni fondamentali nella cultura italiana del Rinascimento. La loro rappresentazione iconica e verbale - questa la tesi che verrà sviluppata - acquista una nuova centralità nel sedicesimo secolo. Come avvenne questo cambiamento? Quale rapporto instaurarono tali rappresentazioni con le coeve teorizzazioni della virtù, con le vigenti norme di comportamento, con gli ideali antichi e con i codici rappresentativi nord-europei? E quali interazioni, attorno a tali temi, si possono osservare fra parola e immagine?
Tutti gli incontri si svolgeranno su piattaforma Zoom,
all‘indirizzo: https://us02web.zoom.us/j/85659345839?pwd=UmFZYU0xN1NxMGJ1MjlQM054NXgvZz09; credenziali di accesso per la App: Meeting-ID: 856 5934 5839 | Password: 148258. Non occorre iscriversi.
The event brings together art historians and literary scholars for a preliminary exploration of t... more The event brings together art historians and literary scholars for a preliminary exploration of the visual cultures that were associated with the poetic tropes of metaphor and simile in early modern Italy. By focusing on the extensive and multifaceted presence of these figures of speech in two foundational pillars of Italian literature, Dante's Divina Commedia and Petrarch's Canzoniere, and on the impact that these writings had on the arts of the following centuries, the workshop aims to shed light on a variety of interrelated issues. Among other questions, it will for instance consider the pictorial potential inherent in the high degree of visuality that is typical of metaphoric expressions, the use of similes grounded in artistic practices, the reification of figurative language in artworks or everyday objects, and the creative ways in which Renaissance artists responded to the suggestions coming from those tropes.
Histories of Italian art and literature from the Early Modern period rarely address the widesprea... more Histories of Italian art and literature from the Early Modern period rarely address the widespread phenomenon of negative responses to modern works of art and architecture. This "bad reception" appears in a wide range of written sources, including artistic treatises, letters, poetry, biographies, and archival documents. Until now, the few studies of this topic have focused on individual case histories, or else on the specific inflections of censure in codified literary writings, such as vituperative poems on art. This workshop seeks to advance the current state of scholarship by exploring the intersections of different genres of texts that were used to express disapproval of paintings, sculptures, and architecture, and by seeing the impact these discourses had on the afterlife of the art under discussion. Rather than presenting new examples of bad reception, participants will consider how different cases point to broader thematic patterns that help provide a framework for future research. Topics include the evolution of linguistic conventions used for criticizing works of art, the aspects of art most often cited by critics, and the consequences of the negative evaluations for the artistic product itself or for its author.
Questo ciclo di incontri prende in esame, sotto la duplice prospettiva degli studi storico-artist... more Questo ciclo di incontri prende in esame, sotto la duplice prospettiva degli studi storico-artistici e di quelli storico-letterari, il ruolo delle quattro passioni fondamentali nella cultura italiana del Rinascimento. La loro rappresentazione iconica e verbale - questa la tesi che verrà sviluppata - acquista una nuova centralità nel sedicesimo secolo. Come avvenne questo cambiamento? Quale rapporto instaurarono tali rappresentazioni con le coeve teorizzazioni della virtù, con le vigenti norme di comportamento, con gli ideali antichi e con i codici rappresentativi nord-europei? E quali interazioni, attorno a tali temi, si possono osservare fra parola e immagine?
Tutti gli incontri, organizzati presso il Zentralinstitut für Kunstgeschichte di Monaco di Baviera, si svolgeranno su piattaforma Zoom,
all‘indirizzo: https://us02web.zoom.us/j/85659345839?pwd=UmFZYU0xN1NxMGJ1MjlQM054NXgvZz09; credenziali di accesso per la App: Meeting-ID: 856 5934 5839 | Password: 148258. Non occorre iscriversi.
Due to its unidealized and often scathing depiction of the duke Cosimo I de’ Medici and of his bu... more Due to its unidealized and often scathing depiction of the duke Cosimo I de’ Medici and of his bureaucracy, Benvenuto Cellini’s autobiography has sometimes been read by scholars as a refutation of the scrupolously celebratory textual constructions of Medicean panegyrists, or as a sort of “anti-codex” of Florentine power. Yet, in the context of the
author’s literary production, the Vita is not the only writing that witnesses against the myth of the golden age of arts
under Cosimo I and Francesco I de’ Medici: as a matter of fact, Cellini’s poems offer a testimony which is just as significant. By connecting them to the most salient moments of the artist’s career at the court of Florence, the present
paper shall focus on how many of these verses express a radical and multifaceted criticism of contemporary Medicean patronage.
Shortly after the triumphal unveiling of the Perseus statue in the Florentine Loggia dei Lanzi (1... more Shortly after the triumphal unveiling of the Perseus statue in the Florentine Loggia dei Lanzi (1554), just when his hopes to become the first sculptor at the court of duke Cosimo I de’ Medici were at the highest, Benvenuto Cellini saw his career go through a dramatic breakdown as he was imprisoned twice in the jail of the Stinche, on the charges of aggravated assault (1556) and sodomy (1557). Although voluntarily omitted from the celebratory autobiographic narration of the Vita, these two incarcerations had the deepest impact on the author’s writings, and especially on the most private ones: the theme of detention is, in effect, one of the cornerstones of his poetry. Drawing from a well-established Florentine poetical tradition which (from Burchiello to Machiavelli and Antonfrancesco Grazzini alias “il Lasca”) occasionally reflected upon the condition of the author as an inmate, in his several poems composed in the Stinche Cellini developed an articulate meditation on imprisonment. In these texts, the artist not only denounced the degradation and injustice of such a condition, imploring the Duke’s mercy and proclaiming his alleged innocence against his enemies and people’s mutterings, but also depicted detention as the most crucial spiritual experience in a man’s life. While incarcerated, Cellini oscillated between faith and despair, invoking God’s intervention in poems openly modeled on the Psalms or proclaiming His supreme indifference to human suffering in aggressively burlesque and skeptic texts, where captivity becomes the aptest representation of a power, as much earthly as otherworldly, that ignores every instance of the just man.
The paper examines the multi-layered criticism towards Giorgio Vasari in Benvenuto Cellini's lite... more The paper examines the multi-layered criticism towards Giorgio Vasari in Benvenuto Cellini's literary production. While in some famous passages of the "Vita" we find the scathing portrait of the Aretine painter as a petty, filthy man, the poems and the technical writings contain significant accusations to his practice as an artist. Cellini blames Vasari for the decline of the once great Scuola Fiorentina and for the betrayal of the sublime Michelangelesque manner, with its strenuous pursuit of artistic excellence that requires a long study and the proper time of execution.
Convegno Scuola Normale Superiore, Pisa 29-30 novembre 2018
Source: Notes in the History of Art
This contribution highlights the story of a book that has been neglected by scholars, Benvenuto C... more This contribution highlights the story of a book that has been neglected by scholars, Benvenuto Cellini’s "Trattati dell’Oreficeria e della Scultura". The comparison between the manuscript version (1565-1567) and the text that was later published by Valente Panizzi and Marco Peri (1569) demonstrates that the editor – most probably Gherardo Spini, one of Ferdinando de’ Medici’s secretaries – deeply modified the original material. This emendation affected the style of Cellini’s unorthodox vernacular prose but it also entailed extensive cuts to many crucial passages of the "Trattati" that were considered inappropriate, deviant or potentially subversive. On the one hand, the editor systematically excises all the sections that were in blatant contrast with the classical and courtly principles of decorum and urbanitas. On the other hand, the artist’s complaints against the contemporary Medici patronage is reversed into a grandiloquent eulogy of the Florentine dynasty for its munificence. The academic and rhetorical conversion of the book is then also a political transformation into a tribute to the Medici as the ideal patrons of art.
... Per una nuova edizione delle "Rime" di Benvenuto Cellini. Autores: ... more ... Per una nuova edizione delle "Rime" di Benvenuto Cellini. Autores: Diletta Gamberini; Localización: Studi di Filologia Italiana, ISSN 0392-5110, Volumen 68, 2010 , págs. 175-194. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. ...
I Tatti Studies in the Italian Renaissance, 2020
Contact Diletta Gamberini at the Zentralinstitut für Kunstgeschichte (d.gamberini@zikg.eu). Vogli... more Contact Diletta Gamberini at the Zentralinstitut für Kunstgeschichte (d.gamberini@zikg.eu). Voglio ringraziare Michael Cole e Ulrich Pfisterer, che hanno letto una prima stesura del presente articolo e mi hanno fornito indicazioni decisive per approfondire la sua dimensione storico-artistica. Sono altrettanto grata ai due lettori anonimi del contributo, a Jane Tylus, Jessica Goethals e Alessandra Montalbano, cui devo suggerimenti molto utili a migliorare il testo. Un sentito grazie va poi a Jonathan Nelson, con cui ho discusso diverse delle questioni qui affrontate, a Francesca Fantappiè e Clementina Marsico per la gentile consulenza bibliografica, e a Domitilla d’Onofrio per quella sui testi greci. 1. Nell’impossibilità di rendere conto in questa sede della vasta bibliografia esistente sul tema, mi limito a ricordare solo un manipolo di studi. Su tutti, quello fondativo di Rensselaer W. Lee, Ut pictura poesis: The Humanistic Theory of Painting, in “The Art Bulletin,” XXII, 1940, 19...
I Tatti Studies in the Italian Renaissance, 2016
IN RECENT DECADES many studies have illustrated the significance of medals in Renaissance culture... more IN RECENT DECADES many studies have illustrated the significance of medals in Renaissance culture. Particular attention has been given to portrait medals, whose celebratory and commemorative functions have been interpreted as a response to an increased desire for fame and immortality and, as a result, to the growing interest in the individual’s distinctive characteristics. However, recognition of the importance of these objects has been largely limited to the field of art historians and, more specifically, to specialists in numismatics or sculpture. Still, in light of the combination of text and image in these works, and of the recurrence of complex iconographies rooted in the humanist education of many of the personages portrayed, the very nature of portrait medals lends itself to an inter-
Bibliographic information published by the Deutsche Nationalbibliothek The Deutsche Nationalbibli... more Bibliographic information published by the Deutsche Nationalbibliothek The Deutsche Nationalbibliothek lists this publication in the Deutsche Nationalbibliografie; detailed bibliographic data are available on the Internet at http://dnb.dnb.de.
Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, scritte da' più celebri personaggi d... more Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, scritte da' più celebri personaggi dei secoli XV, XVI e XVII, a cura di Giovanni Bottari/Stefano Ticozzi, Milano 1822, I, p. 243. Rilevante anche la riflessione che Francesco Bocchi affidò al suo discorso "Eccellenza del San Giorgio di Donatello" (pubblicato nel 1584 ma composto prima del maggio 1571; testo cit. da Trattati d'arte del Cinquecento fra manierismo e controriforma, a cura di Paola Barocchi, Bari 1960-1962, III, pp. 125-194: 167sg.): "Assai è cosa chiara che a tanta perfezzione gli artifizii sono divenuti, et i giudizi umani cotanto in simili opere la vista hanno assottigliato, e qui in Firenze particolarmente, che, sì come di Roscio si scrive che e' non avea in Roma alcuno istrione che da lui, movendosi, e' non fosse di presente ne' gesti, dove e' fallasse, conosciuto, così né più né meno nelle pitture e nelle statue avviene, le quali, tuttoché appariscano singulari, nondimeno elle non prima ne' luoghi publichi sono collocate, che tantosto le lingue a biasimarle e lacerarle sono preste." 3 Vasari (nota 1), IV, p. 611, e V, pp. 249 e 253-255. Sull'interpretazione vasariana della censura come catalizzatore del progresso artistico, si vedano le fondamentali considerazioni di Ernst Gombrich, "The Leaven of Criticism in Renaissance Art", in: Art, Science, and History in the Renaissance, a cura di Charles Singleton, Baltimora 1967, pp. 3-42: 18-20. Sul genere della poesia in vituperio dell'arte, di grande utilità gli studi di Norman E. Land, The Viewer as Poet: The Renaissance Response to Art, University Park, Pa., 1994, pp. 95-97, e soprattutto di Maddalena Spagnolo, "Poesie contro le opere d'arte: arguzia, biasimo e ironia nella critica d'arte del Cinquecento", in: Ex marmore: pasquini, pasquinisti, pasquinate nell'Europa moderna, atti del convegno Lecce/Taranto 2005, a cura di Chrysa Damianaki/Paolo Procaccioli/ Angelo Romano, Manziana 2006, pp. 321-354. 4 Spagnolo, ibidem, pp. 322-327, mette in evidenza come, a dispetto dell'esclusivismo fiorentinista delle riflessioni di Vasari, anche altre realtà locali nel Rinascimento italiano sviluppassero una spiccata propensione alla critica pungente dell'opera d'arte, talvolta espressa in versi di biasimo. Focalizzato sulla negativa ricezione di un'opera extrafiorentina è peraltro l'ottimo contributo di Steven F. Ostrow, "The Discourse of Failure in Seventeenth-Century Rome:
Renaissance Quarterly, 2016
The great sculptor Vincenzo Danti wrote one of the longest poems to have survived from a Renaissa... more The great sculptor Vincenzo Danti wrote one of the longest poems to have survived from a Renaissance artist, but the text’s close thematic and conceptual connections to its author’s art have gone entirely unnoticed. What Danti’s poem and sculpture share, this essay argues, is a concern with mystified identity. Danti’s poetic sensibility stands at odds with the biographical frameworks that typically guide the interpretation of Renaissance art and literature. At the same time, his example shows how much there is to be gained from an investigation of how artists learned to be writers, and of what came of those efforts.
Oxford Bibliographies Online Datasets, 2000
Studi Di Filologia Italiana, 2012
Medioevo E Rinascimento Annuario Del Dipartimento Di Studi Sul Medioevo E Il Rinascimento Dell Universita Di Firenze, 2011
Il Capitale Culturale Studies on the Value of Cultural Heritage, Jun 14, 2014
ISBN 9788860322838
Artista tra i più rappresentativi del tardo Rinascimento fiorentino, assunto nel Parnaso della le... more Artista tra i più rappresentativi del tardo Rinascimento fiorentino, assunto nel Parnaso della letteratura italiana in virtù del capolavoro autobiografico, Benvenuto Cellini (1500-1571) è autore di oltre un centinaio di poesie, composte − come la "Vita" − nell’ultimo, travagliato periodo della sua biografia. A lungo negletti dalla critica a causa della loro oscurità e di una radicale distanza dagli ideali classici di armonia e decoro formale, questi versi vengono qui per la prima volta pubblicati criticamente e ampiamente commentati.
L’edizione mette a frutto uno studio rigoroso dei testimoni, innanzitutto i due manoscritti Riccardiani − in parte autografi − che conservano la quasi totalità del corpus poetico dell’artista. Una simile indagine ha permesso di individuare una cospicua serie di rime dubbie o apocrife e di pervenire alla datazione più sicura del materiale celliniano, predisponendo, sulla base di risultanze obiettive, un nuovo ordinamento. Il minuzioso commento che correda i testi si applica alla decrittazione di una lettera spesso ambigua e contorta, ma anche a una sua sistematica contestualizzazione nell’ambito delle principali problematiche artistiche e culturali che caratterizzano la coeva realtà fiorentina. Indagate nella loro genesi, di solito apologetica o polemica, le poesie riemergono allora quale potente documento di una personalità tempestosa come quella del Cellini.
‘Anticlassicisms’ react to the various forms of ‘classicisms.’ This volume discusses the history ... more ‘Anticlassicisms’ react to the various forms of ‘classicisms.’ This volume discusses the history and possible implications of the label in Renaissance studies and analyzes such ‘anticlassicisms.’ It distinguishes the various forms of opposition to ‘classicisms’ as to their scope (on a scale between radical poetological dissension to merely sectorial opposition in a given literary genre) and to their alternative models, be they authors or texts.