Brescia Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
L'articolo delinea la consistenza orignaria del legato di Giuseppe Zanardelli (primo ministro del Regno d'Italia dal 1901 al 1903) ai Musei civici di Brescia, mediante l'inventario redatto poco dopo la sua scomparsa. Oltre al notevole... more
L'articolo delinea la consistenza orignaria del legato di Giuseppe Zanardelli (primo ministro del Regno d'Italia dal 1901 al 1903) ai Musei civici di Brescia, mediante l'inventario redatto poco dopo la sua scomparsa. Oltre al notevole busto marmoreo di Ettore Ximenes, sono da segnalare le serie delle fotografie e le preziose onorificenze conferitegli da numerosi stati non solo europei.
We Venetian magistrate Nicolò Zen, in his handwritten and printed works, expresses the Venetian cultural climate of the early 16th century, aimed at a social renewal of the Republic to be sought in the recovery of ancient values and in... more
We Venetian magistrate Nicolò Zen, in his handwritten and printed works, expresses the Venetian cultural climate of the early 16th century, aimed at a social renewal of the Republic to be sought in the recovery
of ancient values and in the pursuit of equality as the foundation of internal harmony of the State. From an architectural point of view, this translates, especially during the "rst half of the 16th century, into the di[usion of a type of private building characterized by a contained mediocritas that avoids any con\ict with the opulence of the palaces of political power. We Brescian palaces of this period accurately re\ect the theories expressed by Zen and, at the same time, their facades become open books on which to read the progressive updating of the language of architecture, from bizarre proto-Renaissance expressions to the early exuberance anticipating the baroque. Moving from the words of Zen, it is possible to reconstruct a path between facades and portals of the Brescian palaces, in which this conservative renovatio urbis takes shape without impeding an ever more modern and updated de"nition of architecture. Wis up to some late 16th century examples in which mediocritas, so dear to the old nobility, is systematically disregarded by those who pretend to \aunt their social status.
Guglielmo Achille Cavellini (Brescia 1914 - 1990) costituì una delle più importanti collezioni italiane d'arte contemporanea; continuamente aggiornata ad iniziare dagli anni Cinquanta, dalle tendenze astratte europee fino alla New York... more
Guglielmo Achille Cavellini (Brescia 1914 - 1990) costituì una delle più importanti collezioni italiane d'arte contemporanea; continuamente aggiornata ad iniziare dagli anni Cinquanta, dalle tendenze astratte europee fino alla New York School (Kline, Tobey, Rauschenberg), alla pop art italiana, inglese e americana ( Warhol, Dine, Wesselmann) e agli esordi dell'Arte Povera italiana degli anni Settanta
Introducono l'opera: Michele Vello, storico dell'arte Fabrizio Tonin, tecnico del restauro Domenica 11 aprile 2021, ore 15:30 in streaming sui canali social della Fondazione La lama presenta sugli sgusci la firma punzonata dello spadaio... more
Introducono l'opera: Michele Vello, storico dell'arte Fabrizio Tonin, tecnico del restauro Domenica 11 aprile 2021, ore 15:30 in streaming sui canali social della Fondazione La lama presenta sugli sgusci la firma punzonata dello spadaio bellunese Andrea Ferrara o Feraro, uno dei più grandi spadai della seconda metà del Cinquecento.
- by Fabrizio Tonin and +1
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- Brescia, Reinassance, Schwert, Swords
The paper focuses on the musealisation of archaeological areas inserted within existing architectural structures, from the point of view of physical and cultural accessibility, also with regard to memory and the relationship with the... more
The paper focuses on the musealisation of archaeological areas inserted within existing architectural structures, from the point of view of physical and cultural accessibility, also with regard to memory and the relationship with the historical urban context. The hypothesis of musealisation of the Roman thermal site at the “Arnaldo” Liceo (secondary school) in Brescia (currently inaccessible and barred from use) would consent both its enhancement and an easier and more complete reading of the extension of Roman Brixia, today mainly located in the northern part of the city. In particular, by making the thermal site more user-friendly and manageable, the project aims to redefine its relationship with both the school building and the city.
In this paper, we reviewed a 2009 exhibition held in Brescia (Lombardy, Northern Italy), detailing the results of the excavation of a tomb of the Cenomani, the Celtic tribe that settled in the surroundings of Brescia and Verona (Veneto,... more
In this paper, we reviewed a 2009 exhibition held in Brescia (Lombardy, Northern Italy), detailing the results of the excavation of a tomb of the Cenomani, the Celtic tribe that settled in the surroundings of Brescia and Verona (Veneto, northern Italy). In this exhibition, we feel, the multiplicity of ethno-cultural influences on the area, even in Celtic times, was appropriately underlined.
Un groviglio. È difficile stabilire l'iter degli avvenimenti che hanno determinato quello che potremmo chiamare, parafrasando Carlo Emilio Gadda, quel pasticciaccio brutto del monastero di Santa Giulia ovvero il passaggio di incarichi fra... more
Un groviglio. È difficile stabilire l'iter degli avvenimenti che hanno determinato quello che potremmo chiamare, parafrasando Carlo Emilio Gadda, quel pasticciaccio brutto del monastero di Santa Giulia ovvero il passaggio di incarichi fra i progettisti del restauro elaborato e attuato in circa vent'anni dal 1979 al 1999 1 da parte di Arrigo Rudi e il suo team, formato da Guido Dallamano e Luigi Fasser 2 , e i progettisti dell'allestimento elaborato a partire dal 1998, Giovanni Tortelli e Roberto Frassoni, incarico anticipato già dal 1997 «per l'assistenza e il coordinamento generale di tutti gli interventi museografico-allestitivi» 3 . Infatti, anche ripiegandosi su tutti i documenti, ordinandoli secondo le successioni sia logiche che temporali, raccogliendo informazioni e testimonianze tra uffici comunali, soprintendenze e ordini professionali come in un racconto di sir Arthur Conan Doyle, l'esito finale non risulta essere il lapidario ed esaustivo «Elementary, my dear Watson!». È difficile comprendere esattamente cosa sia successo e secondo quali responsabilità si sia passati da un incarico a un architetto riconosciuto in ambito nazionale, con un curriculum di tutto rispetto per quanto riguarda allestimenti di mostre e di musei, e coadiuvato da due architetti legati per le loro avventure professionali alla storia della città, all'incarico, con una virata di 180 gradi, a due giovani architetti urbani, di concludere con l'allestimento e con alcuni interventi edilizi (come un ascensore) il processo di attuazione del museo della città. L'odissea del recupero dell'area archeologica e architettonica denominata convento di Santa Giulia -che dal secondo dopoguerra era diventato un buco nero nel contesto urbano in quanto, dopo essere stata esautorata dal suo ruolo militare, era stata inesorabilmente abbandonata a se stessa e a un degrado sempre più aggressivo -si conclude, infatti, nel 1999 4 con un celere allestimento che supera il lungo lavoro di avvicinamento operato da Arrigo Rudi, in stretto rapporto con Andrea Emiliani 5 , che aveva depositato un consistente materiale grafico elaborato secondo una precisa scelta metodologica e formale legata intimamente alla lezione di Scarpa. Di fatto, riducendo il pasticciaccio ai suoi termini crudi quali possono essere a volte i documenti municipali, nell'anno 1998, come si evince da alcune lettere 6 e dalla stampa 7 locale dell'epoca, Arrigo Rudi e il suo team vengono esautorati dall'incarico per l'allestimento del museo della città, che doveva completare l'opera di recupero dell'ex monastero di Santa Giulia, attraverso una risoluzione consensuale con il committente ovvero l'Amministrazione comunale che assegna contemporaneamente il raggiungimento di tale obiettivo agli architetti già citati Tortelli e Frassoni. Le ragioni profonde di tale ribaltamento e il risolvere l'allestimento con stilemi di fatto non dialoganti con l'intervento di restauro architettonico, pur rimanendo di difficile comprensione, sono comunque maturati sia con sintomi di crisi all'interno dello stesso gruppo sia con una più o meno concertata contrarietà al progetto che è andata sviluppandosi alcuni anni prima attraverso l'evidente opposizione strisciante della soprintendenza 8 . Si forma, pertanto, una fascia di interessi di vario genere e spessore che emerge e ha come propria epifania la critica all'intonacatura dei paramenti murari prospicienti la pubblica via, cioè via Musei. Vengono così a collimare nel dibattito interventi non particolarmente sofisticati dal punto di vista delle conoscenze relative alle metodologie di restauro, ma al contrario molto aggressivi e con un chiaro intento demolitorio del valore professionale del team incaricato 9 . Per quanto sia intervenuto nell'agone giornalistico anche Leonardo Benevolo 10 , rilanciando la correttezza metodologica e formale del prodotto di Arrigo Rudi, un giudizio negativo di fondo si percepisce come voluta scelta risolutoria in molte altre testimonianze dell'epoca. Cerchiamo di ricostruire questo dramma, percepito finora con un taglio sincronico eseguito al momento del passaggio di consegne, non solo attraverso tutta la documentazione pervenutaci, ma anche attraverso l'interpretazione e l'analisi critica di tali testimonianze. Come già detto, l'impegno esaustivo relativo inizialmente al restauro del complesso architettonico e in seguito all'allestimento del museo era stato affidato nel 1979 all'architetto Arrigo Rudi. La sua figura era emersa nel dibattito sul modello del museo della città e sul destino dell'ex convento di Santa Giulia a metà degli anni settanta, prima della tragica caduta in Giappone di Carlo Scarpa. Per quanto ancora carico di aura per la sua fama nazionale e internazionale e affascinante per la sua soluzione, anche se ridotta ai minimi termini, del monumento dei caduti di piazza della Loggia, Carlo Scarpa a Brescia era però anche investito da un'ombra, soprattutto nei riguardi dell'élite culturale in qualche modo legata alle prassi del restauro della città. Quest'ombra era rappresentata dall'allora direttore dei Musei civici, il medievalista Gaetano Panazza 11 , che con il Sistemazione museografica del complesso di Santa Giulia e degli attigui spazi archeologici progettisti: Arrigo Rudi con Guido Dallamano (Brescia) e Luigi Fasser (Brescia) collaboratori: Giuseppe Covelli, Barbara Croce strutture: n.d. impianti: impianti: Mario Conti (1982); Fausto Romano, Piergiorgio Sala (impianto elettrico, Brescia); Mario Doninelli (impianto idrotermosanitario, Brescia) imprese: n.d. date: 1979 (incarico)-1999 (ultimo appalto fio)
Schede di alcuni importanti dipinti del primo Ottocento italiano esposti alla mostra di Brescia
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- by Daniel Bierdümpfl
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- Violin, Brescia, Luthery, Deutsch
Recensione del mio libro "Il Leone di Lonato" in «GN Gardanotizie», Anno 12, N.°3, marzo 2020, p. 16.
The author is interested in showing part of the research process which led the XVII centuries priest and writer from Brescia, Bernardino Faino, to his famous publications Coelum Sanctae Brixianae Ecclesiae (1658) and Martyrologium Sanctae... more
The author is interested in showing part of the research process which led the XVII centuries priest and writer from Brescia, Bernardino Faino, to his famous publications Coelum Sanctae Brixianae Ecclesiae (1658) and Martyrologium Sanctae Brixianae Ecclesiae (1655). This process is based on studying, analyzing and correcting modern hagiographic works about saints bishops of Brescia. In particular, this essay deals with the proofreading work that Bernardino Faino did on the book De Sancto Hercvliano, written and published in 1584 by Bartolomeo Vitali from Verona.
La grande tela ( cm 255 x 659) di Emilio Rizzi (Cremona 1881- Brescia 1952) era parte di un ciclo decorativo allestito nel 1936 presso la sede della Federazione dei combattenti e reduci di Brescia. Il complesso, dovuto a diversi pittori,... more
La grande tela ( cm 255 x 659) di Emilio Rizzi (Cremona 1881- Brescia 1952) era parte di un ciclo decorativo allestito nel 1936 presso la sede della Federazione dei combattenti e reduci di Brescia. Il complesso, dovuto a diversi pittori, fu smontato negli anni '60 del Novecento e, da allora, quasi ignorato nei depositi dei Musei Civici
Indice degli articoli presenti nei sei volumi della collana.
Il saggio – che riprende e amplia l’intervento intitolato “Il piano regolatore, gli sventramenti, le scelte urbanistiche e le modalità realizzative che portarono alla costruzione di piazza della Vittoria” presentato al ciclo di conferenze... more
Il saggio – che riprende e amplia l’intervento intitolato “Il piano regolatore, gli sventramenti, le scelte urbanistiche e le modalità realizzative che portarono alla costruzione di piazza della Vittoria” presentato al ciclo di conferenze “Non solo ’Bigio’. Piazza Vittoria, Marcello Piacentini, Arturo Dazzi, arte di regime e patrimoni dissonanti” (Brescia, Associazione Artisti Bresciani, 8 settembre 2017) – si configura come sintesi critica dei principali studi condotti sul tema delle trasformazioni dell’area nota come “quartiere delle Pescherie”, abbattuta alla fine degli anni Venti del Novecento per la realizzazione di piazza della Vittoria a Brescia.
Sebbene all'inizio del V secolo il vescovo Gaudenzio, influenzato dalla predicazione e dagli scritti del presule milanese Ambrogio, indicava quale dovere dei genitori cristiani quello di «ammonire, esortare, favorire, impegnarsi per... more
Sebbene all'inizio del V secolo il vescovo Gaudenzio, influenzato dalla predicazione e dagli scritti del presule milanese Ambrogio, indicava quale dovere dei genitori cristiani quello di «ammonire, esortare, favorire, impegnarsi per vincolare i loro figli a Dio piuttosto che al mondo», in modo da offrire «nell'ordine clericale ministri degni dell'altare divino», nonché di «fare crescere le proprie figlie nella castità per aumentare il numero delle sante donne» votate al Signore 1 , non si hanno attestazioni della presenza a Brescia, già in età patristica, di cenobi maschili e femminili 2 .
Il restauro dei primi anni '60 riportò alla luce, nella Sala della Torre di quello che fu il castello degli Avogadro di Zanano, un'estesa decorazione murale quattrocentesca: accanto a quella che è stata definita dalla letteratura "icona... more
Il restauro dei primi anni '60 riportò alla luce, nella Sala della Torre di quello che fu il castello degli Avogadro di Zanano, un'estesa decorazione murale quattrocentesca: accanto a quella che è stata definita dalla letteratura "icona tutelare" della famiglia Avogadro, ex voto per la pestilenza, lo studio fornisce un'inedita interpretazione della cosiddetta "battaglia dei lupi e degli orsi", legata alla Κατομυομαχία di Teodoro Prodromo.
The photographic archive within the Museums of Brescia is a remarkable part of the civic heritage since 1870. Thanks to its thousands objects (negatives, prints, plates, digital files) it is a very useful source for researches of... more
The photographic archive within the Museums of Brescia is a remarkable part of the civic heritage since 1870. Thanks to its thousands objects (negatives, prints, plates, digital files) it is a very useful source for researches of different types, not only for the staff of museums, but even for students and researchers. The pictures, even symbolic in consideration of their aesthetical point of view, are very important as documents of the history of archaeology in Brescia. They document restoration works on single artworks or monuments, as well the history of museums of
Brescia and their layouts, helping us a lot in monitoring’s activities related to the past. Especially during the last 10 years, the photographic archive has been very helpful in order to study the bronze statue of winged Victory (first century AD) and for the project of enhancement of the archaeological area of Capitoline temple.
Il rinnovamento della sala teatrale costituisce una delle iniziative più rilevanti dell'età napoleonica a Brescia anche per le sue valenze di pubblico "decoro". Ai due progetti presentati da Leopoldo Pollack (progettista negli stessi... more
Il rinnovamento della sala teatrale costituisce una delle iniziative più rilevanti dell'età napoleonica a Brescia anche per le sue valenze di pubblico "decoro". Ai due progetti presentati da Leopoldo Pollack (progettista negli stessi anni del notevole scalone elicoidale nel palazzo di Broletto, sede della Prefettura) e da Vincenzo Berenzi si aggiunse quello del noto architetto, operante a Milano, Luigi Canonica (1806) in seguito realizzato. La sala era dotata di 127 palchi disposti su cinque ordini e da una platea di ampiezza allora equivalente a quella del Regio di Torino e inferiore solo al San Carlo di Napoli e alla Scala milanese. La complessa decorazione interna fu eseguita dall'artista bresciano Giuseppe Teosa: Esemplare manifestazione del gusto neoclassico,: al centro della volta era raffigurato Marte pacificatore quale esplicita personificazione di Napoleone, dal quale deriva probabilmente la denominazione ancora attuale dello stesso teatro. Gli spettacoli inaugurali (1810) richiesero un impegno anche finanziario adeguato all'importanza dell'evento. Il melodramma fu commissionato al prestigioso compositore Simone Mayr , il ballo ebbe come protagonista il celeberrimo coreografo Salvatore Viganò; mentre le scene furono dipinte da Paolo Landriani e da Giovanni Perego, due noti esponenti della scuola scaligera. Il nuovo teatro suscitò il giudizio ammirato dei viaggiatori francesi e inglesi per la sua magnificenza e il suo buon gusto, tra questi anche Stendhal che lo giudicò "charmant" e "plus joli".
Gli Annali di storia bresciana, promossi dall'Ateneo di Brescia, sono realizzati con il contributo della www.morcelliana.com I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con... more
Gli Annali di storia bresciana, promossi dall'Ateneo di Brescia, sono realizzati con il contributo della www.morcelliana.com I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati per tutti i Paesi. Fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, comma 4, della legge 22 aprile 1941 n. 633 ovvero dell'accordo stipulato tra SIAE, AIE, SNS, SLSI e CNA, CONFARTIGIANA-TO, CASARTIGIANI, CLAAI e LEGACOOP il 17 novembre 2005. Le riproduzioni ad uso differente da quello personale potranno avvenire, per un numero di pagine non superiore al 15% del presente volume, solo a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da AIDRO, via delle Erbe n. 2, 20121 Milano, telefax 02.809506, -0 Pagine di guardia.indd 4 29/11/16 16:38 Sergio onger 2 Bruno Passamani, Il manierismo bresciano, in Mina Gregori -Giovanni Testori et al., Pittura del Cinquecento a Brescia, cariplo, Milano 1986, pp. 203-258 e ora, per un aggiornamento storiografico, anche Fiorella Frisoni, L'arte del Quattrocento e del Cinquecento, in Brescia nella storiografia degli ultimi quarant'anni, a cura di Sergio Onger, Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti-Morcelliana, Brescia 2013, pp. 151-168. 3 Brescia nell'età della Maniera: grandi cicli pittorici della Pinacoteca Tosio Martinengo, Catalogo della mostra (Brescia, 10 novembre 2007-4 maggio 2008), a cura di Elena Lucchesi Ragni -Renata Stradiotti, Silvana, Cinisello Balsamo-Milano 2007, con riferimento, in particolare, ai saggi di Luciano Anelli, Francesco Frangi, Fiorella Frisoni, Elena Lucchesi Ragni e Renata Stradiotti. Si veda inoltre Arte, economia, cultura e religione nella Brescia del xvi secolo, Atti del Vii seminario sulla didattica dei beni culturali (Brescia, 21 febbraio-23 maggio 1985), a cura di Maurizio Pegrari, Vannini, Brescia 1988. 4 Camillo Boselli, Regesto artistico dei notai roganti in Brescia dall'anno 1500 all'anno 1560, 2 voll., Ateneo di Scienze, Lettere ed Arti, Brescia 1977.
Il pittore veronese che, lungamente attivo a Milano, divenne ben presto celebre quanto apprezzato dai collezionisti bresciani del primo Ottocento, come testimoniano i numerosi dipinti conservati presso I Civici Musei esposti in questa... more
Il pittore veronese che, lungamente attivo a Milano, divenne ben presto celebre quanto apprezzato dai collezionisti bresciani del primo Ottocento, come testimoniano i numerosi dipinti conservati presso I Civici Musei esposti in questa occasione per la prima volta nel loro insieme
On Sissi in Italian literature. Draft of the article published in Elisabetta d’Austria, Trieste e l’Italia, Monfalcone, Edizioni della Laguna, 2000 [ISBN 88-8345-043-4] (and later published in Elisabetta d’Austria e l’Italia, Monfalcone,... more
On Sissi in Italian literature. Draft of the article published in Elisabetta d’Austria, Trieste e l’Italia, Monfalcone, Edizioni della Laguna, 2000 [ISBN 88-8345-043-4] (and later published in Elisabetta d’Austria e l’Italia, Monfalcone, Edizioni della Laguna, 2001 [ISBN - 88-8345-055-8])
Volume realizzato con il contributo del Dipartimento di «Studi greco-latini, italiani, scenico-musicali» dell'Università «La Sapienza» di Roma (sui fondi della ricerca interuniversitaria intitolata La mitografia risorgimentale e le... more
Volume realizzato con il contributo del Dipartimento di «Studi greco-latini, italiani, scenico-musicali» dell'Università «La Sapienza» di Roma (sui fondi della ricerca interuniversitaria intitolata La mitografia risorgimentale e le letterature in dialetto e coordinata dal prof. Massimiliano Mancini) ISBN: 9 788897 431015 © 2014 il cubo via Luigi Rizzo, 83 00136 ROMA tel. 0639722422 www.ilcubo.eu Prefazione di FRANCO BREVINI ………………………………………………………… 5 Introduzione di MASSIMILIANO MANCINI ………………………………………………… 9 Una preoccupazione della storia. Il toscano e l'italiano di fronte all'Unità di GIULIO VACCARO ………………………………………………………… 15 Il discorso risorgimentale in piemontese di HERBERT NATTA ………………………………………………………… 31 Versi popolari a Milano e dintorni di SANDRO BAJINI…………………………………………………………… 49 Le Dieci giornate di Brescia nei sonetti di Angelo Canossi di ELENA MAIOLINI ………………………………………………………… 67 Echi risorgimentali in alcuni testi friulani di LAURINO GIOVANNI NARDIN …………………………………………… 83 Su alcuni inediti in friulano di VALENTINA CIPRIANI …………………………………………………… 89 L'identità nazionale nei Sonetti romagnoli di Olindo Guerrini di DAVIDE PETTINICCHIO…………………………………………………… 107 Giuseppe Gioachino Belli e la rivoluzione nazionale di MARCELLO TEODONIO ………………………………………………… 131 Testimonianze pascarelliane di DANIELA ARMOCIDA …………………………………………………… 159 L'Unità e l'Abruzzo. Testimonianze letterarie dialettali di MARCO DEL PRETE ……………………………………………………… 169 Sommario
This thesis focuses on the employment of digital tools for mapping aimed at the valorisation and promotion of landscape and territorial knowledge. After a theoretical overview that focuses on methods for the regeneration of territories... more
This thesis focuses on the employment of digital tools for mapping aimed at the valorisation and promotion of landscape and territorial knowledge. After a theoretical overview that focuses on methods for the regeneration of territories and participatory approaches, the importance of cartography and state-of-the-art tools for digital mapping is investigated. Particularly, Gis software and apps are applied to the rural areas of Malta and the province of Brescia, both presenting some issues in terms of valorisation of resources and tourism.
Il Compianto su Cristo morto, apparso in un catalogo d'asta nel Novembre 2020 e proveniente da collezione privata, ora acquistato da Fondazione Brescia Musei, presenta caratteristiche che consentono di identificarlo con la pala... more
Il Compianto su Cristo morto, apparso in un catalogo d'asta nel Novembre 2020 e proveniente da collezione privata, ora acquistato da Fondazione Brescia Musei, presenta caratteristiche che consentono di identificarlo con la pala dell'altare maggiore della chiesa di San Bartolomeo a Brescia, tra Piazza Moretto e Piazzetta Sant'Alessandro. La tela è descritta sommariamente da alcuni storici seicenteschi (Faino e Paglia), prima di seguire un destino di progressivo oblìo già evidente nella descrizione dell'Averoldo (1700)
Reggio Emilia, 18-21 marzo 2015) a cura di Claudia Angelelli, Daniela Massara e Francesca Sposito La riproduzione del testo o brani di esso, in qualsiasi forma presentata e diffusa, è assoggettata alla legge 22 aprile 1941, n. 633... more
Reggio Emilia, 18-21 marzo 2015) a cura di Claudia Angelelli, Daniela Massara e Francesca Sposito La riproduzione del testo o brani di esso, in qualsiasi forma presentata e diffusa, è assoggettata alla legge 22 aprile 1941, n. 633 successivamente modificata con la legge 18 agosto 2000, n. 248. ISBN 978-88-909657-2-2 © 2016 -Edizioni Scripta Manent di Tipografia Mancini s.a.s. Via Empolitana, 326 -00019 TIVOLI (Roma) Tel. 0774411526 -Fax 0774411527 tipografiamancini@libero.it Per il contributo finanziario alla stampa degli Atti si ringrazia vivamente la 129 ANTONIO DELL'ACQUA LA GEOMETRIA IN ALCUNI MOSAICI DI BRESCIA
valtrumplina e quelle delle valli più settentrionali, in particolare quelle del Trentino e della Retta2, da un lato, e la Valcamonica e la Valtellina, dall'altro. Al tempo stesso, una tale rete di collegamenti andava anche ad integrare... more
valtrumplina e quelle delle valli più settentrionali, in particolare quelle del Trentino e della Retta2, da un lato, e la Valcamonica e la Valtellina, dall'altro. Al tempo stesso, una tale rete di collegamenti andava anche ad integrare verso la Valcamonica quel rapporto di stretta connessione con la città che si determinò nel periodo romano imperiale tardo antico, significativamente rappresentato dalla realizzazione dell'acquedotto cittadino, che, con i due successivi condotti, collegava le fonti della vai Gobbia e di Mompiano con la città3.
Le immagini in copertina e in corrispondenza dei titoli delle prime tre parti del volume sono tratte da dipinti conservati nella casa Mazzoldi di Salò; nella quarta parte è riprodotta la pagina introduttiva del Designamentum del 1279... more
Le immagini in copertina e in corrispondenza dei titoli delle prime tre parti del volume sono tratte da dipinti conservati nella casa Mazzoldi di Salò; nella quarta parte è riprodotta la pagina introduttiva del Designamentum del 1279 (Archivio Storico Diocesano di Brescia). I rilievi, quando non altrimenti specificato, sono di Gian Pietro Brogiolo e Riccardo Benedetti. Quelli delle chiese sono stati autorizzati dall'Ufficio per i Beni Culturali della Diocesi di Brescia. Curatela: Redazione e impaginazione: In copertina: Maderno in un dipinto del XVIII secolo (Casa Mazzoldi, Salò). TOSCOLANO E MADERNO Paesaggi, comunità, imprenditori tra medioevo ed età moderna PROGETTI DI ARCHEOLOGIA a cura di Presentazione Dalla Summer School al volume PARTE I. Paesaggi e architetture tra età romana e altomedioevo Paesaggi e insediamenti San Martino di Monte Maderno. La sequenza e la scultura carolingia PARTE II. Nuove ricerche sulla pieve di Sant'Andrea Le due fasi romaniche della chiesa (XI e XII secolo) Tempi di lavorazione e analisi quantitative in GIS Il cantiere scultoreo: qualche aggiornamento Sant'Andrea di Maderno nei secoli XI-XII. Note sull'architettura La memoria dell'antico nella chiesa di Sant'Andrea PARTE III. Economia, attività industriali e paesaggi produttivi in età moderna Introduzione La cartiera di Maìna Inferiore tra fonti scritte, iconografiche e stratigrafia delle murature Gli scavi archeologici nella Valle delle Cartiere Ritrovamenti ceramici negli scavi della Valle delle Cartiere di Toscolano Altri reperti Il paesaggio dell'incolto nel catasto napoleonico Vocazione economica di una comunità. Lavoro, imprenditori, società PARTE IV. Appendice Gli inventari del 1279 dei beni vescovili a Maderno Indice dei nomi di persona contenuti nel Designamentum Bibliografia
Prima mostra monografica dedicata a Luigi Basiletti con alcuni dipinti e disegni inediti provenienti da collezioni private. Le vedute riprendono i luoghi attraversati dal pittore bresciano durante i suoi i viaggi in Lazio e in Campania,... more
Prima mostra monografica dedicata a Luigi Basiletti con alcuni dipinti e disegni inediti provenienti da collezioni private. Le vedute riprendono i luoghi attraversati dal pittore bresciano durante i suoi i viaggi in Lazio e in Campania, Nella sua non vasta produzione comprende tele ispirate alle colline e ai laghi delle Prealpi bresciane che, per la prima volta, assumono il valore di soggetto figurativo.
Fondato intorno al 753 su iniziativa degli ultimi sovrani longobardi Desiderio e Ansa e valorizzato dagli imperatori carolingi Lotario I e Ludovico II come un fulcro di vita religiosa, di potere politico e amministrativo, San Salvatore e... more
Fondato intorno al 753 su iniziativa degli ultimi sovrani longobardi Desiderio e Ansa e valorizzato dagli imperatori carolingi Lotario I e Ludovico II come un fulcro di vita religiosa, di potere politico e amministrativo, San Salvatore e Santa Giulia rimase fino al X secolo un monastero privilegiato ed esclusivo per la più alta aristocrazia europea, come dimostrano la protezione regia e imperiale goduta, le concessioni di immunità, il vasto patrimonio e i diritti esercitati dalle badesse. Negli anni successivi il cenobio, mutata l'intitolazione da San Salvatore a Santa Giulia, continuò a esercitare un ruolo di grande rilievo in differenti contesti. L'antico archivio del monastero, oggi disperso in vari fondi archivistici, costituisce una fonte di primaria importanza per la comprensione del ruolo di assoluto rilievo rivestito dall'ente. I 211 documenti qui editi, anteriori al 1170, riflettono l'ampia gamma delle funzioni e attività svolte, nonché delle relazioni che San Salvatore e Santa Giulia intrattenne, nel corso di quasi cinque secoli, con il territorio dell'Italia centro-settentrionale, dove si registrano numerosi possedimenti e dipendenze, con il Papato e l'Impero, con le altre istituzioni e, in senso lato, con la società del regno italico.
Published in: Война и оружие.Новые исследования и материалы / Труды Шестой Международной научно-практической конференции13–15 мая 2015 года. Часть III. СПб, ВИМАИВиВС, 2015. C. 341-354 (War and weapons. New research and materials / The... more
Published in: Война и оружие.Новые исследования и материалы / Труды Шестой Международной научно-практической конференции13–15 мая 2015 года. Часть III. СПб, ВИМАИВиВС, 2015. C. 341-354 (War and weapons. New research and materials / The Sixth International Scientific and Practical Conference, 13-15 May 2015. Part III. St. Petersburg, 2015. PP. 341-354
- by Angelo Loda and +1
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- Iconography, Brescia
R iparo Valtenesi si trova lungo la riva bresciana del lago di Garda, ai piedi del promontorio che dalla Rocca declivia fino al Sasso di Manerba per poi scendere repentinamente fino alla spiaggia lacustre. Corna Nibbia a Bione, Riparo... more
R iparo Valtenesi si trova lungo la riva bresciana del lago di Garda, ai piedi del promontorio che dalla Rocca declivia fino al Sasso di Manerba per poi scendere repentinamente fino alla spiaggia lacustre. Corna Nibbia a Bione, Riparo Cavallino e Riparo Persi sul Monte Covolo a Villanuova sul Clisi si trovano nelle Prealpi Bresciane, a circa 20 km di distanza l'uno dagli altri percorrendo da nord a sud la valle solcata dal Chiese, comunemente nota come Valsabbia. La distanza tra Monte Covolo e il Riparo Valtenesi è di circa 10 km 1 . Tali siti sono dunque geograficamente piuttosto concentrati e rientrano nella tradizione della cosiddetta cultura di Civate (LC), testimoniata prevalentemente nelle zone subalpine e alpine di Lombardia e Veneto, e caratterizzata dalla pratica delle sepolture secondarie collettive in ripari sotto-roccia o in grotte 2 . Oggi è denominata di preferenza Gruppo di Civate, perché i siti ad esso attribuiti spesso non restituiscono chiari elementi culturali. La ceramica, ad esempio, è caratterizzata da una tale variabilità da non poter essere inquadrata in alcuna produzione tipica 3 . Il Gruppo di Civate, che prende nome dal Buco della Sabbia nel monte Cornizzolo a Civate, dove sono emerse evidenze che ben si accordano con pratiche di sepolture collettive secondarie, pertanto assume propriamente l'aspetto di una facies funeraria, che dall'età del Rame prosegue, sia in Lombardia che in Veneto, anche nel corso del Bronzo Antico 4 . In particolare tali attestazioni riguardano in Lombardia la Grotta dell'Edera o del Paier a Zogno, in provincia di Bergamo, dove è evidente una continuità d'uso tra Rame e Bronzo Antico 5 , e il sito di Paradiso di Laorca (LC), in cui sono stati ritrovati resti umani non in connessione anatomica ( datati con 1 Barfield 2007, 9 e 11-14. 2 Tali pratiche sono attestate anche in Liguria, Piemonte ed Emilia-Romagna. Cfr. i contributi in questo volume di F. Fedele, M. Miari, I. Tirabassi, N. Chiarenza e M. Venturino Gambari. Per il Veneto si ricordano anche Covolo del Teschio, Covolo del Bronzo e Buso Stretto: Nicolis 2004, 124. 3 Barfield 2007, 215. 4 Per il Veneto si ricordano Covolo del Teschio, Covolo del Bronzo e Buso Stretto (Nicolis 2004, 124). 5 Poggiani Keller 1992c, scheda n. 642; Poggiani Keller 1992a, 80-83, fig. 24.
Riassunto: Si può in generale osservare che la storiografia militare italiana sull’età medievale abbia riservato pochissima attenzione alla storia delle armi: ed è in particolare possibile affermare che pochissimi – e per lo più... more
Riassunto: Si può in generale osservare che la storiografia militare italiana sull’età medievale abbia
riservato pochissima attenzione alla storia delle armi: ed è in particolare possibile affermare che
pochissimi – e per lo più invecchiati – sono gli studi disponibili sulla diffusione e l’uso, soprattutto per il
Trecento, delle armi da fuoco in Italia. Eppure, analizzando in tal senso la documentazione disponibile
per il dominio Visconteo, che fu senz’altro capace di mettere in campo eserciti imponenti, esse appaiono
come una presenza prima crescente e poi costante tra le armi disponibili. Scopo del presente lavoro è
quindi di colmare tale lacuna, proponendo una prima analisi sul problema, e mostrando la necessità di
più ampi e organici lavori, per definire con maggior precisione gli ambiti, le tecniche, e i contesti in cui le
armi da fuoco furono impiegate nell’Italia del XIV secolo.
Parole chiave: Storia Medievale, Storia Militare, Visconti, Armi, Armi da fuoco.
Resumen: La historiografía militar italiana sobre la Edad Media ha dedicado, en general, muy poca
atención a la Historia del armamento y, en particular, a la difusión y el uso de las armas de fuego,
especialmente durante el siglo XIV. Sin embargo, al analizar la documentación disponible para el
dominio de los Visconti (ciudad y ducado de Milán), quienes fueron capaces de movilizar ejércitos
imponentes, se observa que las armas de fuego fueron adquiriendo una importancia creciente entre los
recursos armamentísticos empleados. Con este trabajo se pretende contribuir a completar la citada
laguna historiográfica, proponiendo un primer análisis acerca de los ámbitos, las técnicas y los contextos
en los que se emplearon armas de fuego en la Italia del siglo XIV y, en particular, en los territorios
controlados por la Casa de los Visconti.
Palabras clave: Historia Medieval, Historia Militar, Visconti, Armamento, Armas de fuego.
Abstract: It may be generally observed that the military historiography about medieval Italy has been
paying very little attention to the history of weapons; and it is in particular possible to say that the
studies available on the diffusion and use of fire arms are very few –and mostly old– in Italy, especially
related to the 14th century. Yet, analyzing the documentation available for the Visconti domain, which
was certainly capable of fielding massive armies, they appear as an increasing presence and then
constant, among the various available weapons. The purpose of this work is, therefore, to fill this gap by
proposing an initial analysis of the problem, and showing the need for wider and organic work, to define
more precisely the scope, techniques, and contexts in which firearms were used in Italy during the
fourteenth century.
Although it is true that there are reports of the use of this type of weapons in the Italic Peninsula from
the earliest dates –specifically from 1326 in Florence and from 1327 in the Castle of Gassino– the
exhaustive scrutiny of unpublished sources coming from the visconteo domain made by the authors, has
allowed them to define the conditions in which the reception and diffusion of these important technical
innovations took place in this territory.
Among the results derived from their research, it is possible to verify the use of artillery machines in both
offensive and defensive operations. Nevertheless, the use of artillery was concentrated mainly in the
defense of cities and fortified places only from 1350 on, while the spread of portable firearms began later.
Indeed, the first examples of this instruments actual use of these instruments are dated in the middle of
the 1360s. However, the reception and effective use of these weapons are two phenomena synchronous
to the expansion of the artillery detonated with gunpowder and, in fact, as in the first case, its expansion
took place, in its initial phase, around the control and the defense of fortifications. On the other hand,
and beyond the technical level, it should also be noted that the manufacture and the commercialization
of firearms was strongly directed from power, as it was the lord who had the authority to grant licenses
of production of this type of armament.
Keywords: Medieval History, Military History, Visconti, Weapons, Firearms.
- by Fabio Bargigia and +1
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- European History, Artillery, Architecture, Medieval History