Antropologia medica Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
Numerose ambivalenze, conflitti interpretativi e problemi di traduzione culturale sorgono quando si usa il concetto di care. Per l’antropologia medica, esso ha offerto la possibilità di criticare forme di riduzionismo bio-medico della... more
Numerose ambivalenze, conflitti interpretativi e problemi di traduzione culturale sorgono
quando si usa il concetto di care. Per l’antropologia medica, esso ha offerto la
possibilità di criticare forme di riduzionismo bio-medico della cura. Allo sviluppo di
questa visione morale ha contribuito l’aumento di malattie croniche per cui non esiste
“cura”, nel senso di guarigione – cure. Allo stesso tempo, il lavoro di cura informale ha
assunto un’importanza strategica nello scenario di ristrutturazione dei servizi pubblici
di assistenza. In questo senso, la visione morale del “prendersi cura” è stata accusata
di distogliere l’attenzione dalle forme di diseguaglianza sociale che si riproducono
nell’ambiente domestico e familiare attraverso la cura stessa.
Attraverso il racconto etnografico di un convegno di antropologia medica a Edimburgo e un’ulteriore riflessione su una ricerca fra un servizio territoriale di assistenza ad anziani e caregiver in Emilia-Romagna, questo articolo offre alcune indicazioni analitiche sull’antropologia del prendersi cura. Sostengo che la distinzione fra “cura” e “prendersi
cura” non rispecchi fino in fondo ciò che c’è davvero in gioco nelle pratiche di assistenza.
Per superare le ambivalenze che derivano dallo stesso linguaggio morale che adotta, è necessario che l’antropologia del prendersi cura sposti l’attenzione sui modi in cui è classificata la relazione fra l’accudimento nella sfera domestica e il sistema istituzionale dei servizi di assistenza. Altrimenti, il rischio è quello di perdere di vista la questione di come, in quali circostanze e con quale sostegno pubblico, vengono assegnate le responsabilità di assistenza.
Parole chiave: caregiving, ambivalenza, morale, assistenza, invecchiamento
Nell’ambito del progetto I.C.A.R.E (Integration and Community Care for Asylum and Refugees in Emergency), l’AOU Meyer attraverso il Centro di Salute Globale (CSG) in convenzione con la regione Toscana, ha recentemente promosso una... more
Nell’ambito del progetto I.C.A.R.E (Integration and Community Care for Asylum and Refugees in Emergency), l’AOU Meyer attraverso il Centro di Salute Globale (CSG) in convenzione con la regione Toscana, ha recentemente promosso una collaborazione con il Centro di Studi e Ricerche Salute Internazionale e Interculturale (CSI) dell’Università di Bologna. Tale collaborazione è finalizzata al miglioramento dell’accesso ai servizi consultoriali e della loro fruizione da parte di utenti titolari e richiedenti di protezione internazionale attraverso un intervento di formazione antropologica “on the job”. In questo contributo proponiamo una riflessione attorno ai bisogni, alle aspettative e alle richieste degli operatori socio-sanitari rispetto alle forme dell’intervento antropologico nell’ambito dei servizi. A partire dai momenti di confronto con i referenti istituzionali e con gli stessi operatori rispetto al bisogno dei diversi contesti territoriali, emergono infatti percezioni e narrazioni di tipo culturalista e, di conseguenza, richieste di risposte e strategie operative altrettanto categorizzanti. Il lavoro sul campo mette in luce la possibilità di ritagliare spazi di negoziazione e la necessità di sperimentare modalità di intervento in grado di problematizzare tali visioni e, di conseguenza, declinare un’operatività volta a rimodellare le forme della relazione tra operatori e utenti, posizionando le soggettività degli utenti stranieri (e non solo) al centro dei processi di cura.
A partire da resoconti etnografici articolati nella lunga durata, il libro affronta l’intreccio tra modificazioni ambientali, diritto alla salute e lotte sociali per il cambiamento a Brindisi, una città ad alta densità industriale e con... more
A partire da resoconti etnografici articolati nella lunga durata, il libro affronta l’intreccio tra modificazioni ambientali, diritto alla salute e lotte sociali per il cambiamento a Brindisi, una città ad alta densità industriale e con importanti criticità sanitarie. La ricerca antropologica condotta su questo terreno mostra come le reti di causazione tra processi di contaminazione e tutela dell’ambiente, tra inquinamento industriale e diffusione di malattie, siano inscritte all’interno di campi di forze al contempo scientifici, politici e giuridici attraversati dalle tensioni tra istituzioni pubbliche, compagnie industriali e movimenti per la giustizia ambientale. Si tratta di veri e propri laboratori conflittuali in cui la posta in gioco è una sorta di nuova cittadinanza che da un lato definisce e quantifica il danno biologico inflitto ai territori e alle persone, dall’altro indica possibilità di sviluppo sostenibile veicolate da delicate dinamiche identitarie che investono anche i processi di patrimonializzazione dei beni culturali e naturali locali.
Il contributo propone un dialogo tra le esperienze lavorative ed etnografiche di due antropologi che hanno lavorato all’interno di alcune attività di monitoraggio e presa in carico del disagio mentale tra i minori stranieri non... more
Il contributo propone un dialogo tra le esperienze lavorative ed etnografiche di due antropologi che hanno lavorato all’interno di alcune attività di monitoraggio e presa in carico del disagio mentale tra i minori stranieri non accompagnati (MSNA). Restituiremo due casi emblematici di quello che noi abbiamo inteso essere l’uso sociale dell’antropologia. Avvalendoci di un approccio comparativo, sottolineeremo le pratiche
cliniche, le definizioni di protocolli medici e procedure operative standard così come l’importanza del coinvolgimento dell’antropologo/a in questi percorsi.
Parole chiave: uso sociale dell’antropologia, Tullio Seppilli, disagio mentale, MSNA,
clinica transculturale
RESUMEN - ABSTRACT Las investigaciones aquí desarrolladas buscan una aproximación interdisciplinaria al fenómeno de la salud y la enfermedad, así como a la naturaleza de la práctica médica en la posmodernidad. La filosofía de la medicina... more
RESUMEN - ABSTRACT
Las investigaciones aquí desarrolladas buscan una aproximación interdisciplinaria al fenómeno de la salud y la enfermedad, así como a la naturaleza de la práctica médica en la posmodernidad. La filosofía de la medicina se inspira fundamentalmente en la actual filosofía de la ciencia, que ha abandonado la idea de una realidad objetiva o de un orden natural inmutable, reemplazándola por la representación de nuestro conocimiento, adquiriendo así uno de sus rasgos fundamentales, el carácter holístico e interpretativo.
Enfermedad, Biopolítica y Salud pública
Las investigaciones aquí desarrolladas buscan una aproximación interdisciplinaria al fenómeno de la salud y la enfermedad, así como a la naturaleza de la práctica médica en la posmodernidad. La filosofía de la medicina se inspira fundamentalmente en la actual filosofía de la ciencia, que ha abandonado la idea de una realidad objetiva o de un orden natural inmutable, reemplazándola por la representación de nuestro conocimiento, adquiriendo así uno de sus rasgos fundamentales, el carácter holístico e interpretativo.
Llevado al extremo de la irracionalidad, el esfuerzo de la medicina por preservar y cuidar la salud de las personas ha demostrado que es capaz de volverse en contra de aquellos a quienes pretende proteger. Cuando los médicos se empecinan en extender la vida aún más allá de las posibilidades fisiológicas y del deseo de sus pacientes, aparece lo que se ha dado en llamar el encarnizamiento terapéutico. Pero prolongar la vida innecesariamente no sólo perjudica a quienes se les priva del derecho a una muerte digna. En un mundo donde los recursos públicos que se destinan al cuidado de la salud no sólo son finitos, sino que muchas veces resultan insuficientes, su uso irracional parece cercenar aún más el acceso de la población en general al cuidado de su salud. Hoy se acepta el establecimiento de un límite en la asistencia médica, pero la cuestión es definir cuál es y quién establece, y aun más, cómo se valida este límite. Un punto de partida puede ser la observación de casos y el cambio actitudinal frente al manejo de estos conceptos.
Dr. ADOLFO VÁSQUEZ ROCCA
El propósito del artículo es analizar las diversas representaciones sobre la dimensión corporal de la persona que hoy se ponen en juego entre los pueblos originarios tobas. La primera parte, focaliza en la incidencia de sus concepciones... more
El propósito del artículo es analizar las diversas representaciones sobre la dimensión corporal de la persona que hoy se ponen en juego entre los pueblos originarios tobas. La primera parte, focaliza en la incidencia de sus concepciones religiosas y de la salud-enfermedad, tomando las creencias actuales del Evangelio y aquellas que provienen de su historia anterior. Se analiza: la percepción del cuerpo como continente de poder y su relación con la gordura o flaqueza (en tanto índices de estados de salud-enfermedad, bienestar espiritual o pecado y belleza o fealdad); rituales del pasado como las escarificaciones realizadas con agujas de animales y el entierro de la placenta, destacando los particulares efectos metonímicos que generan y, finalmente, los tabúes sobre la menstruación. Estos análisis evidencian una representación holística del cuerpo, en la cual los cambios en el propio cuerpo afectan y a la vez son afectados por las relaciones entre la persona y el mundo natural, intersubjetivo y de los seres no humanos con poder. En la segunda parte, referimos al papel del cuerpo en la construcción de la diferencia entre "aborígenes" y "blancos", destacando cómo ciertas representaciones de lo corporal recreadas en las prácticas cotidianas, permiten a los tobas marcarse y/o desmarcarse como "aborígenes" recurriendo a elementos naturalizados o culturalizados, a la manera de estrategias situacionales puestas en juego según las relaciones sociales. Se analizan, por un lado, bromas habituales entre los jóvenes que involucran una idealización de la imagen corporal del blanco y, por otro, los relatos hegemónicos sobre los "antiguos" (los antepasados). Estos discursos muestran la ambivalencia en torno a la representación del aborigen, construido como "carente e inferior" bajo el concepto de "salvaje", reproduciendo así el discurso colonial, pero también idealizado a partir de la "salud" y "fortaleza" de sus cuerpos.
Dans le domaine des savoirs et des pratiques biomédicales, l’approche vis-à-vis de la douleur et de la douleur chronique se caractérise par des visions multiples qui ne permettent pas d’identifier la relation existant entre les facteurs... more
Dans le domaine des savoirs et des pratiques biomédicales, l’approche vis-à-vis de la douleur et de la douleur chronique se caractérise par des visions multiples qui ne permettent pas d’identifier la relation existant entre les facteurs composant la nature multidimensionnelle du phénomène douloureux. À partir de la construction médicale de la douleur, j’analyse quelques-unes des études les plus influentes portant sur la redéfinition de la douleur entendue comme entité multidimensionnelle, et qui ressortent
aujourd’hui des discours visant à définir la douleur chronique. Je parle ensuite de l’importance donnée aux facteurs psychologiques dans l’étiopathogénie de la
douleur. La partie conclusive de l’article met en évidence le rôle joué par ces derniers discours dans la vision médicale de la fibromyalgie.
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Questo libro è il frutto di un cantiere di socioanalisi narrativa voluto da un gruppo studenti di medicina e di medici specializzandi per indagare e raccontare i limiti dell’istituzione medica. La raccolta narrativa e la riflessione... more
Questo libro è il frutto di un cantiere di socioanalisi narrativa voluto da un gruppo studenti di medicina e di medici specializzandi per indagare e raccontare i limiti dell’istituzione medica. La raccolta narrativa e la riflessione collettiva hanno individuato due grandi aree tematiche: i dispositivi della formazione medica e la forma istituita della relazione medico-paziente. Ci si è soffermati perciò sulle modalità della formazione dei medici al loro ruolo e all’identità di gruppo e ci si è interrogati sulla costruzione del paziente come oggetto passivo, osservando come questa modalità relazionale sia fonte di un malessere aggiuntivo per la persona ammalata. I partecipanti al cantiere, infine, hanno provato a immaginare parole nuove e momenti formativi autogestiti, orientati a relazioni di cura rispettose, paritarie e non passivizzanti. Relazioni che vedano protagonisti medici senza camice e pazienti senza pigiama.
Celem niniejszego tekstu jest prezentacja aktualnych obszarów badań w ramach subdyscyplin funkcjonujących w polu socjologii i antropologii kulturowej, które poświęcone są tematyce medycznej, czy szerzej zdrowotnej, przy jednoczesnym... more
Celem niniejszego tekstu jest prezentacja aktualnych obszarów badań w ramach subdyscyplin funkcjonujących w polu socjologii i antropologii kulturowej, które poświęcone są tematyce medycznej, czy szerzej zdrowotnej, przy jednoczesnym wskazaniu obszarów, które pozostają poza tymi badaniami i w efekcie umacniają negatywny wizerunek oddziałów położniczych polskich szpitali prezentowany przez media, które nagłaśniają przypadki najbardziej drastyczne i wzburzające opinię publiczną. Sugestia odnosząca się do konieczności prowadzenia badań socjologicznych i antropologicznych na oddziałach położniczych rozciąga się na opiekę medyczną w ogóle, jednakże z uwagi na zakres prowadzonych przeze mnie badań oraz ograniczoną objętość tekstu, skupiam się wyłącznie na kwestiach związanych z położnictwem i opieką medyczną świadczoną kobietom.
The physicalistic and mechanistic view of Western biomedicine provides a convenient escape route from explanations of phenomena like the placebo effect, “sham” or “inert” treatments having the faculty to rally the healing process by... more
The physicalistic and mechanistic view of Western biomedicine provides a convenient escape route from explanations of phenomena like the placebo effect, “sham” or “inert” treatments having the faculty to rally the healing process by causing objective changes in physiological functioning. Because anthropology is dialectical and comparative in its approach, it establishes a biocultural dialogue in its interpretations. Anthropologists speculate that what is overlooked are the systems of beliefs and expectations of patients. Local cultures present traditional ideas of what sickness is and of what to expect, reinforced by processes of socialization and communication. In portraying placebos as ultimately “culturogenic”, products of culturally-derived expectations that interact directly with individual physiology, anthropology has provided what is a refreshing narrative for the understanding of medical phenomena such as the placebo effect.
Sería difícil sostener que las hazañas del conocimiento científico han desterrado de nuestra sociedad formas de representar y experimentar la realidad que se supondrían dentro de la jurisdicción de lo mágico o lo religioso. En ese orden... more
Sería difícil sostener que las hazañas del conocimiento científico han desterrado de nuestra sociedad formas de representar y experimentar la realidad que se supondrían dentro de la jurisdicción de lo mágico o lo religioso. En ese orden de cosas, en pocos ámbitos como en los asociados a la enfermedad-que lo son al bienestar y al dolor, a la vida y a la muerte-podría observarse mejor esta persistencia de conductas y concepciones ajenas a los saberes objetivos. Este fenómeno se da no sólo entre quiénes constituyen los objetos del sistema sanitario-los pacientes o la población a la que se interpela mediante las políticas preventivas-, sino que ni siquiera los propios agentes de la medicina científica, ni la puesta en escena de muchas de sus intervenciones, ni los discursos que las justifican ante los profanos, se han desembarazado del mismo halo misterioso que constituye la materia prima del prodigio, la maldición o la fe. Eso vale tanto para la tendencia de la medicina ha conducirse como una fuente de dogmas de pretensiones casi trascendentes-una teología, como ha hecho notar Szasz (1981)-, como para su tendencia a las puestas en escena rituales y demiúrgicas (cf. BUENO, 1993). A partir de ahí, las ciencias sociales de la enfermedad-sociología, antropología, historia (cf., en general, KENNY y DE MIGUEL, ed., 1980; ACKERKNECHT, 1985; GRANERO et al., 1984; AUGE y HERZLICH, eds., 1994; COMELLES y MARTINEZ HERNAEZ, 1993)-han asumido la tarea de detectar los aspectos no biológicos que intervienen tanto en los procesos de enfermar como en los que hacen posible la curación, poniendo de manifiesto cómo tanto los síntomas como las modernas técnicas diagnósticas y terapéuticas son codificadas con frecuencia-tanto por los usuarios de la sanidad como por sus propios profesionales-empleando registros carismáticos y salvíficos. Esta labor ha permitido mostrar hasta qué punto la gradual medicalización de la sociedad y la institucionalización de la medicina se han visto acompañadas de una creciente sacramentalización de la gestión científica del curar. (cf. COMELLAS, 1994). Esa tendencia a mantener una consideración fetichizada de las anomalías que afectan al organismo, así como de sus causas, no puede separarse de la función metafórica que la enfermedad continua ejerciendo. Los conocimientos positivos no han logrado evacuar de lo somático la dimensión social que siempre lo ha parasitado, determinándolo y asignándole sentido, y que está en la base de su recurrente codificación en términos morales. O, dicho de otro
Critical Medical Anthropology presents inspiring work from scholars doing and engaging with ethnographic research in or from Latin America, addressing themes that are central to contemporary Critical Medical Anthropology (CMA). This... more
Critical Medical Anthropology presents inspiring work from scholars doing and engaging with ethnographic research in or from Latin America, addressing themes that are central to contemporary Critical Medical Anthropology (CMA). This includes issues of inequality, embodiment of history, indigeneity, non-communicable diseases, gendered violence, migration, substance abuse, reproductive politics and judicialisation, as these relate to health.
Este artículo describe el descuajo como una dolencia que sufren especialmente los niños en el altiplano cundiboyacense. A partir de mi trabajo de campo desarrollado con sobanderas y mujeres mayores pertenecientes al cabildo indígena... more
Este artículo describe el descuajo como una dolencia que
sufren especialmente los niños en el altiplano cundiboyacense. A partir
de mi trabajo de campo desarrollado con sobanderas y mujeres mayores pertenecientes al cabildo indígena Muisca de Bosa, describo brevemente descuajo, para luego dirigir mi atención hacia cuajo como una materialidad elusiva. Termino reflexionando sobre algunas implicaciones que cuajo puede tener para una antropología que no pretende reducir la perplejidad del etnógrafo que se enfrenta a la extrañeza propia del contacto con otras maneras de hacer cuerpo en la práctica; esto es, que quiere pensar cuajo sin traducirlo, al menos, en términos biomédicos.
Questo libro propone un itinerario etnografico, antropologico e storico che attraversa tre ambiti: dalle politiche della medicina popolare, alle poetiche del corpo femminile, alle pratiche della possessione europea. A partire da una... more
Questo libro propone un itinerario etnografico, antropologico e storico che attraversa tre ambiti: dalle politiche della medicina popolare, alle poetiche del corpo femminile, alle pratiche della possessione europea. A partire da una ricerca in Campania, prendono vita storie di donne che, in una prospettiva critica, si rivelano in grado di spingere l’antropologo a ripensare il proprio lessico teorico-concettuale, interrogando il rapporto fra produzione intellettuale e dimensione corporea. In un confronto tra etnografia endotica, praticata ai margini dell’Europa, e studi etnografici condotti in contesti esotici, è messa in questione la tenuta di nozioni quali possessione, stregoneria, sciamanismo. Guardando oltre la categoria di medicina popolare, l’Autore indica una via per esplorare la storia culturale e la pertinenza etnografica e antropologica della possessione europea, attraverso lo studio di metafore corporee animali – fra cui quella del ragno-utero – che attraversano estasi e possessione, sogno e paura, desiderio e disagio. Quadri culturali in cui si cerca di individuare quel processo che connette l’esperienza corporea ai piccoli racconti locali e alle grandi narrazioni mitologiche di tradizione intellettuale e popolare. Una triangolazione storicamente profonda che, da un’area del sud Italia, disvela la centralità teorica dello statuto corporeo femminile nella storia culturale europea.
In this article the Author explores the methodology on which Ernestode Martino’s monograph The Land of Remorse (1961) was based. De Martino’s originally articulated interdisciplinary research is studied focusing on three aspects: 1) a... more
In this article the Author explores the methodology on which Ernestode Martino’s monograph The Land of Remorse (1961) was based. De Martino’s originally articulated interdisciplinary research is studied focusing on three aspects: 1) a critical deconstruction of naturalistic reductionism in the long term intellectual production of tarantism; 2) the dialoging task of the young psychiatrist Giovanni Jervis as a medical member of the “équipe”; 3) the importance of the category of «molecularity» in de Martino’s pioneering attempts of creating “consilience” between naturalistic sciences and humanities. Molecularity, furthermore, is a category which leads the Author to suggest a new perspective in the analysis of the relationship between de Martino and Gramsci’s thought.
Trabajo etnográfico con el que busqué comprender la vida de las juchitecas y su forma de organización a partir de un evento concreto: el ritual matrimonial del rapto de la novia, una práctica en la que se comprueba si la consorte... more
Trabajo etnográfico con el que busqué comprender la vida de las juchitecas y su forma de organización a partir de un evento concreto: el ritual matrimonial del rapto de la novia, una práctica en la que se comprueba si la consorte continúa siendo virgen, condición indispensable para acceder a este compromiso. De este rito, planteé conocer cómo se construye el cuerpo sexual femenino, en específico, en torno a una situación y fase del ritual: la calentura, que ocurre durante el periodo liminal.
En este artículo exploramos la vida cotidiana de un grupo de jóvenes en conflicto con la ley y las relaciones que mantienen con los dispositivos y las estrategias de la actual Ley 20.084 de Responsabilidad Penal Adolescente (LRPA). Para... more
En este artículo exploramos la vida cotidiana de un grupo de jóvenes en conflicto con la ley y las relaciones que mantienen con los dispositivos y las estrategias de la actual Ley 20.084 de Responsabilidad Penal Adolescente (LRPA). Para ello describimos el contexto etnográfico de la investigación. Posteriormente mostramos los modos de sociabilidad juvenil, sus experiencias morales y las interacciones que mantienen con los dispositivos de la LRPA. Los materiales sugieren que la experiencia juvenil se vincula a valores, códigos, normas y expectativas locales articuladas a representaciones sobre lo masculino y lo adulto. Así, a través de sus experiencias morales, los jóvenes revelan los modos en que se involucran en prácticas delictivas, así como también las fricciones y los conflictos que mantienen con los dispositivos y las estrategias de la LRPA.
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En los años cincuenta, soldados hispanos que en su mayoría habían combatido bajo bandera estadunidense en la guerra de Corea, sufrieron una serie de trastornos que desconcertaron por completo a los médicos del ejército. Los afectados... more
En los años cincuenta, soldados hispanos que en su mayoría habían combatido bajo bandera estadunidense en la guerra de Corea, sufrieron una serie de trastornos que desconcertaron por completo a los médicos del ejército. Los afectados padecían repentinos ataques de furia, sufrían convulsiones, entraban en trances de ansiedad o de pánico fantaseando combates de vida o muerte contra un enemigo imaginario. La amnesia final coronaba esa panoplia de reacciones. A pesar de que los síntomas parecían ser compatibles con la presencia de severos daños neurológicos, se descartó la etiología orgánica. Perplejos, los médicos se creyeron obligados a indexar la rara enfermedad bajo alguna denominación. Dado que parecía que solamente los puertorriqueños sufrían estos trastornos, a los médicos les pareció razonable proponer la existencia de una alteración mental que podía definirse en términos geográficos y culturales.
Internándose en toda la complejidad inherente al significado del diagnóstico de “síndrome puertorriqueño” este libro demuestra cómo la realidad social opera en el inconsciente. Curiosamente, el síndrome puertorriqueño repite las manifestaciones clásicas de la histeria que más de un siglo atrás llevaron a Sigmund Freud a crear un tratamiento revolucionario —el psicoanálisis— , que abrió la vía al inconsciente. ¿Pura coincidencia? ¿No habrá algo más?
Este trabajo explica de manera exhaustiva, rigurosa y sagaz, el síndrome puertorriqueño en su dimensión histórica, cultural, social y política sin dejar de revisar ningún aspecto teórico del psicoanálisis. Con una argumentación sólida y convincente, esta investigación surgida de la práctica clínica cotidiana con latinos marginales de los barrios más pobres de Filadelfia, revela el racismo de las prácticas sanitarias proponiendo la alternativa de una clínica psicoanalítica. Al mismo tiempo, restaura para los latinos del gueto la dignidad de la categoría de sujeto del inconsciente, merecedor de una escucha. Este libro esclarece qué fue, qué es y que puede ser en el futuro, el síndrome puertorriqueño.
En los últimos años ha habido un aumento en la cantidad de jóvenes que padecen trastornos alimenticios, la OMS y el DSM IV, reconocen que existen factores socioculturales de riesgo fundamentales para entender los procesos que están... more
En los últimos años ha habido un aumento en la cantidad de jóvenes que padecen trastornos alimenticios, la OMS y el DSM IV, reconocen que existen factores socioculturales de riesgo fundamentales para entender los procesos que están generando este padecimiento, cuestiones en relación a la comida, al cuerpo, al género, a la belleza y al bienestar vistos desde la cultura y el entorno social de la ciudad de San Luís Potosí que incorporan las jóvenes para padecer estos trastornos, lo que hace necesario abordar el tema de los trastornos alimenticios desde una perspectiva sociocultural que nos ayuden a comprender de una forma más amplia cómo se está suscitando este problema de salud.
RESUMEN. Antecedentes. La genética de poblaciones se encarga de dilucidar el origen de la variabilidad genética, la cual es responsable de las diferencias fenotípicas entre seres humanos y de la patología con componente genético. La... more
RESUMEN. Antecedentes. La genética de poblaciones se encarga de dilucidar el origen de la variabilidad genética, la cual es responsable de las diferencias fenotípicas entre seres humanos y de la patología con componente genético. La variabilidad genética tiene su origen primario en las mutaciones, pero las frecuencias alélicas en un locus varían de una generación a otra debido a diversas fuerzas naturales tales como la selección natural, el efecto fundador, la deriva génica y las mezclas poblacionales. Fuentes. Se revisó bibliografía clásica sobre la teoría evolutiva y la moderna síntesis, así como artículos recientes sobre las técnicas matemáticas utilizadas en el estudio de la estructura y dinámica poblacional de las comunidades humanas y su relación con la adaptación y el proceso mórbido. Desarrollo. Esta disciplina ha permitido descubrir los orígenes de muchas variantes genéticas de crucial importancia para supervivencia del ser humano, tales como los genes responsables de la aclimatación en la población del Tibet o las múltiples copias del gen de la amilasa en las poblaciones con una alta ingesta de almidón. Esas mismas técnicas aplicadas a los genes, tanto humanos como de bacterias patógenas, han permitido conocer las rutas migratorias de los humanos antiguos. Conclusiones. Las herramientas y técnicas matemáticas de la genética de poblaciones se refinaron progresivamente a lo largo del siglo pasado hasta el presente, y continúan siendo parte importante de todo estudio genético o genómico. Palabras clave: Migración, genética, población, diversidad genética.
The aim of this paper is to convey the relevance of a Gramscian perspective in medical anthropology, stressing his anti-essentialist way of reasoning about ‘nature’. The author claims that Gramsci's understandings of the bodily life of... more
The aim of this paper is to convey the relevance of a Gramscian perspective in medical anthropology, stressing his anti-essentialist way of reasoning about ‘nature’. The author claims that Gramsci's understandings of the bodily life of the state can deconstruct naturalized realities in ways that are helpful for the ethnographer engaged in the political anthropology of embodiment and the management of health, persons, and life itself. The paper is presented in three parts. An attempt is made, first, to frame the relevance of Gramsci for Italian medical anthropology and second, to explore the components of the Gramscian concept of ‘second nature’ within the perspective that he himself calls ‘an anthropology’. Third, an example is given of how the proposed Gramscian insights could inform an ethnography on the biopolitical aspects for the early detection of Alzheimer's disease, which is currently being carried out in Perugia.
En el marco de la Antropología Médica éste texto permite llevar a cabo un abordaje antropológico sobre la esquizofrenia entendida desde su triple dimensión: i) dimensión biológica y psicobiológicas (disease); ii) cultural (illness); y... more
En el marco de la Antropología Médica éste texto permite llevar a cabo un abordaje antropológico sobre la esquizofrenia entendida desde su triple dimensión: i) dimensión biológica y psicobiológicas (disease); ii) cultural (illness); y iii) social (sickness).
L'articolo affronta la rappresentazione del corpo, della malattia e della medicina in La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda. Affronto il tema attraverso una prospettiva mediata dall’antropologia culturale. Il romanzo mette in... more
L'articolo affronta la rappresentazione del corpo, della malattia e della medicina in La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda. Affronto il tema attraverso una prospettiva mediata dall’antropologia culturale. Il romanzo mette in scena il conflitto tra due visioni del corpo, una “malata” e una “sana”, non a caso rappresentate rispettivamente da un paziente e dal suo medico. Appoggiandomi al concetto di “presenza” elaborato dall’etnologo Ernesto de Martino, scelta che è giustificata dalle notevoli somiglianze tra l'approccio demartiniano e la gaddiana Meditazione milanese, propongo la tesi che nel romanzo la salute sia intesa come uno stato che trascende la semplice assenza di malattie organiche e che si intreccia con lo status sociale del soggetto e con la sua percezione di avere una presa salda sul mondo. Il romanzo si avvicinerebbe insomma a un approccio olistico all’idea di salute che superi la dicotomia tra mente e corpo, direzione a cui guarda l’antropologia medica.
Pain is a phenomenon that is difficult to frame and to define univocally because it appears to be closely linked to and shaped by the individual lived experience. Pain is always what is “done” with it and what the suffering person claims... more
Pain is a phenomenon that is difficult to frame and to define univocally because it appears to be closely linked to and shaped by the individual lived experience. Pain is always what is “done” with it and what the suffering person claims to feel: not a mere physical sensation, pain is the result of the personal elaboration of this sensation.
From a medical anthropological prospective in this contribution I will focus on a specific form of daily pain, related to one peculiar syndrome: the fibromyalgia. By analysing some elements that came out from my recent ethnographic research, my intention will be to underline the
interpersonal, communicative and political dimension of suffering namely the fact that if pain can, on the one hand, decrease the “ability to act”, on the other, it could be itself endowed with a peculiar form of agency. Indeed, pain could not only be passively experienced; contrarily it can be transformed itself into a cultural practice, an “activity” that allows the suffering person to renegotiate the relationship with the surrounding context, by experiencing new forms of “presence”
As anthropologists it may be fruitful to consider the way we construct space with our ethnographies; especially regarding illnesses from people with musculoskeletal diseases. The discussion of space in ethnographies and through narratives... more
As anthropologists it may be fruitful to consider the way we construct space with our ethnographies; especially regarding illnesses from people with musculoskeletal diseases. The discussion of space in ethnographies and through narratives points to peculiarities and possibilities it could present for ethnographers trying to interpret and understand the way illness takes place in urban areas. Some of these conditions, for example: ankylosing spondylitis, carry consequences understood as disabilities. Part of this reflection shall be sustained from ethnographic fieldwork undergone in Chihuahua City, Mexico. This city belongs to a state located on the border with the United States, where certain indigenous groups live in both rural and urban areas. We present an approach to the health phenomenon with an indigenous person with ankylosing spondylitis who inhabits this place and not only interacts with it, but constructs new ways of existing through space and body alike. To better understand a disabled indigenous body in an urban space, we shall rely on the basic anthropological concept of ‘technics of the body’, while trying to connect with further spatial and technical notions; particularly what we understand as techniques of the body through space. Acknowledging the body without the space it occupies may prevent us from considering what seems to be beyond it, but ends up being a part of it too. Considering how and where people move from this perspective shall hopefully bring theoretical and methodological tools that could enhance our interpretation of illness.
El cuerpo humano ha sido y es manejado por cada socie- dad y cultura de forma distinta. Las costumbres y creen- cias, los cuidados y las prácticas sobre el cuerpo varían de una sociedad a otra siendo mediadas por la cultura y el contexto... more
El cuerpo humano ha sido y es manejado por cada socie- dad y cultura de forma distinta. Las costumbres y creen- cias, los cuidados y las prácticas sobre el cuerpo varían de una sociedad a otra siendo mediadas por la cultura y el contexto histórico de una época determinada.
De esta forma, se puede entender al cuerpo humano como una construcción tanto biológica como cultural. En tal sen- tido el cuerpo se sustenta en un gran espectro simbólico relacionado a diversas redes, sean éstas de orden moral, valoricas, normativas o de imaginario. Las cuales guiarán, en último término, las practicas del cuidado del cuerpo orientadas al bienestar y la sanación.
En este contexto la significación cultural del cuerpo en mujeres rapa nui se presenta de forma especifica a su realidad sociocultural. Donde las practicas y costumbres en torno a los cuidados del cuerpo y de la salud son llevados a cabo acorde a la tradición, y a la incorporación de elementos que dan sentido y otorgan significado a las conductas elaboradas por las mismas mujeres rapa nui.
Palabras Claves: cuerpo - salud - cuidados del cuerpo - mujer rapa nui - significados culturales.
"Visione olistica del paziente: il corpo cosciente". L'obiettivo della lezione è di avvicinare lo studente alla riflessione antropologica sul sapere e le pratiche biomediche e sul corpo, di renderlo in grado di mobilizzarne metodi e... more
"Visione olistica del paziente: il corpo cosciente".
L'obiettivo della lezione è di avvicinare lo studente alla riflessione antropologica sul sapere e le pratiche biomediche e sul corpo, di renderlo in grado di mobilizzarne metodi e riflessioni nella sua pratica lavorativa. Questo corso introduce innanzitutto l'antropologia della sickness, ovvero l'analisi sociale e culturale del sapere e delle pratiche biomediche. Il caso di studio scelto è quello del 'Polmone nero' tra i minatori della Virginia. Smith (1981), l'autrice, analizza la maniera in cui la patologia respiratoria è stata valutata e curata dai medici delle città minerarie in relazione all'organizzazione del lavoro, dell'assistenza e alle relazioni sociali. Dunque introdurremo la questione del corpo cosciente-inteso come superamento dell'opposizione tra corpo e mente, tra individuale e sociale, tra natura e cultura. Il corpo cosciente è l'incontro tra l'esperienza individuale del corpo e quindi della malattia e le forze sociali che s'esprimono sul e attraverso il corpo e la malattia. L'incorporazione diventa il punto di partenza per ripensare la malattia intesa come patologia e esperienza della malattia, sickness e illness, su un terreno comune.