Numismatica medievale Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
La serie di articoli sul tema del denaro di Lucca che presenteremo in questa sede riassume i contenuti di una importante discussione apparsa sul forum Lamoneta.it con intenti di divulgazione degli studi pregressi ma anche di rapido... more
La serie di articoli sul tema del denaro di Lucca che presenteremo in questa sede riassume i contenuti di una importante discussione apparsa sul forum Lamoneta.it con intenti di divulgazione degli studi pregressi ma anche di rapido aggiornamento con alcuni nuovi approfondimenti. Gli autori deisderano ringraziare Monica Baldassarri che li ha spronati a tradurre in forma cartaceo quanto emerso dalla lunga discussione virtuale, il Giornale della Numismatica e il Direttore Ganganelli che lo hanno accolto nelle forme proposte e hanno offerto la possibilità di presentarlo, ma soprattutto gli utenti del forum Lamoneta.it per la partcipazione numerosa e sentita e per la disponibilità nel concedere l’ultilizzo delle proprie informazioni e dei propri materiali per la pubblicazione.
VI Volume della Collana "Appunti Numismatici" edita dal C.N.R.L. Il volume, che conta ben 344 pagine, è stato stampato in 200 copie a colori su carta opaca da 120 gr, in formato A5. La copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr. 300... more
VI Volume della Collana "Appunti Numismatici" edita dal C.N.R.L.
Il volume, che conta ben 344 pagine, è stato stampato in 200 copie a colori su carta opaca da 120 gr, in formato A5. La copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr. 300 plastificata, con allestimento in brossura e cucitura in filorefe.
Il suo costo, per le persone che non fanno parte del Circolo, è di € 15,00. Alcune copie sono ancora disponibili alla vendita.
Il Circolo Numismatico Romano-Laziale invita tutti gli interessati a contattare, per informazioni sul libro esul Circolo stesso, alla seguente mail: c.n.romanolaziale@hotmail.com
P.S.- tra i co-autori manca Riccardo Sideri che non è presente in Academia.edu.
Nel suo volume Opus monetale Cigoi, Lodovico Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi la contraffazione del grosso aquilino di Parma senza però riportare nelle tavole l’illustrazione di alcun esemplare. In questa sede si ripercorre la storia... more
Nel suo volume Opus monetale Cigoi, Lodovico Brunetti attribuisce a Luigi Cigoi la contraffazione del grosso aquilino di Parma senza però riportare nelle tavole l’illustrazione di alcun esemplare. In questa sede si ripercorre la storia degli studi che hanno riguardato la moneta originale, facendo notare come le prime falsificazioni siano apparse circa a metà Ottocento, il momento d’oro nell’attività del grande falsario di Udine. Dei falsi aquilini oggi noti, tuttavia, solo alcuni sarebbero da ascrivere all’opera del Cigoi mentre altri, per le loro caratteristiche, potrebbero essere produzioni più recenti.
Appunti Numismatici 2017 è il II Quaderno di Numismatica edito dal C.N.R.L., ad oggi ne presentiamo la II edizione, stampata nell’anno 2022, che riporta miglioramenti dal solo punto di vista tipo-grafico degli apparati grafici e... more
Appunti Numismatici 2017 è il II Quaderno di Numismatica edito dal C.N.R.L., ad oggi ne presentiamo la II edizione, stampata nell’anno 2022, che riporta miglioramenti dal solo punto di vista tipo-grafico degli apparati grafici e bibliografici.
Il volume conta 240 pagine, in carattere Times New Roman n. 12, a colori, su carta opaca da 120 gr, in formato A5.
La copertina è 4+4 su carta patinata opaca da gr. 300 plastificata, con allestimento in brossura e cucitura in filorefe.
Il II Quaderno di Numismatica comprende 13 articoli, con argomenti che vanno dall’epoca pre-romana ai nostri giorni, e la Presentazione.
Alcune copie saranno disponibili alla vendita al prezzo di € 10,00 più eventuali Spese Postali
Se interessati contattare: c.n.romanolaziale@hotmail.com
Partendo dallo studio di un sesino inedito e con una originale rappresentazione dell'aquila estense si propongono alcune ipotesi che possono aiutare a dare una collocazione cronologica e indicazioni sull'autore di questa rara e singolare... more
Partendo dallo studio di un sesino inedito e con una originale rappresentazione dell'aquila estense si propongono alcune ipotesi che possono aiutare a dare una collocazione cronologica e indicazioni sull'autore di questa rara e singolare moneta.
A little study about a money of Antonio II Panciera (mediaeval time).
Italian language
Catalogue of the Carolingian coins from Louis II to Berengar II with Adalbert the collection of Vittorio Emanuele III di Savoia, king of Italy, currently kept at the Museo Nazionale Romano. This volume presents the coins formerly... more
Catalogue of the Carolingian coins from Louis II to Berengar II with Adalbert the collection of Vittorio Emanuele III di Savoia, king of Italy, currently kept at the Museo Nazionale Romano.
This volume presents the coins formerly assigned to the mint of Milan, also including those that now can be attributed to other mints (e.g. Venice, Pavia, Verona, Saint-Martin de Tours, ...)
Resumo: É estudado neste trabalho um novo exemplar, pertencente a uma coleção privada belga, do raro meio tornês do rei Fernando I, cunhado na Corunha e que apresenta no reverso o farol romano de Brigantium (Corunha). Abstract: A new... more
Resumo: É estudado neste trabalho um novo exemplar, pertencente a uma coleção privada belga, do raro meio tornês do rei Fernando I, cunhado na Corunha e que apresenta no reverso o farol romano de Brigantium (Corunha).
Abstract: A new specimen, belonging to a Belgian private collection, of the rare half tournois by the kingFernando I, minted in A Coruña and featuring the Roman lighthouse of Brigantium (A Coruña), is studied in this work.
La catalogazione dei denari provisini senatoriali è stata più volte presa in esame. Tuttavia, le successioni tipologiche sono state impostate su di una suddivisione a maglie eccessivamente larghe (addirittura per secoli), aggirando più... more
La catalogazione dei denari provisini senatoriali è stata più volte presa in esame. Tuttavia, le successioni tipologiche sono state impostate su di una suddivisione a maglie eccessivamente larghe (addirittura per secoli), aggirando più che risolvere il problema, che non consente una cronologia accurata delle seriazioni dei gruppi noti............
L'edizione di un gruzzolo di denari pisani e lucchesi del XIII secolo è proposta nel contesto della ricostruzione – integrando dati archeologici e fonri documentarie – della rete di vie d'acqua del Valdarno Inferiore, dall'Arno a Lucca, e... more
L'edizione di un gruzzolo di denari pisani e lucchesi del XIII secolo è proposta nel contesto della ricostruzione – integrando dati archeologici e fonri documentarie – della rete di vie d'acqua del Valdarno Inferiore, dall'Arno a Lucca, e dei paesaggi del Lago di Sesto o Bientina, nel Duecento.
Il presente contributo è dedicato a tre tipi inediti di monete attribuite ai marchesi del Carretto. Si tratta un denaro di tipo astese, un quartaro di tipo genovese e un fiorino, tutte contraffazioni coniate verosimilmente nella zecca di... more
Il presente contributo è dedicato a tre tipi inediti di monete attribuite ai marchesi del Carretto. Si tratta un denaro di tipo astese, un quartaro di tipo genovese e un fiorino, tutte contraffazioni coniate verosimilmente nella zecca di Cortemilia e circolanti nel basso Piemonte e in Liguria nella seconda metà del XIII secolo. La pratica della contraffazione nel nordovest della penisola da parte di signori locali è testimoniata da un editto dell'imperatore Enrico VII di Lussemburgo con il quale nel 1311 venivano bandite le monete prodotte a Cortemilia. Il denaro di tipo astese mostra notevoli somiglianze con le emissioni della città piemontese datate tra gli anni ottanta e novanta del XIII secolo. Essendo la circolazione di quest'ultime in quel tempo assai ristretta la loro contraffazione dovette avere come obiettivo i mercati locali. Diversamente, i quartari di tipo genovese imitavano conii più largamente diffusi. Tali imitazioni recano il nome «Manfredus» nella legenda. Dovrebbe trattarsi di Manfredo II del Carretto, vivente nel 1320, anno in cui secondo gli Annales Genuenses circolarono nella città ligure monete a basso contenuto d'argento recanti una croce e un grifone proprio come i quartari qui trattati. Di più recente produzione era infine un fiorino dal basso contenuto d'oro recante la legenda «FLOR EX CHA». Tale moneta è caratterizzata da un segno a forma di ferro di cavallo sul diritto non presente sugli altri fiorini recanti la medesima legenda noti agli studiosi. Ritrovamenti di queste monete nell'area ligure-piemontese ne testimoniano l'ampia diffusione.
"Lo studio presentato in questo volume cerca di cogliere i vari aspetti legati alla monetazione medievale del Comune di Pisa, giocando di rimando tra le varie fonti. Il quadro che ne emerge non è sempre organico, e i documenti spesso non... more
"Lo studio presentato in questo volume cerca di cogliere i vari aspetti legati alla monetazione medievale del Comune di Pisa, giocando di rimando tra le varie fonti. Il quadro che ne emerge non è sempre organico, e i documenti spesso non raccontano tutto il necessario.
L’assenza pressoché totale degli atti pubblici sulla zecca medievale, che soli avrebbero potuto rendere conto in modo esaustivo di certi fenomeni, quali gli ordini di coniazione, il titolo ed il volume delle monete, la struttura dell’officina monetaria e l’organizzazione dei monetieri, ha reso ancora più importante lo studio di tutti gli altri documenti, per quanto meno immediati.
Le monete stesse (apetto estrinseco ed intriseco) e la documentazione archeologica assumono per ciò in questa ricerca un ruolo fondamentale, grazie al quale si raggiungono inediti risultati e nuovi spunti di riceca.
Ne è nato un mosaico che, accostando piccoli frammenti, delinea un’immagine in parte nuova per Pisa ed il suo Comune, soprattutto per il periodo che va dal 1260 fino all’epilogo della signoria gambacortiana, anche se numerosi interrogativi rimangono ancora aperti, soprattutto per il periodo a cavallo del Trecento. "
Pavia fu capitale altomedievale dal V secolo d.C. al 1024, data della dismissione del Palatium. In questo elaborato si è proceduto ricostruendo le evidenze archeologiche della civitas. Malgrado il particolare status della città abbia... more
Pavia fu capitale altomedievale dal V secolo d.C. al 1024, data della dismissione del Palatium. In questo elaborato si è proceduto ricostruendo le evidenze archeologiche della civitas. Malgrado il particolare status della città abbia condizionato la storia di Pavia per tutto il XII secolo fino alla nascita del Comune, nell'analisi non ci si è addentrati nel periodo romanico pavese, argomento troppo vasto e degno di uno studio dedicato.
Per meglio comprendere cosa sia effettivamente rimasto di tangibile del periodo regio pavese, sono stati presi in considerazione monumenti e materiali la cui realizzazione fu conseguenza, diretta o indiretta, del ruolo di capitale ricoperto dalla città. La parte più ampia dell'elaborato è occupata dai mausolei regi longobardi, per i quali si è cercato di procedere a una ricostruzione complessiva di quanto rimasto del loro passato altomedievale senza dividere le classi di materiali per tipologia, ma anzi riunendoli per ricostruire una visione globale attualizzata di ogni monumento.
La bibliografia non è stata uniformemente esaustiva per tutti gli argomenti trattati. L'approfondimento è stato più completo per il periodo goto e soprattutto longobardo che non per quello carolingio e ottoniano. I volumi di Storia di Pavia si sono rivelati fondamentali punti di partenza, integrati sopratutto dalle pubblicazioni del "Bollettino della Società Pavese di Storia Patria" e dell' "Archivio Storico Lombardo". Molto esaurienti si sono rivelati anche gli articoli dei cataloghi delle mostre svolte negli ultimi anni.
La ricostruzione urbanistica della città altomedievale è basata soprattutto sull'esaustiva sintesi elaborata da Donald Bullough e sui più recenti lavori di Peter Hudson, Hugo Blake e Brian Ward-Perkins. Per la parte monumentale e materiale sono risultate numericamente più consistenti le pubblicazioni di Adriano Peroni e di Gaetano Panazza. L'analisi numismatica è basata soprattutto sulle opere di Ermanno A. Arslan, Alessia Rovelli, Ernesto Bernareggi e su quanto è stato possibile ricavare dal Corpus Nummorum Italicorum.
Per la scultura, in particolare longobarda, ci si è avvalsi delle considerazioni di studiosi quali Angiola Maria Romanini, Anna Segagni Malacart, Donata Vicini e Saverio Lomartire.
I luoghi di ritrovamento del materiale esaminato e i siti, più o meno probabili, dei monumenti studiati sono riportati in una carta archeologica della città allegata alla fine dell'elaborato.
Il medioevo pavese, seppur spesso ricordato solo per le sue torri gentilizie e chiese romaniche, conserva tutt'ora tracce più antiche del suo passato in cui la città rappresentava uno dei fulcri del potere dell'Europa contemporanea.
Mint activity in Florence is exceptionally well-documented from the beginning of the fourteenth century until the end of the republican era in 1533, most notably in the so-called Fiorinaio or Libro della Zecca, a register of mint... more
Mint activity in Florence is exceptionally well-documented from the beginning of the fourteenth century until the end of the republican era in 1533, most notably in the so-called Fiorinaio or Libro della Zecca, a register of mint personnel and the privy marks used on the coins. The mint scribe who began the Libro della Zecca and assembled the earlier material going back to 1303 was nevertheless unable to find much information on the mint and its coinage before that time. To narrow down the dating of these early florins, it is necessary to turn to the hoard evidence. The Alberese hoard of seventy-six gold florins, discovered in 1932 near Grosseto-Italy, is exceptionally important because it adds to the small number of known florin hoards that were closed during the coin’s first half-century (Pisa, Aleppo, Akko, Pavia). In fact, it is the only one completely recovered (most of the coins of other hoards were dispersed in the antiquarian market). Although originally dated to 1347, this new study clearly establishes that the hoard was closed before 1290-95, making it a good sample for the study of gold florins of the period of “unknown mintmasters” (1252-1303). Closer examination of privy marks, epigraphy and style of coins reveals new data. Some privy marks can better be identified with those described in the Libro della Zecca not previously identified and it is possible to propose a possible chronology of different issues. Research on documents of that time has also revealed the possible origins of the hoard.
Сборник материалов "Нумизматических чтений ГИМ 2017 года" посвящён памяти Т.Ю. Стукаловой - специалиста по западноевропейской нумизматике, сотруднице Отдела нумизматики ГИМ. Он включает материалы к докладам по античной, византийской,... more
Сборник материалов "Нумизматических чтений ГИМ 2017 года" посвящён памяти Т.Ю. Стукаловой - специалиста по западноевропейской нумизматике, сотруднице Отдела нумизматики ГИМ. Он включает материалы к докладам по античной, византийской, восточной, западноевропейской и русской нумизматике, а также исследования по бонистике, фалеристике, медальерному искусству и истории нумизматики.
Resumo: O artigo tem como principal objetivo o estudo dos simbolismos religiosos, figurativos e geométricos, constantes em moedas produzidas nas cidades de Ribe e Hedeby durante o século IX d.C. Como escopo conceitual adotamos os estudos... more
Resumo: O artigo tem como principal objetivo o estudo dos simbolismos religiosos, figurativos e geométricos, constantes em moedas produzidas nas cidades de Ribe e Hedeby durante o século IX d.C. Como escopo conceitual adotamos os estudos de John E. Robb e Michel Pastoreau sobre símbolo, a metodologia visual de Jill Bradley e diversas publicações numismáticas aplicadas à Escandinávia da Era Viking, bem como estudos que desenvolvemos sobre simbologia nórdica. Nossa principal conclusão é que os símbolos animais e geométricos foram utilizados como forma de difusão de uma autoridade político-econômica, respaldada por imagens do paganismo nórdico (especialmente simbolismos do cervo, Odin e Sigurd).
Città etrusca, romana e poi medievale, Roselle, nell’arco di più di cinquanta anni di attività della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha restituito una grande quantità di materiali. La catalogazione e la... more
Città etrusca, romana e poi medievale, Roselle, nell’arco di più di cinquanta anni di attività della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha restituito una grande quantità di materiali. La catalogazione e la pubblicazione di buona parte dei reperti numismatici rende ora possibile ripercorrere la storia di questa città e dei suoi scavi, dalle prime ricerche condotte con criteri scientifici nel 1959 fino al 1991, quando si conclusero le indagini del Comune di Grosseto che hanno messo in luce la chiesa ed il cimitero cristiano. A partire dalle più antiche attestazioni di esemplari di zecche campane ed etrusche (IV-III secolo a.C.), le monete recuperate contribuiscono a delineare i contesti socio-economici nei diversi periodi storici e a ipotizzare movimenti di uomini e scambi di merci. Una parte consistente dei rinvenimenti è pertinente al periodo repubblicano, quando Roselle conobbe un rinnovato sviluppo (II sec. a.C.) successivo alla conquista romana del 294 a.C., e alla prima età imperiale, in concomitanza con la crescita e la monumentalizzazione della città (I sec. d.C.). La presenza di moneta è abbondante per tutta l’età imperiale, con un picco di attestazioni nella seconda metà del III secolo ed una riduzione evidente nel IV secolo, quando in città cessarono nuove attività edilizie. L’assenza di nominali coniati dopo il 388 d.C. rende plausibile l’ipotesi che anche a Roselle si utilizzarono, tra la fine del IV ed il V secolo, emissioni coniate precedentemente. Dopo un vuoto di alcuni secoli, l’evidenza numismatica riappare alla fine dell’VIII secolo, con un denaro di Carlo Magno, e più tardi con esemplari di XI e XII secolo, a ricordare il ruolo avuto da Roselle come sede vescovile fino al 1138, prima di cadere definitivamente in rovina. Il quadro offerto dalle monete recuperate negli scavi della città è integrato da una serie di ritrovamenti dal territorio di Roselle, che permette di tracciare in modo più completo la diffusione e la circolazione della moneta antica in questa parte d’Etruria.
The torneses of king Dinis are the portuguese imitation of the french "gros tournois". In this paper, an inventory of the 20 known exemplars of this rare type is presented, as well as a catalogue, and some notes about attribution,... more
The torneses of king Dinis are the portuguese imitation of the french "gros tournois". In this paper, an inventory of the 20 known exemplars of this rare type is presented, as well as a catalogue, and some notes about attribution, metrology and epigraphy.
"In the historical course of Santiago de Compostela there are outstanding gaps and absences, forgotten places hidden in the embankments of History. This book seeks to return to the city one such absent landscape: the Castle of A Rocha... more
"In the historical course of Santiago de Compostela there are outstanding gaps and absences, forgotten places hidden in the embankments of History. This book seeks to return to the city one such absent landscape: the Castle of A Rocha Forte. For two centuries, between mid-13th and mid-15th century, Santiago boasted a formidable fortress, the biggest in the Kingdom of Galicia and among the most spectacular in the Iberian Peninsula. An imposing building, the archbishop’s dwelling, an impregnable stronghold, a true fortified city… A Rocha Forte was many things, but first and foremost, a key site in the struggle for power in the Late Middle Ages between the city councillors and the archbishops".