espiare - translation to Latin (original) (raw)
Sul monte Calvario è stato aperto al Redentore il Costato, dal quale fluì il suo Sangue sacro, che scorre nel corso dei secoli qual torrente inondante, per purificare le coscienze degli uomini, espiare i loro peccati ed impartire ad essi i tesori della salvezza.
In Calvariae monte Divini Redemptoris fuit transverberatum latus, ex quo sacer eius cruor defluxit, qui veluti amnis per saeculorum cursum exundans, animos hominum eluit, eorum peccata expiat, eisdemque salutis thesauros impertit.
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Se all’uno e all’altro dovere siamo obbligati per le stesse ragioni, al debito particolarmente della riparazione siamo tenuti da un più potente motivo di giustizia e di amore: di giustizia, per espiare l’offesa recata a Dio con le nostre colpe e ristabilire, con la penitenza, l’ordine violato; di amore, per patire insieme con Cristo paziente e « saturato di obbrobri » e recargli, secondo la nostra pochezza, qualche conforto.
Quodsi ad utramque rem iisdem prorsus rationibus impellimur, reparandi tamen expiandique officio ob validiorem quendam iustitiae et amoris titulum tenemur: iustitiae quidem, ut irrogata Deo nostris flagitiis expietur offensa et violatus ordo paenitentia redintegretur; amoris vero, ut Christo patienti ac « saturato opprobriis compatiamur » eique nonnihil solacii pro tenuitate nostra afferamus.
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E mentre intendiamo espiare tutto il cumulo di sì deplorevoli delitti, ci proponiamo di ripararli ciascuno in particolare: l’immodestia e le brutture della vita e dell’abbigliamento, le tante insidie tese dalla corruttela alle anime innocenti, la profanazione dei giorni festivi, le ingiurie esecrande scagliate contro Te e i tuoi Santi, gli insulti lanciati contro il tuo Vicario e l’ordine sacerdotale, le negligenze e gli orribili sacrilegi ond’è profanato lo stesso Sacramento dell’amore divino, e infine le colpe pubbliche delle nazioni che osteggiano i diritti e il magistero della Chiesa da Te fondata.
Quae deploranda crimina, cum universa expiare contendimus, tum nobis singula resarcienda proponimus: vitae cultusque immodestiam atque turpitudines, tot corruptelae pedicas innocentium animis instructas, dies festos violatos, exsecranda in Te tuosque Sanctos iactata maledicta atque in tuum Vicarium ordinemque sacerdotalem convicia irrogata, ipsum denique amoris divini Sacramentum vel neglectum vel horrendis sacrilegiis profanatum, publica postremo nationum delicta, quae Ecclesiae a Te institutae iuribus magisterioque reluetantur.
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