Italian Philology, Medieval Literature, Medieval vernacular translations (volgarizzamenti) Research Papers (original) (raw)

Questo capitolo descrive l’assetto fonomorfologico dell’italiano antico, cioè dei volgari italoromanzi nella fase medievale: più che a una caratterizzazione esaustiva, si punta a una descrizione dei tratti distintivi rispetto alla... more

Questo capitolo descrive l’assetto fonomorfologico dell’italiano antico, cioè dei volgari italoromanzi nella fase medievale: più che a una caratterizzazione esaustiva, si punta a una descrizione dei tratti distintivi rispetto alla situazione dialettale odierna; si esaminano, inoltre, le differenze tra passato e presente nella definizione dei raggruppamenti geografici dialettali. Una particolare attenzione è dedicata ai volgari della Toscana, sia a motivo della loro abbondante documentazione medievale,
sia per il peso che essi hanno, soprattutto sul piano fonomorfologico, nella formazione
della lingua comune. La scansione del lavoro procede secondo un criterio geografico:
giustificata la nozione di Italoromania anche in epoca anteriore all’esistenza di una
lingua-tetto, si distinguono Italia settentrionale, Toscana, Italia mediana e altomeridionale,
Meridione estremo; non vengono presi in esame qui né il friulano, né il sardo.
Keywords: italiano antico, volgari italoromanzi medievali, Italoromània medievale,
storia linguistica interna
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Diretta da Guido Baldassarri e Marco Praloran. A cura di Gabriele Bucchi e Franco Tomasi. Questo primo volume della Lettura dell'«Orlando furioso», contenente i canti I-XXII più quattro interventi generali, è il risultato di un progetto... more

Diretta da Guido Baldassarri e Marco Praloran. A cura di Gabriele Bucchi e Franco Tomasi.
Questo primo volume della Lettura dell'«Orlando furioso», contenente i canti I-XXII più quattro interventi generali, è il risultato di un progetto di lettura inte-grale del poema, avviato nel 2007 in collaborazione tra le Università di Losanna e di Padova. Affidati a studiosi di generazioni diverse e di diversi paesi, i canti del Furioso sono stati analizzati sotto varie angolature (critico-interpretativa, storica, stilistica, intertestuale) come unità narrative a sé stanti. Se tale prospettiva ha da un lato posto necessariamente in secondo piano il carattere entrelacé del poema di Ariosto (pur mai del tutto dimenticato in queste letture), dall'altro ha per-messo di avviare una prima riflessione sulla gestione ariostesca dell''unità canto', ora confermandone il carattere frammentato e politonale, ora portando alla luce corrispondenze e simmetrie finora nascoste.

Di Paolo di Stefano. «Un "Atlante dei canzonieri in volgare" che è insieme sintesi di una grande tradizione filologica e rilancio di nuovi studi. Perchè dopo Petrarca la poesia naturalmente non finì, al contrario... Poco meno di cento... more

Di Paolo di Stefano. «Un "Atlante dei canzonieri in volgare" che è insieme sintesi di una grande tradizione filologica e rilancio di nuovi studi. Perchè dopo Petrarca la poesia naturalmente non finì, al contrario... Poco meno di cento schede dedicate a passioni, tradimenti, sofferenze...»

Individuata nel corso degli spogli miranti alla catalogazione delle Bibbie in italiano (XIII-XV sec.), la traduzione in lingua di sì della Lectura super Apocalipsim di Pietro di Giovanni Olivi che qui si presenta costituisce l’unica... more

A cura di Lino Leonardi e Speranza Cerullo. L. Leonardi, Volgarizzare ovvero tradurre nel Medioevo italiano. Introduzione al convegno. Documento di presentazione al convegno - C. Delcorno, Domenico Cavalca traduttore di testi religiosi.... more

A cura di Lino Leonardi e Speranza Cerullo.
L. Leonardi, Volgarizzare ovvero tradurre nel Medioevo italiano. Introduzione al convegno. Documento di presentazione al convegno - C. Delcorno, Domenico Cavalca traduttore di testi religiosi. Il volgarizzamento delle Vitae Patrum - G. Tanturli, Brunetto Latini traduttore di Cicerone. I. S. Cerullo, La traduzione della Legenda aurea - S. Natale, La traduzione degli Actus beati Francisci et sociorum eius: i Fioretti di san Francesco - C. Menichetti, Le traduzioni dei Vangeli - Z. Verlato, «Sforzandomi di seguitare le parole dove convenevolmente potrò». «Lettera» e «senso» nelle traduzioni italiane dei Dialogi di Gregorio Magno. II. E. De Roberto, Sintassi e volgarizzamenti - G. Vaccaro, I volgarizzamenti di Andrea Lancia - C. Lorenzi Biondi, Le traduzioni di Bartolomeo da San Concordio - C. Lagomarsini, Strategie traduttive nei primi volgarizzamenti dell’Eneide - V. Nieri, La traduzione di Palladio. Indici a cura di S. Cerullo.

A cura di Andrea Comboni e Tiziano Zanato. L’«Atlante dei canzonieri in volgare del Quattrocento» colma un vuoto negli studi di un secolo tradizionalmente poco valorizzato. Si tratta di un vasto repertorio di liriche che si presentano o... more

A cura di Andrea Comboni e Tiziano Zanato.
L’«Atlante dei canzonieri in volgare del Quattrocento» colma un vuoto negli studi di un secolo tradizionalmente poco valorizzato. Si tratta di un vasto repertorio di liriche che si presentano o tendono a presentarsi in forma di libro d’autore, organizzato secondo diversi livelli testuali. Ogni canzoniere viene descritto sulla base di uno schema standard che comprende una sezione filologica (titolo, testimonianze, tradizione) e una serie di notizie relative al macrotesto lirico: si va da indicazioni sul numero dei componimenti e sulla loro tipologia metrica, a rilievi sul periodo di composizione e sul tempo e i luoghi della storia, trascrivendo i componimenti iniziali e finali e passando in rassegna le articolazioni interne, i testi di anniversario, di pentimento religioso, di contenuto non amoroso. Particolare attenzione viene posta sui soggetti della comunicazione, cioè l’‘io’ poetico e il ‘tu’, nonché sugli eventuali destinatari storici. Il tasso di ‘narratività’ del canzoniere viene poi misurato sulle modalità di progressione del senso e sulla frequenza delle connessioni intertestuali, oltre che sulle esplicite dichiarazioni di poetica. Dall’insieme di questi dati emerge in modo non dubbio il tipo e il grado di influenza, varia ma sempre magistrale, esercitata su ciascuno di questi autori dal «Canzoniere» per antonomasia, quello di Francesco Petrarca. Completano il volume gli indici dei nomi, dei toponimi, dei manoscritti, dei libri antichi a stampa, degli incipit citati.

Nel contributo verranno presentati i risultati preliminari di una ricerca che ha come obiettivo principale la costruzione di un corpus di epigrafi in lingua volgare prodotte nei secoli IX-XV e conservate in Italia nel periodo cruciale del... more

Nel contributo verranno presentati i risultati preliminari di una ricerca che ha come obiettivo principale la costruzione di un corpus di epigrafi in lingua volgare prodotte nei secoli IX-XV e conservate in Italia nel periodo cruciale del passaggio dal tradizionale codice linguistico scritto latino a quello volgare. Luna Cacchioli si è occupata dell’Italia nord occidentale (Liguria, Piemonte, Lombardia), della fascia sud dell’Italia mediana (Lazio, Abruzzo e Molise) e dei primi sondaggi sulla Toscana e sulle testimonianze graffite; Alessandra Tiburzi si è occupata dell’Italia nord orientale (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia), dell’Italia mediana fascia nord (Emilia Romagna, Marche, Umbria) e dei primi sondaggi in Italia meridionale. Attraverso la presentazione di alcune testimonianze si proveranno ad affrontare problematiche linguistiche e formali che l’epigrafia medievale presenta nella delicata fase dell’affermazione di una nuova coscienza linguistica.

Lanfranc of Milan is one of the most outstanding figures of medieval surgery. He is a most important connection between the Italian (Padua, Bologna) and the French school of surgery. His students were Jehan Yperman and Henri de... more

Lanfranc of Milan is one of the most outstanding figures of medieval surgery. He is a most important connection between the Italian (Padua, Bologna) and the French school of surgery. His students were Jehan Yperman and Henri de Mondeville.
Strangely enough, the vernacular Italian versions of the "Chirurgia parva" by Lanfranc had not only been unpublished but there had been no reports of their existence. In the book four manuscripts of "Chirurgia parva" have been described and briefly analyzed.
The book contains the edition of one of the versions (old venetian text from the manuscript Ital. quart. 67 from so called "berlinka" from the Jagellonian Library in Krakow).

Tra i primi esiti dell’attività letteraria del Dati si iscrive la "Historia di sancta Maria de Loreto"", nota anche con il titolo "Translatione della sacrata chamera di nostra Donna di Nazaret in Italia apresso alla città di Richanati",... more

Tra i primi esiti dell’attività letteraria del Dati si iscrive la "Historia di sancta Maria de Loreto"", nota anche con il titolo "Translatione della sacrata chamera di nostra Donna di Nazaret in Italia apresso alla città di Richanati", che compare nel colophon seguito dalla rivendicazione autoriale: «composta in versi vulgari per misser Guliano Dati. D. F. penitentiere di Papa in Laterano». L’illustrazione xilografica, da lui ideata ed esibita nella pagina del titolo, con la rappresentazione dell’intero ciclo agiografico della traslazione della camera della Vergine, costituisce la prima narrazione visiva ad oggi nota dell’itinerario seguito dalla Santa Casa.

Dell'attività dedicata al volgare nell'Accademia degli Alterati di Firenze (1569-1634) rimane una trattazione ragionata intorno al lessico, ovvero alla struttura e alla formazione delle parole antiche e moderne in toscano, fittamente... more

Dell'attività dedicata al volgare nell'Accademia degli Alterati di Firenze (1569-1634) rimane una trattazione ragionata intorno al lessico, ovvero alla struttura e alla formazione delle parole antiche e moderne in toscano, fittamente corredata da esempi delle opere di Dante, Petrarca, Boccaccio e Giovanni Villani, ma anche del «Novellino» nonché dalle citazioni tratte dai «buoni libri a mano» di altri testi trecenteschi. Quest’opera linguistica di mano di Francesco Bonciani (l'accademico Aspro) conservata nella Biblioteca Riccardiana testimonia le ricerche intorno al fiorentino antico condotte dai giovani Alterati alla scuola di Vincenzo Borghini, ancor prima dei lavori di Lionardo Salviati e degli Accademici della Crusca.

Il contributo accoglie l’edizione e il commento linguistico del tardo-duecentesco e aretino volgarizzamento anonimo del De regno ad regem Cypri di san Tommaso d’Aquino, il Regimento del reame, contenuto nel codice Paris, BNF, It. 233,... more

Il contributo accoglie l’edizione e il commento linguistico del tardo-duecentesco e aretino volgarizzamento anonimo del De regno ad regem Cypri di san Tommaso d’Aquino, il Regimento del reame, contenuto nel codice Paris, BNF, It. 233, manoscritto in cui si trova anche un’inedita versione dal latino del De regimine principum di Egidio Romano. Il testo rappresenta dunque un’importante testimonianza di antica prosa in volgare d’Arezzo.

A thorough analysis of Renaissance vernacular meteorologies reveals that the antiquity of the Earth was a widespread notion, easily available to vernacular readers and rather unproblematic from a theological point of view. Furthermore,... more

A thorough analysis of Renaissance vernacular meteorologies reveals that the antiquity of the Earth was a widespread notion, easily available to vernacular readers and rather unproblematic from a theological point of view. Furthermore, strong continuities existed between this literature and its medieval sources and predecessors. In this article, I present first a new reading of the chapters of Ristoro d’Arezzo’s "Composition of the World" (1282) which deal with the origin of mountains and with the Great Flood; contrary to received notions, I posit that Ristoro considered this flood as one of many in the context of an ancient Earth. Second, I highlight the 2-ways exchanges between Latin and vernacular literature, by showing that Ristoro's work was abridged in Latin in the early fifteenth century by Paul of Venice (one of the leading Italian philosophers of the time), and I compare it with the epitome of Aristotle’s meteorology that the same author included in his Latin Exposition of Aristotle’s Natural Philosophy. Finally, I argue that Paul of Venice’s Exposition was a direct source of the vernacular Meteorology published in Venice in 1542 by the polygraph Fausto da Longiano.

Il volume presenta un’indagine sulla ricezione del corpus tragico di Seneca in età umanistica, focalizzandosi sulle edizioni a stampa e sui volgarizzamenti in lingua fiorentina. Il primo capitolo riassume la trasmissione manoscritta delle... more

Il volume presenta un’indagine sulla ricezione del corpus tragico di Seneca in età umanistica, focalizzandosi sulle edizioni a stampa e sui volgarizzamenti in lingua fiorentina. Il primo capitolo riassume la trasmissione manoscritta delle tragedie fino alla prima età della stampa, con uno sguardo alla loro fortuna rappresentativa. Il secondo capitolo contiene la descrizione delle edizioni a stampa dalla princeps (ante 1478) all’edizione a tre commenti a cura di Josse Bade (1514): si analizzano i principali paratesti, con un approfondimento sui commenti di Gellio Bernardino Marmitta, Daniele Caetani e Josse Bade, e si ricostruiscono le identità delle personalità che contribuirono alla pubblicazione delle tragedie (editori, tipografi, dedicatari...). Il terzo capitolo propone lo studio stilistico dei cinque volgarizzamenti prodotti fino all’anno 1498. Nel volume sono pubblicati i volgarizzamenti di Evangelista Fossa (Agamennone) e Pizio da Montevarchi (Hercule furente e Hyppolito), finora privi di edizione moderna.
Il volume è scaricabile in Open Access sul sito della casa editrice Firenze University Press: https://fupress.com/catalogo/la-ricezione-di-seneca-tragico-tra-quattrocento-e-cinquecento/4417

Nelle indagini di storia della lingua italiana del Cinquecento si osserva che lo storico processo del lento ma deciso affermarsi di un modello linguistico unitario s’intreccia con il volgarizzamento e la riscrittura della letteratura... more

Nelle indagini di storia della lingua italiana del Cinquecento si osserva che lo storico processo del lento ma deciso affermarsi di un modello linguistico unitario s’intreccia con il volgarizzamento e la riscrittura della letteratura antica di ogni ramo dello scibile. Questo ‘acclimatamento’ in volgare delle materie, che vanno dalla filosofia naturale a quella morale, dalla poetica alla musica, dalla matematica alle arti meccaniche, avviene non soltanto grazie alla traduzione diretta delle opere greche e latine, ma soprattutto in virtù di un innesto del pensiero filosofico, come di quello scientifico-tecnico, nelle nuove teorie espresse nella trattatistica cinquecentesca. E se nel Duecento il volgare della prosa d’arte traeva modelli di un’elegante finitura formale e retorica dagli esempi mediolatini e classici, l'italiano della scrittura argomentativa nel secolo sedicesimo ricerca e sperimenta forme testuali e moduli linguistici che possano restituire appieno i concetti, «il vero delle cose», delle «auctoritates» in ogni disciplina, di Aristotele «in primis».
In questo intervento mi propongo di illustrare alcune delle questioni scaturite dalle ricerche dedicate alla nuova prosa e alla formazione del lessico sia scientifico (in particolare, della logica) sia tecnico (musicale, drammaturgico), così come al ruolo della cultura accademica nel volgarizzamento del sapere nel Cinquecento.

Nel contributo verranno presentati i risultati preliminari di una ricerca che ha come obiettivo principale la costruzione di un corpus di epigrafi in lingua volgare prodotte nei secoli IX-XV e conservate in Italia nel periodo cruciale del... more

Nel contributo verranno presentati i risultati preliminari di una ricerca che ha come obiettivo principale la costruzione di un corpus di epigrafi in lingua volgare prodotte nei secoli IX-XV e conservate in Italia nel periodo cruciale del passaggio dal tradizionale codice linguistico scritto latino a quello volgare. Luna Cacchioli si è occupata dell’Italia nord occidentale (Liguria, Piemonte, Lombardia), della fascia sud dell’Italia mediana (Lazio, Abruzzo e Molise) e dei primi sondaggi sulla Toscana e sulle testimonianze graffite; Alessandra Tiburzi si è occupata dell’Italia nord orientale (Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia), dell’Italia mediana fascia nord (Emilia Romagna, Marche, Umbria) e dei primi sondaggi in Italia meridionale. Attraverso la presentazione di alcune testimonianze si proveranno ad affrontare problematiche linguistiche e formali che l’epigrafia medievale presenta nella delicata fase dell’affermazione di una nuova coscienza linguistica.

A cura di Sara Natale. Questa prima edizione critica dei quattro volgarizzamenti italiani dell’«Ecclesiaste» latino, oltre alla classificazione genealogica dei quattordici testimoni manoscritti, offre un tentativo di identificazione... more

A cura di Sara Natale.
Questa prima edizione critica dei quattro volgarizzamenti italiani dell’«Ecclesiaste» latino, oltre alla classificazione genealogica dei quattordici testimoni manoscritti, offre un tentativo di identificazione degli ambienti di produzione e del pubblico, una descrizione dell’eterogenea fisionomia linguistica e codicologica dei manoscritti, e un’indagine stilistica delle soluzioni espressive, delle tecniche traduttive e delle strategie retoriche adottate dai quattro traduttori. La quantità delle versioni (tutte tendenzialmente «ad verbum», nonostante il netto scarto tra la dinamicità della prima e la quiescenza delle altre) e delle copie manoscritte, e l’eterogeneità delle «scriptae» sono il segno tangibile della circolazione relativamente abbondante e protratta nel tempo, e della precoce fortuna di questo libro veterotestamentario, probabilmente tradotto in Toscana, ma copiato dall’Italia meridionale al Veneto, dal primo quarto del Trecento agli anni Settanta del Quattrocento, ed eccezionalmente noto anche presso il pubblico laico, in virtù del carattere sentenzioso della sua prosa, divenuta presto proverbiale.

This essay focuses on the philological approach usually applied to the Italian vernacular laude, especially when they are part of ancient wider collections (laudari). Even though the massive relevance and the high numebr of textual... more

This essay focuses on the philological approach usually applied to the Italian vernacular laude, especially when they are part of ancient wider collections (laudari). Even though the massive relevance and the high numebr of textual variants introduced by copyists generally dissuade scholars from using a strictly Lachmannian praxis, it is often possible to recongnize many typical facts of the manuscript tradition explainable on a Lachmannian basis. Special attention is dedicated to the lauda “Salve Iesù Cristo, salvator superno”, recently published in the “Laudario di Santa Maria della Morte” from Bologna (New Haven, Yale Beinecke Library, ms 1069) and transmitted by other eight manuscripts.

Il volume raccoglie le osservazioni sul lessico tecnico della musica e del teatro del Cinquecento, attestato dalle traduzioni manoscritte di alcuni trattati greci: «Onomasticon» di Polluce, i «Problemi musicali» («Probl. XIX»), attribuiti... more

Il volume raccoglie le osservazioni sul lessico tecnico della musica e del teatro del Cinquecento, attestato dalle traduzioni manoscritte di alcuni trattati greci: «Onomasticon» di Polluce, i «Problemi musicali» («Probl. XIX»), attribuiti ad Aristotele e altri testi più brevi. Le traduzioni, eseguite dal fonetista fiorentino Giorgio Bartoli (1534-1583), forniscono materiali per l'allestimento di un glossario ragionato che costituisce il nucleo centrale del volume.

Circa due secoli separano la prima edizione moderna della Legenda aurea, curata da Theodor Graesse e pubblicata nel 1846, dal declino che il leggendario del domenicano Iacopo da Varazze conosce a partire dalla metà del XVII secolo: un... more

Circa due secoli separano la prima edizione moderna della Legenda aurea, curata da Theodor Graesse e pubblicata nel 1846, dal declino che il leggendario del domenicano Iacopo da Varazze conosce a partire dalla metà del XVII secolo: un declino che segna un autentico oblio dell’opera che per almeno tre secoli, fra Tre e Cinquecento, ha tracciato l’orizzonte della narrazione agiografica in Occidente. È tuttavia solo negli ultimi decenni che il leggendario medievale ha conosciuto una vera e propria rinascita, a partire dalle indagini sulla diffusione dell’opera tra versante latino e volgare, sull’uso delle fonti e sulle strategie narrative messe in atto dall’autore, per arrivare a un primo studio dell’enorme tradizione manoscritta in un volume di Barbara Fleith del 1991 e a una nuova edizione critica del testo, curata da Giovanni Paolo Maggioni (1998 e 2007). Nel quadro che la diffusione della Legenda aurea volgare disegna a livello europeo l’Italia è rimasta tuttavia, e paradossalmente, in ombra: la difficoltà oggettiva di accedere all’imponente patrimonio dell’agiografia volgare italiana, solo da pochi anni repertoriato dalla Biblioteca Agiografica Italiana e formato da testi in larga parte inediti, ha finora scoraggiato un’indagine ad ampio raggio sulle traduzioni italiane del leggendario, delle quali si ignorano l’effettiva consistenza, la diffusione e le specificità redazionali. Questo lavoro è nato dal proposito di colmare la lacuna, partendo dal censimento della tradizione manoscritta delle traduzioni italiane prodotte fra XIII e XV secolo: l’indagine si è concentrata sulle dinamiche di trasmissione dell’opera in ambito volgare e sulle caratteristiche della ricezione, fornendo un primo approccio alle strategie di traduzione e adattamento del testo originale e presentando un Repertorio dei testi che censisce e ordina le versioni italiane per singoli capitoli del leggendario.

Le profonde trasformazioni che nel corso del tempo hanno contraddistinto le forme della poesia italiana risultano particolarmente intense e frequenti nel Medioevo. In un’epoca che vede la nascita e il primo decisivo sviluppo di una nuova... more

Le profonde trasformazioni che nel corso del tempo hanno contraddistinto le forme della poesia italiana risultano particolarmente intense e frequenti nel Medioevo. In un’epoca che vede la nascita e il primo decisivo sviluppo di una nuova tradizione letteraria – in una lingua moderna fino ad allora assente dallo scenario europeo – la mutevolezza delle strutture metriche si lega strettamente a quella della sensibilità formale dei poeti, alla rappresentazione mentale delle forme che essi arrivano a maturare e, secondo modalità molto varie e spesso implicite, a manifestare attraverso ciò che scrivono. La ricerca ricostruisce le vicende di questa sensibilità, rimatori attivi alla corte di Federico II fino a Francesco Petrarca. Le norme che hanno regolato la poesia due-trecentesca vengono individuate, circoscritte e analizzate,
approfondendo le modalità con cui ci si rapportava ad esse, con particolare attenzione alle specificità dei singoli ambienti e momenti. Adottando metodi di indagine differenziati, che di volta in volta privilegiano i modi di acquisizione delle competenze metriche, il peso delle tradizioni e degli influssi culturali, il ruolo della dimensione musicale, l’autrice fa luce sul legame tra le strutture formali e il ruolo sociale svolto dalla lirica, a partire dalle condizioni in cui essa veniva composta, eseguita, fruita. Il volume arriva così a restituire un quadro d’insieme ricco e articolato del complesso campo di forze in cui la poesia italiana ha preso forma nel suo primo secolo e mezzo di vita.

La tesi triennale fornisce una trascrizione interpretativa e un saggio di edizione critica del cosiddetto volgarizzamento B del commento all''Inferno' di Graziolo Bambaglioli, contenuto nel ms. 1 del Centro dei Frati minori conventuali di... more

La tesi triennale fornisce una trascrizione interpretativa e un saggio di edizione critica del cosiddetto volgarizzamento B del commento all''Inferno' di Graziolo Bambaglioli, contenuto nel ms. 1 del Centro dei Frati minori conventuali di Ravenna.

Edizione critica e commento a cura di Nicoletta Marcelli. 🔗 https://bit.ly/2ZXU8vE Nel panorama dell’umanesimo italiano a fianco di numerosi e celebri autori che, sull’esempio di Francesco Petrarca, si dedicarono alla composizione di un... more

Edizione critica e commento a cura di Nicoletta Marcelli.
🔗 https://bit.ly/2ZXU8vE
Nel panorama dell’umanesimo italiano a fianco di numerosi e celebri autori che, sull’esempio di Francesco Petrarca, si dedicarono alla composizione di un epistolario latino, possiamo annoverarne altrettanti per ciò che concerne l’epistolografia in volgare, ma, assai rari sono i casi di umanisti che per la scrittura di lettere si siano cimentati sul doppio registro latino-volgare e, nel caso di Filelfo, con l’aggiunta del greco. Se all’Epistolario latino e greco, raccolto, rielaborato e concepito con le caratteristiche di una vera e propria opera letteraria destinata alla pubblicazione Filelfo dedicò notevoli cure per molti anni, alle lettere volgari, al contrario, l’autore non riconobbe uno statuto letterario, per cui la loro sorte è stata quella della totale dispersione, al punto che non se ne conosceva neppure il numero complessivo. Grazie a questo lavoro il corpus conta oggi 141 lettere, parte delle quali sconosciute e inedite, in larga misura autografe, indirizzate ad alcune tra le maggiori personalità della politica e della cultura del Quattrocento: fra tutti spiccano i duchi Francesco e Galeazzo Maria Sforza, Lorenzo il Magnifico e il cancelliere sforzesco Cicco Simonetta. Le lettere filelfiane che qui si pubblicano toccano molti aspetti della storia e della cultura del secolo XV, dalla politica, alla diplomazia, dalle humanae litterae, alla biografia di Filelfo stesso, per cui nella loro varietà rispecchiano a pieno la poliedrica personalità dell’autore: di ognuno di questi aspetti il volume ha cercato di dare conto con il commento ai testi, che si auspica possa costituire un utile strumento per nuove acquisizioni nell’ambito degli studi storico-letterari.

Three Sicilian vernacular recipes, still unpublished, are edited here, handed on in the inferior edge of the folios 22v-23v included in the ms. Paris, Bibliotèque Nationale de France, lat. 7018. It is one of the mss. that have trasmitted... more

Three Sicilian vernacular recipes, still unpublished, are edited here, handed on in the inferior edge of the folios 22v-23v included in the ms. Paris, Bibliotèque Nationale de France, lat. 7018. It is one of the mss. that have trasmitted Laurentius Rusius's Liber Marescalcie equorum. The recipes, a single hand work, written in 15th century "mercantesca" deal with the care of the soprosso, vulgar word defining a tissue excrescence forming on the horses’ legs close to a bone, because of an inflammatory process resulting from a traumatic event.
Even if there are several points in common with the Rusios’ treatise, expecially with the chapter CVIII De superossibus, some lexical elements completely extraneous to the aforementioned chapter brings up the hypothesis that the three recipes are a readaptation made by the compiler-copyst (maybe a veterinary) himself. He is an user of Rusius’ therapeutic suggestions for the general subject, but then he readapts the text in accordance with his scopes, providing us his personal care.