Scuola Di Francoforte Research Papers (original) (raw)

Il movimento della cosiddetta riabilitazione della filosofia pratica, nato in Germania agli inizi degli anni Sessanta con la formula di Rehabilitierung der praktischen Philosophie, si connota come un movimento di rinascita dell’interesse... more

Il movimento della cosiddetta riabilitazione della filosofia pratica, nato in Germania agli inizi degli anni Sessanta con la formula di Rehabilitierung der praktischen Philosophie, si connota come un movimento di rinascita dell’interesse filosofico per le tematiche della morale, del diritto e della politica, affrontate da una prospettiva alternativa rispetto sia a quella tecnico-scientifica che a quella metafisico-trascendentale(2). Per superare il relativismo ed il pluralismo etico della moderna società, globalizzata e policentrica, il movimento della Rehabilitierung rifiuta sia il modello della razionalità tecnico-scientifica (avvalendosi in ciò delle argomentazioni della prima Scuola di Francoforte) con il suo “divisionismo etico”(3), sia quello metafisico con la sua lontananza dagli ambiti della vita pratica (a partire dalla sua pretesa fondazione trascendentale), volgendosi invece alla ricerca di un modello di razionalità che, conciliando l’ethos con il logos (quindi né tramite una ratio calcolante e strumentale, né tramite la fede in ciò che risiederebbe prima e/o oltre la vita pratica), possa fungere da guida per l’azione.

Dopo una breve ricostruzione del contesto storico che ha permesso la nascita del marxismo occidentale, questo lavoro si focalizza sull'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte, come espressione particolare di questa tradizione. Il... more

Dopo una breve ricostruzione del contesto storico che ha permesso la nascita del marxismo occidentale, questo lavoro si focalizza sull'Istituto per la ricerca sociale di Francoforte, come espressione particolare di questa tradizione. Il tentativo, quindi, è di mostrare le caratteristiche che permettono di considerare la "Dialettica dell'illuminismo" di Horkheimer e Adorno un esempio significativo dei caratteri del marxismo occidentale.

«The world is about to get rid of morality, becoming total organization that is total destruction. Progress tends to culminate in a catastrophe». This few words sum up the fears of the late Horkheimer, who is increasingly worried about... more

«The world is about to get rid of morality, becoming total organization that is total destruction. Progress tends to culminate in a catastrophe». This few words sum up the fears of the late Horkheimer, who is increasingly worried about the effects of the dialectic of enlightenment. The fatal outcome of such dialectic has led the world to the brink of annihilation. According to Horkheimer, the root of the dialectic of enlightenment is an instrumental reason tending to the dominion (the dominion of man over nature and the dominion of man over man). With his theoretical production, Horkheimer has tried to prevent the disastrous effects of this instrumental reason, ending up framing the longing for the Totally Other. In our opinion, the Totally Other plays an anti-dialectic function over enlightenment, having the triple meaning of transcendence as other than immanence; of utopia as an other society than the present one; and of an other reason than the instrumental reason, as a promise of a thought that is not anymore allied to the dominion. A new interpretation of the Totally Other would free its critical power, and it would be a " negative " attempt (in the sense of negative theology) to prevent the catastrophe towards which we all are pushed by what Horkheimer calls the immanent logic of history.

Negli ultimi decenni molti filosofi hanno lavorato a un “ritorno” alla Teoria Critica della Scuola di Francoforte, nell’intento di riattualizzare il programma che negli anni Trenta fu di Horkheimer, Adorno e Marcuse. In un poderoso sforzo... more

Negli ultimi decenni molti filosofi hanno lavorato a un “ritorno” alla Teoria Critica della Scuola di Francoforte, nell’intento di riattualizzare il programma che negli anni Trenta fu di Horkheimer, Adorno e Marcuse. In un poderoso sforzo di ricostruzione, Giorgio Fazio racconta l’evoluzione di temi e approcci nel corso delle tre generazioni che si sono succedute dopo l’esaurimento della prima Scuola di Francoforte, con particolare attenzione agli itinerari di ricerca di Jürgen Habermas, Axel Honneth, Nancy Fraser, Wolfgang Streeck, Rahel Jaeggi e Hartmut Rosa. Si scopre così una tradizione di pensiero molto fertile, capace di offrire strumenti indispensabili a un programma di teoria critica della società, in un tempo in cui non poche delle premesse teoriche e delle aspettative politiche presenti ai suoi esordi sono crollate: oggi più che mai urge elaborare una diagnosi delle patologie che affliggono le società contemporanee e promuovere efficaci e radicali percorsi di emancipazione.

The contemporary society is very different from the previous ones, but sign these differences a discontinuity between the contemporary one and the previous societies, or are the changes, although deep, contained into the same line of... more

The contemporary society is very different from the previous ones, but sign these differences a discontinuity between the contemporary one and the previous societies, or are the changes, although deep, contained into the same line of development? And so, mark the contemporary Western democracies a discontinuity with the totalitarianism of the last century, or are them different in the proceedings but not in purposes? In other words, live we really in a post-ideological era or not? And whether not, which is the form of the current ideology and its framework?
Trying to answer to these issues, that are essentially a question of “power”, is useful to delineate a possible theory of the social transition and analyze if changes are essential or just formal – a sort of upgrade of the domination of man by man and by nature.
Developing this reasoning will be taken into consideration, integrating each other, the political theory and the moral philosophy of Th.-W. Adorno, M. Foucault, J. Habermas, M. Horkheimer, H. Marcuse, A. Negri, P.P. Pasolini, in order to disclose a critical way for observing reality and its main phenomena.

L'articolo si concentra sull'analisi della nozione teorica di 'mondo della vita' (lebenswelt) grazie alla quale Habermas sviluppa una tassonomia della realtà sociale evidenziandone tre dimensioni: quella vitale e le due legate alle... more

L'articolo si concentra sull'analisi della nozione teorica di 'mondo della vita' (lebenswelt) grazie alla quale Habermas sviluppa una tassonomia della realtà sociale evidenziandone tre dimensioni: quella vitale e le due legate alle istanze sistemiche quali l'economia e lo stato. Tra di essere Habermas riconosce una dinamica conflittuale che si esplica nel processo di colonizzazione ad opera delle seconde sulla prima. Tutto ciò è la base per la formulazione di un modello di razionalità complessa.

Come è noto, l’Opera di Albert Camus si gioca tutta all’intero della dimensione del “pensiero meridiano”, come evidenziano diversi Lavori pubblicati in occasione del centesimo della nascita dell’autore nato a Mondovi, in Algeria e morto... more

Come è noto, l’Opera di Albert Camus si gioca tutta all’intero della dimensione del “pensiero meridiano”, come evidenziano diversi Lavori pubblicati in occasione del centesimo della nascita dell’autore nato a Mondovi, in Algeria e morto nel 1960 a Villeblevin, in Francia, in un fatale incidente automobilistico. Un segno, quello del pensiero meridiano, che caratterizza tutta la riflessione di Camus, non solo infatti lo si ritrova nell’opera della maturità (una maturità intellettuale che non si è potuta intersecare con quella biologica) L’uomo in rivolta (L’Homme révolté, 1951) in cui l’ultimo capitolo è interamente dedicato a questo tema, ma affiora con decisione anche nell’opera che lo fece conoscere al grande pubblico Il mito di Sisifo (Le Myhte de Sisyphe, 1942) e si prepara fin dalle prime riflessioni del giovane franco-algerino che inizia ad affacciarsi alla vita intellettuale.
Il proposito di queste pagine, un secolo dopo la sua nascita, è quello di fissare i punti chiave del suo pensiero, mostrando come tra questi ed alcuni importanti pensatori del Novecento siano presenti degli stupefacenti parallelismi, che aspettano ancora di essere percorsi sino in fondo.

La tesina analizza brevemente il pensiero critico-filosofico di Th.W. Adorno sul ruolo dell'arte nella società neocapitalista del secondo dopo guerra, in particolar modo la figura di S. Beckett nella cosiddetta "arte moderna": nero fait... more

La tesina analizza brevemente il pensiero critico-filosofico di Th.W. Adorno sul ruolo dell'arte nella società neocapitalista del secondo dopo guerra, in particolar modo la figura di S. Beckett nella cosiddetta "arte moderna": nero fait social contro l'omologazione e la disartizzazione attuate dal potere vigente contemporaneo.

Federico Sollazzo, dottore di ricerca in Filosofia e Teoria delle Scienze Umane presso l'Università Roma Tre, insegna Filosofia Morale e Filosofia Politica all'Università di Szeged (Ungheria). Ha pubblicato saggi e articoli in volumi... more

Federico Sollazzo, dottore di ricerca in Filosofia e Teoria delle Scienze Umane presso l'Università Roma Tre, insegna Filosofia Morale e Filosofia Politica all'Università di Szeged (Ungheria). Ha pubblicato saggi e articoli in volumi collettanei e su riviste scientifiche in Italia e all'estero, occupandosi di autori e temi del pensiero contemporaneo. È autore dei volumi "Totalitarismo, democrazia, etica pubblica. Scritti di Filosofia morale, Filosofia politica, Etica" (2011) e "Tra totalitarismo e democrazia. La funzione pubblica dell'etica" (2015). È membro del comitato scientifico della collana «Pratica filosofica» presso l'editore KPI e collabora regolarmente con il sito di filosofia «L'accento di Socrate». È ideatore e curatore del sito web «CriticaMente»
http://costruttiva-mente.blogspot.com

METROPOLIS (1927) DI FRITZ LANG: UNA RECENSIONE FILOSOFICA Metropolis è un film muto del 1927 che dice molto più di un film sonoro. Diretto dall’austriaco Fritz Lang, esso mette a nudo un mondo distopico in cui l’uomo ha sacrificato se... more

Una critica marxista della scuola di Francoforte.

Kritik von Lebensformen is a book written by Rahel Jaeggi in 2013. In this paper the author faces the new kind of "problems" present in our contemporary society and, on the other side, she tries to develop a new kind of critique useful to... more

Kritik von Lebensformen is a book written by Rahel Jaeggi in 2013. In this paper the author faces the new kind of "problems" present in our contemporary society and, on the other side, she tries to develop a new kind of critique useful to verify the rationality of the form of lives in which we live. The secret for this new method is to refuse trascendental principles and to use immanent ones; by using this method we can try to critique our form of lives with just their own principles of intrinsecal rationality.

Il presente volume nasce da una rielaborazione (sia nel contenuto che nella bibliografia) della Dissertazione dottorale in Filosofia e Teoria delle Scienze Umane, "Tra totalitarismo e democrazia: la funzione pubblica dell’etica" (discussa... more

Il presente volume nasce da una rielaborazione (sia nel contenuto che nella bibliografia) della Dissertazione dottorale in Filosofia e Teoria delle Scienze Umane, "Tra totalitarismo e democrazia: la funzione pubblica dell’etica" (discussa presso l’Università Roma Tre nel 2007), della quale alcuni estratti sono stati editi (senza gli approfondimenti qui proposti) in varie riviste culturali.
In questa sede, quelli che erano i paragrafi della Dissertazione, sono stati resi saggi autonomi, suddivisi in grandi ambiti argomentativi che rendono sinteticamente la complessità dell’esistente: Filosofia Morale, Filosofia Politica, Etica. Questo, sia per agevolare il lettore (che si troverà così di fronte una sorta di mappa filosofica della modernità, con indicazioni bibliografiche integrate nelle note), sia per rendere l’idea di una complessa modernità a mosaico, il ché non inibisce affatto una sua, anzi auspicabile, ricostruzione in un’immagine unitaria, a patto che essa non derivi da una visione uniformante, assolutizzante, totalizzante, ma dai giochi, cristallizzabili solo con un atto di forza, di interazione, scambio, de- e ri-costruzione permanente dei tasselli che la compongono.

L'uomo a una dimensione è un individuo il cui pensiero è reso sistematicamente meno profondo e che è incapace di concepire seriamente un'alternativa all'ordine costituito. Vi sono nel linguaggio degli aspetti formali che hanno una natura... more

L'uomo a una dimensione è un individuo il cui pensiero è reso sistematicamente meno profondo e che è incapace di concepire seriamente un'alternativa all'ordine costituito. Vi sono nel linguaggio degli aspetti formali che hanno una natura distinta dall’essenza del pensiero; tali aspetti formali vengono rinforzati dall'interazione con gli oggetti materiali e dalla competizione intraspecifica. La situazione dell'uomo a una dimensione è vista come il frutto dell'avanzata di queste strutture formali, le quali si realizzano nel sistema tecnologico e scientifico e vengono impiegate dai vertici del potere come strumento di dominio.
Una possibile linea guida da seguire per cambiare questo stato di cose è rendere più visibile l'interiorità del pensiero per mezzo di un vocabolario spirituale adeguato, che al tempo stesso sappia mantenersi in relazione col patrimonio di sapere oggettivo fornito dalla scienza.

In data 22/03/04 si è svolto, presso la Fondazione Basso, un seminario sul tema del biopotere in Michel Foucault; l’organizzazione dei lavori è stata curata da Giacomo Marramao ed Antonio Negri e, tra gli altri, sono intervenuti Giorgio... more

In data 22/03/04 si è svolto, presso la Fondazione Basso, un seminario sul tema del biopotere in Michel Foucault; l’organizzazione dei lavori è stata curata da Giacomo Marramao ed Antonio Negri e, tra gli altri, sono intervenuti Giorgio Agamben, Massimo De Carolis, Ida Dominijanni, Emanuela Fornari, Antonella Moscati, Elettra Stimilli, Mario Tronti e Paolo Virno.
Si riporta, di seguito, l’intervento introduttivo del prof. Giacomo Marramao.

A partire da alcuni testi di Horkheimer, in particolare quelli precedenti gli anni quaranta, si sono volute evidenziare le differenze e le continuità, in termini di approccio epistemologico, che legano Habermas ai suoi maestri... more

A partire da alcuni testi di Horkheimer, in particolare quelli precedenti gli anni quaranta, si sono volute evidenziare le differenze e le continuità, in termini di approccio epistemologico, che legano Habermas ai suoi maestri francofortesi.

Il Boogie Woogie stava esaurendo la sua spinta ed il rick'n'roll impazzava! Era il 1950 e la 2ª Guerra Mondiale era finita da neppure cinque anni! Ma cosa era successo in quei pochi anni che separano la fine della guerra dagli anni '50... more

Il Boogie Woogie stava esaurendo la sua spinta ed il rick'n'roll impazzava! Era il 1950 e la 2ª Guerra Mondiale era finita da neppure cinque anni!
Ma cosa era successo in quei pochi anni che separano la fine della guerra dagli anni '50 del '900? ...ed ancora, cosa succederà dopo?
Questo breve lavoro cerca di riassumere in poche pagine un periodo particolarmente convulso della Storia Contemporanea che se da un lato non vede "guerre guerreggiate", dall'altro basa il suo apparente stato di pace su conflitti più "strisicanti" e su una più o meno aperta "Guerra Fredda".

Un dialogo tra Nancy Fraser e Rahel Jaeggi 399 1. Introduzione La letteratura sulle crisi che dominano il passaggio storico che stiamo vi-vendo si arricchisce anno dopo anno di nuovi titoli, ad un ritmo che è pari solo al moltiplicarsi... more

Un dialogo tra Nancy Fraser e Rahel Jaeggi 399 1. Introduzione La letteratura sulle crisi che dominano il passaggio storico che stiamo vi-vendo si arricchisce anno dopo anno di nuovi titoli, ad un ritmo che è pari solo al moltiplicarsi del loro oggetto di studio. Alla già vasta bibliografia sulla crisi del capitalismo finanziario, dilatatasi enormemente in seguito allo scoppio della crisi economica del 2008, si è affiancata negli ultimi anni un'altrettanto estesa letteratura sulla crisi della democrazia e, in altri con-testi di ricerca, sulla crisi ambientale, verso cui come su un piano inclinato stiamo velocemente precipitando. Se si aggiunge a questi filoni di indagi-ne anche il recente dibattito sulla cosiddetta «crisi della cura», scaturita dall'erosione dei sistemi di protezione sociale e dal carattere pervasivo degli attuali mercati del lavoro flessibili e precarizzati 1 , si può senz'altro affermare che il tema della crisi costituisce, attualmente, un punto di con-vergenza tra i più disparati ambiti di ricerca sociale. A cospetto di questa moltiplicazione di studi colpisce, tuttavia, la relativa scarsità di lavori che riescano a connettere in modo convincente queste diverse linee di discus-sione, prospettando una generale teoria della crisi delle nostre società. Diverse ragioni possono essere addotte per spiegare questo dato. In-nanzitutto, vi si può scorgere un sintomo della difficoltà che affligge la ricerca contemporanea a superare steccati specialistici e divisioni disci-plinari. Rovesciando l'ottica, però, con altrettante buone ragioni si può riconoscere in questa tendenza anche l'effetto positivo del congedo da modelli di spiegazione univoci e generalizzanti, che perdono aderenza ri-spetto alla specificità delle differenti dimensioni problematiche della re-altà sociale. La relativa scarsità di teorie capaci di far interagire in modo convincente i diversi ambiti di discussione sulle crisi del nostro tempo 1 Cfr. tra gli altri R. Rosen, The Care Crisis, in «The Nation», 27-02-2007; C. Hess, Women and the Care Crisis, in «Institute for Women's Policy Research Briefing Paper», 401 (2013). Sulla mancanza di tempo, prodotta dal mercato: A. Hochschild, Per amore o per

Il giardino di B@bel.
La filosofia nelle voci dei giovani.

Può esistere una forma politica dell’essere-in-comune che non ricalchi la sovranità statuale? Può esistere una «comunità politica» organizzata in maniera diversa dallo Stato moderno nato a partire dal modello hobbesiano? Di più: è... more

Può esistere una forma politica dell’essere-in-comune che non ricalchi la sovranità statuale? Può esistere una «comunità politica» organizzata in maniera diversa dallo Stato moderno nato a partire dal modello hobbesiano? Di più: è possibile un’istituzione politica del sociale contro lo Stato? Sono questi gli interrogativi filosofici di partenza della lunga intervista di Michel Enaudeau a Miguel Abensour, da poco disponibile in lingua italiana per la Jaca Book, casa editrice che insiste con perseveranza nella diffusione dell’eredità del filosofo francese, tra i più brillanti allievi del gruppo Socialisme ou Barbarie. Enaudeau interpella Abensour riguardo tutta la parabola intellettuale del suo pensiero filosofico, dagli studi sull’utopia, fino a quelli sullo statuto fondamentale dell’ideale democratico e della filosofia politica, attraversando autori come Karl Marx, Niccolò Machiavelli, Thomas Hobbes, Étienne de La Boétie, Hannah Arendt, Emmanuel Lévinas, William Morris, la Scuola di Francoforte e Claude Lefort. Sebbene sia difficoltoso mettere a fuoco i punti cardinali di un’opera così vasta, il volume appare come un’utile e approfondita rassegna dell’eredità intellettuale abensouriana.

in "Italianistica", Anno XLV/3, 2016, pp. 149-162.

Nel mondo iper-tecnologizzato in cui viviamo si moltiplicano, coerentemente, le analisi sulla tecnologia. Ma per non parlare della tecnologia con il linguaggio della tecnologia, quindi rimanendo imbrigliati nel perimetro che essa stessa... more

Nel mondo iper-tecnologizzato in cui viviamo si moltiplicano, coerentemente, le analisi sulla tecnologia. Ma per non parlare della tecnologia con il linguaggio della tecnologia, quindi rimanendo imbrigliati nel perimetro che essa stessa predispone, bisogna riuscire a parlare del senso della tecnica; proprio ciò su cui la tecnologia non parla.

The article reconstructs Axel Honneth's attempt to reformulate the original model of immanent critique of the first generation of Frankfurt's School. Moving from the lesson of Habermas, Honneth clarified the socio-theoretical,... more

The article reconstructs Axel Honneth's attempt to reformulate the original model of immanent critique of the first generation of Frankfurt's School. Moving from the lesson of Habermas, Honneth clarified the socio-theoretical, philosophical and political problems that underlied this model of social criticism, but he also defended it as a valid alternative to other models of social criticism, which are prevalent today. The attempt to reformulate an immanent critique of society leads in Freedom's Right into the innovative methodology of normative reconstruction, on which is based the ambitious program to renovate Hegel's Rechtsphilosophie. This model of critique fails, however, when it has to describe adequately the normative innovations introduced by the " neoliberal revolution ". To analyze this historical discontinuity Honneth is therefore forced to change methodology and to take a genealogical approach, like in his sociological writings dedicated to ne-oliberalism. Here Honneth focus on the contradictions and the paradoxes of capitalism, giving an other meaning to the immanent critique and testifying the nonautonomy of a reconstructive model of critique wich is based on the presumption of normative potentials within the capitalist economic system.

Ripubblicato, tra le altre sedi, in «ConFilosoFare», n. 1, 2015, e come saggio inziale del volume F. Sollazzo, "Tra totalitarismo e democrazia. La funzione pubblica dell'etica", KKIEN, 2015... more

La critica di Habermas a Nietzsche, Derrida e Foucault è la critica ad un atteggiamento autocritico, scettico e relativistico, che è alla base di una concezione risalente a Kant e che corre parallela allo sforzo assolutistico e... more

La critica di Habermas a Nietzsche, Derrida e Foucault è la critica ad un atteggiamento autocritico, scettico e relativistico, che è alla base di una concezione risalente a Kant e che corre parallela allo sforzo assolutistico e normativistico di una corrente opposta, quella appunto habermasiana. Le due correnti sono parallele, appunto, ma forse incommensurabili, figlie della modernità stessa.