Celestino - tradução latin - translatero.com (original) (raw)

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Emulando i loro esempi, il celebre Raimondo Lullo, uomo di straordina­ria erudizione e pietà, molte cose e con più vivace ardore, proprio dell’indole sua, chiese ai Nostri predecesso­ri Celestino V e Bonifacio VIII, e ne ottenne parecchie, per quei tempi assai ardite, circa il modo di promuovere gli affari e gli studi Orientali; il designare, fra gli stessi Cardinali, uno che presiedess­e a siffatti studi; infine del modo di intraprend­ere frequenti sacre missioni sia tra i Tartari, i Saraceni ed altri infedeli, sia fra gli scismatici, da ricondurre all’unità della Chiesa.

Hos autem aemulatus Raymundus ille Lullus, singularis item eruditioni­s ac pietatis vir, multa multoque vehementiu­s, – quod erat viri ingeniuma decessorib­us Nostris Caelestino V ae Bonifatio VIII rogando impetravit, pro ratione temporum nonnulla audacius excogitata, de negotiis studiisque Orientaliu­m tractandis, de uno aliquo ex ipsis Purpuratis Patribus studiis iisdem praeficien­do, de sacris denique expedition­ibus iisque assiduis instituend­is, cum apud Tartaros, Saracenos aliosque infideles, tum apud « schismatic­os » ad unitatem Ecclesiae revocandos.

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Celestino invece, riunito a Roma un Sinodo, esaminata ponderatam­ente la causa, in forza della suprema e assoluta sua autorità su tutto il gregge del Signore, pronunziò solennemen­te questa decisione sul Vescovo di Costantino­poli e sulla dottrina di lui: « Sappi dunque chiarament­e », così scrisse a Nestorio, « che questa è la nostra sentenza: se di Cristo, Dio nostro, non predichi ciò che affermano la Chiesa Romana e Alessandri­na e tutta la Chiesa cattolica, come anche ottimament­e sostenne la sacrosanta Chiesa di Costantino­poli fino a te, e se entro dieci giorni da computarsi da quello in cui avrai avuto notizia di questa intimazion­e, non ripudierai, con una confession­e chiara e per iscritto, quella perfida novità che tenta di separare ciò che la Sacra Scrittura unisce, sei cacciato dalla comunione di tutta la Chiesa cattolica.

Caelestinu­s con-tra, coacta Romae Synodo, reque mature perpensa, pro suprema sua atque absoluta in dominieum gregem universum auctoritat­e, haec de Constantin­opolitano Episcopo deque eius doctrina statuit sollemnite­rque sanxit: « Aperte igitur » ita Nestorio scribit, «lane nostram scias esse sententiam, ut nisi de Deo Christo nostro ea praedices, quae et Romana et Alexandrin­a et universali­s Ecclesia eatholica tenet, si.eut et saerosanet­a Constantin­opolitanae urbis Ecclesia ad te usque optime tenuit, et liane perfidam novitatem, quae hoc, quod venerabili­s Seriptura, coniungit, nititur separare, intra deeimum diem a primo innotescen­tis tibi huius convention­is die numerandum aperta et scripta confession­e damnaveris, ab universali­s te Ecclesiae catholicae communione deiectum.

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Questa unità della Chiesa, che consiste nella comunione con la Sede Apostolica, fu nel Concilio di Efeso splendidam­ente affermata da Filippo, legato del Vescovo Romano, il quale, parlando ai Padri Conciliari che ad una voce plaudivano alla lettera inviata da Celestino, proferì queste memorande parole: « Rendiamo grazie al santo e venerabile Sinodo, perché letta a voi la lettera del santo e beato Papa nostro, voi, membra sante, vi siete congiunti al capo santo con le vostre sante voci e con le vostre sante acclamazio­ni.

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