Longobardi archeologia Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

Mi è capitato, in diverse occasioni, di ricostruire la struttura lignea di alcuni scudi longobardi, tentando di immaginare la composizione di parti completamente mancanti, partendo dall'analisi dei reperti metallici ritrovati e dalle loro... more

Mi è capitato, in diverse occasioni, di ricostruire la struttura lignea di alcuni scudi longobardi, tentando di immaginare la composizione di parti completamente mancanti, partendo dall'analisi dei reperti metallici ritrovati e dalle loro repliche 1. Di seguito riporto alcune riflessioni ed ipotesi dedotte in fase i realizzazione, durante il lavoro sperimentale svolto.

An examination of various accounts of Alboin's murder. The tying of the Lombard king's sword as a spell operated by the queen.

L’archeologo del XXI secolo non vive più di solo studio e scavo. Oggi la moderna ricerca impone di affiancare al lavoro in cantiere e ai libri in biblioteca modi sempre nuovi di indagare, comunicare e gestire l’antico. Bastano un po’ di... more

L’archeologo del XXI secolo non vive più di solo studio e scavo. Oggi la moderna ricerca impone di affiancare al lavoro in cantiere e ai libri in biblioteca modi sempre nuovi di indagare, comunicare e gestire l’antico. Bastano un po’ di fantasia, versatilità e intraprendenza per dare vita, da archeologo, alle attività più disparate. Come hanno fatto i 34 professionisti che si raccontano in Archeostorie: c’è chi cura un museo e chi gestisce un’area archeologica, chi narra il passato ai bambini e chi lo “fa vedere” ai ciechi, chi usa nel racconto le tecnologie e i linguaggi più diversi e persino i videogame; c’è poi chi ricostruisce l’antico in 3D e chi lo sperimenta dal vivo, chi organizza i dati di scavo e chi li rende disponibili per tutti; c’è chi scrive sui giornali e chi parla di archeologia alla radio o in tivù, chi realizza documentari e chi racconta l’archeologia sui social network; c’è ancora chi punta sul marketing e chi sul crowdfunding, chi fa dell’archeologia un’esperienza per tutti e chi difende le bellezze da furti e scempi. C’è anche chi studia e scava, e nel libro descrive la vita vera di studio e scavo al di là dei miti e dei sogni.
Il risultato è un manuale non convenzionale che offre spunti originali e concreti agli archeologi del futuro in cerca di reali possibilità di occupazione. Una sorta di bottega artigiana dove apprendere i segreti del mestiere, o meglio dei mestieri, che un’archeologia nuova, pragmatica e ancorata nel presente può ispirare.

Le tombe longobarde di Nocera Umbra (la necropoli del Portone soprattutto) hanno restituito corredi di eccezionale pregio. E nella scia di quel passato illustre, il «Luglio longobardo» di quest’anno propone un viaggio nella gastronomia... more

Le tombe longobarde di Nocera Umbra (la necropoli del Portone soprattutto) hanno restituito corredi di eccezionale pregio. E nella scia di quel passato illustre, il «Luglio longobardo» di quest’anno propone un viaggio nella gastronomia del popolo germanico

La Tuscia viterbese ha giocato un ruolo di grande importanza nell'ambito del periodo storico che ha visto la presenza longobarda in questo territorio. Le influenze che tale presenza ha lasciato si ritrovano tutt'oggi in toponimi,... more

La Tuscia viterbese ha giocato un ruolo di grande importanza nell'ambito del periodo storico che ha visto la presenza longobarda in questo territorio. Le influenze che tale presenza ha lasciato si ritrovano tutt'oggi in toponimi, monumenti e in un immaginario collettivo che riguarda pressoché tutti i paesi della provincia di Viterbo.

La collana viene sottoposta a peer review. La pubblicazione del presente volume è stata resa possibile anche grazie al sostegno finanziario offerto dal Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli. Potenzialità di un approccio... more

La collana viene sottoposta a peer review. La pubblicazione del presente volume è stata resa possibile anche grazie al sostegno finanziario offerto dal Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friuli. Potenzialità di un approccio multidisciplinare per lo studio del popolamento antico: il territorio di Bergamo tra tarda antichità e alto medioevo Maurizio Marinato I beni pubblici della corona dall'Impero romano ai Longobardi: il caso di Roselle (Grosseto) 235 267 293 351 Paolo Piva (università degli Studi di Milano), Daniela Castagna e Alberto Manicardi. I numerosi problemi suscitati dai contesti e dai materiali saranno affrontati con il coinvolgimento di altri specialisti in un'ottica interdisciplinare. 3 I primi risultati sono stati presentati al convegno La dualitat de baptisteris en les ciutats episcopals del cristianisme tardoantic (Barcellona, 26-27 maggio 2016): CASTAGnA, fACChIneTTI, PoSSenTI 2017. 4 Mart. Epigr. XIV, 195: Tantum magna suo debet Verona Catullo, / quantum parva suo Mantua Vergilio.

Un'analisi dei dati archeologici in sé, mettendo in evidenza alcune delle sue peculiarità, dividendo questo breve lavoro in due parti: la prima analizza con un rapido excursus la storia del popolo dei Longobardi in Italia, dando... more

Un'analisi dei dati archeologici in sé, mettendo in evidenza alcune delle sue peculiarità, dividendo questo breve lavoro in due parti: la prima analizza con un rapido excursus la storia del popolo dei Longobardi in Italia, dando particolarmente luce ai principali avvenimenti partendo dalle origini fino alla loro decadenza; la seconda parte, invece, illustra la presenza dei Longobardi in Trentino Alto-Adige e l’analisi archeologica sul loro insediamento nei castra, con dubbi e problemi.

Questo libro raccoglie i contributi dei diversi ricercatori che hanno partecipato al progetto finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia “Itinerari storico archeologici alla scoperta del Friuli longobardo”, la cui finalità era la... more

Questo libro raccoglie i contributi dei diversi ricercatori che hanno partecipato al progetto finanziato dalla Regione Friuli Venezia Giulia “Itinerari storico archeologici alla scoperta del Friuli longobardo”, la cui finalità era la ricostruzione del territorio, dell’antica viabilità e dello sviluppo antropico della parte settentrionale dell’antico ducato Longobardo del Friuli. Nel volume sono stati trattati diversi argomenti aventi tutti come filo conduttore lo studio del paesaggio antico, e sono state affiancate alle “classiche” metodologie per la ricerca archeologica delle metodologie più innovative. Nella prima parte del volume l’attenzione si è concentrata sulla geologia del territorio, sull’uso della cartografia storica come base per analizzare l’evoluzione del paesaggio, sulla fotografia aerea verticale e obliqua e sull’utilizzo delle immagini telerilevate con sensore iperspettrale MIVIS (Multispectral Infrared and Visible Imaging Spectrometer) per rilevare sul terreno eventuali anomalie archeologiche. Una parte del volume è stata quindi dedicata all’uso dei Geographic Information System, che per le loro potenzialità nelle analisi spaziali, sono stati utilizzati per ricostruire l’ipotetica viabilità antica e per creare un modello predittivo, attraverso il quale ipotizzare lo sviluppo insediativo di epoca Longobarda. Nella parte finale del volume si è dato inoltre spazio ai risultati ottenuti dall’utilizzo di un sistema UAV(Unmanned aerial vehicle) a basso costo e alla ricostruzione virtuale del paesaggio di epoca tardo antica e alto medievale, attraverso l’utilizzo della cartografia storica, dei documenti d’archivio e dei dati palinologici.

Il testo che segue è la rielaborazione grafica ed editoriale di:

Metal production during the Lombard period in Italy.

Schede di alcuni preziosi (Ori di Senise, Ori Bizantini, Reperti metallici da San Vincenzo al Volturno) presenti all'interno del catalogo della mostra: Longobardi. Un popolo che cambia la storia. G.P. Brogiolo, F. Marazzi, C. Giostra (a... more

Schede di alcuni preziosi (Ori di Senise, Ori Bizantini, Reperti metallici da San Vincenzo al Volturno) presenti all'interno del catalogo della mostra: Longobardi. Un popolo che cambia la storia. G.P. Brogiolo, F. Marazzi, C. Giostra (a cura di), Milano 2017, pp. 63-68, 70-76, 131, 142-145 + immagini.

Porro octava Lucania, quae nomen a quodam luco accepit, a Silere fluvio inchoat, cum Brittia, quae ita a reginae quondam suae nomine appellata est, usque ad fretum Siculum per ora maris Tyrreni … in qua Pestus et Lainus, Cassianum et... more

Porro octava Lucania, quae nomen a quodam luco accepit, a Silere fluvio inchoat, cum Brittia, quae ita a reginae quondam suae nomine appellata est, usque ad fretum Siculum per ora maris Tyrreni … in qua Pestus et Lainus, Cassianum et Consentia Regiumque sunt positae civitates (Paolo diacono, Hist. Lang., ii, 17).

Pavia fu capitale altomedievale dal V secolo d.C. al 1024, data della dismissione del Palatium. In questo elaborato si è proceduto ricostruendo le evidenze archeologiche della civitas. Malgrado il particolare status della città abbia... more

Pavia fu capitale altomedievale dal V secolo d.C. al 1024, data della dismissione del Palatium. In questo elaborato si è proceduto ricostruendo le evidenze archeologiche della civitas. Malgrado il particolare status della città abbia condizionato la storia di Pavia per tutto il XII secolo fino alla nascita del Comune, nell'analisi non ci si è addentrati nel periodo romanico pavese, argomento troppo vasto e degno di uno studio dedicato.
Per meglio comprendere cosa sia effettivamente rimasto di tangibile del periodo regio pavese, sono stati presi in considerazione monumenti e materiali la cui realizzazione fu conseguenza, diretta o indiretta, del ruolo di capitale ricoperto dalla città. La parte più ampia dell'elaborato è occupata dai mausolei regi longobardi, per i quali si è cercato di procedere a una ricostruzione complessiva di quanto rimasto del loro passato altomedievale senza dividere le classi di materiali per tipologia, ma anzi riunendoli per ricostruire una visione globale attualizzata di ogni monumento.
La bibliografia non è stata uniformemente esaustiva per tutti gli argomenti trattati. L'approfondimento è stato più completo per il periodo goto e soprattutto longobardo che non per quello carolingio e ottoniano. I volumi di Storia di Pavia si sono rivelati fondamentali punti di partenza, integrati sopratutto dalle pubblicazioni del "Bollettino della Società Pavese di Storia Patria" e dell' "Archivio Storico Lombardo". Molto esaurienti si sono rivelati anche gli articoli dei cataloghi delle mostre svolte negli ultimi anni.
La ricostruzione urbanistica della città altomedievale è basata soprattutto sull'esaustiva sintesi elaborata da Donald Bullough e sui più recenti lavori di Peter Hudson, Hugo Blake e Brian Ward-Perkins. Per la parte monumentale e materiale sono risultate numericamente più consistenti le pubblicazioni di Adriano Peroni e di Gaetano Panazza. L'analisi numismatica è basata soprattutto sulle opere di Ermanno A. Arslan, Alessia Rovelli, Ernesto Bernareggi e su quanto è stato possibile ricavare dal Corpus Nummorum Italicorum.
Per la scultura, in particolare longobarda, ci si è avvalsi delle considerazioni di studiosi quali Angiola Maria Romanini, Anna Segagni Malacart, Donata Vicini e Saverio Lomartire.
I luoghi di ritrovamento del materiale esaminato e i siti, più o meno probabili, dei monumenti studiati sono riportati in una carta archeologica della città allegata alla fine dell'elaborato.
Il medioevo pavese, seppur spesso ricordato solo per le sue torri gentilizie e chiese romaniche, conserva tutt'ora tracce più antiche del suo passato in cui la città rappresentava uno dei fulcri del potere dell'Europa contemporanea.

This work concerns the role of finger rings in longobardic society between VI and VII century. The research is based on twenty-eight italian necropolis catalogues, from the famous Castel Trosino and Cividale del Friuli to Senise and the... more

This work concerns the role of finger rings in longobardic society between VI and VII century. The research is based on twenty-eight italian necropolis catalogues, from the famous Castel Trosino and Cividale del Friuli to Senise and the Crypta Balbi in Rome. The four pattern found are signet rings, rings with Roman gems, rings with double diamod dash bezel and rings with glass paste or semiprecious stones.

A tavola con re Rotari è il terzo volume della collana pubblicata da Italia Langobardorum a partire dal 2013 e si inserisce nell’ambito del ricco panorama di iniziative promosse dall’Associazione Italia Langobardorum, finalizzate alla... more

A tavola con re Rotari è il terzo volume della collana pubblicata da Italia Langobardorum a partire dal 2013 e si inserisce nell’ambito del ricco panorama di iniziative promosse dall’Associazione Italia Langobardorum, finalizzate alla conoscenza di aspetti specifici legati al mondo longobardo.
Il tema col quale ci si è voluti misurare in questa pubblicazione è quello dell’alimentazione, argomento vasto e complesso dalle molteplici sfaccettture; a tal fine un’equipe di archeologi e storici dell’arte ha svolto studi e ricerche approfondite basati sulle fonti archeologiche, letterarie e iconografiche.

Fotografie materiali archeologici Luigi Monopoli e Luciano Caldera -Soprintendenza Archeologia della Lombardia Disegni Eva Reguzzoni (materiali metallici e vetri), Laura Marchesini (materiali ceramici e pietra ollare) Montaggio tavole Eva... more

Fotografie materiali archeologici Luigi Monopoli e Luciano Caldera -Soprintendenza Archeologia della Lombardia Disegni Eva Reguzzoni (materiali metallici e vetri), Laura Marchesini (materiali ceramici e pietra ollare) Montaggio tavole Eva Reguzzoni (materiali metallici), Rossana Managlia (tavole fotografiche de Vingo), Gaudenzio Laidelli (tavole materiali ceramici e pietra ollare) Elaborazioni grafiche GIS Marco Tremari -SAP Società Archeologica s.r.l. 2015, © Soprintendenza Archeologia della Lombardia, per testo e immagini, ove non altrimenti specificato © SAP Società Archeologica s.r.l. Viale Risorgimento, 14 -46100 Mantova Tel. 0376-369611 www.archeologica.it ISBN opera complessiva: 978-88-87115-95-6 ISBN vol. 2: 978-88-87115-97-0

Nel Prologo delle Leggi di Adelchi, principe di Benevento (866), è conservato il punto di vista dei Longobardi del sud sulla fine del Regno a Pavia: «L'onnipotente Ordinatore di tutto, così come Gli piacque, sottopose un tempo il regno... more

Nel Prologo delle Leggi di Adelchi, principe di Benevento (866), è conservato il punto di vista dei Longobardi del sud sulla fine del Regno a Pavia: «L'onnipotente Ordinatore di tutto, così come Gli piacque, sottopose un tempo il regno d'Italia alla nostra stirpe dei Longobardi…. Mentre perdurava allora la gloria di questa famosa stirpe, improvvisamente la stirpe dei Galli invase la sovranità e il vertice del regno. … Mentre così, sminuita per disposizione del Creatore, la suddetta stirpe cadeva tanto in basso, governava allora il ducato di Benevento il duca Arechi, in tutto cattolico e magnifico, il quale, ponendosi come imitatore degli avi, resse con nobiltà ed onore i resti della sua stirpe e, seguendo le orme dei re, ebbe cura di emendare o di istituire con solerzia alcuni capitoli nei suoi decreti, per quanto attiene alla salvezza ed alla giustizia della sua patria» (AZZARA, GASPARRI 2005; Adelchi, Prologo; sui Longobardi nel sud vedi ROMA 2010, e da ultimo BROGIOLO, MARAZZI, GIOSTRA 2017). Il documento enfatizza poi la sopravvivenza sia pur minacciata dell'antico popolo germanico nel sud d'Italia sino all'epoca delle leggi, seconda metà del IX secolo.

The paper examines the presence of food remains, connected to silicernium and offerings made at the closing of the burials in roman Aquileia's necropolises: it appears cleraly the deposition of dates, olives, pine cones (closed with pine... more

The paper examines the presence of food remains, connected to silicernium and offerings made at the closing of the burials in roman Aquileia's necropolises: it appears cleraly the deposition of dates, olives, pine cones (closed with pine nuts), shellfish and crustaceans in all the burial sites of the city. It reconsiders, therefore, the finding made in the final decades of the nineteenth century by Eugen Riiter von Zahony: he rediscovered a pit, closed and sealed with great care, full of fruits and animal bones remains, with features related to the practice of collective offerings for all the dead of the necropolis site, dating in the third century AD and located on the final part of the Via Annia. The study concludes with the reinterpretation of a finding attributable to early medieval age occurred in 1876, described by Carlo Gregorutti.

analisi del territorio bergamasco nei rapporti tra città e campagne

The present study aims at tracing the historical evolution of the image of Longobardia and of the Longobards (as well as Lombardy and the Lombards) in the works of mediaeval Arab-Islamic geographers (9th-15th c.). Longobardia is... more

The present study aims at tracing the historical evolution of the image of Longobardia and of the Longobards (as well as Lombardy and the Lombards) in the works of mediaeval Arab-Islamic geographers (9th-15th c.). Longobardia is represented in different ways, depending on periods, contexts and perspectives; sometimes it is identified with the Italian Peninsula of the Longobards, and sometimes with the Longibardia or Lagobardia of the Byzantines. It was not until the 12th century that a clear distinction was made, from an onomastic point of view also, between Lombardy (Anbardiyah) and Longobardia (Ankubardah), with the latter under- stood exclusively in reference to the south, which derives from the geographical idea of the Byzantine thema of the same name. The Longobards, as a people, appear both in Langobardia Minor and in Langobardia Maior; the capital of the latter was Pavia, a city defined by its palace and a renowned equestrian statue: the Regisole. The Lombards too were undoubtedly pre- sent in the territory that extends from the Alps to the Po, well established in their main towns, in Pavia and Milan, but also in Monferrato and Ferrara.

The paper lays out a number of historiographical and epistemological bases for the study of early medieval timber constructions, an issue that is still largely underdeveloped in Italy. Moving from two basic assumptions (the subject has... more

The paper lays out a number of historiographical and epistemological bases for the study of early medieval timber constructions, an issue that is still largely underdeveloped in Italy.
Moving from two basic assumptions (the subject has to find its "institutional" position within the well-established discipline known as Archaeology of Architecture and, at the same time, it has to be strictly tied with the many research lines developed at a European level), we try to unfold the cognitive potential of timber buildings as an important archaeological indicator, able to give an original contribution to more general socio-economic issues.
The central part of the paper is focused on methods and tools with a detailed description of the SREA project (Rural sites and buildings in the Early Middle Ages), based on an exhaustive digital cataloguing of published evidence. In this case, the analytical process aims to combine a basic quantitative approach with more traditional speculative/experiential interpretative readings.
With these premises, particular importance is taken by the sample reliability analysis, which shows a relative deficiency in the quality of specific publications (often not allowing to deduce construction techniques details). An unevenness in the spatial location of the evidence, clearly concentrated in northern Italy, also derives from statistical readings of collected data; it is interesting to note that such concentration does not appear to be tied only to factors related to the distribution of excavations, but seems to be of a more structural nature.
An important section of the article is devoted to the drafting of a research agenda, based on general spatial and chronological distribution patterns of the main building types which clearly show the generalization of the phenomenon in early medieval Italy. It becomes therefore essential to suggest a series of targeted questions, closely related to the broader archaeological and historical debate.
The last part concentrates on the Grubenhaus in the Italian Early Middle Ages, a particular subject which distinctly shows the potential of the proposed methodologies. The analytical arguments come to establish a very manifest link between the arrival of germanic populations and the appearance of this particular building type.

1 Riguardo ai livelli irregolari di Piazza dei Miracoli prima del rifacimento della piazza negli anni '60 dell'Ottocento si veda Nuti 1986. 2 Il primo vescovo pisano Gaudenzio compare nel 313 alla sinodo romana del 2 ottobre, celebrata... more

1 Riguardo ai livelli irregolari di Piazza dei Miracoli prima del rifacimento della piazza negli anni '60 dell'Ottocento si veda Nuti 1986. 2 Il primo vescovo pisano Gaudenzio compare nel 313 alla sinodo romana del 2 ottobre, celebrata sotto la guida di papa Melchiade. Per le origini della chiesa pisana si veda CeCCarelli lemut 2005, pp. 3-28. La prima attestazione della chiesa vescovile di S. Maria risale al 748, mentre quella del battistero di S. Giovanni addirittura al 953 Archeologia in Piazza dei Miracoli L'area episcopale e l'organizzazione della necropoli tra VI e VII secolo

The paper deals with two anthropomorphic depictions in germanic animyl style I. They were found on objects in two graves of the longobard age burial sity of Maria Ponsee, Lower Austria.

V souborném díle o pravěké Praze se objevila informace a také inventář kostrového hrobu z mladší doby stěhování národů (Droberjar 2005, 829-830), který v roce 1976 zachránil Miloslav Slabina v Praze--Kyjích, v ulici Za Školou čp. 48 (obr.... more

V souborném díle o pravěké Praze se objevila informace a také inventář kostrového hrobu z mladší doby stěhování národů (Droberjar 2005, 829-830), který v roce 1976 zachránil Miloslav Slabina v Praze--Kyjích, v ulici Za Školou čp. 48 (obr. 1). Ačkoli nálezové okolnosti nebylo možné podrobněji zdokumentovat, přesto je zřejmé, že jde o poměrně důležitý soubor, který přispívá k identifikaci kultury Langobardů před jejich odchodem do Itálie. V Čechách není dosud mnoho hrobů a sídlištních nálezů, u nichž bychom mohli langobardskou provenienci relativně spolehlivěji identifikovat (Droberjar 2013a, 147). Přesto se zdá, že nálezy bude možné postupně rozpoznávat, a to zejména díky rozmachu langobardského bádání v zemích středního Podunají a v Itálii.

Nel settembre del 2012, a Morra de Sanctis (Avellino, ), più precisamente in zona Serro Torone-San Vitale , è stata rinvenuta, in modo fortuito, una tomba a fossa terragna dotata di copertura lapidea, consistente in una lastra monolitica... more

Nel settembre del 2012, a Morra de Sanctis (Avellino, ), più precisamente in zona Serro Torone-San Vitale , è stata rinvenuta, in modo fortuito, una tomba a fossa terragna dotata di copertura lapidea, consistente in una lastra monolitica a doppio spiovente con elementi decorativi laterali e superficie iscritta 1 .

L’obiettivo del presente contributo è quello di proporre una diversa lettura dell’ethnos Longobardo nell’odierna Provincia di Cosenza. Difatti, molte di quelle che posso definirsi peculiarità del periodo Longobardo risultano scarsamente... more

L’obiettivo del presente contributo è quello di proporre una diversa lettura dell’ethnos Longobardo nell’odierna Provincia di Cosenza. Difatti, molte di quelle che posso definirsi peculiarità del periodo Longobardo risultano scarsamente circoscritte sotto diversi punti di vista. L’importanza intrinseca di un approccio multidisciplinare è avvallato dal salto cronologico che, in genere, tende a concentrarsi per le età tardoantica e bizantina, almeno per quanto concerne la Calabria Settentrionale. Lo studio, di carattere preliminare, ma di fondamentale importanza per l’area geografica individuata, mira, attraverso l’interpolazione di dati da contesti archeologici, documenti d’archivio, fonti iconografiche e toponomastiche, a gettare nuove basi conoscitive utili alla ricostruzione spaziale e topografica della presenza longobarda nella Calabria Settentrionale. La costruzione di un GIS, contenente tutti i dati raccolti, permetterà di analizzare e leggere nella sua globalità le tracce dell’occupazione longobarda attraverso casi studio mirati. Non sarà trascurato, alla luce di questa rilettura, l’aspetto antropologico, inteso come una analisi attenta e minuziosa della documentazione orale riconducibile al “ethnos” longobardo.

Progetto grafico e impaginazione LineLab.edizioni -Alessandria

Strap-ends with central monogram are extremely rare amongst the finds from early medieval contexts in the Mediterranean. They can be divided according to their geographic origin into Western, Southern and Eastern Mediterranean strap-ends.... more

Strap-ends with central monogram are extremely rare amongst the finds from early medieval contexts
in the Mediterranean. They can be divided according to their geographic origin into Western, Southern
and Eastern Mediterranean strap-ends. Although comparatively numerous strap-ends from Italy are
found in grave contexts, most originate from uncertain find circumstances. This is particularly true for
the Eastern Mediterranean. The context of these belt sets has shown that they were worn by members
of a higher ranking military class. Whereas in the Western Mediterranean the strap ends are mainly
made from silver, in the Eastern Mediterranean they are primarily made from gold or gold-plated
bronze. There are three known stamping press models used for the production of the strap-ends. The
oldest strap ends date to the late 6th century in the Western Mediterranean and were in circulation until
the end of the 7th century. Although most monograms bear the names of the owner, some can be deciphered
as incantations. It is particularly striking that especially the western, mainly Latin monograms
also carry Latin names, even though their bearer – contrary to the roman unarmed burial custom –
carried arms.

Analisi metallografiche di una "spada da tessitura" e di altri oggetti in ferro provenienti dalle necropoli di epoca longobarda di Kajdacs-Homokbánya e Tamási-Csikólegelő (Ungheria) Un gruppo composto di quattro oggetti in ferro risalenti... more

Analisi metallografiche di una "spada da tessitura" e di altri oggetti in ferro provenienti dalle necropoli di epoca longobarda di Kajdacs-Homokbánya e Tamási-Csikólegelő (Ungheria) Un gruppo composto di quattro oggetti in ferro risalenti al periodo dell'occupazione longobarda della Pannonia, generosamente messi a disposizione dal Museo Wosinsky Mór di Szekszárd (Ungheria), è stato sottoposto ad analisi metallografiche attraverso l'utilizzo di un microscopio a scansione elettronica presso il Dipartimento di Fisica Metallurgica dell'Università di Miskoloc (Ungheria) grazie alla collaborazione del Dr. Árpád Kovács e del Dr. Béla Török. Tutti i reperti provengono dalle necropoli di Kajdacs-Homokbánya e Tamási-Csikólegelő , localizzate nell'attuale Ungheria sud-occidentale, ed entrambe datate all'ultima fase della presenza longobarda nella regione. Si trovano, infatti, proprio all'interno di quei territori che, donati da Giustiniano imperatore al re longobardo Audoino intorno al 546 d.C., fino a quel momento erano rimasti formalmente in mano ostrogota. I campioni che sono stati prelevati per le analisi metallografiche, provengono da: 1) corta spada in ferro del tipo noto nella letteratura come Webrschwert, ovvero spada da tessitura (# 73.148.1);

Il ‘pulpito di Maviorano’, custodito nella chiesa di S. Maria Assunta di Gussago, in provincia di Brescia, è un eccezionale monumento composto da pilastrini e da due lastre di epoca longobarda, e rappresenta una rarità nel panorama della... more

Il ‘pulpito di Maviorano’, custodito nella chiesa di S. Maria Assunta di Gussago, in provincia di Brescia, è un eccezionale monumento composto da pilastrini e da due lastre di epoca longobarda, e rappresenta una rarità nel panorama della scultura del secolo VIII per le complesse figurazioni e la presenza di un’epigrafe sul prospetto maggiore.
Dal 1911 a oggi, molteplici sono state le posizioni della critica riguardo datazione, collocazione e contesto di riferimento dell’opera; tuttavia, permangono ancora divergenti le opinioni sul significato di alcuni simboli e dell’iscrizione.
Grazie ad un’analisi delle fonti storiografiche, dell’opera e dell’iscrizione, il presente scritto mira a ridefinirne estetica, vicenda conservativa, significato e contesto chiesastico di riferimento.