Domenicani Research Papers - Academia.edu (original) (raw)

La posizione della Chiesa nei confronti del potere è sempre stata una frontiera non solo di dialogo pacifico, ma anche di scontro. Se «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio» (Mt... more

La posizione della Chiesa nei confronti del potere è sempre stata una frontiera non solo di dialogo pacifico, ma anche di scontro. Se «è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio» (Mt 19,24), è indubbio che la religione cristiana e i suoi rappresentanti, consacrati e laici, si siano posti nei riguardi del potere in modo critico sin dalle origini.
Il confronto tra la Chiesa e il potere, nei secoli, non ha assunto, però, solo connotazioni di denuncia, ma anche di grande riflessione, scandagliando non il potere in quanto tale, ma la relazione dell’uomo con esso e con il senso e il valore del governare sugli altri uomini, fino ad acquisire una vera e propria trattazione ufficiale sistematica.
In questo lavoro si vuole arrivare a comprendere in che modo il messaggio di una laica, Santa Caterina da Siena, in particolare nelle sue lettere rivolte ai potenti del tempo, possa essere considerato antesignano ed in perfetta sintonia non solo con la Parola, ma anche con la più recente Dottrina Sociale della Chiesa e con alcuni documenti del Concilio Vaticano II.
Ad una breve introduzione storica sul 1300 e biografica su Caterina Benincasa nel I capitolo, segue, pertanto, la trattazione dei contenuti principali inerenti al rapporto dell’uomo con il potere e con il governo emersi dalle lettere di Santa Caterina ai potenti.
È nel terzo capitolo, tuttavia, che emerge la grande attualità del messaggio di Caterina, le cui parole appariranno, come in trasparenza, dietro le righe di alcuni documenti ufficiali della Chiesa.

Il saggio, frutto di una partecipazione al convegno del Dispac dell'Università di Salerno, tenutasi il 13 giugno 2019, ha svolto un'indagine preliminare sul ricco patrimonio storico-artistico della chiesa pollese dei Domenicani e, in... more

Il saggio, frutto di una partecipazione al convegno del Dispac dell'Università di Salerno, tenutasi il 13 giugno 2019, ha svolto un'indagine preliminare sul ricco patrimonio storico-artistico della chiesa pollese dei Domenicani e, in particolare, su alcune opere d'arte, in gran parte inedite, trasferite da tempo al Museo Diocesano "San Pietro" di Teggiano.

La basilica e il convento di San Domenico in Bologna: custode di sepolture e di reliquie. Dal Libellus funerum a agli inventari dei sacri pegni, in Università, teologia e studium domenicano dal 1360 alla fine del Medioevo, a cura di... more

La basilica e il convento di San Domenico in Bologna: custode di sepolture e di reliquie. Dal Libellus funerum a agli inventari dei sacri pegni, in Università, teologia e studium domenicano dal 1360 alla fine del Medioevo, a cura di Roberto Lambertini, in «Memorie Domenicane», n. 45 XLV (2014), pp. 245-262.

Testamenti e doni a favore del convento dei Domenicani dal 1419 al 1768

Testo completo con fotografie (arte, architettura e memorie)

Viene analizzato il caso di Giovinazzo in rapporto alla normativa che regolava queste confraternite in epoca post-tridentina, normativa non del tutto osservata a Giovinazzo a fine Ottocento. In appendice inediti documenti relativi alla... more

Viene analizzato il caso di Giovinazzo in rapporto alla normativa che regolava queste confraternite in epoca post-tridentina, normativa non del tutto osservata a Giovinazzo a fine Ottocento.
In appendice inediti documenti relativi alla istituzione delle Confraternite del Rosario in Giovinazzo in epoca post-tridentina e post soppressioni del secolo XIX.

This essay takes into account the fragments of a mid-fourteenth-century fresco cycle in the church of San Domenico in Penne, representing biblical stories, the legend of Saint John the Evangelist and, probably, the visions of Apocalypse.... more

This essay takes into account the fragments of a mid-fourteenth-century fresco cycle in the church of San Domenico in Penne, representing biblical stories, the legend of Saint John the Evangelist and, probably, the visions of Apocalypse. These frescoes reveal stylistic parallels with contemporary Neapolitan miniature and painting, and seem to attest the mobility of artists and the transfer of form between Naples, with its giottesque masterpieces in the church of Santa Chiara and in the Palatine Chapel in Castel Nuovo, and the Adriatic side of the angevin Kingdom.

I domenicani costruiscono conventi in cui è possibile studiare e specializzarsi nella filosofia e nella teologia, possiedono enormi biblioteche, comprano e gestiscono terreni, anche lontani dai centri abitati, si preoccupano di curare i... more

I domenicani costruiscono conventi in cui è possibile studiare e specializzarsi nella filosofia e nella teologia, possiedono enormi biblioteche, comprano e gestiscono terreni, anche lontani dai centri abitati, si preoccupano di curare i poveri e diffondono una certa arte farmaceutica che, per mezzo di alcune spezierie, si rivelerà fondamentale per i piccoli centri calabresi. Dopo l'apogeo cinquecentesco - che si chiude con la presenza di Tommaso Campanella e della sua congiura antispagnola - e i primi decenni del Seicento, quella serie di terremoti che devastò la Calabria, fino a restituircela oggi monca di gran parte della sua storia, proclamò la lenta decadenza anche del convento di Nicastro. Una storia che merita l'approfondimento non tanto sotto la lente del localismo quanto in relazione alla più grande storia e alle grandi geografie dei Predicatori di tutta Europa.

È persino superfluo richiamare l’intento didascalico e la funzione educativa di tanta produzione figurativa che si fece interprete dei concetti della Controriforma, sulla scia di una trattatistica che ha i suoi apici nelle Instructiones... more

È persino superfluo richiamare l’intento didascalico e la funzione educativa di tanta produzione figurativa che si fece interprete dei concetti della Controriforma, sulla scia di una trattatistica che ha i suoi apici nelle Instructiones fabricae et supellectilis ecclesiasticae del cardinale Carlo Borromeo, stampate nel 1577, modello nei secoli per pittori, scultori e architetti, e nel successivo Discorso intorno alle imagini sacre e profane del presule bolognese Gabriele Paleotti, dato alle stampe nel 1582, sviluppando assunti del Decreto sulle immagini sacre, sul loro valore educativo e religioso e sul rifiuto delle iconografie non ortodosse, approvato il 3 dicembre del 1563 nella XXV sessione del Concilio di Trento. Ora, ci si vuole soffermare su un caso esemplare, episodio d’arte e di devozione in quello che a Modena fu il centro propulsivo della controffensiva cattolica: la cappella del Rosario nell’antica chiesa di San Matteo, più nota come San Domenico - abbattuta nel 1709, ricostruita su progetto del bolognese Giuseppe Antonio Torri affiancato dall’allievo Francesco Maria Angelini e
ultimata nel 1730 - annessa al monastero dei domenicani, l’ordine dei “frati predicatori” che fu tradizionale baluardo contro ogni divergenza religiosa. Proviene da questa cappella la Madonna del Rosario con san Domenico e oranti, pala ad olio su tela spettante a Bartolomeo Passerotti (1529-1592), fra i più celebri interpreti del manierismo in ambito bolognese (Modena, Seminario Metropolitano). L’opera è tradizionalmente ritenuta commissione della confraternita del Rosario, la pia unione più antica di cui si abbia notizia in Modena, dalla data del 1247, legata all’ingresso in città dei frati stessi e subito presente nel loro tempio. È ora possibile ricostruire, almeno in parte, la vicenda del dipinto.

The iconography of the Crucifixion is one of the cardinal symbols of the christian religion and from the beginning it has a fundamental role in the production of holy art. Always present in these images are the figures of the Sorrowful:... more

Ai primi di settembre dell'anno 1399 il grande movimento devozionale dei Bianchi giunse alle soglie del Dogado veneziano. Accolti altrove con la riverenza dovuta a un fenomeno che pareva preconizzare l’arrivo degli Ultimi Giorni, qui... more

Ai primi di settembre dell'anno 1399 il grande movimento devozionale dei Bianchi giunse alle soglie del Dogado veneziano. Accolti altrove con la riverenza dovuta a un fenomeno che pareva preconizzare l’arrivo degli Ultimi Giorni, qui invece i pellegrini biancovestiti cozzarono contro la ferma volontà del Consiglio dei Dieci, che dapprima ne impedì con ogni mezzo l'ingresso nella Dominante, e che poi - malgrado un divisivo processo - condannò all’esilio i tre principali organizzatori di una processione dei Bianchi veneziani nel cuore della città.
Attraverso i documenti processuali e i carteggi privati di alcuni tra i protagonisti più notevoli del caso veneziano - in primis il riformista domenicano Giovanni Dominici - questo elaborato analizza le dinamiche istituzionali e gli elementi di storia culturale sottesi al drammatico scontro tra la più grande "devotio" del tempo e la Repubblica di Venezia, svelando - a un livello di lettura più profondo - la travagliata dialettica che qui oppose sistematicamente pietà privata e ragion di Stato tra Tardo Medioevo e Prima Età Moderna.

Attraverso lo studio degli stemmi e della simbologia araldica, il saggio ripercorre la storia degli ordini religiosi che operarono a Penne.

This essay summarizes part of a wider analysis about the circulation of people and architectural models in Middle Ages. It moves from the identification of monuments, structures and landscapes that are related to pilgrimage around the... more

This essay summarizes part of a wider analysis about the circulation of people and architectural models in Middle Ages. It moves from the identification of monuments, structures and landscapes that are related to pilgrimage around the Appian Way or along its alternative routes in Apulia, from Middle Ages to Modern Age. The study goes on with a detailed survey of the Dominican church of San Domenico, in Taranto. The comparison between San Domenico church and similar Angevine’s churches that were built along the main routes of the Principality of Taranto, highlights some of that models referring to relations between architecture, local culture and the religious symbolic vision in the Late Middle Ages. The final part of the essay describes how an extensive database of cases shall lead to integrated research and promotional actions, thus relating these elements to the existing routes, in order both to enrich the travelling experience and to increase the attraction of new visitors to a specific stage of it. The Via Francigena Pugliese Association, together with the University of Salento and other European universities and institutions that are working in this field, started the Recultivatur project with the aim to collecting data about the religious patrimony for the definition of a Mediterranean system of pilgrimage routes.

Presentazione del volume "Virgo digna coelo". Caterina e la sua eredità, a c. di A. Bartolomei Romagnoli, L. Cinelli, P. Piatti, Città del Vaticano 2013 (Pontificio Comitato di Scienze Storiche, Provincia Romana 'Santa Caterina da Siena'... more

Presentazione del volume "Virgo digna coelo". Caterina e la sua eredità, a c. di A. Bartolomei Romagnoli, L. Cinelli, P. Piatti, Città del Vaticano 2013 (Pontificio Comitato di Scienze Storiche, Provincia Romana 'Santa Caterina da Siena' dell'Ordine dei Predicatori. Memorie Domenicane, Atti e documenti, 35), pp. 768

The church is a masterpiece of Gothic-Lombard art. Presently is a monastery of Dominican Fathers

Il documento analizza lo sviluppo di Livorno dal XVII secolo, quando vi si stabilirono i frati domenicani. Nel 1695, viene data loro una porzione di terreno all’interno di un’area in espansione: la “Nuova Venezia”. Dopo la soppressione... more

Il documento analizza lo sviluppo di Livorno dal XVII secolo, quando vi si stabilirono i frati domenicani. Nel 1695, viene data loro una porzione di terreno all’interno di un’area in espansione: la “Nuova Venezia”. Dopo la soppressione del convento, il complesso viene adibito all’amministrazione ecclesiastica. Durante la dominazione francese, l’edificio viene trasformato in prigione. Un recente restauro dell’ex convento domenicano ad uso dell’Archivio di Stato ha offerto l’opportunità per conoscere la sua complessa storia religiosa e architettonica.
The paper analyses Livorno’s development since the 17th century when the Dominican Friars settled there. In 1695, they were given land in an expanding area: “New Venice”. After the suppression of the convent, the complex was used for ecclesiastical administration. During the French domination, the building was turned into a prison. A recent restoration of the former Dominican convent for use by the State Archives offered a complex opportunity to learn about its religious history.

L’article considère sous un nouvel angle la tombe du pape Clément IV (+1268), originellement dans l’église dominicaine de Viterbe. Son emplacement contre le mur nord de l’abside centrale, à gauche de l’autel majeur, est documenté par... more

L’article considère sous un nouvel angle la tombe du pape Clément IV (+1268), originellement dans l’église dominicaine de Viterbe. Son emplacement contre le mur nord de l’abside centrale, à gauche de l’autel majeur, est documenté par plusieurs sources du XVIIIe siècle. Cette proximité immédiate avec l’autel majeur est surprenante, puisque la réglementation des frères prêcheurs interdisait fermement la présence de laïcs dans l’ecclesia fratrum. Or, des miracles et des signes de dévotion témoignent d’un accès des fidèles au tombeau du pape. En réalité, la position de l’autel et des stalles fut modifiée en 1547 : le chœur des frères et l’autel majeur occupaient les trois dernières travées de la nef et la croisée du transept, laissant libre l’abside principale. Cette organisation originale fut certainement conçue par les dominicains dans le dernier quart du XIIIe siècle pour encourager la dévotion populaire autour du pape mort en odeur de sainteté.

Anche in Modena, la rifondazione ecclesiale voluta dal Concilio di Trento assieme all'anelito a una nuova e più profonda spiritualità promuovono una straordinaria attività nell'edilizia chiesastica e nella produzione artistica legata al... more

Anche in Modena, la rifondazione ecclesiale voluta dal Concilio di Trento assieme all'anelito a una nuova e più profonda spiritualità promuovono una straordinaria attività nell'edilizia chiesastica e nella produzione artistica legata al culto; tanto più che i dettami tridentini introducono mutamenti nei riti e nell'arredo liturgico. A questo s'aggiunga l'incisivo ruolo della corte estense, trasferitasi da Ferrara a Modena nel 1598, che persegue una politica di committenze, anche sacre, volta ad esiti di alto prestigio. Dunque, una sorta di competizione sembra spronare gli ordini religiosi, tanto di radicata presenza in loco come di istituzione recente, a erigere e ad abbellire le chiese, a innalzare altari, a introdurre nuovi culti e a ravvivare quelli consolidati. Si può anzi ritenere che sin dai primi anni dell'avvento della corte in Modena - e fortissimo dovette essere l'impatto fra la rigida struttura cortigiana e la compagine sociale cittadina, già assestata su tradizionali equilibri - proprio il versante della religiosità, e in particolare della frequentazione dei luoghi di culto diramati nell'organismo urbano abbia offerto agli Este e alla loro cerchia molte potenzialità per meglio calarsi nella dimensione locale e radicarvi la loro presenza.

"Potremmo poi “non” sorprenderci, se teniamo presente che il loro studio puntuale e attento da parte del Nostro aveva come scopo quello di cogliere anzitutto la verità delle affermazioni e così metterla a servizio non solo per sé quale... more

"Potremmo poi “non” sorprenderci, se teniamo presente che il loro studio puntuale e attento da parte del Nostro aveva come scopo quello di cogliere anzitutto la verità delle affermazioni e così metterla a servizio non solo per sé quale teologo, ma, più d’ogni altra cosa, a servizio della sacra doctrina. Per questo, quando commentava un autore..."

Πεπραγμένα Ι΄ Διεθνούς Κρητολογικού Συνεδρίου (Χανιά, 1-8 Οκτωβρίου 2006), τόμ. 2/1 Βυζαντινή και Μεταβυζαντινή Περίοδος (Ιστορία), επιμ. Μιχάλης Ανδριανάκης, Χανιά, Φιλολογικός Σύλλογος «Ο Χρυσόστομος», 2010, 375-391 (in Greek).

Il volume è incentrato sulla ricostruzione degli aspetti storici, architettonici e artistici relativi al monastero domenicano femminile di Santa Lucia a Barletta. Ampio spazio è dedicato alle vicende di un primo insediamento monastico... more

Uno dei primi a parlare apertamente di persecuzione e martirio dei templari è stato MOSES W. REDDING, Persecution and Martyrdom of Knights Templars in England, in ID, Scarlet Book of Free Masonry, New York 1885, pp. 271-286; mi sembra un... more

Uno dei primi a parlare apertamente di persecuzione e martirio dei templari è stato MOSES W. REDDING, Persecution and Martyrdom of Knights Templars in England, in ID, Scarlet Book of Free Masonry, New York 1885, pp. 271-286; mi sembra un buon articolo ben documentato ma è stato completamente ignorato dalla storiografia templare, anche quella di matrice anglosassone: le sorprese non finiscono mai!

This essay deals with the trial held in the years 1630-’31 following the forcing of the sarcophagus of Francesco Petrarch by the Domenican friar Tommaso Martinelli. The trial documents let us see the possible motivations that led to the... more

This essay deals with the trial held in the years 1630-’31 following the forcing of the sarcophagus of Francesco Petrarch by the Domenican friar Tommaso Martinelli. The trial documents let us see the possible motivations that led to the removal of some of the poet’s bones. The episode is connected to the image of this local hero, which grew up over
the course of the centuries within the community of Arquà following the cult that had arisen among the numerous Italian and foreign travellers who stopped at this small village in the Euganean Hills to express their admiration for and devotion to the remains of Francesco Petrarch.

The iconography of the Virgin of Mercy appeared for the first time around the last decades of the 13th century, to find particular affirmation in the cultural and figurative tradition of the 14th and 15th centuries, especially in the... more