Italian Philosophy Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
The book examines the formation of a philosophical and religious idea of testimony in antiquity by focusing on some selected texts from Plato, the Bible and Augustine. Then it studies the emergence of the literary notion of testimony by... more
The book examines the formation of a philosophical and religious idea of testimony in antiquity by focusing on some selected texts from Plato, the Bible and Augustine. Then it studies the emergence of the literary notion of testimony by analyzing crucial works by Dante and Petrarch. The modern and contemporary part of the book concentrates on the philosophical notion of testimony developed by Emmanuel Levinas and on the “testimonies” of important writers of the XXth century such as Renato Serra, Luigi Pirandello, Antonio Gramsci, Italo Calvino, Primo Levi and Paul Celan.
– This paper aims to anlyze the figure of Christ in the philosophy of Giuseppe Capograssi (1889-1956), with particular attention to three of his works: Saggio sullo Stato (1918), Analisi dell'esperienza comune (1930), Introduzione alla... more
– This paper aims to anlyze the figure of Christ in the philosophy of Giuseppe Capograssi (1889-1956), with particular attention to three of his works: Saggio sullo Stato (1918), Analisi dell'esperienza comune (1930), Introduzione alla vita etica (1953). In these three works, the figure of Christ is absolutely central. According to Capograssi, Christ is the one who inspired a revolution that has changed everything : not only the nature of human institutions, but also human beings and their needs.
A 80 anni dalla morte di Antonio Gramsci, «Filosofia Italiana» intende tracciare, in un fascicolo monografico, un bilancio delle ricerche più recenti sul suo pensiero. Pur riservando una particolare attenzione ai temi e ai nessi più... more
A 80 anni dalla morte di Antonio Gramsci, «Filosofia Italiana» intende tracciare, in un fascicolo monografico, un bilancio delle ricerche più recenti sul suo pensiero. Pur riservando una particolare attenzione ai temi e ai nessi più contigui alla filosofia, la rivista si propone anche di esplorare le nuove prospettive di ricerca che si sono aperte grazie al dialogo multidisciplinare e al contatto fecondo con tradizioni culturali diverse da quelle del contesto di origine della riflessione gramsciana. Temi del numero di «Filosofia Italiana» saranno: filosofia e marxismo, egemonia e traducibilità, studi culturali e linguistica, antropologia e studi di genere, storiografia e studi subalterni, pedagogia e questione degli intellettuali.
La questione dell’autorità, tema classico delle filosofie dell’educazione, del diritto e della politica, non pare aver trovato altrettanta attenzione da parte della filosofia morale. Tale difetto di interesse potrebbe avere a che fare con... more
La questione dell’autorità, tema classico delle filosofie dell’educazione, del diritto e della politica, non pare aver trovato altrettanta attenzione da parte della filosofia morale. Tale difetto di interesse potrebbe avere a che fare con un certo sospetto che la nozione tradizionalmente suscita, sospetto riconducibile a una presunta alternativa tra l’autorità e la libertà: quanto più è forte e solida la prima, tanto meno lo sarebbe la seconda. Si tratta di un’alternativa legata a un appiattimento dei due termini sulla loro configurazione formale e politica, per cui la libertà si presenta come un dato, e dunque un diritto, originario e immediato. Dal punto di vista sostanziale, sostiene Stefano Biancu in La genealogia dell'umano, la libertà ha una sua genealogia: si sviluppa e matura nel tempo, grazie anche a mediazioni esteriori, simbolicamente istituite, le quali assumono per il soggetto e per la collettività la figura dell’autorità. Autorità è ciò che genera libertà e umanità: questa è la conclusione a cui giunge un secolo di studi sul tema, ma è anche l’intuizione fondamentale di una peculiare filosofia italiana dell’autorità che, iniziata da Vico nel XVIII secolo, conosce significative riprese nel XX secolo e apre prospettive future in vista di un’antropologia e di un’etica dell’autorità.
Moderno ed epico Icaro dell’antifascismo liberale, Lauro de Bosis perde la vita, a nemmeno trent’anni, a seguito del volo su Roma la sera del 3 ottobre 1931. Già segretario esecutivo dell’Italy America Society e conferenziere nelle... more
Moderno ed epico Icaro dell’antifascismo liberale, Lauro de Bosis perde la vita, a nemmeno trent’anni, a seguito del volo su Roma la sera del 3 ottobre 1931. Già segretario esecutivo dell’Italy America Society e conferenziere nelle università americane dalla fine degli anni Venti, il giovane de Bosis ha coltivato un rapporto ideale molto forte con Benedetto Croce e la sua filosofia, al punto di auto-investirsi della funzione di divulgatore del crocianesimo negli USA. Il pensiero crociano gli appare infatti come il frutto più maturo e nobile della civiltà italiana vilipesa dal fascismo: a questo valore si ispira la Lauro de Bosis Lectureship che, dopo la sua morte, fu istituita a Harvard e ancora oggi ispira la Lauro de Bosis Fellowship on Italian Civilization.
Nei mesi preparatori all’incursione aerea, Lauro scrive i testi di alcune conferenze, una delle quali è intitolata La religione della libertà, come il primo capitolo della "Storia d’Europa" di Croce. Qui si ricostruisce la genesi e la dimensione spirituale in cui matura la conferenza, con opportuni riferimenti alle lettere inedite a Croce, di prossima pubblicazione per la cura dell’autrice del saggio.
Negli anni in cui il dittatore italiano definisce la libertà un “cadavere putrefatto”, con un uomo si alza in volo simbolicamente la sua rinascita come autentica, laica, filosofica ‘religione’, concreta oppositrice di ogni forma di totalitarismo.
Con il supporto dei principali studi critici e alla luce della ricca documentazione (lettere, appunti, opera grafica e pittorica), alla quale si aggiungono nuovi materiali inediti, questa biografia ripercorre il dramma umano del filosofo... more
Con il supporto dei principali studi critici e alla luce della ricca documentazione (lettere, appunti, opera grafica e pittorica), alla quale si aggiungono nuovi materiali inediti, questa biografia ripercorre il dramma umano del filosofo della persuasione, ricostruendo l’ambiente familiare, le amicizie, i luoghi della formazione, il progressivo maturare di un’opera che, nella sua posizione isolata e originale, si pone all’altezza delle grandi correnti filosofiche europee del Novecento.
This collection of studies and essays, originally delivered at a conference held at Stony Brook University, NY, in December, 2015, but greatly recast and expanded, examines aspects of the large footprint Dante has left in Western... more
This collection of studies and essays, originally delivered at a conference held at Stony Brook University, NY, in December, 2015, but greatly recast and expanded, examines aspects of the large footprint Dante has left in Western societies. In particular , they explore the dynamic of " worlding " that the Florentine effects on a host of authors and contexts, from radical culture-changing proposals within his own socio-cultural mileau, to his regenerative power in entire cultures, such as the Spanish, Latin American, and Albanian, to his shaping trans-national processes, such as with travel, diaspora and immigrant writers.
The first ruler of Ancient China in 247 B.C. An Italian political philosopher in 1513 A.D. Two men, born into radically different cultures, thousands of miles away, nearly two millennia apart, and yet, the similarities between their... more
The first ruler of Ancient China in 247 B.C. An Italian political philosopher in 1513 A.D. Two men, born into radically different cultures, thousands of miles away, nearly two millennia apart, and yet, the similarities between their ideologies are remarkable. Emperor Qin Shi Huang and Niccolo Machiavelli share astonishingly similar views on political philosophy. This paper will explore the ways in which Emperor Qin Shi Huang embodies the
ideals of Machiavelli’s "The Prince".
El nombre de Averroes circuló, históricamente, como una palabra maldita, como una parte impía de Occidente: un peligro del cual se debe abjurar. Sin embargo, una de las razones por las que el averroísmo fue imposible de conjurar es porque... more
El nombre de Averroes circuló, históricamente, como una palabra maldita, como una parte impía de Occidente: un peligro del cual se debe abjurar. Sin embargo, una de las razones por las que el averroísmo fue imposible de conjurar es porque la sombra de éste representa un modo de abrir la filosofía académica a lo impensado, a lo incalculable, a lo ingobernable. El presente libro es un conjunto de textos que conduce el pensamiento a la generosidad de lo indomesticado por la filosofía institucional. Centrado en la obra del filósofo italiano Emanuele Coccia, el libro da cuenta del gesto averroísta parasitado en el retorno de la ontología como máquinas de producción de lo real. Emanuele Coccia, uno de los pensadores más interesantes de la escena filosófica contemporánea, genera las condiciones para pensar lo que desde esta materia, en apariencia, no está permitido: la vida sensible, la moda, la publicidad, las plantas y la imaginación, entre otros temas de profunda importancia para el presente, y tópicos a todas luces heréticos para la tradición filosófica. Con este esquema herético, las intervenciones del libro -un conjunto de ensayos averroístas sobre un averroísta- ofrecen la primera recepción crítica de la obra de Coccia, la cual sigue abriéndose a las partes inhóspitas e impensadas de la reflexión filosófica que, sin riesgo a exagerar, marcará uno de los caminos de las próximas generaciones de filósofos y filósofas preocupados por el devenir sensible del mundo.
This article evaluates Furio Jesi's conception of mythic violence, focusing in particular on his theory of revolt as a mode of collective experience qualitatively distinct from that of revolution. Jesi offers both a descriptive... more
This article evaluates Furio Jesi's conception of mythic violence, focusing in particular on his theory of revolt as a mode of collective experience qualitatively distinct from that of revolution. Jesi offers both a descriptive phenomenology of how uprisings alter the human experience of time and action, as well as a critique of the "autonomy" these moments afford their participants. In spite of their immense transformative power to interrupt historical time and generate alternate forms of collective subjectivation, the event-like structure of revolt also harbors within it a unique set of dangers. Such creative mutations risk trapping political actors within a relational logic of the exception, a "ban" structure that, although distinct from the atomization that governs normal time, ultimately works to reinforce it in the long run. The article concludes by suggesting that Jesi's late concept of the "cruel festival" offers a troubling premonition of our current era, in which revolts proliferate in the absence of any ideological horizon of revolution.
Introduzione a "Tiresia contro Edipo. Vite di un intellettuale disorganico" di Mario Perniola
Long since out of print, this volume collects 23 original essays by Agamben, Colli, Girard, Harrison (RP and T), Magris, Montinari, Nancy, Serres, Vattimo, and others.
Gianni Vattimo e Emanuele Severino sono due filosofi italiani contemporanei che si sono confrontati, spesso in modo critico, con il cristianesimo. Il presente lavoro analizza le due posizioni e cerca di individuare il ruolo che il... more
Gianni Vattimo e Emanuele Severino sono due filosofi italiani contemporanei che si sono confrontati, spesso in modo critico, con il cristianesimo. Il presente lavoro analizza le due posizioni e cerca di individuare il ruolo che il cristianesimo ha nel loro pensiero e la diversa prospettiva con cui i due pensatori si confrontano. Schematicamente Vattimo accentua la categoria cristiana della Kenosi, mentre Severino accentua la prospettiva della Gloria.
The peculiar contribute of the linguist and philosopher Tullio De Mauro (1932-2017) to the Italian Philosophy of Language
This paper offers a discussion of the role played by the philosophy of language in the post-Operaist critique of contemporary capitalism, focussing specifically on the relation between language and questions of labour and value. It argues... more
This paper offers a discussion of the role played by the philosophy of language in the post-Operaist critique of contemporary capitalism, focussing specifically on the relation between language and questions of labour and value. It argues that the post-Operaist philosophy of language is a philosophy of immaterial labour which enables us to make new diagnoses concerning the contradictions and antagonisms of late, cognitive, financialized capitalism. The first part of the article broadly outlines post-Operaist thinking about language in the context of contemporary Italian philosophy of language. In this part, the argument is made for a shift from using the term 'philosophy of language' to the notion of a 'philosophy of the linguistic faculty'. Part two is devoted to the main aspects of the post-Operaist critique of contemporary capitalism. The third presents an analysis of this post-Operaist philosophy of the linguistic faculty as a philosophy of living, immaterial labour, by examining the post-Operaist view of language within the wider context of Marxist theory, stressing the political character of the post-Operaist approach.
Cronache dai corpi nel diritto sotto stress
This Introductory Essay presents a general survey of Benedetto Croce's life and work to the general reader. Croce, one of the twentieth century's Italian Idealist philosophers, is a notoriously difficult thinker to understand if he is not... more
This Introductory Essay presents a general survey of Benedetto Croce's life and work to the general reader. Croce, one of the twentieth century's Italian Idealist philosophers, is a notoriously difficult thinker to understand if he is not approached with some knowledge of the intellectual culture which preceded him and the problems that he was trying to solve. A brief biography of Croce's life is presented in this essay as well as an overview of his philosophical thought. His period of friendship with fellow philosopher - and some-time Fascist ideologue - Giovanni Gentile is also touched upon, though the main focus of this essay is the challenging work that it introduces, the 'Logic as the Science of the Pure Concept'. It is a work of Italian Idealism and is best understood in the light of Kantian thought to which it is in some ways a return. Immanuel Kant's own theories of Logic and Concepts are invested with new life by Croce and the 'Critique of Pure Reason' is essential reading for properly appreciating the philosophical background of the author. This essay is followed by a Select Bibliography of works by Croce (including translations into English) as well as reference to some useful books written about him. This essay is by no means for the specialist in Italian Philosophy - who will know most facts contained herein as a matter of course - but it will serve as a useful introduction to those who are not familiar with this highly neglected yet greatly influential strand of European Thought.
Il presente volume è dedicato a uno dei concetti centrali dell’universo teorico e poetico di Giacomo Leopardi: l’immaginazione. Indagare l’immaginazione, infatti, significa analizzare i rapporti tra la filosofia e poesia, l’amore, la... more
Il presente volume è dedicato a uno dei concetti centrali dell’universo teorico e poetico di Giacomo Leopardi: l’immaginazione. Indagare l’immaginazione, infatti, significa analizzare i rapporti tra la filosofia e poesia, l’amore, la ricordanza, l’imitazione, il senso dell’animo, e ancora la visione e il segno pittorico, l’attitudine pratica ad agire moralmente e politicamente.
Le indagini contenute in questa raccolta di saggi, curata da Ludovica Boi e Sebastian Schwibach, sono rivolte non solo ai testi leopardiani, nell’intento di contribuire a una comprensione più circostanziata e storicamente pertinente del pensiero di Leopardi, ma anche ad alcuni interpreti finora poco studiati (Paolo Marzolo, Giovanni Vailati, Aldo Capitini) oppure qui indagati sotto nuove prospettive (Friedrich Nietzsche, Giuseppe Rensi, Giovanni Gentile, Piero Bigongiari, Toni Negri, Emanuele Severino), arricchendo così la storia del leopardismo filosofico.
The paper raises some of the foundamental issues of Machiavelli's thought, focusing on the challenge that this thought issued to ethics. Consisting of three parts, the paper starts with an inquiry into the misfortune of Machiavelli: as... more
The paper raises some of the foundamental issues of Machiavelli's thought, focusing on the challenge that this thought issued to ethics. Consisting of three parts, the paper starts with an inquiry into the misfortune of Machiavelli: as Sasso argues, this does not depend merely on the effects that Il principe, both illuminating and blinding masterpiece, causes on Machiavelli's work, but rather on the anti-christian character of Machiavelli's thought. In the second part, Sasso tries to establish the connection between human wickedness, necessity and decline of states. Last but not least, Sasso deals with moral heteronomy in Machiavelli and asserts the impossibility to guarantee the autonomy of morality.
Taking the cue from some of Lucio Colletti's unpublished letters and writings , this article will focus on Colletti's work from the 1967-1973 period. Here, Col-letti interprets Marx's theory of value in terms of a «real abstraction»-i.e.... more
Taking the cue from some of Lucio Colletti's unpublished letters and writings , this article will focus on Colletti's work from the 1967-1973 period. Here, Col-letti interprets Marx's theory of value in terms of a «real abstraction»-i.e. in terms of the alienation of individual private labours. By turning this abstraction into an object and by reifying it, capital becomes for Colletti an inherently "upside-down" social reality, the knowledge of which can only be acquired through the critique and upturning of its idealism. The originality of Colletti's Marxism lies in the powerful link it establishes between political economy and critique, between Marxism and the critique of idealism, between science and revolution.
L’intento del lavoro che il presente testo riassume brevemente è condurre uno studio sui temi dell’immaginazione e della creazione poetica in Leopardi e Nietzsche, in relazione alle teorie gnoseologiche dei due pensatori. Per entrambi... more
L’intento del lavoro che il presente testo riassume brevemente è condurre uno studio sui temi dell’immaginazione e della creazione poetica in Leopardi e Nietzsche, in relazione alle teorie gnoseologiche dei due pensatori. Per entrambi l’immaginazione è una facoltà fondamentale nell’universo conoscitivo umano: riveste un ruolo chiave nell’accezione della filosofia-poesia e giace alla sorgente dei concetti e del linguaggio.
Da una parte il filosofo che si esprime per aforismi e che immagina come un poeta il protagonista della propria opera capitale, dall’altra il poeta che racchiude nei propri preziosissimi versi un insopprimibile anelito filosofico: probabilmente l’incontro principale tra Nietzsche e Leopardi avviene nel territorio di una poesia-filosofia dove l’arida ragione riconosce il primato della vivida e ben più potente immaginazione.
The author suggests a reading of Leopardi’s thought focused on politics: all Leopardi’s interests are directed towards politics, history, practical transformation. At least until the first draft (1824) of the Operette morali, the... more
The author suggests a reading of Leopardi’s thought focused on politics: all Leopardi’s interests are directed towards politics, history, practical transformation. At least until the first draft (1824) of the Operette morali, the political perspective is that of Classical Republicanism. After
1827, in a much more tormented and mediate manner, politics appear as the struggle to rescue the “true” (the Enlightened rationalism, the Classical pessimism) from the Christian-bourgeois ideology of “truth” as the insurmountable horizon of Modernity. At the foundations of this political thinking there is an ontology that reaches, from the initial vitalism, to fix itself as a materialism of the absolute presence of the entities and the absolute value of present time.
The paper presents the history of Italian scholars and research centres that contributed to the emergence of the analytic philosophy of language in Italy in the second half of the twentieth century. After a brief description of the work... more
The paper presents the history of Italian scholars and research centres that contributed to the emergence of the analytic philosophy of language in Italy in the second half of the twentieth century. After a brief description of the work completed in the fifties, I describe the formation of a network of people interested in those contents and methods, trace the origins to the influence of different centres of research in the US and Europe and shortly describe the main events, seminars, conferences and meetings linked to different universities and research groups. These early efforts created a background from which students and junior scholars could evolve and develop original research in that area. The central idea is that the work on philosophy of language we made in Italy is part of a wider attempt at reconnecting networks of interactions among philosophers in Europe that were alive before the Nazi period. I asked some friends for help to check for any shortcomings and gaps in this short history and owe a lot to Paolo Leonardi, Diego Marconi, Marco Santambrogio and Marina Sbisà, who read the first draft. Mistakes and omissions remain in my own responsibility. The decision to close the history at the beginning of the nineties makes this paper an archaeological piece of evidence of a heroic period where people worked with letters, typewriters and photocopies; without the internet and with a lot of train travel; and when crossing the Channel to the White Cliffs of Dover was easier than it is now after Brexit.
«In generale, l'eterotopia ha come regola quella di giustapporre in un luogo reale più spazi che normalmente sarebbero, dovrebbero essere incompatibili», asserisce Foucault in conferenza radio-fonica, «il più antico esempio di eterotopia... more
«In generale, l'eterotopia ha come regola quella di giustapporre in un luogo reale più spazi che normalmente sarebbero, dovrebbero essere incompatibili», asserisce Foucault in conferenza radio-fonica, «il più antico esempio di eterotopia è il giardino, creazione millenaria che in Oriente aveva certamente un significato magico» (M. Foucault, Utopie Eterotopie, Cronopio, Napoli 2018, pp. 18-19). Nella storia del mondo, il giardino inteso come spazio delimitato ha avuto significati differenti per le varie culture del mondo: se i giardini pensili di Babilonia simboleggiano l'estensione dell'esclusività e la magnificenza reale (ripresa successivamente presso reggie quali Versailles o Schönbrunn), nella scuola di Epicuro il giardino rappresenta invece quello spazio in cui l'uomo "vive nascosto" (λάθε βιώσας) dalla pólis ormai privata di ogni insegnamento paideutico. Oggigiorno la concezione dominante di tale spazio naturale è quello del Giardino dell'Eden, dove viene collocato il paradiso terrestre dalla tradizione giudaico-cristiana; tuttavia, in quasi tutte le culture, simili luoghi (quali il Sancta Sanctorum israelito) non sono sempre a libero accesso, in quanto «le eterotopie hanno sempre un sistema di apertura e di chiusura che le isola nei confronti dello spazio circostante» (Ivi, p. 23). Tant'è vero che il termine paràdeisos (παράδεισος) trae origine dall'antica lingua avestica pairìdaeza (AarCsdiRiaP), significante uno spazio circondato da mura-difatti, «non si entra in un'eterotopia a piacimento: ci si entra o perché si è costretti o perché si è sottomessi a dei riti, a una purificazione» (Ibid.). Ma qual è la natura del Giardino dell'Eden e come deve porsi l'uomo per recuperare le delizie lì assaporate nel Regno di Dio? Un'indagine epistemologica riguardo questo argomento viene affrontata dal filosofo romano Giorgio Agamben nel suo volume Il Regno e il Giardino (Neri Pozza, Vicenza 2019), seguendo la corrente analitica dei testi teologici di tradizione cristiana: articolandosi in sei capitoli a tenuta semi-permeabile l'autore traccia la rotta di percorso attraverso l'ordine cronologico di glosse e riferimenti alle Scritture, principiando dalla definizione strutturale dell'Eden come luogo delle delizie e se-guendo le trattazioni per mano dei differenti saggisti dell'epoca tardo-latina e medievale riguardo la scissione tra il paradiso terrestre come Giardino dell'uomo e le metodologie di condotta per meritar-e l'accesso al Regno dei Cieli. Benché questa distinzione sia corrente nel pensiero attuale, per la fase di transizione marcata dalla morte, il testo di Agamben riporta in incipit il pensiero dei Fratelli del Libero Spirito sulla per-fezione spirituale del paradiso terrestre nel Giardino dell'Eden con quella portata avanti dalla stessa confraternita nella loro vita interamente consacrata a Dio: l'eresia del Libero Spirito sostiene che non vi sia una rottura del legame tra lo spazio edenico presentato nei primi capitoli della Genesi e la attuale visione di paradiso terrestre, che viene ricreato dai confratelli della comunità monastica nel loro appagamento frutto di una vita dedicata all'adorazione di Dio.
La tesi di questo saggio è che la filosofia di E. Severino può essere letta come il rovesciamento simmetrico dell'attualismo di Gentile, a prescindere dal fatto che per Severino Gentile rappresenti la punta estrema del nichilismo. La... more
La tesi di questo saggio è che la filosofia di E. Severino può essere letta come il rovesciamento simmetrico dell'attualismo di Gentile, a prescindere dal fatto che per Severino Gentile rappresenti la punta estrema del nichilismo. La prima parte ha carattere meramente introduttivo e discute brevemente la tesi di un superamento dell'attualismo in una metafisica dell'essere propria di G. Bontadini, maestro di Severino. La seconda parte si concentra su Severino e mette in luce, punto per punto, le corrispondenze che si possono rintracciare tra il suo pensiero e quello di Gentile.
In a few notes of Prison Notebooks written starting from 1932, Antonio Gramsci defines the «philosophy of praxis» as «absolute historicism». The aim of this paper is to clarify the meaning of conceiving Marxism as historicism, the meaning... more
In a few notes of Prison Notebooks written starting from 1932, Antonio Gramsci defines the «philosophy of praxis» as «absolute historicism». The aim of this paper is to clarify the meaning of conceiving Marxism as historicism, the meaning of the adjective “absolute” in this context and the relationship between Gramsci’s conception of Marxism and other forms of historicism, especially Benedetto Croce’s.