Urbanistica Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
Il libro è frutto della volontà di alcuni ricercatori e ricercatrici di rischiarare le ombre attorno al tema oggi rilevante dei servizi ecosistemici, cercando di indagare in maniera approfondita la sua consistenza e – soprattutto –... more
Il libro è frutto della volontà di alcuni ricercatori e ricercatrici di rischiarare le ombre attorno al tema oggi rilevante dei servizi ecosistemici, cercando di indagare in maniera approfondita la sua consistenza e – soprattutto – utilità nel campo delle scienze del territorio. Che i servizi ecosistemici siano un argomento decisivo e centrale in questo periodo storico per il governo del territorio, lo dimostra il susseguirsi di seminari scientifici e la presenza del termine in documenti e agende politiche nazionali e internazionali, dove questi vengono correlati agli strumenti di pianificazione territoriale. Il tema è però scivoloso e si presenta difficilmente ‘afferrabile’ per poter ambire a un’effettiva operatività. Con varie sfumature e accezioni diverse, le tante voci che animano questo volume sottolineano come contabilizzare le dotazioni ecosistemiche sia un passaggio basilare per progettare un sistema insediativo realmente resiliente, in grado di far fronte ai cambiamenti cli...
Il degrado e la banalizzazione del paesaggio sono diventati caratteri distintivi della condizione contemporanea del Paese. Il fenomeno sta cambiando progressivamente la percezione collettiva del nostro ambiente di vita, mostrandone un... more
Il degrado e la banalizzazione del paesaggio sono diventati caratteri distintivi della condizione contemporanea del Paese. Il fenomeno sta cambiando progressivamente la percezione collettiva del nostro ambiente di vita, mostrandone un volto nuovo, sfigurato da incuria e abusi, sempre più distante da quello che ancora conserviamo nel nostro immaginario. Il libro, lungi dall'essere un cahier de doléances, assegna all'urbanistica un ruolo chiave nel processo di recupero dei paesaggi degradati, da esercitare mediante piani e progetti urbanistici capaci di rielaborare l'idea di territorio, facendola evolvere dalla dimensione funzionale-quantitativa a quella morfologico-qualitativa. Il tema è affrontato in due passaggi. Il primo tende a precisare le forme del disvalore più ricorrenti attraverso l'osservazione diretta delle mutazioni che alcuni contesti nella nostra penisola e all'estero hanno subito negli ultimi decenni. Mutazioni che hanno spesso causato l'impoverimento e il degrado del paesaggio, ponendo con urgenza il tema del suo recupero. Ne emerge un quadro complesso, irriducibile ad un'unica forma di intervento, in cui le trasformazioni attivate sono l'esito, talvolta imprevisto, di modifiche normative, di innovazioni tecnologiche, o di comportamenti sociali. Il secondo passaggio, pur riconoscendo la difficoltà di individuare un approccio univoco, prova a definire, con indirizzi, criteri ed esempi che ne sostanziano i contenuti, un protocollo per il progetto urbanistico di recupero del paesaggio, dove la parola progetto è da intendersi con un'ampia latitudine di significati, cha variano al variare delle dimensioni dell'area di intervento e della complessità dei problemi e degli attori in gioco.
come il neoliberismo plasma la progettualità urbanistica e quali sono le linee di fuga che rendono la città uno spazio di potenzialità e non solo di necessità funzionale
Shopping malls are often criticised as a cause of the privatisation of public space and the erosion of the public sphere. Some authors argue that to fight these negative processes, shopping malls should be considered equivalent to public... more
Shopping malls are often criticised as a cause of the privatisation of public space and the erosion of the public sphere. Some authors argue that to fight these negative processes, shopping malls should be considered equivalent to public spaces, and therefore entail the same rules enforced in public spaces (for instance, the right to free admission and to free speech). In our opinion these approaches are unsound. In this paper we argue that: 1) shopping malls do not necessarily entail a privatisation of public space, nor necessarily any erosion of the public sphere; 2) because they are not public spaces, they cannot be considered equivalent to them; 3) they are highly open access (compared to many other kinds of both private and public spaces), and the limits they impose on some political activities are, under certain conditions, acceptable. This does not mean that the owners of private spaces are completely free to act as they choose; it means that they cannot be equated with public entities that manage spaces that belong to the public.
Volume contenente la tesi di dottorato svolta nel corso dell'XI ciclo del dottorato consorziato di Pescara-Roma.
Il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021, realizzato dall'Osservatorio del Riutilizzo di Occhio del Riciclone Italia in collaborazione con Labelab e Rete ONU, offre uno stato dell'arte del comportamento, delle innovazioni normative e... more
Il Rapporto Nazionale sul Riutilizzo 2021, realizzato dall'Osservatorio del Riutilizzo di Occhio del Riciclone Italia in collaborazione con Labelab e Rete ONU, offre uno stato dell'arte del comportamento, delle innovazioni normative e delle questioni chiave del settore dell'usato e del riutilizzo in Italia.
Viene ad ogni momento sulla scena avanzata dell'attuale vita economica - convenientemente inquadrata nel fascio di luce dei riflettori della politica e della stampa - l'opera di pubblica utilità. E si presenta come capolavoro della... more
Viene ad ogni momento sulla scena avanzata dell'attuale vita economica - convenientemente inquadrata nel fascio di luce dei riflettori della politica e della stampa - l'opera di pubblica utilità. E si presenta come capolavoro della civiltà contemporanea e del progresso sociale che da ogni parte incalza l'espropriazione di privati possessi e privati diritti, necessaria perché il piano della nuova opera, più o meno grandiosa ed estesa, possa aver luogo e corso, conducendo ai magnifici benefizi, ai decantati innovamenti e miglioramenti.
Hamlets are, first of all, an historical, cultural and landscaping heritage; an asset that, apparently, seems definable through the mere architectural point of view. Unlike the modern city, the hamlet is a space built and lived with... more
Hamlets are, first of all, an historical, cultural and landscaping heritage; an asset that, apparently, seems definable through the mere architectural point of view. Unlike the modern city, the hamlet is a space built and lived with ancient criteria and requires, today, to be deeply redesigned on the socioeconomic side in order to be kept involved in the territorial texture. After a review of the elements that compose the definition of “hamlet”, in the first paragraph, an analysis of the various aspects concerning the new functions of these places will take place. The Umbrian case of Postignano, at least, will show practically the implications of the reflections made before.
Da disciplina del welfare che si proponeva di mitigare le distorsioni dello sviluppo, l’urbanistica, dagli anni Ottanta, abbandona la sua originaria vocazione riformatrice per seguire le sirene della Grande Trasformazione liberista. Nel... more
Da disciplina del welfare che si proponeva di mitigare le distorsioni dello sviluppo, l’urbanistica, dagli anni Ottanta, abbandona la sua originaria vocazione riformatrice per seguire le sirene della Grande Trasformazione liberista. Nel corso della sua «mutazione genetica», la disciplina ha tradito l’originario mandato sociale assumendo concetti e metodi dell’economia finanziarizzata.
Le nuove parole d’ordine – negoziazione, privatizzazione, rigenerazione, ecc. – celano l’espropriazione della città pubblica, l’espulsione dei più deboli e l’estrazione di profitto dai suoli. A danno degli ambienti di vita.
Il libro ricostruisce le vicende che hanno portato all’inarrestabile saccheggio di città e territori operato dalle forze neocapitaliste, ma fornisce anche ipotesi per costruire la magnifica utopia di una nuova urbanistica. Un’utopia già in atto, spesso ai margini, spesso antagonista, fatta di pratiche quotidiane, di conflitti, di saperi critici e di alternative di
esistenza. Il passo da compiere è istituire questi germi di mondi possibili.
Raccogliendo la sfida delle 15 Proposte per la Giustizia Sociale avanzate dal Forum Disuguaglianze Diversità e nell'ambito delle attività del suo programma d'Eccellenza sulle Fragilità Territoriali, il Dipartimento di Architettura e Studi... more
Raccogliendo la sfida delle 15 Proposte per la Giustizia Sociale avanzate dal Forum Disuguaglianze Diversità e nell'ambito delle attività del suo programma d'Eccellenza sulle Fragilità Territoriali, il Dipartimento di Architettura e Studi Urbani del Politecnico di Milano promuove un percorso di riflessione sui divari sociali, territoriali e ambientali e su quali strategie, politiche e progetti siano oggi necessari per affrontarli. Il primo passo di questo percorso sarà un seminario di due giornate di lavoro durante le quali diversi gruppi di ricercatrici e ricercatori discuteranno del come affrontare le geografie e le dimensioni dei divari attraverso politiche relative ad alcuni temi essenziali della riflessione urbanistica e urbana: l'abitare, il welfare, le reti ambientali e della mobilità. Le indicazioni e le proposte discusse nelle due giornate confluiranno in una prima agenda che si propone di mappare quello che sappiamo, di esplorare quello che ancora non sappiamo e di individuare quali debbano essere gli assi principali di una azione coordinata che punti a combattere le disuguaglianze spaziali e territoriali nel nostro paese. 17 febbraio 12 30
- by Alessandro Coppola and +2
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- Urban Planning, Urbanism, Urban Policy, Uneven Development
Resumen: Entender el espacio urbano es posible después de hacer una profunda reflexión sobre los significados que este ha tenido en el transcurso de la historia y como se ha desarrollado según la cultura y el contexto donde se ubica. El... more
Resumen:
Entender el espacio urbano es posible después de hacer una
profunda reflexión sobre los significados que este ha tenido en
el transcurso de la historia y como se ha desarrollado según la
cultura y el contexto donde se ubica.
El artículo expone claramente como ha sido la evolución del
sentido del espacio público en las ciudades de los siglos XIX y
XX y propone una reflexión en torno a su verdadero significado,
que se base en el estudio riguroso de las diferentes manifestaciones que a tenido y que como conclusión plantee opciones
que vayan acordes con las necesidades actuales, sin dejar de
lado las experiencias recogidas, y que vuelva a ser un elemento
indispensable en la construcción de la arquitectura de la ciudad.
La salvaguardia della città storica, la sua conservazione e modificazione, sono state le ipotesi di un lungo ed eterogeneo progetto collettivo di matrice europea che ha veicolato nel mondo un’idea di città. Il progetto della città... more
La salvaguardia della città storica, la sua conservazione e modificazione, sono state le ipotesi di un lungo ed eterogeneo progetto collettivo di matrice europea che ha veicolato nel mondo un’idea di città.
Il progetto della città esistente è uno dei più rilevanti e originali contributi intellettuali italiani alla ricerca internazionale nel campo dell’architettura e della città del XX secolo.
Le esperienze avviate nelle città italiane sono state un modello che fra gli anni Sessanta e Ottanta si è diffuso in Europa e nel mondo, adottato dalle istituzioni internazionali.
- by Anna Magrin and +1
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- Architecture, Heritage Conservation, Urbanism, History of Planning
La presentazione, da parte della giunta della Regione Emilia-Romagna, del disegno di legge "Disciplina regionale sulla tutela e l'uso del territorio" ha suscitato, per i suoi contenuti, un immediato allarme tra intellettuali,... more
La presentazione, da parte della giunta della Regione Emilia-Romagna, del disegno di legge "Disciplina regionale sulla tutela e l'uso del territorio" ha suscitato, per i suoi contenuti, un immediato allarme tra intellettuali, professionisti e tecnici, e nelle forze politiche di opposizione a sinistra.
È emerso in particolare il pericolo, celato dietro gli slogan del risparmio di suolo e della rigenerazione urbana, dell'abbandono del concetto stesso di pianificazione urbanistica.
Autori dei saggi contenuti nel libro:
Ilaria Agostini, Piergiovanni Alleva, Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Paola Bonora, Pier Luigi Cervellati, Sergio Caserta, Paolo Dignatici, Anna Marina Foschi, Giovanni Losavio, Anna Marson, Tomaso Montanari, Cristina Quintavalla, Ezio Righi, Piergiorgio Rocchi, Edoardo Salzano
Nel panorama europeo le imprese di comunità si stanno affermando, sotto diverse forme istituzionali, come attore chiave in processi di sviluppo urbano. Queste organizzazioni, di diversa natura, si distinguono per il ruolo che assumono in... more
Nel panorama europeo le imprese di comunità si stanno affermando, sotto diverse forme istituzionali, come attore chiave in processi di sviluppo urbano. Queste organizzazioni, di diversa natura, si distinguono per il ruolo che assumono in ambiti territoriali definiti e, tramite lo svolgimento di diverse attività, mirano allo sviluppo e alla rigenerazione di asset di comunità. Una prima interpretazione su come queste organizzazioni operano nel nostro Paese è proposta tramite una lettura nelle diverse fasi di sviluppo: la definizione di obiettivi locali, l'interazione tra i diversi attori partecipanti e negli esiti in termini di politiche indotte. L'obiettivo di questo contributo è di inquadrare i temi di ricerca chiamati in causa da queste organizzazioni negli ordinamenti spaziali. La proposta è di un allargamento multidisciplinare verso ambiti poco esplorati dagli studiosi di politiche urbane e vuole sottolinearne la rilevanza e il potenziale come fattore territoriale determinante.
"In the last decades we have seen a wide development of computer technologies applied to architectural design. The first CAD (Computer Aided Design) software that architects ad engineers have been using since the ’90s are now fused on... more
"In the last decades we have seen a wide development of computer technologies applied to architectural design.
The first CAD (Computer Aided Design) software that architects ad engineers have been using since the ’90s are now fused on BIM (Building Information Modelling) technologies, resulting in tools that give the possibility of a total control on the project.
The evolution of this kind of software, called parametic, has showed such a wide horizon that nowadays the attention is focused not only on the descriptive process but also on the generative one: influencing the evaluation of the building site’s characteristics and potentiality, the material’s choice, and moreso the compositive phase.
Franco Purini in 2003 said that architectural design trough digital tools first moved along “tool’s field”, later along “creative field”, arriving to the “utopian field” where the designer leaves all physical references discovering innovative sceneries.
This thesis is a comparison of some of the main “parametric” software and a study of the implications of the new approach that Patrick Schumacher (Zaha Hadid Architects) calls Parametricism, defining it as the new architectural style after modernism. The way that it is changing Urban Design, in particular, is analysed through three projects that belong to deeply different realities, reaching interesting reflections on how the architect should use at the best the new technologies in his hands."
Edizione italiana di Reveille for Radicals di Saul Alinksy
In the prolonged afermath of the economic crisis begun in 2008, the importance of Housing Rights Movements is gaining a new momentum in metropolises like Rome. Here the spaces they squat for inhabitng purposes represent more than... more
In the prolonged afermath of the economic crisis begun in 2008, the importance of Housing Rights Movements is gaining a new momentum in metropolises like Rome. Here the spaces they squat for inhabitng purposes represent more than emergency shelters for people in a conditon of severe housing deprivaton within a proft-oriented and individualistc cityscape. Indeed, they enact a “right to stay put” into the city and contrast the socio-spatal marginalizaton of the dispossessed urban dwellers in three main ways. Firstly, they subtract spaces from the speculaton and from the top down model of urban regeneraton. Secondly, they allow marginal people not to be relegated out of the consolidated urban fabric, and to be visible as social and politcal subjects. Thirdly, they provide a set of grassroots actvites that confgure alternatve models of sociability, contentious politcs and communing inside neighborhoods afected by diverse forms of deprivaton. In this respect, housing squats can be interpreted as urban commons that, besides providing emergency housing, contrast gentrifcaton and
artculate a renewed “right to the city”. In order to empirically support this theoretical framework, we will discuss the case of the squat Porto Fluviale, located in the central area of OstIense and occupied since 2003. The alternatve housing paterns it has been developing, and the role it plays in the neighborhood, shows the diverse ways in which Housing Rights Movements conceive and practice the 'right to stay put' in the urban landscape.
- by Nico Bazzoli and +4
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- Sociology, Design, Architecture, Urban Planning
Analisi del libro di R. Castel "L'insicurezza sociale. Che significa essere protetti?" per il corso di urbanistica nel 2o anno della laurea magistrale in Architettura, Costruzione e Città. Politecnico di Torino, prof Anna Todros. Riassumo... more
Analisi del libro di R. Castel "L'insicurezza sociale. Che significa essere protetti?" per il corso di urbanistica nel 2o anno della laurea magistrale in Architettura, Costruzione e Città. Politecnico di Torino, prof Anna Todros. Riassumo delle idee principali dell'autore e considerazioni personali.
- by Eleni Dalamara and +2
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- Social Sciences, Urban Studies, Urbanistica, Scienze Sociali
Questo documento fa parte di una ricerca che riguarda il rapporto della crescita di un antico insediamento, ora denominato Mandela, con la Via Tiburtina Valeria che nel tempo ha subito molti cambiamenti del proprio tracciato causati... more
Questo documento fa parte di una ricerca che riguarda il rapporto della crescita di un antico insediamento, ora denominato Mandela, con la Via Tiburtina Valeria che nel tempo ha subito molti cambiamenti del proprio tracciato causati dalle esondazioni dei corsi d'acqua presenti nell'area.
Il y a quarante-quatre ans que le projet d’une grande réalisation urbanistique est sortie de terre dans un quartier au nord de Naples, il y a dix ans que la Scampia est devenue une plaque tournante de trafic de drogue tenu par la maffia... more
Il y a quarante-quatre ans que le projet d’une grande réalisation urbanistique est sortie de terre
dans un quartier au nord de Naples, il y a dix ans que la Scampia est devenue une plaque tournante de
trafic de drogue tenu par la maffia et il y a six ans que le roman de Roberto Saviano, Gomorra, a été
publié et traduit en plusieurs langues. Ces trois phénomènes, plus ou moins liés, peuvent être réunis
sous le nom des Vele.
Lezione tenuta da Graziella Martinelli Braglia presso l’Istituto Statale d’Arte “Adolfo Venturi” di Modena, 15 gennaio 2020, nell'ambito di un progetto dell'Università di Modena e Reggio Emilia coordinato da Milena Bertacchini,... more
Lezione tenuta da Graziella Martinelli Braglia presso l’Istituto Statale d’Arte “Adolfo Venturi” di Modena, 15 gennaio 2020, nell'ambito di un progetto dell'Università di Modena e Reggio Emilia coordinato da Milena Bertacchini, Responsabile Museo Universitario Gemma e Coordinatrice UNIJUNIOR UNIMORE.
La dispensa intende proporre all’attenzione il ricco e sedimentato patrimonio cromatico del centro storico modenese, tratteggiandone per sommi capi gli aspetti salienti e alcune tipologie caratteristiche, attraverso esempi edilizi scelti tra i più significativi.
Lezione Corso di Urbanistica
Anno Accademico 2017 - 2018
L’immagine usuale del Veneto negli anni recenti è quella di una regione agricola che improvvisamente, e in modo scomposto, ha scoperto lo sviluppo. Vittorio Veneto rappresenta, da questo punto di vista, un altro Veneto, fuori dai “luoghi... more
L’immagine usuale del Veneto negli anni recenti è quella di una regione agricola che improvvisamente, e in modo scomposto, ha scoperto lo sviluppo.
Vittorio Veneto rappresenta, da questo punto di vista, un altro Veneto, fuori dai “luoghi comuni” che caratterizzano la narrazione recente.
Dai primi progetti per il nuovo centro (Unione) destinato a unire Ceneda e Serravalle, ai piani urbanistici redatti da importanti professionisti e intellettuali che dagli anni ‘30 alla fine del secolo scorso ne hanno prefigurato e indirizzato gli assetti a venire, le vicende urbanistiche di Vittorio restituiscono un’immagine diversa e più complessa delle dinamiche, degli attori e delle trasformazioni territoriali intervenute.
I contenuti e le vicende dei numerosi piani e progetti che nel corso del XX secolo hanno modificato i tessuti urbani esistenti di questa città offrono, oltre a una rappresentazione inedita delle vicende urbanistiche di Vittorio Veneto, spunti di riflessione utili anche per i futuri interventi sulle urbanizzazioni recenti che caratterizzano ampie parti del territorio veneto. Gran parte dei materiali pubblicati, conservati nei diversi archivi comunali, sono inediti.
Tra i miei fotografi preferiti in assoluto c'è Gabriele Basilico. Le sue fotografie di architettura e di paesaggio rappresentano la dimensione metafisica dello spazio che emerge dal soggetto inanimato. Uno spazio o un edificio che ha... more
Tra i miei fotografi preferiti in assoluto c'è Gabriele Basilico. Le sue fotografie di architettura e di paesaggio rappresentano la dimensione metafisica dello spazio che emerge dal soggetto inanimato. Uno spazio o un edificio che ha perso la sua funzione utilitaristica acquistano, attraverso l'immagine, un valore estetico suscitando sensazioni mistiche - che è strano possano provenire da una struttura frutto dell'industria, madre della produzione e del consumo.
Come si manifestano nel territorio italiano le disuguaglianze sociali e spaziali? Quali intrecci con le crisi e i rischi ambientali producono queste geografie? Quali azioni sono necessarie per affrontare tali fenomeni in modo strutturale... more
Come si manifestano nel territorio italiano le disuguaglianze sociali e spaziali? Quali intrecci con le crisi e i rischi ambientali producono queste geografie? Quali azioni sono necessarie per affrontare tali fenomeni in modo strutturale e coordinato? Il volume-frutto di un percorso di riflessione che ha coinvolto studiosi, amministratori, esperti e attivisti-si propone di rispondere a questi interrogativi formulando idee progettuali che si articolano su scale e ambiti d'intervento diversi, con un'attenzione particolare al ruolo degli specifici assetti materiali e fisici del nostro paese. Le proposte qui raccolte riguardano strategie territoriali nazionali e temi quali l'abitare, le infrastrutture della vita quotidiana e la mobilità. Tali proposte interpretano il contrasto alle disuguaglianze e il sostegno alla transizione ecologica delle economie e dei territori come due facce di una stessa medaglia, e guardano all'orizzonte degli investimenti che l'Italia si accinge a predisporre anche nel quadro d'azione del programma Next Generation EU. https://www.eccellenza.dastu.polimi.it/2022/06/27/il-volume-ricomporre-i-divari-e-da-oggi-scaricabile-online/
Percorso storico urbano "Littoria"
Dalla nascita delle città-stato nel corso dell’VIII secolo a.C., con uno sguardo alle diverse aree del Mediterraneo, il volume segue lo sviluppo delle città cercando di sottolineare tratti comuni e differenze, continuità, rotture e... more
Dalla nascita delle città-stato nel corso dell’VIII secolo a.C., con uno sguardo alle diverse aree del Mediterraneo, il volume segue lo sviluppo delle città cercando di sottolineare tratti comuni e differenze, continuità, rotture e contaminazioni, mentre sullo sfondo si muovono vicende contingenti e processi storici di lunga durata. Attraverso quasi millecinquecento anni si tratteggiano così i volti dei centri urbani fino alla costituzione dei regni romano-barbarici tra V e VI secolo d.C., alle soglie del Medioevo.
La pianificazione della città e del territorio, la loro difesa, l’organizzazione degli spazi pubblici e privati e la gestione delle risorse sono analizzate nei loro elementi costitutivi, con una particolare attenzione alle relazioni topografiche e funzionali che legano tra loro le varie parti, con l’obiettivo di ricomporre la complessità dei paesaggi antichi.
A partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, l'urbanistica ha conosciuto un momento di grande espansione, arrivando a costruire attorno a sé un pubblico sempre più ampio composto da specialisti e non. Il tema della città, o in... more
A partire dagli ultimi decenni del secolo scorso, l'urbanistica ha conosciuto un momento di grande espansione, arrivando a costruire attorno a sé un pubblico sempre più ampio composto da specialisti e non. Il tema della città, o in generale quello degli spazi di vita collettivi, ha infatti coinvolto una molteplicità di saperi, discipline ed interessi dimostrando come esso non riguardi solamente problemi di carattere tecnico-funzionale, e mostrando quanto in verità parlare di città significhi parlare dei cuori pulsanti delle società contemporanee: luoghi di conflitto e produzione, di creazione e decisione, di desideri e cambiamento. Vorremmo così cogliere l'occasione della riedizione di questo importante testo di Bernardo Secchi " La città dei ricchi e la città dei poveri " , per farne una breve presentazione e per rilanciare con forza una questione che riteniamo essere certamente molto articolata e spigolosa ma di assoluta attualità e urgenza, ovvero quella riguardante il rapporto fra urbanistica, etica e politica. Una primissima osservazione che vale la pena evidenziare, riguarda la (relativamente) recente emersione di questo tema a livello di dibattito internazionale, aspetto che delinea un notevole cambiamento nelle sensibilità intellettuali degli studiosi e più in generale dell'intera società. Il primo importante studio a riguardo è infatti rappresentato dall'opera di David Harvey " Social justice and the city " (1988), un libro doppiamente importante perchè: per un verso mostra la stretta relazione che lega la distribuzione delle ingiustizie sociali alla produzione dei vari spazi di vita, per l'altro afferma ancora una volta come il lavoro dell'urbanista, sia quello teorico che pratico, diventi inevitabilmente, per usare le parole di Secchi, «un continuo esercizio radicale di critica sociale». Punto di partenza per entrare in " La città dei ricchi e la città dei poveri " deve così 1 essere la presa di consapevolezza che non esiste una neutralità né degli spazi né di chi li progetta, il che rende l'etica una presenza tanto scomoda quanto inevitabile. Non è un caso dunque che l'intero lavoro di Secchi abbia come punto di inizio la crisi epistemologico-politica dell'urbanistica iniziata negli anni '60, momento nel quale l'autore comincerà proprio la sua lunga riflessione su ciò che con un termine cinquecentesco chiamerà la politica della Renovatio Urbis, cioè un ripensamento del progetto urbano a partire dalla volontà di risoluzione dei tre grandi problemi che segneranno in maniera costante il disegno della città futura (per noi contemporanea): 1) la questione ambientale e di sostenibilità energetica, 2) una mobilità
A New York il fenomeno dei Community Gardens nacque alla fine degli anni ‘70 con la finalità di riappropriarsi proprio della strada, di renderla più sicura e vivibile attraverso la condivisione di luoghi curati collettivamente. Ciò... more
A New York il fenomeno dei Community Gardens nacque alla fine degli anni ‘70 con la finalità di riappropriarsi proprio della strada, di renderla più sicura e vivibile attraverso la condivisione di luoghi curati collettivamente. Ciò avvenne soprattutto in aree urbane dismesse, in ambienti urbani degradati dal punto di vista sia urbanistico che sociale. Quegli anni rappresentarono per la città di New York l’apice di un processo distruttivo del tessuto urbano legato alla forte crisi economica. La crescente disoccupazione mise in fuga la classe media residente a New York determinando l’abbandono di interi quartieri che vennero in seguito occupati da bande criminali. Le aree più colpite , Bronx, Harlem, Alphabet City (Lower East side Avenue A-B-C-D), avvolte dalle fiamme degli incendi dolosi, sprofondavano sotto le loro macerie. Era uno scenario post-bellico. Il mercato immobiliare si arrestò in attesa della ripresa economica: in quegli anni a New York i lotti abbandonati erano circa 25.000. Fu in questo contesto che si formarono spontaneamente comunità di cittadini intenzionati ad agire in prima persona per recuperare il loro quartiere. Avevano bisogno di un avamposto, di un luogo fisico sulla strada in cui riunirsi, accendere le luci, far giocare i bambini, organizzare feste: un luogo positivo dal quale fosse possibile difendere la loro città. Nei lotti abbandonati, coperti di detriti e rifiuti, vere e proprie ferite aperte nel tessuto urbano, vennero realizzati i primi Community Gardens.
Il caso dell'Istituto Lombardo di Studi Economici e Sociali è una manifestazione esemplificativa della corrente di rinnovamento che, durante gli anni Sessanta, pervase l'urbanistica e l'architettura, animata dall'influenza delle più... more
Il caso dell'Istituto Lombardo di Studi Economici e Sociali è una manifestazione esemplificativa della corrente di rinnovamento che, durante gli anni Sessanta, pervase l'urbanistica e l'architettura, animata dall'influenza delle più innovative esperienze straniere. È altresì un esempio eccezionale perché la spinta innovatrice, con l'obiettivo di traghettare l'urbanistica da pratica a disciplina, è stata l'occasione per avviare una profonda riflessione sulla figura dell'urbanista, sia come detentore di un particolare sapere tecnico, sia come attore politico con una precisa autonomia. Parte dell'eredità dell'Istituto può essere rintracciata in alcune collane editoriali e nell'organizzazione di seminari internazionali, che hanno segnato le tappe fondamentali della discussione disciplinare italiana. Si può leggere questa eredità come un tentativo messo in atto da alcuni urbanisti per formare un'élite tecnico-intellettuale attorno a determinati codici e linguaggi, con l'intento di definire una posizione rispetto al problema della legittimazione del proprio ruolo e di consolidare il significato sociale e culturale della ricerca.
Un contributo del gruppo di lavoro REFRAME al processo di gemellaggio in corso tra 6 comuni del Cilento (Campania, Italy) ed il comune di Corinaldo nelle Marche sul tema del Turismo sostenibile. La tesi presentata è il riconoscimento del... more
Un contributo del gruppo di lavoro REFRAME al processo di gemellaggio in corso tra 6 comuni del Cilento (Campania, Italy) ed il comune di Corinaldo nelle Marche sul tema del Turismo sostenibile. La tesi presentata è il riconoscimento del ruolo starter/driver del Turismo rispetto a più generali processi di ri-generazione urbana e territoriale delle Aree Interne regionali, a partire dalla riqualificazione e rivitalizzazione dei borghi e centri storici. Si sostiene di ripesare il ruolo della ricettività ovvero di integrarlo ed inquadrarlo alla luce della necessità di favorire nuova residenza nelle aree in via di spopolamento (residenza termporanea e stabile). Di conseguenza si propone l'attivazione di un processo composto da azioni tattiche e progetti strategici in grado di incidere sulle dinamiche socio-economiche dei borghi e centri storici, veri e propri "nodi" di una "rete" territoriale da riattivare sul sentiero dell'innovazione sociale e della ruralità contemporanea, in uno con i processi in corso di rafforzamento delle relazioni metropolitane.
Il gruppo di lavoro REFRAME (www.reframeworkgroup.it) è costituito dagli architetti Francesco Ruocco, Franca Maria Bello e Massimiliano Ruggiero, con la collaborazione del progetto ARCAlab dell'Ingegnere Oliver Rizzo sul tema della riqualificazione antisismica.