Archeologia dell'architettura Research Papers - Academia.edu (original) (raw)
The article deals with the ‘spaces of power’ in Siena between the 11Th and the first decades of the 14th century. In this context, the buildings that represent the “protagonists” of urban development (bishops, municipalities and city... more
The article deals with the ‘spaces of power’ in Siena between the 11Th and the first decades of the 14th century. In this context, the buildings that represent the “protagonists” of urban development (bishops, municipalities and city elites) have been selected and analyzed from the archaeological, historical, architectural and topographic point of view: the episcopal complex for its religious power, the squares and the town hall for their administrative authority, the private residences for the lay elites. The transition of the antique city to the municipal urban area under a constant expansion resulted in new political and institutional equilibrium that affected both the forms and the meaning of architecture within the urban area. The formation of new spaces witnesses a power (religious, political and socio-economical) that shaped the architectural panorama of Siena in less than two centuries. In numerous cases, it favors the “public” dimension of the construction, becoming a new form of expression and the symbol of power
Questo libro analizza il fenomeno della cristianizzazione nel territorio corrispondente all’attuale Toscana centro-settentrionale dal IV al X secolo d.C., sia negli ambiti urbani che negli spazi rurali. Attraverso una puntuale analisi... more
Questo libro analizza il fenomeno della cristianizzazione nel territorio corrispondente all’attuale Toscana centro-settentrionale dal IV al X secolo d.C., sia negli ambiti urbani che negli spazi rurali. Attraverso una puntuale analisi delle fonti scritte, archeologiche, architettoniche ed epigrafiche vengono enucleati i processi di formazione e graduale strutturazione della rete chiesastica nel territorio, in stretta relazione con le evoluzioni dei sistemi insediativi, economici ed amministrativi. Questo volume rappresenta la prima sintesi complessiva sulla topografia cristiana tout court nel territorio toscano e vuole essere uno strumento di riflessione per la comprensione di tali dinamiche e, al contempo, lanciare nuovi stimoli per rilanciare l’agenda della ricerca.territorio corrispondente all'attuale Toscana centro-settentrionale dal IV al X secolo d.C., sia negli ambiti urbani che negli spazi rurali. Attraverso una puntuale analisi delle fonti scritte, archeologiche, architettoniche ed epigrafiche vengono enucleati i processi di formazione e graduale strutturazione della rete chiesastica nel territorio, in stretta relazione con le evoluzioni dei sistemi insediativi, economici ed amministrativi. Questo volume rappresenta la prima sintesi complessiva sulla topografia cristiana tout court nel territorio toscano e vuole essere uno strumento di riflessione per la comprensione di tali dinamiche e, al contempo, lanciare nuovi stimoli per rilanciare l'agenda della ricerca. Gabriele CastiGlia è Ph.D. al Pontificio Istituto di Archeologia di Roma, dove è anche Assistente alle cattedre di Metodologia, Topografia Generale e Topografia dell'Orbis Christianus Antiquus e assegnista di ricerca. Da quasi vent'anni è impegnato in numerosi scavi, sia in Italia (prevalentemente Toscana e Liguria) che all'estero (Eritrea), ambiti sui quali ha all'attivo numerose pubblicazioni. Nel 2020 ha conseguito l'Abilitazione Scientifica Nazionale (ASN) a Professore Associato di Archeologia (Fascia
L’età romanica (secc. XI-XIII) ha lasciato in Toscana e nel resto d’Italia moltissime testimonianze significative in campo architettonico, sia nell’edilizia civile che in quella religiosa. Proprio in quest’ultima categoria rientrano non... more
L’età romanica (secc. XI-XIII) ha lasciato in Toscana e nel resto d’Italia moltissime testimonianze
significative in campo architettonico, sia nell’edilizia civile che in quella religiosa. Proprio in quest’ultima
categoria rientrano non solo importanti cattedrali e monasteri urbani ma anche edifici più modesti sparsi
nelle campagne. Nell’ultimo trentennio, congiuntamente all’approccio storico-artistico al Romanico se ne
è affermato un altro, basato sullo studio archeologico degli edifici, con risultati interessanti, data la qualità
delle informazioni che questo tipo di ricerca (archeologia degli elevati) dimostra di poter offrire. La città
di Pistoia, nella Toscana nord-occidentale, può essere un contesto di indagine privilegiato per lo studio
del Romanico toscano perché presenta, ben conservati e praticamente inediti da questo punto di vista,
numerosi ed importanti edifici religiosi. La necessità di uno studio approfondito sulle tecniche e tipologie
edilizie di questi complessi architettonici, nonché sulle loro sequenze stratigrafiche, diventa ancora più
significativa se si considera che, a differenza di altre città come Firenze, Lucca, Pisa e Siena, le indagini di
questo tipo sulle strutture medievali nel territorio pistoiese sono ancora numericamente esigue. Il presente
contributo, pertanto, intende sintetizzare il tipo di lavoro che verrà attuato nell’immediato futuro sui
principali monumenti religiosi del periodo Romanico nel centro di Pistoia, tutti localizzati entro la
seconda cerchia di mura della città; tra i vari obiettivi che si intende raggiungere ci sarà anche quello di
realizzare un primo Atlante dell’edilizia Medievale religiosa cittadina.
Until 1993 there were conducted first excavations in what promised to be the site of one of the most important buildings of Petra, the stunning capital of the Nabataean kingdom. Its construction, whose initiation century BC, several... more
Until 1993 there were conducted first excavations in what promised to be the site of one of the most important buildings of Petra, the stunning capital of the Nabataean kingdom. Its construction, whose initiation century BC, several changes, reconstructions and landslides along its more than five hundred years of operation. But despite this still unknown for certain functions for which it was designed and that, regardless of the construction elements, materials have been located just still less inscriptions that shed some light on a mystery that will try here exhibit various theories that enable closer to resolution.
TACCUINI DI STUDI CALABRESI ANNO II N. 3 (2010)
In occasione dei lavori di ristrutturazione dello stabile di proprietà del Comune di Todi situato sul lato settentrionale di Piazza di Marte, destinato ad accogliere gli uffici dei settori Tecnico ed Urbanistica, la rimozione delle... more
In occasione dei lavori di ristrutturazione dello stabile di proprietà del Comune di Todi situato sul lato settentrionale di Piazza di Marte, destinato ad accogliere gli uffici dei settori Tecnico ed Urbanistica, la rimozione delle pavimentazioni del piano terreno mise in luce un’interessante stratigrafia archeologica. Comune e Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Umbria decisero di comune accordo di ampliare in alcuni ambienti l’estensione e la profondità degli scavi per indagare le strutture archeologiche che stavano emergendo. Le indagini sono state realizzate dallo scrivente nei mesi di gennaio - ottobre 2011, per incarico dell’ente proprietario (responsabile del Procedimento Geom. Pierluigi Mariani, direttore dei lavori Ing. Fabrizio Gentili) e sotto la direzione scientifica della Dott.ssa Dorica Manconi della Soprintendenza. Una seconda tranche delle indagini, che avrebbe dovuto svolgersi sotto la direzione del Dott. Giovanni Altamore, è stata più volte differita.
Este artículo trata sobre la evolución histórica de las fortificaciones en Alarcón (Cuenca, España), desde época musulmana hasta el presente. Partiendo de una campaña de estudio arqueológico en una de las entradas, la Puerta del... more
Este artículo trata sobre la evolución histórica de las fortificaciones en Alarcón (Cuenca,
España), desde época musulmana hasta el presente. Partiendo de una campaña de estudio arqueológico
en una de las entradas, la Puerta del Bodegón, se analiza el resto de los elementos de la fortaleza.
También se tiene en cuenta la relación entre fortificaciones y urbanismo.
This paper presents some preliminary results about systematic Light Archaeology surveys (integrating Building and Landscape Archaeology) that the author is leading in the village of Al-Jāyyah, SE of the Shawbak castle, within the... more
This paper presents some preliminary results about systematic Light Archaeology surveys (integrating Building and Landscape Archaeology) that the author is leading in the village of Al-Jāyyah, SE of the Shawbak castle, within the archaeological investigations on the landscape surrounding the fortress managed by the Italian archaeological Mission 'Medieval Petra,' University of Florence. The aim of the surveys is to investigate the historical connection between the castle and the village, suggested by some Medieval written sources. The research's preliminary outcomes are confirming that even if the present appearance of the village is modern, it preserves significant Medieval material evidences plausibly linked to the Crusader suburb and the Islamic madīnah of Shawbak.
This paper is about the changing of the medieval urban shape after the substitution of roof covering, in particular in Florence from stone sheets to brick tiles between 13th and 14th centuries. The new technic was probably developed in... more
This paper is about the changing of the medieval urban shape after the substitution of roof covering, in particular in Florence from stone sheets to brick tiles between 13th and 14th centuries. The new technic was probably developed in the tuscan town by the Cistercian monks of Settimo abbey. The large documentation shows the diffusion and the standardization of the kilns and, therefore, the increasing use of the new material in every type of building. Iconograpy and Literature set good values and red roofs together. Toward the end of the Trecento the production process seems yet standardized and the use of brick tiles is spread everywhere.
Michel Muñoz García y Santiago David Domínguez Solera La Iglesia de San Andrés es una de las parroquias medievales originales del Casco Histórico de Cuenca (Patrimonio de la Humanidad). En su evolución constructiva se leen muchos de los... more
Michel Muñoz García y Santiago David Domínguez Solera
La Iglesia de San Andrés es una de las parroquias medievales originales del Casco Histórico de Cuenca (Patrimonio de la Humanidad). En su evolución constructiva se leen muchos de los nombres y las circunstancias más relevantes de la historia de la ciudad desde la Edad Media hasta el siglo XX. El Consorcio de la Ciudad de Cuenca, con la intención de convertir este antiguo templo en espacio cultural polivalente, ha rehabilitado el edificio entre los años 2007 al 2011. Como consecuencia pertinente de las obras se han desarrollado intensos trabajos arqueológicos:
la lectura estratigráfica muraria completa del inmueble, el estudio de los enterramientos en suelos y criptas (algunos casos de momificaciones) y el análisis de municiones y otros materiales allí abandonados tras el empleo en la Guerra Civil y el principio de la Posguerra de la antigua iglesia para usos militares variados (tanto por las tropas republicanas como por las franquistas). Toda la información derivada de los estudios arqueológicos protagoniza una exposición dispuesta en la misma iglesia e integrada dentro de los proyectos de fomento turístico “La Cuenca Subterránea” y “Cuenca en Guerra”.
Da alcuni anni l’Università di Padova ha avviato un progetto di ricerca a Nora dedicato all’archeologia dell’edilizia. Nell’ambito del progetto, particolare attenzione è rivolta ai materiali da costruzione di natura lapidea, nel tentativo... more
Da alcuni anni l’Università di Padova ha avviato un progetto di ricerca a Nora dedicato all’archeologia dell’edilizia. Nell’ambito del progetto, particolare attenzione è rivolta ai materiali da costruzione di natura lapidea, nel tentativo da un lato di identificare i tipi di pietra impiegati in città nelle sue diverse fasi
edilizie, dall’altro di individuare le cave da cui essi provengono, collocate nel territorio circostante il centro urbano. Il presente contributo è dedicato alla cava di Is Fradis Minoris, luogo di approvvigionamento di un tipo di pietra, l’arenite, che venne utilizzata a Nora per un lungo periodo di tempo, dall’età punica fino all’età romana imperiale.
Questo lavoro riassume e presenta i risultati di tre anni di ricerche condotte nei territori dell’Appenino Tosco-Emiliano, con particolare attenzione per le zone comprese entro i limiti della provincia di Reggio Emilia. L’oggetto... more
Questo lavoro riassume e presenta i risultati di tre anni di ricerche condotte nei territori dell’Appenino Tosco-Emiliano, con particolare attenzione per le zone comprese entro i limiti della provincia di Reggio Emilia. L’oggetto principale dell’indagine sono le architetture domestiche medievali, tanto quelle ancora conservate in elevato quanto quelle emerse nel corso delle campagne di scavo archeologico, da quelle più risalenti nel tempo fino alla svolta tardomedievale. L’attenzione è stata rivolta non solo a uno studio tipologico dei modelli architettonici e alla loro evoluzione, ma anche alla comprensione del potenziale bacino di informazioni che questo particolare tipo di fonte rappresenta per la storia sociale, economica, insediativa e culturale del territorio. Si tratta in sostanza di uno studio di archeologia dell’architettura che non intende limitarsi ai temi classici, bensì si propone come punto di incontro tra l’analisi degli alzati e l’archeologia del paesaggio.
Attraverso lo studio intrecciato tra testimonianze archeologiche e fonti scritte si sono messe in luce alcune peculiarità insediative proprie dell’Appennino reggiano, derivanti dagli eventi che hanno plasmato le comunità umane che lo hanno abitato nel corso dei secoli medievali. L’estensione dei metodi propri dell’archeologia degli alzati, già abbondantemente impiegati nello studio di chiese e castelli, alle strutture cosiddette “minori” del paesaggio architettonico ha consentito di comprendere con maggiore chiarezza le relazioni e le strutture sociali che si vennero a determinare, di volta in volta, a fronte dei mutamenti degli assetti politici del territorio.
Savona was not subjected to Genoa until 1528. But this independence was not reflected by a local building culture that, instead, can be compared to the buildings of the Antelami craftsmen active in Liguria since the middle of XII century.... more
Savona was not subjected to Genoa until 1528. But this independence was not reflected by a local building culture that, instead, can be compared to the buildings of the Antelami craftsmen active in Liguria since the middle of XII century. During the late Middle Age there were built several residential palaces and defensive/offensive structures. In most cases the towers were made with stones, but also in stone and bricks - the former at the base, the latter in the upper levels, as we can see in Noli or Albenga. Building materials came from nearby quarries or re-using pieces of ancient Roman buildings. Those re-used pieces were harmonized in the external walls depending on the different techniques and raw materials.
The petrographic, architectural and historical analysis of single cases perfectly frames the preferences given to some lithotypes, local and not, the re-use hierarchies and the values conferred on them
L’archeologo del XXI secolo non vive più di solo studio e scavo. Oggi la moderna ricerca impone di affiancare al lavoro in cantiere e ai libri in biblioteca modi sempre nuovi di indagare, comunicare e gestire l’antico. Bastano un po’ di... more
L’archeologo del XXI secolo non vive più di solo studio e scavo. Oggi la moderna ricerca impone di affiancare al lavoro in cantiere e ai libri in biblioteca modi sempre nuovi di indagare, comunicare e gestire l’antico. Bastano un po’ di fantasia, versatilità e intraprendenza per dare vita, da archeologo, alle attività più disparate. Come hanno fatto i 34 professionisti che si raccontano in Archeostorie: c’è chi cura un museo e chi gestisce un’area archeologica, chi narra il passato ai bambini e chi lo “fa vedere” ai ciechi, chi usa nel racconto le tecnologie e i linguaggi più diversi e persino i videogame; c’è poi chi ricostruisce l’antico in 3D e chi lo sperimenta dal vivo, chi organizza i dati di scavo e chi li rende disponibili per tutti; c’è chi scrive sui giornali e chi parla di archeologia alla radio o in tivù, chi realizza documentari e chi racconta l’archeologia sui social network; c’è ancora chi punta sul marketing e chi sul crowdfunding, chi fa dell’archeologia un’esperienza per tutti e chi difende le bellezze da furti e scempi. C’è anche chi studia e scava, e nel libro descrive la vita vera di studio e scavo al di là dei miti e dei sogni.
Il risultato è un manuale non convenzionale che offre spunti originali e concreti agli archeologi del futuro in cerca di reali possibilità di occupazione. Una sorta di bottega artigiana dove apprendere i segreti del mestiere, o meglio dei mestieri, che un’archeologia nuova, pragmatica e ancorata nel presente può ispirare.
This paper is aimed at surpassing the cultural tradition that encourages the humanistic knowledge more than the naturalistic one in the refurbishment of the archaeological sites. The contribution of botanic sciences in the reconstruction... more
This paper is aimed at surpassing the cultural tradition that encourages the humanistic knowledge more than the naturalistic one in the refurbishment of the archaeological sites. The contribution of botanic sciences in the reconstruction of ancient landscapes is essential to gather wide-range information about the ancient flora. Supporting this cross-disciplinary approach means intensifying the debat and the comparison between all of the different specialists involved in the problem. The main purpose of this paper is to integrate the restoration of architectural and residential buildings with archaeobotanical restoration of areas which were once thought for the green areas. To exemplify the method that we wanted to use in this paper, we have fine tuned the data relative to the plants findings related to Regio I's insula 9. For the philologic study of Pompeii's ancient green spaces, the archaeobotanic data prepared by Annamaria Ciarallo have been analyzed. The recovery of botanic species is fundamental for the fruition of archaeologic heritage, while integration of the study of paleobotanics in the restoration of archaeologic sites is an added value to the analysis of the historical landscape.
- by Scarpa Luigi and +2
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Il XII secolo segna l’avvio nella Campagna Romana di un fenomeno che influirà notevolmente sull’aspetto di tale territorio fino ai nostri giorni: l’Incasalamento. Lo studio di questo fenomeno non è ancora stato sufficientemente... more
Il XII secolo segna l’avvio nella Campagna Romana di un fenomeno che influirà notevolmente sull’aspetto di tale territorio fino ai nostri giorni: l’Incasalamento. Lo studio di questo fenomeno non è ancora stato sufficientemente approfondito e, in verità, abbandonato per lo più dagli studi di Archeologia Medievale. I Casali sono particolari aziende produttive in cui si praticava principalmente cerealicoltura e allevamento, caratterizzate dalla presenza di una torre e altre strutture a carattere difensivo, abitativo e produttivo. Di tali strutture rimangono tutt’ora visibili per lo più le precarie Torri e più sporadicamente altri elementi, come i recinti. Col passare del tempo lo stato di conservazione di queste evidenze archeologiche è andato peggiorando ed è notevole la differenza tra la situazione fino al secolo scorso e ciò che appare oggi ai nostri occhi: un deterioramento tale è dovuto sia alla repentina urbanizzazione delle zone “rurali” della Campagna romana, sia al completo disinteresse che ne ha decretato, se non la volontaria distruzione, l’accorpamento in strutture moderne o l’abbandono. A livello archeologico rimangono ancora molte ricerche da affrontare, prima di tutto è fondamentale un’analisi incentrata sulle singole tenute da ricondurre successivamente al quadro generale della Campagna romana nei secoli del Basso Medioevo. Un esempio di studio rivolto al sistema dei Casali di un particolare settore della Campagna romana deve essere contraddistinto da una ricerca che ne tocchi i vari aspetti: lo spoglio delle fonti a disposizione è necessario per una ricostruzione quanto più approfondita delle vicende storiche; l’esame delle preesistenze archeologiche aiuta a chiarire il rapporto che questi Casali avevano con i resti del passato e con il territorio; l’analisi dell’assetto tipologico e delle apparecchiature murarie permette di inquadrare cronologicamente le varie fasi costruttive, infine il tentativo di ricostruzione dell’estensione di tali Tenute deve essere basato sull'analisi della cartografia a disposizione e delle fonti descrittive.
Storia e lettura dei cicli pittorici affrescati nella volta e sulle pareti della Cappella di S. Agnese e San Gregorio Magno realizzata nella chiesa di San Giorgio Martire a Campobasso fra la fine del XIV e gli inizi del XV per il nobile... more
Storia e lettura dei cicli pittorici affrescati nella volta e sulle pareti della Cappella di S. Agnese e San Gregorio Magno realizzata nella chiesa di San Giorgio Martire a Campobasso fra la fine del XIV e gli inizi del XV per il nobile campobassano Cola Ferraguto.
Vannozzi Stefano, La cappella Ferraguto nella chiesa di San Giorgio Martire a Campobasso. Dai nove cieli del sistema aristotelico-tolemaico al Volto Santo di Lucca. Prima e seconda parte, in «Il Bene Comune. Arte, cultura e civiltà per il terzo millennio», a. XVI, n. 7, Campobasso, luglio 2016, pp. 12-17; «Il Bene Comune. Arte, cultura e civiltà per il terzo millennio», a. XVI, n. 7, Campobasso, agosto-settembre 2016, pp. 12-19. Copia digitale migliorata e integrata da Valentina Marino, settembre 2016.