Arte E Scienza Research Papers (original) (raw)

La Spezia, Centro Arte Moderna e Contemporanea , 30 novembre 2019 - 22 marzo 2020

Il Sole ed i pianeti come gli atomi e gli elettroni altro non sono che campi rotanti di spazio "centro mossi", identificando i fenomeni fisici come particolari movimenti di uno spazio fluido, deducendone le “leggi” attraverso... more

Il Sole ed i pianeti come gli atomi e gli elettroni altro non sono che campi rotanti di spazio "centro mossi", identificando i fenomeni fisici come particolari movimenti di uno spazio fluido, deducendone le “leggi” attraverso l'applicazione delle conoscenze basilari della “Fluidodinamica” ed introducendo anche tra questi fenomeni quelli di natura sottile ovvero “spirituale” che sorgono nel soggetto "osservatore". Lo stesso Cartesio per spiegare il meccanismo del sistema Solare, aveva immaginato che un immenso vortice di fluido, chiamato “etere”, ruotando attorno al Sole, trascinasse i pianeti a compiere una rivoluzione intorno ad esso.

Qual è la natura del rapporto tra arte e scienza? Quali sono i punti di accordo e quali quelli di disaccordo? L'articolo è una sintetica introduzione all'intricato problema della relazione tra arte e scienza. Esamina il tema attraverso il... more

Qual è la natura del rapporto tra arte e scienza? Quali sono i punti di accordo e quali quelli di disaccordo? L'articolo è una sintetica introduzione all'intricato problema della relazione tra arte e scienza. Esamina il tema attraverso il concetto di sperimentale e per mezzo della Teoria Eventualista. Propone alcune chiavi di lettura da cui partire per una successiva analisi.

A chiedere agli artefici dotati d’ingegno e temprati «dallo esercizio dell’arte» di dare corpo per iscritto al loro sapere fu Benedetto Varchi che, nella primavera del 1547, in concomitanza con i suoi interventi accademici dedicati alle... more

A chiedere agli artefici dotati d’ingegno e temprati «dallo esercizio dell’arte» di dare corpo per iscritto al loro sapere fu Benedetto Varchi che, nella primavera del 1547, in concomitanza con i suoi interventi accademici dedicati alle arti figurative, aveva promosso fra un gruppo di amici artisti l’inchiesta «del principato e della nobilità [...] della scultura e della pittura». Le loro risposte, e fra queste le lettere dei pittori Pontormo e Bronzino e altri, così come quelle ben note di Giorgio Vasari, in apertura, e di Michelangelo a coronamento conclusivo della «disputa», fecero da corredo all’edizione delle celebri “Due lezzioni” varchiane, edite nel 1550, appena un mese prima delle “Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani” dallo stesso «impressor ducale» Lorenzo Torrentino. Varchi fin dalla premessa generale pose la figura dell’artista al centro della complessa teorizzazione sulle “arti poietiche” (cioè «fattive») di Aristotele. Illustrando l’esser produttivo e, nel contempo, accompagnato dalla «certa e vera ragione» dell’”ars poietica”, il letterato mise in evidenza il fatto che questa si distinguesse dalla semplice tecnica, perché la sua capacità produttiva era possibile quando si verificava il possesso di una “techne”, ottenuta grazie all’esercizio, unitamente ai principi che regolavano una situazione in particolare (come, per esempio, fare la statua unica e originale). Il «proemio generale» e «l’introduzzione» alle tre arti poste da Giorgio Vasari in apertura delle “Vite” traevano l’ispirazione da questa solida esposizione varchiana. L’artista aretino coglieva bene il significato di riconoscimento riservato dal «philosopho» Varchi alle arti «fattive», mostrando per l’appunto nella sua opera il valore produttivo (ossia «fattivo») dell’operato degli artisti.

Monografia illustrata contenente l'intero capitolo sulle navi di Nemi e l'esperimento di lavoro subacqueo tratto da "Della Architettura Militare del Capitanio Francesco De' Marchi Bolognese", con l'aggiunta di testi integrativi scritti da... more

Monografia illustrata contenente l'intero capitolo sulle navi di Nemi e l'esperimento di lavoro subacqueo tratto da "Della Architettura Militare del Capitanio Francesco De' Marchi Bolognese", con l'aggiunta di testi integrativi scritti da Daniela Lamberini, Corrado Ricci e Mario Cianchi.

collaborazione con SNS, col patrocinio del Comune di Pisa 12-14 settembre 2019 § § Istruzioni per l'invio delle proposte di comunicazione ai panel § § Entro il 31 maggio 2019 possono essere inviate le proposte di comunicazione ai panel... more

collaborazione con SNS, col patrocinio del Comune di Pisa 12-14 settembre 2019 § § Istruzioni per l'invio delle proposte di comunicazione ai panel § § Entro il 31 maggio 2019 possono essere inviate le proposte di comunicazione ai panel approvati, corredate di due abstract, uno più diffuso (massimo 1.500 battute, spazi compresi) e uno più sintetico (massimo 500 battute, spazi compresi). Nell'abstract dovrà essere indicato chiaramente: − il panel cui si intende partecipare; − nome e cognome, con l'eventuale istituzione di afferenza; − titolo dell'intervento proposto. Le proposte devono essere inviate all'indirizzo mail dei proponenti del panel e in copia all'indirizzo della segreteria organizzativa del congresso (congressoAdiPisa@gmail.com) E L E N C O D E I P A N E L A P P R O V A T I 1) PROSPETTIVE DI RICERCA, TEMI E TOPOI AD AMPIO SPETTRO CRONOLOGICO 1. Testi scientifici nelle biblioteche d'autore. Coordinano Christian Del Vento (Université Sorbonne Nouvelle Paris 3, christian.del-vento@sorbonne-nouvelle.fr) e Monica Zanardo (CNRS/ENS ITEM, Institut des Textes et Manuscrits Modernes, monicazanardo@gmail.com). Il panel si propone di esplorare la presenza della letteratura scientifica nelle biblioteche dei letterati, dalle origini al XXI secolo. Le biblioteche d'autore, infatti, rispecchiano un orizzonte intellettuale spesso molto più ampio ed esteso di quello che lo studio della tradizione e della memoria letterarie permette di osservare; e in quest'orizzonte i testi scientifici hanno spesso un ruolo di rilievo. Si tratterà, in particolare, di esaminare:-le varie modalità con cui i testi scientifici partecipano alla creazione letteraria. Laddove questo rapporto sia documentato, sarà particolarmente gradito un approccio che analizzi le relazioni genetiche tra volumi postillati e manoscritti d'autore;-la circolazione e la penetrazione delle teorie scientifiche. Anche in assenza di testi postillati, o nel caso di biblioteche disperse, altri documenti permettono di sondare la presenza e la diffusione della letteratura scientifica e di ricostruire la temperie culturale di un'area geografica o di un periodo storico;-la formazione e gli interessi degli autori. Lo studio dei cataloghi delle biblioteche di scrittori restituisce, in molti casi, un'immagine più sfaccettata di quella offerta dagli autori stessi, o dai loro biografi. Perché alcuni autori hanno valorizzato (o, al contrario, minimizzato) il loro interesse per la scienza e la tecnica? In quale misura il loro rapporto con le scienze ha contribuito a corroborare l'immagine autoriale che intendevano legare alla posterità? 2. La commedia delle scienze. Discorso scientifico e testo teatrale. Coordina Antonella Di Nallo (Univ. "G. d'Annunzio" di Chieti-Pescara, a.dinallo@unich.it). Per mettere in rilievo la natura «vivacemente teatrale» attraverso cui si era svolta la questione della lingua nel Cinquecento, Gianfranco Folena aveva coniato l'espressione «commedia delle lingue» perché la forma comunicativa del dialogo si era rivelata molto efficace per il genere del trattato. La drammatizzazione sarà adottata anche dalla nuova scienza, da Galileo in primis, per divulgare, mediante le diverse voci delle dramatis personae, una conoscenza che assumerà i tratti della «civil conversazione» nel quadro di una pluralità di prospettive e dunque di una limitata responsabilità autoriale. Ulteriori implicazioni drammaturgiche avrà, anni dopo, l'opera nella quale si spiegherà come «in vano si cerca il centro o la circonferenza del mondo universale», la Cena de le Ceneri di Giordano Bruno, testo che oltretutto presenta caratteri di contiguità con il capolavoro comico del Nolano, il Candelaio. Il panel intende dunque proporre una riflessione sulle modalità attraverso cui, muovendo da questi trattati dialogici, il teatro (fino ai giorni nostri) e il discorso scientifico hanno trovato punti d'incontro significativi. Alcune tracce possibili: le potenzialità teatrali nella divulgazione del sapere scientifico; la scienza e gli scienziati come fonte di ispirazione e/o soggetto teatrale; l'incidenza delle teorie scientifiche (l'evoluzionismo, la relatività, il principio di indeterminazione, i neuroni specchio, etc.) sulle forme e sui contenuti dei testi drammatici. 3. Dall'enciclopedismo barocco alla selezione dei saperi: procedimenti retorico-inventivi, forme dell'immaginario e orizzonti teorici dal '600 al '900. Coordina Ambra Carta (Univ. di Palermo, ambra.carta@unipa.it).

L’anamorfosi è un piccolo ma affascinante capitolo della prospettiva, ovvero la miscela di geometria e psicologia della percezione usata dagli artisti per rappresentare il mondo che ci circonda. In questo rapporto proponiamo l’emozione... more

L’anamorfosi è un piccolo ma affascinante capitolo della prospettiva, ovvero la miscela di geometria e psicologia della
percezione usata dagli artisti per rappresentare il mondo che ci circonda. In questo rapporto proponiamo l’emozione della lettura dell’anamorfosi e della prospettiva inversa, nel periodo storico in cui gli studi prospettici hanno influenzato i maggiori artisti del Rinascimento e del Barocco. Questa lettura arriva fino al giorno d’oggi, dove ritroviamo le tecniche anamorfiche nelle ardite opere d’arte prospettica su strada, e nella psicologia della percezione, per la quale “la sola realtà che cogliamo è quella percepita dal cervello".

The actual date is known of only a few events in the diving history of the early modern period. The fact that Francesco De Marchi (1504-1576) (Fig. 1) recorded in his notes 1 the day of his two dives in Lake Nemi not far from Rome... more

The actual date is known of only a few events in the diving history of the early modern period. The fact that Francesco De Marchi (1504-1576) (Fig. 1) recorded in his notes 1 the day of his two dives in Lake Nemi not far from Rome suggests that he was well aware of their significance. However, one central question remained unanswered over the centuries until today: how the diver had been supplied with fresh air. Here, based on the analysis of the original source, this technical aspect, in particular, will be questioned and evaluated. As will be shown, the sources used so far are not very reliable and the current state of research is rather insufficient. Contrary to current accounts in the literature dealing with this question of fresh air supply, a new perspective-the possibility of supplying the diver using a bellows/hose system-is presented here as a hypothesis concerning the methodological-technical instruments used by De Marchi at the time and substantiated by means of various argumental steps. First, however, the author and his publication, which will play a special role in the further course of the study, will be examined in more detail. 2

Breve articolo pubblicato sulla rivista Mistero sulle ricerche dell'astrofisico russo Nikolai Kozyrev. Un tentativo di tendere un parallelo tra la sua Meccanica Causale e quelle teorie che indagano i rapporti aurei, la sequenza di... more

Breve articolo pubblicato sulla rivista Mistero sulle ricerche dell'astrofisico russo Nikolai Kozyrev. Un tentativo di tendere un parallelo tra la sua Meccanica Causale e quelle teorie che indagano i rapporti aurei, la sequenza di Fibonacci e le spirali logaritmiche in Fisica e nelle altre scienze naturali.

Is there such a thing as a design language? The rapid growth of design in Italy beginning in the earliest decades of the past century, witnessed the concurrent rise of a specific language that appeared in the writings of the authors of... more

Is there such a thing as a design language? The rapid growth of design in Italy beginning in the earliest decades of the past century, witnessed the concurrent rise of a specific language that appeared in the writings of the authors of industrial design (artists and craftsmen), as well as those of its theorists (designers and ideologists) or even critics (art critic authors).
This paper is meant to appraise design literature from a historical perspective, through the linguistic analysis of texts by its most important exponents (Ponti to Rosselli, to Sottsass jr. and Mendini). The goal is to discern the main linguistic features of one of the most representative productive fields in twentieth-century Italian civil life.
The expected goal is twofold: to begin, as is the case with other disciplines, a study of the linguistic and expressive forms that arose from theoretical changes in the field of design, and to gather into a Glossary the terms that become typical of the design language.
Thanks to the description of the distinctive features of linguistic expression in writings on and about design, we wish to contribute to the definition of the individuality of the design discipline, which reflects the syncretism of the specific activities involved in it: from the different phases of industrial production, to design theory, which has always relied on artistic and aesthetic approaches of its time.
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Esiste una lingua del design? Il rapido affermarsi della disciplina del design in Italia fin dai primi decenni del secolo scorso vede emergere in contemporanea una lingua speciale, che si manifesta negli scritti degli artefici del disegno industriale (artisti e artigiani), così come nella scrittura dei suoi teorici (progettisti e ideologi della disciplina) e dei suoi critici.
Il contributo si pone come obiettivo la valutazione della letteratura del design nella sua prospettiva storica attraverso l’analisi linguistica dei testi di alcuni dei suoi massimi rappresentanti (da Gio Ponti a Alberto Rosselli a Alessandro Mendini), per cogliere gli aspetti salienti di uno dei settori produttivi di grande rilievo nella vita civile italiana del Novecento.
Il risultato ricercato è duplice: iniziare, come già avviene in altre discipline, uno studio delle forme linguistico-espressive frutto dei cambiamenti teorici nell’ambito del design e la raccolta in un Glossario dei termini che diventano tipici della lingua del design.
Grazie alla descrizione dei tratti salienti dell’espressività linguistica di chi scrive del e sul design si intende dare un contributo alla definizione dell’individualità della disciplina, che riflette il sincretismo delle attività settoriali che la compongono (dalla produzione industriale in tutte le sua fasi alla teorizzazione, che da sempre si avvale delle teorie artistiche ed estetiche coeve) .

On July 15, 1535, two important dives for the history of diving took place in Lake Nemi near Rome. In Lake Nemi, there were two sunken wrecks from the Roman period. The Italian military architect Francesco De Marchi dived there to a depth... more

On July 15, 1535, two important dives for the history of diving took place in Lake Nemi near Rome. In Lake Nemi, there were two sunken wrecks from the Roman period. The Italian military architect Francesco De Marchi dived there to a depth of 12 meters with an open diving helmet. The designer of this helmed was a person called "Maestro Gulielmo da Lorena". As Michael Jung's research shows, it is very likely that this person was Etienne Guillery from Lunéville near Toul in the district of Lorraine (France).

Nelle indagini di storia della lingua italiana del Cinquecento si osserva che lo storico processo del lento ma deciso affermarsi di un modello linguistico unitario s’intreccia con il volgarizzamento e la riscrittura della letteratura... more

Nelle indagini di storia della lingua italiana del Cinquecento si osserva che lo storico processo del lento ma deciso affermarsi di un modello linguistico unitario s’intreccia con il volgarizzamento e la riscrittura della letteratura antica di ogni ramo dello scibile. Questo ‘acclimatamento’ in volgare delle materie, che vanno dalla filosofia naturale a quella morale, dalla poetica alla musica, dalla matematica alle arti meccaniche, avviene non soltanto grazie alla traduzione diretta delle opere greche e latine, ma soprattutto in virtù di un innesto del pensiero filosofico, come di quello scientifico-tecnico, nelle nuove teorie espresse nella trattatistica cinquecentesca. E se nel Duecento il volgare della prosa d’arte traeva modelli di un’elegante finitura formale e retorica dagli esempi mediolatini e classici, l'italiano della scrittura argomentativa nel secolo sedicesimo ricerca e sperimenta forme testuali e moduli linguistici che possano restituire appieno i concetti, «il vero delle cose», delle «auctoritates» in ogni disciplina, di Aristotele «in primis».
In questo intervento mi propongo di illustrare alcune delle questioni scaturite dalle ricerche dedicate alla nuova prosa e alla formazione del lessico sia scientifico (in particolare, della logica) sia tecnico (musicale, drammaturgico), così come al ruolo della cultura accademica nel volgarizzamento del sapere nel Cinquecento.

Benedetto Varchi (Florence, 1503-1565), in his lectures (in Accademia Fiorentina) in the years 1543-1564, dedicated mostly to "Divine Comedy" by Dante, provided basis for development of scientific literature in Italian language. Humanist... more

Benedetto Varchi (Florence, 1503-1565), in his lectures (in Accademia Fiorentina) in the years 1543-1564, dedicated mostly to "Divine Comedy" by Dante, provided basis for development of scientific literature in Italian language. Humanist (man of letters), highly educated (in the universities in Padua and Bologna), created expositions of logic studies in Italian language, translating and giving scientific comments on Aristotle’s ideas. From those studies only some manuscripts concerning systematisation and methodology of lectures in scientific knowledge (“exposition” and “explanation”) were published in the nineteenth century. Varchi designed his lectures on basis of “proper way of cognition and knowledge” – synthetic, analytic and defining – indispensable to conduct reasoning and to define research subject. So, he created prose appropriate to exact and natural science, as well as to lectures for diverse audience. Those texts reflect the methodology used in sequence of reasons, in syntax and in terminology which revealed meanings of phenomena. The analysis of syntax, the text construction and the terminology used, carried out in this article, discover and highlight a quality of lectures by Varchi. Lectures that can be an example of new prose which fully developed in scientific texts of the seventeenth century - mostly because of rich and precise scientific language (coming from Greek and Latin), but also enriched by neologisms, as well as by new stylistic based on short sentences, rarely compound, and by creation of sentences based on nouns.
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Benedetto Varchi, nelle sue lezioni tenute all’Accademia Fiorentina (1543-1564) e in gran parte dedicate al commento della "Commedia" e della poesia di Francesco Petrarca, pone le basi di un lavoro volto a costruire il modello di scrittura scientifica in volgare. Grazie a una solida preparazione filosofica, acquisita nei centri universitari di Padova e Bologna, Varchi imposta in volgare l’esposizione dei principi della logica, attraverso la traduzione e soprattutto il commento dell'opera di Aristotele. Di questo suo impegno rimangono alcuni significativi opuscoli, in parte editi nell’Ottocento, una sorta di precettistica della « sposizione e dichiarazione », in cui il letterato fiorentino traccia il metodo per l'acquisizione e l'ordinamento del sapere. E così Varchi costruisce le sue letture accademiche sui procedimenti, « modi particolari d’apparare e di sapere » — « compostivo », « risolutivo » e « diffinitivo » — indispensabili per la dimostrazione di singoli postulati e per l’esatta « determinazione » della materia trattata, mettendo in campo una prosa scientifica adatta all’esposizione orale dinanzi ad un pubblico variegato, in cui l’organizzazione testuale e le strutture sintattiche debbano aderire allo svolgersi del ragionamento e la terminologia renda il significato dei concetti. Dall'analisi della sintassi, della testualità e del lessico emerge il valore delle lezioni varchiane come l'esempio di una nuova prosa argomentativa, che si affermerà a pieno nella scrittura scientifica secentesca: sia per l'uso del lessico ricco di tecnicismi, adattati dal greco e dal latino ma anche formati ex novo tramite la sostantivizzazione e la rideterminazione semantica (« il ricevente », « l’ambiente », « l’astratto », « il concreto », « il difuori »), sia per lo stile spezzettato, l'attenuazione della tensione ipotattica e l'affermarsi delle strutture imperniate sul nome a scapito della centralità del verbo.

Grazie alle tecnologie e alle ibridazioni con le comunicazioni mediali oggi l'operatività artistica è estremamente articolata e diffusa. L'arte non è più solo un limitato corollario dell'attività speculativa perché è in gioco una... more

Grazie alle tecnologie e alle ibridazioni con le comunicazioni mediali oggi l'operatività artistica è estremamente articolata e diffusa. L'arte non è più solo un limitato corollario dell'attività speculativa perché è in gioco una complessità che riguarda la realizzazione dell'opera e la sua fruizione nel sociale, l'impatto dei nuovi media, l'uso di adeguati strumenti di analisi critica, estetica, etica.... Le tecnologie di rappresentazione e di comunicazione (video, computer, reti telematiche, realtà virtuale, olografia...), con le loro filiazioni interattive e multimediali sono solo una parte di quelle che permeano la nostra cultura e il nostro immaginario. Il panorama è ben più ampio, va dalle tecnologie mediche alla robotica, dalla genetica alla vita artificiale, alle biotecnologie... In questo libro Capucci analizza le più avanzate forme di creazione e i linguaggi tecnoscientifici da cui derivano, che non costituiscono solo stimoli culturalmente fecondi ma anche nuovi strumenti di creazione.

Leonardo Da Vinci è stato uno dei più grandi della storia dell'arte e non solo. Le sue scoperte sono state la base per ricercatori e scienziati che nei secoli hanno sviluppato il mondo per come lo conosciamo. Eppure, anche se pensiamo di... more

Leonardo Da Vinci è stato uno dei più grandi della storia dell'arte e non solo. Le sue scoperte sono state la base per ricercatori e scienziati che nei secoli hanno sviluppato il mondo per come lo conosciamo. Eppure, anche se pensiamo di sapere molto di lui, in realtà c'è ancora molto da scoprire. Ora, grazie all'italiana Annalisa Di Maria, esperta d'arte, membro del Centro per l'UNESCO di Firenze e specializzata nello studio del grande Leonardo, abbiamo un elemento in più per capire il suo genio. La Di Maria, infatti, ha fatto una scoperta eccezionale che cambia il modo di analizzare l'arte di Da Vinci. Una scoperta che all'estero hanno battezzato come "Formula Di Maria".

Nella sua filosofia della scienza e della conoscenza, Platone ha anticipato, ponendone le basi, alcune delle questioni fondamentali nell’approccio alla scienza moderna. Direttamente, e attraverso l’influsso del neoplatonismo, ha posto ad... more

Nella sua filosofia della scienza e della conoscenza, Platone ha anticipato, ponendone le basi, alcune delle questioni fondamentali nell’approccio alla scienza moderna. Direttamente, e attraverso l’influsso del neoplatonismo, ha posto ad esempio le premesse per il moderno metodo scientifico, posto le basi per la scienza teorica, portato la matematica a diventare strumento privilegiato, se non in certi casi esclusivo, di autentica conoscenza del mondo fisico, che però per Platone di per sé stesso è illusorio, mentre l’unica autentica realtà è il mondo delle idee, da cui deriva.

Biografia, a fumetti, di un noto botanico vissuto nel XIX secolo. Contestualmente si ricostruisce un pezzo di storia della scienza di quel tempo, il contesto, l'ambito e i personaggi scientifici, le scuole botaniche di riferimento... more

Biografia, a fumetti, di un noto botanico vissuto nel XIX secolo. Contestualmente si ricostruisce un pezzo di storia della scienza di quel tempo, il contesto, l'ambito e i personaggi scientifici, le scuole botaniche di riferimento soprattutto per lo studio delle Crittogame.

Nel corso di alcune ricerche e sistemazioni delle carte dello scrittore Carlo Bernari, il fondatore del neorealismo con "Tre operai" del 1934, presso l'Archivio del Novecento alla Sapienza di Roma diretto da Francesca Bernardini, ho... more

Nel corso di alcune ricerche e sistemazioni delle carte dello scrittore Carlo Bernari, il fondatore del neorealismo con "Tre operai" del 1934, presso l'Archivio del Novecento alla Sapienza di Roma diretto da Francesca Bernardini, ho rintracciato questo scritto stenografico relativo ad una conferenza tenuta da Bernari nei primi anni Settanta del secolo scorso sul tema del rapporto tra scienza (intesa come conoscenza fattuale della realtà) e fantascienza (intesa come sviluppo fantastico e narrativo del cosiddeetto "regno del possibile"). La riproposizione del saggio bernariano costringe a riaprire un dibattito a proposito della "vessata qaestio" sul neorealismo: contenuto o forma? Documento o fantasia? Finzione o realtà? Ciò in un momento particolare in cui,-e non certo per colpa degli scrittori cosiddetti neorealisti che da Bernari a Zavattini, da Calvino a Pasolini hanno ampiamente discusso e chiarito in quale intercapedine o zona d'ombra tra reale e fantastico si muove il genere letterario-il "documentarismo" irrompe a forza e con pretese di autorialità nel cinema, nel teatro e nella letteratura stessa esponendo il neorealismo ad uno scivolamento verso l'oggettività che non corrisponde alla sua la vera natura che non è realistica ma appunto surreale e fantastica. Non è necessario spendere molte parole su questo argomento, per altro affrontato prima di me da un altro studioso Rocco Capozzi nell'ampio saggio "CARLO BERNARI TRA FANTASIA E REALTA" del 1980 recentemente ripubblicato al link in fondo. Scrive Capozzi nell'introduzione: La nostra analisi della coerenza di Bernari nella sua ricerca della "Realtè della Realtà" vuol essere allo stesso tempo un invito alla 'rilettura' di Carlo Bernari e una rivalutazione d'insieme del suo corpus letterario e saggistico alla luce di quella critica che per molto tempo ha parlato di "discontinuità" e di un eccessivo "sperimentalismo" nella narrativa di Bernari, Nell'esaminare l' "incoerente incoerenza" o la "discontinua continuità" (per dirla con l'Autore), abbiamo insistito non solo sui temi e sulle tecniche che dal 1934 ad oggi continuano ad affiorare nella sua ricerca socio-storica ed esistenziale dei rapporti (o scontri) emblematici tra l'uomo e la società, ma anche sulla perfetta fusione delle due basilari componenti della narrativa bernariana: la dimensione fantastico-simbolica-allegorica e quella realistico-storicistico-saggistica (i due maggiori binari su cui scorrono temi e motivi dell'autore).

Mosso dall’idea di rendere volgare la scienza, Alessandro Piccolomini commentava e trasferiva nella « bella lingua italiana » i trattati antichi. Analizzando i suoi compendi, così come le parafrasi e le traduzioni, allestiti in... more

Mosso dall’idea di rendere volgare la scienza, Alessandro Piccolomini commentava e trasferiva nella « bella lingua italiana » i trattati antichi. Analizzando i suoi compendi, così come le parafrasi e le traduzioni, allestiti in quarant’anni di attività di studioso e divulgatore, si possono delineare le idee piccolominiane sul volgare, le quali rappresentano uno degli aspetti della cinquecentesca « questione della lingua ». Sono particolarmente accurate e significative le proposte da lui formulate nelle dedicatorie e nelle lettere "Ai lettori" sulle modalità della resa dei concetti scientifici e filosofici. E la riflessione teorica intorno alla traduzione affidata alla sua "Epistola del modo del tradurre", che introduce la versione volgare della "Poetica" del 1572, si configura come un trattato di punta all’interno del dibattito linguistico cinquecentesco. Grazie alla nascita toscana e al soggiorno padovano, studente di filosofia e accademico degli Infiammati, Alessandro Piccolomini sviluppò un’aggiornata e consapevole concezione della lingua come strumento vivo e perfettibile di conoscenza. L’universalità del sapere, quale garanzia del progresso nelle scienze, nelle arti e nelle tecniche, era per lui indissolubilmente legata alla diffusione e alla crescita di una lingua italiana comune, una lingua di cultura accessibile a tutti.*********************************************
Poussé par la volonté de rendre la science accessible, A. Piccolomini commentait et traduisait dans la «belle langue italienne» les traités de l'antiquité. Par l'analyse des résumés, des paraphrases et des traductions réalisés par l'érudit et le vulgarisateur en quarante ans d'activités, on peut définir ses conceptions, qui représentent l'un des aspects de la «question de la langue» au XVIème siècle. Dans ses dédicases et dans ses lettres «Aux lecteurs», il a formulè des propositions, particulièrement prècises et significatives, sur la façon de restituer les concepts philosophiques et scientifiques. Et sa réflexion théorique à propos de la traduction contenue dans l'«Epistola del modo del tradurre», en introduction à la version italienne de la «Poetique» de 1572, se présente comme un traité marquant au sein du débat linguistique de l'époque. Grâce à sa naissance en Toscane et à son séjour padouan, A. Piccolomini élabora une conception moderne et clairvoyante de la langue comme instrument de connaissance vivant et perfectible. L'Universalité du savoir, garantie du progrès de sciences, des arts et des tecniques, était pour lui liée de manière indissoluble à la diffusion et au développement d'une langue italienne commune, d'une langue de culture accessible à tous.

Per chiarire di cosa mi occuperò in queste pagine, credo sia utile partire dall’esplicitare di cosa non mi occuperò. Non proporrò qui una sorta di lista delle traduzioni delle opere pasoliniane e degli studi critici ungheresi, questo per... more

Per chiarire di cosa mi occuperò in queste pagine, credo sia utile partire dall’esplicitare di cosa non mi occuperò. Non proporrò qui una sorta di lista delle traduzioni delle opere pasoliniane e degli studi critici ungheresi, questo per due motivi. Primo, perché un simile lavoro andrebbe al di là dei limiti di spazio a mia disposizione. Secondo, perché un simile contributo l’ho già proposto.
Quello che invece cercherò qui di fare sarà proporre delle considerazioni sulla ricezione di Pier Paolo Pasolini in Ungheria, ovvero, su una sorta di fenomenologia delle manifestazioni ungheresi di Pasolini, dove si alternano sconcertanti distanze a insospettabili analogie con il Pasolini italiano.

web conference 13 maggio 2021 per l'Accademia di Belle Arti di Venezia

La grande sfida del 2000 è appena avviata: in ogni branca del sapere, Livelli tecnologici molto avanzati, alcuni dei quali d'uso quasi quotidiano, sembrano assicurare il meglio sino ali 'inverosimile, in un continuo crescendo. La... more

Since 2002, between Catanzaro and Vibo Valentia (Calabria), has been set up a new high resolution GPS network. The aim of this network is to record the interseismic and co-seismic deformations of this active region which experienced... more

Since 2002, between Catanzaro and Vibo Valentia (Calabria), has been set up a new high resolution GPS network. The aim of this network is to record the interseismic and co-seismic deformations of this active region which experienced destructive earthquakes but it is not yet occupied by a GPS geodetic network. Published Reggio Calabria 3.2. Tettonica attiva

Entomologo, ecologista, etologo, poeta, narratore, drammaturgo, divulgatore scientifico, docente universitario, esperto d'arte, politico: è difficile stabilire con certezza chi sia stato veramente Giorgio Celli, perché in 76 anni di vita,... more

Entomologo, ecologista, etologo, poeta, narratore, drammaturgo, divulgatore scientifico, docente universitario, esperto d'arte, politico: è difficile stabilire con certezza chi sia stato veramente Giorgio Celli, perché in 76 anni di vita, quest'uomo poliedrico nato nel 1935 a Verona, ma bolognese d'adozione, ha sintetizzato in sé varie anime, dedicandosi, acceso da una insopprimibile curiosità, all'esplorazione di innumerevoli discipline e mantenendosi programmaticamente lontano dai conformismi e dalle barriere innalzate a separare i diversi campi del sapere. Come ha ben evidenziato Eco nell'introduzione al volume di saggi La scienza del comico, egli non ha mai tenuto conto di limiti o di confini, anzi si è sempre spinto impudentemente a fare «il mestiere dell'altro con strumenti tutti suoi». Questa versatilità, però, ha sortito anche effetti controproducenti: giudicato ogni volta “estraneo” alla stretta osservanza di un settore disciplinare perché troppo esperto di altro, il nostro autore ha patito le sofferenze dell'emarginazione e dell'isolamento. E ciò naturalmente ha inciso negativamente soprattutto sulla fortuna della sua opera letteraria, che di questa “irregolarità” professionale ed esistenziale, fin dalle prime prove sperimentali, si è fatta specchio. Scrivere di Celli oggi significa tentare di recuperare dall'oblio la singolare esperienza artistica di un intellettuale «ibrido», uno dei «pochissimi scienziati-letterati» del panorama letterario italiano contemporaneo, che ha dato un contributo originalissimo alla poesia, al teatro e alla narrativa del secondo Novecento. L'indagine che si propone verterà in particolare sul primo proficuo periodo della sua produzione, compreso tra gli anni Sessanta e Sessanta, nel quale Celli, allora giovanissimo e perfettamente a suo agio nel clima sperimentale della neoavanguardia, è riuscito a segnalarsi come una delle voci più interessanti e “nuove” della sua generazione. Discuteremo della sua adesione entusiastica al Gruppo 63, della collaborazione con il «Verri» e dell'influenza di Anceschi. Valuteremo il ruolo ricoperto nella rivista «Bab Ilu» e la decisiva esperienza di redattore di «Malebolge», l'organo del movimento parasurrealista fondato insieme ad Adriano Spatola e Corrado Costa. Analizzeremo altresì i temi, gli argomenti e i motivi ricorrenti nelle sue opere, e a partire da queste cercheremo di spiegare come Celli sia riuscito a coniugare efficacemente la letteratura con la scienza.

Il 28-30 giugno 2021 l'Università di Ginevra ospita virtualmente il XXIV Congresso dell'Associazione Internazionale Professori di Italiano (AIPI) sul tema 'Scienza, arte e letteratura. Lingue, culture, narrazioni che si incrociano'. Sono... more

Il 28-30 giugno 2021 l'Università di Ginevra ospita virtualmente il XXIV Congresso dell'Associazione Internazionale Professori di Italiano (AIPI) sul tema 'Scienza, arte e letteratura. Lingue, culture, narrazioni che si incrociano'. Sono previsti oltre 250 interventi articolati in 11 sessioni tematiche di ambito letterario, linguistico, cinematografico; l'offerta è completata da tre diverse tavole rotonde in sessione plenaria con la partecipazione tra gli altri del comparatista Piero Boitani, del fisico CERN Guido Tonelli, delle scrittrici Nicoletta Vallorani, Laura Pugno e Veronica Raimo. L'accesso è libero: è richiesta una registrazione per le sole sessioni tematiche.

Giornata della Ricerca mercoledì 27 novembre 2013, presso l’Aula Vecchioni del Policlinico Rossi, Borgo Roma di Verona, Paola Artoni (Centro LANIAC, Dipartimento TESIS) e Claudia Daffara (Centro LANIAC, Dipartimento di Informatica) hanno... more

Giornata della Ricerca mercoledì 27 novembre 2013, presso l’Aula Vecchioni del Policlinico Rossi, Borgo Roma di Verona, Paola Artoni (Centro LANIAC, Dipartimento TESIS) e Claudia Daffara (Centro LANIAC, Dipartimento di Informatica) hanno presentato una breve relazione sul tema "Arte e scienza per lo studio dei beni culturali"

L’analisi dell’organo più complesso e misterioso del nostro corpo è l’oggetto della ricerca di Fabre, che realizza una serie di disegni in cui lo associa sorprendentemente ad oggetti, banane, arachidi utilizzati negli esperimenti di... more

L’analisi dell’organo più complesso e misterioso del nostro corpo è l’oggetto della ricerca di Fabre, che realizza una serie di disegni in cui lo associa sorprendentemente ad oggetti, banane, arachidi utilizzati negli esperimenti di Rizzolatti.